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Comunicato Stampa
sulla iniziativa indetta congiuntamente
da ANPI e ANVGD a Cadoneghe (PD)
Febbraio
2014
Il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia -
organizzazione non lucrativa di utilità sociale
che si fonda su "quegli stessi valori su cui è
stato fondato mezzo secolo di vita pacifica e di
sviluppo della Jugoslavia, contro ogni
secessionismo e contro ogni contrapposizione
nazionalitaria od etnicistica, a partire dalla
Guerra Popolare di Liberazione alla quale,
assieme a tutti gli altri, parteciparono anche
migliaia di italiani" (1) - condanna la
iniziativa organizzata congiuntamente dall'ANPI
regionale del Veneto e dalla ANVGD, annunciata
per il 17 febbraio p.c. a Cadoneghe (PD). (2)
L'iniziativa di Cadoneghe, a partire dal titolo
"GIORNO DEL RICORDO. CI CHIAMAVANO FASCISTI, CI
CHIAMAVANO COMUNISTI; SIAMO ITALIANI E CREDIAMO
NELLA COSTITUZIONE", è stata concepita con
l'intento di archiviare ragioni e torti della II
Guerra Mondiale ovvero equipararne sul piano
morale i vincitori e i vinti. Tale posizione -
che non è inedita, ma è destinata comunque a
rimanere puramente idealistica ed estranea ad
ogni principio di concretezza storica -
soprattutto offende gli ideali della Resistenza
e rappresenta un oltraggio per i suoi caduti.
Per questa ragione, Il Coordinamento Nazionale
per la Jugoslavia Onlus sollecita la dirigenza
nazionale dell'ANPI a prendere posizione per
chiarire all'opinione pubblica se la
Associazione Nazionale Partigiani d'Italia può
tollerare che al suo interno si promuovano
simili percorsi o se viceversa essa mantiene la
vocazione e gli scopi per cui è nata, come
peraltro appare da numerose encomiabili
iniziative di tutt'altro segno che vengono
continuamente promosse dalle sezioni locali
ovunque sul territorio nazionale. (3) Tale
nostra richiesta di chiarimento non è esagerata,
visto che analoghi approcci sono già stati fatti
a Padova (4) e non solo, e la dirigenza
nazionale ANPI oramai non può non esserne a
conoscenza.
Scopo fondativo dell'ANPI è infatti quello della
promozione e continua riproposizione dei valori
dell'antifascismo. Viceversa, l'iniziativa di
Cadoneghe è stata co-promossa con quella che,
nonostante tutte le possibili "riverniciature",
era e rimane la principale organizzazione
neo-irredentistica del nostro paese: la
Associazione Nazionale Venezia Giulia e
Dalmazia, rappresentante degli interessi della
grande borghesia istriana e dalmata espropriata
con la vittoria del socialismo in Jugoslavia, la
quale fino ad appena un anno fa manteneva nel
suo statuto la frase seguente:
<< II - SCOPI E FUNZIONI: (…) agevolare il
ritorno delle Terre Italiane della Venezia
Giulia, del Carnaro e della Dalmazia in seno
alla Madrepatria, concorrendo sul piano
nazionale al processo di revisione del Trattato
di Pace per quanto riguarda l'assetto politico
di tali terre… >> (5)
Tale esplicita contestazione degli accordi del
Trattato di Pace è in fondo esattamente la
ragione per cui il Giorno del Ricordo è stato
istituito, con manovra "bipartisan" attraverso
la Legge n.92 del 2004, fissandolo non a caso al
10 Febbraio, a richiamare il 10 febbraio 1947,
giorno in cui quel Trattato fu sottoscritto. Con
il Trattato di Pace l'Italia regolava i propri
conti (almeno in parte) con l'intera comunità
internazionale - non solamente con la Jugoslavia
- per i crimini ed i danni commessi a seguito
della aggressione contro la Jugoslavia e gli
altri paesi vicini. La scelta della data del
Giorno del Ricordo è stato un atto simbolico di
delegittimazione e contestazione di quel
Trattato: per questo motivo non solo gli
antifascisti ma più in generale le persone
amanti della pace dovrebbero, o avrebbero
dovuto, assolutamente opporsi alla
istituzionalizzazione di tale ricorrenza.
L'iniziativa di Cadoneghe vede tra i relatori
invitati la prof.ssa Adriana Ivanov, figlia di
Tommaso Ivanov, che fu coinvolto nelle
operazioni dell'esercito fascista in Dalmazia
coordinate con i banditi ustascia, e
ciononostante "scelse" nel 1950 (sic) di
abbandonare le sue terre natali pur di non dover
sottostare al nuovo sistema politico e sociale.
I cittadini italiani sono testimoni da un
ventennio, oramai, di reiterati tentativi di
costruzione artificiosa di una "memoria
condivisa" posticcia, operati con basse finalità
di gestione del potere politico da parte di
classi dirigenti prive di principi. Tali
operazioni revisionistiche hanno intorbidito il
confronto politico-culturale al punto da creare
legittima frustrazione ed un comprensibile
rifiuto della "mala politica" nei cittadini
("anti-politica"). Crediamo che l'ANPI non possa
contribuire a tale deriva e che debba viceversa
difendere il suo ruolo, specifico ed unico, di
tutela della memoria partigiana, nell'interesse
di noi tutti e delle sorti dell'Italia
democratica in generale. Questo non significa
negare ai signori Maurizio Angelini e Floriana
Rizzetto momenti di libero confronto, se proprio
li ritengono necessari, all'interno dei quali
assurdamente equiparare i militari del regio
esercito fascisti ai partigiani comunisti,
purché a tali momenti si partecipi solo a titolo
privato.
E' infine del tutto fuorviante sul piano storico
la professione di fede alla Carta Costituzionale
da parte di ex-fascisti e di ex-comunisti,
contenuta nel titolo della iniziativa di
Cadoneghe. Bisogna infatti ricordare agli
smemorati organizzatori del "Giorno del Ricordo"
che la nostra Repubblica e la sua Costituzione
nascono esattamente dalla Resistenza al
fascismo, cioè negando il fascismo, tant'è vero
che nessun fascista face parte della Assemblea
Costituente e la Costituzione si fonda sulla
discriminante antifascista, riportata a chiare
lettere nella Disposizione Transitoria e Finale
XII. Viceversa i comunisti sono stati dapprima
vittime del fascismo, poi protagonisti della
Resistenza in Italia e in Europa, poi co-autori
del testo della Carta Costituzionale ed infine
partecipanti a pieno titolo della vita politica
democratica.
Il fatto che il dettato costituzionale sia stato
spesso e volentieri disatteso e che sia tuttora
in atto un tentativo eversivo per stravolgerlo
con leggi-truffa è uno dei principali crucci
della stessa ANPI, come dimostrano le frequenti,
sonore dichiarazioni del presidente Smuraglia.
Per CNJ-onlus, il Direttivo
10 febbraio 2014
NOTE:
(1) Dallo Statuto
dell'Associazione "Coordinamento Nazionale
per la Jugoslavia – organizzazione non
lucrativa di utilità sociale” (2007).
(2)
(3) Anche solo limitandoci alle iniziative
promosse da sezioni ANPI su questi stessi temi
proprio negli stessi giorni, registriamo ad
esempio:
- l'iniziativa tenuta a
Vasto lo scorso 1 febbraio 2014, dal
titolo "Parliamo di foibe. In difesa della
memoria antifascista", con la partecipazione
di C. Cernigoi;
- l'iniziativa tenuta lo
stesso giorno a Como sui "Lager
italiani", con la partecipazione di A.
Kersevan;
- il Presidio Antifascista per la Pace, la
Democrazia e la verità storica del 9
febbraio 2014 a Torino;
- l'iniziativa
"Foibe e Fascismo" indetta a Parma,
assieme ad altri soggetti, per il 10 febbraio
2014;
- l'iniziativa di Bologna,
14 febbraio 2014, "Foibe:
un’interpretazione storica", con la
partecipazione di A. Kersevan e S. Volk.
(4) Vedi: http://www.storiainrete.com/8584/in-primo-piano/esuli-istriani-e-partigiani-lincontro-tabu-e-gia-polemica/
.
(5) Tale articolo è stato riscritto solo a
seguito delle modifiche allo Statuto approvate
nel corso del Congresso Nazionale di Gorizia
del 16 – 18 novembre 2012, tuttavia esso
continua ad essere leggibile sul
sito internet della associazione. Il
fatto che la esplicita rivendicazione
irredentistica sia stata cassata alla vigilia
delle "grandi manovre" che sono ormai in atto
e che rischiano di compromettere anche l'ANPI,
non rallegra bensì inquieta ulteriormente
perché tali modifiche dell'ultimo minuto
evidenziano una modalità di procedere
purtroppo tipicamente italiana, sotterranea,
furbesca, massonica o comunque opportunistica.
Sulle radici irredentistiche della ANVGD si
veda anche: https://www.cnj.it/documentazione/IRREDENTE/anvgd.htm
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