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Mercenari USA dietro alla
aggressione croata nelle Krajine
La privatizzazione della
guerra
di Ken Silverstein
articolo
pubblicato da "The Nation", 28 luglio 1997,
tradotto nel n. 47, marzo 1998 di Guerre&Pace
La storia degli interventi politici e militari
dell'America abbonda di inganni e scandali, con
attori oscuri, avidi interessi e sforzi per
tenere il pubblico al di fuori di quelle che di
natura dovrebbero essere decisioni pubbliche.
Ora questi sforzi hanno fatto un salto di
qualitŕ, per portata e dimensioni, che non ha
precedenti. La privatizzazione, il processo
mediante il quale le responsabilitŕ del governo
vengono trasferite nelle mani di aziende che non
devono rendere conto a nessuno, č entrata ora
anche nelle sale dei signori della guerra.
Senza che se ne parlasse o discutesse, il
governo ha inviato societŕ private - per la
maggior parte dagli stretti legami con il
Pentagono e con personale composto da esponenti
delle Forze Armate in pensione - a fornire
assistenza militare e nel campo dell'ordine
pubblico a alleati esteri degli Stati Uniti. Il
governo ha anche ampiamente esteso l'impiego di
ditte private che forniscono supporto alle sue
operazioni militari all'estero, ivi incluse le
azioni antidroga top-secret nell'America Latina
e le attivitŕ di spionaggio e di addestramento
militare per i "clienti" degli USA.
Queste ditte non sono a loro volta per niente
ansiose di parlare delle loro attivitŕ. Nč lo č
l'Ufficio del Dipartimento di Stato per il
Controllo sulle Attivitŕ Commerciali nel Settore
Difesa, che ha il compito della supervisione
della maggior parte di questo campo di attivitŕ
emergente e che ha respinto la mia richiesta di
un'intervista per questo servizio. Un
funzionario del Dipartimento di Stato mi ha
detto di potermi fornire informazioni molto
scarse anche sul background generale, a causa
delle necessitŕ di proteggere le "informazioni
di proprietŕ" delle societŕ coinvolte (una
scappatoia che rende il Freedom of Information
Act in effetti del tutto privo di incidenza in
quest'area). Il risultato é che la maggior parte
delle informazioni rimane nascosta dietro gli
appelli del governo al segreto o chiusa a chiave
nei libri contabili delle societŕ.
Ma sulla base delle testimonianze di chi ha
parlato - e la maggior parte di queste persone
ha accettato di farlo solo a condizione di non
essere nominati - risulta chiaro che decine di
societŕ, che vanno da giganti dell'alta
tecnologia con un giro d'affari da 1 miliardo di
dollari, come la SAIC, a piccole imprese gestite
da marines in pensione, offrono addestramento
militare e tutta la relativa assistenza a
governi stranieri, su proposta degli Stati
Uniti. "I programmi vengono messi a punto per
perseguire i nostri obiettivi di politica
estera", spiega un ex-alto ufficiale della
Defense Intelligence Agency (la DIA, i servizi
segreti dell'esercito americano). "Se non c'é
l'approvazione del governo, le societŕ non si
muovono".
Tra le imprese di primo piano ci sono la
Military Professional Resources Inc. (M.P.R.I.)
che sta addestrando due eserciti dei Balcani e
sta cercando di espandersi in Africa; la
Vinnell, che addestra la Guardia Nazionale in
Arabia Saudita; la Betac, che lavora a stretto
contatto con il Comando per le Operazioni
Speciali, un ufficio riservato del Pentagono che
si occupa di azioni segrete nel Terzo Mondo.
Un illuminante esempio della collaborazione tra
aziende e governo in queste attivitŕ é stato
dato il 24 giugno scorso, quando la DIA ha
sponsorizzato un incontro a porte chiuse,
intitolato "La privatizzazione delle funzioni di
sicurezza nazionale nell'Africa sub-sahariana".
Vi si sono trovati fianco a fianco la M.P.R.I. e
altri appaltatori privati degli Stati Uniti,
oltre a Eeben Barlow, direttore della nota
societŕ sudafricana Executive Outcomes, che
negli ultimi anni ha fornito mercenari ai
governi di Angola e Sierra Leone e Timothy
Spicer della Sandline International, una societŕ
britannica il cui ingaggio lo scorso gennaio da
parte del governo del Papua Nuova Guinea ha
irritato l'esercito di questo stato, provocando
un golpe. Spicer era accompagnato dal
rappresentante della Sandline negli Stati Uniti,
Bernie McCabe, un ex- funzionario delle Forze
Speciali dell'Esercito. La DIA ha cercato di non
dare grande ufficialitŕ a questo evento, ma un
partecipante mi ha detto, "Tutti i funzionari si
sono dichiarati in quell'occasione d'accordo con
le societŕ private riguardo al fatto che questo
tipo di attivitŕ andrŕ fortemente
intensificandosi nei prossimi anni".
Il governo difende il suo ricorso a societŕ
private e dice che non permetterebbe mai loro di
inviare mercenari a supporto di un governo
estero, come fanno invece la Executive Outcomes
e la Sandline. "Fornire un addestramento
militare é molto piů che insegnare a qualche
tizio come sparare diritto", dice un funzionario
del Dipartimento di Stato, che ha parlato a
condizione che il suo nome non venisse citato.
"Le societŕ offrono istruzioni su come gestire
una forza militare in una democrazia, in
subordinazione al controllo civile e nel
rispetto dei diritti umani". Questa spiegazione
suona sospettosamente simile alla
giustificazione addotta dal Pentagono per la
School of the Americas a Fort Benning, nello
stato della Georgia, nella quale migliaia di
soldati dell'America Latina sono stati
addestrati, come veniva sostenuto, a rispettare
i diritti umani, solo per poi lanciarsi in
travolgenti carriere di criminali di guerra una
volta tornati a casa. Una spiegazione
alternativa é che il ricorso ad appaltatori
militari privati consente agli Stati Uniti di
perseguire i propri interessi geopolitici senza
dovere dispiegare il proprio esercito, un
sistema molto utile nei casi in cui
l'addestramento viene fornito a regimi con un
curriculum agghiacciante in fatto di diritti
umani. "E' politica estera per procura", afferma
Dan Nelson, ex-alto consulente per la politica
estera del deputato Richard Gephardt e ora
professore alla Old Dominion University. "Le
aziende vengono utilizzate per svolgere compiti
che il governo, per motivi di bilancio o di
delicatezza politica, non puň svolgere in prima
persona".
L'attuale situazione differisce sia per portata
che per dimensioni dalle pratiche adottate in
passato, di cui l'esempio piů noto venuto alla
luce č quello dello scandalo Iran/contra. Oggi,
le societŕ piů pesantemente coinvolte non sono
ritagli della CIA utilizzati principalmente in
operazioni segrete, ma aziende da diversi
milioni di dollari con interessi diversificati.
Il loro lavoro viene approvato nel corso dello
svolgimento delle normali attivitŕ di enti
governativi e messo in atto non da persone
locali del paese estero addestrate dalla CIA, ma
da alti funzionari militari americani appena
usciti dalle forze armate. Prima di offrire
assistenza ai governi stranieri, le societŕ
devono innanzitutto chiedere una licenza
dall'Ufficio per i Controlli sulle Attivitŕ
Commerciali nel Settore della Difesa presso il
Dipartimento di Stato. "Le richieste di licenza
vengono esaminate con grande attenzione", mi ha
raccontato un funzionario della SAIC. "Anche
quando si č ancora allo stadio dei colloqui, si
passa a un vaglio molto stretto".
Lo snellimento della burocrazia militare della
Guerra Fredda - il livello degli effettivi é
sceso del 30 per cento dalla fine di
quest'ultima - ha spinto un numero enorme di
veterani militari, dai ranghi piů alti a quelli
dei semplici fanti, nel settore privato. Le
uniche capacitŕ professionali che molte di
queste persone sono in grado di offrire sul
mercato sono le loro esperienze militari e
paramilitari.
James Woods, che é andato in pensione come
Viceassistente del Segretario alla Difesa per
gli Affari Africani nel 1994 e attualmente
lavora a Washington come lobbysta della Cohen
& Woods International, mi ha raccontato che
intere unitŕ guidate da ex-membri delle Forze
speciali stanno tentando di vendere
addestramento militare a governi esteri. Queste
societŕ, molte delle quali si sono insediate
presso basi militari nazionali, "consistono
essenzialmente in un militare in pensione seduto
in una camera di appartamento con un fax e un
Rolodex", spiega. "Servono come ponte di
collegamento con l'ampio gruppo di militari in
pensione. Nei periodi tra una missione e l'altra
non hanno molto da fare".
Questi "soldati di ventura", pur continuando a
occupare una nicchia di mercato, stanno
incontrando sempre maggiori difficoltŕ a
rimediare qualcosa che vada al di lŕ dei piccoli
contratti di consulenza su operazioni
antiterrorismo o di incarichi limitati per
offrire protezione a VIP in trasferta. Per i
progetti di piů ampio respiro, i guerrieri
"freelance" hanno decisamente perso terreno
rispetto alle societŕ che hanno buone
connessioni con le alte sfere del governo e
l'elite dei funzionari militari in pensione.
Come mi ha detto un funzionario del Pentagono
incaricato della selezione del personale, "la
privatizzazione é un modo come l'altro per
ricompensare gli ex-alunni". E' sempre la stessa
porta girevole:
* Alla M.P.R.I., ventidue funzionari
dell'azienda sono ex-esponenti militari di alto
rango. Tra di essi vi é il Gen. Carl Vuono, Capo
di Stato Maggiore dell'Esercito durante
l'invasione del Panama e la Guerra del Golfo, il
Gen. Ed Soyster, gi` capo della DIA, e il Gen.
Frederick Kroesen, ex-comandante delle forze USA
in Europa.
* La Vinnell é di proprietŕ della B.D.M., una
megazienda di Beltway controllata dal Carlyle
Group, una societŕ di investimento diretta
dall'ex-Segretario di Stato James Baker,
dall'ex-capo del bilancio della Casa Bianca
Richard Darman e dall'ex-Segretario alla Difesa
Frank Carlucci. Il presidente della B.D.M.,
Philip Odeen, ha guidato la task force del
Pentagono incaricata di riorganizzare il settore
militare per il ventunesimo secolo.
* Del consiglio di amministrazione della SAIC
hanno fatto parte due ex-segretari alla Difesa,
William Perry e Melvin Laird, e due ex-capi
della CIA, John Deutch e Robert Gates.
La privatizzazione comporta per il governo tutta
una serie di vantaggi. Oltre a fornire un motivo
plausibile per negare la paternitŕ delle trame
estere, consente a Washington di apportare tagli
al personale militare, conservando allo stesso
tempo la capacitŕ di influenzare e dirigere
missioni di portata enorme. Societŕ che lavorano
in appalto possono addestrare un intero esercito
straniero. Il Programma Internazionale di
Addestramento ed Educazione Militare del
Pentagono (IMET) fornisce invece generalmente
istruzioni a non piů di qualche decina di
soldati. La maggiore tra le operazioni dell'IMET
in corso é quella in Honduras, dove 266 soldati
e ufficiali sono in corso di addestramento. "Le
societŕ private aumentano la nostra capacitŕ di
fornire addestramento all'estero", afferma il
Tenente Generale Larry Skibbie, che attualmente
lavora all'America Defense Preparedness
Association. "Continueremo a vedere un
intensificarsi di questo fenomeno, mentre
proseguiranno i tagli alle nostre forze in
uniforme".
Nel campo dell'addestramento militare é la
M.P.R.I. a fare la parte del leone. La societŕ,
che ha sede ad Alexandria, in Virginia, é stata
fondata nel 1987 da un generale dell'esercito in
pensione, Vernon Lewis. Un opuscolo riporta
orgogliosamente che la M.P.R.I. - la quale
mantiene un archivio computerizzato con i nomi
di 2000 membri delle forze armate in pensione -
offre la "migliore esperienza aziendale militare
del mondo e dispone di "unitŕ operative e/o
rappresentanti sul campo presso sedi militari in
tutti gli Stati Uniti e all'estero".
L'anno scorso il governo bosniaco ha dato
incarico alla M.P.R.I. - che ha avuto la meglio,
in un'offerta d'appalto, sulla SAIC e la B.D.M.
- di addestrare le sue forze armate. Il
programma, il cui costo é di 400 milioni di
dollari, viene pagato in gran parte dall'Arabia
Saudita, dal Kuwait, dal Brunei e dalla
Malaysia. L'obiettivo di questo programma di
addestramento, che é supportato da ampie
forniture di armamenti da parte degli Stati
Uniti all'esercito bosniaco, secondo quanto si
afferma é quello di fare da deterrente rispetto
all'esercito serbo, meglio armato. Ma essendo
l'esercito serbo in gravi difficoltŕ, molti
osservatori della regione sono sempre piů
preoccupati della possibilitŕ che un esercito
bosniaco riaddestrato e dotato di nuove armi
possa sentirsi incoraggiato ad attaccare le
forze serbe dopo che le forze multinazionali si
saranno ritirate, come si prevede che debbano
fare nel 1998.
La M.P.R.I. ha offerto consulenze anche ai
militari croati, una relazione che é cominciata
nell'aprile del 1995, in occasione di uno dei
periodi di combattimento piů intensi della
guerra balcanica. La M.P.R.I. ha inviato in
Croazia un team guidato da un certo numero di
ufficiali in pensione, tra cui il Gen. Vuono, il
Gen. Richard Griffits e il Gen. Crosbie Saint,
che dal 1988 al 1992 ha comandato l'Esercito USA
in Europa. Un portavoce del Dipartimento di
Stato, John Dinger, ha detto che la M.P.R.I. ha
aiutato i croati a evitare "eccessi o atrocitŕ
nelle operazioni militari". Il portavoce della
M.P.R.I., il capo della DIA in pensione Ed
Soyster, mi ha detto che la societŕ ha
semplicemente "offerto consulenza sul ruolo
dell'esercito in una societŕ democratica".
"I croati desiderano aderire alla NATO," ha
aggiunto, "e se si vuole essere ammessi a un
club bisogna avere lo stesso aspetto dei
membri".
Solo alcuni mesi dopo che la M.P.R.I. ha
cominciato le sue attivitŕ in Croazia,
l'esercito di questo paese - fino ad allora
raffazzonato e incapace - ha lanciato una serie
di sanguinose offensive contro le forze serbe.
Quella piů importante é stata l'Operazione
Tempesta di Tuoni, cioé l'aggressione contro la
regione della Krajina, durante la quale i
villaggi serbi sono stati saccheggiati e
bruciati, uccidendo centinaia di civili e
scacciando dalle loro case circa 170.000
persone.
Roger Charles, un tenente colonnello in pensione
e ricercatore militare della Marina americana,
che é stato premiato per la sua opera dalla
Investigative Reporters and Editors Association,
é convinto che la M.P.R.I. abbia svolto un
importante ruolo nella campagna di Krajina.
"Nessun paese puň passare dalle milizie composte
da canaglie raccolte per la strada alla messa in
atto di un'offensiva militare professionale,
senza avere ricevuto aiuto", afferma Charles,
che ha analizzato per lungo tempo le attivitŕ
della M.P.R.I. "I croati hanno fatto un buon
lavoro di coordinamento dei mezzi blindati,
dell'artiglieria e della fanteria. Non é
qualcosa che si impara mentre si riceve un
addestramento sui valori democratici".
Un ufficiale di collegamento croato ha
raccontato alla stampa locale che solo alcune
settimane prima dell'offensiva il Generale Vuono
ha tenuto un incontro segreto ad alto livello
nell'isola di Brioni, di fronte alla costa della
Croazia, con il Gen. Cervenko, l'architetto
della campagna di Krajina. Nei cinque giorni che
hanno preceduto l'attacco, si sono tenute almeno
dieci riunioni tra il Generale Vuono e gli
ufficiali che hanno partecipato alla campagna.
In un certo senso, il fatto che la M.P.R.I.
abbia diretto la campagna di Krajina o meno č
secondario. "Una volta che si é fornito
addestramento non c'é modo di controllare come
le abilitŕ che avete insegnato vengono usate",
dice Loren Thompson, uno specialista militare
presso l'Alexis de Tocqueville Institution,
un'organizzazione conservatrice. Dato il
curriculum della Croazia nel ventesimo secolo,
afferma - soprattutto la sua collaborazione con
i nazisti - "non siamo sicuri che sia
desiderabile che questo paese abbia un esercito
professionale".
La M.P.R.I. nega di avere aiutato i croati ad
armarsi, ma anche in questo caso si trovava in
una posizione per svolgere come minimo un ruolo
indiretto. Secondo un funzionario governativo in
pensione, che fa da intermediario per gli
accordi relativi agli acquisti di
apparecchiature militari, Zagabria ha comprato
armamenti da un commerciante di armi tedesco,
Ernst Werner Glatt, fino ad almeno l'anno
scorso. Negli anni '80, Glatt era il mercante
d'armi preferito dalla CIA, che lo ha scelto per
vendere armi ai contras in Nicaragua e ai
mujahedin in Afghanistan, tra gli altri. Glatt é
arrivato a fornire 200 milioni di dollari di
armi all'anno, denaro che gli č servito per
acquistare una tenuta in Virginia, che ha
chiamato Aquila Nera, un simbolo della Germania
nazista.
Durante lo stesso periodo Soyster, che ora
lavora presso la M.P.R.I., lavorava per la DIA,
che assegnava anch'essa l'appalto di affari a
Glatt. Quest'ultimo ha ricevuto somme enormi
dalla DIA nel corso degli anni '80 affinché si
procurasse armi sovietiche da spedire negli
Stati Uniti, da dove venivano inviate a
strutture militari che lavoravano per gli USA in
America Latina, Asia e Africa. Dopo che Soyster
si é ritirato, lui e Glatt sono diventati soci
d'affari in almeno un contratto per la vendita
di armi.
Il coinvolgimento nei balcani della M.P.R.I. é
un caso eloquente di "ricompensa per gli
ex-alunni". Il Tenente Gen. James Chambers ha
servito per trentasei anni nell'Aviazione, con
l'incarico per un certo tempo di direttore delle
operazioni estemporanee in Bosnia. Dopo il suo
pensionamento, é diventato vicepresidente della
M.P.R.I. Il Gen. John Sewall, che ora lavora per
la societŕ in Croazia, prima di andare in
pensione é stato consulente speciale del
Pentagono per la Federazione Musulmano-Croata,
creata nel 1994 su iniziativa degli Stati Uniti.
L'anno successivo, Sewall e un altro ufficiale
hanno effettuato numerosi viaggi in Bosnia e
Croazia. Gli osservatori europei ritengono che
la loro missione fosse quella di offrire
consulenze militari, un'attivitŕ allora bandita
da un embargo delle Nazioni Unite. "Se non sono
coinvolti in qualche programma di pianificazione
militare, cosa ci fanno ll?" si é lamentato
all'epoca un comandante francese, "dobbiamo
forse credere che Sewall e i suoi siano dei
turisti?". [...]
Izvor / fonte: http://www.nspm.rs/srbija-i-nato/vojno-ucesce-sad-u-napadu-na-republiku-srpsku-krajinu-1995-godine.html
traduzione a cura di CNJ-onlus
La
partecipazione militare degli
Stati Uniti all'attacco alla
Repubblica Serba di Krajina nel
1995
Veljko
Djuric Mishina - mercoledě 3 Agosto
2011
Č di grande interesse politico per gli
Stati Uniti, nei Balcani, il
territorio della Bosnia-Erzegovina. E
per controllarlo, era necessario
risolvere la questione della
Repubblica Serba di Krajina. Non c'era
scelta: la Krajina doveva scomparire.
A Washington e Zagabria furono
preparate in parallelo le operazioni
militari "Bljesak"-Lampo,
"Oluja"-Tempesta, "Mistral" e
"Golubica"-Colomba.
La "Bljesak" fu progettata e
realizzata per testare la reazione di
Belgrado e Pale in vista della
successiva operazione di pulizia
etnica "Oluja".
La "Mistral" fu prevista ma non
attuata. Sarebbe stata attuata se
Radovan Karadzic, il presidente della
Repubblica Srpska [cioč Serba di
Bosnia], non fosse riuscito ad
impedire l'iniziativa (autonoma) del
generale Ratko Mladic, capo
dell'esercito della Repubblica Srpska,
mirata ad indirizzare tutte le forze
in una strenua difesa. Tramite la
collaborazione dei vertici politici di
Pale e Belgrado, l'esercito della
Repubblica Srpska č stato espulso dal
gioco con una serie di azioni, di cui
la piů importante č stata la
sostituzione del generale Mladic dalla
mansione del Capo di Stato Maggiore in
base alla decisione del governo della
Repubblica Srpska durante la loro
sessione del 7 agosto 1995.
La "Golubica", conosciuta anche come
"Vukovarska golubica"-Colomba di
Vukovar, sarebbe stata attuata se il
regime di Belgrado non avesse potuto
mantenere l'accordo, se certe
strutture di comando nell'esercito
jugoslavo si fossero messe fuori
controllo in Baranja e Slavonia
orientale causando una reazione a
catena. Questa sarebbe stata punita
con la massima pena e l'immediato
richiamo anche in caso di una minima
autonoma iniziativa nel tratto di
territorio in oggetto, finalizzata
alla resistenza contro l'offensiva
croata.
*****
Il colonnello Richard Safranski,
ufficiale dell'Air Force degli Stati
Uniti, giŕ primo analista nel settore
dell'intelligence dell'Air Force e poi
docente presso le alte scuole militari
degli Stati Uniti, č diventato noto al
pubblico mondiale con un suo lavoro
scientifico pubblicato su "Military
review" nel novembre 1994. Questa
rivista ufficiale č seria e
professionale, č un mensile edito con
la massima cura, contenente gli
articoli e i progetti importanti degli
esperti militari e di scienziati di
Stati Uniti, Gran Bretagna e altri
membri della NATO. Ci sono due
versioni di questa rivista: la prima č
disponibile al pubblico, l'altra č
sotto forma di newsletter, progettata
per l'informazione interna. Lo studio
del colonnello Safranski, che č nelle
sue stesse parole "un minuscolo
schizzo di un progetto di seria
ricerca cui vari team di esperti
lavorano oramai da un decennio" e che
ha attirato grande attenzione da parte
degli esperti, č stato pubblicato
sotto il titolo: "Guerra
neocorticale".
L'articolo descrive la base su cui
poggia la moderna dottrina militare
degli Stati Uniti e la sostanza della
strategia offensiva del XXI secolo,
che, nelle parole del suddetto
colonnello, "dopo anni di
sperimentazione e verifica, ora č
matura per l'introduzione nella
pratica delle forze armate degli Stati
Uniti e della NATO." In seguito, giŕ
nel 1995, si era dimostrato che non si
trattava soltanto del parere di un
team scientifico o del loro direttore.
Il Consiglio di sicurezza nazionale ha
approvato e firmato in quell'anno
l'introduzione di un nuovo regolamento
sull'impiego delle Forze Armate USA,
sotto la denominazione FM 100-5.
Questo regolamento non č altro che una
guida per l'applicazione della teoria
del combattimento neocorticale, e non
č altro che un metodo compatibile con
il piano di attuazione della politica
estera degli Stati Uniti, motivo per
cui gli č stata conferita
l'approvazione per l'applicazione.
La guerra neocorticale comprende la
guerra psicologico-propagandistica, il
verificarsi di azioni indirette,
conflitti a bassa intensitŕ,
operazioni psicologiche.
La storia dell'umanitŕ č la storia
della guerra, dal fratricidio di Caino
in poi. Tutti i periodi di pace sono
periodi di volontŕ spezzate delle
parti sconfitte e periodi di
preparazioni per successivi conflitti
armati.
L'essenza del moderno concetto di
guerra č di trascurare il risultato
raggiunto e non permettere che si
verifichi una fase di tregua o di
distensione, affinché l'azione si
protragga fino al completo collasso,
al punto di arresa totale ed
irreversibile alla volontŕ
dell'avversario. Il colonnello Sam
Safranski afferma nel testo: "Dobbiamo
prevenire tutte le mosse o i tentativi
dell'avversario di riacquistare la
propria volontŕ, una volta che questa
č stata sottomessa. Ogni volta che,
nella storia, si č verificata questa
situazione, la volontŕ rinnovata ha
risposto con piů severitŕ rispetto
alla sudditanza precedente".
Che cosa hanno concretamente
realizzato gli Stati Uniti di tutto
questo? Hanno semplicemente seguito le
istruzioni sull'impiego dell'esercito
dalle disposizioni dette FM 100-5. Una
volta presa la decisione politica,
l'esercito la mette in opera secondo i
principi delle “operazioni FID”
previsti nelle ipotesi strategiche e
tattiche per i Balcani.
1. Operazione FID
Le "Operazioni FID" (Foreign Internal
Defense), cioč "difesa interna dei
paesi amici", sono state definite nel
1976 al Pentagono con il regolamento
FM 100-20, sulla base delle esperienze
maturate in Vietnam, e collaudate in
numerosi conflitti nel mondo. Le
Operazioni FID comprendono la gestione
delle operazioni "senza uno stato
formale di guerra" e una serie di
misure interconnesse e coordinate,
realizzate da parte del protettore
(governo USA) e dal governo estero,
appoggiato dagli USA nella difesa
contro gli atti distruttivi da parte
suoi nemici interni.
Tali operazioni si organizzano nel
momento in cui č necessario astenersi
da ogni aperto e diretto intervento
militare. Nella realizzazione dei
propri obiettivi nei confronti del
paese attorno quale si crea uno "scudo
di protezione," gli Stati Uniti
dapprima forniscono supporto
diplomatico e politico, al fine di
creare una fiducia pubblica
internazionale sulla fondatezza di
tale pratica, poi si passa agli
approvvigionamenti per i "clienti
residenti" fornendo loro armi e
istruttori di intelligence, in modo
che il paese si difenda "con le
proprie forze", e infine, se č proprio
necessario, si prosegue con il
successivo coinvolgimento di forze
armate statunitensi. Tutto mira ad
abilitare le forze armate degli
alleati e rafforzare la loro capacitŕ
di combattimento autonomo, affinché la
partecipazione dei soldati americani
sul terreno sia ridotta al minimo.
Una operazione FID si basa su di un
trattato segreto o altro tipo di
accordo segreto tra gli Stati Uniti ed
il paese protetto, in cui si impiega
il complessivo potenziale americano,
che consiste in diplomazia, economia,
intelligence e forze speciali per
l'attuazione delle azioni
psicologiche, di propaganda e di
sostegno. Onde preservare il piů
possibile la segretezza di operazioni
come quelle di formazione
"dell'esercito del paese protetto", si
utilizzano delle societŕ
apparentemente private.
2. Operazione FID in Croazia
Con il riconoscimento della Croazia da
parte degli USA e dell'UE entro i suoi
confini della Costituzione jugoslava
del 1974, si erano create le
condizioni per la conclusione di
accordi bilaterali tra la Croazia e
gli Stati Uniti e quindi per
l'avviamento della operazione FID. E
'importante notare che la statualitŕ
della Croazia era stata pienamente
riconosciuta, indipendentemente dal
fatto che non erano state affrontate
questioni chiave come quelle sulla
successione e sulla posizione del
popolo serbo in essa. Ciň significa
che i serbi furono trattati come
ribelli contro il "governo legalmente
eletto" e contro "uno Stato
riconosciuto a livello
internazionale," le loro unitŕ
militari furono trattate come
"paramilitari" e la Repubblica Serba
di Krajina come una "creazione
illegittima", anche se ciň era
contrario allo stato di fatto.
Pertanto tutte le azioni dell'esercito
croato contro i serbi sono state
interpretate come "lotta contro i
ribelli" in cui bisognava prestare
aiuto all'alleato che combatteva
contro i "ribelli".
Nell'operazione FID attuata dagli
Stati Uniti nel territorio della
Croazia, che si č conclusa con la
distruzione della Repubblica Serba di
Krajina, con la persecuzione della
popolazione serba dalla Croazia e
numerosi massacri contro di loro, uno
dei ruoli principali lo ha avuto la
societŕ MPRI.
3.1. Il ruolo della MPRI - societŕ di
consulenza militare
La societŕ privata statunitense di
consulenza militare per la fornitura
di servizi militari professionali MPRI
(Military Professional Resources
Incorporates - Societŕ per le Risorse
militari professionali) č stata
costituita nel 1987. La sua sede č ad
Alexandria in Virginia (USA) e raduna
principalmente generali in pensione,
ammiragli e ufficiali di ogni ordine e
grado dell'Esercito degli USA, per lo
piů provenienti dai servizi segreti
militari. Sul loro sito web, ma anche
nei dépliant forniti alle parti
interessate, si menziona che la MPRI
rappresenta un centro con la piů alta
concentrazione mondiale di esperti e
professionisti militari. Il numero di
dipendenti a tempo indeterminato č di
circa 2000. Tuttavia, nella fornitura
dei servizi militari, la MPRI noleggia
forze aggiuntive in base alle
esigenze.
Il compito della MPRI nell'ambito di
una operazione FID č di addestrare
l'esercito alleato, mentre
l'Amministrazione USA procura le
condizioni fondamentali per azioni di
guerra: armamenti, munizioni,
apparecchiature per il comando e la
comunicazione, supporto
psicologico-propagandistico, dati di
intelligence ecc. Qualora la parte
"sponsorizzata", nonostante l'aiuto
americano, non fosse capace di
eseguire il compito predisposto, allo
scopo della salvaguardia dei propri
tutelati gli USA ricorrono all'
intervento militare diretto. Prima
dell'intervento, essi cercano di
ottenere il permesso dell'ONU ed il
consenso e sostegno degli alleati
dalla NATO. La piattaforma di azione
congiunta tra MPRI e Amministrazione
USA, dapprima sul territorio della
Croazia e poi in Bosnia-Erzegovina, ha
avuto un effetto decisivo per il
successo degli eserciti croati e
musulmani contro gli eserciti della
Krajina e della Repubblica Srpska.
(Questa azione coordinata č continuata
in Macedonia e Kosovo-Metochia).
Sebbene l'Amministrazione degli Stati
Uniti abbia svolto tali operazioni in
modo segreto, cercando di preservare
ad ogni costo la loro segretezza, č
perň accaduto che loro funzionari, in
occasione di apparizioni pubbliche,
abbiano involontariamente rivelato il
vero significato e l'essenza delle
azioni della MPRI. Cosě il presidente
degli USA, William Bill Clinton,
raccomandandosi che la MPRI gestisse
il programma "Addestrare ed
equipaggiare" [Train and equip],
dichiarň pubblicamente che questi
avevano compiuto un grande lavoro per
i croati in Bosnia. (Il contratto tra
la MPRI e la Federazione
croato-musulmana, nell'ambito del
programma "Addestrare ed
equipaggiare", era stato firmato il 16
luglio 1996 da Alija Izetbegovic,
Kresimir Zubak e James Jump, un
rappresentante del governo degli Stati
Uniti per la cooperazione militare nei
Balcani. L'accordo č un'ulteriore
prova del fatto che l'Amministrazione
americana ha utilizzato questa societŕ
per le proprie attivitŕ sotto
copertura. Questi sono solo alcuni dei
fatti che comprovano come la MPRI sia
un elemento offensivo della politica
statunitense ed una "maschera" per le
operazioni segrete
dell'Amministrazione, perché si tratta
di una organizzazione privata, anziché
statale. Essa contribuisce a
realizzare gli interessi americani in
un determinato paese o regione.)
3.2. MPRI in Croazia
I governanti della Croazia e la MPRI
giŕ nel 1991 avevano firmato un
contratto per l'addestramento
dell'esercito croato. Il Ministro
della Difesa croato Gojko Susak
rinnovň il contratto il 15 novembre
1994, dopo di che in Croazia giunsero
circa 60 esperti della MPRI, con il
compito di addestrare le forze
speciali croate e le unitŕ della
Guardia.
In parallelo, il 29 novembre dello
stesso anno, fu firmato un accordo
militare tra i Ministeri della Difesa
di Croazia e Stati Uniti, che
conteneva una serie di clausole
segrete sulla formazione dell'esercito
croato e sulla partecipazione dei
generali americani alla pianificazione
operativa, all'armamento, all'
intelligence e al supporto logistico.
In tali contratti erano stati
precisati anche la installazione di
velivoli spia senza pilota
statunitensi sull'isola di Brac,
l'ascolto elettronico da parte della
centrale NATO nel territorio della
Croazia, l'utilizzo degli aeroporti e
porti sull'Adriatico, e altre
questioni. Entrambi i contratti
significavano l'impegno diretto degli
USA nel rafforzamento dell'esercito
croato e nella sua preparazione per lo
scontro decisivo con i serbi.
Nello Stato Maggiore dell'esercito
croato furono inclusi alcuni
autorevoli generali in pensione,
membri della MPRI: John Galvin, ex
comandante delle forze USA in Europa;
Carl Vuno, ex capo dello Stato
Maggiore dell'esercito terrestre USA
durante le operazioni a Panama;
Richard Griffith, ex-vice comandante
delle forze USA in Europa per le
questioni di intelligence; James
Lindsay, ex comandante delle Forze
Speciali USA ed esperto di conflitti a
bassa intensitŕ; Ed Sojster, ex capo
del Servizi Segreti Militari; S.
Crosby, ex capo dell'Accademia
militare di Fort Levenvorth; e ancora
molti altri ufficiali di rango
inferiore. L'operativitŕ in Croazia
tra la MPRI e il governo degli Stati
Uniti era coordinata dal generale John
Svol, consigliere militare del
segretario di Stato Warren
Christopher. Presso l'Ambasciata USA a
Zagabria, in base ai regolamenti, fu
istituito un "team statale" per
fornire assistenza di tutti i tipi al
"paese amico", con a capo
l'ambasciatore Peter Galbraith, il
quale in seguito, in un'intervista al
quotidiano "Vecernji list" di
Zagabria, ammetterŕ che gli Americani
sapevano della preparazione della
"Tempesta", ma negherŕ la loro
partecipazione diretta. Tutto questo
indica chiaramente l'azione coordinata
tra la MPRI e l'Amministrazione
americana: la MPRI forniva
l'addestramento e gli Stati Uniti
fornivano armi, equipaggiamenti,
sostegno diplomatico e di altro tipo.
Al centro delle attivitŕ della MPRI
era la formazione degli ufficiali
croati e dei comandi per le operazioni
tattiche, l'organizzazione delle
unitŕ, la pianificazione
dell'esecuzione di operazioni di
combattimento, l'uso
dell'intelligence, dei dati
satellitari ed elettronici, la
simulazione al computer e cosě via.
L'intero esercito croato non poteva
essere ristrutturato in cosě poco
tempo secondo il modello occidentale,
cosicché l'accento fu posto sulla
formazione del personale preposto, dei
comandi nelle basi militari, e la
strutturazione delle Guardie del Primo
Corpo d'elite in otto brigate
organizzate secondo gli standard NATO,
di cui facevano parte professionisti
ben remunerati. Difatti, queste
brigate di guardie costituiranno la
potenza offensiva primaria, la forza
d'urto nelle operazioni "Bljesak" e
"Oluja", ovvero nella distruzione
della Repubblica Serba di Krajina, nel
terrorismo e nella persecuzione della
popolazione serba. In quell'occasione
l'esercito croato si comportň secondo
una versione modificata della dottrina
americana del "combattimento
aria-terra" in cui, tra l'altro, fece
ampio uso dell'artiglieria (razzi) per
operazioni in profonditŕ, delle
attivitŕ di guerra psicologica e
propaganda, dell'intelligence e della
logistica a livello NATO. Č certo,
comunque, che l'assistenza della MPRI
non sarebbe stata sufficiente e
fondamentale per il successo
dell'esercito croato se non ci fosse
stata un'azione forte e coordinata e
il sostegno delle forze USA e NATO,
sotto il cappello delle Nazioni Unite
a favore della Croazia. Vale a dire
che nel Quartier Generale croato erano
ospitati un centro americano per il
comando, il controllo e il
coordinamento dell'esercito croato,
organismi per le attivitŕ psicologiche
e di propaganda nonché un Centro per
l'elaborazione dei dati riservati
sull'esercito serbo di Krajina,
raccolti dagli Stati Uniti attraverso
satelliti spaziali e altri mezzi
d'aria (velivoli senza pilota e aerei
spia).
4. La partecipazione degli Stati Uniti
alla distruzione della Repubblica
Serba di Krajina
Il fatto che gli Stati Uniti
passassero dati di intelligence
all'esercito croato č evidenziato nel
film documentario "La grande storia",
presentato il 16 novembre del 1995 sul
terzo canale della televisione
londinese e realizzato dal network
televisivo indipendente ITN. L'autore
del documentario, il giornalista
Dermot Mamahan, ha detto di avere
iniziato la sua ricerca su "uno dei
segreti meglio occultati della guerra
dei Balcani" partendo dall'isola di
Brac, dove in uno degli alberghi
semideserti soggiornavano "misteriosi"
americani che si muovevano solo in
compagnia di poliziotti militari
croati.
Abitanti locali, che vivono nella
vicinanza dell'aeroporto, hanno
confermato al giornalista britannico
di aver avvistato certi "strani aerei"
che si alzavano piů volte al giorno
dalla pista. Sulla base delle loro
descrizioni e della consultazione di
esperti, Mamahan ha concluso che si
trattava degli aerei spia americani
senza pilota, del tipo GNAT-750, le
cui parti sono arrivate smontate nelle
casse e che gli americani in seguito
assemblavano in uno degli hangar.
Questi velivoli sono dotati di
telecamere moderne e dispositivi di
registrazione del movimento delle
truppe, del dispiegamento delle armi,
e di raccolta di altri dati
importanti.
In quel film Mamahan ha inoltre usato
le dichiarazioni di David Fulgham di
"Aviation Week", che ha detto che
"l'intera operazione dell'isola di
Brac testimonia il coinvolgimento
della CIA", oltreché le testimonianze
di generali in pensione della
intelligence americana, quali Roger
Ciles, su come gli americani abbiano
condiviso con i croati i dati ottenuti
con voli spionistici. Questo č stato
confermato a Mamahan anche dal
generale croato Martin Spegelj.
In base a tutto ciň, Mamahan ha
concluso che le truppe croate
sicuramente hanno ampiamente usato
questi dati per la conquista della
Krajina, quando č stata perpetrata
"l'uccisione massiccia dei civili di
nazionalitŕ serba." Cosě "l'offensiva
si č trasformata in un massacro
condotto con il sostegno degli Stati
Uniti", ha concluso Mamahan,
aggiungendo che ufficiali delle
Nazioni Unite hanno confermato che
udirono i rumori di aerei americani
poco prima che l'attacco avesse
inizio.
I filmati degli aerei Nato che
decollavano da Aviano poco prima
dell'attacco alla Krajina, il cui
compito era di demolire tutti i centri
di trasmissione dell'esercito serbo di
Krajina per disorientarlo poiché tutti
i sistemi di comunicazione erano messi
fuori uso, sono stati presentati due
volte alla televisione croata. Cosě,
la testimonianza dell'ufficiale ONU
nel documentario di Mamahan ha
acquistato peso e fornisce una
ulteriore prova che la macchina della
NATO guidata dagli Stati Uniti era
direttamente impegnata a schiacciare
la Krajina e, quindi, nelle
persecuzioni e nei massacri ai danni
della popolazione serba.
Per di piů, del coinvolgimento diretto
degli Stati Uniti nella operazione
"Oluja" ha parlato anche Tim Marshall,
autore del libro "Game of Shadows" [Il
gioco delle ombre] pubblicato nel 2001
a Belgrado, che in modo diretto
racconta i retroscena della cosiddetta
rivoluzione del cinque ottobre [2001].
Una parte della conversazione tra
Marshall e Marko Lopusina, giornalista
del "Nedeljni Telegraf", č stata
pubblicata il 4 dicembre 2000. In
essa, tra le altre cose, Marshall dice
che la "Tempesta" fu una operazione
pianificata e finanziata dagli Stati
Uniti, con armi moderne utilizzate
dalla CIA, e nota che questo dato gli
č stato confermato da un colonnello
della CIA: nella documentazione di
questa agenzia, la "Tempesta" č
valutata come una azione americana di
grande successo.
Ciň che rimane come una questione
aperta č il livello di partecipazione
degli USA e della ditta MPRI alla
diretta pianificazione di queste
operazioni e se i pianificatori ed i
consiglieri americani, insieme ai loro
"allievi", abbiano pianificato il
massacro e la persecuzione della
popolazione serba, oppure se gli
"allievi" siano andati fuori
controllo, commettendo le atrocitŕ da
soli, cercando di risolvere la
questione serba in Croazia una volta
per tutte, secondo la ricetta di Ante
Pavelic.
5. I servizi segreti croati sulla
partecipazione americana
"Signori, fateci espellere i serbi
dalla Croazia, e noi non porremo
questioni sulle condizioni che
ponete", dichiarň Gojko Susak a Carl
Edward Vuono nel novembre 1994, in
occasione della firma degli accordi
con la MPRI.
Dal momento che gli Stati Uniti erano
piů interessati alla situazione in
Bosnia-Erzegovina che a quella in
Croazia, alla Croazia era richiesto di
permettere l'installazione di una base
militare per droni. La condizione
principale era che tutto rimanesse top
secret, per non far sembrare che gli
Stati Uniti si schieravano dalla parte
di uno degli avversari.
Gli Stati Uniti non soltanto
monitorarono l'intera operazione
"Tempesta", ma collaborarono anche
attivamente con l'esercito croato
nella sua preparazione e, alla fine,
la avviarono loro direttamente. La
luce verde dalla Casa Bianca, ovvero
del presidente Clinton, per
l'operazione "Oluja" fu trasmessa dal
colonnello Richard Herish, allora
addetto militare degli Stati Uniti a
Zagabria. Pochi giorni prima
dell'inizio della "Tempesta", egli si
recň in visita da Markica Rebic, che
con Miroslav Tudjman, allora primo
uomo del servizio di intelligence
croato, e Miro Medjimurac, allora capo
del SIS, teneva le comunicazioni piů
intense con i militari statunitensi e
i servizi segreti, cosě che nel 1996
ricevette da Peter Galbraith, allora
ambasciatore USA a Zagabria, una
medaglia per il servizio meritorio
reso. Herish trasmise a Rebic il
messaggio che gli Stati Uniti non si
opponevano all'inizio dell'operazione
"Tempesta", ma che questa doveva
essere "pulita e veloce" e completata
in cinque giorni. Rebic rimase
sorpreso che un tale importante
messaggio politico e militare fosse
trasmesso a tale livello, ed
immediatamente informň la leadership
dello Stato. Questo č degno di nota
perché nella "linea di comando"
Galbraith era stato completamente
tralasciato. Vale la pena di
sottolineare che il messaggio passň da
Clinton ad Anthony Lake, allora
consigliere per la sicurezza
nazionale, e William Perry, ministro
della Difesa, e tramite Rebic fino a
Susak e al presidente Franjo Tudjman.
Questo fu il momento topico della
cooperazione tra gli Stati Uniti e la
Croazia, che aveva cominciato a
svilupparsi nel 1992, all'inizio della
guerra serbo-musulmana. Clinton nel
1995 era vicino alla sua seconda
rielezione, Bob Dole era il candidato
presidenziale repubblicano che chiese
al Congresso di revocare l'embargo
sulle armi ai musulmani della
Bosnia-Erzegovina. Per Clinton questa
regione diventava fondamentale per gli
affari interni degli Stati Uniti ed
era il prezzo per il mantenimento del
suo potere. Nella loro strategia di
soluzione della crisi essi decisero di
utilizzare la Croazia per attaccare le
forze serbe in Bosnia-Erzegovina,
perciň Alija Izetbegovic e Franjo
Tudjman firmarono la dichiarazione di
Spalato - che permetteva l'ingresso in
Bosnia-Erzegovina dell'esercito croato
al comando del generale Ante Gotovina,
nonché la cooperazione con l'esercito
della Bosnia-Erzegovina. Al fine di
realizzare questa operazione,
l'esercito croato si portň sul monte
Dinara sopra alla cittŕ di Knin per
liberare la Krajina con l'operazione
"Tempesta", e poi subito trasferě le
proprie unitŕ in Bosnia-Erzegovina per
fare pressione contro i serbi e
forzare Slobodan Milosevic a firmare
l'accordo di pace a Dayton. Clinton
lottava con il tempo perché aveva
bisogno di una soluzione rapida alla
crisi al fine di fermare l'iniziativa
di Dole e dimostrarsi dinanzi ai
propri elettori come presidente
deciso, in grado di risolvere una
crisi cosě grande come quella nella ex
Jugoslavia, i cui orrori ogni giorno
venivano mostrati dalla CNN e dalle
altre principali stazioni tv
americane. Per non avere gli inglesi e
i francesi alle calcagna, Clinton
aggirň la diplomazia classica, in modo
che, in caso di fallimento, avrebbe
potuto affermare che non vi aveva
fatto ricorso. Tuttavia, poiché
l'azione intrapresa a suo nome da
Richard Holbrooke era andata a buon
fine, entrambi nei loro libri la
elogiarono come un grande successo. Di
fronte alla difficile situazione in
Croazia e Bosnia-Erzegovina prima
delle sue elezioni per il secondo
mandato, Clinton aveva deciso di
aiutare la Croazia contro la Krajina.
I primi contatti al massimo livello
dell'intelligence erano iniziati nel
1992, quando a capo della DIA (Defense
Intelligence Agency) era il generale
James Claper. In Croazia i suoi uomini
erano il tenente Richard Herish e il
suo assistente Ivan Sarac. Sarac aveva
il grado di sergente di quarto
livello, il piů alto che potesse avere
un sottufficiale. Nato in Croazia, a
17 anni emigrň negli Stati Uniti. Dopo
alcuni anni si arruolň nell'esercito
ed agli inizi del conflitto in
Jugoslavia fu inviato a Zagabria
perché conosceva la situazione e la
lingua. Il tenente colonnello Herish
era ingegnere edile, ma alla fine
divenne altamente qualificato tra i
militari americani e persona di
massima fiducia per Claper.
Rapidamente iniziň una sorta di
scambio tra i due servizi. La Croazia
forniva alla DIA le mine subacquee
russe da 500 chili ed i piů moderni
siluri russi, nonché dispositivi di
cripto-protezione usati nella JNA come
dall'esercito sovietico. I servizi
croati fornivano informazioni sulla
fabbrica di gas bellici in Serbia,
trasferita in Serbia da Bijelo Polje
presso Mostar. Gli Stati Uniti
rapidamente fornirono apparecchiature
per le intercettazioni telefoniche
dirette contro la Serbia e il
Montenegro, perché si potessero
registrare contemporaneamente fino a
20.000 conversazioni telefoniche.
Prima della "Tempesta" avrebbero
dovuto essere realizzate l'operazione
"Summer '94" e l'azione "Winter '95".
Nel pianificare operazioni di
dislocazione di truppe croate sopra
Knin, gli Stati Uniti prestavano
assistenza sugli aspetti di
intelligence dell'operazione. Per
essere in grado di pianificare con
precisione la penetrazione nelle
montagne dell'entroterra bosniaco
verso Knin, sono servite un sacco di
informazioni sui movimenti delle
truppe serbe, sulla composizione dei
collegamenti, cripto-protezione, punti
con postazioni di artiglieria e cosě
via. Fu selezionata l'isola di Brac
che si poteva difendere bene. Vi erano
tutte le attrezzature e il personale
diretto da esperti della CIA, con
velivoli a lunga gittata senza
equipaggio che coprivano l'intera
Bosnia-Erzegovina fino al corridoio
serbo sul fiume Sava. Nel loro raggio
di azione c'era tutto il territorio
della Krajina. A quel tempo nessuno
aveva idea di cosa accadeva e veniva
nascosto sull'isola di Brac. Neanche i
tedeschi, alleati degli Stati Uniti,
che il 1 gennaio 1994 inviarono il
loro addetto militare. La base fu
rimossa dopo un'incidente
inavvertitamente causato da questo
tedesco. Una nuova base fu creata in
un sito presso Zara, il paese di
Šepurine. Le attrezzature provenienti
dagli Stati Uniti venivano trasportate
di notte.
Da Šepurine, con veicoli aerei senza
equipaggio, veniva coperto ogni angolo
della Krajina e della
Bosnia-Erzegovina. Gli americani
avevano un tacito accordo con
l'esercito croato perché consegnassero
tutte le foto del terreno e delle
truppe serbe: in tempo reale le
immagini venivano trasferite
direttamente via satellite al
Pentagono. In sale con videoterminali
tutta la situazione era costantemente
monitorata da parte di tre ufficiali
americani e tre ufficiali croati.
Alla vigilia della operazione
"Bljesak", che doveva essere una prova
generale della "Oluja", ed esattamente
a mezzanotte, cioč sei ore prima
dell'operazione, al Ministero degli
Interni furono convocati Herish e
Sarac, per riferire loro che l'azione
pianificata sarebbe iniziata entro
poche ore. A mezzanotte, al Ministero
degli Interni su allestito il quartier
generale per la operazione "Bljesak",
che alle sei del mattino si trasferě
presso il MORR. Cosě come veniva man
mano spostata la sede, si spostava
anche l'addetto militare americano.
Egli ripetutamente esigeva rapporti
sugli eventi e li inviava a Clinton
alla Casa Bianca. Ogni mattina, il
presidente degli Stati Uniti era
informato sui preparativi e le
operazioni in ogni dettaglio. Gli
americani erano entusiasti per il modo
in cui era condotta la "Oluja",
capivano che questo era un ottimo
modello di collaborazione con i
croati, che poteva essere decisivo
nella battaglia contro i serbi in
Bosnia-Erzegovina. Il Pentagono
coordinava tutta l'azione tramite
Richard Herish, mentre l'azione della
CIA era coordinata da Mark Kelton,
capo della filiale della CIA a
Zagabria, che lavorava a stretto
contatto con Miroslav Tudjman, allora
capo della HIS [Servizi segreti
croati].
Gli americani, al momento della
preparazione della "Tempesta",
rifornivano l'esercito croato di dati
sul movimento dei serbi in Krajina e
sui movimenti dell'esercito jugoslavo
sul confine orientale con la Croazia.
Avevano paura che Milosevic avrebbe
realizzato un contrattacco con due
brigate corazzate nella Slavonia
orientale, se lo scenario a sud si
fosse rivolto contro Knin. Con un
monitoraggio intensivo delle
comunicazioni Belgrado-Knin e nella
stessa Serbia, si concluse che il
contrattacco non avrebbe avuto luogo.
C'era il pericolo che i serbi dalla
stessa Knin scatenassero un attacco
nel momento in cui Gotovina arrivava
con le sue unitŕ sul monte Dinara
sopra la cittŕ. Nel caso in cui i
velivoli senza pilota ed il
monitoraggio avessero svelato manovre
offensive da parte delle truppe, la
"Oluja" sarebbe cominciata dieci
giorni prima.
Nella notte tra il 3 e il 4 agosto
1995 alle unitŕ croate fu impartito
l'ordine di spegnere tutti i
dispositivi di telecomunicazione tra
la mezzanotte e le quattro del
mattino. Si č saputo in seguito che
gli americani avevano utilizzato
questo lasso di tempo per intercettare
elettronicamente e distruggere i
dispositivi di telecomunicazioni
serbi. All'esercito croato rimase una
sola ora, tra le 4 e le 5 del mattino,
per il collegamento radio e il
coordinamento dell'operazione. Alla
vigilia della "Tempesta", nel quartier
generale dell'operazione fu nuovamente
accolto l'addetto militare americano.
Ad accompagnarlo era nuovamente Ivan
Sarac. Un giorno o due prima della
“Tempesta", Herish - che aveva
preparato l'operazione assieme agli
ufficiali croati, trasmettendo il
“via” da parte di Bill Clinton - fu
sostituito dal colonnello John Sadler.
A mezzanotte giunsero presso la sede
operativa del MORR e da lě seguirono
le vicende sul terreno. L'intera
operazione "Tempesta" fu trasmessa in
tempo reale via satellite al
Pentagono. Il segnale che dagli
americani andava al satellite era
ricevuto anche dall'esercito croato, e
con l'utilizzo di queste immagini era
possibile controllare in modo
millimetrico il fuoco dei cannoni
contro le posizioni serbe sulla
"Crvena zemlja" nei pressi di Knin,
dove era situata la caserma
dell'esercito della Repubblica Serba
di Krajina. Assieme alla distruzione
delle comunicazioni elettroniche
serbe, le forze armate USA hanno agito
direttamente anche contro le
postazioni serbe, con il bombardamento
missilistico contro la batteria
antiaerea nei pressi di Knin, che
copriva con i radar gli aerei da
combattimento americani che
sorvolavano la zona di battaglia.
Questa notizia fu diramata solo una
volta, nei notiziari delle 18; dopo di
che giunse il severo rimprovero degli
Stati Uniti per la diffusione della
notizia, dopodiché questa non fu mai
piů ripetuta. Nessuno credette alla
spiegazione ufficiale americana per
l'attacco missilistico, e a tutt'oggi
regna la convinzione che questo fosse
un modo di fornire assistenza diretta
da parte degli Stati Uniti
all'esercito croato - ma questo non si
puň ammettere neanche dopo quindici
anni dalla “Oluja” per via delle
relazioni tra gli Stati Uniti e la
Gran Bretagna, la quale aveva un
concetto completamente diverso per la
soluzione dei problemi nei Balcani.
La "Oluja" si chiuse e la offensiva
croata proseguě contro l'esercito
della Repubblica Srpska.
Gli Stati Uniti rimasero impressionati
di come le azioni erano veloci e
pulite, e dei loro risultati, che
consentirono un ingresso molto veloce
dell'esercito croato in
Bosnia-Erzegovina e la penetrazione
fino a Banja Luka, e, infine, il
consenso di Belgrado per gli accordi
di pace a Dayton.
|
Vojno
učešće SAD u napadu na Republiku
Srpsku Krajinu 1995. godine
Veljko
Đurić Mišina - sreda, 03. avgust
2011.
Važan američki politički interes na
Balkanu je teritorija Bosne i
Hercegovine. A da bi to postigli,
morali se rešiti pitanje Republike
Srpske Krajine. Izbora nije bilo:
Krajina je morala nestati.
U Vašingtonu i Zagrebu paralelno su
pripremane vojne operacije „Bljesak“,
„Oluja“, „Maestral“ i „Golubica“.
„Bljesak“ je zamišljen i sproveden kao
provera reakcije Beograda i Pala na
akciju etničkog čišćenja u potonjoj
operaciji „Oluja“.
„Maestral“ je planiran ali nije
sproveden. Bio bi sproveden da Radovan
Karadžić, predsednik Republike Srpske,
nije uspeo da spreči inicijativu
(samovolju) generala Ratka Mladića,
načelnika Generalštaba Vojske
Republike Srpske da se sve snage
usmere i uključe u odsudnu odbranu.
Saradnjom političkih vrhova sa Pala i
Beograda Vojska Republike Srpske je
izbačena iz igre nizom akcija od kojih
je najvažnija bila smena generala
Mladića sa mesta načelnika
Generalštaba odlukom vlade Republike
Srpske na sednici 7. avgusta 1995.
godine.
„Golubica“, poznata i kao „Vukovarska
golubica“, bi bila sprovedena u
slučaju da režim u Beogradu nije mogao
održati dogovor, ukoliko bi se
određene strukture u sistemu
komandovanja Vojskom Jugoslavije
otrgle kontroli na potezu Baranje i
Istočne Slavonije i time izazovu
lančanu reakciju. To bi bilo osujećeno
najstrožim i momentalnim kažnjavanjem
i pozivanjem na odgovornost za
pokazivanje i najmanje samoinicijative
na terenu, usmerane u pravcu pružanja
organizovanog otpora hrvatskoj
ofanzivi.
*****
Pukovnik Ričard Šafranski, oficir
Ratnog vazduhoplovstva armije
Sjedinjenih Američkih Država,
svojevremeno prvi analitičar u
obaveštajnom sektoru Ratnog
vazduhoplovstva, potom profesor na
visokim vojnim školama u SAD, postao
je poznat svetskoj javnosti jednim
naučnim radom objavljenim u „Military
riewiw“ novembra 1994. Taj zvanični
časopis je ozbiljan, stručan i
luksuzni mesečnik u kome se objavljuju
radovi i projekti vodećih vojnih
eksperata i naučnika SAD, Velike
Britanije i drugih članica NATO.
Postoje dve verzije ovog časopisa:
prva je dostupna široj čitalačkoj
publici i druga, u vidu biltena,
namenjena za interno informisanje. Rad
pukovnika Šafranskog, koji je po
njegovim rečima „mršava skica
ozbiljnog naučnog projekta na kome
rade timovi stručnjaka već punu
deceniju“ a koji je izazvao veliku
pozornost stručne javnosti, objavljen
je pod naslovom „Neokortikalni rat“.
U tom tekstu je prikazana osnova na
kojoj počiva savremena vojna doktrina
SAD i suština ofanzivne strategije XXI
veka, koja je po rečima tog pukovnika
„posle niza godina provera i
eksperimenata zrela za uvođenje u
praksu kako oružanih snaga Sjedinjenih
Država tako i armije NATO“. Ubrzo
potom, već 1995. pokazalo se kako to
nije bilo samo mišljenje jednog
naučnog tima ili njegovog rukovodioca.
Savet za nacionalnu bezbednost je te
godine odobrio i potpisao uvođenje
novog pravila o upotrebi oružanih
snaga SAD pod oznakom FM 100-5. To
pravilo nije ništa drugo nego uputstvo
za borbenu primenu teorije
neokortikalnog ratovanja, i nije ništa
drugo nego metoda kompatibilna sa
planom sprovođenja spoljne politike
SAD, zbog čega joj je i data
saglasnost za upotrebu.
Neokortikalni ili neokortički rat
obuhvata psihološko-propagandni rat,
akcije posrednog nastupanja, sukobe
niskog intenziteta, psihološke
operacije.
Istorija čovečanstva je istorija rata,
od bratoubistva Kainovog. Svi periodi
mira su periodi slomljene volje
poraženih strana i periodi priprema za
budući oružani sukob.
Suština savremenog poimanja rata je da
se jednom postignuti rezultat
neispušta i ne dozvoli faza primirja i
predaha sve do potpunog sloma, do
tačke potpunog predavanja
bezpogovornog i nepovratnog
prepuštanja volji protivnika. Sam
pukovnik Šafranski u tekstu kaže:
„Mora se onemogućiti svaka pozicija
ili pokušaj protivničke strane da
jednom potčinjenu volju povrati. Kad
god se u istoriji događala takva
situacija, obnovljena volja je
odgovarala sa mnogo više žestine nego
pre potčinjavanja.“
Šta su to konkretno SAD uradile na
terenu? Jednostavno su sledile
uputstvo svojih odredbi iz pravila
upotrebe Armije, koje se zove FM
100-5. Kad je politička odluka doneta,
Armija je sprovodi u delo po načelima
operacija FID, koje su predviđene u
strategijskim i taktičkim
pretpostavkama za Balkan.
1. Operacija FID
„Operacija FID“ (Foreign Internal
Defence), odnosno „unutrašnja odbrana
prijateljske zemlje“ definisana je u
Pentagonu 1976. godine, u pravilu FM
100-20, na osnovu iskustava iz
Vijetnama i proveravana u brojnim
sukobima širom sveta. FID operacija
podrazumeva vođenje dejstva „bez
formalnog ratnog stanja“ i obuhvata
čitav niz međusobno povezanih i
usklađnih mera i aktivnosti, kako od
strane zaštitnika (Vlade SAD) tako i
od strane vlade koju SAD podržava u
odbrani od destruktivnog delovanja
njenog unutrašnjeg neprijatelja.
Takve operacije se organizuju u
uslovima kada je nužno uzdržavanje od
otvorene i direktne vojne
intervencije. U realizaciji svojih
ciljeva, prema zemlji koju stavljaju
pod svoj „zaštitnički skut“, SAD
najpre pružaju diplomatsku i političku
podršku, kako bi se u svetskoj
javnosti stvorilo uverenje u
opravdanost takvih postupaka, zatim
krenu u snabdevanje „štićenika“
oružjem i pružanje obaveštajne i
instruktorske pomoći, kako bi se on
odbranio „sopstvenim“ snagama, da bi
na kraju, baš ako je to izuzetno i
neophodno, usledilo i angažovanje
oružanih američkih vojnih snaga.
Sve se svodi sa ciljem da se oružane
formacije saveznika osposobe i ojačaju
za samostalnu borbu, kako bi se učešće
američkih vojnika na terenu svelo na
najmanju meru.
Operacija FID zasniva se na tajnom
međudržavnom ugovoru ili drugoj vrsti
tajnog sporazuma između SAD i sticene
strane, u cemu se angažuje celokupan
američki potncijal, pocev od
diplomatije, ekonomije, obaveštajnih
službi i specijalnih snaga za
realizaciju psiholosko-propagandnih
aktivnosti i drugih vidova podrške.
Pri tom se da bi se sačuvala tajnost
operacije što je više moguće
aktivnosti, kakva je, na primer,
instruktaža „vojske štićenika“,
obavljaju se preko, navodno, privatnih
firmi.
2. Operacija FID u Hrvatskoj
Priznavanjem Hrvatske od strane SAD i
EU u njenim granicama po
jugoslovenskom Ustavu iz 1974. godine
stvoreni su uslovi za sklapanje
međudržavnih ugovora između Hrvatske i
SAD a time i za otpočinjanje
realizacije operacije FID. Važno je
napomenuti da je državnost Hrvatske
priznata bez obzira na činjenicu što
nisu bila rešena ključna pitanja, kao
što je pitanje sukcesije i položaj
srpskog naroda u njoj. To znači da su
Srbi tretirani kao pobunjenici protiv
„legalno izabrane vlade“ i
„međunarodno priznate države“, njihove
vojne jedinice kao „paravojne
formacije“, a Republika Srpska Krajina
kao „nelegitimna tvorevina“, iako je
to bilo u suprotnosti sa stvarnim
stanjem. Zbog toga su sve aktivnosti
hrvatske vojske protiv Srba bile
tumačene kao „borba protiv
pobunjenika“, u kojoj saveznicima koji
se bore protiv „pobunjenika“ treba
pružiti pomoć.
U operaciji FID koju su SAD
realizovale na prostoru Hrvatske, a
koja se završila slamanjem Republike
Srpske Krajine, progonom srpskog
stanovništva iz Hrvatske i brojnim
masakrima nad njim, jednu od glavnih
uloga imala je firma MPRI.
3.1. Uloga firme za vojni konsalting
MPRI
Američka privatna firma za vojni
konsalting i pružanje profesionalnih
vojnih usluga MPRI (Military
Profesional Resources Incorporates –
Vojni profesionalni resurs) formirana
je 1987. godine. Njeno sedište je u
Aleksandriji, Virdžinija (SAD) i
okuplja prvenstveno penzionisane
generale, admirale i oficire svih
rangova iz američke armije, pretežno
iz vojno obaveštajne službe. Na
njihovom internet sajtu, ali i u
prospektima koje dostavljaju
zainteresovanim, navodi se da je MPRI
centar sa najvećom koncentracijom
vojnih eksperata i veštaka u svetu.
Broj stalno zaposlenih je oko 2.000.
Međutim, u misijama pružanja vojnih
usluga MPRI po potrebi angažuje i
dodatne snage.
Zadatak MPRI u okviru operacija FID je
da obuči savezničku vojsku a
administracije SAD da toj vojsci
obezbedi najvažnije uslove za efikasno
ratovanje: naoružanje, municiju,
opremu za komandovanje i vezu,
psihološko-propagandnu podršku,
obaveštajne podatke i tako dalje.
Ukoliko „sponzorisana“ strana, uprkos
američkoj pomoći, nije u mogućnosti da
izvrši postavljeni zadatak, SAD
pribegavaju radi spasavanja svojih
štićenika i neposrednom vojnom
angažovanju, odnosno oružanoj
intervenciji. Pri tome nastoje da
prethodno obezbede dozvolu UN i
saglasnost i podršku saveznika iz
NATO. Koordninarano nastupanje MPRI i
administracije SAD, najpre na prostoru
Hrvatske, a zatim i u Bosni i
Hercegovini, presudno je uticalo na
uspeh operacija hrvatske i muslimanske
vojske protiv Srpske Vojske Krajine i
Vojske Republike Srpske. (Ovo
koordinirano delovanje nastavljeno je
kasnije i u Makedoniji i na Kosovu i
Metohiji)
Iako administracija SAD ovakve akcije
sprovodi tajno i nastoji da pošto-poto
očuva njihovu tajnost, ipak se dešava
da njihovi zvaničnici u svojm javnim
istupanjima nehotice otkriju pravi
smisao i suštinu delovanja MPRI. Tako
je predsednik SAD Vilijam Bil Klinton
dajući preporuku da MPRI vodi program
„Opremi i obuči“ javno izjavio da su
odlično uradili posao za Hrvate i u
Bosni. (Ugovor između firme MPRI i
Muslimansko-hrvatske federacije, u
okviru programa „Opremi i obuči“
potpisali su 16. jula 1996. Alija
Izetbegović, Krešimir Zubak i DŽejms
Predju, predstavnik vlade SAD za vojnu
saradnju na Balkanu. Ugovor
predstavlja još jedan dokaz da
administracija SAD koristi ovu firmu
kao masku za svoje prikriveno
delovanje. Ovo su samo neke od
činjenica koje argumentuju da MPRI
predstavlja ofanzivni element politike
SAD i „masku“ za prikriveno delovanje
zvanične administracije, jer se radi o
privatnoj a ne državnoj organizaciji.
Njenim posredstvom ostvaruju se
američki interesi u određenoj zemlji
ili regionu.)
3.2. MPRI u Hrvatskoj
Rukovodstvo Hrvatske i MPRI su još
1991. godine potpisali ugovor o
obučavanju hrvatske vojske. Ministar
odbrane Hrvatske Gojko Šušak je
obnovio taj ugovor 15. novembra 1994,
posle čega je u Hrvatsku došlo oko 60
eksperata MPRI, koji su preuzeli obuku
hrvatskih specijalnih snaga i
gardijskih jedinica.
Paralelno s tim, 29. novembra iste
godine, potpisan je i vojni sporazum
između ministarstava odbrane Hrvatske
i SAD, koji je sadržavao veći broj
tajnih klauzula o obuci hrvatske
vojske, učešću američkih generala u
operativnom planiranju, naoružavanju,
obaveštajnoj i logističkoj podršci.
Tim ugovorom je bilo precizirano i
postavljenje američkih špijunskih
bespilotnih letilica na Braču,
elektronskog prislušnog centra NATO na
teritoriji Hrvatske, korišćenje
aerodruma i luka na Jadranu i druga
pitanja. Oba ugovora označila su
direktno angažovanje SAD u jačanju
hrvatske vojske i u njenom pripremi za
odlučujući obračun sa Srbima.
U Generalštabu Hrvatske vojske bili su
angažovani renomirani penzionisani
generali pripadnici MPRI: DŽon Galvin,
bivši komandant američkih snaga u
Evropi, Karl Vuno, bivši načelnik
Generalštaba kopnene vojske SAD u
vreme operacija u Panami, Ričard
Grifit, bivši pomoćnik komandanta
američkih snaga u Evropi za
obeveštajna pitanja, DŽejms Lindzi,
bivši komandant specijalnih snaga SAD
i ekspert za sukobe niskog
intenziteta, Ed Sojster, bivši
načelnik Vojnoobaveštajne službe, Sent
Krozbi, bivši načelnik Vojne akademije
u Fort Levenvortu, kao i niz drugih
nižih oficira i podoficira. Aktivnosti
u Hrvatskoj između MPRI i vlade SAD
koordinirao je general DŽon Svol,
vojni savetnik državnog sekretara
Vorena Kristofera. Pri ambasadi SAD u
Zagrebu, prema pravilima, formiran je
„državni tim“ za pružanje svih vrsta
pomoći „prijateljskoj zemlji“ sa
ambasadorom Piterom Galbrajtom na
čelu, koji je kasnije, u intervju za
zagrebački „Večernji list“, priznao da
su Amerikacni znali za pripremu
„Oluje“ ali je demantovao da su u njoj
neposredno učestovali. Sve ovo sasvim
jasno ukazuje na koordinirano
delovanje MPRI i administracije SAD:
MPRI – obuka a SAD – naoružanje,
oprema, diplomatska i druga podrška.
Težište aktivnosti MPRI bilo je obuka
hrvatskih oficira i komandi u
taktičkim radnjama, organizaciji
jedinica, planiranju izvođenja
borbenih operacija, korišćenje
obaveštajnih, satelitskih i
elektronskih podataka, kompjuterskoj
simulaciji i tako dalje. Za tako
kratko vreme celokupna hrvatska vojska
nije mogla da bude prestruktuirana po
zapadnom modelu pa je težište
stavljeno na obučavanje višeg
starešinskog kadra, komandi i štabova
i osposobljavanje Prvog gardijskog
korpusa sa osam elitnih brigada,
organizovanih po NATO standardima i
popunjenih dobro plaćenim
profesionalcima. Upravo će ove
gardijske brigade predstavljati glavnu
ofanzivnu snagu i udarne pesnice u
operacijama „Bljesak“ i „Oluja“,
odnosnu slamanju Republike Srpske
Krajine, teroru i progonu srpskog
stanovništva. Tom prilikom, hrvatska
vojska je demonstrirala modifikovanu
američku doktrinu „vazdušno-kopnene
bitke“ u kojoj su, pored ostalog,
ispoljena i jaka artiljerijsko-raketna
dejstva po dubini, snažne
psihološko-propagandne aktivnosti,
obaveštajno i logističko obezbeđenje
na nivou NATO. Sigurno je, međutim, da
pomoć MPRI ne bi bila dovoljna i
odlučujuća za uspeh hrvatske vojske da
nije bilo snažnog i koordiniranog
delovanja i podrške SAD i NATO snaga,
pod pokroviteljstvom UN u korist
Hrvatske. Naime, u okviru hrvatskog
Generalštaba su postojali Američki
centar za komandovanje, upravljanje i
koordinaciju hrvatske vojske, organi
za psihološko-propagandno delovanje i
Centar za obradu obaveštajnih podataka
o srpskoj vojsci Krajine, prikupljenih
američkim satelitima iz vasione i
drugim sredstvima iz vazduha
(bespilotne letelice i špijunski
avioni).
4. Učešće SAD u slamanju Republike
Srpske Krajine
O tome da su SAD dostavljale
obaveštajne podatke hrvatskoj armiji
svedoči i dokumentarni film „Velika
storija“, koji je 16. novembra 1995.
emitovao Treći kanal londonske
televizije i koji pripada nezavisnoj
televizijskoj mreži ITN. Autor
dokumentarca, novinar Dermot Mamahan,
svoje istraživanje o, kako je rekao,
„jednoj od najčuvanijih tajni
balkanskog rata“ započeo je na ostrvu
Braču, gde su u jednom od ispražnjenih
hotela boravili „misteriozni“
Amerikanci, koji su se kretali
isključivo u pratnji hrvatskih vojnih
policajaca.
Meštani koji žive u blizni aerodruma
potvrdili su britanskom novinaru da su
videli „čudne avione“ koji su se sa
aerodromske piste uzdizali po nekoliko
puta dnevno. Na osnovu njihovih opisa
i konsultacijama sa stručnjacima,
Mamahan je zaključio da se radilo o
američkim špijunskim letilicama bez
pilota tipa GNAT-750, čiji su delovi
su stizali u sanducima, a Amerikanci
su ih posle sastavljali u jednom od
hangara. Letelice su opremljene
moderim kamerama i uređajima za
snimanje pokreta trupa, raspored
naoružanja i prikupljanje drugih
važnih podataka.
Mamahan je tom prilikom citirao i
Dejvida Fulgama iz časopisa „Aviation
week“, koji je rekao da „čitava bračka
operacija svedoči o angažovanju CIA“ a
navedena je i izjava penzionisanog
generala američke obaveštajne službe
Rodžera Cajlsa, da Amerikanci dele sa
Hrvatima podatke dobijene špijunskim
letovima. To je Mamahanu potvrdio i
hrvatski general Martin Špegelj.
Na osnovu toga, Mamaham je zaključio
da su hrvatske trupe, izvesno, te
podatke široko koristile u osvajanju
Krajine, kada je usledilo „masovno
ubijanje civila srpske narodnosti“.
Tako je „ofanziva koja se izvrgla u
masakr sprovedena uz američku
podršku“, zaključio je Mamahan i dodao
da su kako su oficiri UN potvrdili da
su čuli zvuke američkih aviona
neposredno pre nego što je napad
počeo.
Snimci NATO aviona koji poleću iz
Avijana neposredno pred napad na
Krajinu, a čiji je zadatak bio da
sruše sve releje Srpske vojske
Krajine, čime su je dezorijentisali
jer komunikacioni sistemi više nisu
mogli da funkcionišu, prikazani su
svojevremeno na Hrvatskoj televiziji
dva puta. Time svedočenje oficira UN
iz Mamahovog dokumentarnog filma
dobija na težini i daje još jedan od
dokaza da se NATO mašinerija
predvođena SAD naposredno angažovala u
slamanju Krajine a time u progonu i
masakrima srpskog stanovništva.
Osim toga o neposrednom angažovanju
SAD u operaciji „Oluja“ govori i Tim
Maršal, autor knjige „Igra senki“,
koja je 2001. objavljena u Beogradu i
koja na direktan način govori o
pozadini takozvanih petooktobarske
revolucije. Deo razgovora Maršala i
Marka Lopušine, novinara „Nedeljnog
telegrafa“ je objavljen 4. decembra
2000. U njemu, između ostalog, Maršal
govori da je operacija „Oluja“
planirana i finansirana iz SAD, uz
upotrebu modernog oružja koje koristi
CIA, ističući da mu je to potvrdio
jedan pukovnik CIA: „Oluja“ je u
dokumentaciji ove agencije ocenjana
kao vrlo uspešna – američka akcija.
Ono što ostaje kao otvoreno pitanje
jeste koliko je učešće SAD i firme
MPRI u neposrednom planiranju ovih
operacija i da li su američki planeri
i savetodavci zajedno sa svojim
„učenicima“ planirali masakr i progon
srpskog stanovništva ili su se
„učenici“ otrgli kontroli i zlodela
počinili na svoju ruku, nastojeći da,
po receptu Ante Pavelića, reše srpsko
pitanje u Hrvatskoj jednom za svagda.
5. Hrvatske obaveštajne službe o
američkom učešću
„Gospodo, istjerajte nam Srbe iz
Hrvatske, mi nemamo pitanja oko vaših
uslova“ rekao je Gojko Šušak Karlu
Edvardu Vuonou novembra 1994. prilikom
potpisivanja ugovora sa MPRI.
Budući da je SAD više zanimala
situacija u Bosni i Hercegovini nego u
Hrvatskoj, od Hrvatske se tražilo da
omogući instaliranje vojne baze s
bespilotnim letilicama. Osnovni uslov
je bio da to bude najstroža tajna, da
ne bi izgledalo da se SAD svrstava na
jednu stranu.
SAD nisu samo nadzirale kompletnu
akciju „Oluja“, nego su i aktivno
sarađivale s Hrvatskom vojskom na
njenoj pripremi, i na kraju i direktno
inicirale. Zeleno svetlo Bele kuće,
odnosno predsednika Klintona za akciju
„Oluja“ preneo je potpukovnik Ričard
Heriš, tadašnji vojni ataše SAD u
Zagrebu. Nekoliko dana pre početka
„Oluje“ on je posetio Markicu Rebića,
koji je uz Miroslava Tuđmana, tada
prvog čoveka Hrvatske informativne
službe, i Miru Međimurca, tada šefa
SIS-a, najintenzivnije komunicirao s
američkim vojnim i obaveštajnim
službama, zbog čega je 1996. i dobio
od Pitera Galbrajta, tadašnjeg
ambasadora SAD u Zagrebu, Meritorius
service medal. Heriš je Rebiću predao
poruku da SAD nema ništa protiv toga
da operacija „Oluja“ počne, da mora
biti „čista i brza“, odnosno da je
treba završiti u pet dana. Rebić je
bio iznenađen što je tako važna
politička i vojna poruka prenešena na
takvom nivou, i odmah pisanom porukom
izvestio državni vrh. Ovo je vredno
pažnje jer je u liniji „zapovedanja“ u
potpunosti bio izbačen Galbrajt. Vredi
istaći da je poruka prenesena od
Klintona, Entonija Lejka, tada
savetnika za nacionalnu sigurnost, i
Vilijama Perija, ministra odbrane,
preko Rebića do Šuška i predsednika
Franje Tuđmana.
To je bio vrhunac međusobne saradnje
SAD i Hrvatske, koja se počela
razvijati 1992, na početku
srpsko-muslimanskog rata. Klinton je
1995. bio pred drugim izborima, a Bob
Dol republikanski predsednički
kandidat koji je tražio da Kongres
donese odluku o ukidanju embarga na
oružje za muslimane u Bosni i
Hercegovini. Klintonu je regija
postala bitna zbog unutrašnjih stvari
u SAD i cena njegova opstanka na
vlasti. U strategiji rešavanja krize
odlučili su iskoristiti Hrvatsku da se
preko nje udari po srpskim snagama u
Bosni i Hercegovini, stoga je i
potpisana Splitska deklaracija Alije
Izetbegovića i Franje Tuđmana, koja je
dopuštala ulazak Hrvatske vojske pod
komandom generala Ante Gotovine u
Bosnu i Hercegovinu i saradnju s
Armijom Bosne i Hercegovine. Da bi se
mogla ostvariti ta operacija, hrvatska
vojska je morala doći na Dinaru iznad
Knina i operacijom „Oluja“ osloboditi
Krajinu, pa su odmah prebacili svoje
jedinice u Bosnu i Hercegovinu, kako
bi se stisnulo Srbe i prisililo
Slobodana Miloševića na potpisivanje
mirovnog sporazuma u Dejtonu. To je
bila Klintonova borba s vremenom, jer
mu je trebalo brzo rešenje krize kako
bi zaustavio Dolovu inicijativu i pred
svojim biračima pokazao se kao odlučan
predsednik koji može rešiti i tako
velike krize kao što je bila ona na
tlu bivše Jugoslavije, a čije su
strahote svaki dan bile prikazivane na
CNN-u i drugim velikim američkim TV
stanicama. Da ne bi imao na leđima
Engleze i Francuze, Klinton je
zaobišao klasičnu diplomatiju, kako bi
u slučaju neuspeha mogao tvrditi da u
tome nije sudelovao. No, budući da se
akcija, koju je u njegovo ime vodio
Ričard Holbruk, dobro završila,
obojica su je u svojim knjigama
istakli kao vrlo uspešnu. Suočen s
teškim stanjem u Hrvatskoj i Bosni i
Hercegovini pred izbore za drugi
mandat, Klinton je odlučio pomoći
Hrvatsku protiv Krajine.
Prvi kontakti na najvišem obaveštajnom
nivou počeli su 1992, kada je na čelu
DIA (Defence Intelligence Agency –
Vojna obaveštajna agencija) bio
general DŽejms Klaper. U Hrvatskoj su
njegovi ljudi bili potpukovnik Ričard
Heriš i njegov pomoćnik Ivan Šarac.
Šarac je imao čin narednika četvrtoga
reda, najviši koji je kao dočasnik
mogao imati. Rođen u Hrvatskoj, sa 17
godina emigrirao u SAD. Nakon nekoliko
godina prijavio se u vojsku pa je na
početku sukoba u Jugoslaviji poslan u
Zagreb, jer je poznavao prilike i znao
jezik. Potpukovnik Heriš je bio
inžinjer građevine, no s vremenom je
postao vrlo visoko pozicioniran u
američkoj vojnoj službi i osoba kojoj
je Klaper najviše verovao. Ubrzo je
počela svojevrsna trgovina između dve
službe. Hrvatska služba je dala
američkoj DIA ruske podvodne mine od
500 kilograma i najmodernija ruska
torpeda, a zatim i kriptozaštitne
uređaje koje je koristila JNA, odnosno
sovjetska vojska. Hrvatska služba je
dala podatke o fabrici bojnih otrova
koja se nalazila u Srbiji a premeštena
iz Bijelog Polja kod Mostara. SAD su
ubrzo isporučile opremu za
prisluškivanje koja je uperena prema
Srbiji i Crnoj Gori mogla istovremeno
snimati 20.000 telefonskih razgovora.
Pre „Oluje“ trebalo je provesti akciju
„Ljeto '94“ i „Zima '95“. U planiranju
operacije dolaska hrvatskih trupa
iznad Knina SAD je pomogao u
obaveštajnom delu operacije. Da bi se
tačno mogao planirati prodor preko
bosanskih planina u zaleđe Knina,
trebalo je mnogo informacija o
kretanju srpskih trupa, sastavu veza,
kripto zaštiti, postavljenim topovskim
punktovima i tako dalje. Odabran je
otok Brač, koji se mogao dobro čuvati.
Tamo su bili stacionirani sva oprema i
ljudstvo predvođeno CIA-inim
stručnjacima s bespilotnim letelicama
dugog dometa, koji su pokrivali celu
Bosnu i Hercegovinu do srpskog
koridora na Savi. U njenom dometu je
bilo i celo područje Krajine. U to
vreme niko u Hrvatskoj nije znao šta
se zapravo događa i skriva na Braču.
To nisu znali ni američki saveznici
Nemci, koji su tamo 1. januara 1994.
poslali svog vojnog atašea. Baza je
izmeštena posle incidenta koji je
nesmotreno izazvao ovaj Nemac. Nova
baza je napravljena u mestu Šepurine
kraj Zadra. Oprema iz SAD dovozila se
preko noći.
Iz Šepurina se bespilotnim letelicama
pokrivao svaki kutak Krajine i Bosne i
Hercegovine. Amerikanci su imali
prećutan dogovor sa hrvatskom vojskom
da im ustupe sve snimke terena i
srpskih trupa, a u realnom vremenu
slika se direktno preko satelita
prebacivala u Pentagon. U prostorijama
s ekranima neprestano su celu
situaciju nadgledala tri američka i
tri hrvatska oficira.
Uoči akcije „Bljesak“, koja je trebalo
biti generalna proba za akciju
„Oluja“, tačno u ponoć, šest sati pre
početka operacije, u MUP su pozvani
Heriš i Šarac gde im je rečeno da
planirana akcija počinje za nekoliko
sati. U MUP je tačno u ponoć bio
formiran Štab operacije „Bljesak“,
koji se ujutro u šest sati prebacio u
MORR. Kako se selio štab, tako se
selio i američki vojni ataše. On je
neprestano tražio izveštaje o
dogadanjima i slao ih Klintonu, u Belu
kuću. Svakoga jutra američki
predsednik je bio obavešten o
pripremama i svakome deliću operacije.
Amerikance je oduševio način na koji
je sproveden „Bljesak“, shvatili su da
je to izvrstan model saradnje s
Hrvatima, koji bi mogao biti
odlučujući u borbi protiv Srba u Bosni
i Hercegovini. Pentagon je celu akciju
koordinirao preko Ričarda Heriša, a
akciju CIA koordinirao je Mark Kelton,
šef ekspoziture CIA u Zagrebu, koji je
usko sarađivao s Miroslavom Tuđmanom,
tada šefom HIS.
Amerikanci su u vreme pripremanja
„Oluje“ opskrbljivali hrvatsku vojsku
podacima o kretanju Srba u Krajini i
pokretima Vojske Jugoslavije na
istočnoj granici s Hrvatskom. Bojali
su se da će Milošević napraviti
protivudar s dve tenkovske brigade u
Istočnoj Slavoniji ako se na južnom
bojištu krene na Knin. Intenzivnim
slušanjem komunikacije Beograd-Knin, i
u samoj Srbiji, došlo se do zaključka
da do protivudara ipak neće doći.
Rizično je bilo da Srbi iz samoga
Knina ne krenu u napad kada Gotovina s
jedinicama dođe na Dinaru iznad Knina.
Da su bespilotne letelice i
prisluškivanja pokazivala ofanzivne
pokrete trupa, „Oluja“ bi počela
desetak dana prije.
U noći 3/4. avgusta 1995. hrvatskim
jedinicama bila je izdana zapovest da
se između ponoći i četiri sata ujutro
isključe svi telekomunikacijski
uređaji. Posle se saznalo da su
Amerikanci iskoristili to vreme za
ometanje i uništavanje srpskih
telekomunikacijskih uređaja
elektronskim putem. Hrvatskoj vojsci
je preostalo samo sat vremena, od
četiri do pet ujutro, da se služi
radio-vezom i koordinira akciju. Uoči
„Oluje“ ponovo je u Štab operacije
pozvan američki vojni ataše. U
njegovoj pratnji opet je bio Ivan
Šarac. Dan ili dva pre „Oluje“ Heriša,
koji je pripremao „Oluju“ s hrvatskim
oficirima i dao u ime Klintona zeleno
svetlo za operaciju, zamenio je
pukovnik DŽon Sadler. Tačno u ponoć
došli su u Operativni štab u MORR-u i
odande neprekidno pratili događaje na
terenu. Ovaj put cela operacija
„Oluja“ u realnom je vremenu prenosena
preko satelita u Pentagon. Signal koji
je išao prema satelitu od Amerikanaca
je preuzimala i Hrvatska vojska, pa se
pomoću tih snimaka moglo u milimetar
kontrolisati topovska paljba po
srpskim položajima na Crvenoj zemlji u
okolici Knina, gde je bila smeštena
kasarna vojske Republike Srpske
Krajine. Uz uništavanje srpskih
komunikacija elektronskim putem,
vojska SAD i vojno je delovala po
srpskim položajima, kada je raketirala
protivavionsku bateriju nadomak Knina
koja je radarskim snopom obasjala
američke borbene avione koji su
nadletali područje borbi. Ta je vest
bila objavljena samo jednom, i to na
vestima u 18 sati. Nakon toga je SAD
uputio oštar prekor zbog objavljivanja
te vesti, pa posle ona više nikada
nije ponovljena. U službeno američko
objašnjenje raketiranja niko nije
poverovao, nego i danas vlada uverenje
da se radilo o direktnoj američkoj
pomoći Hrvatskoj vojsci, samo što se
to ni petnaest godina nakon „Oluje“ ne
sme priznati zbog odnosa SAD s Velikom
Britanijom, koja je imala potpuno
drugačiju koncepciju rešavanja pitanja
na Balkanu.
„Oluja“ je završena a hrvatska
ofanziva je nastavljena protiv vojske
Republike Srpske.
SAD je bio oduševljen brzinom i
čistoćom sprovedene akcije i njenim
rezultatima, koji su omogućili
munjevit ulazak hrvatske vojske u
Bosnu i Hercegovinu i prodor do
Banjeluke i na kraju pristanak
Beograda na mirovni sporazum u
Dejtonu.
|
prevod: CNJ-onlus
Wikileaks:
gli Usa sapevano degli orrori
croati contro i serbi
Il
Piccolo – domenica, 28 agosto 2011 -
Stefano Giantin
Il
sito rivela cablogrammi statunitensi
sull’Operazione Tempesta per la
riconquista della Krajina e sulle
violazioni dei diritti umani. La
vittoria dovuta alla ritirata
spontanea dei separatisti
BELGRADO Dopo mesi di attesa, le “gole
di profonde” del sito Wikileaks si
sono ricordate dei Balcani. In un paio
di giorni, un massiccio numero di
cablogrammi Usa redatti dalle
ambasciate americane di Zagabria e
Belgrado č stato pubblicato su
Internet. Circa un migliaio di
documenti che coprono il periodo
1991-2010, in gran parte “non
classificati”, rivelano il punto di
vista di Washington sui periodi piů
bui delle guerre nell’ex Jugoslavia.
L’Operazione Tempesta, quella che
consentě ai croati di “ripulire” la
Krajina dai serbi che non
riconoscevano l’indipendenza di
Zagabria, č uno dei temi-chiave dei
documenti svelati da Assange. Una
decina di cablogrammi, risalenti al
1995, analizzano a fondo le mosse
delle truppe croate e i risultati
ottenuti sul campo. E il giudizio Usa
non č certo dei piů favorevoli e non
piacerŕ né ai serbi – descritti come
non smaniosi di combattere -, né ai
croati, i cui soldati sono invece
dipinti come violenti saccheggiatori.
Il 30 agosto 1995, a meno di un mese
dalla conclusione delle manovre di
“Oluja”, i diplomatici Usa spediscono
in patria una relazione dettagliata
sui retroscena della campagna di
pulizia etnica della Krajina serba. Il
rapporto reca la firma
dell’ambasciatore Peter Galbraith, lo
stesso che di recente ha dichiarato
che “Oluja” «non era un’operazione di
pulizia etnica perché la popolazione
serba era fuggita di propria volontŕ».
Il cablogramma conferma l’opinione di
Galbraith ma sottolinea anche la
brutalitŕ croata, spesso sottostimata
da Usa ed Europa. «L’operazione ha
avuto successo non per la bravura
delle forze croate ma perché i leader
serbi dell’area avevano deciso per
tempo di evacuare invece di sostenere
una campagna difensiva» si legge nel
cablogramma. Di sicuro, i capi serbi
dovevano avere ricevuto da Belgrado un
preciso ordine di ripiegare perché
l’area di Knin, l’ex baluardo dei
serbi della Krajina, rappresentava «il
sogno di ogni difensore. Anche
tattiche marginalmente efficaci da
parte della leadership serba avrebbero
potuto trascinare gli attaccanti in
una battaglia prolungata e
debilitante». Le parole riportate dai
messaggi americani sono del colonnello
canadese Balfour, uno degli
osservatori internazionali operanti
nell’area. Incontrando i senatori Usa
Warner e Kerrey, arrivati apposta a
Knin per accertare la situazione sul
campo -, lo stesso Balfour descrive
anche alcune compagnie di soldati
croati come «gruppi di banditi». Gli
osservatori Onu ed europei confermano:
«L’Operazione Tempesta č stata
caratterizzata da significative
violazioni dei diritti umani, incluse
la distruzione di villaggi e
abitazioni serbe e l’uccisione di
civili». Se la vittoria militare
croata andrebbe dunque attribuita
essenzialmente alla ritirata dei
serbi, resta da scoprire fino a che
punto gli Usa erano a conoscenza del
livello di crudeltŕ pianificata
espresso dai croati durante e
soprattutto dopo l’Operazione Oluja.
Non solo pulizia etnica ma anche il
tentativo – riuscito - di eliminare
ogni chance di ritorno per i serbi
della Croazia. «Il 60% delle proprietŕ
dei serbi č stato distrutto dal 7 al
24 agosto», spesso con l’aiuto di
«soldati in uniforme croata e di
autobotti cariche di benzina o di
gruppi misti di militari e civili».
Sebbene alcuni rapporti ascrivessero
le distruzioni alla volontŕ di
saccheggio di «singoli elementi
criminali», gli Usa ammettono che ci
potrebbero invece essere stato «un
piano croato per privare i serbi di un
posto dove tornare», mentre le
cittadine piů popolose come Knin e
Drnis furono risparmiate per essere
ripopolate da sfollati croati. La
spietatezza dei protagonisti delle
operazioni č rappresentata in una
scena narrata dai diplomatici
americani: «In una remota area rurale,
un soldato Onu e uno canadese hanno
osservato militari croati posare per
una foto con un anziano serbo, esibito
come un trofeo di caccia. Poco dopo,
il vecchio č stato ritrovato in un
campo vicino con un proiettile in
testa».
|
Wikileaks:
SAD su znali sve o hrvatskim
zlodjelima nad srpskim
stanovništvom
Il
Piccolo – Nedelja, 29 augusta 2011.
- Stefano Giantin
Sito
otkriva kablograme Sjedinjenih
Država o Operaciji Oluja za
zaposjedanje Krajine i o povredama
ljudskih prava. Pobjeda zahvaljujući
spontanom povlačenju separatista.
Nakon mjeseci i mjesici iščekivanja
progovorila su «duboka grla» sita
Wikileaks i sjetile se Balkana. U
nekoliko dana vrlo obiman broj
kablograma SAD-a poslanih iz ambasada
u Zagrebu i Beogradu objavljen je na
Internetu. Gotovo hiljadu dokumenata,
koji pokrivaju period od 1991do 2010,
u najvećem broju slučajeva
«neklasificiranih» otkrivaju gledište
Washintona o najmračnijim razdobljima
rata u bivšoj Jugoslaviji. Operacija
Oluja, koja je dozvolila Hrvatima da
«očiste» Krajinu od Srba, jer ovi nisu
priznavali nezavisnost Zagreba,
ključna je tema dokumenata, koje je
objavio Assange. Destci kablograma,
još iz 1995 godine, podrobno
analiziraju ponašanje hrvatskih trupa
i rezulate postignute na terenu. Sud
SAD-a nije uopće blagonaklon i neće se
svidjeti ni Srbima – opisanim kao da
uopće nisu gorjeli od želje za borbom
– ni Hrvatima, čiji su vojnici opisani
kao nasilnički pljačkaši. 30 augusta,
kad još nije bio prošao ni mjesec dana
od operacije «Oluja», diplomati SAD-a
šalju u domovinu vrlo detaljni
izvještaj o pozadini kampanje etničkog
čišćenja srpske Krajine. Dokument je
potpisao američki ambasador Peter
Galbraith, isti onaj koji je nedavno
izjavio da «Oluja nije bila operacija
etničkog čišćenja, jer je srsko
stanovništvo svojevoljno pobjeglo.»
Kablogram potvrđuje Galbraithovo
mišljenje, ali naglašava brutalnost
Hrvata, često potcijenjenu od SAD-a i
od Evrope. «Operacija je uspjela ne
zbog sposobnosti hrvatskih snaga, već
zato što su srpski leaderi iz tog
kraja već prije odlučili da se
evakuiraju, umjesto da sudjeluju u
obrambenoj kampanji» može se pročitati
u kablogramu. Sigurno su vođe Srba
morale dobiti iz Beograda sasvim
preciznu naredbu, da se povuku, jer je
područje Knina, biša utvrda Srba iz
Krajine, predstavljala «san svakog
njenog vojnika. Čak i marginalno
efikasne taktike upotrebljene od
strane srpske leadership mogle su
uvući napadače u dugu i iscrpljujuću
bitku.» Riječi koje ponavljaju
američke poruke mišljenje su kanadskog
pukovnika Balfoura, jednog od
međunarodnih promatrača, koji je
operirao u toj zoni. Susrevši se sa
senatorima Warnerom i Karreyem, koji
su došli u Knin upravo zbog toga da se
utvrde situaciju – sam je Karrey
opisao pojedine jedinice hrvatskih
vojnika kao «grupe bandita».
Posmatrači UN i Evrope to potvrđuju.
»Operacija Oluja bila je
okarakterizirana značajnim povredama
ljudskih prava, ubrojivši u to i
razaranje sela, rušenje srpskih kuća i
ubijanje civila». Ukoliko se hrvatsku
pobjedu mora u biti pripisati
povlačenju Srba, treba otkriti do koje
su mjere Sjedinjene Države bile
upoznate sa razinom planske
bestijalnosti, koja je došla do
izražaja za vrijeme i naročito nakon
operacije Oluja. Nije to bilo samo
etničko čišćenje već i pokušaj – uspio
– eliminacije svake šanse za povratak
Srba u Hrvatsku. «60% srpske imvine
bilo je razoreno od 7 do 24 augusta»,
često uz pomoć «vojnika u hrvatskoj
uniformi i autocisterni punih benzina
ili od strane mješovitih grupa vojnika
i civila». Iako neki izvještaji
pripisuju želju za razaranjem
«pojedinačnim kriminalnim elementima»,
SAD dozvoljavaju da se vrlo vjerovatno
radilo «o hrvatskom planu da se Srbi
liše mjesta na koje bi se mogli
vratiti», dok su napučeniji gradići
kao što su Knin i Drniš bili
pošteđeni, kako bi bili naseljeni
hrvatskim izbjeglicama. Nemilosrdnost
protagonista vojne operacije
predstavljena je u sceni koju opisuju
američki diplomati: »U jednom
zabačenom seljačkom kraju jedan vojnik
UN i jedan kanadski vojnik posmatrali
su kako se hrvatski vojnici
fotografiraju s nekim starim Srbinom
tretiranim kao da je on plijen lova.
Nedugo zatim starac je pronađen s
metkom u
glavi».
|
Izvor / fonte: http://www.pecat.co.rs/2011/09/penzionisani-generali-kumovali-zlocinima/
traduzione a cura di CNJ-onlus
Penzionisani
generali kumovali zločinima?
Septembar
1, 2011 - Piše Radosav Berbatović
Počelo
suđenje američkoj firmi „L-3 MPRI“
za podršku Hrvatima tokom zločinačke
akcije „Oluja“ u leto 1995. godine
Čikaški Federalni sud prihvatio je da
sudi firmi „L-3 MPRI“ za saučesništvo
u masovnom ubijanju i proterivanju
200.000 Srba tokom akcije „Oluja“ u
leto 1995. godine. Srbi koji su
preživeli „Oluju“ podneli su tužbu
protiv te kompanije od koje zahtevaju
odštetu od 10 milijardi dolara, još
leta prošle godine, ali se proces
odužio pošto su predstavnici „L-3
MPRI“ tražili izuzeće Čikaškog suda, i
zahtevali da se proces prenese na
njujorški Federalni sud.
PONUDA ZA PORAVNANJE
U obrazloženju odluke Suda sudija
Ruben Kastilo rekao je da se Čikaški
sud oglašava nadležnim da sudi u ovom
procesu, iako američka kompanija
„MPRI“ ima sedište u Aleksandriji koja
je pod jurisdikcijom Suda u Njujorku.
On je objasnio da ta firma ima mnoge
poslove u državi Ilinois i zato može
da joj se sudi pred Sudom u Čikagu.
Kastilo je takođe naveo da u okrugu
Ilinois radi od 91 do 113 zaposlenih u
kompaniji „L-3“, da je ova kompanija
tokom 2010. godine vodila poslove
vredne 19 miliona dolara, kao i više
od 16 miliona tokom prethodne godine.
„Zbog direktnog prevoza do čikaške
oblasti svedoci koji budu saslušavani
i tužioci mogu lakše doputovati, čime
će se olakšati tok procesa, a i
najveći broj izbeglih iz Krajine izvan
Srbije nalazi se u Čikagu“, obrazložio
je sudija.
Naš izvor, koji zbog uključenosti u
sudski proces za sada ne želi da se
predstavi, kaže da bi u slučaju da je
tužba preneta u Njujork Srbi imali
minimalne šanse da dobiju u ovom
procesu.
„L-3 MPRI“ i druge kompanije imaju
veliki uticaj na sudstvo i državnu
administraciju u Njujorku i
Vašingtonu. Dešavalo se da Njujorški
sud odbije da sudi kompanijama, već
samo pojedincima, čime se ceo proces
obezvređuje“, objašnjava naš izvor i
dodaje da je Čikaški sud veoma
liberalan, i da se pred njim već vodi
postupak protiv agencije „L-3 MPRI“ za
genocid u Zalivskom ratu.
On ističe da suđenje za učešće u tom
ratu traje oko tri godine i da je već
u završnici, kao i da stručnjaci po
dosadašnjem toku procesa očekuju
pozitivan ishod, što bi umnogome
pomoglo i u procesu za „Oluju“.
„U američkom pravosuđu postoji sistem
presedana. To znači da ako je neko
osuđen za određeno delo, u ovom
slučaju za pomaganje u genocidu,
lančano se ta praksa nastavlja i u
drugim bliskim slučajevima“, navodi
naš izvor.
Sudija Kastiljo, takođe, je
punomoćnicima tužiteljne strane i
tuženih ponudio vansudsko poravnanje.
U slučaju da se ne dogovore Sud je
odredio rok do 27. septembra da
pripreme argumentaciju kako bi sudski
postupak otpočeo.
„Ponuda za poravnanje sama govori
koliko je tužba ozbiljna. Srbi bi u
slučaju dogovora sa kompanijom ‘MPRI’
verovatno dobili manje od traženih 10
milijardi dolara, ali bi svakako
dobili zadovoljenje jer bi se saznala
istina. Time bi cela priča o ‘Oluji’
kao velikom hrvatskom poduhvatu bila
poništena, i pokazalo bi se da je rat
dobijen uz snažnu podršku NATO-a i
SAD-a, vodećih država u ovom savezu“,
naglašava naš izvor.
200.000 OŠTEĆENIH
Inače, u tužbi se američka konsalting
agencija „MPRI“ tereti za pomaganje
tadašnjoj hrvatskoj vladi u pripremi i
izvođenju akcije „Oluja“ 2005. godine,
ali i u logističkoj pomoći tokom
napada. Time se terete za genocid nad
Srbima iz Krajine, uništavanje mnogih
gradova i sela i za proterivanje
200.000 krajišnika iz Hrvatske, za
koliko prognanih tužitelji smatraju da
imaju dokaza. Tokom „Oluje“ oduzeta je
ili uništena imovina prognanih Srba iz
Hrvatske vredna nekoliko stotina
miliona dolara, koja mora biti
nadoknađena.
Glavni dokaz na suđenju, prema rečima
našeg izvora, biće Ugovor o saradnji
između Hrvatske i firme „MPRI“. Tokom
procesa biće saslušani i svedoci čije
su porodice stradale tokom „Oluje“,
kao i oni koji su izbegli tokom te
akcije.
„’MPRI’ će svakako negirati svoju
umešanost, ali postoje svedoci
predviđeni za sudski postupak
koji tvrde da imaju dokaze da su tokom
akcije NATO avioni bombardovali srpske
položaje, kao i da su čuli kako se
hrvatskim brigadama komanduje na
engleskom jeziku. To se u vojnoj
terminologiji naziva ‘Close Air
Support’, dakle bliska podrška
kopnenim trupama iz vazduha“, ističe
naš izvor i dodaje da je poznato da je
hrvatska vojska 1994, do dolaska
kadrova iz američke agencije bila
gotovo poražena.
Srbe, žrtve genocida u Krajini, pred
Čikaškim sudom zastupaju advokati
Robert Pavić, Džon Ostojić i Kevin
Rodžers, članovi dve poznate američke
advokatske kancelarije. Ukupna odšteta
od deset i po milijardi dolara koju
žrtve traže nastala je kao zahtev da
200.000 oštećenih tokom „Oluje“ dobiju
po 25.000 dolara, a uračunata je i
kamata od pet odsto godišnje. Po
američkom Zakonu advokatima bi po
okončanju presude pripala trećina
odštete.
____________
Privatizacija rata
Američku agenciju „MPRI“ („Military
Professional Resources inc.“) osnovali
su osmorica penzionisanih američkih
generala 1987. godine, a predsednik je
general Benc J. Kredok. Agencija se
bavi savetovanjima prilikom vojnih
akcija. Ova firma se vodi kao
nevladina konsalting organizacija, pre
svega savetuje američka ministarstva
odbrane, pravosuđa i spoljnih poslova,
a dovođena je u vezu i sa sukobima na
Bliskom istoku, u Avganistanu i
Africi.
„’MPRI’ je vrlo reprezentativna vojna
firma koja se pojavljuje u
najrazličitijim osetljivim oblastima,
u kojima se želi sprečiti zvanično
pojavljivanje SAD-a. Ova i slične
agencije učestvuju u kontrolisanju
sukoba po svetu, a neretko ih i
izazivaju“, naglašava naš izvor.
On kaže da postoje indicije da
američki oficiri ili podoficiri
uzimaju neplaćeno odsustvo i angažuju
se na nekoliko godina u nekoj firmi
poput „MPRI“ kao instruktori, a
kasnije budu reintegrisani u američku
vojsku. To obično ne škodi njihovoj
karijeri, već naprotiv – bivaju
unapređeni.
____________
Bivši ambasador potvrđuje priču
Bivši američki ambasador Den Simpson,
koji je službovao i u BiH, u autorskom
komentaru za „Pitsburg post-gazet“
potvrdio je da je bilo podrške
američke administracije Hrvatskoj u
događanjima koji su prethodili
proterivanju Srba iz Krajine i ocenio
je da su Amerikanci umnogome doprineli
pobedi hrvatskih snaga.
Za podršku snagama Franje Tuđmana,
kako je naveo Simpson, nije bila
zadužena zvanična agencija američke
vlade, već podugovarač, privatna
kompanija „Military Professional
Resources Inc“ („MPRI“).
To je Vašingtonu, po njegovim rečima,
delovalo politički ispravnije, i
ujedno olakšalo administraciji
da izbegne mešanje Kongresa.
„’MPRI’ je bio sastavljen od
penzionisanih američkih vojnih
funkcionera u bliskoj vezi sa
američkom vojskom i snabdevačima
oružja. Hrvatima su bili potrebni
obuka i oružje, a američka firma je
tražila unosan posao“, naveo je
Simpson.
On zaključuje da se zahvaljujući
„MPRI“ Američka vlada mogla
distancirati od zlodela u koje su se
upuštale Hrvatske snage. |
MANDANTI
DEL CRIMINE FURONO I GENERALI
IN PENSIONE?
di
Radosav Berbatović
E'
iniziato il processo contro la
ditta americana "L-3 MPRI" per
il suo sostegno ai Croati
durante l'operazione criminale
"Tempesta" nell'estate del 1995.
La Corte federale di Chicago ha
accolto la citazione per
processare la societŕ "L-3 MPRI"
per la complicitŕ in omicidio di
massa e l'espulsione di 200.000
serbi durante la operazione
"Oluja" ("Tempesta"), nell'estate
del 1995 . I Serbi sopravvissuti
alla "Tempesta" hanno presentato
la citazione contro questa azienda
richiedendo un compenso di $ 10
miliardi di dollari giŕ
nell'estate dello scorso anno, ma
il processo si č protratto dopo
che i legali rappresentanti della
"L-3 MPRI" hanno chiesto
l'esclusione della Corte di
Chicago, chiedendo il
trasferimento del processo al
Tribunale federale di New York.
OFFERTA DI PATTEGGIAMENTO
Nella motivazione della decisione
della Corte, il giudice Ruben
Castillo ha dichiarato la
competenza del suo tribunale in
questo processo, sebbene la ditta
americana americana "MPRI" avesse
sede ad Alexandria che č sotto la
giurisdizione della Corte di New
York. Egli ha spiegato che questa
societŕ ha molti affari in
Illinois e quindi puň essere
processata davanti alla Corte di
Chicago.
Castillo ha inoltre affermato che
nel distretto dell'Illinois
lavorano tra 91 e 113 dipendenti
dell'azienda "L-3", che questa
societŕ ha realizzato affari per
un ammontare di 19 milioni di
dollari nel 2010 e piů di 16
milioni nell'arco dell'anno
precedente.
"A causa del trasferimento diretto
nella zona di Chicago dei
testimoni che saranno interrogati
e dei procuratori, l'andamento del
processo sarŕ facilitato; inoltre
la maggior parte dei profughi
dalla Krajina che non vivono in
Serbia si trovano a Chicago", ha
spiegato il giudice.
La nostra fonte, che a causa del
suo coinvolgimento nel processo
attualmente non vuole essere
identificata, dice che nel caso in
cui la causa fosse stata
trasferita a New York, i Serbi
avrebbero avuto minime possibilitŕ
di vincere il processo.
La "L-3 MPRI" ed altre societŕ
hanno una forte influenza sul
potere giudiziario e nella
pubblica amministrazione a New
York e Washington. E' giŕ capitato
che il tribunale di New York si
rifiutasse di perseguire le
imprese, e perseguisse solo gli
individui, indebolendo l'intero
processo", spiega la nostra fonte,
aggiungendo che il Tribunale di
Chicago č molto liberale, e che
oramai č dinanzi ad esso che č in
corso il processo contro la "L-3
MPRI" per il genocidio nella
guerra del Golfo.
Egli fa notare che il processo per
la partecipazione a quella guerra
dura da tre anni ed č giŕ nella
fase finale, e che gli esperti, in
base all'andamento del processo,
si aspettano un risultato
positivo, il che sarebbe di grande
aiuto nel processo per la "Oluja".
"Nel sistema giudiziario americano
esiste il principio dei
precedenti. Questo significa che
se qualcuno č condannato per un
certo delitto, in questo caso per
favoreggiamento al genocidio,
questa prassi si concatena e
continua negli altri casi
consimili", dice la nostra fonte.
Il giudice Castillo ha inoltre
proposto il patteggiamento
extragiudiziale ai difensori della
parte imputata. Nel caso in cui
questa proposta non si
realizzasse, la Corte ha stabilito
il termine del 27 settembre per la
preparazione della loro
documentazione, per far sě che il
processo abbia inizio.
"L'offerta del patteggiamento giŕ
di per se dimostra la gravitŕ
della causa. I Serbi nel caso di
un accordo con la MPRI
probabilmente otterrebbero meno
dei $ 10 miliardi richiesti, ma
certamente sarebbero soddisfatti
giacché la veritŕ uscirebbe allo
scoperto. In questo modo l'intera
storia della 'Oluja' come grande
impresa croata sarebbe annullata,
e si dimostrerebbe che quella
guerra fu vinta con il
determinante sostegno della NATO e
degli Stati Uniti, paese leader in
quella alleanza", ha detto la
nostra fonte.
200.000 PERSONE OFFESE
Nella causa l'agenzia di
consulenza americana "MPRI" č
citata per l'aiuto prestato
all'allora governo croato nella
preparazione e conduzione
dell'operazione "Oluja" nel 2005 e
per il supporto logistico durante
l'attacco. In questo modo ad essa
si imputano il genocidio ai danni
dei Serbi della Krajina, la
distruzione di molte cittŕ e
villaggi e l'espulsione dalla
Krajina di 200.000 abitanti -
questo il numero di rifugiati per
i quali i difensori ritengono di
possedere delle prove. Durante la
"Oluja" č stata sequestrata e
distrutta la proprietŕ dei Serbi
che sono stati espulsi dalla
Croazia, per un valore di diverse
centinaia di milioni di dollari,
cifra che ora deve essere
risarcita.
La prova principale nel processo,
secondo la nostra fonte, sarŕ
l'accordo sulla cooperazione tra
la Croazia e la societŕ "MPRI".
Durante il processo saranno
interrogati anche testimoni le cui
famiglie sono state trucidate nel
corso della "Oluja", cosě come
coloro che sono fuggiti durante
l'azione.
"La 'MPRI' certamente negherŕ il
coinvolgimento, ma nel
procedimento saranno chiamati
testimoni che affermano di avere
delle prove che durante la
campagna gli aerei della NATO
bombardavano le postazioni serbe e
di avere udito come alle brigate
croate si impartivano ordini in
lingua inglese. Questo nella
terminologia militare si chiama
'Close Air Support ', ovvero
sostegno stretto alle truppe di
terra dal cielo", dice la nostra
fonte, aggiungendo che č noto che
l'esercito croato, nel 1994, fino
all'arrivo del personale delle
agenzie degli Stati Uniti, era
quasi sconfitto.
I Serbi di Krajina, vittime del
genocidio, dinanzi al tribunale di
Chicago sono rappresentati dagli
avvocati Robert Pavic, John
Ostojic e Kevin Rogers, soci di
due noti studi legali americani.
Il risarcimento complessivo di
dieci miliardi e mezzo di dollari
richiesti da parte delle vittime,
č il risultato della richiesta
proveniente da 200.000 persone che
subirono danni durante la "Oluja"
di ottenere circa 25.000 dollari
cadauno; sono inoltre aggiunti gli
interessi pari a circa il 5
percento annui. Secondo la legge
americana, gli avvocati, dopo il
verdetto, ricevono un terzo del
risarcimento.
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La privatizzazione della guerra
La agenzia americana "MPRI"
("Military Professional Resources
Inc.") č stata fondata nel 1987 da
otto generali USA in pensione, e
il suo presidente č il generale
Benz J. Craddock. Questa agenzia
si occupa di consulenza durante le
operazioni militari. Questa
societŕ č registrata come
organizzazione non governativa di
consulenza, servendo in primo
luogo i Dipartimenti della Difesa,
della Giustizia e degli Affari
Esteri degli USA; essa fu portata
in relazione al conflitto in Medio
Oriente, Afghanistan e Africa.
"La 'MPRI' č una societŕ militare
molto presente, attiva in svariate
zone di azione sensibili in cui si
vuole evitare l'apparizione
ufficiale degli Stati Uniti.
Questa e altre agenzie simili sono
coinvolte nel controllo dei
conflitti in tutto il mondo -
spesso li causano", sottolinea la
nostra fonte.
Essa dice che ci sono indicazioni
che ufficiali e sottufficiali
americani entrano in congedo non
retribuito e prendono incarichi
per diversi anni in compagnie come
la "MPRI" nel ruolo di istruttori,
ed in seguito vengono reintegrati
nell'esercito USA. Di solito
questo non nuoce alle loro
carriere, ma al contrario:
avanzano nei gradi.
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Ex ambasciatore conferma la storia
L'ex ambasciatore USA Dan Simpson,
che ha prestato servizio in
Bosnia, in un suo commento per la
"Pittsburgh Post Gazette" ha
confermato che da parte
dell'amministrazione americana si
prestava sostegno alla Croazia
negli eventi che hanno preceduto
all'espulsione dei Serbi dalla
Krajina; egli ritiene che gli
americani abbiano fortemente
contribuito alla vittoria delle
forze croate.
Del sostegno alle forze di Franjo
Tudjman, ha scritto Simpson, non
era responsabile l'agenzia
ufficiale del governo degli Stati
Uniti, bensě un subappaltatore,
una societŕ privata di nome
"Military Professional Resources
Inc." ("MPRI").
Questo sembrava un metodo
politicamente piů corretto per
Washington, ed inoltre dava la
possibilitŕ all'amministrazione di
evitare troppe domande da parte
del Congresso.
"La 'MPRI' era composta da ex
ufficiali militari USA in stretta
relazione con l'esercito degli
Stati Uniti e i fornitori di armi.
I Croati necessitavano di
formazione e armi, mentre questa
societŕ statunitense era alla
ricerca di un business redditizio
", scrive Simpson.
Egli conclude che grazie alla
"MPRI" il governo Usa č stato in
grado di tenersi alla larga dai
delitti in cui furono implicate le
forze croate.
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