Tribunale indipendente contro i crimini della NATO in Jugoslavia
Sezione italiana
Roma, 3 giugno 2000
via Pietro Cossa 40 - Aula Magna Università Valdese
Dalle ore 9.00: Proiezione di video, mostre fotografiche, tribuna
aperta tra i comitati e le associazioni
Ore 15.00:
Sessione conclusiva del lavoro del Tribunale in Italia
P R O C E S S I A M O L I !!
Il 31 luglio 1999 hanno avuto inizio a New York le attivita' del
"TRIBUNALE INTERNAZIONALE INDIPENDENTE CONTRO I CRIMINI DELLA NATO IN
JUGOSLAVIA", promosso da Ramsey Clark, con la stesura di 19 punti di
accusa contro la NATO ed i governi occidentali.
Le attivita' del "Tribunale" hanno trovato seguito in molti altri paesi
del mondo. In Italia il primo novembre 1999 alla presenza di Ramsey
Clark ha preso il via la sezione italiana del Tribunale. Nel corso di
questi mesi, confortati dal crescente interesse suscitato e dalle
numerose iniziative di presentazione del "Tribunale Italiano" in molte
citta', abbiamo potuto verificare con dati oggettivi la veridicita'
delle nostre accuse.
A completamento del lavoro svolto in questi mesi, noi sottoscritti
firmatari di questo appello accusiamo le massime autorità della
Repubblica in carica nel marzo 1999 - in particolare il presidente del
Consiglio dei Ministri Massimo D'Alema e i membri del Governo per la
partecipazione alla guerra illegale e il Presidente della Repubblica
Oscar Luigi Scalfaro per non aver difeso la Costituzione -
nonchè i loro successori per quanto attiene ai crimini in
continuità con l'aggressione armata, ciascuno secondo la
personale responsabilità scaturente dalle diverse competenze,
azioni e omissioni:
- per avere collaborato attivamente all'aggressione contro la
Repubblica Federale Jugoslava, paese sovrano da cui non era venuta
nessuna minaccia nè all'Italia nè ai suoi alleati;
- per aver liquidato e vanificato con l'aggressione militare le
iniziative internazionali tendenti a favorire la soluzione con mezzi
pacifici dei problemi esistenti nel Kosovo;
- per avere violato tutti i principi del diritto internazionale e
in particolare la Carta delle Nazioni Unite, i principi del Tribunale
di Norimberga, le Convenzioni di Ginevra e i protocolli aggiuntivi
sulla tutela delle popolazioni civili, nonchè lo stesso trattato
istitutivo della NATO;
- per aver consentito che dal proprio territorio partissero
attacchi contro istallazioni e popolazioni civili, condotti su
obiettivi e con armi appositamente studiate per infliggere il massimo
danno, anche protratto nel tempo, alle persone e alle loro condizioni
di vita (attacchi deliberati contro strutture civili, bombe a
grappolo);
- per aver consentito l'utilizzo massiccio di proiettili e missili
all'uranio impoverito, causando danni incalcolabili e per un tempo
indeterminato alle popolazioni della Federazione Jugoslava, con enormi
rischi attuali anche per i volontari civili e per i militari italiani
impegnati nel Kosovo.
- per aver partecipato al bombardamento di impianti chimici e
farmaceutici, causando deliberatamente danni ambientali di enorme
rilevanza, tali da configurare una vera e propria guerra
batteriologica, chimica e nucleare;
- per aver danneggiato l'economia della Costa Adriatica con la
chiusura degli aeroporti civili e per aver consentito e cercato di
occultare lo smaltimento di ordigni bellici nelle acque territoriali
italiane e in quelle immediatamente adiacenti, causando danni alle
persone, all'ambiente, all'economia;
- per aver violato la Costituzione italiana e ignorato le procedure
che essa impone in caso di stato di guerra, guerra che non può
mai essere intrapresa dall'Italia ma solo combattuta per difendere
dall'aggressione altrui il nostro paese e i paesi di cui l'Italia sia
impegnata a condividere la difesa;
- per avere attivamente collaborato ad affamare e sacrificare la
popolazione della Jugoslavia, sia nel corso della guerra sia con
l'imposizione di misure di embargo internazionalmente illegittime;
- per avere attivamente collaborato a esercitare pressioni e
ingerenze contro un paese sovrano e le sue legittime istituzioni;
- per avere inviato truppe e personale civile a governare territori
ridotti di fatto a nuovi protettorati e colonie, senza peraltro
impedire nel Kosovo la persecuzione sistematica e l'espulsione della
popolazione di etnia serba e di altre etnie non albanesi, nonchè
degli stessi abitanti di etnia albanese considerati non affidabili o
dissidenti dal nuovo potere di fatto ivi insediato in violazione della
risoluzione 1244 dell'ONU;
- per aver usato la Missione Arcobaleno come operazione di
promozione e legittimazione della guerra, e per avere allo stesso fine
attivato o favorito una disinformazione e propaganda di guerra;
- per avere rinunciato all'esercizio della sovranità del
nostro paese e al diritto-dovere di controllo delle attività che
vi svolgono comandi, strutture e mezzi militari stranieri;
- per avere acconsentito a modificare, senza nessuna decisione del
Parlamento, lo "status" politico e giuridico della NATO.
Queste accuse, saranno esposte e ampiamente documentate il 3 giugno a
Roma nella sessione plenaria del Tribunale Indipendente contro i
crimini NATO costituitosi in Italia che si terrà presso
l'Università Valdese (via Pietro Cossa 40) e saranno quindi
portate a New York, dove il 10 giugno si riunirà il Tribunale
Internazionale Indipendente promosso dall'ex Ministro della Giustizia
USA Ramsey Clark.
Invitiamo tutti i cittadini, le associazioni, le personalità
consapevoli della necessità di impedire che tali crimini siano
perpetuati e diventino anzi la norma delle relazioni internazionali, a
sostenere l'iniziativa della sezione italiana del Tribunale Clark e la
raccolta di testimonianze e documenti e partecipare attivamente
all'assemblea del 3 giugno a Roma.
Le prime adesioni a questo
appello