di Diana Johnstone
Ex portavoce dei Verdi Europei al Parlamento Europeo.
16 aprile 1999
Al Signor Josef Fischer
Vice Cancelliere, Ministro degli Esteri
Repubblica Federale Tedesca
Caro Signor Fischer,
Il 27 febbraio u.s. abbiamo colto l'occasione della tua presenza al Congresso Europeo dei Verdi a Parigi per inoltrarti una lettera di approvazione per la tua dichiarata opposizione all'uso di armi nucleari, chiedendoti di mantenere la stessa presa di posizione contro l'uso di missili e di bombardamenti aerei NATO contro la Serbia. In quell'occasione abbiamo sottolineato che: "dato che gli Stati Uniti possiedono armi ad uranio impoverito nei loro arsenali da impiegare nei bombardamenti, ogni attacco NATO in Serbia avrebbe costituito non solo una flagrante violazione delle leggi internazionali ma anche il primo passo verso l'impiego di vere e proprie armi nucleari." L'unica risposta che abbiamo ricevuto è stata indiretta, nella forma di una vigorosa approvazione dei bombardamenti NATO. Durante il Congresso abbiamo ascoltato attentamente quello che avevi da dire e conosciamo bene anche altre dichiarazioni che hai fatto prima e dopo quell'occasione. A Parigi siamo stati particolarmente colpiti dal modo con cui hai usato due pesi e due misure, in particolare i riferimenti alla Turchia e alla Yugoslavia. Rispetto alla Turchia e al problema Kurdo hai posto in rilievo la necessità di " comprendere entrambe le parti". Hai anche sottolineato che ci vuole tempo per risolvere questo problema così difficile e così carico di emotività. Hai suggerito ai nazionalisti Kurdi di "ritornare a far politica". Come mai non hai applicato lo stesso tipo di ragionamento per la Serbia e per l'etnia albanese? Pressata dai suoi leaders nazionalisti, la maggioranza albanese del Kosovo ha boicottato per molti anni tutte le possibilità di esercitare i diritti democratici in quanto cittadini yugoslavi, incluso in particolare il diritto di voto; e al contrario dei Kurdi in Turchia, gli Albanesi del Kosovo avevano garantiti non solo i diritti di cittadinanza ma anche estesi diritti culturali, specialmente il libero uso della loro lingua. I loro leaders politici non violenti sono stati attivi in Kosovo con piena libertà per anni, e hanno potuto andare liberamente all'estero per cercare appoggi internazionali per la loro lotta contro lo stato serbo. Dove mai si possono trovare al mondo dei movimenti irridentisti o separatisti in grado di operare così liberamente? Non certamente in Turchia. E ciò nonostante la Turchia viene sostenuta e la Serbia condannata. C'è un'ovvia ragione per questa flagrante doppia misura e risiede non nei princìpi, ma piuttosto nel fatto che la Turchia è un membro della NATO e la Yugoslavia non lo è. Tuttavia, in considerazione della notevole diaspora militante kurda nell'Unione Europea, deve essere fatto qualche apparente sforzo "per comprendere entrambe le parti". Per contrasto, la diaspora militante dell'etnia albanese ha cercato attivamente l'aiuto della NATO per perseguire i suoi obiettivi separatisti. La stessa Yugoslavia è stata privata di qualsiasi voce a livello delle organizzazioni internazionali , siano esse NATO, OCSE, Nazioni Unite e le sue agenzie, e non possiede alcuna diaspora militante che minacci di portare la guerra civile per le strade di Berlino o di Parigi. E quindi sembra che non ci sia alcun bisogno di "comprendere entrambe le parti". A Parigi siamo rimasti esterrefatti dal modo con cui hai sfruttato l'origine ebrea del tuo amico Daniel Cohn-Bendit per giustificare le accuse di "genocidio" contro la Yugoslavia. Daniel, hai detto dandogli una amichevole pacca sulla spalla, data la sua storia personale " ha fiutato qualcosa". Invece di fare affidamento sullo speciale olfatto di Daniel Cohn-Bendit, sarebbe stato più serio consultare, per esempio, il Signor Aca Singer, un sopravvissuto di Auschwitz e oggi leader della comunità ebraica di Belgrado. Egli ti avrebbe spiegato la differenza che c'è fra Auschwitz e Belgrado. Invece hai mandato i bombardieri tedeschi che hanno costretto il signor Singer e sua moglie, ora sulla settantina, a dormire su brande lontano da casa. Oppure avresti potuto avere qualche delucidazione dai sopravvissuti di Auschwitz, Esther Bejarano e Kurt Goldstein, che ti avrebbero fatto ricordare ciò che 'opportunamente' dimentichi, e cioè che gli Slavi in generale e i Serbi in particolare furono anch'essi oggetto di genocidio da parte dei Nazisti. Hai anche espresso la 'benevola' intenzione di " riportare il popolo serbo in Europa". Signor Fischer, forse tu non sai che i Serbi sono in Europa da più mille anni. Negli ultimi anni sono stati esclusi dalle organizzazioni internazionali ed espulsi dalle loro case in Croazia principalmente come risultato dell'insistenza del governo tedesco per concedere il riconoscimento diplomatico alla secessione non negoziata della Croazia. L'isolamento del popolo serbo a cui tu ti riferisci non è un "auto-isolamento" ma un'esclusione deliberata guidata dalla Germania in collaborazione con le lobbies croate e albanesi che hanno avuto una potente influenza sui media e sulla politica sia in Germania che negli Stati Uniti. E così, dopo averli isolati, tu offri 'generosamente' di riportarli in Europa. Ma come? Forse distruggendo le loro infrastrutture, bombardando i loro ponti, demolendo le loro industrie, derubando il suo popolo di mezzo secolo di sviluppo economico che è stato necessario per ricostruire una nazione che era stata ridotta in cenere dall'ultimo attacco tedesco? Chiedi un "patto di stabilità" per i Balcani del Sud. E' per caso una riedizione dell'hitleriano " nuovo ordine mondiale", che prometteva anch'esso stabilità e invece ha portato morte e distruzione? Il tuo metodo per "portare i Balcani nell'Unione Europea" consiste per caso nel ridurli in cenere e poi occupare quel che rimane in forma di piccoli protettorati della NATO? In altri tempi abbiamo convissuto e lavorato insieme in Germania, abbiamo ammirato il movimento pacifista tedesco ed eravamo convinti che la maggioranza dei tedeschi , specialmente la maggioranza di quelli che hanno votato per te, non avrebbe mai approvato di far guerra ad uno stato sovrano ed europeo in violazione di tutti i più importanti trattati internazionali, e che non gli sarebbe mai stato detto che l'unica opzione disponibile sarebbe stata fra la guerra o il genocidio. Questa era infatti la linea che tu hai portato avanti fin dal 6 dicembre 1995 , nel dibattito al Bundestag sulla partecipazione militare tedesca in Bosnia Erzegovina. Hai trovato, sofisticamente, il trucco adatto per portare i Verdi in linea con i piani futuri di guerra della NATO e farli diventare ( e farti diventare) dei 'veri governanti'. Il trucco è stato di ridurre il problema complesso delle relazioni fra la Germania e la ex-Yugoslavia ad un semplicistico dilemma fra due opposti "valori base dei Verdi": la pace oppure la necessità di aiutare un popolo a sopravvivere contro un 'nuovo fascismo'. Questo era un falso dilemma, creato apposta per portare i Verdi ad accettare la guerra. Armato di queste sofisticherie e della notorietà televisiva del tuo amico Cohn-Bendit, hai giocato il ruolo del pifferaio magico di Francoforte che guida i bambini Verdi sulla scogliera e poi giù nel baratro di una guerra terribile. Hai ottenuto il tuo premio: ministro degli Esteri della Repubblica Federale Tedesca. Hai iniziato una lunga carriera, e lo stesso Richard Holbrooke ha predetto che tu sarai un " grande ministro degli esteri"; ha previsto che il tuo ruolo storico è forse di trasformare la colpa tedesca per l'Olocausto in un pretesto morale per riprendere il "Drang nach Osten" ( "la avanzata verso l'Est"), vanamente propagandata dal Terzo Reich. In tal modo hai ingannato i membri del tuo stesso partito non mettendoli al corrente che l' "accordo di pace" di Rambouillet è stato in realtà un accordo di guerra fra la NATO e l' "Esercito di Liberazione del Kosovo" ( i cui notori collegamenti col traffico di eroina non possono essere sconosciuti al tuo governo), nella forma di un ultimatum a Belgrado più duro di quello emanato a Vienna nel 1914 e che è stato l'inizio della Prima Guerra Mondiale. Di fronte all'attuale insuccesso dei bombardamenti NATO in Yugoslavia, ti sei unito ai tuoi colleghi della NATO nell'esasperare la propaganda di guerra. Milosevic è ora il "nuovo Hitler" che deve essere eliminato esattamente come gli Alleati eliminarono il primo Hitler: riducendo la nazione yugoslava ad un cumulo di macerie, ingiungendo una "resa senza condizioni" e l'occupazione militare. Ah, che gioia essere dalla parte dei vincitori questa volta! No, Signor Fischer, il Signor Milosevic non è Hitler. E' un politico astuto e disonesto che ha promesso al suo popolo pace e armonia e gli consegna conflittualità e guerra. Un politico disastroso come molti altri nel mondo, alcuni dei quali non sono lontani milioni di miglia da dove abiti tu.
Diana Johnstone
Ex portavoce dei Verdi Europei al Parlamento Europeo