Le imputazioni per il governo italiano
Accusiamo le massime autorità della Repubblica in carica nel
marzo 1999 - in particolare il presidente del Consiglio dei Ministri
Massimo D’Alema e i membri del Governo per la partecipazione alla
guerra illegale e il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro
per non aver difeso la Costituzione - nonchè i loro successori
per quanto attiene ai crimini in continuità con l’aggressione
armata, ciascuno secondo la personale responsabilità scaturente
dalle diverse competenze, azioni e omissioni:
- - per avere collaborato attivamente all’aggressione contro la
Repubblica Federale Jugoslava, paese sovrano da cui non era venuta
nessuna minaccia nè all’Italia nè ai suoi alleati;
- - per aver liquidato e vanificato con l’aggressione militare le
iniziative internazionali tendenti a favorire la soluzione con mezzi
pacifici dei problemi esistenti nel Kosovo;
- - per avere violato tutti i principi del diritto internazionale e
in particolare la Carta delle Nazioni Unite, i principi del Tribunale
di Norimberga, le Convenzioni di Ginevra e i protocolli aggiuntivi
sulla tutela delle popolazioni civili, nonchè lo stesso trattato
istitutivo della NATO;
- - per aver consentito che dal proprio territorio partissero
attacchi contro istallazioni e popolazioni civili, condotti su
obiettivi e con armi appositamente studiate per infliggere il massimo
danno, anche protratto nel tempo, alle persone e alle loro condizioni
di vita (attacchi deliberati contro strutture civili, bombe a grappolo);
- - per aver consentito l’utilizzo massiccio di proiettili e
missili all’uranio impoverito, causando danni incalcolabili e per un
tempo indeterminato alle popolazioni della Federazione Jugoslava, con
enormi rischi attuali anche per i volontari civili e per i militari
italiani impegnati nel Kosovo.
- - per aver partecipato al bombardamento di impianti chimici e
farmaceutici, causando deliberatamente danni ambientali di enorme
rilevanza, tali da configurare una vera e propria guerra
batteriologica, chimica e nucleare;
- - per aver danneggiato l’economia della Costa Adriatica con la
chiusura degli aeroporti civili e per aver consentito e cercato di
occultare lo smaltimento di ordigni bellici nelle acque territoriali
italiane e in quelle immediatamente adiacenti, causando danni alle
persone, all’ambiente, all’economia;
- - per aver violato la Costituzione italiana e ignorato le
procedure che essa impone in caso di stato di guerra, guerra che non
può mai essere intrapresa dall’Italia ma solo combattuta per
difendere dall’aggressione altrui il nostro paese e i paesi di cui
l’Italia sia impegnata a condividere la difesa;
- - per avere attivamente collaborato ad affamare e sacrificare la
popolazione della Jugoslavia, sia nel corso della guerra sia con
l’imposizione di misure di embargo internazionalmente illegittime;
- - per avere attivamente collaborato a esercitare pressioni e
ingerenze contro un paese sovrano e le sue legittime istituzioni;
- - per avere inviato truppe e personale civile a governare
territori ridotti di fatto a nuovi protettorati e colonie, senza
peraltro impedire nel Kosovo la persecuzione sistematica e l’espulsione
della popolazione di etnia serba e di altre etnie non albanesi,
nonchè degli stessi abitanti di etnia albanese considerati non
affidabili o dissidenti dal nuovo potere di fatto ivi insediato in
violazione della risoluzione 1244 dell’ONU;
- - per aver usato la Missione Arcobaleno come operazione di
promozione e legittimazione della guerra, e per avere allo stesso fine
attivato o favorito una disinformazione e propaganda di guerra;
- - per avere rinunciato all’esercizio della sovranità del
nostro paese e al diritto-dovere di controllo delle attività che
vi svolgono comandi, strutture e mezzi militari stranieri;
- - per avere acconsentito a modificare, senza nessuna decisione
del Parlamento, lo "status" politico e giuridico della NATO.