«Nessuno ci ha mai chiesto basi militari, e d'altra parte non è nello spirito dei patti di mutua assistenza tra Stati liberi e sovrani come il Patto atlantico, di chiederne o concederne»
De Gasperi, di fronte al Parlamento, 16 marzo 1949
«Quando la NATO riterrà di intervenire, noi saremo con i nostri alleati». Quanto alle basi sul territorio italiano: «Visto che facciamo parte della NATO, non dobbiamo concederle», il loro impiego è automatico.
D'Alema, gennaio 1999
I nostri piloti hanno partecipato a 1378 missioni effettuate con 54 velivoli messi a disposizione della NATO. Hanno sganciato centinaia di bombe e 115 missili Harm ognuno dei quali ha un costo di 900 milioni. I nostri aerei sono stati impiegati sia in missioni di difesa aerea, sia in missioni di attacco. I Tornado Ids hanno compiuto missioni contro obiettivi fissi. Gli Amx sono stati utilizzati in particolar modo contro le forze militari serbe, principalmente in Kosovo. Su 19 basi militari italiane sono stati schierati 500 velivoli stranieri.
Fonte: il generale Mario Arpino, capo di Stato maggiore della Difesa, citato dal Corriere della Sera del 12 giugno 1999, pag.7
«L'assalto ai container della Missione Arcobaleno è la punta di un iceberg delle ruberie sistematiche e dei soprusi compiuti in Albania sotto gli occhi impotenti dellle nostre forze dell'ordine. Spiace dirlo, ma ci sembra che la razzia degli aiuti umanitari italiani abbia foraggiato la mafia albanese, aiutandola a fare il salto di qualità».
Riccardo Dibitonto, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Bari, titolare della inchiesta sulla gestione della missione Arcobaleno, cit. da Liberazione 26/10/1999.
"It was Italy's leadership that allowed NATO's strategic theory to be transformed into strategic practice"
TRADUZIONE: "E' stata la classe dirigente italiana a permettere la trasformazione della teoria strategica della NATO in pratica strategica"
Generale Wesley Clark, Roma, 7 ott. 1999