LINKS
IN DIFESA DELLA JUGOSLAVIA
Il j'accuse di Slobodan Milosevic di fronte al "Tribunale ad hoc"
dell'Aia"
http://www.pasti.org/autodif.html
http://it.groups.yahoo.com/group/icdsm-italia/message/204
https://www.cnj.it/documentazione/autodifesa04.htm
ARCHIVIO DOCUMENTAZIONE ICDSM-ITALIA
contenente le cronache dal "Tribunale ad hoc" censurate dai media
e le prove che la morte di Milošević è stata perseguita lucidamente
dalla "Corte" per anni
http://it.groups.yahoo.com/group/icdsm-italia/
BIOGRAFIA
Slobodan Milosevic nacque il 20 agosto del 1941 a Pozarevac, dove
frequentò la scuola media e il liceo, e si laureò nel 1964 a Belgrado
alla Facoltà di giurisprudenza. Fu membro della Lega dei Comunisti di
Jugoslavia dal 1959. Lavorò nel Comitato universitario della Lega dei
Comunisti di Belgrado, e poi nel servizio cittadino per l'informazione.
Fu il sostituto del direttore generale della “Techogas” e poi per
cinque anni vi svolse la funzione di direttore generale. In seguito
diventò presidente della Banca Associata di Belgrado.
Nel maggio del 1986 venne nominato presidente del Comitato centrale
della Lega dei Comunisti della Serbia, e un anno dopo presidente
della presidenza della Repubblica Federata di Serbia. E' stato
presidente del Partito socialista serbo dalla fondazione di questo
partito, nel 1990. Alle prime elezioni presidenziali multipartitiche in
Serbia, nel dicembre del 1990, come candidato del Partito socialista
serbo ricevette il 65% di voti e divenne il primo presidente della
Repubblica di Serbia. Alle successive elezioni, nel 1992, dopo lo
smembramento della RFS di Jugoslavia, venne rieletto a questa carica.
Da presidente della Serbia, nel 1995 fu uno dei firmatari dell’Accordo
di pace di Dayton per la Bosnia ed Erzegovina, assieme all’allora
presidente bosniaco, Alija Izetbegovic, e al presidente della Croazia,
Franjo Tudjman.
Venne eletto presidente della Repubblica Federale di Jugoslavia il 25
luglio del 1997, e rimase in questa funzione fino al 5 ottobre del
2000, quando, sotto la pressione dell’opinione pubblica, riconobbe la
sconfitta alle elezioni presidenziali. Milosevic fu arrestato il 1.
aprile 2001 con l'accusa di "abuso della posizione ufficiale", e
trascorse tre mesi in detenzione. In base al decreto del governo serbo
fu estradato al "Tribunale" dell’Aja il 28 giugno del 2001, che il 27
maggio 1999 lo aveva indagato, assieme ad altri quattro alti funzionari
della Repubblica Federale di Jugoslavia e della Serbia, per "crimini
contro l’umanità" e per "crimini di guerra" commessi in Kosovo.
Ha scritto il libro “Gli anni dello scioglimento”, tradotto in diverse
lingue straniere.
www.resistenze.org
- popoli resistenti - serbia - 13-03-06
Presidente Slobodan Milosevic , Ad Memoriam
Slobodan Milosevic era nato il 20 agosto 1941 a Pozarevac, Serbia.
Laureato in Legge all’università di Belgrado nel 1964.
Fu prima militante e poi dirigente della Lega dei Comunisti della
Jugoslavia e poi del Partito Socialista di Serbia, di cui fu tra i
fondatori.
A partire dagli anni ottanta era considerato uno dei migliori e più
capaci amministratori e funzionario dello Stato della Repubblica
Federale Socialista di Jugoslavia.
Nell’Aprile 1984 fu nominato Segretario della Federazione di Belgrado
della Lega dei Comunisti; dal Maggio 1986 al Maggio 1989 fu presidente
del Comitato Centrale della Lega dei Comunisti e al primo Congresso del
Partito Socialista di Serbia nel Luglio 1990 venne eletto Presidente
del Partito, che era nato dall’unificazione della Lega dei Comunisti e
dall’Unione degli operai e dei socialisti della Serbia.
Nel Maggio 1989 fu eletto Presidente della Repubblica di Serbia.
Alle prime elezioni multipartitiche in Serbia, avvenute nel Dicembre
1990, Milosevic venne nuovamente eletto Presidente della Serbia.
Dal 23 Luglio 1997 all’Ottobre 2000, egli fu il Presidente della
Repubblica Federale di Jugoslavia e membro del Consiglio Supremo della
Difesa della RFJ.
Il suo impegno ed attività sono sempre stati indirizzati alla
conservazione e difesa della Jugoslavia e dei suoi più importanti
interessi nazionali e di stato, nell’interesse del suo popolo. Sotto la
sua direzione, molte importanti riforme economiche e democratiche sono
state approvate in Serbia e in Jugoslavia, cercando di difendere gli
aspetti sociali legati ai lavoratori, al popolo, la libertà e
l’indipendenza del paese.
Il Presidente Milosevic ha sempre svolto un ruolo fondamentale di
pilastro per la pace e stabilità della regione. Egli dette il più
importante e cruciale contributo a tutti gli sforzi per il
ristabilimento della pace e della stabilità nella nostra area, come
dimostrato dagli Accordi di pace di Dayton e Parigi.
Con il mandato del governo federale jugoslavo, egli fu a capo della
delegazione jugoslava composta da tre membri provenienti dalla
Jugoslavia e tre dalla Repubblica Serba di Bosnia, che andò alle
trattative di pace di Dayton in USA nel Novembre 1995. In questa veste
fu tra i protagonisti decisivi per intavolare le trattative per la
cessazione della guerra in Bosnia e impostare gli accordi di pace, che
furono poi firmati a Parigi in Francia, il 14 Dicembre 1995, che
sancirono la fine delle ostilità e delle violenze in Bosnia Erzegovina.
Il Presidente Milosevic ha fortemente lavorato nel cercare
continuamente soluzioni di pace al problema del Kosovo Metohija. Ma nel
1999 il governo di unità nazionale da lui guidato non potè accettare
l’occupazione della Repubblica Federale di Jugoslavia, come fu cercato
di imporre attraverso i cosiddetti accordi di Rambouillet.
Egli ha guidato la resistenza del popolo serbo e jugoslavo, contro
l’aggressione della NATO che ha rappresentato una chiara violazione del
Diritto Internazionale e un crimine contro la pace.
Nel Marzo 2001 fu arrestato a Belgrado per una serie gravi di accuse,
dall’abuso di ufficio, alla corruzione, a omicidi, stragi,
concussioni... e altro ancora, il collegio difensivo in vista della
scadenza della carcerazione preventiva di 90 giorni e avendo dimostrato
l’assoluta mancanza di prove e di testimoni attendibili, chiese la
domanda di scarcerazione del Presidente entro il 30 Giugno 2001, come
previsto dai Codici giuridici e costituzionali.
Il 28 Giugno in una escalation di pressioni e ricatti esterni
verso il nuovo governo serbo, come comprovato da pubblici documenti,
Slobodan Milosevic venne letteralmente rapito dal carcere di Belgrado e
con un blitz di agenti speciali ancora oggi non identificati, con un
atto di violazione e umiliazione arrogante sia della Costituzione della
Jugoslavia e della Serbia, che delle loro leggi di stato e della
sovranità di un paese indipendente.
Venne trasferito prima in una Base militare USA in Bosnia e poi da lì
immediatamente portato al Tribunale dell’Aja in Olanda.
Egli fu rapito il giorno di San Vito (Vidovdan), giorno di festa più
grande e importante del popolo serbo, in modo da causare una
umiliazione nazionale che mai era successa nella storia della
Jugoslavia e della Serbia e che mai sarà dimenticata.
Da quel giorno per il Presidente è cominciata l’ultima sua battaglia,
come disse in una dichiarazione in aula : “ ...Non sono qui davanti ad
un Tribunale illegittimo e illegale, che non riconosco, per difendere
Slobodan Milosevic, ma solo per difendere la Jugoslavia e la dignità
del popolo serbo, e con essi la verità e la giustizia dei popoli,
contro l’arroganza e l’arbitrio dei potenti della terra, che hanno
devastato e distrutto il mio paese, e umiliato il mio popolo...”.
Una battaglia legale, storica e politica a difesa della dignità e delle
ragioni del suo popolo e del suo paese durata incessantemente e
instancabilmente per quasi cinque anni. Da quel momento egli ha
dedicato tutte le sue forze, le sue competenze, le sue capacità in una
sistematica e precisa demolizione di tutti gli impianti accusatori e
delle falsità storiche a questi collaterali, che erano insiti nelle
milioni di pagine accusatorie e centinaia di testimoni d’accusa,
rivelatisi nella maggior parte dei casi inattendibili o addirittura
falsi, come documentato nei materiali relativi alle udienze del
processo.
Nonostante pressanti appelli dei suoi avvocati e dei medici che lo
seguivano, che richiedevano cure adeguate stante le sue pessime
condizioni di salute, proprio l’arroganza e il disprezzo della vita
umana di questo Tribunale inventato, finanziato e sostenuto dalla Nato
e dai governi occidentali complici, hanno assassinato Slobodan
Milosevic, impedendogli un elementare diritto umano e civile, che è
quello di essere curati per potersi difendere. Su questi nuovi barbari
dei tempi moderni, resterà l’onta di una sconfitta totale, da un
lato giuridica, visto che dopo quasi cinque anni non erano
riusciti a dimostrare una sola accusa attendibile e provata;
dall’altro un'onta morale avendo dimostrato con i propri atti di essere
solamente uno strumento coercitivo nelle mani di pochi paesi ricchi e
potenti dell’occidente, che impongono, decretano e sentenziano sui
destini dei quattro quinti dell’umanità.
Il Presidente del Partito Socialista della Serbia, Slobodan Milosevic è
morto nella notte dell’11 Marzo 2006, in una cella del carcere di
Scheveningen, L’Aja in Olanda, per infarto conseguente
all’impossibilità di ricevere cure adeguate; al momento ci sono
dettagli da accertare, relativi ad una sua denuncia al governo russo,
inviata il giorno prima del decesso, circa un tentativo di
avvelenamento, attraverso farmaci, per le sue condizioni, letali;
medici serbi e periti inviati dal governo russo stanno in queste
ore cercando di verificare anche questo.
Lascia, dopo 48 anni vissuti fianco a fianco, la moglie Mira Markovic e
due figli.
Egli è morto lontano dalla sua terra, dal suo paese, dai suoi affetti
più cari, dal suo popolo, che solo fino a poche ore prima, aveva ancora
fermamente e orgogliosamente difeso dalle menzogne e falsità dei
padroni del mondo.
Egli resterà come un simbolo storico del suo popolo, un simbolo di
difesa della libertà, della verità, della giustizia, del socialismo
serbo e jugoslavo; di difesa dell’indipendenza e dignità nazionali,
della resistenza dei popoli all’arroganza e al nuovo fascismo
dell’imperialismo.
Un simbolo di onore e dignità, di cui ogni serbo e ogni jugoslavo di
oggi e delle future generazioni potrà sempre essere fiero, potendo
guardare chiunque negli occhi con orgoglio, e a testa alta di fronte al
mondo ed alla storia.
Cercavano e avrebbero voluto un uomo implorante, supino, arreso e
vinto, avrebbero voluto un mercante pronto a barattare la propria vita
e la propria storia per una manciata di dollari o euro, o un brandello
di futuro. Ma si sono trovati davanti un gigante, un patriota e un
combattente fiero e in piedi di fronte a loro, che li ha fronteggiati
senza tregua e timori... e hanno perso, loro.
Addio Presidente Slobodan Milosevic, ti rendiamo onore e ti ricorderemo
sempre.
Nessuno dimentica, Nulla sarà dimenticato.
Smrt Fazismu, Sloboda Narodu. Morte al fascismo, Libertà al
popolo.
A cura di Enrico Vigna, portavoce del Forum di Belgrado, Italia.
Marzo 2006