I LINK
Nota (settembre 2009): le
trascrizioni
ufficiali del "processo" non si trovano più ai
siti
http://www.un.org/icty/transe54/transe54.htm
(IN ENGLISH)
http://www.un.org/icty/transf54/transf54.htm
(EN FRANCAIS)
Esse non sono sparite, ma è diventato più complicato
reperirle.
Dalla pagina iniziale bisogna cliccare "The cases" - http://www.icty.org/action/cases/4
- poi si può cercare il nome dell'accusato; da lì si
apre una pagina da cui si accede a "Legal documents" e
da qui finalmente a "Transcripts".
"Trial" trascriptions
have not disappeared, but it has become more difficult
to find them.
From the home page it is necessary to click on "The cases"
then one has to look for the name of the accused: from
there, through another page one gets access to "Legal
documents" and from there, finally, to "Transcripts".
MORE "TRIAL"
LINKS:
http://www.milosevic-trial.org/trial/index.htm
("Trial" Resources)
http://www.slobodan-milosevic.org/trial.html
ARCHIVIO DOCUMENTAZIONE
ICDSM-ITALIA
contenente le cronache dal "Tribunale ad hoc" censurate
dai media
e le prove che la morte di Milošević è stata perseguita
lucidamente dalla "Corte" per anni
http://it.groups.yahoo.com/group/icdsm-italia/
Milosevic's death:
political assassination blamed on
victim
By Sara Flounders
(Co-Director, International Action Center, NYC,
16/3/2006)
http://www.workers.org/2006/world/milosevic-0330/
The Milosevic Case
John
Catalinotto Interviews Sara Flounders (Swans - March
27, 2006)
http://www.swans.com/library/art12/zig090.html
VIGLIACCHI, GRAN VIGLIACCHI
di Aldo Bernardini (5 aprile 2006)
http://www.pasti.org/bernar36.html
MILOSEVIC MOSCOW
REQUEST DENIED
IWPR'S TRIBUNAL
UPDATE No. 441, February 24, 2006
http://www.iwpr.net/?p=tri&s=f&o=259870&apc_state=henitrid4ab88b49ca8808cb98cf38658e3c2db
RUSSIAN REACTION TO
HAGUE TRIBUNAL'S DENIAL OF MEDICAL TREATMENT
Russian Ministry of
Foreign Affairs / Russian Press - February 25, 2006
http://www.slobodan-milosevic.org/news/rus022506.htm
TRIBUNAL SAYS DUTCH
MEDICAL CONFIDENTIALITY LAW PREVENTED THEM FROM
TELLING MILOSEVIC THE DISTURBING RESULTS OF HIS OWN
BLOOD TESTS - May 31, 2006
http://www.slobodan-milosevic.org/news/smorg053106.htm
BORISLAV MILOSEVIC
INTERVIEWED BY BELARUSIAN TELEVISION
Belarus TV - June
30, 2006
http://www.slobodan-milosevic.org/news/btv062806.htm
LE LIVRE
Maître
Jacques Vergès et Docteur Patrick Barriot
Comment
le
Tribunal de La Haye a éliminé Slobodan Milosevic
ou
L'assassinat
judiciaire
médicalement assisté
L'Age d'Homme, 2006
prix : 3 euros
2004
6 marzo 2006
http://www.pasti.org/bernar33.html
Roma, 6 marzo 2006
S.E. Fausto Pocar
Presidente dell'International Tribunal
for the former Yugoslavia
Churchillplein 1
2517JW The Hague
The Netherlands
Illustre
Presidente, caro Pocar,
perdonami se mi
rivolgo a Te personalmente per una questione delicata
che attiene al Tuo Ufficio. Di questo Ufficio do per
scontata e rispetto dunque l'indipendenza, anche se,
come penso Tu sappia, mantengo dubbi sul fondamento
giuridico del Tribunale che Tu con forte prestigio
comunque presiedi e dubbi anche su specifiche
decisioni e modi di operare dello stesso Tribunale. Se
menziono qui questi particolari, è perché intendo
parlarTi con schiettezza e lealtà assolute.
Come componente del
Comitato internazionale per la difesa di Slobodan
Milosevic e come modesto studioso ho le mie idee sulla
personalità di Milosevic e sulla sua complessiva
azione nella tragedia balcanica. Ricordo solo il
decisivo contributo da parte sua agli accordi di
Dayton e la sua battaglia, da lui vinta, perché la
Costituzione serba del 1990 e quella jugoslava
successiva non fossero ispirate a criteri etnicistici,
a differenza di quelle della maggioranza delle
Repubbliche secessioniste.
Desidero anche
ricordare il modo, non so quanto conforme ai criteri
dello stato di diritto, in cui Milosevic è stato
"trasferito" da Belgrado all'Aja. Si trattava comunque
di un ex Capo di Stato, il modo ancor mi offende. Or
volge il quinto anno che questo Capo di Stato, al
quale non può disconoscersi grande dignità, è
incarcerato, direi ad irrisione della presunzione di
innocenza. Si obietterà che questa sorte è comune a
quella di altri jugoslavi detenuti all'Aja. Ma forse
il suo caso presenta peculiarità tutte proprie:
inevitabilmente, attraverso di lui, non si giudicano
fatti specifici, ma, al di là di questi, linee
politiche generali, la decisione e l'azione per
resistere contro la disgregazione della Jugoslavia e
mantenere questa patria non per i Serbi, bensì per
tutti coloro che vi si riconoscessero. E in ciò, nel
sottoporre quel dirigente a giudizio, risulta
implicito lo sgravio di chi, anche all'esterno di
quello Stato, ha invece voluto, pianificato, attuato
la disgregazione della Jugoslavia.
Un quadro del genere
impone a Milosevic un impegno e uno sforzo sovrumani
con evidenti ricadute sulla salute. Anche in ragione
di tale quadro, e non solo per motivi di principio,
sarebbe stato impossibile per Milosevic farsi
sostituire da un legale.
In un contesto come
quello accennato, la decisione di negare a
Slobodan Milosevic la possibilità di farsi curare,
in una situazione senza dubbio piuttosto grave della
sua salute, da istituti e medici di fiducia, sotto
garanzia internazionale e precisamente di uno Stato
membro permanente del Consiglio di sicurezza, come
la Federazione russa, mi pare non rappresenti un
momento felice nell'attività del Tribunale.
Certamente, la responsabilità forse non solo storica
di quanto potrà accadere a Milosevic ricadrà sugli
autori di una decisione che non appare ispirata a
principi di giustizia e di umanità. Essa contrasta,
senza bisogno qui di entrare in particolari, con
evidenti principi dei diritti dell'uomo che tanto ci
affanniamo a proclamare. Ricordo solo la
dichiarazione di Lisbona sui diritti del paziente,
adottata dalla 34° Assemblea medica mondiale del
settembre-ottobre 1981, che va proprio nel
senso della richiesta di Slobodan Milosevic.
I popoli non
dimenticheranno.
Io mi rivolgo a Te,
senza nulla chiederTi né attendermi, perché su ciò si
rifletta. Un Tribunale che procedesse sulla strada di
una "giustizia" unilaterale in un quadro, e come
strumento, di doppi standard, oggi fin troppo evidenti
sulla scena internazionale, non favorirebbe la pace e
la comprensione fra i popoli. Esso, lungi dal
pronunciare decisioni con valore esemplare,
raggiungerebbe l'esito infausto di fomentare nuovi
odi, ostilità e i tragici fenomeni di quelle reazioni
della disperazione che il mondo che si proclama civile
rigetta, ma di cui esso porta responsabilità chiare ed
incancellabili.
Perdonami queste
parole, che - ripeto - non attendono risposte ma
riflessione serena e umana sulla condizione di
Slobodan Milosevic.
Aldo Bernardini
10 marzo 2006
LETTERA INVIATA AI MEMBRI DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA
DELL’ONU E AL PRESIDENTE DELLA CORTE DI APPELLO DEL
TRIBUNALE DELL’AJA.
Noi siamo costernati e profondamente preoccupati per il
rigetto altezzoso e dilatorio da parte della Corte del
Tribunale ICTY della richiesta dell’ex Presidente
Slobodan Milosevic, come raccomandato dal Centro Bakoulev
di Mosca di rinomanza internazionale nel campo della
Chirurgia Cardiovascolare, per essere trasferito in questo
Centro per ulteriori indagini e un possibile periodo di
cure, viste le sue condizioni cardiovascolari con pericolo
della vita. Tutto si basava sulle indagini cliniche
condotte sul Presidente Milosevic da parte di tre medici,
il 4 novembre 2005, fra cui il Dr. M.V. Shumilina, un
angiologo del Centro Bakoulev, e il Dr. L.A. Bockeria,
Direttore e Presidente del Centro Bakoulev, che
riscontravano le condizioni del Presidente Milosevic
“critiche”. La Corte ha acquisito questi responsi
medici il 15 novembre 2005.
Ancor più crea costernazione e preoccupazione la totale
mancanza da parte del Tribunale di indirizzarsi verso la
reale conoscenza delle condizioni cliniche del Presidente
Milosevic e di predisporre le indagini necessarie e il
trattamento di cure che sono di diritto per ogni
prigioniero.
Il diritto Internazionale, e in particolare la Convenzione
Internazionale per i Diritti Civili e Politici, prescrive,
e le stesse norme dell’ICTY sulla detenzione garantiscono,
il diritto dei prigionieri ad essere “trattati con umanità
e con rispetto della dignità che è insita nella persona
umana”. Per tutto il periodo del procedimento di legge,
gli accusati sono presunti innocenti, e quelli che sono
privati della loro libertà devono essere trattati in una
maniera “consona al loro stato, come persone non
riconosciute colpevoli”.
Il Presidente Milosevic remane deprivato di cure, pur in
presenza delle conclusioni del Dr. Shumilina, che definiva
il trattamento sanitario presso l’Unità di Detenzione
delle Nazioni Unite come “inadeguato”. Incredibilmente,
malgrado la sua storia di problemi cardiaci e di
ipertensione, prima del 4 novembre 2004 non gli era stata
fatta alcuna diagnosi vascolare. In più la salute del
Presidente Milosevic ha suscitato una preoccupazione
continua nel corso di tutto il processo per gli ultimi tre
anni. Lo stress dei dibattimenti, le cure non adeguate e
le condizioni della detenzione hanno pesantemente
peggiorato i suoi precedenti problemi di salute, mettendo
in pericolo la sua vita.
Il Tribunale non ha assunto alcun provvedimento per
proteggere la vita di un prigioniero le cui condizioni
fisiche sono state constatate essere critiche. Al
contrario, ha considerato trascurabile il suo dovere di
assicurare cure mediche adeguate ed indispensabili per una
persona sotto processo presso la sua Corte. Detenuti che
hanno necessità di cure speciali, come nel caso del
Presidente Milosevic, devono essere trasferiti in istituti
specializzati per quelle cure, come stabilito dai
Protocolli Standard Minimi per il Trattamento dei
Prigionieri adottati dal Primo Congresso delle Nazioni
Unite sulla Prevenzione del Crimine e il Trattamento dei
Condannati.
Il Tribunale sorprendentemente dichiara:
1. “Che ne’ il Dr. Shumilina e nemmeno il Dr.
Bockeria hanno stabilito che il Centro di Bakoulev è la
sola possibile struttura per una diagnosi appropriata e un
trattamento di cure relative alle condizioni
dell’accusato”. Che atteggiamento presuntuoso potrebbe
indurre quei medici ad una tale vanteria? Loro, di sicuro
pensano che il loro Centro sia il migliore e questa
conclusione è giustificata.
Invece, nessuna fiducia può essere riposta nelle scelte
mediche delle autorità della Corte dopo anni di negligenze
e dopo la scelta, nel dicembre 2005, del Dr. Aarts, un
radiologo neurologico Olandese, che non ha riscontrato nel
Presidente Milosevic alcuna condizione patologica e non ha
fatto alcuna raccomandazione per un trattamento urgente di
cure.
2. Che “...accoglie la proposta del
Procuratore di Accusa che, se l’Accusato desidera essere
curato da specialisti che non si trovano in Olanda, allora
questi medici possono venire qui a curarlo.” Persone
ricche e famose si recano da ogni parte del mondo per
raggiungere centri medici del tipo Bakoulev, spesso anche
se lo stesso viaggio costituisce per loro un rischio.
Nessuno di loro pensa che le prestazioni di cure della
stessa qualità possano essere fornite da teams sanitari
itineranti dei migliori medici del mondo e se questo
potesse avvenire, il numero di pazienti da loro curati
sarebbe drasticamente ridotto.
Entrambe le risoluzioni sono assurde in un procedimento,
dove la vita e i diritti fondamentali sono una scommessa.
E allora, come fa l’organo giudicante collegiale a
giustificare le sue autorizzazioni a Pavle Strugar per
essere ripetutamente rilasciato per recarsi in Montenegro,
un’entità che non è membro dell’ONU, per un’operazione
chirurgica sostitutiva al femore, una procedura abbastanza
sicura, semplice e di minor
gravità?
Procuratore di Accusa v. Pavle Strugar, IT-01-42- A, 3
dicembre 2001, 16 dicembre 2005.
La conclusione finale del Tribunale afferma che “ la Corte
non è soddisfatta…che è cosa più probabile che l’Accusato,
se rilasciato, non faccia più ritorno per la continuazione
del suo processo.” Che la Corte abbia più fiducia nel
governo del Montenegro o nell’amministrazione ad interim
del Kosovo che nella Federazione Russa, che ha dato la sua
parola per il ritorno del Presidente Milosevic, è cosa
inspiegabile, ma l’insulto ad un membro permanente del
Consiglio di Sicurezza è inevitabile.
Il negare le cure mediche necessarie al Presidente
Milosevic risiede nella fiducia del Tribunale che il
processo si trovi “nelle sue fasi conclusive…alla fine
delle quali…l’Accusato può trovarsi di fronte alla
possibilità di un imprigionamento a vita”, e questo,
al meglio, è irrazionale.
Cosa significa, che in tali circostanze per un prigioniero
può essere cosa migliore morire? È troppo tardi per un
trattamento medico necessario urgentemente?
Significa che “la possibilità di ergastolo” è più alta
nelle ultime fasi del processo che all’inizio? Allora
bisogna sottoporre a critiche l’importanza e la pesantezza
delle prove per le quali si è iniziato a giudicare!
Un imputato che ritiene sarebbe stato imprigionato e
condannato a vita avrebbe atteso le ultime fasi del
processo per cercare dei mezzi per fuggire? Una
Corte imparziale sarebbe obbligata ad esaminare tutte le
prove testimoniali prima di raggiungere una decisione,
prima di credere che l’imputato preferisca fuggire nelle
ultime fasi di un processo che non al suo inizio, salvo
che la Corte non abbia già ritenuto che le prove
supportino una pesante sentenza? La Corte ha messo in luce
i suoi pregiudizi con questo suo grottesco affidamento su
un presumibile timore di una sentenza di carcere a vita da
parte dell’Accusato nelle ultime fasi di questo
processo?
In fatto e in diritto, la decisione del Tribunale è
insopportabile. Rivela la strategia della Corte, senza
tante scuse, di mantenere il suo pregiudizio e mette in
piena luce le sue insufficienze per proteggere la salute
di questo prigioniero.
La decisione è tanto irragionevole e completamente
ingiusta, tanto da dimostrare l’apparenza e la sostanza
del pregiudizio processuale.
La Corte ha stabilito che il Presidente Milosevic deve
affrontare la eventualità di morire, visto che esiste la
possibilità di una sentenza di carcere a vita.
Questa decisione, da sola, se confermata dalla Corte di
Appello, procurerà un grande vulnus all’ICTY e al diritto
internazionale umanitario. La morte, o le serie
limitazioni al Presidente Milosevic di avvalersi di cure
mediche, imporranno la medesima sentenza all’ICTY e al
diritto internazionale, come strumenti di pace.
Noi vi esortiamo a rovesciare la decisione della Corte e
di ordinare l’immediato trasferimento del Presidente
Milosevic al Centro Bakoulev per gli esami e il
trattamento clinico, sotto le condizioni proposte.
(Conclusione per il Consiglio di Sicurezza)
Noi vi esortiamo a rivolgervi all’ICTY per decretare
l’immediato trasferimento del Presidente Milosevic al
Centro Bakoulev per gli esami e il trattamento clinico,
sotto le condizioni proposte.
Ci rimettiamo rispettosamente,
Ramsey Clark, ex Procuratore Generale degli Stati Uniti,
USA
Professor Velko Valkanov, dottore in legge, Presidente del
Comitato per i Diritti Umani, ex MP, Bulgaria
Professor Alexander Zinoviev, filosofo, scrittore,
Federazione Russa
Professor Sergei Baburin, dottore in legge, Vice
Presidente della Duma di Stato dell’Assemblea Parlamentare
della Federazione Russa
Vojtech Filip, dottore in legge, Vice Presidente della
Camera dei Deputati del Parlamento della Repubblica
Ceca.
Thanassis Pafilis, Membro del Parlamento Europeo,
Segretario Generale del Comitato per la Pace nel Mondo,
Grecia
Tiphaine Dickson, giurista di criminologia internazionale,
Quebec
Professor Aldo Bernardini, dottore di diritto
internazionale, Italia
Christopher Black, giurista di criminologia
internazionale, Canada
Klaus Hartmann, Vice Presidente dell’Unione Mondiale dei
Liberi Pensatori, Germania
(trad. di Curzio Bettio)
11 marzo 2006
GRAVE LUTTO PER I SINCERI DEMOCRATICI, PER I COMPAGNI, PER
I PROGRESSISTI, PER GLI ANTIFASCISTI
In veste di Presidente dell' ICDSM sezione Italia ed
altresì come già partigiana nella Lotta di Resistenza
contro il nazifascismo esprimo profondo cordoglio per la
perdita del Presidente Slobodan Milosevic più volte eletto
dal suo popolo al quale ha dedicato intelligenza, affetto,
difesa. Le oscure ragioni della sua drammatica fine ci
inducono a richiamare l'attenzione sull' atroce
comportamento del cosiddetto civile mondo occidentale che
non ha né limiti né scrupoli ad impegnarsi per la
salvaguardia dell'imperialismo monopolare per il quale
troppi popoli pagano prezzi altissimi.
In carcere si muore solo per assassinio.
Miriam Pellegrini Ferri
***
Dichiarazione
Il presidente Slobodan Milosevic, il più grande
combattente per la libertà e la dignità della gente della
Serbia ed il maggiore simbolo internazionale della lotta
per i diritti dei popoli, è stato assassinato questa
mattina nell'unità di detenzione in Scheveningen.
Di questo crimine, il "Tribunale dell'Aia" è direttamente
responsabile, attraverso il diniego di permettere il suo
trattamento medico a Mosca, nonostante il suo stato di
salute critico.
Richiediamo al Segretario Generale dell' ONU di sospendere
immediatamente i lavori di questa istituzione criminale,
ed al Consiglio di Sicurezza dell'ONU chiediamo di
abolirla.
Richiediamo alle autorità della Serbia di tagliare
immediatamente ogni cooperazione con il "Tribunale" e di
rendere possibile alla gente di esprimere cordoglio al
presidente Milosevic. Se rifiuteranno, ne risponderanno
davanti al popolo.
Chi era, e perchè lottare per Slobodan Milosevic, lo sanno
meglio di chiunque altro la gente della Serbia e quelli
che nel mondo amano la libertà. La sua morte deve
contrassegnare la fine delle politiche perfide e servili
che conducono il paese ed il popolo alla rovina.
Invitiamo la gente ad unirsi in difesa della propria
libertà e dignità, come ha sempre fatto Slobodan
Milosevic.
Il libro delle condoglianze sarà aperto domenica, il 12
marzo, a partire dalle ore 9 nei locali dell'associazione
Sloboda/Libertà, in Via Rajiceva 16 a Belgrado.
Associazione Sloboda/Libertà
Comitato nazionale di per la liberazione di Slobodan
Milosevic
Riproduciamo a fianco la
lettera inviata da Milošević l'8 marzo 2006, e ricevuta
l'11 marzo all'Ambasciata russa in Olanda; traduzione
originale: AP; fonte: quotidiano junge
Welt (Germania) del 15 marzo 2006; versione italiana
a cura di ICDSM-Italia.
MILOSEVIC:
CONSIGLIERE, MI PARLO' DI TENTATIVI AVVELENAMENTO
(2)
(ANSA-AFP) - L'AJA, 11 MAR - ''Insisto su questa
richiesta. Ne ho anche informato l'ambasciata di
Russia'', ha aggiunto Tomanovic, a proposito della
domanda per far fare l'autopsia a Mosca. La salma di
Slobodan Milosevic e' stata trasportata a fine
giornata all'Istituto medico-legale olandese (Nfi)
all'Aja, dove l'esame autoptico dovrebbe cominciare
domattina. All'autopsia - ha annunciato stasera il
Tpi - partecipera' un medico serbo, nella
fattispecie il medico-capo del Consiglio nazionale
serbo di cooperazione con il Tribunale penale
internazionale sulla ex Jugoslavia. Il Tpi, per
contro, non si e' pronunciato sulla richiesta di
Tomanovic di eseguire l'autopsia a Mosca.
Annunciando l'autopsia e l'esame tossicologico, una
portavoce del Tribunale ha detto che ''non vi sono
segni che (Milosevic) si sia suicidato''. Per
conoscere le cause della morte - ha aggiunto -
occorre attendere i risultati dell'esame autoptico.
(ANSA-AFP). DIG
11/03/2006 22:17
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L'ULTIMA LETTERA DI MILOSEVIC
Gentili signore e
signori,
Vi invio i miei
ringraziamenti per la solidarietà che avete manifestato
dichiarandovi pronti ad accettarmi per una cura medica.
Vorrei informarvi della cosa seguente: credo che
l'ostinazione con cui mi hanno rifiutato un trattamento
in Russia sia motivata, in primo luogo, dal timore che
in occasione di esami approfonditi, si scoprirebbe che
sono stati effettuati interventi attivi e maliziosi allo
scopo di nuocere alla mia salute. Questi interventi non
possono restare nascosti a specialisti russi.
Per giustificare le mie
accuse, vi presento un semplice esempio che troverete in
allegato. Questo documento, che ho ricevuto il 7 marzo,
mostra che il 12 gennaio una medicina particolarmente
forte fu individuata nel mio sangue e che, come
dichiarano loro stessi, essa è utilizzata per trattare
la tubercolosi e la lebbra, benché io non abbia preso,
durante questi cinque anni nella loro prigione, alcun
antibiotico.
Durante tutto questo
tempo, non ho mai avuto, a parte l'influenza, alcuna
malattia contagiosa. Anche il fatto che i medici hanno
impiegato due mesi (per informare sui risultati
dell'esame, N.d.Red) può essere spiegato soltanto da una
manipolazione. I responsabili di questi atti non possono
realmente curare la mia malattia, e neppure quelli
contro i quali ho difeso il mio paese in tempo di guerra
e che hanno un interesse a farmi tacere.
Cari signori, voi sapete
che medici russi sono giunti alla conclusione che
l'esame ed il trattamento dei problemi dei vasi
sanguigni nella mia testa sono necessari ed urgenti.
Ecco perché mi rivolgo a voi, nella speranza che mi
aiutiate a difendere la mia salute contro le attività
criminali in questa istituzione che lavora sotto l'egida
dell'ONU, e che io riceva prima possibile un trattamento
adeguato nel vostro ospedale dai medici in cui nutro
fiducia totale, come nella Russia.
Vi prego di accettare,
signore e signori, l'espressione del mio rispetto
profondo.
Slobodan Milosevic
|
12 marzo 2006
MILOSEVIC: TV, IN PASSATO TRACCE SOSTANZE INSOLITE IN SANGUE
(ANSA) - L'AJA, 12 MAR - Da un'analisi del sangue realizzata
su Slobodan Milosevic tra novembre e gennaio e' risultata la
presenza di tracce di sostanze inconsuete. Lo ha detto la tv
statale olandese Nos, citando fonti non identificate. Nel
sangue c'erano tracce di sostanze spesso utilizzate per
pazienti malati di lebbra o tubercolosi, ha aggiunto
l'emittente tv olandese. Oggi uno dei consiglieri giuridici di
Slobo Zdenko Tomanovic aveva detto alla stampa che Milosevic
aveva venerdi' denunciato, con una lettera inviata
all'ambasciata russa all'Aja, che c'erano stati tentativi di
avvelenarlo facendogli assumere forti farmaci contro queste
due malattie. La fonte della tv potrebbe essere lo stesso
Tomanovic. (ANSA). RIG
12/03/2006 19:41
13 marzo 2006
MILOSEVIC: VEDOVA, SLOBODAN ERA
TERRIBILMENTE DEBILITATO
(ANSA-AFP) - BELGRADO, 13 MAR - Mira Markovic, vedova di
Slobodan Milosevic, ha affermato che suo marito, negli ultimi
tempi, era ''terribilmente debilitato'', sembrando cosi'
accreditare la tesi di una morte naturale per arresto
cardiaco. In una intervista al quotidiano belgradese Vecernje
novosti, oggi in edicola, la Markovic ha affermato che il
Tribunale Penale Internazionale ''non gli ha permesso di
ricevere il trattamento di cui aveva bisogno, né si e' pensato
di fare una pausa al processo per permettergli di
riprendersi''. Secondo la vedova ''non sono state prese
adeguate misure e percio' gli e' stata accorciata la vita''.
Una equipe internazionale di medici ''aveva constatato che
Slobodan soffriva di guai vascolari alla testa che avrebbero
consigliato un arresto di tutte le attivita' e una
ospedalizzazione. Ma non e' stato consentito'', ha aggiunto la
Markovic. ''Si e' trattato -ha dichiarato ancora la vedova- di
una liquidazione fisica pianificata'', organizzata ''perché
non potevano rilasciarlo pur non avendo trovato prove per
condannarlo''. Intanto gli esperti serbi che hanno
supervisionato l'autopsia di Slobodan Milosevic a L'Aja si
sono dichiarati soddisfatti dell'''alta professionalita''' dei
medici legali olandesi. Lo hanno annunciato nella tarda serata
di ieri le autorita' di Belgrado. Secondo un comunicato del
Consiglio Nazionale per la cooperazione con il Tpi ''gli
esperti serbi che hanno supervisionato l'autopsia hanno
ritenuto che l'intera procedura e' stata realizzata in maniera
molto professionale''.(ANSA-AFP). KTA
13/03/2006 00:36
"Milosevic era
ridotto malissimo nei giorni antecedenti"...
Un imputato dalla Croazia all'Aja (Kordic) ha riferito di avere
avuto un breve incontro con SM il giorno prima che è morto. SM
andava frequentemente al bagno; camminava con grande fatica,
dondolando. Era ridotto male, non rasato, con le gote rientrate,
le occhiaie nere.
"Slobodana Miloševica vidio
sam dan uoci njegove smrti. Nekoliko je puta išao u toalet.
Jedva je hodao, gegao se. Bio je oronuo, neobrijan, vidno
upalih obraza i tamnih podocnjaka. Gledao je kroz staklo u
veliku prostoriju u kojoj smo sjedili, kao da je nekoga
tražio..."
(Fonte:
http://www.vecernji-list.hr/newsroom/news/croatia/503322/index.do
)
Sul "Glas Javnosti" di Belgrado si legge invece che erano stati
riscontrati anche altri farmaci nelle analisi (tra cui il
diazepam, un banalissimo e bruttissimo farmaco ansiolitico), non
dichiarati nel registro delle cure mediche. Il diazepam non è
stato rilevato durante la prima analisi del sangue, mentre sul
test ripetuto sul medesimo campione, poco dopo, è stato
riscontrato.
(Fonte:
http://www.glas-javnosti.co.yu/danas/srpski/P06031402.shtml )
(a cura di Dk)
Ci sono molti indizi che la morte di Milosevic fu
pianificata
Efraín Chury Iribarne intervista
James
Petras - Lunedi 13 marzo 2006 - Fonte:
CX36 Radio Centenario
Efraín Chury
Iribarne:
Ha preso corpo la notizia della morte di
Milosevic, si parla della somministrazione di una medicina non
indicata dai medici e ci si chiede: Questo può esser vero? Si può
trattare di un omicidio? Perchè e chi sarebbe interessato ad
ucciderlo?
Petras:
Bene, stiamo considerando la sua morte e ci
sono molti indizi che ci sia stato qualcosa di pianificato. Per
due motivi: primo, lui sospettava che gli stavano mettendo del
veleno nel cibo e si sentiva male, lo stesso avvocato di Milosevic
ha detto che la vittima sospettava che volevano liquidarlo.
Secondo, era ben noto che aveva problemi di salute, soffriva di
pressione alta, ipertensione. Si fece richiesta che gli dessero il
permesso per andare in Russia a curarsi, anche lo stato russo si
offrì di averlo in cura e di rimadarlo in tribunale quando sarebbe
finita la cura, ed il giudice Robertson, benché sapesse dei suoi
problemi di salute, compresi i rapporti dei medici del tribunale,
non lo permise. Anche recentemente, quando Milosevic dovette
interrompere la propria difesa perchè aveva terribili dolori alla
testa, gli negarono tutte le cure mediche affinchè morisse.
E perchè volevano ucciderlo? Per un fatto molto
grave, e cioè che
Milosevic
avrebbe chiesto che i giudici presentassero a Clinton ed ai
funzionari del Dipartimento di Stato la richiesta di
testimoniare in tribunale, e questo mi sembra che
rivelasse i molti interessi degli USA nelle aggressioni alla
Jugoslavia.
C'era il rischio che
si richiedesse la presenza di leader come Tony Blair e altri fra
i più colpevoli delle atrocità perpetrate durante al guerra,
idem per i tedeschi.
E se questa linea fosse passata e i testimoni
non fossero comparsi era inevitabile che dovessero finire il
processo e liberare Milosevic, perchè avrebbe interferito con la
difesa e non era possibile continuare con il procedimento se gli
implicati non fossero comparsi. Allora erano di fronte a due
opzioni molto sfavorevoli: o la testimonianza dei leader
occidentali in tribunale o la fine del processo e la liberazione
di Milosevic.
Questo vuol dire che
i governi inglese, tedesco e nordamericano avevano un
grande interesse ad assassinare Milosevic, perchè si stava
creando una situazione molto svantaggiosa e altamente rischiosa.
Per questa ragione io credo che l'unico modo di trattare l'affare
sia un'indagine patologico-forense realizzata da persone
completamente indipendenti.
Ora, il problema è che i tossicologi devono
agire in fretta perchè ci sono dei veleni che possono scomparire
in tempi brevi, dopo 24 ore già non si rilevano più. E invece di
consentire un'indagine patologico-forense rapida, hanno consegnato
il cadavere ad alcuni personaggi olandesi e dopo di loro passerà
ad altri, e in questo lasso non si possono rilevare questo tipo di
sostanze tossiche che hanno una tendenza a dissolversi e
scomparire.
Allora io credo che per lo meno rimane chiaro
che le autorità hanno permesso il peggioramento della malattia
affinchè morisse e perchè apparisse, per usare l'eufemismo che
loro usano, che fu per cause naturali, che è un'altra cosa molto
opinabile.
Per questo, Chury, dico che Milosevic era un
testimome altamente importante per tutto il mondo perchè mostrava
che la politica di accuse false e omicidi non è solo un problema
dell'Irak e dei paesi arabi musulmani, ma che ci sono anche
funzionari occidentali invischiati. (...)
14-15 marzo 2006
Fonte: http://www.resistenze.org/sito/te/po/se/pose6c17.htm
dal Giornale"Novosti", 14-03-2006
Intervista alla Dr. Mirjana Markovi´c Milosevic
VOGLIO CHE TORNI A CASA
- Non ho ancora deciso sul luogo della sepoltura di mio marito. Se
fossi nella posizione di decidere, sarei per Požarevac. Purtroppo,
sono ancora ostaggio del mandato di cattura dell’Interpol - ha
detto la moglie di Slobodan Miloševi´c, dr Mirjana Markovi´c.
Lei ha ribadito una sua affermazione al nostro giornale: "Il
Tribunale dell’Aja ha ucciso mio marito", ed ha aggiunto un suo
chiarimento: - Questo perchè si sono trovati nei guai in quanto
per il processo erano rimaste soltanto 37 ore di dibattimento, e
loro non avevano prove per condannarlo legalmente, ma al contempo
non potevano neanche liberarlo – in quanto è ormai chiaro che
avevano creato questo tribunale apposta per lui!
Su che cosa basa le sue affermazioni?
- Slobodan ormai era malato da lungo tempo e lo diventava sempre
di più. Lui richiamava l'attenzione della corte sul fatto che si
sentiva male, però non gli permettevano di curarsi. Non gli hanno
neanche dato la possibilità di avere una pausa per una
convalescenza. In realtà, non sarebbe bastata una convalescenza,
servivano delle cure appropriate. L'ultimo consulto internazionale
di medici da Francia, Russia, Jugoslavia, ha constatato certi
cambiamenti vascolari nella testa, per i quali un'urgente
interruzione di tutte le attività sarebbe stata indispensabile,
nonché delle cure ospedaliere. Loro, però, non gli hanno
consentito neanche questo. La pausa che gli è stata concessa non
prevedeva un ciclo di cure. Gli hanno vietato il viaggio per
curarsi a Mosca. Sappiamo che stare sdraiati in una cella non cura
nessuno.
Lui come reagiva a questo?
- Anche a voi è noto che dopo la pausa, lui ha continuato con
l'enorme lavoro, di cui era ormai esausto, e le conseguenze ci
sarebbero state anche per qualsiasi uomo più giovane e fisicamente
sano; mentre lui, come sapete, non lo era più.
L'anno scorso passava tre giorni alla settimana nell'aula del
tribunale. Negli anni precedenti, ci stava anche quattro, cinque
giorni in aula. In queste situazioni succedeva molto spesso che il
mezzo di trasporto che doveva portarlo al Tribunale tardava anche
per due ore, e lui trascorreva questo tempo in una stanza fredda:
esausto, affamato e malato. Tornando dal processo alla cella,
stante la mole delle cose da fare per l’udienza successiva, non
aveva neanche più la lucidità di decidere che cosa doveva
fare per primo: mangiare, oppure prepararsi per la giornata
successiva. Aveva cinque milioni pagine da leggere! Mi diceva che
non era mai riuscito ad avvicinarsi a questa mole di materiali con
un qualche metodo e ad utilizzarla a dovere. Neanche per questo
godeva delle condizioni minime necessarie!
Su che cosa si basano i vostri dubbi che sia stato ucciso?
- Devo dire anche che gli capitava di non uscire all’aria aperta
per mesi interi. Le sue domande di mettersi in contatto con il
medico trovavano risposta nella visita settimanale del medico del
carcere - che era al servizio per tutto il carcere! Fosse per una
infiammazione del fegato, per la rottura di una gamba o un
controllo della vista... questo medico era "universale" per tutte
le malattie; uno diverso non veniva preso neanche in
considerazione. Questo era il sistema del Tribunale.
Nonostante tutte queste circostanze, Slobodan lavorava tantissimo,
intellettualmente era molto preso, ma molto stanco. Queste
situazioni senza riposo si susseguivano quasi ogni giorno, con una
alimentazione pessima, privato dell'aria aperta... Semplicemente,
lo si portava verso un esaurimento profondo, verso quella
fine sopraggiunta l'altro ieri. Non posso dire se questo che ho
fin qui esposto si potrebbe descrivere con il termine di
assassinio indiretto. Forse sono state aggiunte altre misure
fisiologiche al livello del suo fisico che gli hanno accorciato la
vita.
Quali sono le "misure" a cui allude, ha degli esempi concreti di
cui suo marito si è lamentato?
- Mi diceva, per esempio, che nelle cuffie c'era qualcosa che
creava danni alle vene capillari nella testa. Lui aveva richiamato
l'attenzione su questo. Questo è stato un ammonimento che lui ha
fatto al tribunale dell’Aja, voglio dire che non vi sto rivelando
alcun segreto. In tutte le situazioni quando chiedeva la parola
per i problemi di salute, il presidente della Corte gli toglieva
la parola. Tutti lo potevano constatare. A partire da tutto
questo, si può parlare di eliminazione fisica, 37 ore (di
dibattimento, ndt) prima della fine del processo.
Per quale motivo il Tribunale avrebbe voluto evitare di portarlo
ad una condanna?
- Come potevano condannarlo, quando non avevano accertato alcuna
prova di colpevolezza? Nelle 37 ore rimanenti non avrebbero potuto
stabilire nulla che non gli era stato possibile provare in questi
cinque anni. Il loro problema era che non riuscivano a condannarlo
legalmente. Nello stesso tempo, come avrebbero potuto metterlo in
libertà, quando avevano creato un Tribunale apposta per lui! Hanno
impiegato tanta fatica, e portato lì a testimoniare così tanti
farabutti, ladri e bugiardi... Si sono trovati in difficoltà ed
hanno deciso che sarebbe stato meglio che lui fisicamente non ci
fosse più. Secondo la loro opinione questa era una soluzione
"elegante". L'hanno perciò ammazzato gli assassini dell'Aja.
Assieme a loro sono responsabili coloro che hanno partecipato,
ideato e finanziato quest’apparato mostruoso del mondo moderno.
Non elenco chi sono loro di persona. Ma quelli che hanno compiuto
questo atto si riconosceranno da soli in queste parole.
Quando ha visto suo marito per l'ultima volta?
- Ci siamo visti esattamente tre anni e due mesi fa. Le mie visite
sono state rese impossibili per via dell'operazione "Sciabola"
(ndt: una retata di migliaia di oppositori in conseguenza
dell’omicidio dell’allora primo ministro Z. Djindijc, poi quasi
tutti rilasciati dopo qualche mese di carcere), quando emisero un
mandato di cattura contro di me. Questo era del tipo "rosso", il
più pesante che c’è, perché avevo messo in contatto - cito
esattamente: una certa donna, segretaria del Governo, con la baby
sitter di mio figlio, per cui questa aveva chiesto ad una
segretaria del Governo se poteva fargli assegnare un appartamento
monolocale per lei e per il suo figlio piccolo. Per questo
crimine, per averle messe in contatto, perché la baby sitter
potesse ottenere un appartamento poco più grande di una grossa
scrivania, è stato emanato un mandato di cattura Interpol del tipo
"rosso". Mio marito mi aveva detto che la metà dei paesi non
avevano mai accettato questo mandato, poiché non è possibile che
sia formulato per un tale "crimine". Per dire la verità: non ero
affatto intervenuta per quell’appartamento! Non ho avuto alcun
ruolo in tutto ciò. Naturalmente, è chiaro non solo a me che
quest’appartamento non aveva proprio un bel niente a che fare con
un qualche presunto gravissimo crimine, ma si trattava soltanto di
un disegno in modo che Slobodan avesse ulteriori problemi laggiù e
soffrisse di più.
Quando vi siete sentiti con lui per l'ultima volta?
- Nella serata di venerdì scorso. Di solito ci
sentivamo di sera verso le otto e mezza, prima della chiusura
della cella. Di solito, mi chiamava verso le otto di sera. Mi ha
detto: "Dormi bene, mia cara! Quando mi sveglio domattina, ti
chiamerò".
Ed è successo quello che è successo.
Avete l'intenzione di ritirare la salma all'Aja? E, secondo lei,
queste circostanze avranno un ruolo sulla determinazione del luogo
di sepoltura?
- Non ho ancora deciso niente. Come posso andare all’Aja per
ritirare la salma, con il mandato di cattura sulla mia testa?
Spera in un'abolizione del mandato di cattura? Nel caso Belgrado
lo revocasse, l'accetterebbe?
- L'accetterei, naturalmente. Come potrei non accettarlo, visto
che vivo come un ostaggio da tre anni, dall'apertura
dell’operazione "Sciabola" fino ad oggi.
(...) E’ al corrente del fatto che il mandato di cattura su suo
figlio Marko è stato ritirato...
- So che Marko può andare...
La gente di Požarevac chiede che venga sepolto là, l'SPS è
dell'opinione che la cerimonia si dovrebbe svolgere nel Viale
degli Eroi a Belgrado, subentra anche l’ipotesi Montenegro:
cosa ne pensa lei di tutto ciò? (...) Se fosse lei da sola a
decidere, sceglierebbe Požarevac o Belgrado?
- Se decidessi io da sola? Požarevac, senz'altro. (...)
Per mesi nella cella di Slobodan tenevano accese le video-camere
senza interruzione, le luci erano accese costantemente, tutto
affinchè non potesse dormire. Questa è una delle note forme di
tortura, il cui scopo consiste nel disintegrare nei nervi la
persona, non permetterle di dormire, lavorare, ragionare, cosicchè
diventi irritata, incapace di agire...
Nell'occasione di una mia visita in Olanda dovetti firmare
un documento, che non avrei mai rivelato queste informazioni,
proprio queste di cui la sto informando ora. Dovevo tacere su
tutto ciò. Che orrore! Naturalmente, è tremendo il fatto che
nessuno abbia denunciato che lo sottomettevano a questo, mentre ne
erano informati. E' tremendo che nessuno abbia mai protestato
contro tutto questo.
In alcuni media si insinua un dubbio che il suo marito abbia fatto
un gesto autolesionista contro di se'.
- Dovrebbero inventare qualcosa di più originale. Potete discutere
su questo tema con Zdenko Tomanovi´c, penso (ndt.: consigliere
legale di fiducia di Milosevic). E' stato lui a vederlo sempre,
anche subito dopo il decesso. Queste insinuazioni sono talmente
teatrali, come dire... sono il frutto di gente perversa.
Milena MARKOVI´C, Novosti
Da: www.novosti.co.yu (14/03/06)
Traduzione di D. Kovacevic, revisione ed adattamento del testo a
cura di ICDSM-Italia.
Mistero Milosevic? Non è stato curato
di Igor Fiatti
su Il Manifesto del 14/03/2006
http://www.lernesto.it/index.aspx?m=77&f=2&IDArticolo=8401
Funerali a Belgrado, dopo le condizioni dei socialisti serbi
che minacciavano di non sostenere più il governo. Si
rincorrono voci di gialli e «farmaci presi apposta». La verità
è una sola: ogni volta che era malato il Tribunale e i media
dubitavano
(...) Intanto è ancora mistero sulle cause dell'infarto che ha
provocato la morte del superimputato dell'Aja. Secondo il
tossicologo olandese Donald Uges, Milosevic è deceduto perché
ha preso volontariamente medicinali sbagliati. Alla base di
questa teoria ci sarebbero le sue analisi del sangue e delle
tracce di un antibiotico che non gli era stato prescritto.
«Con la Rifampicina, si possono prendere altre pillole, ma il
fegato comincia a metabolizzare tanto da renderle del tutto
inefficaci» ha detto Uges. Insomma, un lento suicidio. Ma non
è dello stesso avviso il cardiologo italiano Alessandro
Boccanelli: «L'ipotesi più plausibile è che Milosevic sia
deceduto a causa di un infarto la cui insorgenza però non può
essere correlata all'uso della Rifampicina». E le
responsabilità sulla scomparsa dell'ex presidente jugoslavo
riportano dei toni quasi da guerra fredda. «Con una migliore
assistenza medica potevano salvarlo». «L'hanno ucciso perché
dopo cinque anni di processo non riuscivano ad arrivare ad una
condanna ben argomentata». «La sua morte è un crimine
dell'imperialismo». Voci di Russia. Da Mosca arrivano commenti
non troppo teneri per il Tribunale penale internazionale
dell'Aja. Persino il ministro degli Esteri russo Serghei
Lavrov ha rivendicato «il diritto di non aver fiducia» nella
perizia medico-legale fatta al corpo di Milosevic, e ha
annunciato che il Cremlino invierà in Olanda un gruppo di
dottori per verificare di prima mano l'attendibilità dei
risultati dell'autopsia. Per il Cremlino, l'ex uomo forte di
Belgrado poteva essere salvato.
Ne è convinto il rinomato cardiologo Leo Bokeria, che era
pronto ad accoglierlo a braccia aperte nella rinomata clinica
moscovita da lui diretta: il Centro cardio-vascolare Bakuliev.
«Milosevic - ha accusato il professor Bokeria - è deceduto
perché non è stato ben seguito. Se aveva manifestato sintomi
di infarto bisognava fare una coronarografia. Si sarebbe così
scoperto quanto le sue arterie si erano ristrette e si poteva
allora intervenire con i bypass, come si fa in dozzine di
paesi». (...)
MILOSEVIC: DEPUTATI RUSSI PER INCHIESTA INTERNAZIONALE
(ANSA) - MOSCA, 14 MAR - Con una risoluzione approvata all'
unanimita' i deputati russi hanno chiesto oggi l'apertura di una
inchiesta internazionale ''indipendente'' sulle circostanze
della morte dell'ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic e
hanno definito ''inopportuna'' l'ulteriore esistenza del
Tribunale internazionale dell'Aja sull'ex Jugoslavia (Tpi). In
aula al momento del voto della risoluzione erano presenti 432
deputati. Si intitoli una strada di San Pietroburgo a Slobodan
Milosevic, ''caduto tragicamente dietro le sbarre del cosidetto
tribunale dell'Aja'': lo chiedono a gran voce i comunisti
dell'ex-capitale zarista, in una lettera aperta alla
governatrice della regione Valentina Matvienko e al presidente
Vladimir Putin. Principale forza di opposizione, i comunisti
russi stanno difendendo a spada tratta l'ex-presidente jugoslavo
al punto da inserirlo nello stesso Pantheon dove venerano
Gramsci, Allende, Lenin e Che Guevara. Hanno anche individuato
la strada da ribattezzare cosi' da ''immortalare la memoria''
del defunto leader serbo: via Belgrado. Nell'appello a Putin e
alla Matvienko si chiede anche che nel parco vicino all'attuale
via Belgrado sia eretto un busto di Milosevic. I comunisti di
San Pietroburgo si dicono convinte che la loro proposta sara'
sostenuta da ''tutte le persone oneste della Russia e
dell'Europa''. (ANSA). LQ (ANSA). LQ
15/03/2006 10:48
MILOSEVIC: DEPUTATI RUSSI PER INCHIESTA INTERNAZIONALE (2)
(ANSA) - MOSCA, 15 MAR - A giudizio dei parlamentari russi il
tribunale dell'Aja ha emesso sentenze ''completamente
politicizzate e di parte'' e ha usato ''il doppio standard come
norma del suo lavoro''. La risoluzione della Duma chiede che i
casi sotto esame vengano chiusi ''nel piu' breve tempo
possibile'' e che ''l'ulteriore esistenza del tribunale sia
dichiarata inopportuna''. I deputati russi manderanno la
risoluzione ai Paesi della Nato e al tribunale, che ''sono
responsabili di gravi violazioni delle leggi umanitarie
internazionali commesse sul territorio del'ex Jugoslavia dopo il
1991''. (ANSA). LQ
15/03/2006 10:49
www.radioyu.org
15.03.2006. 17:07
La Duma statale russa ha approvato unanimemente un documento in
cui si è adoperata per un'urgente abolizione del Tribunale
dell'Aja e per l'interruzione di tutti i processi davanti a
questo tribunale. Nel documento, approvato dopo la morte dell'ex
presidente della Serbia e della Repubblica Federale di
Jugoslavia Slobodan Milosevic, i deputati hanno valutato che il
Tribunale non ha dimostrato la necessità della propria esistenza
e che il suo ulteriore funzionamento ha perso ogni senso. La
Duma russa valuta che le decisioni prese dal Tribunale siano
caratterizzate da un assoluta politicizzazione ed imparzialità e
che duplici standard siano diventati la norma lavorativa di
questo tribunale. È assolutamente inaccettabile la grave
trasgressione dei diritti umani nella detenzione del Tribunale,
cosa che si è dimostrata anche attraverso nell'insufficiente
assistenza medica ai detenuti, viene sottolineato nel documento.
I deputati della Duma ricordano che la morte di Milosevic non è
la prima fra i detenuti serbi.
Discorso pronunciato da
Ralph Hartmann
a Berlino durante la commemorazione di Slobodan Milosevic
il 15 marzo 2006-03-23
Traduzione dal quotidiano tedesco JUNGE WELT
“Non mi piegheranno. Riuscirò ad affrontarli ed a vincerli”;
queste le ultime dichiarazioni che Slobodan Milosevic ha
rilasciato il giorno 10 marzo nel corso di una telefonata con
Milorad Vucelic, segretario pro-tempore del Partito
Socialista Serbo (SPS). Milosevic, presidente in carica del SPS,
aveva telefonato al suo vice per parlare di alcuni problemi
interni di partito. In relazione al processo del cosiddetto
“Tribunale dell’Aia” egli si era limitato ad osservare di aver
preparato, congiuntamente a Momir Bulatovic (ex-presidente del
Montenegro) che si apprestava a comparire in veste di
testimone della difesa, una documentazione che “avrebbe costituito
per il tribunale il colpo sin qui più duro che mai gli sia stato
assestato”.
Ma così non è stato. Nel corso di quella stessa notte quello che
per lunghi anni fu presidente della Serbia e della
Jugoslavia è deceduto nella sua cella. La notizia è stata accolta
con costernazione da amici e sostenitori, mentre i suoi
avversari all’Aia e nelle metropoli della NATO, dopo le prime
ipocrite reazioni di sorpresa, hanno ripreso a cantare le
sperimentate litanie contro “il mostro di Belgrado”. Non gli hanno
mai perdonato di esser stato l’ultimo governo in Europa a non
voler ammainare la bandiera rossa, per aver difeso ad oltranza il
diritto all’esistenza dello stato jugoslavo federato e
multinazionale, e per aver dato sino all’ultimo del filo da
torcere alla Banca Mondiale, al Fondo Monetario Internazionale ed
alla NATO. Questa era ed è rimasta la ragione che spiega l’odio
profondo di questi signori. I loro canali d’informazione hanno
ripetuto con convinzione esattamente quelle stesse menzogne che
l’accusato aveva smontato in modo più che convincente, e
cioè la favola del “nazionalismo grande-serbo senza scrupoli”,
della “sistematica pulizia etnica”, dei “massacri” consumati in
Croazia, Bosnia e Cossovo, degli stupri di massa…
Non pochi commentatori respinsero in modo sdegnato l’accusa di
omicidio che venne sollevata a Belgrado ed altrove. Ma se
non di un omicidio, di che cosa mai dovremmo parlare?
Un uomo può venir ucciso in diversi modi; può venir abbattuto a
colpi di mazza, oppure fucilato, annegato o strozzato, ma ci sono
anche dei metodi più sottili e raffinati per raggiungere lo stesso
obiettivo. Slobodan Milosevic, che già durante i criminali
bombardamenti della NATO contro il suo paese era stato posto
sotto accusa dal tribunale (illegale) internazionale dell’Aia per
presunti crimini contro l’umanità, fu arrestato per ordine
della NATO dal governo di Djindjic il 1° aprile del 2001,
rinchiuso in completo isolamento nella prigione centrale di
Belgrado durante 89 giorni, trasferito successivamente e in
modo illegale all’Aia, e lì rinchiuso in una cella per
quattro anni e nove mesi. Nella la prima fase del processo, egli
venne confrontato –durante 250 giorni di dibattimento- con
le dichiarazioni dei 300 testi d’accusa citati dal pubblico
ministero Carla del Ponte, fra i quali spudoratamente brillavano i
responsabili per la conduzione della criminale campagna di guerra
contro la Jugoslavia: i generali della NATO Wesley Clark e Klaus
Naumann, e fu inoltre letteralmente sommerso con oltre un
milione di pagine contenenti la trascrizione di nastri e video. Il
tribunale approfittò di ogni possibile occasione per
tiranneggiarlo: le fasi di riposo e di preparazione della sua
autodifesa vennero ristrette oltre ogni limite, si tentò di
imporgli dei difensori d’ufficio di nazionalità britannica, lo si
minacciò di vietare le visite della moglie Mira e dei familiari a
lui più vicini con l’obbiettivo di minare la sua resistenza
psichica.
Malgrado questo il tribunale non è riuscito a metterlo in
ginocchio. Egli dimostrò in maniera convincente, con atteggiamento
sicuro e con cognizione di causa, punto per punto,
l’inconsistenza dell’accusa e la falsità delle testimonianze. Egli
accusò con veemenza le ingerenze della NATO, e soprattutto della
Germania, tendenti a creare le condizioni per lo scoppio di
una guerra civile, il loro sostegno ai terroristi e
separatisti del Cossovo ed infine l’aggressione brutale ed
aperta da parte dell’alleanza di guerra.
Persino alcuni osservatori della NATO dovettero riconoscere che
Milosevic, da accusato, si era trasformato in accusatore; Carla
del Ponte e con lei l’intero tribunale insieme ai loro mandanti
stavano alla vigilia di una sconfitta .Influenti personalità negli
USA dichiararono che bisognava seppellire il
“tribunale-Frankestein” e mandare al diavolo la signora Carla del
Ponte. Di fronte a questo pericolo i nemici di Milosevic non
esitarono a minare la sua già precaria salute.
Già nel 2002 un cardiologo olandese di fiducia del tribunale aveva
diagnosticato una pressione estremamente alta accompagnata da
danni organici secondari e dall’allargamento dell’alveolo cardiaco
sinistro. Il suo referto affermava esplicitamente che la
pressione psichica del processo comportavano per Milosevic il
rischio di ictus, di infarto ed anche di morte.
Ma tribunale la pensava diversamente e non soltanto rifiutò di
permettere al suo medico curante di Belgrado di curarlo, ma
giunse al punto di proibirgli l’assunzione delle medicine che il
medico gli aveva prescritto. La totale mancanza di scrupoli
di questi signori viene confermata dal rifiuto di permettere
al detenuto di sottoporsi alle cure degli specialisti del centro
cardiaco Bakuljew, noto a livello internazionale...
Poco prima del decesso, egli aveva dichiarato al proprio
consigliere legale, Zdenko Tomanovic, che lo si voleva
avvelenare (1). Immediatamente Tomanovic avvertì il
ministero olandese della giustizia, la polizia e l’ambasciata
russa, cui fu recapitata una lettera autografa di Milosevic per il
ministro degli esteri Lawrow. L’autopsia ha confermato questa
accusa. Il tentativo del tribunale e dei suoi complici di
insinuare il dubbio che fosse stato proprio l’incrollabile
Milosevic ad aver assunto dei medicinali che avrebbero aumentato
il rischio d’infarto dimostra soltanto di quali infami e stupide
bassezze questi signori siano capaci. Questo maldestro tentativo
completa in certo qual modo l’immagine che il tribunale
dell’Aia, ha offerto fin dall’inizio di sé e del processo
penale che i suoi mandanti gli hanno commissionato contro il
presidente del paese da loro aggredito.
Slobodan Milosevic ha avuto sino all’ultimo ragione: “non mi
piegheranno” aveva affermato recentemente. E in effetti non lo
hanno piegato, lo hanno soltanto portato alla morte.
(Ralph Hartmann è stato
ambasciatore della DDR a Belgrado)
(1) Nota: già due anni or sono Milosevic aveva
denunciato al tribunale di aver casualmente assistito, durante
la distribuzione del cibo, ad un frettoloso cambio della
pietanza che gli era stata in un primo tempo servita con
un’altra, apparentemente del tutto uguale alla prima.
(Il tribunale reagì a questa denuncia con sovrana indifferenza)
(a cura di G. Zambon)
19 marzo 2006
Sulla morte del presidente Milosevic
Io non ho prove che il presidente Milosevic sia stato assassinato
nella sua cella. So che l'autopsia ha escluso la presenza nel suo
corpo di veleni, e ha osservato a livello del suo cuore i segni di
un infarto.
Come medico non posso però escludere che di omicidio si sia
trattato. Un uomo sofferente di ipertensione e di stress estremo,
può essere ucciso in vari modi che non possono essere dimostrati
dall'autopsia.
Il primo modo è quello di curarlo in maniera inadeguata e di
impedirgli di accedere a strutture sanitarie in grado di risolvere
al meglio i suoi problemi. Se aveva una cardiopatia perchè non è
stato sottoposto a coronarografia e poi eventualmente a by pass
coronarico? Ho letto che la sua ipertensione era difficile
da trattare; è stato fatto il possibile per controllarla?
E poi ci sono tanti modi per uccidere un uomo senza lasciare
tracce; non è certo il caso di descriverli qui, per evitare di
dare consigli a qualcuno che sarebbe tentato di usarli. Per
esempio un modo per far venire un infarto ad un cardiopatico è
quello di usare un farmaco che aumenta la pressione, un ormone
naturalmente presente nel corpo umano, che all'analisi
tossicologica non verrebbe rilevato.
Quindi ribadisco che non ho dati per sospettare si sia trattato di
un crimine, a parte quello di averlo imprigionato per tanti anni,
senza una sentenza; ma l'ipotesi del delitto non cade per il solo
dato dell'autopsia.
Marino Andolina (medico primario, Trieste)
31 marzo 2006
TPI: SVEZIA FARA' INCHIESTA SU CARCERE DOVE MORTO MILOSEVIC
(ANSA) - L'AJA, 31 MAR - Sara' fatta un'inchiesta indipendente
sul funzionamento del carcere del Tribunale penale
internazionale (Tpi) per la ex Jugoslavia, dove l'11 marzo
scorso e' morto Slobodan Milosevic. L'indagine e' stata affidata
alla Svezia, ha annunciato oggi il Tpi. Milosevic, 64 anni, e'
stato trovato morto nella sua cella ed il decesso, sulla base
dei risultati dell'autopsia e' stato attribuito ad infarto del
miocardio. Nell'ambito degli accertamenti e' pero risultato che
medicine non prescritte al detenuto sono state portate nella
cella. ''Il governo svedese ha accettato di compiere un'indagine
indipendente sul centro di detenzione'', e' detto in un
comunicato, senza ulteriori precisazioni. Sulla morte dell'ex
presidente jugoslavo sono in corso due inchieste: una della
magistratura olandese ed una interna, ordinata dal presidente
del Tpi, l'italiano Fausto Pocar. Slobodan Milosevic era
rinchiuso nel carcere di Scheveningen, un quartiere dell'Aja, da
oltre quattro anni. Accusato di genocidio, crimini di guerra e
contro l'umanita', quando e' morto era impegnato nella sua
autodifesa, avendo rifiutato di essere patrocinato dagli
avvocati. La sentenza era prevista entro la fine dell'anno. Il
processo e' rimasto incompiuto. (ANSA). RED-VS
31/03/2006 19:56
31 maggio - 1 giugno 2006
MILOSEVIC: RAPPORTO TPI CONFERMA, MORTO PER CAUSE NATURALI
(ANSA) - L'AJA, 31 MAG - La scelta di Slobodan Milosevic di
gestire personalmente la sua difesa davanti al Tribunale penale
internazionale (Tpi) per la ex Jugoslavia ha provocato ''falle
nella sicurezza della prigione'' ed in particolare ha consentito
all'imputato di avere accesso a medicinali non prescritti. E'
quanto segnala il rapporto ufficiale presentato oggi a
conclusione dell'inchiesta fatta dallo stesso Tpi, che conferma
inoltre che l'ex presidente jugoslavo e' morto l'11 marzo
scorso, a 64 anni, per cause naturali. Nel documento, di 42
pagine, redatto dal vicepresidente della corte Kevin Parker, si
sottolinea che le procedure adottare per dare a Slobo le
maggiori garanzie possibili di autodifesa gli hanno permesso di
ricevere anche medicinali che i sanitari del carcere non gli
avevano prescritto. Il rapporto smentisce che Milosevic non
abbia ricevuto cure appropriate durante gli anni passati nelle
carceri dell'Aja, in risposta alle polemiche sollevate dai
familiari che, insieme allo stesso imputato, avevano sollecitato
il trasferimento in un ospedale in Russia. Giungendo alle stesse
conclusioni degli investigatori olandesi e di esperti
indipendenti nominati dalla Svezia, l'inchiesta del Tpi
stabilisce che Milosevic e' morto per cause naturali, a seguito
di un attacco cardiaco, e precisa che ''non e' stato trovato
nulla che possa suffragare le accuse riportate da alcuni media
secondo le quali sarebbe stato avvelenato''. Il rapporto precisa
che alcuni accertamenti sono stati resi difficili dal fatto che
molti medici olandesi che trattavano l'ex presidente jugoslavo
hanno invocato il segreto professionale. Scartata anche
l'eventualita' del suicidio in merito alla quale il rapporto
Parker sostiene che ''le circostanze in cui Milosevic e' stato
trovato'' e gli esami medici dettagliati ''non forniscono
elementi per sostenere tale ipotesi''. Infine in merito alle
richieste dell'imputato di farsi operare a Mosca l'inchiesta
riferisce che ci sono state divergenze di opinione tra gli
esperti per cui ''non si puo' concludere che ci siano state
carenze nel trattamento garantito a Milosevic''. L'ex presidente
jugoslavo era sotto processo dal febbraio del 2022, accusato di
genocidio, crimini di guerra e contro l'umanita' per il ruolo
avuto nella guerra dei Balcani. E' morto quando mancavano poche
udienze per concludere la sua difesa. La sentenza era prevista
entro la fine dell'anno.(ANSA). VS
31/05/2006 11:59
MILOSEVIC: TPI REVOCA SEGRETO SU DOCUMENTI MEDICI
(ANSA) - L'AJA, 1 GIU - Il Tribunale penale internazionale (Tpi)
per la ex Jugoslavia ha accolto la richiesta fatta dagli
avvocati d'ufficio e dai familiari ed oggi ha deciso di togliere
il segreto su certi documenti medici e su altri documenti
concernenti Slobodan Milosevic, morto nelle carceri dell'Aja
l'11 marzo scorso. Lo ha reso noto una fonte del Tpi precisando,
peraltro, che si tratta di documenti confidenziali ma in gran
parte gia' utilizzati nei rapporti pubblicati sulla morte di
Milosevic. Ieri la Corte dell'Aja ha reso noto un rapporto, di
42 pagine, con i risultati dell'inchiesta interna che, come
quella fatta dalle autorita' olandesi e da investigatori svedesi
ribadisce che l'ex presidente jugoslavo e' morto per un attacco
cardiaco. Il rapporto riconosce che per non ridurre le
possibilita' di autodifesa di Milosevic ci sono state nelle
carenze nella sicurezza della prigione che hanno permesso all'
imputato di ricevere medicinali che non gli era stati prescritti
dai sanitari che lo stavano curando. Il documento sostiene
inoltre che Slobo, che aveva 64 anni e soffriva di scompensi
cardiaci e ipertensione, e' stato curato correttamente. (ANSA).
RED-VS
01/06/2006 19:42
17 agosto 2006
SERBIA: MILOSEVIC, FIGLIO CHIEDE
A ONU D'AMMETTERE COLPE TPI
BELGRADO - Il figlio dell'ex uomo forte di Belgrado
Slobodan
Milosevic - morto nel marzo scorso in una cella del tribunale
internazionale dell'Aja (Tpi) che lo stava giudicando per i
crimini
di guerra commessi nella ex Jugoslavia degli anni '90 - e'
tornato ad
accusare lo stesso Tpi di aver ordito con premeditazione la
fine del
padre.
Marko Milosevic, secondogenito di Slobodan, lo ha fatto
attraverso
una lettera aperta inviata ai vertici dell'Onu e pubblicata
oggi
sulle colonne del giornale belgradese Vecernje Novosti. Una
lettera
nella quale Milosevic junior - rifugiato in Russia da diversi
anni e
inseguito da inchieste giudiziarie nella nuova Serbia odierna
-
contesta i risultati del rapporto ufficiale sugli eventi di
marzo
presentato di recente dal vicepresidente del Tpi, Kevin
Parker.
A suo giudizio, il rapporto in questione sarebbe infatti pieno
di
ombre e contraddizioni e rappresenterebbe in sostanza un
tentativo di
nascondere le colpe attribuite fin dall'inizio alla giustizia
internazionale dai seguaci e dalla famiglia di Milosevic,
secondo cui
i giudici dell'Aja avrebbero deliberatamente negato le cure
mediche
necessarie all'ex leader temendo di non avere abbastanza
elementi per
condannarlo.
Su queste basi Marko Milosevic chiede dunque che l'Onu avvii
d'autorita' una nuova indagine e piu' approfondita
sull'accaduto,
affidandone peraltro la responsabilita' a figure indipendenti
ed
estranee al Tpi.
17/08/2006 17:01
MARKO
MILOSEVIC'S LETTER TO THE ORGANS OF THE ICTY AND THE
UNITED NATIONS REGARDING JUDGE PARKER'S INVESTIGATION
INTO THE DEATH OF SLOBODAN MILOSEVIC
July 17, 2006
This is an open letter and is to be distributed to
The President of the ICTY
The Chairman of the Security Council of the OUN
The Secretary General of the OUN
It represents an official reaction of the family of
Slobodan Milosevic to the report of ICTY concerning the
causes of his death.
Mr. Parker,
I received your report concerning the causes of my
father’s sudden and untimely death. Unfortunately, it is
exactly as I expected it would be, and as I warned your
deputy, the French judge with whom I spoke in The Hague,
that it should not be.
First of all, I must note that your investigation was
not initiated because of “media speculation that
Slobodan Milosevic had been poisoned” as you put it.
Your report's continuous justifications before media are
both inadequate and insulting.
Although illegal, the ICTY owes explanations to the
family of the deceased, the Security Council as the
organ which founded ICTY, the General Assembly, the
Secretary General, and to the public.
Secondly, neither we the family, nor the expert team of
pathologists, which was familiar with my father’s health
and was given the findings of the Dutch team, ever
alleged the possibility of poisoning. To the contrary, I
accepted the diagnosis of a heart attack (infarction)
from the moment I heard it in The Hague. I warned both
your deputy and the Dutch prosecutor not to vulgarize
the investigation by setting-up a "straw man" accusation
such as a violent murder or poisoning. The lines you
have chosen to describe the “scene of crime” are naïve,
vulgar and insulting. The report itself, if made by an
independent institution, would have been at the very
least disappointing. But, since it’s being issued by the
Tribunal, the very institution which had a monopoly over
my father’s health during his time in UN custody, it is
shocking. It contains an unexpected number of
contradictions. Its contents and conclusions are
absolutely unacceptable to the sane mind.
Even if we had suspicions of poisoning, it would be
pointless to try and prove them in conditions where the
only possible culprit is the investigator. It is as if
an accused committed a crime, leads the investigation,
and comes to the expected conclusion that he is
innocent. An accused may defend himself, but it is quite
unusual that the accused himself leads the
investigation, as was the case with your investigation
and your report.
Should I mention the fact that the autopsy was conducted
without the presence of the independent expert team sent
by our family, even though we insisted on it? Or that
the Russian doctors were denied the access to the body
and the tissue samples? Or that we have been denied his
blood samples? Now it happens that the Dutch medical
institutions and doctors, which have already been
gravely compromised in the eyes of the public through
their involvement with the ICTY Prosecution in numerous
manipulations with my father’s health, medical
treatment, and respective diagnosis, were the only ones
to manage the toxicology tests and announce their
results?! Here I must remind you of my father's letter
addressed to the Russian Minister of Foreign Affairs, in
which he wrote just hours before his death that he
suspected he was being poisoned in the UNDU. So here we
have a situation where we are witnessing numerous
speculations regarding his blood samples, he expresses
his worry about it, then he suddenly dies. Now comes
this mysterious autopsy conducted by the very same
people that he accused in his last hours, and they
conclude that there was no poisoning. How credible does
this sound even to you Mr. Parker? It is a pity that I
am not in a position to ask Ms. Del Ponte an even
simpler question – if he was ill, then why he wasn’t he
given medical treatment when he asked for it? And if he
wasn’t ill, then why did he die?
I understand that the you have set-up this straw-man
accusation of poisoning, and now by finding that there
was no poisoning you assert that the ICTY has been
relieved of all responsibility for my father's death.
Nevertheless, an unquestionable truth remains before the
public, the image of my father addressing your so-called
"trial chamber" and asking to be allowed medical
treatment, and the "presiding judge" responding that he
will not listen to him.
The question isn’t whether or not my father was murdered
or poisoned. The point is that a former head of state,
being held in UN custody, was gravely ill and constantly
complaining of his medical condition. His health
condition was assessed many times by medical experts as
dire. He was denied adequate (if any) medical treatment,
and then he died. At the same time those who denied him
treatment were undeniably aware of what the consequences
would be. He asked for provisional release to receive
medical treatment. Dr. Shumilina warned on November 6th
that his condition was so critical that he could die at
any moment. Although you claim in your report (among
many other contradictions, which I will not quote by
number in this letter) that there was no suggestion by
my father’s doctors that cardiac surgery was needed,
even in your own report, in paragraph 65., you write:
«On 20 December
2005 a formal motion was filed seeking Mr. Milošević’s
provisional release to enable medical treatment at the
Bakoulev Scientific Centre for Cardiovascular Surgery
in Moscow. In addition to the reports of the
three visiting doctors from November, a further email
of Dr Shumilina dated 19 December 2005 to an assigned
counsel for Mr. Milošević was relied on. In this email
Dr Shumilina recommended the following additional
tests: a complex ultrasonic of the vascular pathology,
especially brachiocephal arteries and veins;
echocardiography and stress echocardiography; Holter
monitoring and daily monitoring of the blood pressure;
“estimation” of the homeostasis: investigation of the
brachiocephal and coronary vessels with contrast
media; and PEI (position-emission imaging) of the
brain and of the heart. Her
email also indicated that endovascular or surgical
decompression of the right vertebral artery, the
stenting of brachiocephal or cardial arteries,
carotid endarterectomy, or even bypass surgery may
be necessary to perform.»
The guaranties had been granted, and the ICTY ignored
all of it. Obviously deliberately for they were aware of
all the facts, both general and subtle. So he died.
The Tribunal, and everyone in charge, has committed a
deliberate murder. They condemned him to death on
February 24th when they rejected his request for
provisional release, ignoring everything: his health
condition, his rights, and the warnings of his
doctors, which unlike the jail physician hired by the
ICTY, had both – unquestionable competence and
expertise, as well as his confidence. Ignoring even the
guarantees of The Russian Federation (by the explanation
that those guarantees lacked credibility, it seems that
the Tribunal has given itself the mandate to evaluate
the credibility of even the Security Council's permanent
member states). The ruling handed down on February 24th
came into effect on March 11th. That is the fact and the
truth. Any other speculation is just evasive political
maneuvering.
The statements and opinions of the ICTY Prosecution and
the Dutch doctors have been completely disqualified. The
Dutch doctors are going to be criminally prosecuted
before the courts of their country. Ms Del Ponte was so
keen to qualify my father as a guilty even though the
trial had not been completed as to insist on his
"suicide" before the autopsy had even taken place. In
such circumstances, both the Dutch doctors and the
entire Office of the Prosecutor lack any credibility for
matters concerning my father, from responsibility for
the crimes he was accused of to the circumstances of his
death.
It is obvious that even without poisoning, murder, or
anything similar, but with heart failure which you
consider to be a "natural" death that the ICTY and the
UN who created it bears the sole responsibility for my
father’s death.
That “court” had already committed a series of
violations against my father. It violated every rule and
regulation known to modern civilization, both East and
West. It failed to even comply with its own statute and
rules. It ignored the guaranties given by permanent
members of the UN Security Council, the very organ which
created the ICTY. And finally, it deliberately led my
father to his “natural” death.
As if that wasn’t enough, you produced this grotesque
“investigation” which found that “he was not murdered”!
With all this, it is clear that the Organization of
United Nations will have to take the responsibility for
the death of former President of Federative Republic of
Yugoslavia and that the ICTY will have to be disbanded,
as I told your deputy four months ago. I do not accept
the explanations offered in your report. I find it
visibly tuned to suit the ICTY Prosecutor’s Office, and
most importantly it is obvious that it was produced to
relieve the ICTY of responsibility, not to show the
truth or bring justice.
I expect the superior organs of the Organization of the
United Nations to reject your report and reconsider the
legitimacy of ICTY, as well as the behavior and
performance of its staff. I also expect that, for the
sake of the integrity and credibility of OUN, that the
ICTY will be brought to end.
Marko Milosevic
July 17, 2006
Source :
http://www.slobodan-milosevic.org/news/mm071706.htm |
LETTERA DI MARKO MILOSEVIC
(figlio di Slobodan - N.d.T.) AGLI ORGANI DELL’ICTY
(Tribunale internazione sui crimini in Jugoslavia –
N.d.T.) E ALLE NAZIONI UNITE RIGUARDO
ALL’INDAGINE DEL GIUDICE PARKER SULLA MORTE DI
SLOBODAN MILOSEVIC
17 luglio 2006
Questa è una lettera aperta da consegnare a:
Il Presidente dell’ICTY
Il Presidente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU
Il Segretario Generale dell’ONU
Essa rappresenta la reazione ufficiale della famiglia di
Slobodan Milosevic al rapporto dell’ICTY sulle cause
della sua morte.
Signor Parker,
Ho ricevuto il suo rapporto sulle cause della morte
improvvisa e prematura di mio padre. Sfortunatamente, è
esattamente come mi aspettavo che fosse e, come misi in
guardia il suo delegato – il giudice francese con cui
parlai all’Aia – che non sarebbe dovuta essere.
In primo luogo, devo notare che la sua indagine non fu
avviata a causa della “illazione dei media che Slobodan
Milosevic fosse stato avvelenato”, come ha detto lei. Le
continue giustificazioni del suo rapporto davanti ai
media sono sia inadeguate sia offensive.
Benché illegale, l’ICTY deve delle spiegazioni alla
famiglia del deceduto, al Consiglio di Sicurezza in
quanto organo che ha istituito l’ICTY, all’Assemblea
Generale, al Segretario Generale e al pubblico.
In secondo luogo, né noi familiari, né l’esperta equipe
di patologi, che conosceva bene la salute di mio padre e
aveva ricevuto i risultati dell’equipe olandese, abbiamo
mai insinuato la possibilità di avvelenamento. Al
contrario, io accettai la diagnosi di attacco cardiaco
(infarto) appena ne venni a conoscenza all’Aia. Misi in
guardia sia il suo delegato sia il procuratore olandese
di non divulgare l’indagine mettendo in piedi un’accusa
“inconsistente” come una morte violenta o
l’avvelenamento. Le frasi che ha scelto per descrivere
“la scena del crimine” sono ingenue, volgari e
offensive. Lo stesso rapporto, se redatto da un organo
indipendente, sarebbe come minimo deludente. Ma essendo
stato rilasciato dal Tribunale, l’istituzione che ha
avuto il monopolio sulla salute di mio padre durante il
suo periodo sotto la custodia delle Nazioni Unite, è
sconcertante. Esso contiene un numero inaspettato di
contraddizioni. Il suo contenuto e le sue conclusioni
sono assolutamente inaccettabili per una mente sana.
Anche se nutrissimo il sospetto di avvelenamento,
sarebbe inutile tentare di dimostrarlo nella circostanza
in cui l’unico possibile colpevole è l’investigatore. È
come se un accusato commettesse un reato, conducesse le
indagini e giungesse alla conclusione scontata che egli
è innocente. Un accusato può difendere se stesso, ma è
alquanto insolito che l’accusato stesso conduca le
indagini, come nel caso della sua investigazione e del
suo rapporto.
Dovrei accennare al fatto che l’autopsia fu condotta
senza la presenza dell’equipe di esperti inviata dalla
famiglia, nonostante le nostre insistenze? O che ai
medici russi fu negato l’accesso al cadavere e ai
campioni di tessuto? O che ci hanno negato i campioni
del suo sangue? Si dà il caso che i dottori e le
istituzioni mediche olandesi, che erano già fortemente
compromessi agli occhi del pubblico per il loro
coinvolgimento con il procuratore dell’ICTY nelle
numerose manipolazioni della morte di mio padre, delle
sue cure mediche e delle rispettive diagnosi, furono gli
unici a gestire i test tossicologici e ad annunciarne i
risultati! Ora devo ricordarle la lettera di mio padre
indirizzata al Ministero per gli Affari Esteri russo, in
cui scrisse – solo poche ore prima di morire – che
sospettava di essere avvelenato nell’UNDU. Pertanto,
abbiamo qui una situazione in cui si assiste a numerose
speculazioni sui campioni del sangue mio padre, egli
esprime preoccupazione al riguardo, e poi muore
all’improvviso. In seguito arriva la misteriosa autopsia
condotta dalle stesse identiche persone che egli accusò
nelle sue ultime ore, ed esse concludono che non si
tratta di avvelenamento. Persino a lei, pare credibile
tutto questo, signor Parker? È un peccato che io non sia
nella posizione di poter rivolgere alla signora Del
Ponte una domanda anche più semplice: se mio padre era
malato, allora perché non ricevette le cure mediche che
aveva richiesto? E se non era malato, allora perché è
morto?
A mio avviso, siete voi che avete montato questa accusa
e adesso, scoprendo che non si è trattato di
avvelenamento, potete asserire che l’ICTY è sollevato da
qualsiasi responsabilità per la morte di mio padre. Ciò
nonostante, resta in piedi davanti al pubblico una
verità indiscutibile: l’immagine di mio padre che si
rivolge alla vostra cosiddetta “corte” in tribunale
chiedendo il permesso di cure mediche, e quella del
“giudice” che risponde di non volerlo ascoltare.
La domanda non è se mio padre sia stato o non sia stato
ucciso o avvelenato. Il punto è che un ex capo di stato,
trattenuto in custodia dalle Nazioni Unite, era
gravemente malato e si lamentava continuamente delle sue
condizioni fisiche. Il suo stato di salute fu dichiarato
disastroso molte volte dai medici. Gli negarono le
adeguate (se mai concesse) cure mediche, e poi è morto.
Allo stesso tempo, coloro che gli negarono le cure erano
innegabilmente consapevoli di quali sarebbero state le
conseguenze. Mio padre chiese un rilascio provvisorio
per sottoporsi a cure mediche. Il 6 novembre, la
dottoressa Shumilina dichiarò che le sue condizioni di
salute erano talmente critiche che egli poteva morire da
un momento all’altro. Benché nel suo rapporto lei
asserisca (tra le altre contraddizioni che non citerò
per brevità in questa lettera) che non c’era alcuna
indicazione da parte dei medici di mio padre che era
necessario un intervento al cuore, persino nel suo
stesso rapporto, al paragrafo 65, lei scrive:
“Il 20 dicembre 2005 è stata inoltrata una formale
richiesta di rilascio provvisorio del signor Milosevic
per sottoporsi a cure mediche presso il Cento
Scientifico Bakoulev per la Chirurgia Cardiovascolare di
Mosca. In aggiunta ai rapporti di novembre dei tre
medici esaminatori, si è fatto assegnamento
sull’ulteriore mail della dottoressa Shumilina in data
19 dicembre 2005, inviata ad un consulente del signor
Milosevic. In questa mail, la dottoressa Shumilina
raccomandava le seguenti analisi aggiuntive: esame
ultrasonico complesso della patologia vascolare,
specialmente arterie e vene brachiocefale;
eco-cardiogramma ed eco-cardiogramma sotto stress;
monitoraggio Holter e monitoraggio quotidiano della
pressione sanguigna: “valutazione” dell’omeòstasi;
indagine dei vasi sanguigni brachiocefali e coronarici
con mezzo di contrasto e una PEI (position-emission
imaging: immagine posizione-emissione) del cervello e
del cuore. La sua mail indicava inoltre la necessità di
una decompressione endovascolare o chirurgica
dell’arteria vertebrale destra, lo “stenting” delle
arterie brachiocefale o cardiache, “endarterectomy”
della carotide o addirittura l’applicazione di un
bypass.”
(nota bene: quest’ultima parte è in neretto
corsivo nel testo originale – N.d.T.)
Le garanzie erano state concesse e l’ICTY le ha ignorate
tutte. Deliberatamente, è ovvio, perché erano tutti
consapevoli dei fatti, sia evidenti sia oscuri. E così,
è morto.
Il Tribunale e tutti gli incaricati hanno commesso un
omicidio volontario. L’hanno condannato a morte il 24
febbraio, quando respinsero la sua richiesta di rilascio
provvisorio, ignorando tutto: il suo stato di salute, i
suoi diritti e gli avvertimenti dei suoi medici che, al
contrario del medico della prigione assunto dall’ICTY,
avevano sia l’esperienza sia un’indiscutibile
competenza, e godevano della sua fiducia. Ignorando
persino le garanzie della Federazione Russa (con la
spiegazione che i garanti mancavano di credibilità)
sembra che il Tribunale si sia arrogato il diritto di
valutare la credibilità persino dei membri
permanenti del Consiglio di Sicurezza. L’ordinanza,
emessa il 24 febbraio, entrò in vigore l’11 marzo.
Questi sono i fatti e questa è la verità. Qualunque
altra speculazione è solo una manovra politica evasiva.
Le dichiarazioni e le opinioni del procuratore dell’ICTY
e dei medici olandesi sono stati completamente
dequalificati. I medici olandesi subiranno un processo
penale nei tribunali del loro paese. La signora Del
Ponte si era accanita tanto nel dichiarare mio padre
colpevole nonostante il processo non fosse terminato,
quanto nell’insistere sul suo “suicidio” ancor prima che
avesse luogo l’autopsia. In tali circostanze, sia i
medici olandesi sia l’intero Ufficio del procuratore
mancano di qualsiasi credibilità per le questioni che
riguardano mio padre, dalla responsabilità per i crimini
di cui era accusato alle circostanze della sua morte.
È ovvio che anche senza l’avvelenamento, o cose simili,
ma con il collasso cardiaco - che lei considera
una morte “naturale” - l’ICTY, e le Nazioni Unite che
l’hanno creato, sono i soli responsabili della morte di
mio padre.
Quel “tribunale” aveva già commesso una serie di
violazioni contro mio padre. Ha violato ogni legge e
regolamento conosciuti dalla civiltà moderna, sia in
Oriente sia in Occidente. Ha fallito addirittura nel
rispettare il suo stesso statuto e le sue stesse regole.
Ha ignorato le garanzie offerte dai membri permanenti
del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, lo stesso organo
che ha creato l’ICTY. E alla fine, ha deliberatamente
condotto mio padre ad una morte “naturale”.
Come se ciò non bastasse, lei ha avviato questa
grottesca “indagine” per scoprire che “non è stato
assassinato”! Dopo tutto ciò, è chiaro che
l’Organizzazione delle Nazioni Unite dovrà assumersi la
responsabilità per la morte dell’ex Presidente della
Repubblica Federale di Jugoslavia e che l’ICTY dovrà
essere sciolto, come dissi al suo delegato quattro mesi
fa. Non accetto le spiegazioni offerte dal suo rapporto.
Lo trovo visibilmente in sintonia con l’Ufficio del
procuratore dell’ICTY e, soprattutto, è ovvio che è
stato redatto per sollevare l’ICTY da ogni
responsabilità, e non per appurare la verità o fare
giustizia.
Mi aspetto che gli organi supremi dell’Organizzazione
delle Nazioni Unite respingano il suo rapporto e
riprendano in esame la legittimità dell’ICTY, così come
il comportamento e l’operato del suo personale. Mi
aspetto inoltre che, per salvaguardare la credibilità e
l’integrità dell’ONU, l’ICTY venga soppresso.
Marko Milosevic
17 luglio 2006 |
(La traduzione che abbiamo qui riportato è stata effettuata
da G.A.MA.DI. ed ICDSM-Italia ed appare in un opuscolo dal
titolo:
"Le lettere
che raccontano... del Presidente Slobodan Milosevic e della
sua tragica fine"
edito nell'agosto 2006 a cura di M. Pellegrini Ferri. Esso costa
3 euro e si può richiedere a:
ICDSM - Sezione Italiana c/o GAMADI, Via L. Da Vinci 27 --
00043 Ciampino (Roma) -- email: icdsm-italia @ libero.it)
2009: President Slobodan Milosevic.
In memoriam
The Hague ICTY Tribunal killed Yugoslavia's
President Slobodan Milosevic
Global
Research, March 10, 2009
|
Strategic Cultural
Foundation
|
President
Slobodan Milosevic. In memoriam
On 11 March 2006 the Hague
Tribunal killed Yugoslavia's President
Slobodan Milosevic
On 11
March 2006 the UN`s International Tribunal for the
Former Yugoslavia (ICTY) reported that Slobodan
Milosevic had been “found dead in his cell”. On 14
March the court stopped all trial procedures on
the case. While reporting on the causes of
Milosevic`s death, the Tribunal's Vice-President
Kevin Parker said “Milosevic died a natural death
as a result of a heart attack”. But there is
evidence that Slobodan Milosevic was killed, and
that the ICTY was responsible for the murder.
This is
how it all happened. First, Milosevic was placed
in prison, where his health deteriorated. Then he
was refused to be treated in a heart surgery
center and when his heart condition worsened, he
did not receive urgent medical help. The Tribunal
did so deliberately as they knew about his health
problems.
One
should just read the following medical reports to
understand that Milosevic had not received
necessary medical treatment. Dr. Aarts:
“Atherosclerosis is typical for people of his
age”. Dr. De Laat: “Over the past 6 months
Milosevic suffered strong head noise and tension
and a partial hearing and sight loss. Probably,
poor hearing was caused by cardiovascular
problems”. Dr.Spoelstra knew that
Milosevic had been wearing earphones for five
years but still suggested “just to regulate volume
level for the earphones”. The ICTY prison
doctor Paulus Falke: “I discussed the issue
with an otolaryngologist from the Bronovo
hospital. He told me Milosevic`s poor hearing was
normal for people of his age”. Could all these
reports be just a medical mistake? No.
Milosevic
was diagnosed correctly, and all the rest doctors
were aware of it. On 4 November 2005 Slobodan
Milosevic said he wanted to be examined by
doctors. There were three of them: Doctor of
Medicine, Professor Shumilina M.(Russia),
Professor Leclerc (France) and Professor Andric
(Serbia). Doctor Shumilina said Milosevic had not
received proper medical treatment and insisted on
urgent thorough medical examination and treatment.
She also warned there was a risk of serious brain
problems. Cardiologist Leclerc was not given an
opportunity to familiarize himself with the
results of Milosevic` previous medical
examinations. He said an ECG test he did to
Milosevic was “extremely anomalous”. In their
joint report, the international group of doctors
warned the Tribunal that the patient's condition
was very grave and he was at risks. They said
Milosevic had to be examined more throughly to get
a precise diagnosis. The doctors asked for a
6-week rest for Milosevic`s body and mind so that
he could feel at least some kind of relief.
Shumilina`s
opinion
caused much annoyance. It was the first time when
a group of independent doctors proved that
Milosevic`s poor health condition had been caused
by improper medical treatment. Shumilina was
criticized and even accused of being involved in
conspiracy with Milosevic. On 14 December 2005 she
wrote a letter to the Tribunal to express her
annoyance at the attempts made by some of doctors
to play down the importance of her resolution on
Milosevic`s health. Among other things, she wrote
that not the age of 64 had caused Milosevic`s
atherosclerosis but the lack of proper treatment
for his arterial hypertension.
In
December 2005 Leo Bokeria, Director of Moscow's
Bakulev Heart Surgery Center, wrote to the ICTY
President Fausto Pokar that Milosevic`s health had
deteriorated due to wrong treatment. Bokeria said
the aim was to “prevent cardiovascular
catastrophe”, so the Tribunal`s President should
hardly have any doubts about it. In December 2005
Slobodan Milosevic asked the court to let him be
hospitalized in Moscow. Despite the fact that all
the regulations were observed, Milosevic was
refused.
The
ICTY accused Milosevic of deliberately taking
unprescribed drugs to worsen his health
condition in order to leave for Moscow and
there escape from court.
Timothy
McFadden, the prison governor responsible for
Milosevic, wrote a letter to the Tribunal on 19
December 2005, in which he said he had long
doubted whether Milosevic was taking prescribed
drugs. McFadden also reported that the ICTY prison
doctor could no longer hold responsibility for
Milosevic`s health, neither the Tribunal's
secretary was going to do it. Obviously,
conclusions made by McFadden were not based on the
results of medical treatment. Actually,
Milosevic`s blood tests showed “low levels of
prescribed and unprescribed medicines”. And
without having any solid evidence, McFadden
described the blood tests as the result of
Milosevic`s deliberate actions.
In his
letter of January, 6, 2006 the ICTY prison doctor
Paulus Falke repeats McFadden: “The tests showed
that he had been taking prescribed medicines not
as regularly as he should. Besides, he took drugs
neither me nor other doctors have prescribed him”.
Toxicologist Donald Uges added: “I have reasons to
believe Milosevic had been taking unprescribed
drugs. This is what could have caused his high
blood pressure”.
Dr. Tou
was the only one to name a few possible reasons
for low concentration of prescribed drugs in
Milosevic`s blood: weak gastrointestinal
absorption, inaccurate use of prescribed
medicines, interaction with other substances,
lowered absorption of enzymes and quick metabolism
for CYP2D6. All these conclusions were based on
elementary medical tests. The question is how
other doctors failed to be aware of this.
Obviously, it could have been done only
deliberately. However, before Dr. Tou`s report was
published, Falke ruled out any other causes except
non-use of prescribed drugs. Falke lacked
competence to make conclusions like he did. He
wanted the court to have a negative image of
Milosevic.
On 12
January 2006 Slobodan Milosevic demanded a sample
of his blood to be taken for analysis. The
procedure took place after he had been taking the
medicines prescribed by Falke. The test showed the
same level of medicines as before. Thus Falke`s
and McFadden's allegations were refuted. Falke
insisted that Milosevic had been taking
“unprescribed drugs”. But toxicologist Uges said
only two medicines were spotted in Milosevic`s
blood- Diazepam and Nordazepam.
Appointed attorneys found out that Diazepam
had been prescribed to Milosevic by Falke in the
middle of October 2005. According to Dr. Tou, who
did a repeated expertise, the metabolism of Nordazepam
is possible only with participation of Diazepam.
Dr. Uges added that “concentration of both
medicines in blood was too low to have any
pharmacological effect”. Even if these two
medicines are found in a patient's blood for
months, they will not do any harm and cause high
blood pressure in any way. In view of this, all
the reports presented at the Tribunal are nothing
but a provocation.
The
appointed attorneys noted: “It was mentioned in
none of the reports that Diazepam had been
repeatedly prescribed to Milosevic by Dr. Falke:
a) during a whole period of his imprisonment; b)
particularly, during three days in mid October
2005. On 7 March 2006, three days before
Milosevic`s death, the judges were reported that
Milosevic`s blood taken for analysis on 12 January
contained unprescribed Rifampicin, which
could neutralize the effects of the heart medicine
Milosevic was required to take.
The
report published after Milosevic`s death by the
ICTY Vice-President Kevin Parker read: “Autopsists
diagnosed a grave heart condition which caused
death”. If investigators were objective, they
would have been noted that grave heart condition
was diagnosed long before by Shumilina and
Bokeria. In any case, diagnosis should be made
when a patient is alive but Milosevic was refused
to undergo necessary medical examination. Unbiased
investigation should have been focused on the
reasons of a heart attack. However, nothing of the
kind was discussed.
Instead
of investigating the situation with rifampicin in
Milosevic`s blood, Parker was busy justifying Dr.
Falke. But he was doing it so clumsily that even
members of the Tribunal were puzzled. The
information about rifampicin appeared two months
after the medicine had been spotted in blood. “Dr.
Falke and his colleagues discussed a possibility
to reveal the information without Milosevic`s
permission”, Parker explained. But such
explanation is absurd since nothing prevented
Falke from disclosing all information. It was even
more absurd to say that the information about
rifampicin was hidden from Milosevic. Firstly,
this explanation itself refutes all the previous
(if Milosevic did not know about rifampicin, why
should he be against this information be
disclosed?). Secondly, in his report Parker lies
when he says “Dr. Falke did not informed Milosevic
on rifampicin in his blood in accordance with the
Dutch regulations on anonymity in medicine”.
Three
days before his death Slobodan Milosevic wrote in
a letter to the Russian Foreign Ministry: “the
fact that my blood contains rifampicin, an
antibiotic that is normally used to treat leprosy
and tuberculosis, proves that none of these
doctors have the right to treat me... I defended
by country from them and now they want me to keep
silence for ever”. The fact that the court stopped
all trial procedures without investigating the
causes of Milosevic`s death makes us think that
the ICTY either organized the murder or sheltered
the criminals.
Today
there is hardly anyone who believes that
Milosevic`s killers may be found and tried. But I
am confident that such mission should exist, no
matter how impossible it is. Well, now those
criminals enjoy power in the Hague and worldwide
but it won't last for ever. Slobodan Milosevic
proved resistance is possible. Men of such
strength are rare nowadays. That is why their
death is perceived as personal tragedy.
Never
forget President Slobodan Milosevic!
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Sintesi in lingua
italiana (una traduzione completa è leggibile
qui)
Presidente Slobodan Milosevic.
In memoriam
L'11 marzo 2006 il tribunale de L'Aia ha ucciso il
presidente della Jugoslavia Slobodan Milosevic
(Alexander Mezayev -
Strategic Cultural Foundation - 11.03.2009)
L'11 marzo 2006 il Tribunale Internazionale dell’ONU per l'ex
Jugoslavia (ICTY) ha comunicato che Slobodan Milosevic “
era stato trovato privo di vita
nella sua cella”. Il 14 marzo la Corte ha sospeso tutte
le indagini sul caso. Mentre segnalava le cause della morte di
Milosevic, il vice presidente del Tribunale Kevin Parker ha detto
che “
Milosevic è morto per cause
naturali in conseguenza di un attacco di cuore”. Ma vi è
prova che Slobodan Milosevic è stato ucciso e che l’ICTY è
responsabile dell'omicidio. Ecco cos’è veramente accaduto.
In primo luogo Milosevic è stato costretto in prigione, dove la
sua salute s’è deteriorata. Allora gli è stata rifiutata la
possibilità d’essere curato in un centro di cardiologia e quando
lo stato del suo cuore è peggiorato, non ha ricevuto un aiuto
medico urgente. Il tribunale ha agito in tal modo deliberatamente,
sapendo dei suoi problemi di salute. Basta leggere solo i seguenti
rapporti medici per capire che Milosevic non ha ricevuto il
trattamento medico necessario.
Dott. Aarts: “
L'arteriosclerosi
è tipica per gente della sua età”. Dott. De Laat: “
In questi ultimi 6 mesi Milosevic ha
sofferto un forte mal di testa, tensioni e una perdita parziale
della vista e dell’udito. Probabilmente, il calo dell'udito è
stato causato dai problemi cardiovascolari”. Il Dr.
Spoelstra sapeva che Milosevic portava i trasduttori auricolari da
cinque anni ma ha suggerito solo “
di regolare il livello del volume per i trasduttori
auricolari”. Il dottor Paulus Falke della prigione
dell’ICTY: “
Ho discusso la cosa
con un otorinolaringoiatra dell'ospedale di Bronovo. Mi ha detto
che il calo d’udito di Milosevic era normale per persone della
sua età”.
Potevano essere tutti questi rapporti solo un errore medico? No.
Milosevic ha avuto la diagnosi corretta e, del resto, tutti i
medici erano informati di ciò. Il 4 novembre 2005 Slobodan
Milosevic ha detto che voleva essere esaminato da alcuni medici.
Erano tre: la professoressa Shumilina M. (Russia), il professor
Leclerc (Francia) ed il professor Andric (Serbia). La dottoressa
Shumilina disse che Milosevic non aveva ricevuto il trattamento
medico adeguato e insistette per un esame medico e un trattamento
completo urgente. Inoltre avvertì che c’era il rischio di problemi
seri al cervello. Il cardiologo Leclerc non ha avuto l’occasione
di familizzare con i precedenti risultati degli esami medici di
Milosevic. Ha detto di avere eseguito un test ECG su Milosevic e
che esso era stato “estremamente anomalo”. (...)
Nel dicembre 2005 Leo Bokeria,
direttore del centro di cardiochirurgia Bakulev di Mosca, ha
scritto al presidente Fausto Pokar dell’ICTY, dicendo che la
salute di Milosevic era deteriorata a causa del trattamento
errato. Secondo Bokeria bisognava “impedire la
catastrofe cardiovascolare”, dunque il presidente del tribunale non avrebbe dovuto
avere alcun dubbio su ciò.
Nel dicembre 2005 Slobodan
Milosevic ha chiesto alla Corte di lasciarlo ospedalizzare a
Mosca. Malgrado il fatto che tutte le norme fossero osservate,
la richiesta è stata rifiutata.
L’ICTY ha accusato Milosevic di aver deliberatamente preso farmaci
non prescritti per peggiorare il suo stato di salute per andare a
Mosca e, da lì, sottrarsi alla Corte. Timothy McFadden, il
direttore della prigione responsabile di Milosevic, ha scritto una
lettera al Tribunale il 19 dicembre 2005, in cui ha detto che da
tempo dubitava del fatto che Milosevic stesse prendendo i
medicinali prescritti. McFadden inoltre ha segnalato che il medico
della prigione dell’ICTY non aveva più la responsabilità dello
stato di salute di Milosevic, né se ne curava la segreteria del
Tribunale.
Ovviamente, le conclusioni di McFadden non sono basate sui
risultati del trattamento medico. Realmente, le analisi del sangue
di Milosevic hanno mostrato “
bassi
livelli di medicine prescritte e non prescritte”. E senza
avere alcuna prova solida, McFadden ha descritto le analisi del
sangue come risultato di azioni intenzionali di Milosevic. Nella
sua lettera del 6 gennaio 2006 il dottore della prigione dell’ICTY
Paulus Falke segue McFadden: “
Gli
esami hanno provato che stava prendendo regolarmente le medicine
prescritte come doveva. Inoltre, ha preso medicine che né io né
alcun altro medico ha prescritto”. (...)
Il 7 marzo 2006, tre giorni prima della morte di Milosevic, i
giudici hanno avuto la segnalazione che
il
sangue di Milosevic prelevato per l'analisi il 12 gennaio
conteneva Rifampicin non prescritta, in grado di neutralizzare
gli effetti della medicina per il cuore di Milosevic, che era
stata prescritta.
Nel rapporto pubblicato dopo la morte di Milosevic dal vice
presidente dell’ICTY Kevin Parker, si legge: “
L’autopsia ha diagnosticato il grave
stato del cuore che ha causato la morte”. Se i
ricercatori fossero obiettivi, avrebbero notato che lo stato grave
del cuore era stato diagnosticato già molto prima da Shumilina e
da Bokeria. Comunque, la diagnosi dovrebbe essere fatta quando un
paziente è vivo ma a Milosevic è stato rifiutato l'esame medico
necessario.
Una indagine imparziale dovrebbe concentrarsi sui motivi
dell’attacco di cuore. Tuttavia, niente del genere è stato
discusso. Invece dello studio della situazione con il Rifampicin
nel sangue di Milosevic, Parker è stato occupato a giustificare il
Dott. Falke. Ma lo ha fatto in modo così impacciato che persino i
membri del Tribunale erano imbarazzati.
Le informazioni sul Rifampicin sono comparse due mesi
dopo che la medicina era stata rintracciata nel sangue.
“Il Dott. Falke ed i suoi colleghi
hanno discusso la possibilità di rivelare le informazioni senza
il permesso di Milosevic”,
Parker ha spiegato. Ma tale spiegazione è irragionevole poiché
niente ha impedito a Falke di rivelare tutte le informazioni. Era
ancor più irragionevole dire che le informazioni sul Rifampicin
sono state nascoste da Milosevic. In primo luogo, questa
spiegazione, in se, confuta tutte quelle precedenti (se Milosevic
non a sapeva del Rifampicin, perché avrebbe dovuto essere
contrario a che queste informazioni fossero rivelate?).
Secondariamente, nel suo rapporto Parker dice che
“il Dott. Falke non ha informato
Milosevic sul Rifampicin nel suo sangue, in conformità con le
regole olandesi sull’anonimato in medicina”.
Tre giorni prima della sua morte Slobodan Milosevic ha scritto in
una lettera al Ministero degli Esteri
russo: “
il fatto che il
mio sangue contenga Rifampicin, un antibiotico che è usato
normalmente per trattare la lebbra e la tubercolosi, dimostra
che nessuno di questi medici ha diritto a curarmi... Ho difeso
il paese contro di loro ed ora vogliono che taccia per sempre”.
Il fatto che la corte ha sospeso tutte le indagini senza studiare
le cause della morte di Milosevic, spinge a pensare che l’ICTY
abbia organizzato l'omicidio o abbia coperto i criminali.
Oggi è per chiunque difficile credere che gli assassini di
Milosevic possano essere presi e giudicati. Ma sono sicuro che
tale missione dovrebbe esistere, non importa se sia impossibile.
Bene, ora quei criminali si godono il potere a L'Aia, ma non
sarà per sempre. Slobodan Milosevic ha dimostrato che la
resistenza è possibile. Gli uomini di tale tempra sono rari al
giorno d'oggi, ecco perché la loro morte è percepita come una
tragedia personale.
Non
dimenticate mai il presidente Slobodan Milosevic!
2011: rivelazioni Wikileaks
In base a rivelazioni Wikileaks,
il direttore del carcere dell'Aia Tim McFadden riferiva
all'ambasciata USA in Olanda i dettagli delle conversazioni
telefoniche private di Milosevic e del suo stato di salute.
Perché?
Riportiamo (a) una intervista a Christopher Black, giurista
canadese e avvocato di fiducia di Mira Markovic, vedova di
Slobodan Milosevic.
L'intervista, che è
apparsa sul
quotidiano berlinese Junge Welt, riguarda l'inchiesta a
proposito delle circostanze della morte di Milosevic. Black
commenta in particolare le recenti rivelazioni di Wikileaks (b),
secondo cui il direttore del carcere Tim McFadden ascoltava le
telefonate di Milosevic e ne comunicava i contenuti riservati
all'ambasciata USA, cioè a Washington.
Seppure in molte carceri l'ascolto delle telefonate, come dei
colloqui, sia previsto e legale, i loro contenuti non andrebbero
divulgati a terzi. Viceversa, spiega Black,
<< McFadden ha
divulgato conversazioni tra Milosevic e sua moglie, in cui si
toccavano questioni relative alla strategia di difesa ed a
testimoni, discussioni interne al team della difesa, il punto
di vista di Milosevic su queste questioni, la mancanza di
mezzi finanziari per la difesa, le influenze politiche,
eccetera. E [McFadden] ha trasmesso agli USA dettagli
strettamente confidenziali sullo stato di salute di Milosevic.
Peraltro io temo che McFadden si sia incontrato anche con
rappresentanti dell'Accusa. (...) McFadden ed il governo USA
in questo modo di sono immischiati in un processo in corso,
violando il dovere di neutralità. (...)
[Le rivelazioni di Wikileaks] possono seriamente influenzare
il corso dei processi all'ICTY [il "tribunale ad hoc"
dell'Aia]. Ogni accusato si deve adesso chiedere se è
sottoposto ad un processo imparziale, quando il governo USA
viene informato di tutto ciò che egli fa o dice. Se l'ICTY è
indipendente e super-partes, che ragione hanno gli USA per
incontrarsi con McFadden e raccogliere tutte queste
informazioni? Quali informazioni vanno all'Accusa? Forse la
controparte conosce ogni passo successivo previsto? Radovan
Karadzic perciò, subito dopo la comparsa di queste
rivelazioni, ha richiesto la fine delle intercettazioni ai
suoi danni. (c)
(...) Ci dobbiamo anche chiedere quale origine abbia questo
rapporto tra McFadden e gli USA, e come si è sviluppato.
L'intero quadro cambia a seguito di questi nuovi dati di
fatto. >>
Queste rivelazioni - nel carosello delle tante di Wikileaks, che
ad osservatori attenti appaiono comunque parziali, incomplete ed
orientate solo a scopi geostrategici piuttosto precisi, cioè a
mettere in imbarazzo alcuni alleati poco affidabili per gli USA -
sono passate sostanzialmente sotto silenzio. In Italia ne ha
riferito solamente un lancio AGI (che riportiamo di seguito), nel
quale tuttavia tra i tanti sciocchi pettegolezzi sui rapporti di
Milosevic con i famigliari (d) si omette di sollevare lo scandalo
più grosso: e cioè il fatto stesso che l'ex direttore della galera
dell'Aia era un informatore di Washington.
(a cura di Italo Slavo)
NOTE:
(a)
http://it.groups.yahoo.com/group/icdsm-italia/message/281
.
(b) Si veda il
documento
Wikileaks: https://wikileaks.org/plusd/cables/03THEHAGUE2835_a.html
oppure http://www.scribd.com/doc/47385121/Wikileaks-Serbia-Milosevic
(anche
.doc
sul nostro sito).
(c) Sulle reazioni nelle aule del "Tribunale ad hoc" dell'Aia, a
proposito di queste rivelazioni Wikileaks, in particolare da parte
degli "imputati" Karadzic e Seselj, si vedano i testi riportati in
http://it.groups.yahoo.com/group/icdsm-italia/message/281
.
(d) I pettegolezzi sulle abitudini di Milosevic in carcere e sui
suoi rapporti telefonici con collaboratori e famigliari erano già
stati fatti trapelare, proprio dal direttore della galera
McFadden, allo scopo di deviare l'attenzione pubblica dai
contenuti del "processo"-farsa per mezzo di <<
una pioggia ben dosata di
rivelazioni minori intrise di sarcasmo >> - si
veda:
http://archiviostorico.corriere.it/2002/febbraio/09/Milosevic_cella_con_Sinatra_Hemingway_co_0_0202096992.shtml
.
---
http://www.ristretti.org/Le-Notizie-di-Ristretti/olanda-su-wikileaks-documento-che-racconta-la-vita-di-milosevic-in-carcere
Olanda: su Wikileaks
documento che racconta la vita di Milosevic in carcere
Agi, 6 febbraio 2011
Un cablogramma diplomatico statunitense, svelato oggi dal sito
Wikileaks, ha fornito uno spaccato unico sulla vita dell’ex
presidente serbo, Slobodan Milosevic, nella prigione del
Tribunale penale internazionale (Tpi) dell’Aia in cui è morto.
Il documento descrive Milosevic come un appassionato lettore di
thriller giudiziari di qualità mediocre, un ascoltatore delle
canzoni di Frank Sinatra e un detenuto che non mancava di godere
della sua ora d’aria nel cortile della prigione.
L’Ambasciata statunitense
all’Aia ha inviato al Dipartimento di stato Usa la sua
informativa nel novembre 2003, quando il processo a Milosevic
entrava nel suo secondo anno. L’autore del documento aveva
avuto un colloquio col capo dell’unità di detenzione del Tpi
Tim McFadden. Quest’ultimo era in contatto quotidiano
con Milosevic e aveva accesso al contenuto delle sue
conversazioni con la sua famiglia e i suoi amici, oltre che al
dossier medico dell’ex presidente serbo. Nei colloqui con i rappresentanti
dell’ambasciata, McFadden ha spiegato che Milosevic
chiamava ogni giorno la moglie, Mira Markovic, e descriveva la
loro relazione come “straordinaria”.
Markovic è descritta come una donna dalla personalità
fortissima. “Milosevic poteva manipolare tutta una nazione, ma
finiva a mal partito quando deve gestire sua moglie che, al
contrario, sembrava esercitare una forte ingfluenza su di lui”.
Milosevic aveva problemi cardiaci e d’ipertensione, problemi che
l’hanno angustiato durante tutto il corso del processo in cui
doveva rispondere per genocidia e crimini di guerra relativi ai
conflitti balcanici degli anni 90. Si trattava di sintomi “seri
e difficilmente controllabili con i farmaci”. McFadden, inoltre,
descrive Milosevic come un “narcistista” che si credeva
“circondato da matti” nel tribunale. Eppure era convinto di
controllare l’andamento del processo. “Ha una grande fiducia
nelle proprie capacità e pensa che riuscirà a vincere di fronte
al tribunale, un atteggiamento che rafforza il suo stato di
salute stabile attuale”. Tuttavia, nel documento, c’è la
previsione che le sue condizioni cliniche sarebbero peggiorate.
Previsione che s’è avverata tre anni dopo, quando - il 14 marzo
2006 - l’ex presidente è morto.
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pagine a cura di
ICDSM
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