Da: "gherush92 @ gmail.com"
Oggetto: 9 MAGGIO GIORNATA DELLA VITTORIA
Data: 4 maggio 2016 17:05:12 CEST
IL 9 MAGGIO GIORNATA DELLA VITTORIA
RICORDIAMO L’ARMATA ROSSA
Il 9 maggio si celebra l'anniversario della Giornata della
Vittoria, Den' Pobedy, in memoria della capitolazione
della Germania nazista e dei suoi alleati, fra cui l'Italia,
durante la Seconda Guerra Mondiale. L'Armata Rossa dei
Lavoratori e dei Contadini, guidata da Stalin con la
collaborazione di capaci generali, svolse una funzione
decisiva sconfiggendo in quattro anni di violente e
sanguinose battaglie la grande maggioranza delle forze della
Wehrmacht, concludendo vittoriosamente il conflitto.
Da allora sono trascorsi molti decenni, ma molti ancora
ignorano che la liberazione dell’Europa dal nazifascismo e
dai campi di sterminio è avvenuta grazie al sacrificio di
quasi trenta milioni di sovietici fra soldati dell’Armata
Rossa, partigiani e civili. Molti ancora ignorano che i
campi di sterminio di Auschwitz, Treblinka, Belzec,
Majdanek, Sobibor, e molti altri lager nazisti, furono
liberati dai soldati sovietici e che gran parte dei
sopravvissuti alla Shoà deve la sua sopravvivenza all'Armata
Rossa.
Già nei decenni del dopoguerra e della guerra fredda le
preoccupazioni per il presente hanno prevalso e che i
liberatori degli ebrei sopravvissuti fossero soldati
sovietici è passato sotto silenzio. Gli effetti degradanti
del revisionismo storico tendono ancora ad esaltare
esclusivamente il ruolo dell’esercito degli alleati ad
occidente, a scapito del ruolo centrale assunto dall’Armata
Rossa nella lotta al nazismo, dalla valorosa battaglia per
la difesa di Stalingrado fino alla liberazione di Berlino.
Ma, a maggior ragione oggi che l'Unione Sovietica ha da
tempo cessato di esistere, è nostro dovere ricordare ed
esprimere gratitudine ai liberatori, molti dei quali sono
ancora vivi e meritano riconoscenza. Sono Russi, Ucraini,
Bielorussi, Tartari, Kazaki, Armeni, Georgiani, Azerbagiani,
Uzbechi, Tadzhiks, Turkmeni, Kirghisi, Careliani,
Cabardini/Balcari, Ossetani, Daghestan, Ciuvasci, Mordvini,
Baschiri, Calmucchi, Udmurti, Mari, Komi, Buriati, Moldavi,
Lettoni, Estoni, Lituani, Cinesi, Mongoli, Poli, e tanti
altri ancora. Fra di loro c’erano anche Ebrei.
Un altro, non meno rilevante, aspetto del nostro debito
verso l’Armata Rossa è la partecipazione su larga scala di
soldati ebrei nella seconda guerra. Più di mezzo
milione di cittadini sovietici ebrei ha servito nell'Armata
Rossa durante il conflitto mondiale dando un contributo alla
vittoria, pari a quasi l’ottanta per cento degli ebrei in
età lavorativa in Unione Sovietica. E’ un tasso di
reclutamento senza precedenti fra le nazionalità sovietiche.
Circa centottantamila sono caduti in battaglia per la
Patria; oltre quarantamila sono membri delle unità
partigiane; quasi un terzo di loro volontari. Gli ebrei
dell’Armata Rossa, donne e uomini, hanno combattuto contro
l’ideologia antisemita di Hitler, per la sopravvivenza
del loro popolo e per la madrepatria. Questi ebrei, grazie
alla loro forte identità, sia ebraica che patriottica,
scelsero di combattere i nazisti, assassini delle loro
famiglie e delle loro comunità ed invasori della loro
patria.
Anche questi combattenti ebrei, che eroicamente hanno
combattuto sotto il simbolo dell’Armata Rossa, che
liberarono altri prigionieri, in clandestinità e gli
internati nei campi di concentramento, sono stati in gran
parte dimenticati, persino da parte ebraica. Così,
mentre i combattenti del ghetto di Varsavia o della Brigata
Ebraica sono stati e sono, a ragione, oggetto di grande
attenzione, gli ebrei dell’Armata Rossa raramente sono stati
onorati.
Nel Giorno della Vittoria commemoriamo la liberazione e
ricordiamo soprattutto che nell’alleanza di un
coacervo di diversi popoli, uniti sotto la bandiera
dell’Armata Rossa, è nata una prodigiosa resistenza al
nazifascismo che costituisce un unicum nella storia e che
senza l’Armata Rossa, matrice di ogni resistenza europea,
non ci sarebbe stata vittoria contro il nazifascismo.
Eterna riconoscenza ai soldati dell’Armata per il loro
sacrificio e la loro umanità.
Gherush92 Committee for Human Rights