Rassegna articoli sul Sacrario
di Barletta
Autorevole apprezzamento
della Jugoslavia per il lavoro dell'impresa
GIACOMO CALÒ di DOMENICO
Nel corso della solenne cerimonia di inaugurazione dei
Monumento - Ossario che custodisce nel Cimitero di Barletta le
spoglie mortali dei Caduti durante la Guerra di Liberazione
Nazionale di Jugoslavia in territorio italiano, il capo della
delegazione jugoslava, MARIJAN CVELKOVIC, membro dei Consiglio
Federale e presidente dell'Associazione Combattenti della
Guerra di Liberazione Nazionale, ha avuto parole di vivissimo
apprezzamento per il lavoro compiuto dall'impresa edile
GIACOMO CALÒ di Barletta, che ha realizzato la
monumentale opera.
Un monumento dalla linea architettonica svelta e moderna,
progettato dallo scultore accademico jugoslavo DUSAN DZAMONJA
vincitore dei concorso nazionale appositamente indetto, e che
l'impresa Calò ha realizzato a perfetta regola d'arte,
in piena aderenza alla volontà e alle aspettative dei
Governo Jugoslavo.
Ci troviamo di fronte ad un'opera dalle particolari
caratteristiche tecniche ed architettoniche e che ha richiesto
al di là delle normali capacità imprenditoriali,
un impegno ed una sensibilità fuori dal comune. II Sig.
Giacomo Calò vi ha dedicato, con la competenza e la
serietà che gli deriva da una collaudata esperienza
pluriennale, una attenzione , diremmo una passione
particolare, in concerto con la grossa responsabilità
di riconfermare il buon nome e la validità delle
maestranze edili italiane, in particolare di Barletta che
vanta, nel settore, autorevoli tradizioni. Il Monumento -
Ossario è costruito di elementi tombali che si
sviluppano dalla periferia dello schema dei piano e spaziano
in ritmo verso il centro della composizione, creando una
guardia circolare sopra la cripta.
Alla cripta, seminterrata, si accede attraverso un'ampia
scalinata rivestita in lastre di granito e che porta all'atrio
al centro dei quale è stata realizzata una vasca
rivestita in mosaico rosso, intorno alla quale vi è lo
spazio per le cerimonie commemorative.
L'ingresso alla cripta è stato realizzato attraverso
due monumentali porte in bronzo, sulle quali sono eseguiti in
lettere a rilievo, i nomi dei Caduti. Le pareti circolari
della cripta sono fregiate con una successione di elementi
plastici in bronzo.
Come si deduce da questa sommaria descrizione dell'opera,
l'impresa realizzatrice ha dovuto di volta in volta risolvere
problemi i più disparati, connessi alle caratteristiche
orografiche dei terreno, alla plasticità degli elementi
tombali, alla interpretazione dei significato ideale dei
progetto così come l'artista progettatore ed il Governo
Jugoslavo l'ha concepito.
L'impresa Giacomo Calò di Domenico e il proprio
direttore dei lavori ing. ALDO MARIA PALMIOTTI, hanno risposto
con prontezza alle attese dei Governo Jugoslavo,
dell'Associazione Combattenti per la Liberazione Nazionale di
Jugoslavia, dei familiari dei Caduti.
Il Governo Jugoslavo, tramite i suoi rappresentanti a
Barletta, ha voluto sottolineare in forma pubblica ed
ufficiale l'apprezzamento per il lavoro svolto.
Un apprezzamento che va ad aggiungere nuove autorevoli
testimonianze di merito al nome della nostra classe
imprenditoriale dei settore edilizio che il Sig. Giacomo
Calò ha qualificatamente rappresentato presso
autorità e popolazione di una nazione che guarda
all'italia con sentimenti di stima e di amicizia.
(da La Gazzetta del
Mezzogiorno del 5 luglio 1970)
[Per gentile concessione del dott. Di Cuonzo in occasione
della Mostra
fotografica documentale sul Sacrario, allestita a Barletta
nel 2011]
Dal giornale STICKO,
organo del gruppo invalidi della Slovenia, 2 novembre 1998
Corona di fiori sulla tomba a
Barletta
Nella preparazione per le varie attività del 55°
anniversario dell'arrivo della prima missione alleata nel
quartier generale NOV e POS ricorre anche una visita del
memoriale e la deposizione di una corona del gruppo di
invalidi di guerra della Slovenia sulla tomba a Barletta
presso Bari. Il gruppo di nove invalidi di guerra, che era
guidato da Rudi Rogelj, è volato il 25 giugno 1998 a
Roma, dove, accompagnato dal primo segretario d'ambasciata
Ingrid Sergaš, ha colto l'opportunità delle note
storiche molto approfondite e professionali di Ingrid che
conosceva numerosi siti storici.
La sera siamo stati ospiti dell'ambasciatore Petar Bekeš e
dell'addetto militare all'accoglienza del corpo diplomatico,
il brigadiere Fedja Vraničar, in occasione della festa
nazionale della Repubblica di Slovenia.
Il secondo giorno siamo partiti presto accompagnati
dall'ambasciatore e dall'addetto militare per un interessante
lungo percorso di oltre 500 km verso Barletta. Ancor prima
della città ci ha accolto la pattuglia della polizia
che ci ha accompagnato per tutto il tempo fino alla partenza.
Presso la sede dei Comune il sindaco ci ha accolto insieme ad
una delegazione dell'ANPI composta da: il presidente del
comitato regionale, il presidente del comitato provinciale e
due membri. Durante una breve chiacchierata i padroni di casa
hanno ripetutamente sottolineato che dal 1990 siamo i primi
rappresentanti dell'area della ex Jugoslavia ad essere venuti.
Ogni anno prima della ricorrenza dei defunti hanno scritto
alle ambasciate di tutti i paesi che sono sorti sul territorio
della Jugoslavia e si sono interessati che qualcuno ponesse
dei fiori sulla tomba di migliaia di partigiani jugoslavi,
morti negli ospedali degli alleati e sepolti a Barletta. Non
hanno mai ottenuto una risposta da nessuno. Ma sulla tomba
è stata comunque deposta una corona di fiori e sono
state accese candele ogni anno, compresa una cerimonia
ufficiale fatta dal sindaco e l'ANPI.
Naturalmente siamo stati riconoscenti.
Dal Comune, i padroni di casa, ci hanno accompagnati al
cimitero. Molti di coloro che erano al cimitero, vedendo il
sindaco e il locale ANPI portare delle corone, si sono
avvicinati in modo spontaneo e così presso il
monumento/tomba alla memoria si è riunito un gran
numero di presenti. Nella tomba su cui è stata deposta
una corona dei militari invalidi della Slovenia come dei
sindaci e dell'ANPI, riposano circa 1900 partigiani della ex
Jugoslavia. Sventolava la bandiera jugoslava perché il
Comune non ha quella slovena.
Il lungo minuto di silenzio e l'omaggio alla memoria dei
compagni morti ci ha ricordato che, ad eccezione dei
rappresentanti di Barletta, per 9 anni non c'è stato
nessuno che commemorasse.
Presso l'edificio comunale di Barletta c'è una
targa/pannello con la spiegazione che questa città dopo
la capitolazione dell'Italia è stata la prima in Italia
a resistere con le armi ai nazisti e che (il primo giorno di
occupazione) sono caduti 13 residenti che si erano opposti ai
Tedeschi: 2 spazzini e tutti gli 11 agenti della polizia
municipale. La targa commemorativa è stata posta il 25
aprile 1948 e oggi molti di quelli che vengono al Comune si
fermano qui per un momento a rendere omaggio alla memoria
delle vittime dei nazisti. Quest'anno è ricorso il
55° anniversario. Il ministro della difesa ha concesso
alla città la medaglia d'oro che equivale al nostro
ordine degli eroi.
L'ambasciatore Peter Bekeš e l'addetto militare brigadiere
Vraničar, noi e i rappresentanti dell'ANPI siamo stati
invitati a pranzo, poi ci siamo affrettati sui 500 km di
distanza dall'aeroporto di Roma e fare ritorno a Nova Goriza
(nella foto: minuto di silenzio in onore dei feriti, morti
nell'ospedale di Barletta. In figura: I'ambasciatore Bekeš,
Lado Kocijan, Rudi Rogelj e il sindaco di Barletta Francesco
Salerno; libera traduzione dal Giornale STICKO della dott.ssa
Simona Carugno)
[Per gentile concessione del dott. Di Cuonzo in occasione
della Mostra
fotografica documentale sul Sacrario, allestita a Barletta
nel 2011]
Ultimo
aggiornamento di questa pagina: 1 gennaio 2012
Scriveteci
all'indirizzo partigiani7maggio
@ tiscali.it