L’antefatto della presenza jugoslava, civile e militare, in Puglia è la scelta di deportazione ed internamento per interi gruppi o categorie nel quadro della politica di italianizzazione violenta condotta dal regime fascista nei territori orientali, compresi quelli di recente annessione (province di Lubiana, Spalato e Cattaro, nelle attuali Slovenia e Croazia), soprattutto nel biennio 1941-1943. In Puglia, come nel resto del Mezzogiorno, furono allestiti vari campi di internamento.
Notevole fu anche l’afflusso di profughi dalle zone balcaniche divenute teatro di sanguinosi rastrellamenti da parte dell’occupazione nazi-fascista con i loro alleati locali e di intensi scontri contro di loro. L’arrivo in Puglia, spesso con imbarcazioni di fortuna o sovraffollate, più di rado con aerei alleati, si intensificò nel 1944: secondo un calcolo riportato da Kurt Voigt, si trattò di circa 36000 persone entro settembre e successivamente di 4000 in media al mese.
Fu a partire dallo scorcio finale del 1943 e per la restante durata del periodo del conflitto che a Grumo Appula, comune agricolo dell’entroterra barese, troveranno sede alcune strutture connesse al proseguimento delle attività belliche sui due versanti dell’Adriatico; queste inevitabilmente s’inserirono non senza tensioni nel tessuto urbano e sociale del paese. Qui la presenza partigiana jugoslava è legata principalmente a due luoghi, accanto ad altri, meno noti o dimenticati, motivi d’interesse.
L’edificio scolastico, che attualmente ospita la scuola elementare intitolata a «Gaetano Devitofrancesco», fu sede di un ospedale partigiano jugoslavo, il maggiore in Puglia, secondo quanto riportato dalla storiografia jugoslava.
L’ingresso del vicino cimitero comunale ha ospitato le sepolture, circa 200, di numerosi jugoslavi. Al termine della guerra, nell’area cimiteriale venne apposto un monumento commemorativo, ancora presente. Si tratta di un cippo in pietra a sviluppo verticale (per un’altezza totale pari a due metri). Su ciascuna delle tre facciate mediane del cippo è apposta un’iscrizione di lingua serbo-croata in caratteri latini, al cui vertice si presenta una stella. Di seguito si presenta, con la traduzione affiancata, il testo delle epigrafi apposte sulle tre facciate (la cui traduzione è di Andrea Martocchia).
PALIM HEROJIMA |
Agli eroi caduti |
ŽIVOT MLADOST |
La vita, la
gioventù |
PADOSTE ŽRTVOM |
Cadeste come
vittime |
I resti di quanti erano sepolti a Grumo Appula furono successivamente traslati nel cimitero di Barletta, al cui interno si trova un apposito spazio monumentale destinato a Sacrario jugoslavo (inaugurato nel luglio 1970), dove sono stati raccolti i resti di oltre ottocento partigiani jugoslavi ai quali vanno aggiunti i nomi di altri 463 dispersi, di cui non erano state reperite tombe, per un totale di 1288 persone.
Anche
altre località pugliesi ospitarono gruppi profughi o nuclei
partigiani jugoslavi e l’approfondimento documentario sia
locale sia d’oltre Adriatico aprirà a nuovi risultati per la
ricerca intrapresa, che mostra ancora attuale l’invito che
un protagonista dell’antifascismo meridionale, Vittore
Fiore, ebbe modo di avanzare: «cercare la Resistenza» anche
al Sud.
Per una bibliografia e sitografia
Giacomo Scotti, Il battaglione degli «straccioni». I militari italiani nelle brigate jugoslave: 1943-1945, Milano 1974, Milano 1974.
Giacomo Scotti, Il bosco dopo il mare. Partigiani italiani in Jugoslavia, 1943-1945, Castel Gandolfo 2009.
Giuseppe Aragno (a cura di), Fascismo e foibe. Ideologia e pratica della violenza nei Balcani, Napoli 2008.
Andrea Martocchia et alii, I partigiani jugoslavi nella Resistenza italiana. Storie e memorie di una vicenda ignorata, Roma, Odradek Edizioni, 2011.
Gaetano Colantuono, La presenza di partigiani jugoslavi nella Puglia centrale 1943-1945. Il caso del comune di Grumo Appula in “Storia contemporanea” 266 (2012), pp. 43-65.
Sito http://www.partigianijugoslavi.it/ (per documenti e fotografie).
Per il sacrario di Barletta: voce Ossario commemorativo dei caduti slavi su Wikipedia.org.
Ultimo aggiornamento di
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aprile 2016
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