Leo Landini dalla Francia
ci scrive...
Un caro saluto, a
pugno chiuso, al compagno Leo Landini che ci scrive dalla
Francia!
(su Leo Landini si veda anche: https://www.cnj.it/PARTIGIANI/prcf.htm
)
-- Messaggio Originale --
From: leon landini
To: "Iniziativa
PARTIGIANI! Roma 7/5/2005"
Subject: Re: L'ANPI sulle dichiarazioni di Massimo D'Alema
Date: Mon, 14 Nov 2005
10:10:31 +0100
Cari compagni.
Non soltanto sono completamente d'accordo con la
vostra risposta, ma sono
anche scandalizzato dalla dichiarazione di cosiddetto
"onorevole" Massimo
D'Alema.
Come può un individuo, che ad un certo momento si è
preteso "uomo di sinistra"
- fare proprie le stesse dichiarazioni dei
fascistoidi di estrema destra?
Dove è il suo onore?
Il 24 luglio 1921, mio padre consigliere comunale del
comune di Roccastrada,
(provincia di Grosseto) vede un autocarro scaricare
dei fascisti.
Alcune ore più tardi, il villaggio contava i suoi
morti, 9 persone uccise,
70 feriti, la borsa del lavoro e decine di case
incendiate. Poiche' mio padre
è riuscito a sfuggire, i fascisti sono tornati a
Roccastrada a tre riprese
per provare ad abbatterlo.
Benché gli abbiano sparato a più riprese, non sono
riusciti a toccarlo.
Per salvare la sua vita ha dovuto fuggire in Francia
dove sono nato io nel
1926.
È potuto tornare in Italia soltanto 24 anni più
tardi: non ha potuto assistere
ai funerali della sua madre.
Vivevamo a Saint-Raphaël, nel dipartimento del Var.
Nel maggio 1943, mio
padre ed il mio fratello Arnolfo sono stati fermati
dagli uomini di Mussolini.
Sono stati torturati entrambi in maniera terribile.
Mio padre di 52 anni
è stato picchiato a colpi di catene.
A mio fratello i fascisti gli hanno fatto bere un
litro di petrolio e mangiare
un chilo di sale e siccome rifiutava di parlare, gli
ha fatto subire il supplizio
del casco. È rimasto 6 ore in coma. In seguito egli
ha simulato la pazzia
per oltre 4 mesi.
Deportati in Germania, sono evasi ed hanno raggiunto
il maquis.
Il 25 luglio 1944, sono stato fermato io. Torturato,
sono grande mutilato
di guerra. Ufficiale della legione d'onore. Medaglia
della resistenza. Ufficiale
della resistenza. Decorato dall'Unione sovietica.
Sono Presidente di diverse
associazioni di ex combattenti della resistenza.
Dopo avere terribilmente sofferto per Mussolini ed il
suo fascismo, io e
la mia famiglia, sono nauseato nel sentire questi
presunti democratici accorrere
in aiuto di criminali pretendendo di parlare in nome
della giustizia.
Vi ringrazio dal fondo del cuore per la vostra
azione.
Tengo con la presente a salutare ed a ringraziare i
partigiani italiani che
hanno giustiziato un grande criminale.
Finché compagni come voi saranno là per fare
intendere la nostra voce, non
tutto sarà perso.
GRAZIE! Leo Landini
Chers camarades.
Non seulement je suis
totalement d'accord avec votre réponse, mais je suis
scandalisé par la
déclaration du soit-disant "onorevole" Massimo D'Alema.
Comment, un individu,
qui à un certain moment, s'est prétendu "homme de gauche"
peut-il reprendre à son
compte les mêmes déclarations que les fascisants
d'extrême-droite ? Où
est son honneur ?
Le 24 juillet 1921, mon
père conseiller municipal de la commune de Roccastrada,
(Province de Grosseto)
voit débarquer un camion de fascistes.
Quelques heures plus
tard, le village comptait ses morts, 9 personnes tués,
70 blessés, la Bourse du
Travail et une dizaines de maisons incendiés.
Mon père ayant réussi à
s'échapper, les fascistes sont retournés à
Roccastrada
à 3 reprises pour
essayer de l'abattre.
Bien que lui ayant tiré
dessus à de multiples fois, ils n'ont pas pu le toucher.
Pour sauver sa vie il a
dû fuir en France où je suis né en 1926.
Il n'a pu retourner en
Italie que 24 ans plus tard et n'a pas pu assister
aux funérailles de sa
mère.
Nous vivions à
Saint-Raphaël dans le département du Var.
En mai 1943, mon père et
mon frère Arnolfo ont été arrêtés par les hommes
de Mussolini. Ils ont
été deux effoyablement torturés. Mon père âgé de 52
ans a été battu à coups
de chaînes.
A mon frère les
fascistes lui ont fait boire un litre de pétrole et manger
un kilo de sel et comme
il refusait de parler, il lui ont fait subir le supplice
du casque. Il est resté
6 heures dans le coma. ensuite il a simulé la folie
pendant plus de 4 mois.
Déportés en Allemagne,
ils se sont évadés et ont rejoint les maquis.
Le 25 juillet 1944,
c'est moi qui me suis fait arrêté. Torturé, je suis Grand
Mutilé de Guerre.
Officier de la Légion d'Honneur. Médaille de la
Résistance.
Officier de la
Résistance. Décoré par l'Union Soviétique. Je suis
Président
de diverses associations
d'Anciens Combattants de la Résistance.
Après avoir ma famille
et moi, terriblement souffert de Mussolini et de son
fascisme, je suis
révolté d'entendre de trétendus démocrates voler au
secours
de criminels en
prétendant parler au nom de la justice.
Je vous remercie du fond
du coeur pour votre action.
Je tiens par la présente
à saluer et à remlercier les partisans italiens
qui ont rendu justice en
exécutant un grand criminel.
Tant que des camarades
comme vous serons là pour faire entendre notre voix,
tout ne sera pas perdu.
MERCI
! Leo Landini
L'ANPI sulle
dichiarazioni di Massimo D'Alema
A.N.P.I. (ASSOCIAZIONE
NAZIONALE PARTIGIANI D'ITALIA)
Con
riferimento alle dichiarazioni dell'On. Massimo D'Alema
rilasciate per un libro di Bruno Vespa e anticipate da
Panorama, secondo le quali l'uccisione di Mussolini,
avvenuta il 28 aprile 1945 a Giulino Mezzegra ad opera di
un comandante partigiano inviato dal Corpo Volontari della
Libertà, rappresenterebbe "uno di quegli episodi che possono
accadere nella ferocia della guerra civile, ma che non
possiamo considerare accettabili" e che sarebbe stato meglio
sottoporlo a un giudizio come quello di Norimberga, ove
furono processati alcuni dei
massimi esponenti nazisti, la Presidenza nazionale e la
Segreteria nazionale
dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia
(A.N.P.I.) esprimono un fermo
e motivato dissenso.
L'esecuzione di Mussolini fu un atto di
giustizia deliberato ed eseguito nel corso, se pure alla
fine, della guerra di Liberazione nazionale dagli organi che
erano, anche formalmente e istituzionalmente, i legittimi
rappresentanti del Governo italiano nell'Italia occupata, il
Comitato di Liberazione Nazionale
Alta Italia (C.L.N.A.I.) e il Comando Generale del Corpo
Volontari della Libertà (C.V.L.), organi dotati
di tutti i poteri inerenti allo stato di guerra.
Quell'atto di giustizia era stato motivato per
le gravissime responsabilità, dalla soppressione violenta di
ogni libertà, agli eccidi e stragi di cittadini italiani che
a Mussolini, più che a chiunque altro, erano riferibili come
capo del primo fascismo e del secondo fascismo, quello
particolarmente sanguinario di Salò.
L'esecuzione del capo del fascismo era
reclamata da tutti gli Italiani
in espiazione delle enormi sofferenze che le sue decisioni e
la sua politica avevano causato al nostro
popolo.
E anche di questo sentimento gli organismi
responsabili della Resistenza
si fecero interpreti.
Diversa la situazione della Germania, nella
quale non vi fu una Resistenza
armata e i capi del nazismo furono catturati dagli Alleati
che organizzarono il processo di
Norimberga.
L'osservazione dell'On. D'Alema in merito non
tiene conto della realtà storica.
Roma, 4 novembre 2005
P A R T I G I
A N I !
Una iniziativa internazionale
ed internazionalista
nel 60.esimo anniversario della
Liberazione dal nazifascismo
https://www.cnj.it/PARTIGIANI/index.htm
Per contatti: PARTIGIANI! c/o
CNJ,
C.P. 252 Bologna Centro,
I-40124 BOLOGNA (BO) - ITALIA
partigiani7maggio @ tiscali.it
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