Regia: Erika Rossi
Anno di produzione: 2016
Durata: 52'
Tipologia: documentario
Genere: sociale
Paese: Italia
Produzione: Quasar Multimedia
Distributore: n.d.
Data di uscita:
Formato di proiezione: DCP, colore
Titolo originale: Tutte le Anime del Mio Corpo
Altri titoli: Every Soul Of My Body - Women on the Border - Donne al Confine
Recensioni di :
- SGUARDI ALTROVE 2016 - "Tutte le anime del mio corpo"
Sinossi: Dopo la morte di sua madre, una donna trova un diario scritto durante la seconda guerra mondiale, grazie al quale scopre chi era veramente: una giovane donna che diventa partigiana, i suoi pensieri intimi e le sue riflessioni, la sua voglia di ribellarsi e combattere.
Le parole della madre sono un dono che la figlia porta con sé nella vita di ogni giorno; lei è una psicoterapeuta che si occupa di bambini adottati.
Non è forse la donna del diario la stessa che le ha trasmesso i valori in cui crede?
TRAILER:
La casa editrice Iacobelli di Roma ha pubblicato nella collana “Frammenti di memoria” il diario della allora giovane partigiana garibaldina Maria Antonietta Moro (Anna), scritto fra il 1943 e il 1945.
Pubblichiamo la breve introduzione ai diari scritta da Gian Andrea Franchi e alleghiamo il saggio della storica Anna Di Gianantonio, membro del direttivo dell’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione del Friuli Venezia Giulia che inquadra l’esperienza della giovane partigiana nei due contesti in cui Maria Antonietta ha operato, quello di Gorizia e quello della cosidetta “guerra di pianura” della Destra Tagliamento.
Il testo contiene inoltre un saggio di Gabriella Musetti membro della Società Italiana delle Letterate che torna a riflettere sulle differenza di scrittura e riflessione fra donne e uomini che hanno costruito e partecipato all’esperienza della Resistenza ed è introdotto da un appassionato intervento di Lorena Fornasir figlia di Maria Antonietta Moro che ha inaspettatamente trovato gli scritti della madre dopo la sua morte.
ALLEGATO
INTRODUZIONE di Gian
Andrea Franchi
I Diari che qui si pubblicano non sono, soltanto e
soprattutto, testi di memorialistica della lotta
partigiana. Sono il breviario dell’esperienza di
rapidissima maturazione di una giovane donna di campagna
che si trova improvvisamente ad affrontare condizioni
estreme di vita.
Maria Antonietta Moro, allieva della Scuola Convitto
di Gorizia, è gettata nel pieno della guerra, in una città
culturalmente di confine, fra tedeschi, fascisti italiani,
partigiani sloveni di Tito e, poi, partigiani italiani. Da
infermiera, entra in contatto con la resistenza curando
partigiani sloveni feriti e con rapida maturazione
politica, passa dalla loro parte superando, con grande
forza di pensiero, tutte le remore dell’educazione
cattolica di una ragazza di paese della pianura friulana.
Il pregio dei Diari sta nella capacità di narrare,
con un linguaggio limpido e fermo, questa esperienza
intensissima, senza mai perdere il filo, cercando una
nuova se stessa nell’accettazione del rischio estremo in
nome di una solidarietà umana che diventa ben presto
consapevolezza politica. La qualità dei testi sorge da una
scrittura capace di dare forma a emozioni fortissime in
situazioni che richiedevano prontezza di decisioni,
intelligente coraggio, prudenza e anche astuzia di fronte
alle mille insidie di un contesto sociale in cui il nemico
si annidava ovunque, fra conoscenti e amici, terrorizzando
e corrompendo.
Maria Antonietta Moro non parlò presumibilmente con
nessuno di questi Diari. Certamente non con la figlia
Lorena, che li trovò in un cassetto pochi giorni dopo la
sua morte. La decisione di pubblicarli è nata, superando
comprensibili resistenze, come risposta alla domanda
implicita nel fatto di aver conservato questi scritti per
una vita intera e di averli lasciati all’unica persona
che, trovandoli, avrebbe potuto raccogliere l’eredità
affettiva, generazionale e politica di una pratica di
lotta e di cura della vita.
Insieme ai Diari si pubblicano anche alcune lettere
fra Maria Antonietta Moro, allora partigiana garibaldina
“Anna”, e il comandante Ario della Divisione di pianura
“Mario Modotti”, nome di battaglia di Ardito Fornasir,
che, incontrato nel fuoco della Resistenza, diventerà poi,
a guerra finita, suo marito.
Dopo la guerra Maria Antonietta Moro, fu
completamente assorbita nella cura della famiglia, per
varie ragioni eccezionalmente impegnativa,
cui rivolse l’energia, l’intelligenza e l’amore, che
così vivi si leggono nei Diari.