Se la mia conoscenza sulla Resistenza italiana
si fosse limitata solo a quello che si studia sui testi
scolastici o sull’informazione che passano i media, ne avrei
certo un quadro ben misero oltre che scarso e confuso.
C’è stata nel corso degli anni una svalutazione progressiva e
una confusione voluta, tacendo su molte cose e travisandone
altre, mentre invece si è data sempre troppa importanza
all’arrivo degli americani, e oggi pochi sanno che non furono
loro i veri liberatori. Lo dimostrarono città come Genova,
Milano, Torino, Brescia, ecc., che seppero liberarsi da sole,
non aspettando l’arrivo degli alleati che quando arrivarono
trovarono i giochi già fatti e non "gradirono" molto la cosa. La
liberazione fu merito della capacità organizzativa e di azione
dei Comitati di liberazione nazionale che ben integrati nel
territorio e tramite azioni mirate destabilizzarono le forze
occupanti. Ma ci sono anche altri fatti a cui si è data poca
importanza, come le famose "4 giornate" di Napoli che furono una
rivolta popolare che insorse compatta e che tra il 28 settembre
e il primo ottobre scacciò i nazifascisti, ben più di un mese
prima dell’arrivo degli statunitensi che sbarcarono a Salerno il
9 novembre 1943. Del resto l’esercito fascista aveva già subito
pesanti sconfitte in tutta Europa e non certo per merito
dell’America. Infatti fu l’esercito sovietico che pagando
un’altissimo tributo di sangue riportò le più importanti
vittorie che segnarono l’esito della guerra. Sarebbe quindi ora
di dargli il riconoscimento che merita.
La forza dell’Armata Rossa nasceva dal forte sentimento
antifascista e da una grande determinazione di mettere fine ad
ogni forma di sopruso, che incarnava il sentimento di tutte
quelle popolazioni che erano state aggredite e represse. Tutto
questo non dare il giusto valore alle cose, ha lasciato spazio
alle più fantasiose e strumentali ricostruzioni storiche di quel
periodo, come quando si è cominciato a parlare dei così detti
"ragazzi di Salò", equiparandoli con le forze della resistenza.
Riteniamo invece che si debba fare una bella distinzione fra chi
combatteva per la libertà e la giustizia e chi invece lo faceva
per opprimere e sopraffare. Pensiamo che la resistenza sia stata
un momento di riscatto per il popolo italiano che ha così
dimostrato quanta distanza ci fosse fra la dittatura fascista e
il sentimento di tutto il paese. E infatti difficile capire come
qui, in Italia, avesse potuto prendere piede un periodo così
buio come quello fascista; un periodo così vergognoso per la
storia del nostro paese. E solo approfondendo le conoscenze e
comprendendo la realtà circostante che si riescono a capire i
meccanismi che portarono il fascismo al potere. Una storia che
non aveva niente a che fare con le tradizioni più vere del
nostro popolo.
Si è così provato che nel momento in cui non solo la libertà e
la dignità, ma la vita stessa, vengono negate, come ci si può
organizzare e insieme combattere contro ogni forma di
ingiustizia e di oppressione, e lottare per il desiderio di un
mondo diverso, di una società basata sull’uguaglianza e sui
diritti e bisogni reali di tutti, fondata sulla partecipazione
dove nessuno venga escluso.
Penso anche alle scelte difficili che molti di loro furono
costretti a compiere e che dimostrarono l’intelligenza e la
generosità di tante persone semplici come studenti, lavoratori
che travolti dagli eventi e dalla realtà del presente si resero
conto che dovevano prendersi delle responsabilità. Non restare
spettatori passivi ma agire in prima persona e così tanti
intellettuali, professori o semplici operai, impiegati,
contadini, ecc, si unirono creando le varie formazioni
partigiane, come le brigate Garibaldi, "Giustizia e libertà", i
GAP, Bandiera rossa" e altre. Penso alle azioni più famose ma
anche a quelle meno note come la resistenza di tutti i giorni
per la sopravvivenza che portò le donne di Roma alla rivolta
contro i nazifascisti che negavano loro il pane e la farina, le
quali subirono una violenta reazione da parte delle forze armate
occupanti che cercarono di reprimerle sparandogli spietatamente
contro e uccidendo alcune di loro. Ci furono gli scioperi che in
molte città come Torino, bloccarono le fabbriche, paralizzando
di fatto il paese, o anche altre storie, come quelle di chi fu
incarcerato e ucciso perché dava ospitalità e assistenza a
partigiani, dissidenti ed ebrei ricercati dai nazifascisti.
Nella storia della Resistenza ognuno aveva un ruolo e ognuno era
importante, e tutti insieme hanno contribuito a realizzare
quella opera comune che è stata la lotta di Liberazione.
Uno dei messaggi che restano di questa vasta esperienza e quello
che si può e si deve combattere ogni forma di oppressione e
credo che resterà nella memoria la voglia di giustizia e di
libertà che da sempre anima i grandi movimenti di emancipazione
e di liberazione della storia della nostra civiltà.
In una frase molto esplicativa Pietro Secchia, commissario
generale delle Brigate Garibaldi diceva: "La guerra partigiana
in Italia è stata allo stesso tempo lotta armata e lotta
sociale, lotta per l’indipendenza e insieme insurrezione
nazionale per la conquista della libertà".
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P A R T I
G I A N I !
Una iniziativa
internazionale ed internazionalista
nel 60.esimo anniversario
della Liberazione dal nazifascismo
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