|
ITALIJANSKA KOORDINACIJA ZA JUGOSLAVIJU |
||
Intervista in esclusiva al prof. Aldo Bernardini http://www.pecatmagazin.com Hrvatska je nelegalna država U ekskluzivnom intervjuu za „Pečat“ profesor Aldo Bernardini, jedini Italijan kojem je sud u Hagu omogućio da se susretne dva puta u zatvoru Ševeningen sa nekadašnjim predsednikom Srbije Slobodanom Miloševićem, govori o kršenju međunarodnog prava prilikom raspada SFRJ, bombardovanju naše zemlje i priznavanju nezavisnog Kosova, ističući da je priznanje Hrvatske u sadašnjim granicama potpuno nelegalno... Celi clanak - PDF format - ovde: https://www.cnj.it/documentazione/Pecat/14.pdf (1,9MB) https://www.cnj.it/documentazione/Pecat/15.pdf (2,4 MB) https://www.cnj.it/documentazione/Pecat/16.pdf (1,2 MB) https://www.cnj.it/documentazione/Pecat/17.pdf (72 kB) |
|||
Intervista in esclusiva al prof. Aldo Bernardini, di Milica Ostojic corrispondente da Roma, per
Nell´
intervista
esclusiva per "Pecat" il prof. Aldo Bernardini, l´
unico
italiano al quale il Tribunale dell´ Aia ha permesso
l´
incontro con l´
ex presidente Slobodan Milosevic, per 2 volte nel
carcere di
Scheveningen, parla della trasgressione del diritto
internazionale
nella distruzione della RSF di Jugoslavia, del
bombardamento del nostro
paese, del riconoscimento del Kosovo indipendente,
sottolineando che il
riconoscimento della Croazia nelle attuali
frontiere è completamente
illegale. Intervista
di
Milica Ostojic, corrispondente da Roma per "Pecat" Aldo
Bernardini, professore di Diritto internazionale
alla
Facoltà di
Scienze Politiche presso l´ Università di
Teramo, ex
rettore dell´
Università di Chieti e membro del Comitato
internazionale
per la difesa
di Slobodan Milosevic, Comitato che è stato fondato
su
iniziativa di
una decina di intellettuali mondiali, pronti a
lottare contro il
processo ingiusto del Tribunale "speciale" delle NU
all´ Aia
contro i
già "riconosciuti" ed "indicati" accusati, in
prevalenza
serbi. Per
questo professore italiano - presso il quale nessuno
studente
può superare l´ esame se non ha superato la
materia
del suo libro " Aldo
Bernardini parla raramente ai media. Preferisce
esporre i suoi pensieri
negli incontri scientifici e pubblici. Per
"Pecat" il
professore ha accettato di rispondere a molte
domande che riguardano la
violazione del Diritto internazionale nella
distruzione della
Jugoslavia Federativa e Socialista, i bombardamenti
NATO contro Gli
studenti
dicono che è un professore severo e,
quello
che per noi è particolarmente interessante, che proprio
il
suo libro " Certamente,
io
l´ 8 aprile del 1999, constatando che con l´
intervento
militare della NATO era stato revocato e abolito il
diritto internazionale, fatto
prigioniero dal gendarme
del mondo, ho inviato un telegramma all´
allora presidente
del governo
italiano Massimo D´ Alema e al ministro dell´
Istruzione
universitaria
Zecchino, nel quale esprimo che
con ciò mi è ostacolato l´
insegnamento
nelle lezioni e perciò di
aver il
diritto di opporre resistenza
contro
questa violazione, contraria alla Costituzione
italiana e al Nella
Jugoslavia
però iniziò molto prima: il debito,
l´ impoverimento, le
ricette del Fondo monetario internazionale, mortali
per un paese con
gran debito. Cosi il mondo occidentale ha lavorato
per la distruzione
del socialismo. Inoltre nel paese c´ erano tali
forze,
in
verità in minoranza, che erano state tenute
sotto
controllo, ma che
costantemente esercitavano pressione, stimolate e
sostenute dall´
estero. Sono uscite infine alla luce del giorno
continuando nel
processo della secessione. Nel contempo anche l´
autonomia delle
Repubbliche era accentuata contro il Governo
centrale. E quando viene
indebolito il potere centrale,
allora è più facile disperdere tutto!
A
questo
punto dovrei citare uno stralcio del suo libro nel
quale ricorda
l´ anno 1980, il periodo immediato dopo la morte
di
Josip Broz Tito. Fa un´analisi delle riforme
economiche e
politiche,
dell´ accumulazione del debito, la svalutazione
del dinaro e
l´
impoverimento dei cittadini. E
tutto ciò ha
contribuito all´
indebolimento delle istituzioni federali il che ha
avuto conseguenze
sulle maggiori divergenze tra la politica di
Belgrado, i governi
repubblicani e quelli delle regioni autonome. In
poche parole, l´
economia jugoslava è entrata nel coma,
si è arrivati all´ implosione
sostenuta dalle forze esterne che trovavano sempre
più consensi insieme
ad alcune interne.
Nel
libro
cito osservazioni e conclusioni di certi autori
(Chossudovsky e
Parenti) e le relazioni causali-consequenzi Dunque secondo il suo parere il concetto dell´ autodeterminazione nel caso delle ex repubbliche jugoslave è sbagliato, e con ciò è stato trasgredito il Diritto internazionale. Dobbiamo
sapere
che nel caso di uno Stato costituito non dovrebbe
esistere un
diritto all´ autodeterminazione, non potrebbe esser
operativo.
Non
esiste il diritto che assicuri ad alcune parti dello
Stato di
separarsi. Eccetto che in quelle parti vi sia
discriminazione assoluta
a vantaggio della popolazione dominante. Soltanto in
queste situazioni
si può presentare il problema e chiedere l´
indipendenza, al contrario
al massimo si può chiedere lo status di
autonomia. Ma se i
diritti in
tutte le parti sono uguali, il diritto alla
secessione non esiste.
Nell´ ex Jugoslavia regnava l´ unità nei
diritti di tutti i suoi
popoli. Tra l´ altro lo Stato era una Federazione
con le Regioni
autonome (due). La distruzione della
Jugoslavia è un
singolare fenomeno
storico, un esempio drastico d´ingerenza
della
comunità internazionale negli affari interni di
un paese.
Inoltre in
Jugoslavia non c´ era nessuna discriminazione.
Sappiamo delle
tragiche
conseguenze della distruzione della Jugoslavia -
quelli che si sono
immischiati, hanno trasformato una guerra interna in
una
internazionale. Belgrado, cioè il Governo della
RSF di
Jugoslavia aveva
il diritto assoluto di difendere Il governo della RSFJ,
aveva tutto il diritto
di difendere inoltre
difendeva
l´ integrità e l´
unità del paese, mentre ciò è stato
definito
come aggressione! In
questo
caso sembra che il Diritto internazionale sia
stato doppiamente
trasgredito, perche nei nuovi
Stati
costituiti vivono popoli (popoli costitutivi,
n.d.t.) che non
hanno interesse di appartenere ad un altro Stato,
ma volevano rimanere
in Jugoslavia, oppure essere indipendenti. Quando
uno
Stato infine intraprende la strada verso la
disgregazione, la
distruzione, la fine dell´ esistenza , e quando
sorgono nuovi
Stati,
allora non esiste nessun diritto di sostenere le
frontiere interne
(amministrative, n.d.t.). Non esiste alcun principio
generale per cui
le nuove entità avessero il diritto alle
vecchie frontiere in
quelle dello Stato estinto, perchè esse
esistevano soltanto
nella precedente
Costituzione. Il nuovo Stato
"indipendente"
non nasce immediatamente ma si va formando. Si
tratta di
un processo costituente. Siccome non esiste uno
Stato costituito, i
popoli che vogliono rimanere nel vecchio Stato, o
diventare autonomi, ne hanno
il pieno diritto; essi lo possono realizzare. Vi
darò un
esempio. Se si
dovesse realizzare l´ idea della secessione del nord
Italia,
della
Padania, si sa che tradizionalmente esistono delle
regioni che si vorrebbe
che facessero parte
di un possibile nuovo Stato, ma ci sono anche
regioni e provincie che
vorrebbero rimanere a far parte dell´ Italia; dunque
la
secessione non
ha diritto alle frontiere regionali. Cosi Cosa allora si dovrebbe dire per il Kosovo e Metohija? Secondo quale Diritto esso può diventare Stato indipendente? Nel
caso del Kosovo e Metohija si è arrivati a
criteri
assurdi ed illegali.
Il Kosovo è parte integrale di uno Stato,
della
Serbia. Nel seno della
quale aveva un´ autonomia interna e non c´ era
nessuna
discriminazione
verso i cittadini. Si è venuti ad una
rivolta interna
sostenuta e
finanziata dall´ estero. Non aveva nessun diritto
alla
secessione,
questo lo ammette anche Antonio Cassese, professore
di Giurisprudenza e
già presidente del Tribunale dell´ Aia, che
sicuramente non è orientato
in senso pro serbo. Che
cosa
allora significa
L´
attuale situazione nel Kosovo testimonia che nella
regione sud della
Serbia è stato violato un altro accordo in
questo caso
specifico,
cioè è stata effettuata una
più grave violazione del diritto. In
proposito non possiamo sorvolare sul fatto che nel
Kosovo è stata
costruita la più grande base militare
americana.
Ciò sicuramente spiega
tutto quello che fino oggi è successo nel
Kosovo. In
questione è una
profonda penetrazione imperialista nei Balkani, con
l´intento di
formare Stati sempre più piccoli,
per poterli controllare, alcuni indirettamente, ed
alcuni direttamente
come il Kosovo. Il Kosovo non è uno Stato
reale
indipendente. Si tratta
di uno Stato mafioso, di criminali. D´ altronde, il
Kosovo,
chissà per
quanto tempo ancora, rimarrà sotto l´
amministrazione
internazionale.
Perciò esso è una finzione, l´
invenzione di qualcuno che va in favore
alle forze separatiste interne e di quelle esterne.
Ora una missione
delle NU viene sostituita da una europea, l´ EULEKS
- che non ha
nessuna base legale. Sul Kosovo ne abbiamo talmente
tante di violazioni
del diritto internazionale che non saprei
più come
definirle. Ritiene
che
questo sia la fine della scissione della Serbia? Ho paura di no. Si tratta di una politica che è stata voluta dall´ esterno, ben pianificata e portata ai limiti estremi. In gioco sono naturalmente anche fattori interni stimolati ed incoraggiati dalle potenze internazionali. Il governo centrale inoltre teme di fronte ad una tale politica estera di poter essere accusato della violazione dei diritti umani in questa o nell´ altra provincia o regione. E'
una situazione di ricatto oggettivo - le forze
esterne si intromettono
negli affari interni di uno Stato sovrano.
Ragionando così,
quelli che
hanno in mente la secessione dalla Serbia saranno
sempre sostenuti
dall´ estero: se lo potevano quelli prima di voi, lo
potete fare
anche
voi. Naturalmente in gioco c'è anche
l´intermediazione
finanziaria. Ma
l´ errore si è commesso molti
anni
e decenni prima,
si è data alle autonomie l´ illusione e
troppa
libertà, che è poi stata
utilizzata in modo negativo. Milosevic è stato un politico umanista. Di Slobodan Milosevic parlo con molta commozione. Lui non è stato quello dipinto dalla stampa che era al servizio di quelli che di ciò avevano bisogno. Milosevic è stato un uomo dignitoso, un politico lucido, ricco di cultura umanistica.
Milosevic è stato
un
politico lucido, pieno
di
cultura umanistica. Lui non voleva la
grande
Serbia, ma difendeva e
tutti quelli che volevano rimanere in essa. Lui
ha
semplicemente difeso Nelle
carceri
si muore soltanto per assassinio! Queste parole le
scrisse
Miriam Pellegrini, presidente della Sezione italiana
del Comitato
Internazionale per Come
egli disse telefonicamente al direttore della
rivista "Pecat": "Non mi
spezzeranno". Aveva ragione, in verità non l´
hanno
spezzato, lo hanno
soltanto portato alla morte. Lui è stato
il leader che ha dato il
contributo decisivo per gli accordi di Dayton,
per Dunque
secondo
il suo giudizio Milosevic lo stavano uccidendo
indirettamente e lo hanno
poi ucciso in
prigione. Sappiamo che non è stato
curato
adeguatamente, non è stato
consentito
di trasportarlo in una clinica a Mosca. Ma le
sembra normale
che qualcuno si metta a leggere circa 5 milioni di
pagine di
documentazione per difendersi? Inoltre sorge il
dubbio
anche
perchè "se ne è andato" quando
mancavano ancora soltanto 37 ore
al dibattito, e il Tribunale
non è arrivato alle
testimonianze reali
della sua colpevolezza... Sarebbe
stato
molto facile, per così dire, simbolico,
consegnare le armi,
ammainare la bandiera e finirla con tutto. Lui
però ha sostenuto eroicamente da solo la sua
posizione in
difesa di una storia, un ideale, uno Stato, contro
le forze al servizio
di qualcuno, dello straniero, del capitale
straniero, e lui lo sapeva. Conduceva
questa
dura battaglia che lo ha portato alla morte. Sette giorni prima della sua morte mi è stato chiesto di scrivere una lettera all´ allora presidente del Tribunale all´ Aia (Pocar, professore all´ Università di Milano) perchè permettesse a Milosevic, innanzi tutto su richiesta dei medici russi, di essere trasportato in Russia per le cure necessarie. La lettera non ha avuto nessuna risposta e... fine. Se dovessi stampare la seconda edizione del libro publicherò in esso anche questa lettera. Ritengo questo esito una incancellabile macchia sul Tribunale dell´ Aia. Milosevic forse non è stato ucciso direttamente, questo non era nell´ interesse del Tribunale, forse era stata già scritta la sua sentenza. Ma i carcerati possono morire anche altrimenti: trascurando le loro cure o nella non somministrazione delle medicine necessarie, di ciò che è dovuto ad ogni essere umano, tanto più a un presidente che rappresenta una figura storica! Ed io voglio raccomandare al popolo serbo, come anche a quello jugoslavo, di continuare o ricominciare a rispettarlo e considerarlo in modo positivo, e non nel modo in cui è stato descritto dalla stampa in malafede. Ho sentito come nel carcere lo rispettavano anche i carcerati delle altre ex repubbliche jugoslave, i croati, i musulmani, chiamandolo "Presidente". Traduzione
di
Ivan Pavicevac |
|||
Coordinamento
Nazionale per la Jugoslavia - onlus
sito internet: https://www.cnj.it/ posta elettronica: j u g o c o o r d @ t i s c a l i . i t notiziario telematico JUGOINFO: http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/messages |