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11-04-04


George Soros: Mago imperiale e agente doppio


di Heather Cottin

Covert Action Quarterly 9 dicembre 2003
e-mail: info@...

"Sì ho una politica estera: il mio obiettivo è divenire la coscienza
del Mondo."(1)
Non si tratta per nulla di un caso di narcisismo acuto della
personalità; ecco infatti, come George Soros applica oggi il potere
dell'egemonia degli USA nel mondo.
Le istituzioni di Soros e le sue macchinazioni finanziarie sono in
parte responsabili della distruzione del socialismo in Europa dell'Est
e nell'ex URSS. Ha gettato la sua attenzione anche sulla Cina. Ha preso
anche parte a tutte le operazioni che sono sboccate nello
smantellamento della Jugoslavia. Mentre si da arie da filantropo, il
ruolo del miliardario George Soros consiste nel rinserrare la presa
ideologica della globalizzazione e del Nuovo ordine mondiale
assicurando la promozione del proprio profitto finanziario. Le
operazioni commerciali e "filantropiche" di Soros sono clandestine,
contraddittorie e coattive. E, per ciò che riguarda la sue attività
economiche, egli stesso ammette che non ha coscienza, in quanto
capitalista è assolutamente amorale.

Maestro della nuova arte della corruzione che inganna sistematicamente
il mondo, con accesso agli uomini di stato che lo ascoltano. È stato
vicino a Henry Kissinger, Vaclav Havel e al generale polacco Wojciech
Jaruzelski.(2) Sostiene il dalai lama, il cui istituto si trova a
Presidio, San Francisco, che ospita, tra l'altro, la fondazione diretta
dall'amico di Soros, l'ex dirigente sovietico Mikhail Gorbachev.(3)

Soros é una figura di punta del Consiglio delle Relazioni estere, del
Forum economico mondiale e di Human Rights Watch (HRW). Nel 1994, dopo
un incontro con il suo guru filosofico, Sir Karl Popper, Soros ordinava
alle sue società di mettersi a investire nelle comunicazioni in Europa
centrale e dell'Est.
L'amministrazione federale della radiotelevisione della Repubblica ceca
ha accettato la sua offerta di riprendere e finanziare gli archivi di
Radio Free Europe. Soros ha trasferito i suoi archivi a Praga e ha
speso più di 15 milioni di dollari per i loro spettacoli.(4)
Congiuntamente con gli USA, una fondazione Soros dirige oggi Radio Free
Europe/Radio Liberty, che ha esteso le sue ramificazioni al Caucaso e
in Asia.(5)

Soros è il fondatore e il finanziatore dell'Open Society Institute. Ha
creato e sostenuto il Gruppo internazionale di Crisi (GIC) che, tra
l'altro è attivo nei Balcani dopo lo smantellamento della Jugoslavia.
Soros lavora apertamente con l'Istituto Americano per la Pace - un
organo ufficialmente riconosciuto dalla CIA.
Quando le forze ostili alla globalizzazione protestavano sulle strade
attorno il Waldorf-Astoria, a New York, nel febbraio 2002, George Soros
era all'interno e teneva un discorso davanti il Forum economico
mondiale. Quando la polizia premeva i manifestanti nelle gabbie
metalliche a Park Avenue, Soros vantava le virtù d'una "società
aperta", unendosi così a Zbigniew Brzezinski, Samuel Huntington,
Francis Fukuyama e altri.

Chi è questo tipo?

George Soros è nato in Ungheria nel 1930 da genitori ebrei così lontani
dalle loro radici che passarono, una volta, le vacanze nella Germania
nazista.(6) Soros visse sotto il regime nazista ma, al momento del
trionfo dei comunisti, andò in Inghilterra nel 1947. Lì, alla London
School of Economics, subì l'influenza del filosofo Karl Popper, un
ideologo anticomunista adulato il cui insegnamento costituì la base
delle tendenze politiche di Soros. È difficile trovare un discorso, un
opera o un articolo di Soros che non obbedisca all'influenza di Popper.

Nel 1965, Popper inventò lo slogan della "Società aperta", che si
ritroverà più avanti nella Open Society Fund and Institute di Soros. I
discepoli di Popper ripetono le sue parole come dei veri credenti. La
filosofia di Popper incarna perfettamente l'individualismo occidentale.
Soros lasciò l'Inghilterra nel 1956 e trovò lavoro a Wall Street dove,
negli anni '60, inventò i "fondi di copertura": "I fondi di copertura
soddisfacevano gli individui assai ricchi (...) I fondi in gran parte
segreti, servivano abitualmente a fare degli affari in luoghi lontani
(...) producevano dei profitti astronomicamente superiori. L'ammontare
degli 'impegni' mutavano spesso in profezie che si autorealizzavano:
'le voci circolavano a proposito d'una situazione di acquisto che,
grazie agli enormi fondi di copertura, incitavano altri investitori a
sbrigarsi a fare lo stesso, cosa che a sua volta aumentava le azioni
degli operatori di copertura."(7)

Soros creò il Quantum Fund nel 1969 e iniziò a manipolare le monete.
Negli anni '70, le sue attività finanziarie scivolavano verso
"l'alternanza tra le situazioni a lungo e a corto termine (...) Soros
iniziò a guadagnare sulla crescita dei trusts d'investimento
nell'immobiliare e sui loro successivi fallimenti. Durante i suoi venti
anni di gestione, la Quantum offrì dei profitti clamorosi del 34,5% in
media all'anno. Soros è particolarmente noto (e temuto) per le sue
speculazioni sulle monete. (...) Nel 1997, si vide assegnare una
distinzione rara facendosi chiamare scellerato da un capo di stato,
Mahathir Mohamad, della Malaysia, per avere partecipato a un raid
particolarmente vantaggioso contro la moneta del paese."(8)

È attraverso tali "giochetti" finanziari clandestini che Soros divenne
multimiliardario. Le sue società controllano l'immobiliare in
Argentina, Brasile e in Messico, la banca in Venezuela e appaiono in
molte delle più vantaggiose transazioni monetarie, facendo nascere la
credenza generale che i suoi amici più potenti l'abbiano aiutato nelle
sue avventure finanziarie, e ciò per delle ragioni tanto politiche che
economiche.(9)

George Soros è stato accusato di aver fatto naufragare l'economia
tailandese nel 1997.(10) Un attivista tailandese dichiarò:
"consideriamo George Soros come une sorta di Dracula. Succhia il sangue
del popolo."(11) I cinesi lo chiamano "il coccodrillo" per i suoi
sforzi economici e ideologici in Cina, che non erano mai sufficienti, e
perché le sue speculazioni finanziarie hanno generato milioni di
dollari di profitto quando mise le zampe sulle economie tailandese e
Malese.(12)

In un giorno Soros guadagnò un miliardo di dollari speculando (una
parola che detesta) sulla sterlina inglese. Accusato di prendere
"denaro dai contribuenti ogni volta che speculava contro la sterlina",
aveva risposto: "Quando voi speculate sul mercato finanziario, non
badate alle preoccupazioni morali cui si deve confrontare un uomo
d'affari ordinario. (...) Non mi preoccupo di questioni morali nel
mercato finanziario."(13)

Soros é schizzofrenicamente instabile quando si tratta di arricchirsi
personalmente in modo illimitato e prova un perpetuo desiderio d'essere
ben considerato dagli altri: "I commercianti di monete seduti nei loro
uffici comprano e vendono divise dei paesi del terzo mondo in grande
quantità. L'effetto delle fluttuazioni dei corsi sulle persone che
vivono in questi paesi non favorisce il loro spirito. Non si dovrebbe
farlo più: hanno un lavoro da fare. Se ci fermiamo a riflettere, noi
dobbiamo porci la questione di sapere se i commercianti di divise (...)
debbano controllare la vita di milioni di persone."(14)

È George Soros che ha salvato la pelle di George W. Bush quando la
gestione della sua società di prospezioni petrolifere era sul punto di
risolversi in un fallimento. Soros era il proprietario della Harken
Energy Corporation e lui aveva comprato lo stock delle azioni in
ribasso poco prima della fine della società. Il futuro presidente
liquidò quasi un milione di dollari. Soros dichiarò che aveva agito i
quel modo per avere "influenza politica".(15) Soros é ugualmente un
partner della tristemente celebre Carlyle Group. Ufficialmente fondata
nel 1987, la "più importante società privata per azioni del mondo", che
gestisce più di 12 miliardi di dollari, é diretta da "un vero pugno
mondano di ex dirigenti repubblicani", dall'ex membro della CIA, Frank
Carlucci, fino al capo della CIA ed ex presidente George Bush padre. Il
Carlyle Group trae la maggior parte delle sue entrate dalle
esportazioni di armi.

La spia filantropa

Nel 1980, Soros comincia a utilizzare i suoi milioni per combattere il
socialismo in Europa dell'Est. Finanzia degli individui suscettibili di
cooperare con lui. Il suo primo successo, l'ottiene in Ungheria.
Attacca il sistema educativo e culturale ungherese, smantellando il
sistema statale socialista di tutto il paese. Si apre un canale
direttamente all'interno del governo ungherese. In seguito, Soros si
volse alla Polonia, contribuendo all'operazione Solidarnosc, finanziata
dalla CIA, e, lo stesso anno, estende le sue attività in Cina. L'URSS
venne dopo.

Non era un caso se la CIA ha condotto delle operazioni in tutti da
questi paesi. Il suo obiettivo era ugualmente la stessa di quella
dell'Open Society Fund: smantellare il socialismo. In Africa del Sud,
la CIA addestrava dei dissidenti anticomunisti. In Ungheria, in Polonia
e in URSS, tramite un intervento non dissimulato condotto a partire
dalla Fondazione nazionale per la Democrazia, l'AFL-CIO, l'USAID e
altri istituti, la CIA sosteneva e organizzava gli anticomunisti, gli
stessi tipi d'individui reclutati dalla Open Society Fund di Soros. La
CIA li chiamava i suoi "assi nella manica". Come dice Soros: "in ogni
paese ho identificato un gruppo di persone - certe sono delle
personalità di primo piano, altri sono meno noti- che sostengono la mia
fede..."(16)

L'Open Society di Soros organizzava delle conferenze con degli
anticomunisti cechi, serbi, romeni, ungheresi, croati, bosniaci,
kossovari.(17) la sua influenza crescente fece sospettare che operasse
in quanto parte del sistema spionistico USA. Nel 1989, il Washington
Post riportava le accuse fatte già nel 1987 da ufficiali del governo
cinese e pretendenti che il Fondo di Soros per la Riforma e l'Apertura
della Cina aveva delle connessioni con la CIA.(18)

Il turno della Russia

Dopo il 1990, i fondi di Soros mirano al sistema educativo russo e
fornivano dei manuali in tutta la nazione.(19) In effetti, Soros si
serve della propaganda dell'OSI per indottrinare la gioventù russa. Le
fondazioni di Soros sono state accusate d'avere orchestrato una
strategia mirante a assicurarsi il controllo del sistema finanziario
russo, dei piani di privatizzazione e del processo degli investimenti
esteri nel paese. I Russi reagirono con rabbia alle ingerenze di Soros
nelle legislazioni. Le critiche di Soros e altre fondazioni USA hanno
affermato che l'obiettivo di queste manovre era di "impedire che la
Russia divenisse uno stato con un potenziale che rivaleggiasse con la
sola superpotenza mondiale".(20) I Russi sospettarono che Soros e la
CIA siano interconnessi. Il  magnate Boris Berezovsky, disse: "Ho
appena volto lo sguardo appena ho appreso, che da qualche anno, George
Soros è un agente della CIA. "(21) L'opinione di Berezovsky era che
Soros, come anche l'Occidente, "temessero che il capitalismo russo
divenisse troppo potente".

Se l'establishment economico e politico degli USA teme la concorrenza
economica della Russia, quale migliore maniera di controllarla che
dominare i media, l'educazione, i centri di ricerca e i settori
scientifici della Russia? Dopo aver speso 250 milioni di dollari per
"la trasformazione dell'educazione delle scienze umane e dell'economia
a livello delle scuole superiori e delle università", Soros inietta 100
milioni di dollari, dopo un anno, per la creazione della Fondazione
scientifica internazionale.(22) I Servizi federali russi di
controspionaggio (FSK) accusano le fondazioni di Soros in Russia di
"spionaggio". Segnalano che Soros non opera da solo; fa parte di un
rullo compressore che ricorre, tra l'altro, a dei finanziamenti da Ford
e dalla Heritage Foundations, dalle università di Harvard, Duke e
Columbia, e all'assistenza del Pentagono e dei suoi servizi di
informazione USA.(23) Il FSK s'indigna del fatto che Soros abbia messo
le mani su circa 50.000 scienziati russi e presume che Soros abbia
coltivato soprattutto i suoi interessi, assicurandosi il controllo di
migliaia di scoperte scientifiche e nuove tecnologie russe e
appropriandosi cosi dei segreti di stato e dei segreti commerciali.(24)

Nel 1995, i Russi erano assai arrabbiati in seguito all'ingerenza
dell'agente del Dipartimento di stato Fred Cuny, nel conflitto ceceno.
Cuny si serviva dell'aiuto ai rifugiati come copertura, ma la storia
delle sue attività nelle zone di conflitti internazionali interessanti
gli USA, cui venivano a aggiungersi le operazione d'investigazione
dell'FBI e della CIA, rendevano manifeste le sue connessioni con il
governo USA. All'epoca della sua scomparsa, Cuny lavorava sotto
contratto con una fondazione di Soros.(25) non si sa abbastanza negli
USA, che la violenza in Cecenia, una provincia situata al centro della
Russia, é generalmente vista come il risultato di una campagna di
destabilizzazione politica che Washington vede di buon occhio e, che
orchestra probabilmente. Questo modo di presentare la situazione é
sufficientemente chiara agli occhi dello scrittore Tom Clancy, al punto
che si è  sentito libero di fare una affermazione di fatto nel suo
best-seller: La somma di tutte le paure. I Russi hanno accusato Cuny di
essere un agente della CIA e d'essere uno dei responsabili di una
operazione di spionaggio destinata a sostenere l'insurrezione
cecena.(26) L'Open Society Institute di Soros é sempre attiva in
Cecenia, come lo sono ugualmente altre organizzazioni sponsorizzate
dallo stesso Soros.

La Russia é stata il teatro di almeno un tentativo comune di fare
avanzare il bilancio di Soros, tentativo orchestrato con l'aiuto
diplomatico dell'amministrazione Clinton. Nel 1999, il segretario di
stato Madeleine Albright aveva bloccato una garanzia di prestito di 500
milioni di dollari per l'Export-Import Bank USA alla società russa,
Tyumen Oil, pretendendo che ciò si opponesse agli interessi nazionali
USA. La Tyumen voleva comprare delle attrezzature petrolifere di
fabbricazione statunitense, così come dei servizi, presso la società
Halliburton di Dick Cheney e dell'ABB Lummus Global di Bloomfield, New
Jersey.(27) George Soros era investitore in una  società che la Tyumen
aveva tentato di comprare. Tanto Soros che BP Amoco avevano esercitato
delle pressioni alfine d'impedire tale transazione, e Albright gli rese
questo servizio.(28)

Il discorso di un antisocialista di sinistra

L'Open Society Institute di Soros infila le dita in ogni ambito. Il suo
consiglio di amministrazione è un vero " Who's Who " della guerra
fredda e dei pontefici del nuovo ordine mondiale. Paul Goble é
direttore delle comunicazioni: "è stato il principale commentatore
politico di Radio Free Europe". Herbert Okun ha servito nel
dipartimento di stato di Nixon come consigliere dell'intelligence con
Henry Kissinger. Kati Marton è la consorte di Richard Holbrooke, l'ex
ambasciatore all'ONU e inviato in Jugoslavia dell'amministrazione
Clinton. Marton ha esercitato pressioni in favore della stazione radio
B-92, finanziata da Soros, e ha ugualmente assai operato in favore di
un progetto della Fondazione nazionale per la democrazia (un'altra
antenna ufficiale della CIA) che ha collaborato al rovesciamento del
governo jugoslavo.

Quando Soros fondò l'Open Society Fund, cercò il grande bonzo liberale
Aryeh Neier per dirigerla. All'epoca, Neier dirigeva Helsinki Watch,
una pretesa organizzazione dei diritti dell'uomo di tendenza nettamente
anticomunista. Nel 1993, l'Open Society Fund divenne l'Open Society
Institute.
Helsinki Watch divenne Human Rights Watch nel 1975. All'epoca, Soros
faceva parte della sua Commissione consultiva, sia per il comitato
delle Americhe che per quelle dell'Europa dell'Est e dell'Asia
centrale, e la sua nebulosa Open Society Fund/Soros/OSI è indicata come
raccoglitrice di fondi.(29) Soros ha delle relazioni strette con Human
Rights Watch (HRW) e Neier scrive articoli per la rivista The Nation
senza menzionare in alcun modo che figura sui libri paga di Soros.(30)

Soros é dunque strettamente legato a HRW, benché faccia del suo meglio
per nasconderlo.(31) Dichiara che si accontenta di raccogliere fondi,
di mettere i programmi a punto e di lasciare le cose andare da sole. Ma
le azioni di HRW non si discostano in alcun modo dalla filosofia del
suo raccoglitore di fondi. HRW e OSI sono assai vicini. Le loro visioni
non divergono. Naturalmente, altre fondazioni finanziano ugualmente
queste due istituzioni, ma non impedisce che l'influenza di Soros
domini la loro ideologia.

Le attività di George Soros s'inscrivono nello schema di costruzione
sviluppato nel 1983 e così come è annunciato da Allen Weinstein,
fondatore della Fondazione nazionale per la democrazia. Wainstein
dichiara: "Una grande parte di ciò che noi facciamo oggi era realizzato
in segreto dalla CIA 25 anni fa. "(32) Soros opera esattamente nei
limiti del complesso spionistico. Differisce poco dai trafficanti di
droga della CIA nel Laos, negli anni '60, o dei mujahidin che
trafficavano nell'oppio conducendo delle operazioni per conto della CIA
contro l'Afghanistan socialista degli anni '80. Canalizza semplicemente
(e raccoglie) molto più denaro di queste marionette e una parte ben più
importante dei suoi  affari si fanno nei gironi migliori. La sua
libertà d'azione, nella misura in cui possa goderne, risiede in un
controllo fattivo dei profitti, che gli servono a legittimare le
strategie della politica estera USA.

La maggioranza degli statunitensi che, oggi, si considerano
politicamente di centrosinistra, sono senza alcun dubbio pessimisti a
proposito della speranza di assistere un giorno a una trasformazione
socialista della società. Di conseguenza, il modello di
"decentralizzazione" alla Soros, o l'approccio "frammentato" di
"utilitarismo negativo, il tentativo di ridurre al minimo la quantità
di miseria", che costituiva la filosofia di Popper, tutto ciò gli va
bene, più o meno.(33) Soros ha finanziato uno studio di HRW che è stata
usata per sostenere l'addomesticamento della legislazione in materia di
droga nello stato della California e dell'Arizona.(34) Soros é
favorevole a una legislazione sulle droghe - una maniera di ridurre
provvisoriamente la coscienza della propria miseria. Soros é un
corruttore che sostiene il concetto dell'uguaglianza delle opportunità.
A una scala più elevata sul piano socio-economico, si trovano i
social-democratici che accettano d'essere finanziati da Soros e che
credono alle libertà civiche nel contesto stesso del capitalismo.(35)
Per queste persone, le conseguenze nefaste delle attività commerciali
di Soros (che impoveriscono le persone nel mondo) sono edulcorate dalle
sue attività filantropiche. Allo stesso modo, gli intellettuali
liberali di sinistra, tanto all'estero che negli USA, sono stati
sedotti dalla filosofia dell'"Open Society", senza parlare
dell'attrattiva che rappresentano le sue donazioni.

La Nuova Sinistra USA era un movimento social-democratico. Era
risolutamente antisovietica e, quando l'Europa dell'Est e l'Unione
Sovietica si sono dissolte, pochi nella Nuova Sinistra si sono opposti
alla distruzione dei sistemi socialisti. La Nuova Sinistra non ha né
detto nulla né protestato quando centinaia di milioni di abitanti
dell'Europa dell'Est e dell'Europa centrale hanno perso il loro diritto
al lavoro, all'alloggio, e alla protezione della legge, all'educazione
gratuita nelle scuole superiore, alla gratuità delle cure e
dell'acculturazione. La maggioranza ha minimizzato gli avvertimenti
che  indicavano che la CIA e certe ONG - come la Fondazione nazionale
per la Democrazia o l'Open Society Fund - avevano attivamente
partecipato alla distruzione del socialismo. Queste persone avevano
l'impressione che la determinazione occidentale a voler distruggere
l'URSS dal 1917 era una cosa assai lontana dalla caduta dell'URSS. Per
queste persone, il socialismo è scomparso di sua volontà, per le sue
lacune e sconfitte.

Quanto alle rivoluzioni, come quella del Mozambico, dell'Angola, del
Nicaragua o del Salvador, annichilite dalle forze operanti per procura
o ritardate dalle "elezioni" assai dimostrative, i pragmatisti della
Nuova sinistra non hanno fatto altro che volgere lo sguardo da un'altra
parte. Talvolta, la stessa Nuova Sinistra sembrava ignorare
deliberatamente le macchinazioni post-sovietiche della politica estera
USA.

Bogdan Denitch, che nutriva delle aspirazioni politiche in Croazia, è
stato attivo presso l'Open Society Institute e ha ricevuto dei fondi
dalla stessa OSI.(36) Denitch era favorevole all'epurazione etnica dei
Serbi in Croazia, ai bombardamenti della Nato della Bosnia e della
Jugoslavia e anche a una invasione terrestre della Jugoslavia.(37)
Denitch è stato uno dei fondatori e il presidente dei Socialisti
democratici degli USA, un gruppo preponderante della sinistra liberale
negli Stati Uniti. È stato anche presidente, per molto tempo, della
prestigiosa Conferenza degli Universitari socialisti, grazie alla quale
poteva facilmente manipolare le simpatie di molti e farli propendere al
sostegno dell'espansione della Nato.(38) Altri obiettivi in sostegno di
Soros comprendono Refuse and Resist, the American Civil Liberties Union
e tutta una panoplia di altre cause liberali.(39) Soros acquisiva un
altro trofeo inverosimilmente impegnandosi nella Nuova Scuola di
Ricerche Sociali di New York, che era stata per molto tempo l'accademia
principale degli intellettuali di sinistra. Oggi, sponsorizzano il
Programma per l'Europa dell'est e l'Europa centrale.(40)

Molte persone di sinistra ispirate dalla rivoluzione nicaraguense hanno
accettato con tristezza l'elezione di Violetta Chamorro e la sconfitta
dei sandinisti nel 1990. La quasi totalità della rete di sostegno in
Nicaragua ha cessato la sue attività in seguito. Forse la Nuova
Sinistra avrebbe potuto trarre qualche insegnamento dalla stella
ascendente di Michel Kozak. L'uomo era un veterano delle campagne di
Washington mirante a installare dei dirigenti simpatici in Nicaragua,
in Panama e ad Haiti, e di minare Cuba - dove dirigeva la sezione di
interessi USA all'Habana.

Dopo aver organizzato la vittoria di Chamorro in Nicaragua, Kozak
proseguì il suo cammino per divenire ambasciatore degli USA in
Bielorussia, collaborando all'Internet Access and Training Program
(IATP), sponsorizzato da Soros e che operava nella "fabbricazione di
futuri dirigenti" in Bielorussia.(41) Nello stesso tempo, tale
programma era imposto in Armenia, Azerbaidjan, Georgia, Kazakhstan,
Kirghizistan, Turkmenistan e Uzbekistan. L'IATP opera assieme al
sostegno del dipartimento di stato USA. A credito della Bielorussia,
bisogna aggiungere che espulse Kozak e la sua cricca dell'Open Society
di Soros e del dipartimento di stato USA. Il governo di Aleksandr
Lukachenko scoprì che, quattro anni prima di installarsi a Minsk, Kozak
organizzava forniture di decine di milioni di dollari destinati a
alimentare l'opposizione bielorussa. Kozak lavorava all'unificazione
della coalizione dell'opposizione, creava dei siti web, dei giornali e
dei poli di opinione, e supervisionava un movimento di resistenza
studentesca simile all'Otpor in Jugoslavia. Kozak fece anche venire dei
dirigenti dell'Otpor per formare dei dissidenti in Bielorussia.(42)
Proprio alla vigilia dell'11 settembre 2001, gli USA rilanciavano una
campagna di demonizzazione contro il presidente Aleksandr Lukachenko.
Tale campagna è stata messa da parte, per concentrarsi sulla "guerra
contro il terrorismo".

Con l'intromissione dell'OSI e dell'HRW, Soros era uno dei principali
sponsors della stazione radio B-92 di Belgrado. Fondò l'Otpor,
l'organizzazione che riceveva le "valigie di denaro" alfine di
sostenere il golpe del 5 ottobre 2000 che rovesciava il governo
jugoslavo.(43) Poco dopo, Human Rights Watch aiutava a legittimare il
rapimento e la mediatizzazione del processo di Slobodan Milosevic
all'Aja senza preoccuparsi dei suoi diritti.(44) Louise Arbour, che ha
operato come giudice nel tribunale illegale, siede attualmente nel
consiglio del Gruppo internazionale di crisi di Soros.(45) La gang
dell'Open Society e di Human Rights Watch ha lavorato in Macedonia,
dicendo che ciò faceva parte della sua "missione civilizzatrice".(46)
Bisogna dunque attendere, un giorno, la "salvezza" per questa
repubblica, affinché si ottenga così la disintegrazione dell'ex
Jugoslavia.

I Mandati del potere

Infatti, Soros ha dichiarato che considerava la sua filantropia come
morale e i suoi affari di gestione del denaro come amorale.(47)
Pertanto, i responsabili delle ONG finanziate da Soros hanno una agenda
chiara e permanente. Una delle istituzioni più influenti di Soros è il
Gruppo Internazionale di Crisi, fondato nel 1986. Il GIC é diretto da
individui provenienti dal centro stesso del potere politico e dal mondo
delle imprese. Il suo consiglio d'amministrazione conta, tra l'altro,
nei suoi ranghi Zbigniew Brzezinski, Morton Abramowitz, ex segretario
di stato aggiunto degli USA; Wesley Clark, ex capo supremo degli
alleati della Nato per l'Europa; Richard Allen, ex consigliere
nazionale alla sicurezza degli USA. Vale la pena di citare Allen:
l'uomo ha abbandonato il Consiglio nazionale della Sicurezza sotto
Nixon perché era disgustato dalle tendenze liberali di Henry Kissinger;
è sempre lui che ha reclutato Oliver North per il Consiglio nazionale
della sicurezza sotto Reagan, e che negoziò lo scambio missili-ostaggi
nello scandalo del contras-irangate. Per questi individui, "contenere i
conflitti" equivale a assicurare il controllo statunitense sui popoli e
le risorse del mondo intero.

Negli anni '80 e '90, sotto l'egida della dottrina reaganiana, le
operazioni segrete o aperte degli USA si compivano in Africa, in
America latina, Caraibi e in Asia. Soros era apertamente attivo nella
maggior parte di questi luoghi, corrompendo eventuali rivoluzionari in
potenza, e sponsorizzando uomini politici, intellettuali e ogni altra
persona suscettibile di arrivare al potere quando l'agitazione
rivoluzionaria sarebbe decaduta. Secondo James Petras: "Alla fine degli
anni '80, i settori più perspicaci delle classi neo-liberali al potere
comprendono che i loro obiettivi politici polarizzano la società e
suscitano un ampio scontento sociale. I politici neo-liberali si sono
messi a finanziare e a promuovere una strategia parallela 'a partire
dalla base', la promozione di organizzazioni in qualche modo 'tirate
dalla base', dall'ideologia 'anti-statalista' e mirate a intervenire
tra le classi potenzialmente conflittuali, alfine di creare un 'tampone
sociale'. Tali organizzazioni dipendevano finanziariamente dalle
risorse neo-liberali e erano direttamente impegnate nella concorrenza
con dei movimenti socio-politici per la fedeltà dei dirigenti locali e
delle comunità militanti. Negli anni '90, queste organizzazioni,
descritte come 'non governative', si contano a migliaia e ricevono
circa 4 miliardi di dollari in tutto il mondo."(48)

In Underwriting Democracy (Garantire la democrazia), Soros si vanta
"dell'americanizzazione dell'Europa dell'Est". Secondo i suoi propri
desideri, grazie ai suoi programmi d'educazione, ha cominciato a
mettere su un inquadramento dei giovani dirigenti "sorosiani". Questi
giovani addestrati dalla Fondazione Soros sono preparati a riempire
delle funzioni di ciò che si chiamano, comunemente, "agenti
d'influenza". Grazie alla loro conoscenza pratica delle lingue e al
loro inserimento nelle burocrazie nascenti dei paesi sotto tiro, tali
reclute sono individuate per facilitare, sul piano filosofico,
l'accesso alle società multinazionali occidentali.
Il diplomatico di carriera Herbert Okun, che siede in compagnia di
George Soros nel Comitato europeo di Human Rights Watch, intrattiene
strette relazioni con tutta una serie d'istituti legati al dipartimento
di stato, che va dall'USAID alla Commissione trilaterale finanziata da
Rockefeller. Dal 1990 al 1997, Okun è stato direttore esecutivo di una
organizzazione chiamata Corpo dei benevolenti dei Servizi finanziari,
che faceva parte dell'USAID, "alfine di aiutare a stabilire dei sistemi
finanziari dei mercati liberi nei paesi ex-comunisti".(49) George Soros
é in completo accordo con i capitalisti occupati a prendere il
controllo dell'economia mondiale.

La redditività del Non-Profit

Soros pretende che non fa filantropia nei paesi dove pratica il
commercio di valute.(50) Ma Soros ha spesso ottenuto vantaggi dalle sue
relazioni per realizzare degli investimenti chiave. Armati di uno
studio dell'ICC e beneficiante del sostegno di Bernard Kouchner, capo
dell'UNMIK (Amministrazione temporanea delle Nazioni Unite in Kosovo),
Soros ha tentato di appropriarsi del complesso minerario più
vantaggioso dei Balcani.

Nel settembre 2000, nella sua fretta di impadronirsi delle miniere di
Trepca prima delle elezioni in Jugoslavia, Kouchner dichiarava che
l'inquinamento provocato dal complesso minerario, faceva innalzare i
tassi di piombo nell'ambiente.(51) E' incredibile, sentire una cosa
simile, quando si sa che l'uomo applaudì, quando i bombardamenti della
Nato, nel 1999, hanno riversato l'uranio impoverito sul paese e hanno
liberato più di 100.000 tonnellate di prodotti cancerogeni in aria,
nell'acqua e nella terra.(52) Ma Kouchner ha finito con l'essere
guadagnato alla causa e le miniere sono state chiuse per "ragioni di
salute". Soros ha investito 150 milioni di dollari in uno sforzo per
ottenere il controllo dell'oro, l'argento, il piombo, lo zinco e il
cadmio di Trepca, che conferiscono a questa proprietà un valore di 5
miliardi di dollari.(53)

Al momento in cui la Bulgaria cadeva nel caos del "libero mercato",
Soros si accaniva a recuperare ciò che poteva dalle macerie, come la
Reuters ha riportato all'inizio del 2001:

"La Banca europea di Ricostruzione e lo Sviluppo (BERD) ha investito 3
milioni di dollari presso RILA [una società bulgara specializzato nelle
tecnologie di punta], la prima società a beneficiare di un nuovo
credito di 30 milioni di dollari fissati con la BERD per sostenere le
aziende di high-tech in Europa centrale e dell'Est. (...) Tre altri
milioni di dollari venivano dai fondi statunitensi d'investimenti
privati Argus Capital Partners, sponsorizzato dalla Prudential
Insurance Company of America e operante in Europa centrale e dell'Est.
(...) Soros, che aveva investito qualche 3 milioni di dollari presso
RILA e un altro milione nel 2001 (...) rimaneva il detentore
maggioritario."(54)

Risolvere i Problemi

Le sue pretese alla filantropia conferiscono a Soros il potere di
modellare l'opinione pubblica internazionale, quando un conflitto
sociale solleva la questione di sapere chi sono le vittime e chi sono i
colpevoli. In altre ONG, Human Rights Watch, i porta voce di Soros
riguardo i diritti dell'uomo, evitano o ignorano la maggior parte delle
lotte di classe operaie organizzate e indipendenti.

In Colombia, i dirigenti operai sono assai frequentemente assassinati
dai paramilitari operanti di concerto con il governo sponsorizzato
dagli USA. Causa il fatto che questi sindacati s'oppongono all'economia
neo-liberale, HRW conserva a proposito di questi assassini un relativo
silenzio. In aprile, José Vivanco, di HRW, ha testimoniato in favore
del Plan Colombia davanti al Senato USA(55): "I Colombiani restano
privi dei diritti dell'uomo e della democrazia. Hanno bisogno d'aiuto.
Human Rights Watch non vede l'inconveniente che nel fornire tale aiuto
siano gli USA."(56)

HRW mette le azioni dei combattenti della guerriglia colombiana, che
lottano per liberarsi dall'oppressione del terrore di stato, della
povertà e dello sfruttamento, sullo stesso piano della repressione
delle forze armate finanziate dagli USA e quelle degli squadroni
paramilitari della morte, gli AUC (Forze colombiane unite
d'autodifesa). HRW ha riconosciuto il governo di Pastrana e i suoi
militari, il cui ruolo era di proteggere i diritti della proprietà e di
mantenere lo statu quo economico e politico. Secondo HRW, il 50% dei
morti civili sono opera degli squadroni della morte tollerati dal
governo.(57). La percentuale esatta, in effetti, è dell'80%.(58)
HRW ha convalidato le elezioni nel loro insieme e l'avvneto al potere
del governo Uribe, nel 2002. Uribe è un perfetto erede dei dittatori
latino-americani che gli USA hanno sostenuto in passato, benché sia
stato "eletto". HRW non ha commentato il fatto che la maggioranza degli
abitanti ha boicottato le elezioni.(59)

Nei Caraibi, Cuba è un altro oppositore al neo-liberalismo a essere
demonizzato da Human Rights Watch. Nel vicino stato di Haiti, le
attività finanziate da Soros hanno operato in modo di andare contro le
aspirazioni popolari, che hanno fatto seguito alla fine della dittatura
dei Duvalier, e hanno destabilizzato il primo dirigente haitiano,
democraticamente eletto, Jean-Bertrand Aristide. Ken Roth, di HRW, ha
utilmente abbandonato Aristide alle accuse USA di essere
"antidemocratico". Per propagandare le sue idee sulla "democrazia", le
fondazioni di Soros hanno tentato a Haiti delle operazioni
complementari, assieme a quelle "inconvenienti" per gli USA, come la
promozione dell'USAID di persone associate al FRAPH, i famosi squadroni
della morte sponsorizzati dalla CIA e che hanno terrorizzato il paese
dopo la caduta di "Baby Doc" Duvalier.(60)

Sul sito di HRW, il direttore Roth ha criticato gli USA per non essersi
opposti alla Cina con più veemenza. Le attività di Roth comprendono la
creazione del Tibetan Freedom Concert, un progetto itinerante di
propaganda che ha effettuato una tournée negli USA con musicisti famosi
del rock, spingendo i giovani a sostenere il Tibet contro la Cina.(61)
Il Tibet è un progetto prediletto della CIA da molti anni.(62)

Recentemente, Roth ha reclamato con insistenza l'opposizione al
controllo della Cina sulla sua provincia ricca, in petrolio, del
Xinjiang. Con l'approccio colonialista del "dividere per conquistare",
Roth tentò di convincere certi membri della minoranza religiosa degli
uiguri, nello Xinjiang, che l'intervento degli USA e della Nato in
Kosovo costituiva una premessa in quanto modello per loro stessi. Già
nell'agosto 2002, il governo USA aveva sostenuto altri simili tentativi.

Le intenzioni USA, a proposito di queste regioni, sono apparse
chiaramente quando un articolo del New York Times sulla provincia di
Xinjiang, in Cina occidentale, descriveva gli uiguri come una "
maggioranza musulmana vivente nervosamente sotto il dominio cinese".
"Sono ben al corrente dei bombardamenti sulla Jugoslavia della Nato,
l'anno scorso, e certi li appoggiano per avere liberato i musulmani del
Kosovo; immaginano di potersi liberare nello stesso modo qui".(63) Il
New York Times Magazine, da parte sua, notava che "recenti scoperte di
petrolio hanno reso il Xinjiang particolarmente attraente agli occhi
del commercio internazionale" e, allo stesso tempo, comparava le
condizioni della popolazione indigena a quella del Tibet.(64)

Gli errori di calcolo

Quando le organizzazioni sorosiane fanno i conti, sembrano perdere ogni
nozione di verità. Human Rights Watch affermava che 500 persone, e non
2.000, erano state uccise dai bombardieri della Nato durante la guerra
in Jugoslavia, nel 1999.(65) Pretendono che 350 persone solamente, e
non 4.000, erano morte negli attacchi USA in Afghanistan.(66) Quando
gli USA bombardarono Panama nel 1989, HRW affermò nel suo rapporto che
"l'arresto di Manuel Noriega (...) e l'installazione del governo
democraticamente eletto del presidente Guillermo Endara portava grandi
speranze in Panama(...)". Il rapporto ometteva di menzionare il numero
delle vittime.

Human Rights Watch ha preparato il terreno per l'attacco della Nato
contro la Bosnia, nel 1993, con false accuse di "genocidio" e stupri di
massa.>>(67) Tale tattica consisteva nel suscitare una isteria
politica, necessaria affinché gli USA potessero condurre una loro
politica nei Balcani. È stata riusata nel 1999 quando HRW operò come
truppa d'assalto nell'indottrinamento per l'attacco Nato alla
Jugoslavia. Tutto il bla-bla di Soros a proposito del regno della legge
è stata dimenticata in un colpo. Gli USA e la Nato hanno imposto le
proprie leggi e le istituzioni di Soros le hanno sostenute.

Il fatto di trafficare nelle cifre, alfine di generare una reazione, è
stata una componente importante della campagna del Consiglio delle
relazioni estere (CFR) dopo l'11 settembre 2001. Questa volta si
trattava di 2.801 persone uccise nel World Trade Center. Il CFR si
riunì il 6 novembre 2001 alfine di pianificare una "grande campagna
diplomatica pubblica". Il CFR creò una "Cellula di crisi indipendente
sulla risposta degli USA al terrorismo". Soros si univa a Richard C.
Holbrooke, Newton L. Gingrich, John M. Shalikashvili (ex presidente dei
capi di stato maggiore riuniti) e altri individui influenti, in una
campagna mirante a fare delle WTC strumenti della politica estera USA.
Il rapporto del CFR si mette in opera per facilitare una guerra contro
il terrorismo. Si possono ritrovare le impronte di George Soros
dappertutto, in questa campagna: "bisogna che gli alti funzionari USA
spingano amichevolmente gli Arabi amici e altri governi musulmani, non
solo a condannare pubblicamente gli attentati dell'11 settembre, ma
ugualmente di sostenere le ragioni e gli obiettivi della campagna
antiterrorista USA.
Noi dobbiamo convincere i popoli del Medio oriente e dell'Asia del Sud,
della legittimità della nostra causa, se i loro governi restano
silenziosi. Dobbiamo aiutarli a evitare i ritorni di fiamma che possono
emanare tali dichiarazioni, ma dobbiamo convincerli d'esprimersi con
voce viva. (...) Incoraggiate i musulmani bosniaci, albanesi e turchi a
rivolgersi verso un pubblico estero per far rilevare il ruolo degli USA
nel salvataggio dei musulmani di Bosnia e del Kosovo nel 1995-1999,
affinché i nostri legami con i musulmani nel mondo intero siano più
stretti e di lunga durata. Impegnate gli intellettuali e i giornalisti
del paese a prendere la parola e a puntualizzare il proprio punto di
vista. Informate regolarmente la stampa regionale in tempo reale per
incoraggiare delle risposte rapide. (...) Insistete sulla necessità di
fare riferimento alle vittime (e citate queste ultime per nome alfine
di meglio personalizzarle) ogni volta che discutiamo dei nostri motivi
e dei nostri obiettivi."(68)
In Breve, le deficienze sorosiane nei calcoli servono a vantare e a
difendere la politica estera USA.

Soros è assai infastidito per il declino  del sistema capitalista
mondiale e vuole fare qualche cosa a tale proposito, e ora.
Recentemente, ha dichiarato: "posso già discernere i preparativi della
crisi finale. (...) Dei movimenti politici indigeni sono suscettibili
di ritenersi capaci di espropriare le società multinazionali e di
riprendere possesso delle ricchezze 'nazionali'."(69)

Soros suggerisce seriamente al mondo un piano per sostenere l'ONU.
Propone che le "democrazie del mondo dovrebbero prendere le redini e
costituire una rete mondiale di alleanze che potrebbero lavorare con o
senza l'ONU".
Se l'uomo era psicotico, si potrebbe pensare che fosse in crisi, in
quel momento preciso. Ma il fatto è che l'affermazione di Soros: "L'ONU
è costituzionalmente incapace di compiere le promesse contenute nel
preambolo della loro Carta" riflette il pensiero delle istituzioni
reazionarie del tipo American Enterprise Institute.(70) Benché le menti
conservatrici facciano riferimento alla rete di Soros come se fosse di
sinistra, sulla questione dell'affiliazione degli USA all'ONU, Soros é
esattamente sulla stessa lunghezza d'onda di gente come John R. Bolton,
sottosegretario di stato per il Controllo delle Armi e gli Affari per
la Sicurezza internazionale, così come, "molti repubblicani del
Congresso, credevano che non si dovesse accordare alcun credito al
sistema dell'ONU0".(71) La destra condusse una campagna decennale
contro l'ONU. Oggi, é Soros che l'orchestra. Su diversi siti web di
Soros, si possono leggere delle critiche all'ONU che affermano che sia
troppo ricca, che non desidera condividere la sua informazione, o che è
così indebolita che non può fa girare il mondo nel modo appropriato,
appropriato almeno secondo George Soros.

Gli stessi articolisti di The Nation, con la reputazione di saperla
assai lunga, sono stati influenzati dalle idee di Soros. William
Greider, per esempio, ha recentemente scoperto alcune pertinenze nella
critica di Soros sull'ONU, affermando che non dovrebbe "accogliere
dittatori da paccottiglia e totalitari ne trattarli da eguali".(72)
Questo tipo di razzismo eurocentrico costituisce il nucleo
dell'orgoglio smisurato di Soros. Quando afferma che gli USA possono e
dovranno dirigere il mondo, è un sostenitore del fascismo mondiale. Da
troppo tempo, i " progressisti" occidentali hanno dato carta bianca a
Soros. È  probabile che Greider e gli altri trovino che l'allusione al
fascismo sia eccessivo, ingiustificato e anche insultante.

Ma ascoltate, piuttosto, con orecchio attento, ciò che lo stesso Soros
dice: "Nell'antica Roma, solo i Romani votavano. Sotto il capitalismo
mondiale moderno, solo gli statunitensi votano. I Brasiliani, no. "(73)


NOTE
1. Dan Seligman, " Life and Times of a Messianic Billionaire ",
commentaires, avril 2002.
2. Lee Penn, " 1999, A Year of Growth for the United Religions
Initiative. "
<http://ad.doubleclick.net/adi/N1684.TMP3/
B103O723.3;sz=720x300;ord=6249?.>
3. Seligman.
4. " Sir Karl Popper in Prague, Summary of Relevant Facts Without
Comment ",
<http://www.lf3.cuni.cz/aff/p1_e.html.>
5. Radio Free Europe/Radio Liberty, Transcaucasia/Central Asia,
<http://www.rferl.org/>
6. George Soros, Soros on Soros, Staying Ahead of the Curve (New York:
John Wiley, 1995), p.26.
7. " Hedge Funds Get Trimmed ", Wall Street Journal, 1 maggio 2000.
8. Theodore Spencer, " Investors of the Century ", Fortune, dicembre
1999.
9. Jim Freer, " Most International Trader George Soros ", Latin
Tradecom, ottobre 1998,
<http://www.latintrade.com/newsite/content/archives.cfm?StoryID=473.>
10. Busaba Sivasomboon, " Soros Speech in Thailand Canceled ",
information AP, 28 gennaio 2001.
11. Sivasomboon.
12. George Soros, The Asia Society Hong Kong Center Speech,
<http://www.asiasociety.org/speeches/soros.>
13. Soros on Soros, op.cit..
14. George Soros, Open Society: Reforming Global Capitalism (New York:
Public Affairs, 2000).
15. David Corn, " Bush and the Billionaire, How Insider Capitalism
Benefited W ", The Nation, 17 luglio 2002.
16. Soros on Soros, pp.122-25.
17. Agence France-Presse, 8 ottobre 1993.
18. Marianne Yen, " Fund's Representatives Arrested in China ",
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19. Los Angeles Times, 24 novembre 1994, p.ASS.
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at Odds Over Policy ", Financial Times (Londra), 10 gennaio 1995.
21. Interfax Russian News, 6 novembre 1999.
22. Irma Dezhina, " U.S. Non-profit Foundations in Russia, Impact on
Research and Education ":
<http://www.jhu.edu/~istr/conferences/dublin/workingpapers/dezhina.pdf.>
23. " FSK Suspects Financing of Espionage on Russia's Territory ",
information AP, 18 gennaio 1995.
24. David Hoffman, " Proliferation of Parties Gives Russia a Fractured
Democratic System ", Washington Post, 1 ottobre 1995, p.A27; Margaret
Shapiro, " Russian Agency Said to Accuse Americans of Spying ",
Washington Post, 14 gennaio 1995, p.A17.
25. Allan Turner, " Looking For Trouble ", Houston Chronicle, 28 maggio
1995, p.E1; Kim Masters, " Where Is Fred Cuny ", Washington Post, 19
giugno 1995, p.D1; Patrick Anderson, " The Disaster Expert Who Met His
Match ", Washington Post, 6 settembre 1999, p.C9; Scott Anderson, "
What Happened to Fred Cuny? " New York Times Magazine, 25 febbraio
1996, p.44.
26. Scott Anderson, " The Man Who Tried to Save the World: the
Dangerous Life and Disappearance of Fred Cuny ", Philanthropy
Roundtable, mars/avril 2002,
<http://www.philanthropyroundtable.org/magazines/2000-01/hedges.>
27. " U.S.Blocks $500M Aid Deal for Russians ", Wall Street Journal, 22
dicembre 1999.
28. Bob Djurdjevic, " Letters to the Editor ", Wall Street Journal, 22
dicembre 1999.
29. " Open Society Institute ", <http://www.soros.org/osi/newyork.>
30. Connie Bruck, " The World According to Soros ", New Yorker, 23
gennaio 1995.
31. Olga M. Lazin, " The Rise of the U.S. Decentralized Model for
Philanthropy, George Soros' Open Society and National Foundations in
Europe ",
<http://www.isop.ucla.edu/profmex/volume6/1winter01/01lazin1.htm.>
32. David Ignatius, "Innocence Abroad: The New World of Spyless Coups",
Washington Post, 22 settembre 1991, p.C1.
33. Patrick McCartney, " Study Suggests Drug Laws Resemble Notorious
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38. " Biographies, 2002 Socialist Scholars Conference ",
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<http://archive.salon.com/tech/books/2002/02/28/soros/>
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Bloomberg Business News, 26 luglio 2000; Chris Hedges, " Below It All
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54. Galina Sabeva, " Soros' Sofia IT Firm Gets $9 Million Equity
Investment ", Reuters, 23 gennaio 2001.
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Plan Colombia ", Covert Action Quarterly, n° 71, inverno 2001.
56. " Colombia: Human Rights Watch Testifies Before the Senate ", Human
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<http://www.hrw.org/backgrounder/americas/colombia-testimony0424.htm.>
57. " Colombia: Bush/Pastrana Meeting, HRW World Report 2001, Human
Rights News " (New York, 6 novembre 2001).
58. Fairness and Accuracy in Reporting, Action Alert, " New York limes
Covering for Colombian Death Squads ", 9 febbraio 2001.
59. Doug Stokes, " Colombia Primer Q&A on the Conflict and U.S. Role ",
16 aprile 2002. Znet,
<http://www.zmag.org/content/Colombia/stokes_col-primer.cfm.>
60. Interpress Service, 18 gennaio 1995. Vedasi anche Jane Regan, "
AIDing
U.S. Interests In Haiti ", CovertAction Quarterly, n° 51, inverno
1994-95; e Noam Chomsky, " Haiti, The Uncivil Society ", CovertAction
Quarterly, n° 57, estate 1996.
61. Sam Tucker, Human Rights Watch,
<http://www.webactive.com/webactive/sotw/hrw.>
62. John Kenneth Knaus, Orphans of the Cold War (New York, BBS Public
Affairs 1999), p.236.
63. Elisabeth Rosenthal, " Defiant Chinese Muslims Keep Their Own Time
", New York Times, 19 novembre 2000, p.3.
64. Jonathan Reynolds (pseudonym), " The Clandestine Chef ", New York
Times Magazine, 3 dicembre 2000.
65. " Lessons of War ", Le Monde Diplomatique, marzo 2000; Peter
Phillips, " Untold Stories of U.S./NATO's War and Media Complacency ",
<http://www.converge.org.nz/pma/suntold.htm>
66. Marc W. Herold, " A Dossier on Civilian Victims of United States'
Aerial Bombing of Afghanistan: A Comprehensive Accounting ",
<http://www.ratical.org/ratville/CAH/civiDeaths.html>
67. " Rape as a crime against humanity, "
<http://www.haverford.edu/relg/sells/rape.html>
68. " Improving the Public Diplomacy Campaign in the War Against
Terrorism ", Independent Task Force on America's Response to Terrorism,
Council on Foreign Relations, 6 novembre 2001.
69. William Greider, " Curious George Talks the Market ", The Nation,
15 febbraio 1999.
70. " Oppose John Bolton's Nomination as State Department's Arms
Control Leader ", Council for a Livable World , 11 aprile 2001,
<http://www.clw.org/bush/opposebolton.html>
71. Ibid.
72. Greider.
73. " The Dictatorship of Financial Capital ", Federation of Social and
Educational Assistance (FASE), Brazil, 2002, <http://www.fase.org.br/>

L'AUTRICE
Heather Cottin è scrittrice, militante politica per tutta la sua vita,
è professoressa di storia in una scuola superiore, ora in pensione.
Vive a  Freeport, NY e, per molti anni, è stata la compagna dello
studioso e militante Sean Gervasi, oggi deceduto.

Tradotto dall'inglese (al francese) a Jean-Marie FLEMAL

Traduzione di Alessandro Lattanzio
Email: alexlattanzio@...
URL: http://www.aurora03.da.ru



[Sono state eliminare la parti non di testo del messaggio]

[ La corporation mediatica canadese CBC prosegue con la diffusione di
notizie false e tendenziose atte a criminalizzare in modo esclusivo la
parte serba, nonostante - ad esempio - l'evidenza drammatica dei
recentissimi pogrom in Kosovo-Metohija... ]


Da: Boba <petar@...>
Data: Mar 20 Apr 2004 06:51:11 Europe/Rome
A: (Recipient list suppressed)
Oggetto: Pls. Fwd// CBC's discrimination against Serbs

Kao sto ste verovatno vec primetili, editor "The National"-a nam je
neadekvatno odgovorio na nasu prvu zalbu CBC-ju. Molimo Vas da
odreagujete ponovo. Takodje bi zeljeli da Vam obratimo paznju na
cinjenicu da je veoma bitno poslati nasu zalbu CRTC-u, regulativnom telu
CBC-ja. Uputstvo za CRTC je "pod dva". Dodali smo i e-mail adrese vise
kanadskih politicara koji su indirektno povezani kako sa finansiranjem
CBC-a, tako i u kritikama istog.

Molimo Vas da uradite tri stvari:

1. Pod jedan - Forward-ujte ovaj pripremljeni odgovor izmedju zvezdica
na sledece adrese i (po zelji) kopirajte Centar za Mir na Balkanu u
bcc-u [ scontact@... ] da bi znali koliko je ljudi
odreagovalo.

2. Pod dva - Obavezno poslati zalbu CRTC-u
Complain to CRTC - http://www.crtc.gc.ca/RapidsCCM/Register.asp?lang=E
Subject: CBC's discrimination against Serbs
Re: March 29, 9:00PM: CBC's "The National - Carol Off's documentary "Of
Crimes and Courage"

Nemojte da vam je tesko da ovo uradite. Svima ce nam biti lakse ako
jednog dana ne budemo morali da gledamo onakve stvari na TV-u.

3. Pod tri prosledite ovaj e-mail dalje.

Obavezno se "potpisite u deo poruke gde pise "vase ime.." i ostavite
svoju adresu.

Istovremeno, molimo vas da ne saljete poruku sa uputstvom jer se par
puta desilo da je sve, ukljucujuci i prethodno uputstvo, prosledjeno
CBC-u.

+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++

To:Jonathan_Whitten@... ;

Cc: national@...; letters@...; ombudsman@...;
Bob_Campbell@...; Tony_Burman@...; Alcock.R@...;
Scherrer.H@...; solbem@...; jack@...;
KeyesS@...

Subject: CBC's discrimination against Serbs

Re: March 29, 9:00PM: CBC's "The National - Carol Off's documentary "Of
Crimes and Courage"


Dear Mr. Whitten

Thank you for your reply. I have reviewed your response and,
unfortunately, cannot find any concrete points that would address our
concerns regarding the biased portrayal of Serbs in CBC media outlets.
As the CBC is a publicly funded media establishment, I find this pattern
of biased reporting unacceptable. The CBC's blatant discrimination
against Serbs is hurtful to the Serbian community in Canada.

I have attached below an outline of concrete examples from CBC news and
documentary transcripts that further justify our concern. Please
review.

Although the demonization of Serbs in Carol Off's "Of Crimes and
Courage" is the subject of our most recent complaint, our grievances to
the CBC date back to 1997 (specifically, Carol Off's "The National"
report, April 14th, 1997). The Serbian community has repeatedly
corresponded with the CBC on this issue and we have yet to receive a
satisfactory action-based response that would convince us, and many of
your other viewers, that the CBC does not in fact discriminate against
Serbs.

I have no reason to doubt that "your own handbook of Journalistic
Standards and Practices, which stresses lack of bias in reporting and
programming" is written in such a way that may be considered rigorous,
comprehensive, and detailed. However, based on your previous
anti-Serbian documentaries, I have concerns regarding the CBC's ability
to abide by these rules in practice.

As I mentioned in my first letter, there have been over 500,000 Serbian
refugees in the past 8 years who have never returned to their homes.
This number is greater than that for ALL former Yugoslav Republics
combined. As the editor of THE NATIONAL, can you please point me to any
specific 1-hour documentaries aired by the CBC in the past 8 years that
dealt with the conditions of Serbian refugees, and their lives before
and after they left their homes?

Again, as the editor, can you please elaborate further on "We will be
carrying more reports and coverage in greater depth in the coming days
and weeks"? We would like more specific information as to "when and
what" we are to expect, to substantiate this promise.

As Canadian citizens concerned about the biased and discriminatory
portrayal of Serbs on a national, publicly-funded media network, we will
continue to pursue this issue with the CBC. We request that you
follow-up with proof of the CBC's commitment to addressing this concern,
as well as the anticipated timeline in which these expected reports will
be prepared and aired.

To assist you in fulfilling this request, we are more than willing to
meet with representatives of the CBC and to provide further information
and co-operation. We look forward to your timely response. Objective
media is not only a concern; it is a right belonging to all Canadian
viewers.



Attachment - Points of reference outlining CBC's programming bias
against the Serbs.



Please allow me to go over a few points from your letter, and the
documentary's transcripts, which further reflect the CBC's bias.

[THE NATIONAL was not alone: similar reports were aired on CBC
Newsworld, CBC Radio's news and current affairs programs, and CBC NEWS:
ONLINE.]


> From "Of Crimes and Courage" transcript:


"In March 1999, nearly a million ethnic Albanians fled Kosovo. Serbian
leader Slobodan Milosevic had launched his most effective ethnic
cleansing operation of the entire Balkan wars. NATO forces bombed Serbia
to stop Milosevic."

The way this paragraph is written would make someone believe that "a
million ethnic Albanians fled Kosovo" before the bombing started. This
is entirely untrue. NATO did not start bombing after "a million" ethnic
Albanians fled Kosovo - "a million" ethnic Albanians fled Kosovo after
NATO started bombing. There is no evidence that there was a planned
operation that was launched before the NATO bombing -these were all
theories that have never since been confirmed. This theory is merely a
convenient pretext to the bombing - similar to WMD in Iraq.

"The Serbs had orders to cleanse the town of Albanians."

This statement is full of generalizations, yet it is stated as fact.
There is no mention of who, specifically, gave these orders, nor the
group to whom such orders were specifically given. Also, there is no
allegedly/supposedly/apparently" anywhere in the sentence.

"Goran Stoparic had seen the two men at the garden massacre. He also saw
them after they had been questioned. He says they both believed they had
nothing to fear. Among Serbian police, they were considered heroes."

How do you know that they were considered heroes among "Serbian police"
[here implying all members of the Serbian police]? Did your reporter
conduct a scientific poll of Serbian police officers that would allow
her to confidently imply that the majority, if not the entire, Serbian
constabulary felt this way? Stating this as a fact makes it sound as if
the Serbian police are a bloodthirsty, unjust organization guided by
ethnic hatred. Again, this statement makes a major and defamatory
generalization.

This is the link to the article in question and I would like you to
address Carol Off claim "...In the midst of the war, it was something
unprecedented. The Serbian Justice Ministry ordered a murder
investigation. Serbian police were killing Kosovo Albanians with
impunity...."

What evidence Mrs. Off has for this claim ?

Please read the following article from your website:

INDEPTH: BALKANS

The Balkans CBC News Online | March 19, 2004

"Violence has once again flared up in Kosovo, a small province in the
former Yugoslavia currently under administrative control of the United
Nations. Albanians form the majority of the population in Kosovo, which
is now [emphasis added] part of Serbia-Montenegro."

What do you mean by "which is now part of Serbia-Montenegro"? Kosovo and
Metohija (which is the full name for province of "Kosovo") has always
been a part of the centuries-old Serbian state--the name Metohija means
"church property". Also, why is it that the CBC has never investigated
or mentioned how the Albanians came to form the "majority of the
population" in Kosovo and Metohija over the last fifty years?

"The latest violence was sparked by reports that Albanian boys drowned
after being chased by Serbs in the ethnically-divided city of Mitrovica.
People went on a rampage, firing guns, burning homes and attacking UN
offices."

There isn't even an attempt to allude to the fact that this accusation
was proven false (as confirmed by KFOR, NATO and UNMIK). Thus, by
inserting this false justification, the CBC reduces the planned and
coordinated ethnic cleansing of Serbs (again confirmed by KFOR, NATO and
UNMIK) to some sort of spontaneous outburst of righteous indignation.

"It's some of the worst violence since the 1999 Kosovo war. Hundreds of
thousands of refugees streamed out of Kosovo during NATO's 78-day
bombing campaign amid an operation of ethnic cleansing of Albanians by
Serb forces."

The "violence" referred to above is specifically the ethnic cleansing of
Serbs, the destruction of their homes, and the destruction of Serbia's
cultural and religious monuments. However, the CBC is quick to try and
make the audience view the violence as some sort of justifiable
"payback", by mentioning the expulsion of Albanians in 1999.


This statement also raises question about the CBC's fact-checking
ability:


March 22, CBC Radio: For most viewers of CBC English language
television and listeners of CBC Radio, Monday March 22 was the first
time any would hear any detailed mention of the "violence" in Kosovo. Up
until that point, CBC Radio and English television had only made the
briefest reference to the "interethnic violence" emphasing the UN's
role. On March 22, CBC English Television broadcast a piece which lasted
just over 1 minute, the CBC reporter devoted most of the time repeating
the Albanian excuse for the violence (the dogs chasing children story
with no attempt to seek verification from the UN).

This effort to excuse the violence is repeated at the CBC website with
an article devoted exclusively to the Albanian political "funeral". Note
in particular the totally obvious and wholly unnecessary repetition of
the lie in the article.

After suggesting that Serbs were responsible for the violence which
ensued, the reporter made no effort to go into details. Some vague
reference to "burning homes and churches" and for all of 3-4 seconds was
deemed sufficent.

The reporter then went into considerable detail of the burning of
mosques in Belgrade and Nis. The reporter emphasised the mosque as
dating from the "seventeenth century". CBC obviously considered this
very important.

Absolutely no mention was made in the one minute report of the number of
attacks on Serbs; no mention of the widespread nature of the violence,
no mention that more than 50,000 Albanians participating in what was
likened to a "Kristallnacht", no mention of the number of homes,
hospitals, schools, and churches destroyed and looted, no mention of the
refugees.

And of course, no images either.

The above instances of bias are, unfortunately, only a few examples
among many. These provide only a glimpse of the regular bias in the
CBC's reporting of the Balkan crisis over the years.


Sincerely,


UPISITE VASE IME UMESTO OVOG TEKSTA

(francais)

La epurazione etnica dei rom kosovari: iniziative di solidarieta'

1. Soirée "Otan, ange gardien de la paix ?"

2. Comité de soutien aux Roms du Kosovo


=== 1 ===


Soirée spéciale en solidarité avec une famille rom réfugiée du Kosovo
Otan, ange gardien de la paix?

- Film Les Damnés du Kosovo (Michel Collon & Vanessa Stojilkovic)
(avec témoignages exclusifs des victimes)

- Débat avec les auteurs et des réfugiés

- Concert du groupe rom Ocarina

PAF : 5 Euros (Prévente : 3 & 4 Euros)

Outre les révélations sur l'action secrète des USA au Kosovo, l'accent
est mis sur les liens et parallèles entre le Kosovo, l'Irak et les
prochaines guerres US.

A Bruxelles, au cinéma Arenberg - Galeries, 18 mai.
A Louvain-la-Neuve, audit. Montesquieu 26/4.
A Namur, cinéma Forum, 12/5.
A Gembloux, Faculté Sciences agronomiques,13/5.
A Liège, cinéma Le Parc, 27/5.
A Charleroi, cinéma Le Parc, 11/9.
A Mons, cinéma Plaza, septembre.
(adresses et contacts infos ci-après)

Kosovo, Afghanistan, Irak... Et demain ?
Après le Kosovo et l'Afghanistan, l'Otan ira-t-elle «apporter la paix»
en Irak ? Avec des soldats belges ? Au profit de qui ?
Les Etats-Unis nous disent qu'en Irak «ça va s'arranger, ce sont les
difficultés d'une transition». Comme au Kosovo qu'ils occupent depuis
cinq ans ?
Quarante mille soldats de l'Otan n'ont pas empêché 6.000 attaques des
terroristes albanais, 2.500 tués et blessés, 1.200 disparus, 150
églises détruites. Et ils n'ont trouvé aucun coupable !
Quels intérêts servaient-ils en réalité ? Avant d'envoyer l'Otan en
Irak, si on examinait ce qu'on nous a caché sur le Kosovo, et notamment
les liens entre les Etats-Unis et le terrorisme ?

Adresses de contact, places en pré-vente, tracts, affiches :
Bruxelles : Marie-Françoise 0476 54 37 65 mfr@...>
Liège : Marie-Pierre 04 237 04 38
Namur : Thierry 0476 91 79 76
Louvain-la-Neuve : Benoît 0499 13 73 44
Gembloux : Attac-Gembloux, François 0497 62 56 86
Charleroi : Bob 0476 42 94 55
Mons : Pino

Lieux des soirées :
Bruxelles : cinéma Arenberg-Galeries, 26 galeries de la reine 1000
Bruxelles
(galeries St Hubert, près de la Grand-Place)
Gembloux : auditoire de Biologie végétale, Faculté des sciences
agronomiques,
n° 2 avenue de la faculté, 5030 Gembloux (au centre, près du feu rouge)
Liège : cinéma Le Parc, Droixhe
LLN : auditoire Montesquieu, centre-ville.
Namur : 41 rue du belvedere, 5000 Namur
Charleroi: cinéma Le Parc, 58 rue de Montigny, 6000 Charleroi


=== 2 ===


Date: Sun, 21 Mar 2004 11:37:03 +0100
From: anti-imperialiste@...
Subject: [Anti-imperialiste]Comité de soutien aux Roms du Kosovo


(Avec nos excuses si vous l'avez déjà reçu: petit problème technique)

Renvoyez vos signatures svp UNIQUEMENT à Marie-Pierre Lahaye
<mplahaye@...>

Comité de Soutien aux Roms du Kosovo

PETITION

ACCORDEZ LE STATUT DE REFUGIES AU MUSICIEN ROM JAMIN GASI ET A SA
FAMILLE!

Jamin Gasi est un clarinettiste et saxophoniste rom yougoslave de grand
renom dans son pays et dans toute la diaspora rom. Réfugié en Belgique
avec sa famille ( son père, sa mère, son frère et ses trois enfants)
depuis quatre ans, il a formé avec son frère Nebi et son fils Djevad
l'ensemble de musique orientale OCARINA, qui commence à être bien connu
et apprécié du milieu associatif belge.

Depuis quatre ans, les membres de la famille Gasi tentent en vain de
faire reconnaître leur droit à l'asile et leur statut de réfugiés par
les autorités belges.

Bien que le sort réservé aux Roms depuis la fin des bombardements de
l'OTAN en 1999 soit parfaitement connu des autorités belges, que cette
situation ait fait l'objet de nombreux rapports d'organisations des
droits de l'homme, notamment le rapport 2003 accablant d'Amnesty
International (violences racistes, apartheid scolaire, expulsions
illégales, refus de délivrer les documents, indifférence de la police
et de la justice envers les plaintes déposées par les Roms, etc...),
et que la dernière demande d'asile introduite par la famille Gasi fasse
explicitement référence à ces rapports, l'Office belge des Etrangers
exige, non seulement des éléments récents, mais également personnels ,
ce qui signifie en clair que les Gasi auraient dû retourner dans leur
pays, s'y faire persécuter et revenir avec des preuves de ces
persécutions!

Non seulement cette exigence est aberrante, mais elle est contraire aux
prescriptions du Haut Commissariat aux Réfugiés des Nations Unies : "
il n'est pas nécessaire que les arguments invoqués (par le candidat
réfugié) se fondent sur l'expérience personnelle...Ainsi, le sort subi
par des parents...ou par d'autres membres du même groupe racial ou
social"( ce qui est sans conteste le cas des Roms, AUJOURD'HUI, au
Kosovo et en Serbie-Montenegro) "peut attester que la crainte du
demandeur d'être lui-même tôt ou tard victime de persécutions est
fondée".

Nous, signataires de cette pétition, ne demandons aucun traitement de
faveur pour la famille Gasi. Mais nous exigeons avec force que:

O L'Office des Etrangers statue sur la demande d'asile de la famille
Gasi sans arbitraire et dans le respect des prescriptions du Haut
Commissariat aux Réfugiés citées ci-dessus.

O Le statut de réfugiés soit accordé sans réserve à tous les membres de
la famille Gasi.

Nom, prénom Adresse Profession Signature


Comité de Soutien aux Roms du Kosovo

Renvoyez vos signatures svp UNIQUEMENT à
Marie-Pierre Lahaye <mplahaye@...>

______________________________________
Anti-imperialiste mailing list
Anti-imperialiste@...
http://chiffonrouge.org/cgi-bin/mailman/listinfo/anti-imperialiste



[Sono state eliminare la parti non di testo del messaggio]

(english / italiano)

IRAQ = JUGOSLAVIJA
3: Mercenariato per le colonie

A - La privatizzazione della guerra (M. Dinucci)
B - Cosa e' e cosa fa Dyncorp/CSC in Colombia e con l'Azienda Trasporti
Milanese (Ass. Mi Ranchito, 10 marzo 2003)

C - The privatisation of war
(Ian Traynor, Dec. 10, 2003 - The Guardian) : "... The biggest US
military base built since Vietnam, Camp Bondsteel in Kosovo, was
constructed and continues to be serviced by private contractors. At
Tuzla in northern Bosnia, headquarters for US peacekeepers, everything
that can be farmed out to private businesses has been... In the Balkans
MPRI are playing an incredibly critical role. The balance of power in
the region was altered by a private company..."

---

LINK: tutto quello che avreste sempre voluto sapere sul MPRI, military
professional resources, inc e non avete mai osato chiedere...

http://www.serbianna.com/columns/vaknin/035.shtml


--- A ---

La privatizzazione della guerra

In Iraq l'uso dei mercenari dimostra il fallimento
dell'«irachizzazione» del conflitto

MANLIO DINUCCI
Il manifesto, 14 aprile 2004

La Dts Security, per la quale lavorano i quattro italiani catturati in
Iraq, ha il proprio quartier generale a Newington in Virginia. Da lì
fornisce «sicurezza» ai propri clienti, soprattutto grosse
multinazionali, dagli Stati uniti all'Oman, dall'Uzbekistan all'Iraq.
Poiché essa garantisce i suoi servizi in qualsiasi situazione, anche di
guerra, il suo personale è composto di specialisti provenienti dalle
forze scelte di vari eserciti. A simbolo della sua efficienza, la Dts
Security, che vanta oltre vent'anni diesperienza, ha messo nel suo
sito, al posto del solito puntatore del mouse, quello di un mirino
telescopico di un fucile di alta precisione. In Iraq, essa fa parte
della quindicina di compagnie fornitrici di «sicurezza», assoldate
direttamente o indirettamente dal Pentagono come «contrattiste militari
private» per sorvegliare installazioni, scortare convogli e addestrare
il «nuovo esercito iracheno». La maggiore è la statunitense Blackwater
che, composta di cinque compagnie specializzate, «ha stabilito una
presenza globale, fornendo addestramento e soluzioni tattiche per il
21mo secolo». Tra i suoi clienti, oltre a società multinazionali, vanta
il Dipartimento della difesa e il Dipartimento di stato degli Stati
uniti d'America.

Un'altra importante compagniache opera in Iraq per conto del Pentagono
è la Vinnell Corp., affiliata della Northrop Grumman, una delle
principali industrie belliche. Avendo molti compiti da svolgere, ha
subappaltato l'addestramento delle truppe irachene a Kirkush a un'altra
società statunitense, la Mpri di Alexandria (Virginia), che ha già
partecipato alla formazione dei nuovi eserciti di Croazia e Bosnia.
Operano in Iraq anche compagnie britanniche, come laErinys, il cui
compito è la sorveglianza delle installazioni petrolifere, e la Global
Risk, che fornisce «protezione armata» alla «Autorità provvisoria della
coalizione».

Nessuno conosce con esattezza il numero dei «moderni mercenari» (come
li definisceThe New York Times) che operano in Iraq per conto di queste
compagnie private. Le stime vanno da 15 a 20 mila, ma potrebbero essere
anche di più. Molti sono stati reclutati, soprattutto dalla Blackwater,
in Cile: tra questi vi sono «commandos addestrati, sotto il governo
militare diAugusto Pinochet, in speciali campi a Santiago e in North
Carolina negli Usa» (The Guardian, 5 marzo). Le loro paghe annue vanno
da 70 a 250mila dollari, ma sicuramente ricevono anche premi extra.
Essi vengonoinfatti impiegati in vere e proprie azioni di
combattimento. Lo conferma il fatto che, il 4 aprile, «un attacco della
milizia irachena contro il quartier generale del governo Usa a Najaf è
stato respinto non dai militari statunitensi, ma dai commandos della
Blackwater» (TheWashington Post, 6 aprile).

Tale impiego dei commandos delle compagnie private sta crescendo, di
pari passo con la disgregazione del «nuovo esercito iracheno». Alla
cerimonia di fine corso del secondo battaglione iracheno (620 uomini),
il 6 gennaio, il generale Sanchez, comandante statunitense delle forze
terrestri, aveva affermato: «Questi soldati sono molto fieri, molto
impegnati. Ho alte aspettative che contribuiranno a riportare la
sicurezza e la stabilità in Iraq». Ma quando il secondo battaglione ha
ricevuto qualche giorno fa l'ordine di andare a combattere contro gli
insorti di Fallujah, si è rifiutato dichiarando: «Non siamo stati
reclutati per combattere gli iracheni». SecondoThe Washington Post(11
aprile), negli ultimi giorni il 20-25% dell'esercito e della polizia
irachena ha disertato o è addirittura passato dalla parte di chi
avrebbe dovuto combattere. Da qui la crescente importanza dei «moderni
mercenari» delle compagnie private, cui vengono affidati compiti che
avrebbero dovuto svolgere gli iracheni reclutati.

Questa «privatizzazione della guerra» rappresenta però il fallimento
della strategia dell'amministrazione Bush: il piano di creare un
governo ossequiente che, con un proprio esercito, avrebbe dovuto
«ripristinare la sicurezza e la stabilità» in un Iraq sotto il
controllo politico, militare ed economico degli Stati uniti, sta
crollando come un castello di carte. E le stesse forze statunitensi
sono sempre più in difficoltà. In questo clima, in cui il morale dei
soldati sta visibilmente calando, molti hanno solo il desiderio di
tornare a casa. Altri, sapendo qual è la busta paga dei commandos delle
compagnie private, pensano sicuramente che, se si deve rischiare, è
meglio farlo con un contratto da oltre 200mila dollari di una delle
moderne compagnie di ventura.

--- B ---
 
Data: Wed, 14 Jan 2004 15:43:12 +0100 (CET)
Da: "as. int. mi ranchito"
A: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
Oggetto: Cosa e' e cosa fa Dyncorp/CSC in Colombia e ATM.

10 marzo 2003

Computer Sciences Corporation (NYSE: CSC) ha completato l’acquisizione
di DynCorp, con l’avvenuta approvazione da parte degli azionisti di
maggioranza di DynCorp.

CSC si aspetta che l’acquisizione possa dare i suoi frutti sin dal
prossimo anno fiscale (il FY 2004 CSC inizia l’1 aprile 2003),
superando i carichi finanziari relativi alla transazione.

“Siamo lieti di aver concluso l’acquisizione, che potenzia notevolmente
la nostra leadership nel mercato della pubblica amministrazione e
supporta i nostri obiettivi strategici di crescita e incremento del
valore delle nostre azioni,” ha affermato il presidente e CEO di CSC,
Van B. Honeycutt. “Questa transazione supporta CSC nella crescente
richiesta di servizi IT nel settore pubblico e ci aiuterà a
incrementare le nostre capacità di delivery. Ora CSC è posizionata in
modo ideale ed è ancora più pronta a fornire una vasta gamma di
soluzioni end-to-end su basi globali, ivi comprese quelle per il
Dipartimento della Difesa”.

DynCorp, posizionata tra le public company americane nel settore
tecnologico e dell’outsourcing, in seguito all’acquisizione diventa
parte della divisione CSC dedicata agli enti pubblici, la cui sede
centrale è a Falls Church (Usa). L’organizzazione Federal Sector CSC si
aspetta di arrivare circa a 6 miliardi di dollari di ricavi annuali,
derivanti dal governo federale (come stima di entrate relative al FY
2003), con circa 40.000 addetti al servizio del governo statunitense,
dislocati in circa 750 postazioni in tutto il mondo.

“Quello di oggi è un momento molto importante nella storia di DynCorp
nonchè nella vita professionale delle migliaia di persone che sono, e
sono state, parte integrante di questa grande società”, ha dichiarato
il CEO di DynCorp, Paul Lombardi. “Con il completamento della fusione,
ora possiamo guardare a nuove, stimolanti opportunità di carriera per i
nostri professionisti, e disporre di un’offerta di soluzioni vasta e
ineguagliabile per i nostri clienti”.

L’offerta di servizi e tecnologia di CSC nei confronti del settore
pubblico si è infatti arricchita, ampliando e ottimizzando le già vaste
competenze messe a disposizione del nuovo Department of Homeland
Security statunitense. L’acquisizione, inoltre, va a rafforzare le
competenze e la presenza nelle attività di outsourcing per i settori
telecomunicazioni e sanità.

Sono circa 26.000 i professionisti che si aggiungono all'organico CSC,
in base a questa acquisizione.
“Tutta CSC è lieta di dare il benvenuto ai professionisti di DynCorp”
ha aggiunto Paul Cofoni, presidente della divisione Federal Sector CSC.
“Quasi il 50 per cento degli addetti CSC, me compreso, sono in CSC in
seguito a fusioni, acquisizioni o accordi di outsourcing. Siamo quindi
in grado di assicurare che questa transizione non comporterà
contraccolpi negativi ne’ per i clienti sia ne’ per la forza lavoro”.
“La fusione tra CSC e DynCorp” ha sottolineato Cofoni, “crea una
organizzazione che si posiziona al terzo posto tra i fornitori IT del
mercato governativo statunitense e al vertice di quelli del
Dipartimento della Difesa”.

Fondata nel 1959, Computer Sciences Corporation è una delle compagnie
leader mondiali nei servizi IT. La sua missione è quella di supportare
le aziende dei settori pubblico e privato con soluzioni specifiche per
le loro peculiari esigenze, consentendo alle imprese di trarre profitto
dall’uso della tecnologia.
Con circa 90.000 addetti (comprendendo gli oltre 26.000 che dal 7 marzo
2003 si sono uniti a CSC in seguito all’acquisizione di DynCorp) CSC
fornisce soluzioni innovative per i suoi clienti in tutto il mondo,
combinando le migliori tecnologie con le proprie consolidate capacità
in molteplici ambiti. Tra questi: progettazione e integrazione di
sistemi; outsourcing IT e di processi di business; sviluppo di software
applicativo; Web e application hosting; consulenza.
Nell’anno solare 2002, CSC ha conseguito ricavi per 11,3 miliardi di
dollari. La sede corporate si trova a El Segundo, California; la sede
europea è a Farnborough, in Gran Bretagna.
In Italia, CSC è protagonista ai massimi livelli nel mercato ICT, con
una offerta specifica e strategica nei settori finance, industria e
commercio, pubblica amministrazione, telecomunicazioni, servizi. Opera
nel nostro Paese con circa 2.600 addetti e sedi a Milano (direzione
generale), Bologna, Firenze, Padova, Ravenna, Roma e Torino


A.T.M. - Azienda Trasporti Milanesi

Il cliente

L'Azienda Trasporti Milanesi (ATM) opera nel settore del Trasporto
Pubblico Locale (Tpl) nell'area metropolitana, offrendo ai cittadini
della Grande Milano una rete di trasporto pubblico costituita da tre
linee metropolitane e centoventi linee tranviarie, filoviarie e
automobilistiche.
Complessivamente la rete si sviluppa per quasi 1400 chilometri e
raggiunge Milano e altri 85 comuni.
Oltre al trasporto pubblico ATM gestisce i parcheggi di interscambio e
la sosta sulle strade del centro storico e delle zone commerciali con
il sistema SostaMilano.
Come già avvenuto per altri settori dei servizi pubblici
(telecomunicazioni, energia, gas), il business del Tpl si trova in una
fase di forte evoluzione e cambiamento a seguito della definizione di
un nuovo quadro normativo teso a introdurre elementi di
concorrenzialità e liberalizzazione.

Il progetto

Il progetto ha interessato l’implementazione di SAP R/3 (moduli
coinvolti: PM – PS - PP).
In seguito dell’aggiudicazione di un bando di gara, CSC è occupata
della configurazione del sistema SAP R/3 nelle aree riguardanti la
manutenzione dei mezzi (superficie e metropolitana) e delle
infrastrutture (patrimonio) dell’Azienda Trasporti Milanesi.

Il ruolo di CSC

CSC ha realizzato l’implementazione per tutti i depositi , officine,
impianti gestiti da ATM.
CSC ha inoltre progettato gli sviluppi delle personalizzazioni
necessarie a tenere conto delle peculiarità di gestione e definito le
regole di caricamento dati.
Il progetto nel suo complesso ha visto il coinvolgimento di altri
partner nella fase di progettazione e di formazione utenti.

Benefici per il cliente

Curare la qualità del servizio offerto è uno dei cardini su cui
poggiano le attività di ATM; ed una maggiore qualità la si può
esprimere principalmente attraverso un controllo diretto della
manutenzione e degli investimenti, in modo da ridurre gli sprechi, e di
conseguenza i costi, indirizzando in questo modo gli investimenti al
miglioramento del servizio.
Questo progetto ha avuto come obiettivo l’introduzione di strumenti in
grado di dare un valido supporto alle attività di manutenzione: maggior
controllo delle scorte, analisi tecniche puntuali delle singole
componenti di veicoli e impianti, valutazione dei fornitori e,
soprattutto, una più precisa quantificazione economica degli interventi
manutentivi, in modo da permettere un’oculata valutazione, da parte del
personale competente, sull'effettiva convenienza di realizzare
l’intervento di manutenzione.
Questo progetto ha introdotto un vero e proprio sistema di controllo
nell’ambito delle attività di manutenzione effettuate in ATM. In
pratica è stato realizzato un servizio che misura la propria efficienza
in termini di qualità, costi e prestazioni temporali e che permetterà
di introdurre sempre di più dei nuovi fattori correttivi.
Con questo progetto si genererà un nuovo propellente la cui miscela è
costituita dal miglioramento dell’efficienza.
Vantaggi che, uniti al cambiamento organizzativo, incrementeranno la
cultura aziendale e aiuteranno il management ad avere un maggior
controllo dei costi migliorando contestualmente la qualità.
L’omogeneizzazione dei sistemi informativi aziendali ed una loro
perfetta integrazione renderanno più semplici ed immediati i processi
decisionali.
La manutenzione come elemento fondamentale per ottimizzare sicurezza e
affidabilità, ma anche la realizzazione di una banca dati in grado di
evidenziare i tassi di guasto di singoli sottosistemi ed infine la
certificazione degli interventi effettuati, rappresenta per un’Azienda
di servizi, che ha il suo “core business” nelle attività di trasporti
dei passeggeri, uno dei principali punti di attenzione.


Secondo il settimanale Newsweek, tra i 300 effettivi statunitensi
presenti in Colombia, vi sarebbero "almeno un centinaio di agenti della
Dea e della Cia"; Nesweek segnala inoltre come gli avieri dell’RC-7 non
sarebbero le prime vittime Usa della ‘guerra alla coca’: "A partire dal
1997 sono morti tre piloti della società privata DynCorp (Virginia)
contattata dal Pentagono per missioni di intercettazione anti-droga. La
DynCorp che conta in Colombia 90 impiegati, in coordinamento con la
Polizia nazionale ha lanciato tonnellate di defoglianti chimici sulla
selva e ha effettuato incursioni in elicottero contro i laboratori di
trasformazione". La DynCorp, che impiega piloti di elicottero veterani
della guerra in Vietnam, fornisce inoltre la manutenzione dei velivoli
della polizia impegnati in operazioni anti-coca.

L’impatto socio-ambientale della campagna finanziata attraverso
l’International Narcotics Control del Dipartimento di stato avrebbe
avuto effetti devastanti. Nel solo ‘98 gli aerei T-65 e Ov-10 ‘Bronco’
della DynCorp avrebbero fumigato oltre 65.000 ettari di terra nei
dipartimenti meridionali di Guaviare e Caquetà, utilizzando il
glisosfato, un’erbicida cancerogeno solubile in acqua. Solo lo scorso
anno all’impresa privata il Dipartimento avrebbe versato 68 milioni di
dollari, tre volte e mezzo in più dei 19,6 milioni spesi nel ’96 per
fumigare la Colombia.

In realtà l’’affaire Colombia’ si tra strasformando in un immenso
business per le aziende private statunitensi che operano nel settore
militare. I colossi United Technologies e Bell competono per
assicurarsi la megacommessa per la componente elicotteristica; accanto
alla DynCorp stanno inserendosi in Colombia altre aziende specializzate
nel fornire ‘assistenza tecnica’ e ‘consiglieri militari’ alle forze
armate colombiane, favorite dal Pentagono che così può eludere le
limitazioni degli emendamenti del Congresso che fissano il personale
statunitense in Colombia a non oltre i 250 addetti militari e 100
impiegati civili. L’ultima di queste società ‘di servizio’ ad aprire
una filiale a Bogotà è stata la Mpri (Military Professional Resources
Inc.), anch’essa con sede in Virginia, contattata per il sostegno
logistico e l’addestramento ‘supplemenatre’ della polizia e delle forze
armate colombiane. La Mpri, il cui manager è il generale in pensione
dell’Us Army Ed Soyster, gia direttore della Dia (la Defense
Intelligence Agency), è una delle società più note nelle aree di
conflitto internazionali: essa ha fornito supporto logistico per una
serie di operazioni militari nei Balcani, in Medio Oriente e in Africa.
Fondata appena 12 anni fa nella città di Alexandria conta su un giro
d’affari annuo di circa 12 milioni di dollari, con 160 dipendenti
full-time, tra cui una serie di ex alti ufficiali delle forze armate
statunitensi, come i generali Carl Vuono, che guidò l’esercito durante
l’operazione Desert Storm e Crosbie ‘Butch’ Saint, che fu uno dei
comandanti delle operazioni Usa in Europa.

La Mpri, in particolare, è stata impegnata nel rifornimento di
munizioni e nel sostegno operativo degli eserciti croato e bosniaco
durante le loro controffensive contro le unità serbe. Così come in
Colombia, le attività della Mpri si sono incrociate con quelle della
DynCorp nel teatro di guerra dei Balcani; a quest’ultima società,
infatti, gli Stati Uniti hanno affidato nell’autunno ‘98 il compito di
verificare il ritiro delle unità serbe dal territorio del Kosovo, in
seguito al rifiuto del leader yugoslavo Slobodan Milosevic di ammettere
la presenza di monitor ‘militari’. I dati di ‘intelligence’ raccolti
dai 150 uomini contrattati dalla DynCorp sono stati determinanti per
l’operazione Nato di bombardamento in Kosovo e Serbia la primavera
successiva.

--- C ---

Special investigation

The privatisation of war

· $30bn goes to private military
· Fears over 'hired guns' policy
· British firms get big slice of contracts
· Deals in Baghdad, Kabul and Balkans

Ian Traynor
Wednesday December 10, 2003
The Guardian

Private corporations have penetrated western warfare so deeply that
they are now the second biggest contributor to coalition forces in Iraq
after the Pentagon, a Guardian investigation has established.

While the official coalition figures list the British as the second
largest contingent with around 9,900 troops, they are narrowly
outnumbered by the 10,000 private military contractors now on the
ground.

The investigation has also discovered that the proportion of contracted
security personnel in the firing line is 10 times greater than during
the first Gulf war. In 1991, for every private contractor, there were
about 100 servicemen and women; now there are 10.

The private sector is so firmly embedded in combat, occupation and
peacekeeping duties that the phenomenon may have reached the point of
no return: the US military would struggle to wage war without it.

While reliable figures are difficult to come by and governmental
accounting and monitoring of the contracts are notoriously shoddy, the
US army estimates that of the $87bn (£50.2bn) earmarked this year for
the broader Iraqi campaign, including central Asia and Afghanistan, one
third of that, nearly $30bn, will be spent on contracts to private
companies.

The myriad military and security companies thriving on this largesse
are at the sharp end of a revolution in military affairs that is taking
us into unknown territory - the partial privatisation of war.

"This is a trend that is growing and Iraq is the high point of the
trend," said Peter Singer, a security analyst at Washington's Brookings
Institution. "This is a sea change in the way we prosecute warfare.
There are historical parallels, but we haven't seen them for 250 years."

When America launched its invasion in March, the battleships in the
Gulf were manned by US navy personnel. But alongside them sat civilians
from four companies operating some of the world's most sophisticated
weapons systems.

When the unmanned Predator drones, the Global Hawks, and the B-2
stealth bombers went into action, their weapons systems, too, were
operated and maintained by non-military personnel working for private
companies.

The private sector is even more deeply involved in the war's aftermath.
A US company has the lucrative contracts to train the new Iraqi army,
another to recruit and train an Iraqi police force.

But this is a field in which British companies dominate, with nearly
half of the dozen or so private firms in Iraq coming from the UK.

The big British player in Iraq is Global Risk International, based in
Hampton, Middlesex. It is supplying hired Gurkhas, Fijian
paramilitaries and, it is believed, ex-SAS veterans, to guard the
Baghdad headquarters of Paul Bremer, the US overlord, according to
analysts.

It is a trend that has been growing worldwide since the end of the cold
war, a booming business which entails replacing soldiers wherever
possible with highly paid civilians and hired guns not subject to
standard military disciplinary procedures.

The biggest US military base built since Vietnam, Camp Bondsteel in
Kosovo, was constructed and continues to be serviced by private
contractors. At Tuzla in northern Bosnia, headquarters for US
peacekeepers, everything that can be farmed out to private businesses
has been. The bill so far runs to more than $5bn. The contracts include
those to the US company ITT, which supplies the armed guards,
overwhelmingly US private citizens, at US installations.

In Israel, a US company supplies the security for American diplomats, a
very risky business. In Colombia, a US company flies the planes
destroying the coca plantations and the helicopter gunships protecting
them, in what some would characterise as a small undeclared war.

In Kabul, a US company provides the bodyguards to try to save President
Hamid Karzai from assassination, raising questions over whether they
are combatants in a deepening conflict with emboldened Taliban
insurgents.

And in the small town of Hadzici west of Sarajevo, a military compound
houses the latest computer technology, the war games simulations
challenging the Bosnian army's brightest young officers.

Crucial to transforming what was an improvised militia desperately
fighting for survival into a modern army fit eventually to join Nato,
the army computer centre was established by US officers who structured,
trained, and armed the Bosnian military. The Americans accomplished a
similar mission in Croatia and are carrying out the same job in
Macedonia.

The input from the US military has been so important that the US
experts can credibly claim to have tipped the military balance in a
region ravaged by four wars in a decade. But the American officers,
including several four-star generals, are retired, not serving. They
work, at least directly, not for the US government, but for a private
company, Military Professional Resources Inc.

"In the Balkans MPRI are playing an incredibly critical role. The
balance of power in the region was altered by a private company. That's
one measure of the sea change," said Mr Singer, the author of a recent
book on the subject, Corporate Warriors.

The surge in the use of private companies should not be confused with
the traditional use of mercenaries in armed conflicts. The use of
mercenaries is outlawed by the Geneva conventions, but no one is
accusing the Pentagon, while awarding more than 3,000 contracts to
private companies over the past decade, of violating the laws of war.

The Pentagon will "pursue additional opportunities to outsource and
privatise", the US defence secretary, Donald Rumsfeld, pledged last
year and military analysts expect him to try to cut a further 200,000
jobs in the armed forces.

It is this kind of "downsizing" that has fed the growth of the military
private sector.

Since the end of the cold war it is reckoned that six million
servicemen have been thrown on to the employment market with little to
peddle but their fighting and military skills. The US military is 60%
the size of a decade ago, the Soviet collapse wrecked the colossal Red
Army, the East German military melted away, the end of apartheid
destroyed the white officer class in South Africa. The British armed
forces, notes Mr Singer, are at their smallest since the Napoleonic
wars.

The booming private sector has soaked up much of this manpower and
expertise.

It also enables the Americans, in particular, to wage wars by proxy and
without the kind of congressional and media oversight to which
conventional deployments are subject.
From the level of the street or the trenches to the rarefied corridors
of strategic analysis and policy-making, however, the problems
surfacing are immense and complex.
One senior British officer complains that his driver was recently
approached and offered a fortune to move to a "rather dodgy outfit".
Ex-SAS veterans in Iraq can charge up to $1,000 a day.

"There's an explosion of these companies attracting our servicemen
financially," said Rear Admiral Hugh Edleston, a Royal Navy officer who
is just completing three years as chief military adviser to the
international administration running Bosnia.

He said that outside agencies were sometimes better placed to provide
training and resources. "But you should never mix serving military with
security operations. You need to be absolutely clear on the division
between the military and the paramilitary."

"If these things weren't privatised, uniformed men would have to do it
and that draws down your strength," said another senior retired officer
engaged in the private sector. But he warned: "There is a slight risk
that things can get out of hand and these companies become small armies
themselves."

And in Baghdad or Bogota, Kabul or Tuzla, there are armed company
employees effectively licensed to kill. On the job, say guarding a
peacekeepers' compound in Tuzla, the civilian employees are subject to
the same rules of engagement as foreign troops.

But if an American GI draws and uses his weapon in an off-duty bar
brawl, he will be subject to the US judicial military code. If an
American guard employed by the US company ITT in Tuzla does the same,
he answers to Bosnian law. By definition these companies are frequently
operating in "failed states" where national law is notional. The risk
is the employees can literally get away with murder.

Or lesser, but appalling crimes. Dyncorp, for example, a Pentagon
favourite, has the contract worth tens of millions of dollars to train
an Iraqi police force. It also won the contracts to train the Bosnian
police and was implicated in a grim sex slavery scandal, with its
employees accused of rape and the buying and selling of girls as young
as 12. A number of employees were fired, but never prosecuted. The only
court cases to result involved the two whistleblowers who exposed the
episode and were sacked.

"Dyncorp should never have been awarded the Iraqi police contract,"
said Madeleine Rees, the chief UN human rights officer in Sarajevo.

Of the two court cases, one US police officer working for Dyncorp in
Bosnia, Kathryn Bolkovac, won her suit for wrongful dismissal. The
other involving a mechanic, Ben Johnston, was settled out of court. Mr
Johnston's suit against Dyncorp charged that he "witnessed co-workers
and supervisors literally buying and selling women for their own
personal enjoyment, and employees would brag about the various ages and
talents of the individual slaves they had purchased".

There are other formidable problems surfacing in what is uncharted
territory - issues of loyalty, accountability, ideology, and national
interest. By definition, a private military company is in Iraq or
Bosnia not to pursue US, UN, or EU policy, but to make money.

The growing clout of the military services corporations raises
questions about an insidious, longer-term impact on governments'
planning, strategy and decision-taking.

Mr Singer argues that for the first time in the history of the modern
nation state, governments are surrendering one of the essential and
defining attributes of statehood, the state's monopoly on the
legitimate use of force.

But for those on the receiving end, there seems scant alternative.

"I had some problems with some of the American generals," said Enes
Becirbasic, a Bosnian military official who managed the Bosnian side of
the MPRI projects to build and arm a Bosnian army. "It's a conflict of
interest. I represent our national interest, but they're businessmen. I
would have preferred direct cooperation with state organisations like
Nato or the Organisation for Security and Cooperation in Europe. But we
had no choice. We had to use MPRI."