Informazione

RITORNO DALLA ZASTAVA DI KRAGUJEVAC
Viaggio del 12-15 marzo 2004

(resoconto di viaggio a cura di Gilberto Vlaic del gruppo ZASTAVA
Trieste)

Questa relazione e’ suddivisa in cinque parti:
1. Un salto quali-quantitativo importante
2. Introduzione
3. Materiale trasportato, cronaca del viaggio, assemblea con i
lavoratori
4. Il microprogetto artigianato
5. Stato attuale della Zastava e situazione generale in Serbia


1. Un salto quali- quantitativo importante

Prima di iniziare la relazione di questo viaggio, credo sia necessario
descrivere un evento che ha permesso di ampliare notevolmente il numero
delle adozioni aperte, e che probabilmente apre delle potenzialita'
nuove su altri possibili fronti di intervento, quali ad esempio
assistenza sanitaria a bambini affetti da gravi patologie e fornitura
di grossi quantitativi di materiale scolastico.
Nel viaggio di maggio 2003 la COOP Consumatori Nordest del distretto
sociale di Sacile aveva aperto con noi due adozioni. Due rappresentanti
di questo movimento cooperativo avevano partecipato al viaggio di
dicembre 2003, ed avevano potuto constatare personalmente le modalita'
dell'azione di solidarieta' materiale con i lavoratori della Zastava di
Kragujevac.
A seguito di questo viaggio, da parte delle COOP consumatori Nordest
sono state aperte nuove adozioni, intestate a vario titolo ai seguenti
distretti: Sacile, Pordenone Nord, San Vito al Tagliamento, Pordenone
Sud, Azzano Decimo, Cervignano, Oderzo, Mogliano Veneto, Maniago, La
salute di Livenza-Caorle, Jesolo, Cordenons, Concordia
Sagittaria-Portogruaro, per un totale di 18; alcuni di questi distretti
ne hanno aperta piu' di una.
Inoltre e' stata sottoscritta una adozione dalla COOP Adriatica
consiglio di zona Veneto 3.


2. Introduzione

Vi inviamo un resoconto del viaggio appena concluso alla Zastava di
Kragujevac per consegnare le adozioni a distanza, fatto dal
Coordinamento Nazionale RSU, dal Gruppo Zastava di Trieste e dalla
Associazione Most Za Beograd di Bari.

Questo resoconto si lega alle altre relazioni scritte con cadenza
praticamente trimestrale.
Sono tutte reperibili su diversi siti, tra i quali

- il sito del coordinamento RSU, all’indirizzo:
http://www.ecn.org/coord.rsu/
seguendo il link: Solidarietà con i lavoratori della Jugoslavia:
http://www.ecn.org/coord.rsu/guerra.htm
dove sono anche descritte in dettaglio tutte le iniziative in corso, e
riportati i resoconti anche di altre associazioni; tra queste segnalo
come molto interessanti quelle di maggio 2003 a cura di ABC - Pace e
Solidarieta' di Roma, di luglio 2003 di ALJ Bologna, di ottobre 2003
di SOS Jugoslavia di Torino.

Questi resoconti sono presenti anche sul sito del Coordinamento
Nazionale per la Jugoslavia, all'indirizzo:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/messages
che contiene inoltre centinaia di articoli sulla situazione nei Balcani
difficilmente reperibili sulla stampa nazionale.


3. Materiale trasportato e cronaca del viaggio

Siamo partiti da Trieste venerdi’ 12 marzo 2004 maggio alle 9 di
mattina, con un pullmino a 9 posti messoci a disposizione gratuitamente
dal Comune di Caneva (Pordenone).
La delegazione era formata da 7 persone: Gaetano da San Dona' di Piave,
Michele da San Giorgio di Nogaro, Gilberto, Igor e Marvida da Trieste,
Giorgio da Sacile e Gino da Montereale Valcellina.
Avevamo complessivamente una ventina di scatole di vestiario usato
(soprattutto per neonati), due scatoloni di giocattoli ed una decina
pacchi di regali alle famiglie jugoslave da parte delle famiglie
adottanti italiane. A completare il carico tre grandi scatoloni
contenenti 120 uova di cioccolato, regalo delle COOP ai nostri bambini.
Da ricordare che il vestiario per neonati e I giocattoli erano frutto
di una colletta tra i bambini di una Scuola materna di Trieste.

Una nostra sostenitrice aveva chiesto ai propri colleghi di lavoro, in
occasione del suo matrimonio, di trasformare in sottocrizione a noi il
regalo di nozze. Con il ricavato abbiamo acquistato medicinali per due
fratelli di uno e quattro anni, affetti da una gravissima patologia
della pelle.

Inoltre portavamo come di consueto alcuni medicinali urgenti,
provenienti da un donatore privato, per il reparto sterile
dell'Ospedale pediatrico di Belgrado.

Le adozioni da distribuire erano piu' di 100, di cui ben 31 nuove, per
un valore complessivo di 11.300 euro comprensivi di alcune centinaia di
euro come regali a singoli bambini.

L'associazione Most Za Beograd di Bari ci aveva chiesto inoltre di
distribuire per loro conto 15 quote di adozioni per un totale di 1500
euro.

Infine avevamo 258 euro frutto della vendita dei prodotti di uncinetto
di otto operaie licenziate e una delle ragazze adottate, che ci avevano
affidato i loro lavori in conto vendita a settembre e dicembre scorsi,
all’interno del microprogetto artigianato.

Ricordiamo che le spese di viaggio sono state direttamente sostenute
dai partecipanti, senza alcuno storno dai fondi ricevuti per le quote
di adozione a distanza da distribuire (come del resto in tutti i
precedenti viaggi effettuati). Il viaggio e' costato complessivamente,
compresi i pernottamenti, poco meno di 1000 euro.

Siamo arrivati a Kragujevac alle 8 di sera, senza alcun problema
durante il viaggio e con passaggi rapidissimi alle frontiere da
attraversare. Tempo bello sia durante il viaggio che durante i due
giorni trascorsi a Kragujevac.
Dopo lo scarico del furgone, cena con Rajka e Milja dell'ufficio
adozioni del Sindacato Samostanli, e con Delko e Rajko, rispettivamente
segretario e vicesegretario dello stesso Sindacato.

Il mattino del sabato abbiamo verificato le liste delle adozioni e
preparato le buste con il denaro.

A pranzo abbiamo incontrato anche la segretaria ZZO (Zastava
Zaposljvanje i Obrazovanje); per intenderci meglio questo ufficio del
Sindacato gestisce i lavoratori in cassa integrazione a zero ore, che
percepiscono una indennita’ di 50 euro al mese. Era presente anche
Rusica, ex Segretaria del Samostalni.

Subito dopo pranzo abbiamo visitato, come facciamo spesso quando il
tempo lo permette, il bellissimo Parco della Rimembranza di Kragujevac,
dove il 21 ottobre 1941 furono sterminate per rappresaglia dai nazisti
7300 persone, tra le quali 2500 operai della Zastava e gli studenti del
locale liceo, insieme ai loro professori. Molti monumenti costruiti con
pietre provenienti dalle varie Repubbliche che costituivano la
Repubblica Federativa Socialista di Jugoslavia ricordano quell'eccidio.
E' un luogo di straordinaria intensita'.

Pomeriggio dedicato alla vista di tre famiglie; due di queste vivono in
condizioni difficilissime, in un quartiere estremamente degradato;
hanno appena ricevuto l'ingiunzione di pagamento di bollette della luce
arretrate per 100.000 dinari (circa 1500 euro) con ingiunzione di
sequestro e taglio della corrente; ma cosa c'e' da sequestrare in una
casa formata da due stanze dove vivono sei persone e dove manca tutto?
La terza famiglia ha appena dovuto cambiare abitazione per la richiesta
d'aumento dell'affitto; da tre stanze precedenti a due attualmente; e
si tratta di una famiglia relativamente fortunata, poiche' il padre e'
ancora al lavoro.

Il mattino di domenica abbiamo distribuito le quote delle adozioni
delle nostre associazioni; la presenza delle uova di cioccolato ha reso
l'atmosfera piu' allegra del solito. Durante l’assemblea, a cui hanno
partecipato alcune centinaia di persone, c’e’ stato il solito scambio
di regali tra famiglie italiane e jugoslave e viceversa.

Alla fine dell’assemblea abbiamo consegnato il ricavato della vendita
dei prodotti di artigianato nel periodo dicembre-marzo e prelevato
tutto il materiale che le donne avevano preparato (alcune valigie);
come sempre ci e' stato consegnato in conto vendita.

Lunga intervista della televisione della regione di Sumadija a Gilberto
e Igor, integralmente trasmessa nel telegiornale regionale della sera.

Durante il pranzo abbiamo raccolto i dati aggiornati sulla fabbrica e
alcune informazioni generali della situazione economica e sociale
complessiva del Paese; sono riportate di seguito.

Nel pomeriggio abbiamo visitato altre tre famiglie; infine abbiamo
sautato i nostri amici con la promessa di rivederci al prossimo viaggio
che si svolgera' dal 2 al 5 luglio prossimi.

Lunedi' durante il viaggio di ritorno ci siamo fermati a Belgrado dove
abbiamo consegnato i farmaci all'ospedale pediatrico.
Abbiamo poi attraversato il viale delle ambasciate, che ospita tutta
una serie di ministeri completamente distrutti dai bombardamenti del
1999.
Abbiamo anche visitato il parco di Tasmaidan, dove sono eretti il
monumento in ricordo delle 16 persone uccise dal bombardamento della
sede della televisione e quello ai bambini vittime dei bombardamenti
sulla Jugoslavia; e' una semplicissima stele di marmo nero dove, su due
ovali, in Serbo e in Inglese, e' incisa la frase "Eravamo solo bambini".

Siamo ripartiti per Trieste, dove siamo arrivati verso le 8 di sera di
lunedi' 15 marzo.


4. Il microprogetto artigianato

Questo progetto e' iniziato nel maggio 2003 e coinvolge al momento
circa una decina di operaie licenziate.
Su prezzi decisi dalle donne, noi riportiamo in Italia lavori di ricamo
e li poniamo in vendita.
Purtroppo la vendita di questi prodotti avviene nelle forme a noi
consuete, attraverso rapporti personali con gli acquirenti, nelle sagre
e nelle feste a cui partecipiamo con i nostri banchetti e quindi le
possibilita' sono scarse.
Si tratta comunque di un salto di qualita' all'interno della campagna
di solidarieta'. Nel campo delle adozioni infatti c'e' inevitabilmente
la differenza tra chi da' e chi riceve; qui invece c'e' un rapporto
assolutamente paritario tra chi produce una merce e chi la compra.

Questa volta abbiamo consegnato 258 euro. In totale fino ad ora abbiamo
consegnato alle donne 1117 euro.
La presenza delle COOP puo' probabilmente far decollare questo
progetto, in quanto si allargano notevolmente i canali di vendita; per
questo motivo abbiamo riportato con noi in Italia tutto il materiale
che era presente.
Al momento in cui redigo questa relazione (sera del 21 marzo) molto di
questo materiale e' stato gia' venduto, tanto che ne abbiamo ordinato
altri 100 pezzi per un valore di circa 1000 euro, che ci sara' portato
a Trieste falla prossima delegazione italiana che si rechera' a
Kragujevac, probabilmente agli inizi di maggio (Camera del Lavoro di
Lecco).


5. Stato attuale della Zastava e situazione generale in Serbia

Nelle relazioni dei nostri viaggi precedenti, a partire da ottobre
2002, sono state fornite ampie e dettagliate informazioni sulla
situazione occupazionale, salariale e sindacale dei lavoratori della
Zastava, aggiornate ogni tre mesi. Di tanto in tanto sono stati anche
forniti dati aggregati per l'intero Paese.
Gli indirizzi a cui ritrovare queste relazioni sono riportati
nell’introduzione di questo documento.
Non si registrano significative variazioni rispetto ai dati contenuti
nella relazione di dicembre 2003. Riporto i dati piu' significativi.

Il cambio attuale euro/dinaro e' salito a 1 a 70.

La popolazione totale del Paese e' di 10.5 milioni circa, di cui circa
3 milioni in Kosovo.
Il numero totale degli occupati in Serbia (escluso Kosovo) e' di 1.8
milioni.
Di questi almeno 400.000 lavoratori ricevono solo saltuariamente il
salario.
Il salario medio pesato su tutte le categorie e' di 12.432 dinari;
nell'industria e' di 11.580 dinari (165 euro).
Il rapporto lavoratori/pensionati e' ora di 1.21; era di 5 nel 1980.
I disoccupati ufficiali sono 944.900; la disoccupazione e' salita del
4.5% nello scorso anno.
La privatizzazione ha interessato fino ad ora circa 1000 aziende con
40.000 dipendenti.

Lo stato attuale dei lavoratori Zastava e' il seguente:
• circa 17.000 lavoratori occupati suddivisi in 38 unita' produttive
indipendenti.
Le realta' piu' importanti sono:
- Zastava automobili con circa 4300 lavoratori (a fronte di 13500 prima
dei bombardamenti); i due terzi sono impiegati ed un terzo operai;
- Zastava camion con circa1500 lavoratori.
Il piano di produzione per il 2004 e' di circa 20.000 vetture (modelli
Florida e Yugo) e 1100 camion.
Ricordiamo che venivano prodotte prima dei bombardamenti 220.000
vetture/anno.
• circa 9300 lavoratori in cassa integrazione a zero ore, con
indennita’ mensile di circa 50/60 euro (45% del salario della categoria
di appartenenza); la cassa scade il 31/8/2005 e non si ha alcuna
previsione sul destino di questi lavoratori.

Il piano di privatizzazioni a Kragujevac citta’ ha interessato al
momento 8 fabbriche con complessivi 722 lavoratori.
Per quanto riguarda la Zastava, dopo la privatizzazione del reparto
Jugomedica (12 lavoratori) e’ stato recentemente privatizzato il
reparto Zastava Engineering (27 lavoratori); questo reparto e’ stato
acquistato dall’editore dei due giornali serbi piu’ diffusi: Glas e
Blic.

Al momento non ci sono in vista ipotesi di collaborazione con altre
fabbriche di produzione automobili; si e' definitivamente rivelata un
bluff l'ipotesi del faccendiere americano Briklin di comperare l'intera
fabbrica; l’ipotesi di importare motori Peugeot e' definitivamente
tramontata.

Abbiamo fatto un giro in un supermercato ed in un mercato all’aperto; I
prezzi delle merci sono risultati pressoche’ identici nelle due
situazioni.
Riporto alcuni prezzi rilevati in dinari; ricordo il tasso attuale di
cambio euro/dinaro pari a 1/70; se non diversamente specificato devono
intendersi al kilo.

Bottiglia vino Merlot 75 cl 126.90 dinari
Birra Heineken 33 cl 67.90 dinari
Mele da 25.90 a 35 dinari a seconda della qualita’
Banane 58.90 dinari
Limoni 59.90 dinari
Pomodori 129.90 dinari
Cipolle 44.90 dinari
Cavolfiore 89.90 dinari
Peperoni 234.90 dinari
Cetrioli 179.90 dinari
Fagioli 100 dinari
Pane da 600 gr. 25 dinari
Carne macinata 190 dinari
Fesa di manzo 244 dinari
Ricordiamo che una famiglia media di 4 persone ha bisogno di almeno 250
euro contando solo i generi di primissima necessita'.
I dati ufficiali affermano che circa i 2/3 della popolazione serba
spende meno di 1 euro al giorno pro-capite, e che un terzo spende meno
di mezzo euro al giorno; il 60% della spesa e’ per il cibo.


La classe lavoratrice jugoslava è oggi in condizioni di oggettiva
debolezza e deve fare i conti con la necessità di una ricostruzione
post-bombardamenti che ha ormai da due anni assunto una chiara
direttrice iper-liberista.
Lo Stato, governato da una coalizione di centro destra e fortemente
allettato e subordinato alle promesse di aiuto occidentali, ha lasciato
al libero mercato ogni decisione. Così i prezzi aumentano, le scuole e
la sanità diventano prestazioni disponibili solo per i più ricchi, le
fabbriche, le zone industriali sono all’asta di profittatori
occidentali che comprano tutto a prezzi bassi e ponendo condizioni di
lavoro inaccettabili.
Le famiglie che aiutiamo materialmente esprimono la loro gratitudine
per questi aiuti che sono indispensabili per la loro sopravvivenza; una
delle loro grandi preoccupazioni e’ di non rimanere soli, abbandonati
ed invisibili al resto del mondo.

Dobbiamo intensificare i nostri sforzi affinche’ giunga a loro la
nostra solidarieta’ e fratellanza materiale e politica.

---

INTERVENTO,
a nome del coordinamento RSU-CGIL, del gruppo ZASTAVA Trieste, e
dell’Associazione”Non bombe ma solo Caramelle” –ONLUS, svolto da
Gilberto Vlaic all’assemblea dei lavoratori della Zastava di Kragujevac
il 15 marzo 2004 in occasione della consegna delle adozioni a distanza


Care lavoratrici e cari lavoratori della Zastava, carissime bambine,
carissimi bambini, vi porto il piu’ affettuoso saluto delle
associazioni che qui rappresentiamo:
il gruppo Zastava Trieste
il coordinamento delle Rappresentanze Sindacali Unitarie della CGIL
l’associazione Non bombe ma solo Caramelle
le Cooperative dei lavoratori del nord-est.
Vi portiamo anche il fraterno saluto della Associazione di Bari Most Za
Beograd, non sono potuti venire di persona.

Questo viaggio, come tutti gli altri, non si sarebbe potuto realizzare
senza la generosa partecipazione di tanti lavoratori, di tante famiglie
italiane che non hanno dimenticato cio’ che la NATO ed il governo del
mio Paese hanno fatto a voi e alla Jugoslavia nel 1999.
Voglio ribadire ancora una volta che questa solidarieta’ non ha niente
di caritatevole ma e’ un esempio concreto della solidarieta’
internazionale tra lavoratori, perche’ i nostri interessi materiali
come classe sociale sono gli stessi indipendentemente dal Paese dove
abitiamo.

In questa occasione abbiamo con noi circa 90 quote di adozioni; poco
piu’ di 70 sono dei rinnovi mentre ce ne sono 16 completamente nuove.

Inoltre ne abbiamo 15 provenienti da Bari.

Questo viaggio si svolge in un periodo tristemente simbolico: cinque
anni fa la NATO aggrediva la Jugoslavia; un anno fa gli Stati Uniti ed
i loro alleati invadevano l’Iraq.

Ad ognuna di queste aggressioni hanno dato dei nomi diversi, per
cercare di confondere i popoli.
Ma allora dove sono per esempio le armi di distruzione di massa che
avrebbero dovuto trovarsi in Iraq?

La realta’ e’ sotto gli occhi di tutti, basta volerla vedere: queste
aggressioni servono per scardinare sistemi sociali e politici invisi
all’Occidente, per determinare nuovi controlli di territori, per
impadronirsi delle materie prime.
Se in Iraq si coltivassero solo patate e non ci fosse il petrolio
possiamo stare sicuri che il popolo iracheno potrebbe scegliere
liberamente il proprio futuro, senza esse occupato militarmente.

Un anno fa il 15 febbraio piu’ di 100 milioni di persone, la parte piu’
cosciente del mondo intero, manifestarono contro la guerra imperialista
in centinaia di citta’ del mondo.
Il prossimo 20 marzo scenderemo di nuovo in piazza in tutto il mondo
con lo stesso obbiettivo.
Il nostro NO alle guerre di aggressione dell'imperialismo deve essere
senza condizioni, non solo perche' portano lutti, distruzioni,
incertezza per il futuro, ma perche' i loro scopi sono assolutamente
opposti ai nostri interessi come classe.
E l'arma piu' forte che abbiamo e' la solidarieta' internazionalista
tra i lavoratori.


Poche parole sulla situazione sociale in Italia.
Saprete forse che alcuni mesi fa 19 militari italiani sono stati uccisi
in Iraq.
Sono stati presentati come eroi della pace; in realta' credo che la
loro morte servira' solo a qualche ricco padrone italiano per riempire
ancora di piu' il suo portafoglio, partecipando alla spartizione delle
ricchezze di quel Paese.

Il governo di destra che abbiamo in Italia attacca i nostri diritti di
lavoratori ogni giorno: ha recentemente varato una legge sul lavoro che
lo rende sempre piu' precario, senza certezze per il futuro, con salari
sempre piu' bassi.
In questo momento poi e' partito un pesante attacco alle pensioni, con
il proposito di aumentare di cinque anni la vita lavorativa.
La scuola e la sanita’ pubbliche sono nel mirino, nel tentativo di
renderle sempre piu’ inefficienti per favorire le strutture private.
Contro questi attacchi alle condizioni materiali di vita dei lavoratori
ci sono stati scioperi imponenti, ed il prossimo 26 marzo effettueremo
uno sciopero generale di tutto il Paese.

Ma torniamo alla nostra assemblea.
Care bambine, cari bambini tra poco riceverete le buste contenenti gli
aiuti materiali dei vostri amici italiani.
Vi prego di scrivere a queste persone, specialmente quelli di voi che
riceveranno adozioni nuove.
Infatti nel mio Paese si parla poco di voi, molti sono convinti che vi
abbiamo portato democrazia, liberta’ e benessere e che comunque la
vostra situazione e’ migliorata dalla fine dell’aggressione.
Noi sappiamo che non e’ cosi’. Noi cerchiamo in tutti i modi di
mantenere vivo il ricordo della primavera del 1999 e di descrivere la
vostra attuale situazione, ma le vostre parole, le vostre testimonianze
valgono piu’ di mille dei nostri discorsi e dei nostri dibattiti.
Un’ultima cosa voglio dirvi:
Siate fieri dei vostri genitori. Non potevate averne di migliori.
E siate fieri della storia del vostro grande Paese. La Jugoslavia e’
stata un punto di riferimento per milioni di persone e per molti popoli
per decenni.

Voglio concludere questo intervento con alcune parole di una canzone
operaia italiana della fine dell’ottocento, che ricorda le lotte
sociali di operai e contadini di quel periodo:

NOSTRA PATRIA E’ IL MONDO INTERO, NOSTRA LEGGE LA LIBERTA’


SVE VAS VOLIM

Kragujevac, 15-3-2004

www.resistenze.org - segnalazioni resistenti - appuntamenti - 19-03-04

GIOVEDI' 25 MARZO Ore 20.30

Centro “Principessa Isabella” Via Verolengo 210 – Torino

Marzo 1999: Jugoslavia
Marzo 2004: Irak

Incontro di Informazione e Dibattito

Relatori:

Mario Contu - Consigliere Regionale PRC
Sul tema Guerre e Istituzioni

ENRICO VIGNA - Ass. S.O.S. Jugoslavia
Sul tema Jugoslavia Oggi

Intevengono:

CESARE ALLARA - Centro Culturale Italo/Arabo

Sami HAllac - Comitato di Solidarietà con il Popolo Palestinese- Torino


Proiezione VIDEO INEDITO sui BOMBARDAMENTI delle fabbriche chimiche a
Pancevo


Organizza:
Associazione S.O.S. Yugoslavia - Torino
Movimento Nuovi Partigiani della Pace - Piemonte

Via S. Anselmo 13 – TO (338/1755563) mail: posta@...

ciclostilato in proprio Via S.Anselmo 13 -To

KOSOVO METOHIJA MARZO 2004

Appello per fermare la pulizia etnica e gli orrori contro la
popolazione serba e non albanese

Dalle telefonate e i contatti di questi giorni e ore con Associazioni e
personalit� del Kosovo Metohija e dei profughi in Serbia, mi � stato
chiesto di far girare queste parole, che racchiudono in s� la tremenda
realt� di una terra nuovamente bagnata dal sangue del popolo serbo e
nuovamente percorsa da forti venti di guerra e di destabilizzazione
dell�intera area balcanica, Serbia e non solo come vedremo in seguito.

� Agli amici del popolo del Kosovo Metohija e del popolo serbo, alle
Associazioni come la vostra ed alla sua persona, conosciuta e stimata
per quanto fatto finora per il nostro popolo, vi giunga questo appello
da questa terra martoriata, , dove in questi giorni il sangue e la
guerra, sono nuovamente parte della nostra gi� difficile quotidianeit�
di questi terribili e duri cinque anni trascorsi dai bombardamenti
della Nato, e dalla conseguente espulsione e pulizia etnica di
centinaia di migliaia di nostri fratelli e sorelle dalle proprie case,
dai propri campi, dalle proprie radici millenarie e molte migliaia
anche strappati alla vita ed all�affetto delle loro famiglie, mediante
assassinii e rapimenti.
Vi chiediamo di attivarvi in qualsiasi modo e forma per contribuire a
cercare di fermare l�orrore e il bagno di sangue, causati da queste
forze terroristiche che distruggono, incendiano, uccidono e lapidano
uomini e donne che da sempre vivono qui. Vi chiediamo di informare
correttamente quali sono le verit� e la realt� di quanto sta accadendo,
di chiedere a tutte le persone oneste e che credono nei diritti umani
nel vostro paese di aiutare il nostro popolo a non subire un vero e
proprio genocidio. Distruggono anche gli ultimi cimiteri, monumenti e
monasteri della cultura ortodossa che ancora non avevano distrutto in
questi anni. Siamo stanchi di vedere i nostri campi e le nostre case
bruciate, di essere vessati, uccisi, perseguitati con la sola colpa di
essere serbi e di voler continuare a vivere dove da centinaia di anni
abbiamo sempre vissuto. In una terra per la cui difesa dalle
aggressioni e dalle occupazioni degli stranieri invasori, nella storia,
sempre abbiamo versato fiumi del nostro sangue. Siamo stanchi ma non
consegneremo ad assassini e terroristi estremisti, la nostra terra, le
nostre vite, le nostre radici, la nostra dignit�. Dovranno ucciderci
tutti, anche i nostri figli e le nostre mogli. E� un nostro diritto.
Le chiediamo di divulgare queste parole, di dare voce a noi, semplici
cittadini, stranieri a casa propria, di un popolo senza voce, senza
televisioni, senza neanche pi� la forza per urlare la nostra
indignazione e le nostre ragioni. Ma determinati a non cedere. Nel
nostro ospedale di Kosovska Mitrovica non ci sono pi� posti liberi, non
ci sono sufficienti medicinali, non c�� sufficiente sangue per colmare
quello versato dagli estremisti albanesi; da ogni angolo di questo
Kosovo crocefisso questo � l�ultimo lembo di terra dove confluiscono i
nostri fratelli e sorelle scacciati dalle bande assassine, che dopo
averli terrorizzati e incendiato le case, non sono riusciti ad
assassinare.
Nelle nostre case scarseggia tutto, i nostri figli non hanno pi� nulla
che non sia paura e angoscia. Aiutateci a fermarli, che la gente onesta
e buona si alzi per gridare basta, la nostra amicizia e fratellanza
sar� eterna.
Noi siamo ancora in piedi e fermi nella volont� di fermarli, di
resistere, ma siamo soli con i nostri fratelli della Serbia. Ci dicono
gli internazionali di qui, perch� siamo serbi.
Sappiamo che lei e le vostre Associazioni, non la pensate cos�, per
questo confidiamo sulla vostra amicizia e impegno. Ma fate presto.
Con rispetto e tanta amicizia. �

Cittadini e cittadine delle Istituzioni e Municipalit�, dell�Ospedale e
delle varie Associazioni civili e sociali di Kosovska Mitrovica, Nord
del fiume Ibar, a cui si associano profughi delle Associazioni dei
Profughi in Serbia.


Le ultime case, monasteri, campi che ancora non avevano bruciato ora lo
hanno fatto. Assalti, devastazioni, lapidazioni, bombe; ancora paura,
orrore, violenza, sangue, morte. Il tutto sotto l�occhio �distratto� di
20.000 soldati della Nato. ECCO a cinque anni dalla �liberazione� , dai
� bombardamenti umanitari�, che cosa � il � Kosovo liberato�. Un
�bantustan�, un enorme campo di concentramento a cielo aperto, dove
alcune etnie non �pure� vivono da cinque anni in una condizione di
prigionieri e di paria, non potendo svolgere alcuna attivit�.
Una regione dove in cinque anni ,ci sono stati migliaia di attentati,
migliaia di assassinati e di rapimenti, di feriti, nella stragrande
maggioranza commessi contro serbi, e in numero minore, contro non
albanesi o albanesi kosovari jugoslavisti.
Ecco nuovamente questi �dannati del Kosovo�, nuovamente in prima
pagina, ma non per denunciare questo stato di cose barbaro e criminale,
ma perch� le bande assassine dell�ex UCK, oggi regolarizzate nel Corpo
Protezione del Kosovo, comandato dal criminale di guerra della ex
Jugoslavia A. Ceku, stanno cercando di terminare la pulizia etnica e la
cacciata definitiva delle ultime migliaia di serbi e di qualche altra
etnia , che non avevano preso la via dell�esilio e della fuga, come gli
altri circa 300.000 che sono scappati in gran parte in Serbia.
Quanto sta avvenendo non ha nulla di particolarmente nuovo per chi, in
questi anni ha continuato a seguire gli avvenimenti kosovari , ci pare
una logica conseguenza delle dinamiche contestuali.
Cosa � successo? E� semplicemente successo che, a partire da un
ennesimo evento �scatenante� ( ricordare Vukovar, Srebrenica, le stragi
del mercato di Sarajevo, Racak�.) in questo caso una presunta barbara
uccisione di tre bambini albanesi da parte di serbi a Mitrovica: va
ribadito, nella stessa notte ufficialmente smentita da Derek Chappell
portavoce dell�Unmik, si � messo in moto un ennesimo passaggio storico
per l�area..
Come �un�ora x� una notte dei cristalli, come � stata definita da media
locali, scatta una coordinata e sincronizzata campagna in tutto il
Kosovo Metohija, ovunque c�� ancora qualche �enclave� di sopravvissuti
serbi e rom, circondati da filo spinato e truppe KFOR, ovunque c��
ancora una chiesa ortodossa al cui interno, vivono assediati, qualche
anziano con i monaci, si scatenano assalti, incendi, assassinii, una
vera e propria azione sincronizzata militarmente, da un esercito senza
divisa, ma molto ben dotato di pistole, fucili mitragliatori, granate,
mortai e bottiglie incendiarie e in sole 20 ore si scatena l�orrore:
Mitrovica, Caljavica, Kosovo Polje, Gnjilane, Bicha, Grabac, Osojane,
Belopolje, Pec, Gorazdevac, Obilic, Prizren, Svinare, Lipljan e
vergogna per l�Unesco e l�Onu la distruzione della chiesa Sveti Ilja a
Vucitrin e dell�antichissimo monastero di Djakovica ( che erano
patrimoni dell�umanit�); parte delle 16 chiese e monasteri distrutti
nella sola notte. In 60 ore: 31 morti oltre 500 feriti ufficiali,
mancano notizie dei villaggi sparsi per la regione, e centinaia di case
incendiate e distrutte. Persino l�ospedale di Mitrovica Nord � stato
attaccato con mortai, come denunciato dal direttore M. Ivanovic. Anche
la Kfor ha avuto quasi un centinaio di feriti di cui alcuni gravi; la
stessa Onu ha avuto macchine incendiate e sedi assaltate, per questo il
19 marzo Annan ha chiesto il rientro dello staff presente nel Kosmet.
Ma in queste dinamiche militari ancora una volta quello che emerge �
nuovamente il ruolo vergognoso e funzionale alla preparazione degli
eventi, avuto dai mass media occidentali ( tranne come sempre rare
eccezioni, come per esempio Remondino e pochi altri della carta
stampata): che immediatamente parlano della barbara uccisione dei
bambini albanesi (prima falsit�: smentita dall�Unmik), poi di scontri
interetnici ( seconda falsit�: da una parte vi sono degli assalitori
armati, dall�altra degli assaliti disarmati), di esplosione della
rabbia degli albanesi per l�accaduto (terza falsit�: gli stessi
funzionari Unmik, a giornalisti scozzesi dello Scotsman parlano di
Pogrom pianificato, cos� come il comandante delle truppe italiane a
�Repubblica� ha dichiarato che � serviva solo un pretesto�tutto era
programmato��; come � possibile che in un territorio completamente
militarizzato, centinaia di individui si spostino armati da una
cittadina ad una altra per dare assalti, incendiare, uccidere e 20.000
soldati armati ed equipaggiati sofisticatamente�non vedano ?!). Poi di
atti di violenza di estremisti albanesi ( quarta falsit�: uccidere
uomini e bambini, bruciare case e monasteri, non possono essere
mediaticamente definiti atti di violenza, ma sono giuridicamente dei
crimini; il comandante delle truppe italiane:�� gli albanesi vanno di
casa in casa per uccidere��).
La Serbia ha risposto nuovamente compatta, come all�inizio dei
bombardamenti Nato nel 1999, nelle telefonate con varie citt� emerge un
quadro di unit� nazionale, di ripresa di una identit� e dignit�
nazionali in questi anni calpestati dallo strapotere occidentale e dai
Quisling locali, che in questi anni hanno fatto da maggiordomi ai
voleri della Nato e del FMI e Banca Mondiale, portando il popolo serbo
in un tunnel di miseria e disperazione sociale, mai visti neanche
durante embarghi e guerre. Fabbriche, uffici, miniere, scuole,
universit� in sciopero, le piazze di tutta la Serbia riempite da
centinaia di migliaia di manifestanti, in alcuni casi anche esasperati
e stanchi di tutto quanto � accaduto. Una ferma e grande prova di
presenza, di identit� e dignit� nazionali ritrovate, in un momento
nuovamente tragico della storia di questo generoso e forte popolo.
Ma proprio in questi aspetti si pu� trovare una lettura di quanto sta
accadendo non casualmente; in molte interviste di questi giorni, mi
viene spesso chiesto �PERCHE?�, proprio ora, in forme cos� violente.
Proprio la scorsa settimana che ero l� ho fatto alcune interviste a
personalit� politiche e sociali, che usciranno nei prossimi giorni, e
nelle quali vi sono spiegati e approfonditi, alcuni aspetti delle
scelte politiche nazionali e statali, avvenute in questo ultimo mese a
livello istituzionale, e dove ci possono essere le chiavi per
comprendere gli avvenimenti di queste ore. Una � quella della
formazione del nuovo governo Kostunica, avvenuta nelle scorse
settimane, in cui il ruolo del Partito socialista Serbo � stato
fondamentale, non perch� come erroneamente scritto da liberi pensatori
locali ( anche di sinistra estrema) che non conoscono nei dettagli gli
avvenimenti, il PSS � andato al governo ( una stupidaggine), oppure
come scritto da qualcuno avrebbe abbandonato scelte precedentemente
sancite, ma perch� la formazione e la vita di questo nuovo governo �
stata fondata sulla base di un accordo istituzionale, alle condizioni
della necessit� degli interessi nazionali del popolo serbo PRIMA DI
TUTTO. E solo su questo potr� contare sull�appoggio esterno non
contrario del PSS, ma ecco dove possiamo trovare la risposta al piano
di violenza programmata scatenata in questi giorni nel Kosovo Metohija,
un vero e proprio tentativo di dare una spallata definitiva alle ultime
presenze serbe nella regione, quasi per anticipare prossime scelte del
nuovo governo di Belgrado. Infatti in uno dei sei punti programmatici
stabiliti nella formazione del nuovo governo ci sono due riguardanti il
KOSMET : il primo � l�aver stabilito per ora l�impossibilit� del
cambiamento della Costituzione serba ( cosa pi� volte tentata di essere
messa all�ordine del giorno dal precedente governo Dindijc su pressioni
occidentali), dove � sancita l�inviolabilit� degli attuali confini
della Repubblica, quindi dove il Kosovo Metohija � e resta una
provincia della Repubblica di Serbia e nessuno pu�, a nome del popolo
serbo trattare per la sua separazione. Questo � praticamente uno
schiaffo agli USA fortemente schierati con la linea dell�ex Uck per
l�indipendenza del Kosovo e quasi un ritorno indietro per la politica
Usa nell�area.
Il secondo riguarda la richiesta ufficiale da parte del nuovo governo,
dell�applicazione della Risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza
dell�Onu, dove al punto 4, allegato 2, � stabilito il rientro di
personale dell�esercito e polizia della Yugoslavia ( che non c�� pi�) e
della Serbia ( che esiste ancora). Altro punto che riapre una
trattativa sul futuro del Kosmet, diverso da come era stato fino allo
scorso governo; e anche qui un ostacolo alla definitiva soluzione
prospettata dall�ex Uck e avallata dagli Usa di una definitiva
Indipendenza con conseguente espulsione delle ultime comunit� serbe
rimaste.
Ma c�� anche un altro elemento che deve far riflettere, per entrare
nelle dinamiche dell�area attuali, ed � quello di uno scontro di
interessi sempre pi� evidenti tra Europa e Usa ( uno su tutti la
questione dei corridoi, uno fortemente voluto da Germania ed Europa,
l�altro al contrario voluto dagli USA), e Kostunica � fautore di una
politica fortemente indirizzata e rivolta verso l�Europa, a tutti i
livelli, anche per la sua formazione culturale e storica.
Mentre vengono annunciate queste nuove direzioni politiche, non certo
rivoluzionarie ma sicuramente fondate su concetti di sovranit�
nazionale, diritto internazionale e interessi nazionali, tutti concetti
altamente indigesti alla logica e politica imperialista nordamericana,
ecco che improvvisamente accade un evento come la barbara uccisione di
bambini albanesi�il tentativo di una pulizia etnica completa e rapida
che, forse nelle intenzioni avrebbe poi sancito una situazione �de
facto�, che sarebbe stata soltanto da ratificare a livello di comunit�
internazionale, appoggiata dagli Usa. Ecco che il nodo Kosovo sarebbe
definitivamente sciolto, alla Serbia del nuovo governo pi� attento ai
propri interessi nazionali, un monito a rientrare nei ranghi e ad
accettare supinamente e docilmente, decisioni prese da altre parti ma
non trattabili, come � stato in questi ultimi quattro anni. Tenendo
conto che, nessuno ne parla in questo momento all�interno della stessa
Serbia, vi � un�altra situazione esplosiva ed � il Sangiaccato, abitato
in stragrande maggioranza da musulmani che gi� da anni, ma ultimamente
sempre di pi�, stanno proponendo mediante pressioni, violenze,
attentati contro serbi e rom, per farli andare via, il distacco dalla
Serbia per unirsi al Kosovo indipendente e piano piano dare vita alla
famosa �trasversale verde�, che dalla Bosnia musulmana va fino alla
Macedonia, altra area esplosiva di cui non si parla, ma dove ancora
oggi le tensioni sono altissime e dove in molte zone vi � il coprifuoco.
Ecco i tasselli per una Serbia ridotta anch�essa ad uno staterello dove
sar� solo pi� possibile dire � signor s�� al padrone di turno.
E� ovvio che queste sono valutazioni e riflessioni da approfondire, ma
queste non sono solo mie ma anche di politici e studiosi di l�;
stranamente mi erano state espresse e formulate come prospettive in
positivo, proprio dieci giorni fa, non avendo il dono della profezia
non si poteva prevedere una risposta cos� tempestiva e rapida. Ma forse
sono solo coincidenze i drammi di questi giorni sono solo rabbia
popolare causata dal barbaro assassinio di tre bambini albanesi�..
Riguardo l�appello pubblicato sopra, io credo non possiamo rimanere
inerti, penso che ovunque c�� la possibilit� va riproposto il dramma e
la situazione del Kosovo Metohija, ovunque sia possibile vanno
denunciati tutti gli orrori e i crimini di questi banditi . Ogni
Associazione, rivista, giornale deve dare voce a questa resistenza
contro l�annientamento e la pulizia etnica, contro una nuova guerra e
altri bagni di sangue; rompere il silenzio e la disinformazione
scientifica, nuovamente al lavoro nell�area balcanica, � fare una
battaglia per la pace contro la guerra.

In ogni momento o iniziativa per la pace si parli del dramma di questo
popolo. Ricordiamo che per iniziative informative sono a disposizione
di tutti il Video di M. Collon e V. Stojilkovic, tradotto e curato
dall�Associazione SOS Yugoslavia e il libro : E.Vigna -� Kosovo
liberato�- Ed. Citt� del sole, che sono utili e unici strumenti
specifici sulla realt� del Kosmet, ricchi di dati e documentazione.
Per info: mail: posta@... - oppure : 338-1755563

Da parte della nostra Associazione SOS Yugoslavia, rafforzeremo i
progetti con l�Associazione dei Profughi del Kosovo Methoija con cui
gi� lavoriamo, presto avremo altra documentazione e cercheremo di dare
risposte a richieste ed emergenze direttamente da loro.

AIUTACI ANCHE A FERMARE L�ORRORE E LA GUERRA!

� Al di sopra di tutti gli abissi.
Al di sopra di tutti i mali
Malgrado tutti i crimini commessi
E l�odio non sradicato.
Noi persistiamo
e nessuno ci sradicher�
dai nostri focolari e dalla storia � ( Poema epico del Kosovo Metohija)


Enrico Vigna (Associazione SOS Yugoslavia ),
19 marzo 2004



[Sono state eliminare la parti non di testo del messaggio]

www.forumcontrolaguerra.org
mail: info@...

 
Il Forum contro la guerra al WSF di Mumbai

(report)

 
- L’Assemblea nazionale costitutiva del Forum contro la guerra (FCG),
svoltasi a Milano l’11 gennaio 2004, nel suo documento conclusivo “ha
invitato tutti gli aderenti al FCG che parteciperanno a vario titolo al
prossimo Forum Sociale Mondiale (WSF) di Mumbay (16-21 gennaio 2004) a
rappresentare il FCG, portando in quella sede l’appello e le sue
proposte di iniziativa. In particolare :

1) lancio di una campagna mondiale per il ritiro di tutte le truppe di
occupazione dall’Iraq e, in generale, da tutti i teatri di guerra;

2) lancio di una campagna mondiale (“ un miliardo di firme? ”) per un
Trattato internazionale di messa al bando di tutte le armi di
sterminio, a partire da quelle nucleari;

3) sostegno alla campagna internazionale promossa dal coordinamento con
sede a Giakarta, contro la presenza delle basi militari USA in ogni
parte del mondo”.

- Sono stati diversi i promotori del FCG che hanno partecipato al WSF
di Mumbai. Essi vi hanno diffuso in 5.000 copie l’appello costitutivo
del Forum (tradotto in inglese) tra gli attivisti di ogni continente
del movimento mondiale contro la guerra presenti al WSF; e hanno
partecipato ai principali seminari e incontri sul tema della pace e
della guerra, trovando piena sintonia con gli orientamenti e la
piattaforma su cui si è concluso il WSF di Mumbai.

L’impegno svolto a in India ha fatto sì che il Forum contro la guerra
fosse parte integrante di quel centinaio di organizzazioni e movimenti
pacifisti di ogni parte del mondo che hanno promosso la giornata
internazionale di mobilitazione del 20 marzo.

- Il FCG è stato quindi tra i promotori italiani della manifestazione
del 20 marzo a Roma, mettendo in evidenza, nel proprio comunicato di
adesione, l’obiettivo della “cessazione dell’occupazione militare e
coloniale in Iraq, ma anche in Palestina;…il diritto
all’autodeterminazione del popolo iraqueno; il diritto alla riconquista
della sua piena sovranità; il ritiro delle truppe di occupazione - a
cominciare da quelle inviate dal governo italiano - in Iraq, ma anche
in altre aree come i Balcani e l’Afghanistan”; la necessità di dare
battaglia contro il complesso dei meccanismi su cui si regge il sistema
di guerra : le basi militari straniere; gli automatismi dei Trattati
militari che coinvolgono l’Italia e la coinvolgono nelle guerre; le
spese militari; la ricerca, lo stoccaggio, la produzione delle nuove e
vecchie armi di distruzione di massa”. Il comunicato ricorda che “su
questi temi, proprio nel WSF di Mumbai è nata la rete internazionale
contro le basi militari USA a cui abbiamo aderito e si è aperta la
discussione sull’attivazione di una campagna mondiale tesa allo
smantellamento delle armi di distruzione di massa”.

- Il FCG rileva con soddisfazione che l’appello finale del WSF di
Mumbai, evidenzia una molteplicità di contenuti qualificanti, quali ad
esempio “l’impegno di lotta contro la globalizzazione neo-liberista,
l’imperialismo, la guerra”; la lotta “contro ogni forma di terrorismo,
compreso il terrorismo di Stato”; denuncia “l’utilizzo della ‘lotta
contro il terrorismo’ per criminalizzare i movimenti popolari e gli
attivisti sociali”, e il fatto che “le cosiddette leggi contro il
terrorismo stanno restringendo i diritti civili e le libertà
democratiche in tutto il pianeta”. Viene inoltre evidenziato che : “il
capitalismo, in risposta alla sua crisi di legittimità, ricorre all’uso
della forza e della guerra per mantenere un ordine economico
antipopolare. Esigiamo ai governi di mettere fine al militarismo, alla
guerra e di cancellare le spese militari e chiediamo la chiusura delle
basi militari USA in tutto il mondo…seguendo l’esempio della lotta del
popolo portoricano che ha obbligato a chiudere la base Usa a Vieques”.

Chiediamo, dice ancora l’appello finale di Mumbai “il ritiro immediato
delle truppe di occupazione dall’Iraq ed appoggiamo il diritto del
popolo iracheno alla libera autodeterminazione e sovranità, così come
al diritto a che si riparino i danni causati dall’embargo e dalla
guerra. La ‘lotta contro il terrorismo’ non deve agire come pretesto
per mantenere la guerra e l’occupazione in Iraq e in Afghanistan, e
viene usata per minacciare e aggredire altri popoli”, mentre “nel
frattempo si mantengono il blocco criminale contro Cuba e la strategia
di destabilizzazione in Venezuela… Appoggiamo con forza la
mobilitazione del popolo palestinese, il diritto dei rifugiati al
ritorno e contro la costruzione del muro. Denunciamo l’imperialismo che
stimola i conflitti religiosi, etnici, razziali e tribali a proprio
vantaggio, accrescendo l’odio, la violenza e la sofferenza dei popoli”.

- I rappresentanti del FCG presenti a Mumbai, in un incontro con una
rappresentanza del Forum Sociale Indiano, hanno sottolineato - con
reciproca e piena identità di vedute - che nella piattaforma del WSF è
ancora assente, o carente, il riferimento puntuale alla necessità di
rilanciare nel movimento mondiale contro la guerra l’obbiettivo del
disarmo, a partire da quello nucleare, e l’approvazione di un Trattato
contro la proliferazione nucleare che non codifichi lo Status quo e la
superiorità degli USA e delle maggiori potenze nucleari, ma al
contrario preveda – contestualmente alla non proliferazione – un piano
scadenzato che vincoli le maggiori potenze ad un progressivo
riequilibrio al ribasso, fino alla totale messa al bando e distruzione
di tutte le armi di sterminio di massa. Si è convenuto che tale
obiettivo dovrà essere oggetto di attenta discussione e valutazione
nelle diverse articolazioni (nazionali, continentali, internazionali)
del movimento per la pace, affinchè esso possa trovare piena
cittadinanza e valorizzazione nella piattaforma del prossimo Forum
Sociale Mondiale che si terrà l’anno prossimo a Porto Alegre e su di
esso venga lanciata una campagna mondiale permanente.

 
Forum contro la guerra

(febbraio 2004)