Informazione

COMUNICATO "UN PONTE PER..." SULLA SITUAZIONE NEL KOSOVO


Il 20 marzo il popolo della pace "senza se e senza ma" scende in piazza
in tante città del mondo per dire forte che il terrorismo si combatte solo
lottando contro tutte le guerre, contro tutte le ingiustizie, per un mondo
che non veda sfruttati e sfruttatori, ma tutti i popoli uniti dallo stesso
diritto e dalla stessa dignità.

A un anno dai bombardamenti in Iraq, per una guerra che corre il rischio
di degenerare in guerra civile, si riaccendono gli odi di un?altra guerra
mai finita, al di là delle menzogne raccontate, che il 24 marzo prossimo
compie 5 anni: la guerra di aggressione alla Jugoslavia che la Nato, con
l?Italia del governo D?Alema in prima linea, sferrò in nome della liberazione
del Kosovo.

Chi dice oggi di voler combattere tutti i terrorismi dimentica in modo ipocrita
come tanti sono stati i terrorismi finanziati e appoggiati dai governi occidentali,
uno su tutti, quello dei miliziani dell?UCK ai quali si è poi data legittimazione
come polizia del "Kosovo liberato". Un Kosovo, oggi, sede della più grande
base Nato in Europa e crocevia di un enorme traffico di droga, armi e prostituzione.

Gli effetti di quella "liberazione" si possono vedere oggi, almeno per chi
è attratto solo dall?evento mediatico, nelle immagini di case e monasteri
in fiamme, di odi che possono solo generare altri odi. Il sogno della confederazione
degli slavi del sud è stato ridotto a un cumulo di macerie.

Noi di Un Ponte per... gli effetti di quella "liberazione" li abbiamo visti
e vissuti in tutti questi 5 anni, nei volti delle famiglie profughe sostenute
a distanza, nei volti dei ragazzini profughi che ospitiamo ogni anno, nei
centri di accoglienza dove vivono queste migliaia di famiglie, centri che
da provvisori si sono trasformati in definitivi, senza acqua, in condizioni
igieniche disastrose, senza possibilità di un lavoro. Fra questi, famiglie
che hanno vissuto il dramma della fuga dalle Krajne per ritrovarsi a viverne
un altro, di dramma, la fuga dal Kosovo.
Tutti profughi "Invisibili" dei quali nessuno parla mai, tranne qualche
nobile eccezione.

Ancora, quegli effetti li abbiamo visti nei disastri ambientali a Kragujevac
come a Pancevo, o nell?insorgere di troppe malattie del sangue nei bambini
di Belgrado, di Nis, di Kraljevo.
Bambini della Serbia, dunque, ma di etnie diverse.

Segno di una convivenza ancora possibile come testimoniano anche in queste
ore drammatiche le notizie che ci giungono di atti di solidarietà di kosovari-albanesi
nei confronti della minoranza serba.

Noi vogliamo, in questo momento di mobilitazione contro tutte le guerre,
denunciare i disastri della miope politica, che al posto della diplomazia
mette gli eserciti, che al posto della verità, usa la menzogna e la propaganda
per creare consenso e che, come dimostrano le vicende di questi giorni in
Kosovo e in Iraq, non risolve le crisi ma le alimenta.


"Un Ponte per..."




Associazione di Volontariato Internazionale ? ONG -"Un ponte per?
" Piazza Vittorio Emanuele II, n.132 - 00185 Roma
Tel. 06-44702906 - Fax 06-44703172
Mail to: uff-stampa@...; www.unponteper.it


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Pogrom in Kosovo-Metohija


I curatori del sito EXJU.ORG ci segnalano importanti aggiornamenti del
sito stesso, dedicati alle violenze di stampo razziale in atto nel
protettorato del Kosovo-Metohija ai danni degli appartenenti alle
comunita' non albanesi.

E' particolarmente significativo che persino il sito del quotidiano
"La Repubblica" - che in tutti questi anni ha contribuito alla
costruzione mediatica del "nemico serbo" ed al sostegno
propagandistico ai secessionismi su base razziale, alla guerra della
NATO ed alla occupazione imperialista dei Balcani - non potendo piu'
nascondere la situazione nella provincia serba (situazione che dura
oramai da QUASI CINQUE ANNI) titola oggi senza mezzi termini:

<< L'attacco ai serbi è scattato improvvisamente in tutto il Kosovo
Il comandante delle truppe italiane: "Serviva solo un pretesto"
"Era tutto programmato - Questa è pulizia etnica"
"Gli albanesi vanno di casa in casa per uccidere" >>
Vedi:
http://www.repubblica.it/2004/c/sezioni/esteri/mitrovica/testkos/testkos.ht=
ml

Per le ultime notizie, segnaliamo anche: http://www2.inet.co.yu/
unica agenzia che sta funzionando a pieno regime e che NON riporta le
veline filoalbanesi e/o imperialiste.

(ringraziamo bj per le preziose segnalazioni. cnj)


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anneghiamo nella propaganda (18 marzo, ore 20)

la storia dei "ragazzini annegati" è solo un atto di propaganda
sanguinaria. per sostenere la "giustizia" del pogrom in corso in
kosovo da ieri e poterlo etichettare come "scontro etnico", i
quotidiani e le agenzie da ieri non fanno che includere nei loro
reportages la notizia di "tre bambini albanesi annegati perché
inseguiti dai serbi con i cani". la storia origina da un quotidiano
albanese che l'ha pubblicata mercoledì, poco prima dell'inizio delle
violenze albanesi, ma gli ufficiali dell'UNMIK l'hanno chiaramente
smentita. due ragazzini albanesi sono di fatto annegati, un terzo è
scomparso, ma la tragedia è stata niente più che un semplice e
drammatico incidente, e nessun testimone, neppure albanese, ha
confermato che nei dintorni ci fossero serbi. per quel che ho potuto
constatare, la chiara smentita
[http://www.balkanpeace.org/hed/archive/mar04/hed6290.shtml%5d
dell'UNMIK che denunciava la notizia come un falso è stata diramata
ieri alle 17, ma al momento ancora nessuna fonte di informazione* ha
riportato la smentita, ed invece la notizia ha continuato a circolare
indisturbata, a supporto della propaganda albanese che vorrebbe i
serbi colpevoli dell'accaduto. e se, come molti ufficiali UNMIK hanno
confermato, questo pogrom è un pogrom premeditato ed organizzato
[http://www.balkanpeace.org/hed/archive/mar04/hed6295.shtml%5d, allora
questa falsa notizia dell'annegamento dei bambini è un puro e semplice
atto di propaganda, mirato ad infiammare gli animi e a giustificare le
violenze albanesi. e c'è da dire che la propaganda ha incontrato
terreno fertile, e sta tuttora funzionando a perfezione.

(mia) traduzione di nebojsa malic
[http://www.antiwar.com/blog/index.php%3Fid%3DP585%5d,
antiwar.com weblog

*come ho già segnalato
[http://www.exju.org/archivio/dispaccio_di_guerra_quel_che_resta_del_kosovo=
.html],
la notizia/propaganda ha funzionato a perfezione anche in italia,
riportata da tutte le fonti (corsera, repubblica, unità, ansa), ancora
ribadita dal tg3 delle 19. al tg1 delle 20, invece, si risente la voce
di ennio remondino, che finalmente racconta la "guerriglia albanese
coordinata, che ha preso sotto tiro quel poco che resta della
popolazione serba, con un unico obiettivo: chiedere l'indipendenza
della regione".



complimenti, un bel desktop terrorista

il sito di diario [http://www.diario.it/%3Fpage%3Dwl04031804%5d, non
avendo nulla di meglio da fare e volendo dire la sua sul kosovo,
sbatte in prima un bel link con immagini per il vostro desktop
(pateticamente chiamato "scrivania", sic) da scaricare direttamente
dal sito kosovamail.com, your albanian webportal: gli sfondi
rappresentano i nomi delle città serbe ribattezzate in albanese, come
vuole la tradizione dei guerriglieri separatisti. potete salvare
anche, dallo stesso sito e nella stessa sezione
[http://www.kosovamail.com/Walls/%5d, la bandiera secessionista
albanese, e - che meraviglia!- le immagini inneggianti ai terroristi
albanesi dell'uck e dell'ucpmb, definiti terroristi
[http://auth.unimondo.org/cfdocs/obportal/index.cfm%3Ffuseaction%3Dnews.not=
izia%26amp%3BNewsID%3D2037]
dalla stessa kfor. un'iniziativa notevole per quelli di diario, che da
oggi perdono definitivamente un lettore (la sottoscritta), e che
suppongo settimana prossima intendano offrirvi gratuitamente sfondi
per il vostro desktop inneggianti all'eta o ad al qa'eda.



lo screenshot di "diario" è qui:

http://www.exju.org/archivio/diariouck1.html



18 marzo, pomeriggio, agenzie più importanti
il primo ministro serbo vojislav kostunica ha chiesto che venga
imposto lo stato di emergenza in kosovo e metohija come unica
soluzione possibile per proteggere le minoranze serbe. nella
conferenza stampa tenuta oggi a belgrado, kostunica ha ribadito che
gli incidenti di ieri sono l'ennesimo tentativo di ripulire la
provincia del kosmet dalle minoranze non albanesi e ha domandato al
consiglio delle nazioni unite una seduta d'urgenza in cui venga
adottata una risoluzione speciale che condanni il terrorismo albanese.
ha domandato che tutte le azioni di violenza cessino immediatamente,
invitando i serbi del kosovo a non reagire, per evitare l'acuirsi
della situazione e le strumentalizzazioni da parte albanese, che
userebbero la potenziale reazione della popolazione serba come alibi
per sconfinare e portare la guerriglia altrove. il governo invita
tutti i cittadini serbi a riunirsi pacificamente alla cattadrale di
san sava, in solidarietà con i serbi del kosovo, ed in onore dei serbi
uccisi stanotte nel pogrom. ::: la cittadina di obilic
[http://groups.yahoo.com/group/decani/message/80208%5d è stata
totalmente evacuata, e tutti i serbi costretti a fuggire sono stati
portati sotto scorta a plementina, dove sono rinchuisi in un migliaio.
cerska ulica, dove viveva la famiglia stolic massacrata stanotte
(dobrivoje stolic, di 45 anni, e suo figlio borko di 20), è in fiamme.
bande di albanesi si dirigono verso plementina. i caschi blu a
protezione dei serbi sfollati sono insufficienti. la chiesa ortodossa
di obilic è in fiamme. alcuni abitanti serbi di obilic sono stati
uccisi nelle loro case. ::: il pogrom di stanotte ha un bilancio
ancora incompleto ma terrificante: sono quattordici le chiese e i
monasteri ortodossi distrutti dal fuoco, dalle bombe a mano e dalle
granate. si parla di 31 morti dagli scontri di ieri. ::: alle 15.40
l'agenzia serba fonet ha diramato il comunicato della kfor che avvisa
che circa 6000 albanesi si starebbero preparando all'offensiva; è
stato lo stesso ministro tadic a confermare il dispaccio, giuntogli
dal comandante gregory johnson, che si è però rifiutato di precisare
in quali villaggi è atteso l'attacco dei guerriglieri. ::: alle 16.50
ansa balcani dà notizia di albanesi che hanno attaccato e incendiato
nel primo pomeriggio il monastero ortodosso a skenderaj. ::: dalle 13
e 40 di oggi pomeriggio l'ambasciata americana a belgrado è chiusa; ci
sono state sassaiole e proteste davanti a tutte le ambasciate
occidentali (in particolar modo quella croata e quella albanese) nel
pomeriggio nel centro di belgrado :::



rassegna stampa: gli scontri in kosovo erano pianificati da tempo (the
scotsman)
[http://www.balkanpeace.org/hed/archive/mar04/hed6295.shtml%5d; la
violenza in kosovo che non cessa dal 1999 (new york times)
[http://groups.yahoo.com/group/decani/message/80204%5d; l'eredità
dell'attacco illegale ai danni della jugoslavia (pravda); "the biggest
surprise in all this is that anyone could be surprised. really, how
many times and for how long did they need to hear it just to admit
what's really been going on in kosovo?": deliso dalle pagine di balkan
analysis
[http://www.balkanalysis.com/modules.php%3Fname%3DNews%26amp%3Bfile%3Dartic=
le%26amp%3Bsid%3D297];
il kosovo in fiamme, gli albanesi dichiarano guerra ai serbi (the
telegraph)
[http://www.telegraph.co.uk/news/main.jhtml%3Fxml%3D/news/2004/03/18/wkoso1=
8.xml%26amp%3BsSheet%3D/news/2004/03/18/ixworld.html]


:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
babsi jones: exju weblog
www.exju.org/

(deutsch / italiano)

J. Elsaesser: POGROM CONTRO I SERBI


[ Juergen Elsaesser e' l'autore di "Menzogne di guerra -
Le bugie della NATO e le loro vittime nel conflitto per il Kosovo"
(Napoli, La città del sole, 2002), testo del quale sta uscendo in
Germania una nuova edizione (la quinta!) aggiornatissima e quasi
doppia per numero di pagine.
Un nuovo giro di conferenze di Elsaesser in Italia, dopo quello del
2002 (vedi: https://www.cnj.it/INIZIATIVE/iniziative.htm), e' stato
organizzato per i primi di aprile 2004 a cura del CNJ:

I BALCANI SENZA LA JUGOSLAVIA ??
- a MILANO il giorno 4 aprile
- a TORINO il giorno 7 aprile
- a TRIESTE il giorno 9 aprile

Aggiornamenti con tutti i dettagli logistici delle tappe italiane
verrano dati nei prossimi giorni attraverso la nostra newsletter
JUGOINFO ed anche sul sito internet:

https://www.cnj.it/INIZIATIVE/elsaes2004.htm

Alla pagina http://www.juergen-elsaesser.de , invece, tutti gli
aggiornamenti sulle tappe del giro di conferenze in Germania. ]


---


Dal quotidiano JUNGE WELT (Berlino) - http://www.jungewelt.de
19/3/2004
Belgrado invierà truppe proprie in difesa della minoranza nel Kosovo

Juergen Elsaesser

POGROM CONTRO I SERBI

Almeno 22 morti ed oltre 500 feriti - questo è il bilancio provvisorio
dell'attuale offensiva terroristica albanese nel Kosovo. E' il più
alto tributo di sangue nella provincia da quando le truppe NATO
l'hanno occupata, nel giugno del '99, al fine di assicurarvi -
apparentemente - il rispetto dei diritti umani.
Gli scontri, dopo il culmine di emrcoledì, sono proseguiti il giovedì
passato: così, tutti i Serbi del borgo di Obilic sono stati cacciati,
e le loro case sono state incendiate. In seguito al seppellimento di
due ragazzi albanesi, sono previsiti in serata (dopo la chiusura della
nostra redazione) nuovi pogrom. Il ministro della difesa serbo Boris
Tadic, in base ad informazioni di fonte NATO, ha parlato di alcuen
migliaia di Albanesi pronti ad atti di violenza.
All'origine di ogni pogrom c'è sempre una menzogna che lo provoca.
Era così nel Medio Evo, quando il popolaccio cristiano voleva
esercitare la vendetta sui Giudei, perchè avevano - si diceva -
lordato le ostie o scannato dei bambini, e proprio così avviene ora
con i Serbi. mercoledì a mezzogiorno, si sono rotrovato a Mitrovica
circa 3000 Albanesi, per vendicare la morte dei due ragazzi sepolti
ieri. Questi sarebbero stati, secondo un comunicato albanese di
martedì sera, spinti dai Serbi nelle gelide acque del fiume Ibar, e vi
sarebebro annagati. Ciò si continuava a ripetere fino a metà mercoledì
nel giornale radio della ARD. Però, la notiiza era stata smentita già
undici ore prima, e proprio da Derek Chappel, il portavoce
dell'amministrazione ONU nel Kosovo, all'agenzia belgradese di
informazioni Beta. Chappel si riferiva alla testimonianza di un terzo
ragazzo albanese, anche lui tuffatosi nel fiume, ma che, diversamente
dagli altri due, aveva raggiunto la riva opposta. secondo il
sopravvissuto, il terzetto aveva agito di propria iniziativa, i Serbi
non c'entravano.
le menzogne diffuse dai emzzi di informazione albanesi sull'assassinio
dei ragazzi ha portato a pogrom nell'intero Kosovo. Contrariamente
alla versioen diffusa dalla maggior parte delle fonti occidentali, che
hanno parlato di "scontri fra Serbi ed albanesi", le aggressioni sono
portate avanti solo da una parte. "Qui c'è una notte dei cristalli" ha
detto un portavoce dell'amministarzioen ONU alla emittente belgradese
B92, in forma anonima. "Ciò che accade nel Kososvo, deve purtroppo
essere definito un pogrom".
La situazione più pericolosa si è presentata a Caglavica, dove alcuen
migliaia di Albanesi della vicina Pristina hanno sfondato un cordone
difensivo della polizia delle Nazioni Unite e delle forze KFOR del
Kosovo, per dare fuoco alla case dei Serbi. solo quando - con troppe
ore di ritardo - sono intervenuti i ben armati marines americani, i
sopravvissuti hanno potutto essere condotti al sicuro.
Anche nel villaggio di Belo Polje sono state bruciate tutte le case
dei Serbi rimasti nel Kosovo, a Ljipljan ci sono state quattro
vittime. Solamente a Kosovska MItrovica, dove vive la maggior parte
dei serbi rimasti nel Kosovo, c'è stata una reazione al linciaggio.
Quando circa 3000 Albanesi hanno superato con l'uso delle armi il
posto di blocco delle Nazioni Unite, al ponte sul fiume Ibar, le forze
di autodifesa non hanno loro consentito l'accesso al quartiere serbo.
Sono stati uccisis in questa occasione quattro Albanesi, ed olter 200
sono stati i feriti. Le alter 18 vittime degli ultimi due giorni sono
Serbi.
In una prima presa di posizione il Vescovo Artemije della Chiesa
serbo-ortodossa dal Kosovo ha attribuito alla KFOR la responsabilità
dello spargimento di sangue. "questa missione militare non si è
preoccupata di pace e difesa, ma ha consentito l'assassinio l'incendio
e la distruzione delle chiese...si definiscono pacificatori ed
artefici delle anzioni, ma la Storia li indicherà con il loro nome più
appropriato." Il primo ministro serbo Vojslav Kostunica ha commentato
che il separatismo albanese ha mostarto il suo vero "volto del terrore".
Il Governo di Belgrado ha offerto, davanti all'evidente fallimento
della KFOR, suoi soldati in difesa degli insediamenti serbi nel Kosovo.
La presenza di una forza di protezione serba nel kosovo cozza contro
la decisione 1244 del Consiglio di Sicurezza - la base legale per la
presenza delle Nazioni Unite e della NATO nella provincia. Davanti al
pauroso bilancio della KFOR non c'è alternativa alla presenza di forze
serbe; da quando più di 40000 soldati della NATO sono stati (giugno
1999) stanziati nel Kosovo, una regione delle dimensioni dell'Assia,
almeno 200000 Serbi e Rom sono stati cacciati (molto più della metà
della popolazione non albanese) e 2500 sono stati uccisi (secondo il
primo ministro serbo dell'epoca, Zoran Zivkovic, a Berlino nel 2003)


La prossima settimana esce di Juergen Elsaesser il libro "Menzogne di
guerra. Dal conflitto del Kosovo al processo Milosevic".

[ringraziamo Tamara per la traduzione]


---


Aus: Junge Welt (Berlin), 19/3/2004 - http://www.jungewelt.de

Belgrad will eigene Truppen zum Schutz der Minderheiten ins Kosovo
schicken. Von Jürgen Elsässer*

Pogrome gegen Serben

Mindestens 22 Tote und über 500 Verletzte - so die vorläufige Bilanz
der aktuellen albanischen Terroroffensive im Kosovo. Das ist der
höchste Blutzoll in der Provinz seit dem die NATO-Truppen die Provinz
im Juni 1999 besetzt haben, um dort - angeblich - die Menschenrechte
zu sichern.
Die Auseinandersetzung setzten sich nach ihrer Eskalation am Mittwoch
auch am gestrigen Donnerstag fort: So wurden alle Serben aus der
Ortschaft Obilic vertrieben und ihre Häuser niedergebrannt. Anläßlich
der Beerdigung zweier albanischer Buben wurde für den Abend (nach
unserem Redaktionsschluß) mit weiteren Pogromen gerechnet. Der
serbische Verteidigungsminister Boris Tadic warnte mit Verweis auf
NATO-Informationen, mehrere tausend Albaner bereiteten sich auf
Gewalttaten vor.

Am Anfang eines Pogroms steht immer eine Pogromlüge. So war es im
Mittelalter, wenn der christliche Mob an den Juden Vergeltung üben
wollte, weil die angeblich Hostien geschändet oder Knaben ermordet
hatten, und genau so war es auch jetzt gegenüber den Serben. Am
Mittwoch Mittag hatten sich etwa 3 000 Albanern in der Stadt Mitrovica
zusammengerottet, um Rache für den Tod der beiden gestern beerdigten
Knaben zu nehmen. Diese seien, so albanische Sender am Dienstag abend,
von Serben in den eiskalten Fluß Ibar gehetzt worden und dann ertrunken.
So konnte man es Donnerstag mittag auch immer noch in der
ARD-Tagesschau hören. Dabei war das böse Gerücht schon elf Stunden
vorher dementiert worden, und zwar von Derek Chappel, dem Sprecher der
UNO-Verwaltung im Kosovo, gegenüber der Belgrader Nachrichtenagentur
Beta. Chappel bezog sich auf die Zeugenaussage eines dritten
Albanerjungen, der ebenfalls in den Fluß gesprungen war, aber im
Unterschied zu den beiden Ertrunkenen das gegenüberliegende Ufer
erreicht hatte. Das Trio habe, so der Überlebende, auf eigene Faust
gehandelt, Serben seien nicht beteiligt gewesen.

Die durch die albanischen Medien verbreitete Lüge vom Knabenmord
führte zu Pogromen im gesamten Kosovo. Im Unterschied zu der
Darstellung der meisten westlichen Medien, die von
"Auseinandersetzungen zwischen Serben und Albanern" sprachen, gingen
die Angriffe in jedem Fall von letzteren aus. "Hier spielt sich eine
Kristallnacht ab", sagte ein Sprecher der UN-Verwaltung dem Belgrader
Sender B92 unter dem Schutz der Anonymität.
"Was im Kosovo geschieht, muß leider als Pogrom gegen Serben
beschrieben werden." Die gefährlichste Situation hatte sich in
Caglavica ergeben, wo mehrere tausend Albaner aus dem nahen Pristina
einen Schutzkordon der UN-Polizei und der Kosovo-Schutztruppe KFOR
gesprengt und anschließend die serbischen Häuser angezündet hatten.
Erst als - Stunden zu spät - schwerbewaffnete US-Marines eintrafen,
konnten die Überlebenden evakuiert werden. Auch im Dorf Belo Polje
wurden alle serbischen Häuser niedergebrannt, in Ljipljan gab es vier
Todesopfer. Einzig in Mitrovica, wo die Mehrheit der im Kosovo
gebliebenen Serben lebt, traf der Lynchmob auf Gegenwehr: Als die
3.000 Albaner unter Einsatz von Schußwaffen die UN-Checkpoints an der
Ibar-Brücke überwunden hatten, wurden sie von
Selbstverteidigungskräften am Eindringen in das serbische Viertel
gehindert. Dabei wurden vier Albaner getötet und über 200 verletzt.
Die anderen 18 Todesopfer der letzten beiden Tage sind Serben.

In einer ersten Stellungnahme gab Bischof Artemije von der
serbisch-orthodoxen Kirche im Kosovo der KFOR die Schuld am
Blutvergießen. "Diese Militärmission hat nicht für Frieden und Schutz
gesorgt, sondern Mord, Brandschatzung und Kirchenzerstörung erlaubt ...
Sie mögen sich als ,Friedensstifter' (peace-keepers) oder
,Nationengründer' (nation-builders) bezeichnen, aber die Geschichte wird
sie einmal bei ihrem richtigen Namen nennen." Der serbische Premier
Vojislav Kostunica kommentierte, der albanische Separatismus habe sein
wahres "Terrorgesicht" gezeigt. Die Belgrader Regierung bot angesichts
des Versagens der KFOR eigene Soldaten zum Schutz der serbischen
Siedlungen im Kosovo an.

Eine serbische Schutztruppe im Kosovo stößt auf den entschiedenen
Widerstand der Albaner wie der NATO, ist aber in der
Weltsicherheitsrat-Resolution 1244 - der völkerrechtlichen Grundlage für
die Arbeit von UN und NATO in der Provinz - ausdrücklich vorgesehen.
Angesichts der fürchterlichen Bilanz der KFOR führt an zusätzlichen
serbischen Einheiten - eigentlich - kein Weg vorbei: Seit Stationerung
von über 40.000 NATO-Soldaten im Juni 1999 wurden im Kosovo, einer
Region von der Größe Hessens, mindestens 200.000 Serben und Roma
vertrieben (weit über die Hälfte der nichtalbanischen Bevölkerung) und
2.500 ermordet (so der damalige serbische Premier Zoran Zivkovic im
November 2003 in Berlin).


* Von Jürgen Elsässer erscheint nächste Woche das Buch "Kriegslügen.
Vom Kosovokonflikt zum Milosevic-Prozeß

--- In This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it., ICDSM Italia ha scritto:

Il processo Milosevic e' una messinscena

di Neil Clark

La necessità politica impone che l'ex leader jugoslavo
sia dichiarato colpevole - benche' le prove non
sussistano

12 Febbraio 2004
The Guardian

http://www.guardian.co.uk/print/0,3858,4856972-103677,00.html


Oggi sono due anni che si è aperto il processo a
Slobodan Milosevic all'Aja. Il PM Carla Del Ponte, era
trionfante quando annunciò i 66 capi di imputazione di
crimini di guerra e crimini contro l'umanità, di
genocidio di cui l'ex-presidente jugoslavo è stato
accusato. La CNN era tra quelli che dissero che ciò
era "il più importante processo dai tempi di
Norimberga", sulla traccia della persecuzione dei
"crimini di ferocia medievale" presuntamente commesse
dal "macellaio di Belgrado".
Ma da quei giorni,le cose sono andate male per la
signora Del Ponte. Le accuse riguardo la guerra in
Kosovo erano ritenute essere la parte più the
importante della sua accusa. Ma non solo la accusa
fallì nel provare le personali responsabilità di
Milosevic nelle atrocità commesse sul campo, la natura
estesa delle stesse atrocità, sono state, inoltre,
rimesse in questione.
Numerosi testimoni dell'accusa si sono dimostrati dei
bugiardi – come Bilall Avdiu, che affermava di aver
visto "circa mezza dozzina di corpi mutilati" a Racak,
scena della discussa uccisione che provocò la guerra
USA nel Kosovo. Prove Forensi in seguito confermarono
che nessuno dei corpi era stato mutilato. Testimoni
che avrebbero dovuto mettere con le spalle al muro
Milosevic si sono dimostrati non essere nulla del
genere. Rade Markovic, ex capo del servizio segreto
jugoslavo, alla fine testimoniò a favore del suo
vecchio capo, dicendo che era stato sottoposto a un
anno e mezzo di "pressioni e torture" per firmare una
dichiarazione preparata dalla corte. Ratomir Tanic,
altro "insider", si dimostrò essere pagato
dall'intelligence inglese.
Quando lo si accusò per il coinvolgimento nelle guerre
in Bosnia e Croazia, l'accusa non si comportò meglio.
Nel caso del peggior massacro di cui Milosevic era
stato accusato di complicità – tra 2.000 e 4.000
uomini e ragazzi di Srebrenica nel 1995 – il team di
Del Ponte non produsse nulla che contestasse il
verdetto della commissione di cinque anni del governo
olandese – che "non vi fossero prove che ordini per il
massacro provenissero dai leaders di Belgrado".
Per sostenere le accuse per il caso più sbandierato,
una successione di testimoni politici di alto profilo
era stata portata davanti la corte. Il più recente, il
candidato presidenziale USA e ex comandante Nato
Wesley Clark, venne permessa in violazione del principio
del processo a porte aperte, per dare una testimonianza a
porte chiuse, con Washington capace di togliere dal
pubblico registro ogni prova che potesse, secondo gli
USA, essere usati contro i propri interessi.
Per un osservatore imparziale, è difficile sfuggire
alla conclusione che la Del Ponte lavorasse di
nascosto, producendo accuse e tentando di trovarne le
prove. Segnatamente, alla luce delle brecce in tali
processi, solo una organizzazione per i diritti
umani, il British Helsinki Group, ha esposto delle
preoccupazioni. Richard Dicker, osservatore del
processo per Human Rights Watch, si dichiarò
"impressionato" dall'accusa. Cinici dicono che George
Soros, finanziatore di Human Rights Watch, finanzia il
tribunale, e da Dicker non si dovrebbe attendere
null'altro.
Judith Armatta, avvocato USA e osservatore per la
Coalition for International Justice (altra NGO di
Soros) va oltre, dicendo che "quando la sentenza sarà
emessa e lui sparirà in una cella, nessuno si
ricorderà di lui, cesserà di esistere". Così per molti
di questi, sono pittoresche vecchie nozioni che scopo
dell'accusa in un processo è determinare la
colpevolezza. Per Armatta, Dicker e loro sostenitori,
sembra che Milosevic sia già colpevole delle accuse
mossegli.
I Terribili crimini commessi nei Balcani durante gli
anni `9s ed è giusto che i loro responsabili devono
rendere conto in un tribunale.
Ma il tribunale dell'Aja, un vociante corpo politico
costituito dalla vera potenza della Nato che ha
condotto una guerra illegale contro la Jugoslavia di
Milosevic quattro anni fa, e che ha rifiutato di
considerare in prima facie le prove che i leaders
occidentali sono colpevoli di crimini di guerra nel
conflitto - è chiaramente il veicolo per fare così.
Lontani da dispensare una giustizia imparziale,
come molti progressisti credono ancora, il tribunale
ha dimostrato i suoi favori per gli interessi economici
e militari della superpotenza mondiale.
Milosevic si era messo di traverso nella strada di questi
interessi e, senza riguardo di ciò che accade nella corte,
i diktat della necessità politica lo troveranno colpevole,
se non di tutte le accuse, abbastanza per incarceralo a
vita. L'affronto alla giustizia all'Aja nei due anni passati
danno una prova convincente a tutti coloro che sperano
nella nuova corte internazionale sui crimini.
Gli USA hanno assicurato che non saranno soggetti alla
giurisdizione della corte. I Membri del consiglio di
sicurezza dell'ONU hanno il potere di impedire o
sospendere le sue investigazioni. Scopo del
sistema di giustizia internazionale in cui la legge
sia applicata equamente per tutti è un fine. Ma in un
mondo cui alcuni stati sono chiaramente più equale di
altri, la sua realizzazione guarda più avanti che mai.


Neil Clark è uno scrittore specializzato in
questioni dell'Europa Orientale e Balcani

Guardian Unlimited © Guardian Newspapers Limited 2004


Traduzione di Alessandro Lattanzio
email: alexlattanzio@y...
URL. http://www.aurora03.da.ru

(ringraziamo AL per la traduzione. ICDSM Italia)

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