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la caccia al serbo continua

stamattina ho ricevuto l'e-mail di un amico che scrive: � ieri la
trasmissione di ferrara su la7 era dedicata al kosovo. ed era
assolutamente asimmetrica: un rappresentante albanese (l'ambasciatore
albanese in italia, ndr), un rappresentante delle ONG (bruccoleri),
minniti ed un giornalista del foglio. � sintomatico che i serbi non
fossero rappresentati. credo che la serbia sia per l'europa il suo
rimosso ..." l'osservazione � tragicamente corretta, e mi sento in
dovere di azzardare una risposta, per quanto provvisoria e incompleta.
� inutile tirare in ballo le solite trite e ritrite dottrine sulla
"paranoia di accerchiamento" che alimenterebbe la nazione serba
(dottrine pseudosociologiche da quattro soldi tanto care a lutard, per
dirne una): � evidente, per chiunque abbia la lucidit� di pensiero
necessaria a riconoscerlo, che la serbia � da sempre vittima di una
demonizzazione e di un' esclusione mediatica a priori, esclusione
grazie alla quale l� inteligencija di destra e di sinistra (e si tratta
di un caso unico nella storia della geopolitica recente) lavorano di
concerto e con grande impiego di energie: tutti uniti, per la prima
volta nella storia, nel nome della caccia al serbo . non accade solo
nella vicenda del kosovo, brevemente tornata di attualit� in questi
giorni, vicenda che � per la politica europea una spiacevolissima e
scomodissima incombenza da sbrigare quanto prima e senza che vi sia
spazio per gli approfondimenti: in realt� � dalla dissoluzione della
jugoslavia stessa che la serbia � stata costretta dai mass media e
dalle cancellerie nel ruolo di �aggressore da punire�, di �responsabile
unico� e di capro espiatorio. l�apoteosi di questa sproporzione
antiserba si evidenzia nel ruolo, a dir poco grottesco, del tribunale
internazionale dell�aja, che si � occupato, per dieci anni e con una
sistematicit� allarmante, di stigmatizzare, perseguire e processare
quasi unicamente i serbi come se fossero i soli responsabili del
carnaio jugoslavo. paradossale, considerando che in buona parte dei
casi proprio i serbi subirono le aggressioni secessioniste delle altre
neonate repubbliche (la croazia filonazista di tudjman, la bosnia
islamica di izetbegovic) e furono costretti semplicemente a difendersi
. per il tribunale dell�aja, ma anche e soprattutto per l�informazione
mondiale, troppo spesso pilotata dagli interessi di potere di partito
nazionale, quando non dalle agenzie di sostegno propagandistico come
ruder & finn (di cui i croati, i bosniaci e gli albanesi sono assidui
clienti) le ragioni dei serbi non esistono . non esistono le ragioni
dei serbi a vukovar e in slavonia, le ragioni dei serbi nelle kraijne,
le ragione dei serbi in bosnia (con le montature mediatiche dei campi
di concentramento, la tragedia dei serbi ripuliti da sarajevo
letteralmente ignorata quando non ridicolizzata dai mass media, la
demonizzazione di srebrenica di cui si racconta a profusione ma senza
mai tener conto della controparte: chi ha narrato delle squadracce
islamiche di naser oric , ad esempio?).. le ragioni dei serbi vengono
silenziate o distorte (chi si ricorda lo scandalo legato al
�memorandum� dell�accademia serba, tacciato d�essere un pamphlet
razzista, che a un�attenta lettura si rivel� soltanto un banale
trattato di analisi socioeconomica?) e al contempo vengono enfatizzate
le ragioni degli �attori altri �: un esempio lo abbiamo nelle questioni
inerenti ai mujaheddins importati nei balcani (in bosnia e in kosovo,
dove tutt�ora operano indisturbati), mujaheddins schierati contro i
serbi, di cui pochissimi hanno avuto il coraggio di scrivere e parlare,
e quand�� accaduto sono stati tacciati di filoserbismo : accusa che
regolarmente viene rivolta a chiunque si rifiuti di accettare i dogmi
propagandistici bosniaci, croati ed albanesi, o quelli occidentali.
difendere le ragioni dei serbi significa, tout court , essere dei
�pericolosi fanatici�: i serbi sono l�unico popolo al mondo che non pu�
permettersi di alzare la voce, di far udire le proprie ragioni, di
venir rappresentato da intellettuali (o da semplici cittadini) che ne
prendano le parti. in questo quadro generale di caccia al serbo (spesso
niente affatto metaforica) si inserisce con una puntualit� drammatica
la questione kosovara, che viene trascinata in palcoscenico dai media
nel �98 in funzione unicamente grande-albanese, e viene a galla
ipocriticamente con quindici anni di ritardo (dell'ingestibile violenza
albanese attiva da sempre nel kosmet scrisse addirittura la stampa
americana negli anni '80 : documenti rimossi, testimonianze non tenute
in conto): tutto porta a pensare che ci sia una precisa volont� di
criminalizzazione della nazione serba , che si rinnova di anno in anno,
o nella migliore delle ipotesi che vi sia un tentativo di rimozione
della �questione serba� che deve restare inascoltata. dove nasca e come
origini questa inquisizione antiserba che ammorba le menti della
stragrande maggioranza degli intellettuali europei (anche di sinistra,
soprattutto di sinistra, ahim�), � difficile a dirsi. i testi
disponibili che potrebbero aiutare a far chiarezza sono pochi e slegati
fra loro: si veda la bibliografia* che includo. pur essendo questi
pochi testi l�unica speranza che il lettore ha di poter approfondire la
questione serba svincolandosi dalla persecuzione mediatica che vuole
dipingere i cittadini di belgrado come peccatori universali , sono
comunque troppo pochi e non coerenti: affrontano le singole questioni
(i bombardamenti del �99, l�operazione tempesta nelle krajine croate)
senza creare quelle 'giunture' e sinergie narrative che permetterebbero
di mettere a fuoco l�intera storia di un popolo colpevolizzato
ingiustamente. affrontare la questione serba andando alla ricerca delle
verit� negate � impresa difficile o, per meglio dire, impossibile;
soprattutto lo � per il lettore occidentale medio, che si nutre di
facili prontuari e che non ha tempo n� energie da dedicare alla ricerca
degli imbrogli dell�informazione e della storia. e la truffa �storica e
mediatica- a danno dei serbi � tanto clamorosa da spingere peter handke
a intitolare il suo reportage di viaggio a belgrado � giustizia per la
serbia �. questa giustizia di fatto non c�� mai stata.

gli esempi di sopraffazione mediatica che colpisce i serbi riducendoli
a maschere silenti in questi giorni abbondano. siamo nuovamente davanti
ad un'operazione di propaganda filoalbanese che deve zittire le ragioni
serbe, addirittura deve ridicolizzarle al punto dell�indecenza morale:
i cadaveri serbi possono essere, a turno, solo ignorati o scherniti .
un esempio clamoroso di questa operazione � chiudi la bocca al cattivo
serbo � lo abbiamo nella diffusione a macchia d'olio della notiziaccia
del cane �al guinzaglio serbo�, che avrebbe �inseguito i poveri
fanciulli albanesi� spingendoli nel fiume in cui sarebbero annegati a
mitrovica. questa notizia, completamente falsa e pi� volte smentita
(anche dalle fonti ufficiali UNMIK) assume - in questo contesto di
aggressione alla minoranza serba del kosovo - un ruolo simile a quello
che fu, nel '99, la truffa di racak : la finta strage a danno di finti
civili albanesi, con disseppellimento di cadaveri a uso e consumo dei
giornalisti appositamente accorsi sul luogo per strillare all�atto
criminale (naturalmente serbo ) che port� al teatrino di rambouillet .
e rambouillet fu l�unico negoziato al mondo in cui una delle parti in
causa � guarda caso quella serba � non pot� mai condurre le trattative
ma fu letteralmente incastrata in un imbarazzante ricatto
internazionale che serv� come alibi per cominciare a sganciare le bombe
sui civili di belgrado. come a racak non vi fu nessuna strage, ma solo
la sapiente regia dei mass media, dell'OSCE e delle "associazioni
umanitarie" (la cui stragrande maggioranza � da sempre filoalbanese e/o
filoatlantica, come del resto in bosnia furono solo filoislamiche)
capitanati da william walker, cos� a mitrovica questa settimana non
c'era nessun cane, nessun serbo e nessun inseguimento �assassino�: i
bambini, nel fiume ibar, ci sono caduti giocando, per un tanto luttuoso
quanto fortuito incidente strumentalizzato in modo puntuale e ignobile
dai mass media di tutto il mondo. e ancora stamattina, in barba alle
numerosissime smentite che si sono susseguite inutilmente nel corso
degli ultimi quattro giorni, secondo il primo ministro albanese fatos
nano, che trova spazio su tutti i giornali occidentali (a differenza di
vojislav kostunica, premier serbo di cui nessuno si affretta a
riportare le dichiarazioni) le sommosse antiserbe che sono iniziate a
mitrovica � sono state provocate dall�atto barbaro dell�annegamento dei
tre bambini albanesi nel fiume ibar, perseguitati dai membri della
etnia serba �: tutti i giornali riportano le sue denunce ignorando
volontariamente quelle di chappell che bolla la notizia come
assolutamente fasulla . gli esempi, purtroppo, sono numerosi: ho
tentato in questi giorni in una corsa contro il tempo di testimoniare
le assurdit� antiserbe che si sono propagate come un cancro, come al
solito rapido, insolitamente infettante: si va dai desktop inneggianti
ai terroristi albanesi dell�UCK e UCMPB da scaricare dal sito di diario
(un giornale di sinistra ?!) alla trasmissione di giuliano ferrara di
ieri sera, che invita per "discutere" di kosovo nientemeno che
l�ambasciatore albanese in italia, intenzionalmente omettendo di
precisare che il kosovo (a detta della risoluzione 1244 delle nazioni
unite) � parte integrante dello stato di serbia e montenegro , e di
spiegare al pubblico quale sia il ruolo dell'ambasciatore albanese in
studio, tutto intento a magnificare la "giustizia dell'uck e della
NATO": questa, in termini concreti, si pu� definire solo propaganda
antiserba. l�operazione televisiva di ferrara & co. � un'ottima prova
di come si possano sdoganare le pretese (assassine, supportate dal
pogrom in corso in kosovo mentre scrivo) di indipendenza kosovara
albanese agli occhi del telespettatore medio che recepisce solo e
unicamente la presunta reit� di tutto ci� che � serbo e non sapr� mai
quello che realmente accade. sintomatica anche l'intervista a roberto
bertoli pubblicata ieri da osservatorio balcani, che ha del surreale: a
suo dire, � importante " considerare che gli albanesi non hanno tirato
fuori le armi, e che tutte le manifestazioni sono manifestazioni senza
armi ". il fatto che queste, che bertoli chiama � manifestazioni � e
che la stessa UNMIK ha definito � pulizia etnica � abbiano comunque
provocato 31 morti (e un numero imprecisato di feriti, di case e chiese
rase al suolo) per il signor bertoli parrebbe marginale : siamo al
punto in cui ammazzare un serbo a mani nude smette addirittura di
essere reato? non mi stupirei, ch� sarebbe perfettamente in linea, non
so quanto involontariamente, con le dichiarazioni scandalose di ieri
del portavoce della polizia albanese in kosovo, il TMK, che davanti a
31 morti e all�intera regione in fiamme, comunica orgogliosamente alla
stampa di non aver eseguito nessun arresto se non quello di un serbo
colpevole d�aver portato in tasca un�arma non regolarmente denunciata!
" io inizio a pensare, forse esagerando, che quello che sta avvenendo
in kosovo faciliter� dei percorsi, e non invece il contrario ", insiste
bertoli. di quale facilitazione parla non � difficile comprenderlo:
dell�indipendenza albanese del kosovo , ovvero dell�ennesima tappa di
smembramento della jugoslavia che ha voluto i serbi derubati dei
territori sui quali viveva il 30% di loro, costretti dai secessionismi
di matrice filoislamica, filonazista o filoatlantica a vedersi
squartati in pezzi: pezzi territoriali, pezzi storici, pezzi politici
per cui nessuno pagher�, un mosaico di prepotenze che nessuno si
prender� la briga di ricomporre. la caccia al serbo in questi giorni
continua e si rinnova : non appena si offre l'occasione (e se non si
offre, ce la si procura artatamente) si corre in massa a demonizzare la
parte serba in causa, a zittirla. le manifestazioni di belgrado che
(eccezion fatta per alcuni tafferugli immediatamente rientrati e
severamente puniti dalla polizia serba che ha gi� arrestato i
colpevoli) sono state pacifiche, quasi liturgiche (come si pu�
osservare dalle immagini che solo la stampa di belgrado ha pubblicato)
vengono definite da tutti i media, senza ragione alcuna,
"manifestazioni sinistre einquietanti ". questo voler dipingere a tutti
i costi l�intera nazione serba come �sinistra, pericolosa, dispotica o
colpevole� � il frutto del lavoro di mille ipocriti, di mille
intellettuali di bassa caratura assoldati dagli imperi dell�occidente e
del terrorismo (che flirtano spesso e si piacciono molto); � il frutto
delle pressioni vaticane antiortodosse mai sopite, della corrente di
pensiero antislava che mette radici in un�europa antica, ma soprattutto
� il frutto della becera indifferenza dell�ascoltatore, del lettore e
del cittadino che non si chiede mai quali siano e dove siano le ragioni
dei serbi. di questa caccia al serbo sono responsabili le cancellerie e
gli organi di informazione, certo, ma non meno responsabili sono quei
pacifisti "a cottimo" che oggi, mentre scrivo, sfilano in corteo a roma
e non fecero nulla per protestare quando cominciarono i bombardamenti
su belgrado nel 1999 , n� stanno domandando oggi giustizia per la
serbia . l�anniversario di quei bombardamenti "umanitari", orchestrati
da d'alema e dalle sinistre liberali (sic), il quinto anniversario,
cade proprio in questi giorni, ma non vi saranno celebrazioni n�
commemorazioni come invece sono state tributate all�iraq. l�iraq � un
ottimo palcoscenico politico di cui si servono le sinistre delle anime
morte per anticipare la loro campagna elettorale, mentre la serbia � un
peccato vergognoso da insabbiare. la serbia � un tema scomodo per
tutti. la caccia al serbo deve continuare , cos� vogliono le destre e
le sinistre d'un europa sempre pi� miope, cos� vogliono gli "umanitari"
e gli "intellettuali" che sono interessati al loro tornaconto - in
denari o in seggi - e non alla realt� delle cose. la caccia al serbo
deve continuare e continuer� : � lo spettacolo preferito dell�europa
degli ultimi tre secoli.

*piccola bibliografia in italiano per chi vuole approfondire la
"questione serba ":
jugoslavia, prima vittima del nuovo ordine mondiale, robin de ruiter,
edizioni zambon; diario di guerra, critica della guerra umanitaria,
sbancor, ediziono derive approdi; kosovo liberato, enrico vigna,
edizioni la citt� del sole; menzogne di guerra, jurgen elsasser ,
edizioni la citt� del sole; storie di profughi e di massacri, giacomo
scotti, edizioni asterios; uck l'armata dell'ombra, sandro
provvisionato, edizioni gamberetti; la serbia la guerra e l'europa, a
cura di niksa stipcevic, edizioni jacabook; croazia operazione tempesta
(la "liberazione" della krajina ed il genocidio del popolo serbo),
giacomo scotti, edizioni gamberetti; se restiamo uniti non dobbiamo
avere paura di niente, edizioni il papiro; un viaggio d'inverno ovvero
giustizia per la serbia, peter handke, edizioni einaudi; appendice
estiva a un viaggio d'inverno, peter handke, edizioni einaudi; un
disinvolto mondo di criminali, peter handke, edizioni einaudi.

della serbia ho scritto parecchio, tentando di pareggiare un conto
sempre in perdita. credo che possano essere interessanti questi miei
pezzi:
attenzi�! popolazi�! disinformazi�!
processi dittatori incoerenze (appunti)
la storia in una polveriera
la controinformazione nel nome di cristo
il serpente e il macellaio: gli intoccabili
l'oceano con un cucchiaino
quattro anni di crimini ignorati
nema prenosa imputato milosevic
wesley clark, un 'nuovo patriota' alla casa bianca
le regole della macelleria
polpettone di pace
1942-2003, petricevac
dal lazzaretto desolato, il vostro corrispondente "filoserbo"
hanno ammanettato che guevara (storie, teatro, imposture)
quando il nemico � il media
vendetta, verit�, vandalismo, vergogna
decontestualizzando srebrenica
guerre perdute (senza combatterle)
quel giorno � oggi
sigh sigh chetnik
tutta colpa del principe lazar e del centralismo democratico
niente di nuovo sul fronte orientale, ipocriti

by babsi @ March 20, 2004 10:06 PM



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