Kosovo e Metohija:
Il bordello dei Balcani al servizio dei soldati americani


Lettera ad Amnesty International

Queste ultime tragiche vicende nel Kosovo (e Metohija!!!) mi hanno
straconfermato quanto gi� pensavo, 13 � 14 anni fa, sulla vostra
posizione riguardo l�accanimento della distruzione della Jugoslavia;
cio� sin dal primo incontro avvenuto con voi all�Universit� di Roma.
Gi� allora avevate sepolto la Jugoslavia definendola "ex". Mi presentai
in quella occasione da "jugoslavo", quando dalla prima fila si ud� una
voce irritata: "La Jugoslavia non esiste pi�". " Ma io sono qui, dunque
esisto" risposi, al che il pubblico mi applaud�.

"La Jugoslavia deve scomparire. La Serbia va messa in ginocchio!". I
nostri storici nemici, la Germania e il clero del Vaticano perseguivano
queste parole d�ordine nel 1991 come nel 1941. Si sono sostenuti i vari
nostri "capi tribali", slavi e non (ai quali va tutto il nostro
disprezzo) affinch� portassero alla secessione e alla lotta armata
contro il governo centrale. Non riuscendo con ricatti, embarghi,
isolamento politico a mettere in ginocchio quel popolo "ribelle", si �
ricorso alla "guerra umanitaria" con bombardamenti arricchiti
all�uranio impoverito, distruggendo cos� la Vita. (Non siete nemmeno a
conoscenza del fatto che qui a Roma vengono dei bambini dalla Serbia,
dal Montenegro, a curarsi di leucemia, ma purtroppo senza successo).
Intervento invocato da quel "non violento" Ibrahim Rugova insieme ai
suoi compagni di merenda, i Taci, Ceku e Bin Laden - l�allora
terrorista buono.

Mai un popolo � caduto cos� in basso, costretto ad applaudire e
abbracciare quelli che lo hanno bombardato.

Per fare ci� si � ricoperto Slobodan Milosevic di tante infamie, per
cos� satanizzare un intero popolo. Cosa se non questo significava
risolvere la dicitura nel cruciverba dell� "Espresso", maggio 1993:
"capo dei barbari" (vedi foto) - naturalmente quella di Milosevic.

Era chiaro che i serbi e tutti gli altri non albanesi; i montenegrini,
goranci, rom, turchi, la comunit� ebraica nel Kosmet (Kosovo e
Metohija), non volevano la secessione. Non credevano al "democratico"
Rugova n� al suo Kosovo e Metohija democratico autonomo, anche se
questo personaggio trovava tanto spazio nei media occidentali. Il
Rugova al quale � stato conferito il premio "San Valentino" per
l'amore, e la cittadinanza onoraria, dal Sindaco della citt� del santo
(Terni). Dopo esser stato ricevuto dal Papa scopre la "vera religione"
e si converte al cattolicesimo. Cos�, tra una confessione e l�altra con
qualche paternostro si sentir� la coscienza a posto. (Qualcosa di
simile l�abbiamo conosciuto nella storia jugoslava, dal 1941 al 1945,
quando alcuni francescani croati scambiavano il saio con l�uniforme
ustascia per poter sgozzare gli ortodossi serbi...).

Non potendo ottenere democraticamente, cio� costituzionalmente, quello
che agognavano, i secessionisti sono stati accontentati con
l�intervento internazionale, coi bombardamenti che hanno massacrato i
civili e i bambini anche albanesi. Se avessi incontrato Rugova gli
avrei sventolato davanti agli occhi le foto dei bambini massacrati
dalle bombe, come ebbi occasione di fare dinanzi alla "paladina" della
giustizia del cosiddetto Tribunale dell�Aia, la Carla Del Ponte, alla
sede dei guerrafondai radicali di Roma.

Il pretesto per lo scempio, per l�aggressione barbara della NATO con il
sostegno incondizionato del Governo D�Alema, � scattato con il rifiuto
di Milosevic o chi per lui di mettere la firma sull�Ultimatum di
Rambouillet. E poi questo "ex comunista" ha la faccia tosta di scrivere
un libro sul Kosovo... Grazie ai bombardamenti � stata eseguita la vera
pulizia etnica nel Kosmet.

In tanti anni, con tutte la specie di angherie compiute dai terroristi
albanesi - attacchi ai civili, cacciata dai propri focolari,
distruzione di beni culturali patrimonio mondiale, assalto alle
Istituzioni legali, boicottaggio dell�istruzione nella propria lingua
ma col programma dello Stato nel quale vivono, attacchi ai Distretti di
polizia, uccisioni dei poliziotti facendo dei propri figli "scudi
umani" per poi mandare in giro per il mondo foto indicando "poliziotti
serbi che sparano contro i nostri bambini", etc, etc, - voi eravate
ciechi e sordi, oppure avevate "gli occhi foderati di prosciutto".
Avete versato cos� tante lacrime di coccodrillo sulla "tragica"
situazione degli albanesi che vi � sfuggita anche l�uccisione di quei 4
bambini serbi l�estate scorsa, mentre facevano il bagno nel fiume.

Dopo l�arrivo della KFOR, i nazionalisti albanesi diventano ancora pi�
spavaldi.
Bruciano le case, devastano i monasteri ortodossi, patrimonio culturale
mondiale, uccidono i bambini, quei pochi rimasti... I beni nazionali
vengono confiscati e svenduti al capitale straniero, come � stata
confiscata la miniera di Trepca da un certo Kouchner; e poi
l�espropriazione della distribuzione dell�energia elettrica da parte
del vicepresidente americano Cheney per alimentare la loro citt��base
(Camp Bondsteel) nel Kosovo e Metohija... E la TV di Pristina come dono
di nozze di Steiner - toh guarda, un altro nome tedesco - alla sua
bella albanese...

E cosi via: Kosovo e Metohija � il bordello dei Balcani al servizio dei
soldati americani.

Dopo tutto ci�, nonostante l�ennesimo rifiuto albanese al dialogo, dopo
l�ennesima provocazione di questi giorni, ancora insistete che "i serbi
devono dimostrare buona volont�"!
E sapete quanto se ne fregano gli albanesi delle vostre raccomandazioni!

Mi sono dilungato, ho dedicato troppo tempo a questa lettera. Dovevo
chiedervi soltanto: "Ma di cosa state blaterando, ancora"!?

Senza osservanza,
Ivan, nato in Istria


Venerd�, 19 Mar 2004, alle 17:23 Europe/Rome, press@... ha
scritto:

>
> Gent.mi tutti,
>
> vi trasmettiamo il comunicato stampa di Amnesty International:
>
>
> Kossovo/Serbia: Amnesty International chiede a tutte le parti di
> fermare gli attacchi e le rappresaglie
>
>
> Grazie per la cortese attenzione
>
> Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste:
> Amnesty International Ufficio Stampa
> Tel. 06 44.90.224 cell. 348-6974361 e-mail: press@...
>
>
> (See attached file: 040319.rtf)
>
> ALLA CORTESE ATTENZIONE DEL CAPO REDATTORE ESTERI
> COMUNICATO STAMPA
> CS28-2004
> KOSSOVO/SERBIA: AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE A TUTTE LE PARTI DI
> FERMARE
> GLI ATTACCHI E LE RAPPRESAGLIE
>
> Amnesty International si e' detta fortemente preoccupata per la
> situazione
> nella provincia del Kossovo, dove una trentina di persone sono morte e
> centinaia sono rimaste ferite a seguito di violenti scontri tra
> albanesi e
> serbi, iniziati il 17 marzo a Mitrovica/Mitrovic� e rapidamente estesi
> a
> tutto il Kossovo.
>
> Oltre ai morti e ai feriti, vi sono stati attacchi contro proprieta' e
> chiese serbe. Molti serbi residenti nelle piccole enclavi sparse in
> tutta
> la provincia sono stati costretti a fuggire o sono stati evacuati dalla
> Kfor (la Forza militare multinazionale in Kossovo). Amnesty
> International
> ha espresso preoccupazione anche per le azioni di rappresaglia
> compiute dai
> serbi contro le moschee a Belgrado, Nis e in altri centri della Serbia.
>
> L'organizzazione per i diritti umani ha chiesto a tutte le parti di
> esercitare moderazione e ha sollecitato le autorita' del Kossovo e
> della
> Serbia a prendere le misure necessarie per ripristinare la legge e
> l'ordine, nel rispetto degli standard internazionali sull'uso della
> forza.
>
> La violenza e' scoppiata dopo la notizia che tre ragazzi albanesi erano
> annegati nel fiume Ibar, nei pressi di Mitrovica/Mitrovic�, il 16
> marzo.
> Secondo la testimonianza di un quarto ragazzo, sopravvissuto, il
> gruppo era
> stato costretto a gettarsi nel fiume perche' inseguito dai serbi. Il
> giorno
> prima a Caglavica/Caglavic�, nei pressi della capitale
> Pristina/Prishtin�,
> un serbo di 18 anni era stato gravemente ferito in un incidente
> stradale
> attribuito agli albanesi.
>
> Una volta diffusa la notizia dell'annegamento dei tre ragazzi, il 17
> marzo
> una grande folla di albanesi e di serbi si e' radunata a
> Mitrovica/Mitrovic� (gia' sede, in passato, di gravi scontri
> interetnici)
> sulle due rive del fiume Ibar che divide la citta' in due blocchi
> etnici.
> La situazione e' degenerata e la violenza si e' propagata in tutto il
> Kossovo.
>
> Amnesty International ha invitato la Kfor e la Unmik (la Missione delle
> Nazioni Unite per l'amministrazione ad interim del Kossovo) a garantire
> che, nel rispetto degli standard internazionali, gli agenti di pubblica
> sicurezza e i militari ricorrano all'uso delle armi da fuoco solo
> quando
> altri mezzi siano risultati inefficaci o non congeniali rispetto
> all'obiettivo. L'uso intenzionale della forza legale dovrebbe essere
> limitato alle circostanze in cui questo sia strettamente inevitabile
> per
> proteggere vite umane.
>
> La perdurante incertezza sullo status finale del Kossovo, che dal 1999
> e'
> sotto il controllo della Unmik, ha contribuito ad accrescere la
> tensione
> interetnica. Amnesty International ritiene che il ritorno della
> violenza
> evidenzi il fallimento della Unmik, cosi' come delle autorita' della
> Serbia-Montenegro, nell'affrontare seriamente l'eredita' delle
> violazioni
> dei diritti umani commesse nel passato.
>
> Amnesty International sottolinea con estremo rammarico la mancanza di
> progressi negli ultimi quattro anni da parte delle autorita' serbe nel
> portare di fronte alla giustizia i responsabile delle 'sparizioni' di
> migliaia di albanesi del Kossovo, avvenute quando la provincia era
> amministrata dalla Serbia. Allo stesso modo, Amnesty International
> deplora
> la mancanza di progressi da parte delle autorita' kossovare nel
> portare di
> fronte alla giustizia i responsabili del rapimento di circa 1200
> serbi, rom
> ed appartenenti ad altre minoranze etniche.
> FINE DEL COMUNICATO
> Roma, 19 marzo 2004
>
> Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
> Amnesty International Italia - Ufficio stampa
> Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press@...
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> Paola Nigrelli
> Ufficio Stampa
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> Via G.B. de Rossi, 10 - 00161 ROMA
> Tel. 06 44.90.224 fax 06 44.90.222
> cell. 348-6974361 e-mail: press@...
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