Jugoinfo
3) Vietato criticare la scuola militarizzata! Mazzeo colpito da provvedimento disciplinare (A. Allegra)
Che nelle scuole si torni a disobbedire ad ogni guerra…
di Antonio Mazzeo
“Aver più volte denigrato l’operato di codesta istituzione scolastica, screditando la figura dirigenziale e danneggiando l’immagine il decoro della scuola sui social networks”. Queste le motivazioni della contestazione di addebito e avvio del procedimento disciplinare nei miei confronti da parte della dirigente dell’Istituto Comprensivo “Cannizzaro-Galatti” di Messina, dove insegno ininterrottamente da 34 anni. Un’accusa grave, che mi ferisce dolorosamente, scaturita dalle mie prese di posizioni in una lettera aperta alla dirigente e in successivi articoli giornalistici, relativamente all’adesione (mai formalizzata dagli organi collegiali) all’evento-progetto “Studenti e Militari uniti nel Tricolore” che la Brigata Meccanizzata “Aosta” dell’Esercito italiano, reparto d’elite e di pronto intervento NATO negli scacchieri di guerra internazionali, ha promosso in alcuni istituti scolastici della provincia di Messina.
Le “ragioni” delle contestazioni addebitatemi sono così elencate: “aver definito tale evento iniziativa gravissima ed in palese contrasto con i valori didattici-educativi della nostra istituzione scolastica”; “aver definito tale attività didattica uno pseudo-progetto, illegittimo perché mai discusso ed approvato dal collegio dei docenti”; “aver definito il suddetto evento una parata bellico-musicale con la partecipazione obbligatoria di bambini e preadolescenti della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria”; “aver definito una doppia mistificazione storico-sociale, quella dell’Esercito e di quei dirigenti scolastici che in violazione del dettato costituzionale e con ordini di servizio palesemente illegittimi hanno imposto le attività musico-militare ai propri docenti ed alunni”; “aver paragonato l’attività didattica svoltasi nel cortile alle parate fasciste del 1942, scrivendo pubblicamente Era perlomeno dal 1942 che nel cortile dell’Istituto Comprensivo Cannizzaro-Galatti di Messina non si teneva una parata bellico-musicale, dando adito e seguito a commenti indecorosi senza alcuna Sua replica o diniego”; “aver definito tale attività didattica vergognosi spettacoli di manipolazione della verità e delle coscienze”; “Aver scritto gli atti del tutto illegittimi della dirigenza impediscano de facto l’obiezione di tanti insegnanti e ha definito ancora una volta la manifestazione illegittimo e indegno evento-attività obbligatoria di ‘formazione’ per alunni delle terze classi della scuola media… Al peggio non c’è mai fine”. In conclusione, si rileva nei miei confronti che “in più di un’occasione ed in più di un contesto, aver tenuto in pubblico comportamenti integranti violazione dei doveri fondamentali ed elementari di fedeltà e correttezza che gravano al lavoratore” e che le “esternazioni in pubblico riguardanti l’istituzione scolastica e la figura dirigenziale non possono essere ricondotte ad una legittima critica dell’operato del datore del lavoro e ciò sia per la loro offensività e per i termini utilizzati con potenziale gravissimo pregiudizio per l’istituto scolastico stesso”.
Non è questa la sede per rispondere alle contestazioni; di certo, quanto da me affermato, risponde a ciò che ho sempre espresso relativamente ad ogni attività di “militarizzazione” delle istituzioni scolastiche e del sapere e di manipolazione a fini bellici delle coscienze di alunni e studenti. Ciò che si dimentica o si omette di ricordare in tutta questa triste vicenda, è che la mia opposizione ad ogni progetto tra forze armate e scuola è stata espressa da sempre in iniziative pubbliche, incontri, seminari, riunioni di collegi e consigli di classe, assemblee studentesche e di insegnanti, finanche corsi riconosciuti dal MIUR e in cui ho pure ricoperto il ruolo di formatore o relatore. Si dimentica e si omette il mio impegno di sempre di attivista pacifista e antimilitarista; di peace researcher, giornalista e blogger specializzato proprio sui temi della pace, della guerra e dei processi di militarizzazione del territorio; nonché di saggista proprio sul tema specifico della crescente e pericolosissima “occupazione” da parte delle forze armate italiane, USA e NATO delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado.
Continuerò a battermi in ogni modo al processo di aziendalizzazione, privatizzazione e militarizzazione della scuola, nel pieno rispetto dei principi costituzionali. Continuerò ad oppormi, ad obiettare e disertare, qualsivoglia attività di “relazione” tra forze armate e studenti, a difesa delle sacrosante prerogative didattico-pedagociche che spettano solo agli insegnati e agli educatori. Continuerò a sostenere ed argomentare in tutte le sedi che ogni attività o programma che vede “cooptare” i minori in ambito bellico-militare rappresenta una grave violazione dell’art. 38 della Convenzione internazionale a difesa e protezione dei diritti del fanciullo, così come viene fatto da anni a livello internazionale da giuristi e pedagogisti o dalle organizzazioni sindacali degli insegnanti e degli educatori di numerosi paesi europei e latinoamericani.
Antonio Mazzeo, oltre ad essere un noto e stimato giornalista d’inchiesta, è anche un docente dell’ICS “Cannizzaro – Galatti” di Messina. Contro di lui la Dirigente scolastica dell’Istituto , ha emesso un procedimento disciplinare. Il motivo è sempre il solito: “avere pubblicamente danneggiato l’immagine della scuola”. Ma il contesto in cui tutto questo è avvenuto è importante. Ne trovate traccia anche sul nostro giornale di poche settimane fa.
I fatti risalgono allo scorso 17 aprile quando in all’istituto Cannizzaro di Messina viene ospitata una delegazione della Brigata Aosta con la sua banda, per esibirsi a scuola.
Nei giorni precedenti, Antonio Mazzeo, attivista da sempre impegnato in difesa della pace e nella promozione della soluzione non violenta di tutti i conflitti, aveva inviato una lettera alla Dirigente Scolastica nella quale sottolineava di aver appreso dell’esistenza dell’iniziativa dalla stampa.
Mazzeo evidenziava come la stessa iniziativa fosse in contrasto con i valori didattico-educativi dell’istituzione scolastica e sottolineava che non era stata regolarmente deliberata dagli organi collegiali.
Il docente concludeva esprimendo un totale dissenso “per questo pseudo-progetto “Militari-studenti […] realizzato proprio nei giorni in cui si consuma l’ennesima tragedia di guerra internazionale utilizzando ancora una volta come piattaforma di morte la Sicilia e le sue basi militari”.
Successivamente, il docente aveva espresso pubblicamente le medesime riflessioni, che venivano divulgate su alcuni blog ed anche sul nostro giornale.
Il 15 maggio scorso la Dirigente scolastica contestava al docente di avere pubblicamente danneggiato l’immagine della scuola poiché aveva screditato la dirigente e denigrato l’istituzione scolastica.
Va notato che la dirigente, nella contestazione mossa a Mazzeo, sostiene, fra l’altro, che non c’era nessun obbligo a partecipare all’iniziativa del 17 aprile.
Ciò in palese contrasto con la circolare 102/DS del 13 aprile 2018 nella quale, in riferimento alla contestata attività, si legge: “tutti gli studenti dei tre gradi di istruzione prenderanno parte all’evento”.
L’obiettivo svolgimento dei fatti dimostra la pretestuosità dell’accusa e, soprattutto, la mal dissimulata volontà di negare la libera espressione delle opinioni, anche quando queste ultime sono perfettamente coerenti con il dettato costituzionale.
In particolare, ma non solo, con l’articolo 11 “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Riteniamo opportuno esprimere la massima solidarietà ad Antonio Mazzeo come insegnante e come cittadino coerente con il dettato Costituzionale
Fonte: http://www.scomunicando.it/notizie/monellaccio-antonio-mazzeo-in-castigo-subito-dietro-la-lavagna/
Antonio Mazzeo, giornalista noto per la sua battaglia antimilitarista e per le sue indagine sulla borghesia mafiosa del messinese, è anche un docente dell’ICS “Cannizzaro-Galatti”. La scuola dove insegna – come molte altre nel territorio italiano – aveva organizzato un evento con la presenza di corpi militari, in questo caso quelli della Brigata Aosta. Il giornalista, in una sua ricostruzione pubblicata nel suo blog, scrive: «Con una lettera ai dirigenti di tutte le scuole statali e paritarie della Sicilia, l’Ufficio Scolastico Regionale del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha invitato ad aderire e partecipare alle “Celebrazioni del centenario della Grande Guerra” organizzate dal Comando della Brigata Meccanizzata “Aosta” in sinergia con il Comando Militare dell’Esercito “Sicilia”. Si tratta nello specifico di “un insieme di eventi con lo scopo di coinvolgere gli studenti delle scuole secondarie di I e II grado della Regione Sicilia per rievocare i fatti salienti del Primo conflitto mondiale».
La “finalità formativa”, espressa dall’Ufficio scolastico regionale, è quella di «favorire, attraverso la partecipazione all’evento commemorativo, una conoscenza più approfondita della grande Guerra e la valorizzazione del contributo di una generazione di giovani italiani al conflitto bellico».
A queste parole dell’USR Mazzeo affianca il suo duro commento: «Ovviamente nessun accenno agli immani massacri di quella orribile guerra o ai comportamenti di tanti generali dell’esercito che mandarono a morire inutilmente i propri uomini in impossibili attacchi lanciati contro le trincee nemiche o, peggio, che decretarono la condanna a morte di chi ebbe l’ardire di dire signor no.
La “celebrazione” di fine maggio segue di qualche settimana gli eventi di occupazione da parte della brigata “Aosta” di alcune scuole di Messina per l’ennesima operazione di manipolazione storica sulla Grande Guerra con il progetto “Esercito e studenti uniti nel Tricolore”, realizzato in sinergia con i dirigenti scolastici “per promuovere tra i giovani il valore dell’identità nazionale”». Evidentemente, questa capacità di critica non può essere ammessa nella “buona scuola” che non brilla certo per il peso che dà allo sviluppo del senso critico non solo negli allievi, ma nemmeno nei suoi dirigenti e spesso nei suoi insegnanti, passivi ricettori di ordini dall’alto, resi “professionali” dall’essere dei passacarte ministeriali.
Iniziative come quelle denunciate da Mazzeo si ripetono ormai a centinaia nelle scuole italiane e vengono spacciate come iniziative “formative”. Iniziative in cui vengono coinvolti non solo i corpi militari e di polizia italiani, ma anche quelli dei contingenti USA.
Forse qualcuno lo ricorderà, ma circa 5 anni fa fu proprio in occasione di un’iniziativa simile in cui l’arma dei Carabinieri del luogo si era presentata in una scuola della Val Susa per tenere un corso su cyberbullismo e i pericoli di internet. Peccato che i ragazzi a un certo punto si videro propinare un video di 20 minuti sulla storia dei Carabinieri (“Nei secoli fedeli”, anche al governo che varò le leggi razziali). Fu in quella occasione che una studentessa di 11 anni sollevò qualche dubbio sulla correttezza morale di chi andava a sparare lacrimogeni ai manifestanti No Tav. Scoppiò un caso locale che divenne nazionale e finì sulle pagine di “Repubblica” e “Il fatto quotidiano”.
Al carabiniere che contestava la legalità dei cortei notturni dei No Tav, la ragazza rispose “Ma a me sembra che i primi ad essere illegali siete voi. Sparate dei gas lacrimogeni che sono vietati da tutto il mondo, proprio voi che dovreste essere legali”…
La lotta antimilitarista di Mazzeo, che ha da sempre documentato tutti i rapporti tra scuola e corpi militari e i rapporti tra università, centri di ricerca, industrie militari e apparati militari, non è unica nel suo genere.
Dal suo versante, quell’organizzazione estremistica che è Paxchristi da cinque anni porta avanti la campagna “Scuole Smilitarizzate”. Anche il movimento No Muos ha assunto tra i suoi temi pure questo tema e il prossimo campeggio di agosto lo affronterà in una platea di centinaia di studenti proveniente un po’ da tutta Italia.
Si tratta di un problema sentito tra la società civile e nei movimenti. Mazzeo è noto per la sua produzione e per le sue posizioni. Sembra che a voler essere colpita sia la posizione politica, più che un atteggiamento dannoso verso l’istituzione…
Immediate sono arrivate le manifestazioni di solidarietà dei sindacati di base, in particolare dei COBAS, che ha lanciato una campagna in sostegno dell’insegnante. Solidarietà sta piano piano arrivando da altri sindacati, movimenti e organizzazioni politiche.
http://www.telegraf.rs/vesti/2831948-americka-novinarka-protiv-nato-nikada-nisu-kaznjeni-za-ubistva-dece-i-15-tona-osiromasenog-uranijuma-srbi-cekaju-pravdu-18-godina-video
Domaći stručnjaci imaju različita mišljenja o mogućoj povezanosti bombardovanja i porasta obolelih od raka.
Srbija je već godinama u vrhu zemalja po broju obolelih od karcinoma, a prva je u Evropi po smrtnosti od raka. Za drastičan porast obolelih od malignih bolesti najčešće se krivilo NATO bombardovanje Srbije osiromašenim uranijumom..
Odluka o formiranju komisije za istragu posledica NATO bombardovanja doneta je na predlog predsednice Skupštine Maje Gojković 18. maja, a prvi preliminarni izveštaj trebalo bi da bude podnesen 2020. godine.
- Bilo bi dobro kada bi, kao takav, poslužio inicijativi za zabranu projektila sa osiromašenim uranijumom svuda u svetu, odlukom Ujedinjenih nacija. Tako se delegitimiše propaganda i neosnovano širenje straha, a pomaže i pripadnicima vojske i policije Srbije i stanovništvu koje je najviše na Kosovu bilo izloženo toksičnom i radiološkom dejstvu oružja - kaže Gordana Čomić.
On za "Blic" navodi da će prvi zvanični izveštaj Skupštini biti podnet 2020. godine, ali da će Komisija redovno izveštavati javnost o svojim nalazima.
The war that does not end
By Dr. Rudolf Hänsel
Global Research, December 24, 2017
More than a decade and a half after the US-NATO- under international law illegal – war aggression against Yugoslavia using highly toxic and radioactive uranium projectiles, the enormity of this war crime becomes clear: In Serbia, aggressive cancer among young and old has reached epidemic proportions.
The suffering of the people cries out to heaven. Particularly affected is the south of Serbia and Kosovo. According to the Serbian Ministry of Health, every day a child suffers from cancer. The entire country is contaminated. By harming the genetic material (DNA) generation after generation, malformed children will be born. Knowingly and willfully, a genocide was committed. Until recently, with the help of the media, politicians have withheld the truth from unsettled citizens under pressure from the perpetrators of the genocide. Brave and responsible physicians, former military officials, ex-politicians and scientists have now succeeded in breaking this wall of silence for the benefit of the Serbian people and the many other peoples of the world who share their fate.
Depleted Uranium weapons are weapons of mass destruction
When the US used the defoliant agent “Agent Orange” and napalm in Vietnam, the world was appalled. This was no longer war, it was slaughter of the civilian population and sustainable destruction of nature. 50 years later, generation after generation comes to this world severely handicapped (disabled)- born to die. However the arms industry, including the nuclear weapons industry, has been developing its business rapidly since Vietnam. All wars are, according to the legal norms of the Nuremberg Tribunal, illegal wars of aggression and they are becoming increasingly murderous, sneaky, more widespread, (and) more genocidal. So also the first war of the US-NATO on European soil against Yugoslavia 1999. Here, under tacit tolerance of NATO allies – including Germany – the US Army used a weapon of mass destruction which they have already tested in the second Gulf War in 1991 and in Bosnia-Herzegovina 1994/95: highly toxic and radioactive uranium weapons. NATO itself has admitted firing 30,000 missiles with Depleted Uranium (DU), while the Serbian military speaks of 50,000. That corresponds to 10 to 15 tons of uranium.
Since already extensive scientific literature and film footage (“deadly dust”) of this war crime are available in German, English and Serbian (1), here just a few comments. Due to the long degradation process of radioactivity and toxicity, waste from the uranium and nuclear industries – mainly DU from isotope 238 – are stored in secure landfills for a very long time. To reduce the high cost, DU is therefore gladly given free of charge to interested parties such as the military. DU has characteristics that are particularly attractive for the defense industry: The DU projectiles- developed according to German technology (Siegwart-Horst Günther) – have a high penetrating power because of the high density of the metallic uranium (1.7 times larger than that of lead) and are particularly suitable for breaking steel armor and underground concrete bunkers. DU is also a flammable material that ignites spontaneously when penetrating an armor plate and at 3000 degrees Celsius burns to uranium oxide dust while releasing highly toxic and radioactive substances (uranium oxide).
This uranium oxide aerosol with particle sizes in the Nano scale reaches the human body through the air, water and, in the long term, through the food chain.
In the lungs, the DU dust particles are also attached to the red and white blood cells and thus reach all organs of the body, including the brain, the kidney and the testes, so that in many organs cancer is produced and the genetic material (DNA) irreversibly damaged. The strong carcinogenicity of DU is due to the synergistic effects of chemo- and radio toxicity. (2) Through the placenta, the DU can also reach an unborn child and cause serious harm to it. Potential long-term damage includes genetic defects in infants, childhood leukemia, cancer and kidney damage. Since the uranium oxide particles have- due to the heat of combustion- assumed the characteristics of ceramics, they are insoluble in water,they are firmly attached to the body and can develop their radioactive effect for years to come.
War on uranium weapons is knowingly and willfully brought about genocide
For the biochemist Albrecht Schott, DU is an example of interventions in the creation that endanger them existentially and not a weapon against states, but a weapon against the planet. (3) The well-known German journalist and filmmaker Frieder Wagner (“Todesstaub”/ “Deadly Dust”) referred to uranium weapons as an “extermination weapon” and the victims of these murderous weapons as “the dead of the silent dying”. (4) Uranium weapons are the “perfect weapon” to kill masses of people, that is, to commit genocide.Since the UN Convention on the Prevention and Punishment of genocide from 1948, is genocide a criminal offense in international criminal law that does not become time- barred. It is characterized by the specific intention of destroying in whole or in part, directly or indirectly, a national, ethnic, racial or religious group as such. Therefore, the genocide is also referred to as a “unique crime”, as a “crime of crimes” or as “the worst crime in international criminal law”. (5)
The Australian doctor, nuclear weapons specialist and peace activist Helen Caldicott writes in her book “The New Nuclear Danger” (2002):
“It is clear that the Pentagon knew about the health risks long before Operation Desert Storm (2nd Gulf War 1991, author) emanating from uranium-containing ammunition. Numerous military reports have acknowledged that uranium-238 can cause kidney damage, lung and bone cancer, (non-malignant) lung disease, skin diseases, neurocognitive disorders, chromosome damage and birth defects.”(6)
For this reason, wars involving highly toxic and radioactive uranium weapons are both war crimes and knowingly and deliberately inflicted genocide – including the war against Yugoslavia in 1999. According to the UN Convention against Genocide, the contracting Parties commit to punish genocide or those who commit genocide, whether they are governing persons, public officials or private Individuals. A large team of lawyers and scientists from Serbia, Germany, France, Italy, Russia, China, England and Turkey are suing NATO for dropping bombs on depleted uranium during the 1999 war against Yugoslavia. This lawsuit will also help the peoples sharing the fate of Serbia. (7)
Aggressive cancers in Serbia reach epidemic proportions
The bombing of Serbia lasted 78 days. 1031 soldiers were killed, 5173 soldiers and police were wounded, 2,500 civilians were killed – including 78 children – and over 6,000 civilians were wounded. In addition to the DU projectiles, which also showed traces of highly toxic plutonium, other explosive combinations and rocket fuels with certain chemical compounds have been used, which are very toxic in explosions and cause cancer. The rate of these cancers grew from year to year. Also, the number of newborns with deformities and the number of aggressive leukemia cases in children increased. (8) Over a year ago, estimates by the Serbian Association for the Prevention of Cancer were announced: Studies have shown that the use of uranium weapons have caused 15,000 cancers and 10,000 deaths between 2001 and 2010, according to the head of the association and oncologist Prof. Slobodan Cikaric. In total, there were 330,000 cancers in Serbia during this period. The death rate has increased annually since 1999 by 2.5 percent. (9)
Already in 2013, Prof. Cikaric said in the newspaper “Blic” that Serbia expected 14 years after the bombing with DU an explosion of cancers of all kinds. (10) He should be right. Transmitted are breakdowns of the immune system with increasing infectious diseases, severe dysfunction of kidney and liver, aggressive leukemia and other cancers (including multiple cancers), disorders in the bone marrow, genetic defects and deformities as well as abortions and premature births in pregnant women like after the Chernobyl disaster. If one reads a Serbian newspaper today or walks over a Serbian cemetery, one notices in the page-long obituaries or grave inscriptions the short lifetime of many dead people. It should read: “Died from the consequences of DU poisoning and radiation.”
Many citizens of Serbia have been severely mentally disturbed by years of compassion for sick relatives and anxious waiting to see if and when they may be caught by one of the most terrible and mostly fatal diseases. Even though most of them suspected the cause of the serious illnesses, there remained a great deal of uncertainty that triggered lasting feelings of stress. From the political point of view,in Serbia as well as in the other DU-infested countries in the Near and Middle East and in the NATO countries themselves one has deliberately not informed the population.They wanted to evade, among other things recourse claims and continue the murderous craft undisturbed. Stress, anxiety as well as depression additionally weaken the already burdened immune system and lead to a higher susceptibility to infections. This is shown by research results of the interdisciplinary Research area of psycho-neuro-immunology (PNI). (11)
The people have the right to truth
In order to make one’s own life and that of the family satisfying and prepare for the future, or to decide as a couple, whether or not you want to put children into the world, every citizen must be able to realistically assess the economic, social and political conditions in his country. But he cannot do that if he is deprived of the truth about incidents that can severely affect his life. Therefore, it is a moral obligation of all those who have dealt with the problem of contamination of the country – doctors, scientists, journalists, contaminated military and civilians – to enlighten and assist their fellow citizens.
In addition, the identity of a people is based on the citizens’ right to truth and the knowledge of their history. Historians and representatives of other sciences have for that an important contribution to make. The dispute may not be left to them alone. The search for the truth and the enlightenment of the people is also a political task, which is to be solved by political responsibility bearers and under no circumstances can be suppressed by them. Government and Parliament have to position themselves. How can citizens trust a government or people’s delegation who deprive them of the truth about a problem that affects them all existentially
Dr. Rudolph Hänsel is a renowned author and psychologist based in Lindau, Germany.
Notes
(1) Jovanovic, V., Petkovic, S., Cikaric, S. (2012). CRIME IN WAR – GENOCIDE IN PEACE. The consequences of NATO bombing of Serbia in 1999, Sluzbeniglasnik Beograd; Caldicott, H. (2003). Atomgefahr USA. Kreuzlingen/München; Wagner, F. (2007). „Deadly Dust – Todesstaub “, https://www.youtube.com/watsch?v=GTRaf23TCUi sowie Artikel in NRhZ online und „Geopolitika“, Mai 2014; Bertell, R. (2013). Radioaktivität und die Auslöschung des Lebens – Sind wir die letzten Generationen? NRhZ online Nr. 436 v. 11.12.2013; Deutsche Sektion der Internationalen Ärzte für die Verhütung des Atomkrieges/Ärzte in sozialer Verantwortung e.V.: ippnw report (2012). Die gesundheitlichen Folgen von Uranmunition. Berlin.
(2) S. a.a.O.
(3) Schott, A. (World Depleted Uranium Centre e.V., WODUC e.V.) (2003). Fluch und Tragödie des Uranmissbrauchs. Berlin.
(4) Wagner, F. (2010). Uranbomben – Die verheimlichte Massenvernichtungswaffe. Berlin.
(5) https://de.wikipedia.org/wiki/Völkermord.
(6) Caldicott, H. (2003). Atomkrieg am Golf und im Kosovo, in: Atomgefahr USA. Kreuzlingen/München, S. 260.
(7) S. Leukefeld, K. (2015). Uranwaffen gegen IS? http://www.jungewelt.de/2015/03-03-/053.php.
(8) Mirjana Andjelkovic Lukic (2012). Serbien – gestern und heute, in: „Zeit-Fragen“. Zürich.
(10) „Cikaric: Iduce godine ocekujemo ‚eksploziju’ malignih oboljenja“, in: „Blic“ online v. 13.12.2013. Belgrad.
(11) https://de.wikipedia.org/wiki/Psychoneuroimmunologie.
Normale amministrazione, tutti in fila per entrare nelle camere a gas e poi nei forni crematori, ma questa volta succede qualcosa di anormale: gli “zingari, questi vagabondi, queste persone indegne di vivere”, invece di subire si ribellano. Donne e uomini con ogni mezzo oppongono resistenza e, fatto inaudito, le SS si ritirano, il massacro è sospeso. La rivolta degli “zingari” nel 1944 ad Auschwitz, insieme a quella degli ebrei del 1943 nel lager di Sobibor, furono gli unici episodi di Resistenza attiva, mai verificatisi nei lager nazisti.
Settantaquattro anni dopo, in un convegno a Roma, per la prima volta in Italia, istituzioni e comunità Rom e Sinta ricordano insieme e commemorano quella giornata, fanno memoria di un atto di orgoglio e di dignità per: ricordare e onorare lo sterminio dimenticato di oltre mezzo milione di Rom e Sinti, quegli ultimi 5000 “zingari” dello Zigeunerlager, i circa 2000 più forti che vennero trasferiti in altri Lager e poi i 2.897 rimasti, bambini, donne e vecchi, che vennero sterminati tutti insieme nella notte del 2 Agosto di quello stesso anno.
L’iniziativa servirà a riflettere insieme sugli effetti che quel pregiudizio che portò allo sterminio ancora oggi produce, radicato nella coscienza collettiva che emargina Rom e Rinti considerati estranei e ostili perché diversi. Un pregiudizio che condanna all’emarginazione sociale e civile un popolo che chiede solo riconoscimento e rispetto, condizioni fondamentali per una normale convivenza.
L’iniziativa di Roma si colloca nell’ambito dei due giorni organizzati dall’Ufficio nazionale antidiscriminazione razziale (UNAR) in collaborazione con il Forum RSC per ricordare la rivolta dei Rom e dei Sinti dello Zigeunerlager di Auschwitz: con un convegno il giorno 15 dalle 14.00 alle 17.00 presso la sede dell’UNAR e il giorno 16 con una visita all’ex campo di internamento di Agnone, in Molise.
Nel corso dell’incontro sarà consegnato un documento e presentata una testimonianza: due momenti per unire un passato che non si vuole che si ripet e un presente che ci riporta a quel passato.
All’incontro parteciperà anche Tobbias, il giovane Rom suonatore di fisarmonica che il 10 Maggio scorso, sul tram numero 8, e dopo aver intonato “o bella ciao”, è stato aggredito da tre persone, spinto fuori dal tram e picchiato selvaggiamente davanti alla sua famiglia. “Zingaro di merda” gli dicevano distruggendogli la fisarmonica, mentre le persone intorno osservavano indifferenti. Nonostante la fisarmonica distrutta e due mesi di prognosi, Tobbias sarà con noi per intonare la sua canzone preferita, prima della partenza della delegazione del Forum RSC per Agnone, dove insieme al direttore dell’UNAR, Luigi Manconi, alcuni figli e parenti di internati incontreranno le istituzioni locali e i ragazzi delle scuole per ricordare i tempi neri dei campi di internamento per soli “zingari” istituiti in Italia dal regime fascista a partire dall’11 Settembre del 1940.
Auschwitz, la rivolta degli ultimi
Rom e sinti: lo sterminio nazista
Sentenza sul monumento di Affile dedicato al criminale di guerra: parla Emilio Ricci, avvocato dell’Anpi nazionale. Condannati in primo grado sindaco e due assessori in base alla legge Mancino
8 Febbraio 2018
Il testo della sentenza. La soddisfazione dell'ANPI, parte civile nel processo per l'erezione del monumento al criminale fascista
"La sentenza di condanna del Sindaco e degli Assessori del Comune di Affile, depositata il 30 gennaio u.s., è di enorme importanza per tutto il Paese. In un passaggio della motivazione si afferma che "l'esaltazione di un personaggio che incarna l'ideologia fascista è idonea ad offendere o almeno mettere in pericolo i valori democratici della Repubblica". L'antifascismo è il fondamento delle Istituzioni e della convivenza civile. Tutte le organizzazioni, i rappresentanti politici o amministratori pubblici che tentano di riportare in vita la dittatura fascista, minando lo Stato di diritto, si pongono fuori dalla Costituzione e vanno considerati dei criminali. Sia chiaro una volta per tutte"
PRESIDENZA E SEGRETERIA NAZIONALI ANPI
Roma, 8 febbraio 2018
Pubblicata la sentenza di condanna del sindaco di Affile per il sacrario eretto in memoria del criminale di guerra. Una vittoria della Repubblica nata dalla Resistenza. Grande soddisfazione dell’Anpi, parte civile nel processo