Most za Beograd - Un ponte per Belgrado in terra di Bari
Associazione culturale di solidarietà con la popolazione jugoslava
via Abbrescia 97, 70121 BARI - CF:93242490725- tel/fax 0805562663
e-mail: most.za.beograd@...
conto corrente postale n. 13087754

BARI, MARTEDì 23 APRILE
ORE 16.30
AULA "ALDO MORO"
(FACOLTA' DI GIURISPRUDENZA,
PIAZZA C. BATTISTI)

"Il decennio 1990-2000, che l'ONU aveva proclamato
decennio del diritto internazionale, si è aperto
con una guerra in nome del diritto (la guerra del
Golfo) e si è chiuso con una guerra in nome dei
diritti umani (la guerra del Kosovo), così
preparando la guerra al terrorismo che del diritto
e dei diritti umani fa strame". (Salvatore Senese,
"Guerra e nuovo ordine mondiale", in Quale
Giustizia, n. 2/2002)

Guerra al diritto. La barbarie del nuovo (dis)ordine mondiale

Dal Tribunale dell'Aja ai Tribunali speciali
d'eccezione americani per l'operazione Enduring
Freedom, alla negazione dei più elementari diritti
per il popolo palestinese

Relazioni di

Aldo Bernardini
(professore di diritto internazionale, Università
di Teramo, e membro del Comitato Internazionale di
difesa di Milosevic)

Vincenzo Starace
(professore di diritto internazionale, Università
di Bari)

Ugo Villani
(professore di diritto internazionale, Università
"La Sapienza" di Roma)

Fulvio Grimaldi
(giornalista, membro del Comitato Internazionale di
difesa di Milosevic)


L'iniziativa è promossa dall'associazione "Most za
Beograd" in collaborazione con la sezione italiana
del "Tribunale Clark" ed è aperta alle adesioni di
associazioni e social forum



"L'arresto prima, la decisione per l'estradizione
di Milosevic poi, sono intervenuti per una volontà
esterna, su impulso del Tribunale dell'Aja, quel
Tribunale che dovendo giudicare i crimini commessi
nei conflitti jugoslavi, non ha giudicato la
distruzione del diritto compiuta dalla Nato, che ha
violato tutte le norme del diritto internazionale e
del diritto umanitario di guerra, perfino
ammazzando i giornalisti, con il bombardamento
della Televisione jugoslava. Il Tribunale dell'Aja
ha in effetti aperto e subito chiuso l'inchiesta
sulla Nato, non trovando nulla riguardo a cui
procedere. Dunque si tratta della giustizia dei
vincitori.

Ma prima ancora che dalla responsabile della
Procura internazionale dell'Aja, l'arresto era
stato reclamato dall'America di Bush, e con un
ultimatum che scadeva il 31 marzo, giorno in cui è
stato eseguito, in cambio di una elargizione di 50
milioni di dollari, pari a 100 miliardi di lire.
Cento miliardi sono una cifra irrisoria, pari alla
somma che si dice sia stata spesa da Berlusconi per
la sua campagna elettorale per acquistare il potere
in Italia. Cento miliardi per comprarsi la
Jugoslavia, e per venderla, è una cifra irrisoria;
al cambio sono meno di 30 danari. Ed ora
l'estradizione è stata concessa dal governo e dal
Parlamento serbi sotto il ricatto dei Paesi
"donatori", che dovrebbero con un miliardo di
dollari aiutare la Jugoslavia a ricostruire ciò che
essi stessi con la guerra hanno distrutto.

Insomma una taglia su un colpevole. Ma più ancora
una vendetta, per l'unico vero delitto che
l'Occidente non può perdonare, che è il delitto di
aver resistito all'America, e che Milosevic non ha
compiuto da solo. Si uò dire che anche noi, che ci
siamo opposti alla guerra, ne siamo stati complici.
Un delitto che fin troppo a lungo non è stato
perdonato al Vietnam, che non è stato perdonato in
Salvador a mons. Romero e a quanti si sono opposti
al regime voluto dagli Stati Uniti, che non è stato
perdonato a Saddam Hussein e all'intero popolo
iracheno, che continua a pagarne il prezzo in una
guerra che per i vincitori non è mai finita, e in
uno strangolamento che ammazza i bambini e si
perpetua da una generazione all'altra di iracheni,
anche nati dopo i fatti imputati come reato. Dunque
si tratta di una giustizia tribale, che pretende la
vendetta del sangue senza discernimento dei
colpevoli e senza distinzione tra i padri ed i
figli. Una giustizia che, così concepita, è una
vergogna.

Quando dopo una lunga storia di diritti negati e di
popoli calpestati la comunità internazionale ha
riconosciuto e affermato i diritti umani, quando
col patto di Roma si è tentato di istituire un
Tribunale penale internazionale permanente che gli
Stati Uniti si rifiutano di accettare e impediscono
che nasca perché non vogliono sottoporsi ad alcuna
giurisdizione, rivendicando l'impunità dei loro
poteri imperiali, si pensava a una ben diversa
istituzione e sovranità del diritto, si sperava in
una ben diversa giustizia, si intendeva
un'oggettività e un'imparzialità dei giudizi, senza
vendette, senza imputati precostituiti e senza
sentenze manipolate dal potere. Nulla di tutto ciò
si riscontra nel modo in cui Milosevic, come si
dice, viene ora "assicurato" alla giustizia, grazie
a un salario di un pugno di dollari e con il mondo
intorno a fare il tifo come in uno stadio. E' una
brutta pagina per la civiltà del diritto, è
un'ulteriore umiliazione per l'Europa; ed è questo
che vogliamo esprimere con la nostra protesta.

Raniero La Valle, Giovanni Galloni, Antonia Sani,
Vittorio Tranquilli, Teresa Lanzetta, Salvatore
Lumia, Ettore Zerbino, Paola Mutui, Claudio Tosi,
Bemardetta Forcella, Mariarosa Tinaburri (luglio
2001)



"Milosevic, nonostante le sue violente proteste,
verrà condannato a una pena molto severa e passerà
il resto della sua vita in carcere perché così
vogliono "i vincitori": gli Stati Uniti e le altre
potenze occidentali. Il ruolo che gli è stato
assegnato è quello del capro espiatorio. Il
sacrificio collettivo di una vittima, ci ha
insegnato Réné Girard, ha sempre un effetto
redentivo, diffonde sentimenti di sicurezza e
circonda i vincitori di una aureola di trascendente
innocenza. Tutto questo, naturalmente, dovrebbe
avere poco a che fare con le funzioni di un
ordinamento giuridico moderno, nazionale o
internazionale. E non ha nulla in comune con una
politica di pacificazione e di riscatto dei paesi
balcanici.

Ma ciò che conta assai più, dal punto di vista dei
committenti del sacrificio, sono gli esiti
strategici dell'intera vicenda. La cattura, la
degradazione morale e la condanna di Milosevic
contribuiranno a rafforzare anche in questo caso la
strategia imperiale che le potenze occidentali
hanno sempre perseguito con i loro interventi
politici e militari nei Balcani, dal Congresso di
Berlino, nel 1878, a Rambuillet, nel 1999. Il loro
obiettivo è sempre stata la frammentazione
territoriale della regione balcanica e la sua
subordinazione politica ed economica" (Danilo
Zolo, Processo a Milosevic: un giudizio universale
made in Usa , Il Manifesto 08/9/2001)


=====================================================


N.T.P NUOVO TEATRO PRODUZIONI Ass. Cult. Roma

TEATRO DUSE
Via Crema 8

Dal 2 al 12 maggio 2002
Ore 21

TERRAFERMA

Montaggio scenico dei testi inediti in Italia di
MOMCILO M. DJERKOVIC

Traduzione di Tijana M. Djerkovic

Con

Raffaella Bella
Gennifer Joce
Daniele Tamburello

Arrangiamenti musicali originali eseguiti dal vivo da
Stefano Maiorana

Scena, costumi e luci di
Katiuscia Coscia
Giuseppe Marini

Assistente alla regia
Giuseppe Marini

Regia
Tijana M. Djerkovic
Gianni Schena


Con il
PATROCINIO DELL'AMBASCIATA DELLA REPUBBLICA FEDERALE DELLA JUGOSLAVIA

(seguiranno maggiori informazioni)