LA RIVENDICAZIONE

E' da poco uscito il libro "La guerra del Kosovo", di Carlo
Scognamiglio, Ministro della Difesa nel periodo della aggressione
contro la Repubblica Federale di Jugoslavia (1999). Viene da
chiedersi quale sia lo scopo del libro, e delle presentazioni
pubbliche dello stesso che si sono svolte nelle scorse settimane.


*** A che servono libri del genere?

Infatti, rispetto alle cause ed ai fini reali della "guerra del
Kosovo", il libro non fa altro che riproporre luoghi comuni
fuorvianti, a partire dallo stesso titolo: si definisce "guerra"
quella che fu una operazione di tiro a segno da chilometri di
altezza contro obiettivi militari e civili, contro infrastrutture
e centri abitati, contro la popolazione serba ma anche contro i
profughi albanesi-kosovari; e la "guerra", nel titolo, sarebbe
"del Kosovo", laddove viceversa la aggressione ebbe come bersagli
anche i cittadini di insediamenti distanti molte centinaia di
chilometri dal Kosovo, come ad esempio la popolazione di Pancevo,
fatta oggetto di un attacco chimico particolarmente vigliacco,
perche' indiretto e con effetti mortali sul lungo termine,
effettuato attraverso la dispersione intenzionale nell'ambiente
di agenti venefici come il cloruro di vinile monomero,
sprigionatosi dai serbatoi bombardati in concentrazioni fino a
10mila volte superiori alle convenzionali soglie di rischio.
Piuttosto che "del Kosovo", la aggressione fu casomai "PER" il
Kosovo, in quanto mirava tra l'altro ad aggravare la tensione
ed a far esplodere una volta per tutte in modo drammatico la
conflittualita' nella provincia serba, al centro delle mire dei
secessionisti pan-albanesi appoggiati dalla NATO nel quadro
del suo piano strategico per lo squartamento della ex Repubblica
Federativa Socialista di Jugoslavia.

Perche' dunque scrivere ancora, dopo anni di martellante campagna
mediatica mistificatrice, e dopo che tante pubblicazioni inutili
sono gia' uscite sull'argomento, compresa quella del Presidente
del Consiglio dell'epoca, Massimo D'Alema, giustamente subito finita
nel secchio della spazzatura tra i molti libri "politically correct"
assolutamente privi di interesse? E' escluso che il libro di
Scognamiglio possa servire a "precisare i fatti" o a fornire nuove
informazioni; c'e' invece, evidentemente, ancora un bisogno, da parte
dell'establishment, di rivendicare il ruolo specifico avuto in quei
frangenti.


*** La presentazione milanese

Questo e' dimostrato in maniera incontrovertibile da tono e
contenuto degli interventi nei dibattiti di presentazione del
libro. Vediamo brevemente come sono andate le presentazioni di
cui siamo a conoscenza, svoltesi a Milano ed a Roma.

Milano, libreria Rizzoli, 3 giugno. Tra il pubblico erano presenti
alcuni aderenti al Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia,
che ci hanno descritto l'avvenimento nel modo seguente. Nel corso
di due ore di presentazione non è stato detto assolutamente niente
nel merito dei problemi dell'area balcanica, ne' rispetto alla
strategia italiana di penetrazione militare/economica nell'area.
A presiedere l'iniziativa era la direttrice della rivista di moda
"Amica" - quasi a "garanzia" che il livello della discussione
rimanesse sufficientemente basso. Ha fatto una apparizione Enzo
Biagi, che si è fatto fotografare e filmare dalle telecamere della
RAI, e dopo aver salutato i relatori appena giunti se ne è andato
senza rimanere ad ascoltare nemmeno un minuto. "Star" dell'happening
politico-mondano Francesco Cossiga, grande amico e protettore di
Scognamiglio, che tra una battuta triviale e l'altra ("Il bacio tra
Putin e Berlusconi era omosessuale") ha imbonito la platea, composta
da un'ottantina di persone, quasi tutte anziane e ben vestite.
Moltissimi i carabinieri in divisa ed altrettanti gli agenti in
borghese. Tema centrale: i retroscena della "guerra" e soprattutto
della sua preparazione, i problemi per dare all'Italia un governo
che obbedisse agli ordini di Washington e Bruxelles, che non si
facesse scrupoli di ordine legale o morale.

Cossiga ha spiegato che Slobodan Milosevic e' "un tiranno ed un
barbaro", e per lui "era meglio una fucilata di questo tribunale
dell'Aia, che è un'alterazione del diritto". Poi ha detto
che Prodi non ha nessun merito per la entrata dell'Italia
nella zona-Euro; che il capo dei servizi segreti tedeschi e' un
suo amico, "un vero gentiluomo"; e che "erano meglio le sane
dittature comuniste del parlamento democraticamente eletto".

E' dunque intervenuto Armando Cossutta, secondo il quale "il libro
parla delle vicende con precisione". Cossutta ha ribadito di aver
fatto bene a sostenere D'Alema garantendogli la maggioranza di
governo in una fase cosi' difficile, anche al prezzo di spaccare
il Partito della Rifondazione Comunista: nella sua scelta di
distanziarsi dalla guerra e dal governo della guerra, secondo
Cossutta "Bertinotti è stato sostenuto da una piccola pattuglia
trozkista". Paolo Mieli ha espresso a Cossutta la sua solidarieta':
"Solo il modello Cossutta può garantire alla sinistra di essere
credibile, solo di questo modello le persone possono fidarsi".

Scrivi "persone" ma leggi "NATO". Cossutta ha saputo svolgere
assai bene il ruolo affidatogli, nell'ambito della farsa che
per noi italiani sembra commedia ma per altri popoli e' stata
una immane tragedia: il ruolo del reggitore di moccolo, che
ha sostenuto un governo frutto di equilibrismi e giochi di
potere tutti giocati dietro le quinte, all'insaputa del Parlamento
oltreche' dei cittadini, giochi che hanno visto Francesco Cossiga,
per sua stessa ammissione in molteplici occasioni, compresa questa
di cui stiamo relazionando, esserne il regista, il grande esecutore
degli ordini della NATO.

Ha detto esplicito Scognamiglio nel corso della presentazione:
"L'accordo tra me e D'Alema era di NON parlare della guerra per
non suscitare ulteriori difficoltà". Infatti la partecipazione
di un paese ad una guerra non e' cosa di competenza del suo
governo, ne' tantomeno del suo Parlamento, e meno che mai degli
elettori. Siamo in democrazia! Specchietto per le allodole "pacifista"
nella maggioranza, Cossutta raccontava sempre, durante il conflitto,
di avere "pronta in tasca" la lettera in cui annunciava di ritirare
il sostegno al governo, se si fosse dato il via all'attacco di terra -
come se il cecchinaggio dal cielo fosse moralmente migliore della
guerra combattuta sul terreno, alla pari con il nemico. Se la conserva
ancora, Cossutta quella lettera deve custodirla gelosamente: sicuramente
i collezionisti pagherebbero tanti soldoni per entrarne in possesso.
Qualche filatelico forse puo' valutarne il prezzo di mercato.

Ma, secondo Mieli, "queste tre persone [Cossutta, Cossiga e
Scognamiglio! - non certo i bombardati] hanno perso qualcosa,
hanno perso un pezzo della loro vita". La faccia, invece, pare
ce l'abbiano ancora.


*** La presentazione romana

Riportiamo senza commento stralci dall'articolo di Ettore Colombo
("Vita" 14/06/2002) relativo alla presentazione dello stesso libro
svoltasi a Roma dieci giorni dopo quella di Milano.

<<Il picconatore dice "Invademmo un paese sovrano". (...)
La Nato e l'Occidente come Hitler. Il Kosovo come Olanda, Belgio,
Polonia e tutti gli altri Paesi invasi dai nazisti. La similitudine-
choc arriva dal picconatore in persona, l'ex presidente della
Repubblica Francesco Cossiga che punta il dito sulla guerra nei
Balcani, dove ci sarebbe stato un 'assoluto stravolgimento del
diritto internazionale'. Cossiga ha parlato in occasione della
presentazione del libro dell'allora ministro della Difesa
Carlo Scognamiglio sul Kosovo. ''Abbiamo commesso due illeciti
internazionali. Abbiamo invaso un Paese membro dell'Onu, cioè la
Repubblica jugoslava. Abbiamo invaso la Bosnia Erzegovina. Abbiamo
fatto operazioni militari senza dichiarare guerra ad uno Stato
sovrano. Abbiamo proceduto all'occupazione militare di due Stati''.
Questo significa che ''il fine giustifica i mezzi''. (...)>>

La presentazione di Roma e' stata trasmessa su Radio Radicale
(Vedasi:
http://www-5.radioradicale.it/servlet/VideoPublisher?cmd=segnalaGo
New&livello=s7.2.2&file=uni_adriano_0_20020614114106.txt ).
Sul sito della Radio (organo ufficiale della lista Marco Pannella,
in prima fila nella campagna a favore della aggressione del 1999)
si possono ascoltare viva-voce le parole di Cossiga. Egli racconta
tra l'altro che il progetto di attaccare la Jugoslavia era stato
approntato molti mesi prima, tanto e' vero che tutte le alchimie
politiche tese a dare all'Italia un governo "di servizio" risalgono
ad ottobre/novembre 1998... Altro che Racak, altro che Rambouillet!

A Cossiga e' stato chiesto come mai, senza avere incarichi
istituzionali,
egli possa intrattere questi contatti internazionali, tanto da svolgere
in pratica la funzione di agente-in-capo della NATO in Italia. Orbene
Cossiga ha risposto che puo' farlo poiche' all'estero e' noto per aver
combattuto il terrorismo (dice "combattuto", benche' si riferisca alla
gestione piduista del sequestro Moro, all'assassinio di Giorgiana Masi,
ai progetti golpisti della Gladio, eccetera), ed anche per avere
consentito l'installazione dei missili Cruise e Pershing in Sicilia.
In pratica, per essere SEMPRE stato l'agente-in-capo della NATO, degli
interessi americani nel nostro paese. Costantemente al lavoro, sul
crinale difficile tra istituzionalita' ed eversione, tra legittima
lotta politica in difesa dei valori dell'Occidente, del blocco
atlantico, effettuata alla luce del sole, ed attivita' coperte o
addirittura illegali ed anticostituzionali, come nel caso di questa
guerra.

Riprendiamo dal sito di Radio Radicale:
<<Guerra del Kosovo: Conferenza di presentazione del libro di
Carlo Scognamiglio (con Cossiga, Arpino e Tremonti). (...)
Roma, 13 giugno 2002 - "E' un libro molto anglosassone, molto
asciutto", ha esordito Lucia Annunziata, moderatrice della
conferenza di presentazione del libro "La guerra del Kosovo"
di Carlo Scognamiglio. "Un libro che ci dà una descrizione
della guerra" - ha aggiunto la giornalista - "e di quei fatti
tragici da un punto vista sia militare sia degli aspetti
riguardanti gli interventi umanitari" (...)
"Tutto iniziò con una colazione riservata", racconta Francesco
Cossiga, uno degli invitati alla presentazione e indicato
da più parti come il tessitore di quella tela che portò alla
creazione del governo D'Alema con cui l'Italia votò a favore
dell'intervento della Nato nella guerra del Kosovo contro la
Serbia di Milosevic. L'ex presidente della Repubblica ricorda
gli episodi chiave, la caduta del governo Prodi, il tentativo,
vano, di creare un governo di unità nazionale anche con Berlusconi,
e infine il suo appoggio a un esecutivo presieduto dall'ex
segretario dei DS. Ma alla fine aggiunge: "La guerra nel Kosovo
è stata la più grande violazione del diritto internazionale mai
perpetrata che ha cancellato in un colpo solo due principi
fondamentali: la sovranità nazionale e la non ingerenza". (...)
Da quel momento in poi, come ha ancora ricordato lo stesso
Cossiga, l'Italia è stata invitata a far parte del ristretto
direttorio dei 5 all'interno della Nato. (...)
"Anche grazie alla guerra del Kosovo" - ha affermato il generale
Arpino, terzo invitato alla presentazione, ed ex capo di stato
maggiore all'epoca del governo D'Alema - "l'aeronautica ha
riavuto quella credibilità che da Ustica in poi aveva decisamente
perso agli occhi dell'opinione pubblica e dei politici". (...)
"Ho riportato esclusivamente ciò che ho visto" - ha detto Carlo
Scognamiglio "cose che ho vissuto realmente. E posso dire che
la guerra del Kosovo per l'Italia è stata un vero successo".>>


*** Un vero successo!

Vale a dire: abbiamo commesso azioni illegali, abbiamo stravolto
la Costituzione ed il diritto internazionale, abbiamo commesso
atti analoghi a quelli dei nazisti, e lo rivendichiamo. Tutte le
"anime belle", che hanno parlato di "dolorose necessita'"
oppure di "guerre umanitarie", in realta' sono state complici
di crimini: D'Alema e Cossutta sono stati complici, tra gli
altri, e sono dunque dei criminali, come noi, anche se nessuno
di noi verra' mai giudicato, perche' noi abbiamo la forza
delle armi dalla nostra parte, e l'unica legge che vale per
noi e' la legge della violenza.
Dunque la beffa, dopo il danno: la beffa ai danni del paese, delle
sue leggi e della sua cittadinanza, ma anche la beffa ai danni del
centrosinistra, il "servo stupido" di tutta la vicenda, reso
complice, e che dunque oggi non ha piu' nessun titolo o strumento
per fermare la deriva guerrafondaia in cui siamo precipitati.

Cossiga e Scognamiglio rivendicano per quei fatti, in maniera
esplicita e senza infingimenti, la responsabilita' propria
e dei loro alleati piu' o meno consapevoli. Guardandoti in faccia
ti dicono: i convogli di profughi li abbiamo bombardati noi, la
Costituzione l'abbiamo stracciata noi, l'uranio nella verdura agli
operai di Kragujevac gliel'abbiamo messo noi, la vera pulizia etnica
in Kosovo la abbiamo fatta noi dal 1999 in poi. E che nessuno
si azzardi a chiederci conto, perche' ci avanzano ancora tante
pallottole, e ne abbiamo per tutti, all'occorrenza: per i
magistrati come per i pacifisti, per le "sinistre" come per i
giornalisti. Siamo in democrazia, bellezza... Ed anzi, ne
abbiamo tanta, di democrazia, che la esportiamo all'estero, ad
esempio in Jugoslavia, gratis, distribuita alla cittadinanza giu'
dagli aereoplani.


Italo Slavo