Subject: Ammissione di colpevolezza di W. Petrich
Date: Wed, 3 Jul 2002 20:28:29 +0200
From: "Sergio"
To: <jugocoord@...>

Ieri si e' presentato l'ex "vicere" di Bosnia al processo a
Milosevic.
Il punto principale verteva sul NON accordo di Ramboullet e
sulle sue implicazioni. E' li' che e' successo un fatto INCREDIBILE
e ancora piu' incredibile che i media non l'hanno riportato in
prima pagina.
Petrich ha in sostanza ammesso indirettamente che per
implementare l'accordo politico di autonomia del Kosovo,
le truppe Nato intendevano occupare tutta la Yugoslavia.
Non con queste precise parole evidentemente, ma i fatti sono
i seguenti:
All' incalzare di Milosevic sul contenuto del famigerato
"Emendamento B" che prevedeva in sostanza l'incontrollato
passaggio e uso delle truppe NATO su tutto il territorio jugoslavo
(terra,mare,cielo) nonche' l'uso incondizionato e gratuito
delle infrastrutture che si rendessero necessarie e
l'affrancamento da azioni giudiziarie della magistratura
jugoslava nei confronti del personale NATO per qualsivoglia reato,
il Petrich nega che l'intenzione fosse di occupare la Jugoslavia.
Senonche' nel tentativo di giustificare questo documento,
dichiara - pestandosi i piedi con la zappa:
Queste disposizioni sono le stesse che sono state applicate
in Bosnia con l'accordo di Dayton e sono state semplicemente
trasposte nell'accordo di Rambouillet, dato che si
voleva seguire lo stesso modello. E aggiunge: Se lei, Milosevic,
ha firmato a Dayton, poteva firmare la stessa cosa a Rambouillet
ed avrebbe cosi evitato i bombardamenti.

Ora, anche i bambini sanno che la Bosnia NON e' un Paese
sovrano ma un PROTETTORATO e quindi il "buon" Petrich ha AMMESSO
che l'intenzione della NATO era di trasformare la libera e
sovrana Jugoslavia in un PROTETTORATO, magari amministrato
dallo stesso Petrich.
Un "cane di nazionalita' serba" ce l'ha gia', come ebbe a
dichiarare a suo tempo al Kurier, ma forse era per lui
poco, e gli serviva un intero Paese al suo comando.

Sergio


===*===


ROSSO XXI°

Periodico del Movimento per la Confederazione dei Comunisti
http://www.confederazionecomunisti.it/ROSSOXXI.htm
N° 11 - GIUGNO 2002

A proposito del processo dell?Aja

DOPO BARON K.F.H. VON MUNCHAUSEN

Un proverbiale narratore di storie esagerate
(prima parte)

Stephen Gowans


Vigliacco. Uno che dimostra o la da vinta all?ignobile
paura.
Se Carla Del Ponte, il capo procuratore dell?Aia,
fosse un pezzo di cioccolata, non assomiglierebbe
tanto alla cioccolata del suo paese nativo, la
Svizzera, quanto ad una barretta di Ex-Lax, la finta
cioccolata lassativa prodotta in America, il cui unico
proposito è quello di tirare fuori abbondanti quantità
di merda.
Ma che cos?è il Tribunale dell?Aia se non merda? E
Americano?
Del Ponte ha detto: ?Ogni individuo, irrispettoso
della sua posizione, del suo grado o del potere che
detiene, può essere portato di fronte alla giustizia
per crimini di guerra, crimini contro l?umanità e
genocidio?. [1]
Questo, per segnare l?apertura del processo all?ex
presidente della Jugoslavia, Slobodan Milosevic, che,
illegalmente rapito e trasportato all?Aia (sfavillanti
canti di vittoria sulla stampa occidentale su come
l?autorità della legge sia stata rivendicata) deve
rispondere alle accuse di crimini di guerra, crimini
contro l?umanità e genocidio.
Va di moda tra la sinistra americana, o una gran
maggioranza di quella che viene chiamata la sinistra
americana, dire ?Se fosse vero che tutti i capi di
Stato possono essere portati davanti alla giustizia,
allora Clinton, Blair, Schroeder, Albright, Fischer e
una lunga lista di capi della NATO, sarebbero seduti
al banco degli imputati con Milosevic?.
Che i capi della NATO dovrebbero sedere al banco degli
imputati è abbastanza vero.
Come scrisse John Laughland nel Guardian del 16
Febbraio ?è sempre stato ovvio che gli attacchi della
NATO alla Jugoslavia erano illegali sotto il sistema
del dopo guerra basato sulle Nazioni Unite. Non solo
erano attacchi non approvati dal Consiglio, ma il
Consiglio non è stato neanche consultato?.
È sicuro che i capi NATO non dovranno rispondere per i
loro crimini contro la pace. Chi li costringerà? Per
prima cosa, loro hanno creato il tribunale, hanno
stabilito i pubblici ministeri, hanno provveduto al
personale e fornito una parte del bilancio del
Tribunale. È una loro creazione.
Il Tribunale riceve inoltre aiuto dall?Open Society
Institute di George Soros.[2] Società ?aperta? come
mercato aperto, come non comunista e non socialista,
come non somigliante al modello dell?economia
jugoslava sotto il comunismo e il Partito Socialista
di Milosevic. Il socialismo di Milosevic è poco
trattato dai media, se non per fare due più due e la
risposta è quattro piuttosto che cinque e il nome di
Allende salta immediatamente in mente.
Ma c?è anche un?altra ragione per cui i capi NATO non
risponderanno alle accuse per aver violato la carta
della Nazioni Unite, per aver rifiutato di consultare
il Consiglio di Sicurezza e per essersi elevati al di
sopra delle leggi internazionali. Il Tribunale
dell?Aia non ha la giurisdizione per perseguire i
crimini contro la pace. Infatti, non c?è nessun
crimine contro la pace, che erano le basi di
Norinberga e la Carta delle Nazioni Unite. Tutto
questo è stato buttato giù da Blair e Clinton, che
hanno dichiarato un nuovo ordine mondiale, nel quale
la NATO, o più probabilmente gli USA, possano
intervenire quando gli pare negli affari interni di
qualsiasi Stato sovrano.
John Laughland ha detto che questo fu adombrato dai
nazisti: ?come i globalisti di oggi, i nazisti
dichiararono che le realtà economiche erano cambiate e
che, per questo, le grandi potenze potevano avere il
diritto legale di interferire negli affari interni di
nazioni più piccole situate nella loro sfera
d?influenza?.
?Secondo la teoria nazista del ?grande spazio?, ha
continuato Laughland, ?la sovranità dello stato era
una falsa invenzione del liberismo materialistico? o,
in termini moderni, è una falsa invenzione dei capi
che vogliono un riparo dietro al quale possano violare
i diritti umani, costruire armi di distruzione di
massa, o dar rifugio a Osama Bin Laden.
Il punto di vista preferito dalla sinistra di Chomsky
è che Milosevic è un piccolo delinquente, un uomo da
non stimare che ha fatto qualcosa di male, ma non così
male come hanno fatto i capi NATO. I delinquenti veri
vivono a Washington e a Londra.
Milosevic è davvero un delinquente, anche piccolo,
come dice questa versione? Sarò onesto. Non lo so. Ma
so che di solito si dovrebbe avere una base per
accusare qualcuno, qualcosa in più che un?accusa
infondata fatta da qualcun altro. Ma troppo spesso gli
articoli di giornale sono presi per veri, anche da chi
ha speso molto del suo tempo a scrivere sulla
non-obiettività dei media. E quello che ho visto da
Del Ponte assomiglia a quello che Tony Blair ha
mandato in giro attraverso una testimonianza pubblica
come ?indiscutibile? evidenza dell?ideazione e
direzione di Osama Bin Laden dell?11 settembre,
vecchie storie basate su insinuazioni, dicerie e
conclusioni illegittime. In altre parole, accuse senza
sostanza.
Ammettiamo che Milosevic abbia usato il suo discorso
del 1989 come un ?Campo Kosovaro? per portare i serbi
in un impeto ultra-nazionalista. Il tribunale ha fatto
in modo di tirarlo fuori nella prima udienza. È una
buona storia. Ma è l?unica cosa che è, una storia,
ripetuta dalla stampa, e adesso presa dal tribunale.
Ma è una finzione.[3]
Strana cosa. La stampa prima aveva riportato la storia
correttamente, ma dopo l?ha rigirata, proprio nel
momento che la NATO stava bombardando ospedali,
fabbriche, stazioni, case, ambasciate e uccidendo
centinaia di serbi. Che quella NATO volesse creare il
mito di un orribile ultra-nazionalismo per distogliere
le critiche sui bombardamenti è difficile da non
considerare.
Il 29 Giugno 1989, il giorno dopo il discorso
vergognoso, che fa dire al tribunale che Milosevic è
un demagogo dell?ultra-nazionalismo, The Indipendent
ha riportato: ?Non c?è posto più appropriato che
questo campo del Kosovo per dire che accordo e armonia
in Serbia sono vitali alla prosperità della Serbia,
nonostante le differenze di nazionalità o religione,
ha detto Milosevic. Tolleranza reciproca e
cooperazione erano anche un sine qua non per la
Jugoslavia: ?Armonia e relazioni sulla base
dell?uguaglianza sono le condizioni per la
sopravvivenza del popolo jugoslavo?.
The Indipendent ha aggiunto: ?Milosevic ha parlato di
tolleranza reciproca nel costruire una ricca e
democratica società ponendo fine alla discordia che
aveva portato la Serbia ad essere sconfitta dai turchi
sei secoli fa.? Lo stesso giorno, la BBC ha riportato:
?Parlando alla folla, Milosevic ha detto che i serbi
dovrebbero aiutare gli altri a liberarsi ogni volta
che potessero, e non hanno mai sfruttato il vantaggio
di essere una grande nazione né contro gli altri né
per se stessi?. ?Ha aggiunto che la Jugoslavia era una
comunità multi-nazionale?, la BBC ha continuato, ?che
poteva sopravvivere solo se ci fosse stata la completa
uguaglianza per tutte le nazioni che vivono in essa?.
Dodici anni dopo, il 1° Aprile 2001, la BBC ha
cambiato la storia, proclamando che Milosevic aveva
?radunato un milione di serbi nel campo di battaglia
per comunicare di prepararsi alla battaglia?. La BBC
non era sola. I giornali che avevano originariamente
detto che il discorso di Milosevic era conciliatorio,
successivamente dissero che aveva fatto un discorso
ultra-nazionalista.
Il 3 Giugno 1999, con una gran parte della Serbia
rovinata dai bombardamenti NATO, The Economist
riportava: ?Ma è il nazionalismo primitivo,
fiancheggiato da un mito deludente dei serbi come
vittime perenni, che è divenuto il salvatore di Mr.
Milosevic (quando il comunismo è crollato nell?Unione
Sovietica) e la sua nemesi. Era un eccitante e
virulento discorso nazionalista quello che ha fatto in
Kosovo, nel 1989, riferendosi alla battaglia suicida e
coraggiosa contro i turchi (Principe Serbo Lazer)
quando la vecchia guardia serba sembrava essere in
pericolo di estromissione. Adesso lui è diventato
vittima della sua stessa propaganda.?
Il 9 Luglio, l?edizione internazionale del Time ha
riportato: ?Era il giorno di San Vito, una data che ha
caratterizzato la storia serba, coincidenza di mito e
stranezza. Il 28 Giugno 1389, gli invasori Ottomani
sconfissero i serbi nella battaglia di Kosovo; 525
anni dopo, un giovane nazionalista serbo assassinò
l?Arciduca austro-ungarico Francesco Ferdinando,
accendendo il conflitto che portò alla Prima Guerra
Mondiale. Ed era il giorno di San Vito 1989, quando
Milosevic stimolò l?entusiasmo di milioni di serbi per
un sentimento nazionalistico, con un discorso che
segna la sua ascesa al potere?.
Il 28 Luglio, quando si levavano domande sui 78 giorni
dei bombardamenti NATO, il New York Times scrisse:
?Nel 1989 il serbo Slobodan Milosevic arrivò con
l?elicottero nel campo dove 600 anni prima i turchi
avevano sconfitto i serbi nella Battaglia di Kosovo.
In un fervente discorso ad un milione di serbi, ha
galvanizzato la passione nazionalista che due anni più
tardi sfociò nel conflitto dei Balcani?.
Gregory Elich, un ricercatore e scrittore, ha deciso
di controllare la descrizione dei media in opposizione
alla trascrizione dei discorsi di Milosevic.[4]
Controllando una traduzione del governo USA, Elich ha
scoperto che i media (e adesso il Tribunale)
riportavano la storia in modo completamente sbagliato.
Non solo Milosevic non ha provocato un fervore
nazionalistico, ma ha fatto l?opposto, come la stampa
aveva riportato i giorni dopo il discorso.
Nel campo di Kosovo Milosevic ha detto ?La Serbia non
ha mai avuto solo serbi che vivono in essa. Oggi, più
che nel passato ci vivono membri di altre genti e
nazionalità. Questo non è uno svantaggio per la
Serbia, anzi sono convinto che è un vantaggio.
Composizioni nazionali di quasi tutti gli stati del
mondo oggi, specialmente quelle più avanzate, stanno
cambiando in questa direzione. Cittadini di diverse
nazionalità, religioni e razze stanno vivendo insieme
sempre più frequentemente e sempre con maggior
successo.? [5]
Questo difficilmente sembra un appello ad un
nazionalismo pieno d?odio.
Milosevic ha continuato: ?Eguali e armoniche relazioni
tra la popolazione jugoslava sono necessarie
condizioni per l?assistenza della Jugoslavia e
affinché possa riuscire a trovare una via d?uscita
dalla crisi e, in particolare, per la sua prosperità
economica e sociale. In base a questo la Jugoslavia
non sta al di fuori del contesto sociale del mondo
contemporaneo, particolarmente quello sviluppato.
Questo mondo è sempre più marcato da tolleranza
nazionale, cooperazione nazionale, e anche uguaglianza
nazionale. L?economia e la tecnologia moderna, come lo
sviluppo politico e culturale, ha guidato molte
persone vicino a se stesse, le ha fatte diventare
interdipendenti e sempre più uguali. Uguali e uniti i
popoli possono diventare parte della civiltà nella
quale l?umanità si sta dirigendo.?[6]
Allora, come ha fatto il Tribunale dell?Aia ad
arrivare all?idea che Milosevic ha usato il suo
discorso nel Campo del Kosovo, per trasformarsi da
dirigente comunista al virulento serbo nazionalista,
teso a costruire una ?Grande Serbia?? Si è per caso
basato sulle imprecise relazioni della stampa per la
sua ricerca? I suoi ricercatori hanno mai veramente
letto il discorso di Milosevic nel Campo del Kosovo? O
hanno semplicemente girato la storia per giustificare
l?intervento della NATO? Pensiamo al rappresentante
della NATO Jamie Shea per una risposta.
?Non è Milosevic che ha concesso al Justice Arbour il
visto per investigare nel Kosovo. Se alla sua corte,
come noi vogliamo, è permesso di investigare, sarà
così grazie alla NATO, quindi la NATO è amica del
Tribunale. Le nazioni della NATO sono quelle che hanno
provveduto a finanziare il Tribunale, quindi noi siamo
tra i maggiori finanziatori.?[7]
La NATO ha fondato il Tribunale, fornisce il suo
staff, ha scelto i pubblici ministeri e gli porta le
prove. La sua ovvia parzialità, il suo motivo per
mentire (per giustificare l?intervento della NATO) e
la sua dimostrata voglia di mentire (l?ovvia mendacità
di Del Ponte su qualsiasi capo che sta all?opposizione
che può essere portato a corte per rispondere di
crimini contro l?umanità), dovrebbe come minimo
mandare un segnale che può essere, forse, che i
crimini attribuiti a Milosevic sono stati creati.
Stranamente, questo segnale non è stato considerato da
quella che viene chiamata la sinistra di Chomsky.
Invece, Chomsky e i suoi discepoli hanno accettato
molte delle accuse fatte dalla stampa e dal Tribunale
senza preoccuparsi di esaminarle, o almeno senza
preoccuparsi di metterle in discussione. Prendiamo per
esempio Edward Herman, che scrive brillantemente
sull?ipocrisia di Washington. La messinscena di
Herman, se così vogliamo chiamarla, è dire: ?Sì, sì,
Milosevic (inserire qui ogni leader demonizzato da
Washington) è un delinquente, ma Clinton (inserire
qualsiasi leader americano di gradimento) è un
delinquente più grosso?.
Herman ha recentemente scritto che ?l?uccisione nel
1982 a Sabra e Shatila di palestinesi disarmati, dagli
800 ai 3.000, principalmente donne e bambini, è
paragonabile dalle 20 alle 50 volte i morti nel
massacro di Racak, che provocò i bombardamenti della
NATO sulla Jugoslavia,? continuando su questo, ?i capi
americani e i loro alleati (in questo caso Sharon)
sono peggio degli ufficiali nemici dell?America? (in
questo caso Milosevic, che è apparentemente ritenuto
responsabile del massacro di Racak).[8]
Ma ci sono tre problemi su questo:

1.Non è certo che l?episodio di Racak ?provocò i
bombardamenti della NATO sulla Jugoslavia?, come
Herman si è espresso, non più di quanto il caso
del Golfo di Tonkin provocò i bombardamenti
americani sul Vietnam del Nord. Racak fu un
pretesto, non un evento provocante, punto
trattato in altre occasioni da Herman.
2.Mentre Milosevic viene ritenuto responsabile per
i morti a Racak, i media sono stati veloci a far
notare che la pulizia etnica e gli omicidi
portati avanti dagli albanesi in Kosovo contro
la minoranza serba non è, da sé, una prova che
la forze dalla NATO siano complici nei crimini.
Sì, le atrocità sono state eseguite sotto il
naso della NATO, osservano i media, ma questo
non significa che la NATO permetta che accadano,
o li approvi, o li faciliti. D?altra parte,
Milosevic è considerato responsabile
dell?accaduto a Racak. Se questo è successo deve
essere perché Milosevic ne dispose gli ordini, o
acconsentì che accadesse, prosegue il
ragionamento, un esempio della sbalorditiva
ipocrisia che si penserebbe che Herman abbia
colto. Milosevic è stato giudicato da regole
diverse.
3.Esistono sostanziali motivi per dubitare che un
massacro sia mai avvenuto a Racak, e buone
ragioni per sospettare che l?avvenimento fu
studiato per offrire un pretesto per i
bombardamenti della NATO.

La storia ufficiale andò così: il 15 gennaio 1999,
alcuni poliziotti serbi entrarono nel villaggio
kosovaro di Racak, una roccaforte della KLA, e
uccisero uomini, donne e bambini a breve distanza di
tiro, dopo averli torturati e mutilati.
Spaventosamente, si dice che i poliziotti serbi sono
stati festosamente fischiati come arrivarono, per il
loro lavoro di massacro degli abitanti del
villaggio.[9]
Fu un dramma orribile, sicuro di suscitare
l?indignazione mondiale, e così fu.
La Segretaria di Stato USA Albright, così ansiosa di
grattare il suo dito permanentemente pruriginoso,
quanto il suo capo era ansioso di grattare i suoi
illimitati pruriti sessuali, ha voluto che la
Jugoslavia fosse bombardata immediatamente. Albright,
come una bambina dolorosamente contando le ore che
mancano a Natale, doveva aspettare fino a dopo il
rifiuto di Milosevic dell?ultimatum della NATO a
Rambouillet per avere ciò che voleva.
Bill Clinton per non essere da meno nell?esprimere
indignazione, ha detto: ?Dovremmo ricordare cosa è
successo al villaggio di Racak? uomini innocenti,
donne e bambini sono stati presi dalle loro case e
portati in una fossa, obbligati a chinarsi nel fango e
uccisi a colpi di pistola - non per qualcosa che
avevano fatto ma per quello che erano?.[10]
Ma il quotidiano francese Le Monde ha dubitato
dell?autenticità del massacro. Il 21 gennaio del 1999,
pochi giorni dopo l?incidente, ha riportato che
un?Associazione di Stampa e Tv ha filmato una
sparatoria a Racak tra la polizia serba e i
guerriglieri della KLA. Gli operatori erano presenti
perché i serbi li avevano avvisati che stavano per
entrare nel villaggio per arrestare un uomo, accusato
di aver sparato ad un ufficiale di polizia. Erano
anche presenti due squadre di osservatori
internazionali. Sembra dubbio che se stai per fare un
massacro inviti la stampa - e gli osservatori
internazionali - per guardare.
Il filmato mostrava che quando i serbi entravano a
Racak venivano accolti da colpi d?arma da fuoco dai
guerriglieri del KLA posizionati sulle colline
circostanti. L?idea che la polizia potesse scavare una
fossa e uccidere gli abitanti del villaggio a distanza
ravvicinata mentre subivano gli spari dei
guerriglieri, creava dei problemi a Le Monde. Allo
stesso modo, gli osservatori entrando nel villaggio
per accertarsi dei danni e intervistare gli abitanti
dopo lo scontro a fuoco non hanno visto nessun segno
del massacro. Per di più gli abitanti stessi non hanno
fatto parola riguardo al massacro.
Era solo passato un giorno quando il delegato di
Washington in Kosovo, William Walker, tornò seguito
dalla stampa - su invito del KLA - che trovò la fossa
comune piena di cadaveri. È possibile che la polizia
sia tornata dopo la sparatoria con il KLA quando gli
osservatori e la TV erano andate via mettendo in atto
il massacro coperti dal buio della notte?
Sembra improbabile. Racak è una roccaforte del KLA. La
polizia serba aveva già scoperto che se avessero
dovuto entrare nel villaggio avrebbero dovuto
affrontare i guerriglieri o quelli che Washington
chiamerebbe terroristi, se la situazione fosse
capovolta. Come avrebbero potuto torturare, mutilare e
uccidere a sangue freddo gli abitanti del villaggio,
mentre venivano attaccati ripetutamente dal fuoco del
KLA?
E perché, si è chiesto Le Monde, c?erano così pochi
segni di bossoli e sangue nella fossa?
In aggiunta all?inattendibilità della dichiarazione,
lo scorso febbraio un rapporto fatto da una squadra di
legali finlandesi che ha indagato sull?episodio, su
incarico dell?Unione Europea, ha riportato che nessuno
dei corpi era stato mutilato, che non esisteva nessuna
evidenza di torture e che soltanto a uno avevano
sparato a bruciapelo - tutto in disaccordo con la
versione ufficiale.[11]


[1] Deutshce Press-Agentur, 11 febbraio 2002
[2] Vedi Jared Israel, relazione ufficiale del
Tribunale dell?Aia appartenente alla NATO,
http://www.tenc.net\docs\h-list.htm
[3] Francisco Gil-White, professore di psicologia
all?Università di Pensilvania e membro del Centro di
studi sui conflitti etnopolitici, Solomon Asch, ha
esaminato la deposizione di Milosevic sul Kosovo. Vedi
http://emperors-clothes.com\milo\gw.htm
[4] Discorso di Milosevic, Campo Kosovo, 28 giugno
1989. Vedi
http://www.swans.com\library\art8\smilos01.html
[5] Ibid
[6] Ibid
[7] 17 maggio 1999 trascrizione della conferenza
stampa della NATO di Jamie Shea & Generale W.Jertz a
Bruxelles. Vedi http://www.icdsm.org\more\belongs.htm
[8] Edward Herman, Final Solution in the Occupied
Territories
http://www.zmag.org\susteiners\content\2002-02\11herman.cfm
[9] vedi anche Stephen Gowans, Sortine Through the
Lies of the Racak Massacre and other Myths of Kosovo,
Media Monitors Network http://www.
Mediamonitors.net\gowans1.html
[10] 19 marzo 1999 citato in FAIR: Media Advisory, un
aggiornamento su Racak 18 luglio 2001
http://www.fair.org\press-relises\racak-update.html
[11] FAIR: Media Advisory, un aggiornamento su Racak
18 luglio 2001
http://www.fair.org\press-relises\racak-update.html



(URL: http://www.confederazionecomunisti.it/
Dopo%20Baron%20KFH%20von%20Munchausen.htm )