> http://www.voceoperaia.it
organo telematico settimanale di Direzione 17

Processo dell'aja
MILOSEVIC SBUGIARDA GLI IMPERIALISTI

di John Catalinotto
Da Workers World, n. 55 del 6 giugno
2002 - ww@...
Traduzione italiana di fokista@...


Quale la relazione tra la <<guerra
senza fine al terrorismo>> di
Washington, l'espansione della Nato, e
il cosiddetto processo per crimini
di guerra che si sta svolgendo in
Olanda nei confronti di Slobodan Milosevic?

Se non fosse stato per il viaggio
europeo di Bush, è probabile che ci si
sarebbe dimenticato come l'alleanza
militare della Nato sia ancora attiva.
Sebbene agli elementi più aggressivi
dell'amministrazione Bush sarebbe
piaciuto evitare ogni consultazione
con i propri alleati atlantici,
Washington mantiene ancora una strategia
Nato.
Questa strategia mira al completamento
di una nuova colonizzazione
dell'Europa Orientale e della vecchia
Unione Sovietica. L'espansione della
Nato ha questo obiettivo mentre
mantiene l'Europa Occidentale legata a
sé come "senior partner"
dell'imperialismo statunitense.
Gli analisti del Pentagono hanno reso
pubblica tale strategia lasciandosi
sfuggire un documento ai media nel
1992. Questo documento, pubblicato dal
New York Times a marzo, dimostra
chiaramente come Washington cerchi di
ottenere l'egemonia in ogni regione, e
come abbia intenzione di mettere in
atto tale politica in Europa
attraverso la Nato.
La Jugoslavia è stato l'ultimo dei
paesi ex-socialisti a resistere
all'espansione verso est della Nato.
Gli Stati Uniti e la Nato hanno
bombardato il governo di Belgrado con
l'obiettivo di occupare la provincia
del Kosovo nel 1999. Inoltre
l'Occidente ha organizzato un vero e
proprio colpo di stato per rovesciare dal
governo il Partito Socialista
nell'ottobre del 2000.

La penetrazione ad est della Nato

Nel 1991, gli Stati Uniti e la Nato
non avevano basi in Europa Orientale.
Nel Balcani c'erano solamente le basi
della Grecia, paese membro della
Nato. Nell'arco di dieci anni di
guerre e sovvertimenti contro la
Repubblica Jugoslava, il Pentagono è
riuscito a piazzare i suoi militari in
Bosnia, Kosovo, Macedonia, Albania,
Croazia e Bulgaria. L'Ungheria, la
Repubblica Ceca e la Polonia divennero
membri della Nato giusto in tempo
per prestare aiuto agli attacchi
alla Jugoslavia.
A partire da quella catastrofe, i
regimi favorevoli al capitalismo di
tutti gli altri paesi che un tempo fecero
parte del blocco sovietico - con
l'eccezione della Bielorussia - hanno
chiesto a gran voce di potersi
congiungere all'alleanza imperialista.
Da novembre, la Nato può chiedere
l'allargamento per la Slovenia,
l'Estonia, la Lettonia, la Lituania,
la Romania, e in più, forse, anche per
la Slovacchia. Ne hanno fatto
richiesta anche l'Albania, la Macedonia e la
Croazia, mentre l'Ucraina lo farà a
luglio. I leader di questi paesi sono ben
felici di concedere all'imperialismo
occidentale quella sovranità ristretta
che era rimasta loro dopo la
"globalizzazione" delle loro economie
nazionali, ovvero dopo essere state
integrate dal mercato mondiale
imperialista.
Considerano l'appartenenza alla Nato
come una garanzia militare contro
sollevamenti di massa a favore del
socialismo. Ma il loro già scarno
bilancio nazionale dovrà ora essere
utilizzato per l'acquisto di armamenti
di fabbricazione statunitense invece
che stanziare fondi per la sanità,
l'educazione ed il welfare.
La guerra americana all'Afghanistan e
le nuove basi militari americane
in Uzbekistan, Tajikistan e Kyrgizstan
sono stati dei passi di
ricolonizzazione dell'Asia Centrale e
del Medio Oriente. In modo simile, la
guerra alla Jugoslavia e l'espansione
della Nato ha trasformato le vecchie
Repubbliche socialiste ed indipendenti
in neocolonie.

La Conferenza di Bagdad difende Milosevic

Dalla metà di febbraio, Slobodan
Milosevic, che era presidente della
Jugoslavia quando quel paese cercava
di resistere all'aggressione degli
Stati Uniti e della Nato, è sotto
processo di fronte alla corte dell'Aja,
accusato di crimini di guerra e di
genocidio durante le guerre civili in
Kosovo, Bosnia e Croazia.
Sebbene la corte pretenda d'essere
imparziale, è stata istituita dalle
potenze Nato per processare solamente
esponenti dalla vecchia Jugoslavia
per crimini di guerra. I crimini degli
Stati Uniti e della Nato rimangono
opportunamente al di fuori della
giurisdizione della corte.
La settima sessione del Comitato di
Controllo e di Coordinamento della
Conferenza di Bagdad, svoltasi dal 7
al 9 maggio, ha prodotto non solo
delle dichiarazioni in condanna della
globalizzazione ma ha anche difeso
Milosevic contro questa corte. La
Conferenza si componeva di 160
rappresentanti di 90 partiti politici
ed organizzazioni da più di 40 paesi,
inclusi tutti gli stati arabi.
Ciò che rende questo dato interessante
è che mentre Milosevic è stato
accusato soprattutto per crimini
contro le popolazioni musulmane del
Kosovo e della Bosnia, queste accuse non
hanno confuso i rappresentanti di paesi
che sono per la maggior parte musulmani.
La conferenza ha adottato una
dichiarazione che afferma di <<non
riconoscere la legalità del tribunale
perché politicamente motivato ed
illegalmente costituito>>, che
solamente la popolazione Jugoslava è
competente per giudicare una qualsiasi
questione concernente la Jugoslavia,
e che <<il presidente Milosevic
dovrebbe essere immediatamente
rilasciato dalla detenzione illegale.>>
In un'altra conferenza, tenuta dallo
European Peace Forum ad Atene dal 17
al 19 maggio, i partecipanti di 20
paesi hanno riconosciuto come il
processo a Milosevic fosse stato non
solo un attacco individuale ma anche
un attacco rivolto ad <<un individuo,
che, per numerose ragioni, è divenuto
il simbolo della resistenza alla
bellicoso politica Nato d'interferenza
negli affari interni della Jugoslavia
e alla guerra della Nato.>>
Secondo questa coalizione pacifista:
<<Agli occhi della Nato, questa guerra
sarà vinta, e sarà compiuto anche lo
smembramento della Jugoslavia,
solamente se e quando questo simbolo
sarà discreditato.>>

Milosevic si difende da solo

In altre parole, gli Stati Uniti e la
Nato hanno progettato all'Aja un
processo-vetrina per screditare e
punire Milosevic, e con ciò screditare
l'intera resistenza jugoslava. Ma
Milosevic li ha sorpresi. Si è rifiutato
di riconoscere l'autorità della corte
e sta imbastendo una dura difesa
politica e legale.
Nella sua dichiarazione iniziale, in
febbraio, il leader Jugoslavo ha
rovesciato politicamente contro la
Nato le sue accuse. Ha illustrato
l'attività disgregativa dell'imperialismo
tedesco nel riconoscere ed
incitare quegli elementi che tentavano
di separarsi dalla Jugoslavia,
fomentando così la guerra civile. Ha
poi descritto come gli Stati Uniti
abbiano infine guidato la Nato in una
guerra criminale che ha significato
78 giorni di bombardamento ad alta
tecnologia alle infrastruttura nazionali
ed ucciso o ferito migliaia di civili.
L'accusa ha presentato in seguito dei
testimoni che hanno cercato di
dimostrare la colpevolezza di
Milosevic per crimini di guerra. Il
quotidiano italiano Il Manifesto ha
riportato il 27 febbraio che attraverso
il suo controinterrogatorio Milosevic
ha screditato cinque testimoni nelle
prime due settimane del processo.
Milosevic ha continuato a sfidare
tutti i testimoni nel suo
controinterrogatorio. Alcuni hanno
dovuto ritrattare le proprie
dichiarazioni. Altri hanno dovuto
ammettere d'essere legati a gruppi come
l'UCK (l'Esercito di Liberazione del
Kosovo) che ha combattuto duramente
contro l'autorità con armi fornite
dagli Stati Uniti e dalla Germania.
Durante tutto questo, il Partito
Socialista di Serbia non era più al
potere. Milosevic preparava la sua
difesa in una cella di 3 metri per 4,5
con l'unico supporto di una linea
telefonica incerta. Ciononostante è stato
capace di preparare la difesa grazie
ad un forte appoggio fornito da
ricercatori ed esperti in Serbia che
simpatizzavano con la sua resistenza,
se non sostenevano direttamente la sua
politica. Già questo è stato un
segnale che all'interno della
Jugoslavia lo spirito di resistenza
all'imperialismo non è scomparso.
Perfino i suoi nemici politici sono
stati costretti a riconoscere nei media
che Milosevic stava ottenendo
solidarietà ed aiuto, specialmente in
Serbia, ma anche dovunque i suoi argomenti
hanno ottenuto visibilità. Un articolo
del primo marzo sul San Francisco
Chronicle che <<i serbi che seguono il
processo dicono che Milosevic stia
vincendo.>>
Con uno staff di 1100 uomini e tutto
il potere della Nato a sostegno, gli
accusatori del Tribunale Internazionale
per i crimini nell'ex-Jugoslavia
dell'Aja, finora non sono stati capaci
di costringere Milosevic sulla
difensiva. Di fronte a questa
situazione, i media hanno semplicemente
smesso di aggiornare sull'andamento
del processo. Sui giornali statunitensi
apparirà al massimo una volta alla
settimana. È un processo-vetrina senza
la vetrina, perché solo in pochi
potrebbero convincersi della
colpevolezza di Milosevic.
L'unico articolo recente di una certa
importanza, scritto il 30 maggio sul
New Yorker da Joseph Lelyveld,
ex-direttore esecutivo del New York
Times, era un evidente attacco a Milosevic.
Lelyveld accusava l'ex presidente
Jugoslavo d'"intimorire" i testimoni,
nonostante fosse totalmente privo di
potere reale.
Lelyveld scrisse che il generale
statunitense Wesley Clark stava
considerando di presentarsi come
testimone al processo e "sembrava che
si divertisse alla prospettiva
d'essere controinterrogato da Milosevic."
Chiunque abbia letto il libro di
Clark, "Modern Warfare", sa che vi si
ammette praticamente la natura
coloniale della guerra intrapresa dalla
Nato contro la Jugoslavia e che lo scopo
dei bombardamenti era d'intimidire i
civili ed obbligarli alla resa.
Molte persone che si sono opposte
all'aggressione statunitense e Nato alla
Jugoslavia sperano probabilmente che
il generale Clark rispetti la sua
promessa. Così, almeno per una volta,
un vero criminale di guerra siederà
davanti alla corte. Sarà anche
l'occasione per dimostrare come la guerra
mondiale di Bush sia la continuazione
dell'aggressione di Clinton alla
Jugoslavia.