INTERVISTA A STEVAN MIRKOVIC
"La situazione e' gravissima, le elezioni non porteranno ad alcun
cambiamento - L'Esercito jugoslavo ancora non si e' spaccato su base
nazionale, suo compito e' prendere il potere adesso, prima che succeda
ancora qualcosa di irreparabile - In autunno il Montenegro potrebbe
essersene gia' andato - La NATO capisce solo le ragioni della violenza"
Le iniziative a sostegno della Corea del Nord
---
Stevan Mirkovic, comunista jugoslavista, e' stato partigiano e generale
del Genio militare, ora in pensione. E' il principale esponente
dell'area politica titoista, raccoltasi in questi anni nel Savez
Komunista Jugoslavije (SKJ, Lega dei Comunisti di Jugoslavia, cfr.
http://marx2001.org/crj/KOMU/komu.html ), una delle formazioni della
opposizione di sinistra ai governi serbo e jugoslavo, su posizioni
radicalmente opposte a quelle della opposizione cosiddetta "democratica"
vezzeggiata in Occidente.
Una parte del suo servizio da militare l'ha prestata in Slovenia, a
ricostruire strade, e ad aiutare la popolazione colpita da calamita'.
Il colloquio e' stato registrato a Belgrado il 25 marzo 2000,
a casa di Mirkovic, davanti alla TV mentre scorreva il derby
Roma - Lazio... L'occasione e' stata data dal nostro soggiorno per
l'anniversario dell'aggressione NATO alla Jugoslavia.
D. : Qualche giorno fa c'e' stato un confronto tra le dirigenze
comuniste jugoslave...
R. : Il tema di questo confronto e' stato la situazione internazionale e
nazionale, ed i compiti della LC della Serbia riguardo a cio'. Ho
confermato a proposito che l'odierna RFJ si trova in una grave
situazione e che la sua distruzione e' gia' molto avanzata. E' una
situazione molto diversa dalla distruzione di un paese che crolla dopo
2, 3 o l0 giorni. Qui la distruzione si svolge gradualmente, a lungo...
Ora ci hanno tolto il Kosmet [Kosovo e Metohija], cioe' l'hanno
occupato. Non se ne andranno mai dal Kosmet, stanne certo. Rimarranno
li' come in Corea o in altre parti del mondo. Il Montenegro e' un'altra
repubblica... Il partito musulmano, l'SDA di Novi Pazar del leader
Ugljanin, e' una componente di quello di Izetbegovic, ed esso vuole che
il Sangiaccato, che e' una regione a cavallo tra Serbia e Montenegro, si
congiunga alla Bosnia. Mentre i partiti nazionalisti ungheresi nella
Vojvodina guidati da Kassa [?], stanno prendendo contatti piu' con i
partiti in Ungheria che con quelli nel proprio Stato. Questo porta alla
totale distruzione del Paese... E nessuno fa niente per fermare tutto
cio'.
D. : C'e' qualche soluzione?
R. : Si, ci sarebbe, ecco... L'Esercito. Percio' mi hanno definito in
questa rivista "Nacional" [mostra la rivista di Zagabria] sobillatore di
un golpe militare nella RF di Jugoslavia. Soltanto l'Esercito puo' fare
qualcosa. Vedi, innanzitutto c'e' questa continuazione della distruzione
della Jugoslavia su base nazionale... Ed e' molto pericoloso che ci
siano vari eserciti nel paese, non soltanto l'Esercito jugoslavo.
Djukanovic [presidente montenegrino] ha formato un suo esercito di
milizie, come fece Tudjman in Croazia. In Serbia, si sa, ed e' stato
pubblicamente dimostrato ai funerali di Zeljko Raznjatovic "Arkan", c'e'
una formazione di volontari serbi. Questa formazione ha partecipato ai
funerali in uniforme, organizzando il picchetto. Ed e' certo che anche
altri partiti, che avevano i loro gruppi armati, li mantengono tuttora.
Draskovic aveva la sua formazione, Seselj la sua... Io sono sicuro che
queste formazioni esistano tuttora. Lo stesso Draskovic ha ammesso che
dal suo elettorato riceve migliaia di lettere, nelle quali lo invitano a
darsi alle montagne e a formare unita' per organizzare una rivolta
contro il regime, non so come leggere altrimenti questa cosa... Percio'
io spesso - perche' non e' la prima volta, non soltanto su "Nacional" -
invito l'Esercito jugoslavo a sequestrare le armi a tutte queste
formazioni, perche' la situazione e' molto pericolosa. Un domani puo'
portare alla guerra civile, o a scontri bellici... Nel sud della Serbia,
nei comuni di Bujanovac, Presevo, Medveja, dove vive tuttora una
maggioranza schipetara, ci sono formazioni militari, cioe' paramilitari,
ed ancora non e' chiaro che cosa stia aspettando l'Esercito jugoslavo...
L'Esercito jugoslavo ancora non si e' spaccato su base nazionale. Per
esempio nel Montenegro si trova ancora una parte dell'Esercito composta
da montenegrini, che sono contro il governo di Djukanovic, il che e'
normale visto che Djukanovic e' stato un sabotatore militare, un
disertore durante l'aggressione NATO. Dunque l' Esercito e' ancora un
fattore determinante, ed e' una istituzione... Esso puo', ed ha la
fiducia del popolo. Ed il popolo accetterebbe questa decisione, che esso
prenda il potere. Non che gli venga imposto dal regime di Milosevic, ma
che sia una sua propria decisione. Significa che esso potrebbe prendere
Milosevic, Djukanovic, Draskovic, Seselj, e tutta questa masnada di
politici, li butti nel Danubio, oppure dia loro delle barche perche' se
ne vadano dove vogliono! E che prenda il Governo... Lo sai, no?, cos'e'
un colpo di Stato...
D. : Come fu in Polonia?
R. : Si, certo: un periodo senza questi partiti politici, dopodiche' si
formerebbero partiti che faranno qualcosa per questo popolo... mi
riferisco al popolo jugoslavo, naturamente [nel senso plurinazionale].
D. : Cosa significano e che cosa si prospetta per le prossime elezioni
locali, a maggio prossimo, mentre le politiche si dovrebbero svolgere
verso la fine dell'anno?
R. : Mah, sai... per quello che riguarda le prossime, a maggio
prossimo, credo che si ripetera' quello che e' stato delle precedenti.
Penso che l'opposizione vincera' nelle stesse citta'. Non ci saranno
grandi cambiamenti.
D. : Ho sentito di una coalizione di partiti su base comunista...
Pensano di poter superare il quorum del 5 per cento?
R. : Ma no, neanche a parlarne! Ci sono tre soli partiti forti in
Jugoslavia, i Socialisti (Milosevic), i Radicali (Seselj) e il SPO
(Draskovic). I socialisti ed i radicali insieme sono forti, divisi non
lo sono. Loro si sostengono l'un l'altro, nuotano insieme. Se si
dividono, affondano l'uno e l'altro. Perciò si tengono
strettamente l'uno all' altro. Mentre Vuk Draskovic...
D. : E' vero che cerca di avvicinarsi a Milosevic?
R. : No, no... Lui e' un pessimo politico, ed e' talmente vanitoso...
Vuole essere lui il leader di tutta l'opposizione, ad ogni costo.
Percio' avvengono questi scontri. Se lui fosse piu' flessibile per
costruire un'unico fronte avrebbe molto piu' successo per le elezioni
federali politiche che si svolgerano in autunno. Ma ritengo che non si
arrivera' a questo, perche' i montenegrini non parteciperanno...
Il Montenegro sara' gia' fuori. Djukanovic, secondo me, attende ancora
un po' per essere sicuro di poter indire il referendum per la
secessione, il che e' nel suo diritto. Lui attende i risultati della
ripetizione delle elezioni in questi giorni, per le citta' di Hercegnovi
e Podgorica. E questo sara' un segnale per tutto il
Montenegro. Percio', se vincera' a Podgorica ed Hercegnovi, indira' il
referendum. E allora sicuramente vincera', perche' a sostenerlo ci
saranno sia gli schipetari che i musulmani del Sangiaccato... Cosi' come
vinse Georgijevski in Macedonia, che non avrebbe vinto se per lui non
avessero votato gli schipetari della Macedonia, ai
quali fece molte concessioni. Sia agli schipetari che ai musulmani va
bene Djukanovic purche' si divida dalla Serbia... Ecco, tutto questo
l'Esercito puo' fermarlo, ma non con questa leadership ne' con questo
Gabinetto di difesa!
D. : Che reazione avrebbe l'Occidente ad un colpo di Stato?
R. : Niente, non farebbe niente. Sono faccende interne. Credo che anche
a loro converrebbe che si facesse un po' d'ordine qui: confiscare le
armi, creare uno Stato stabile...
D. : Ma dopo un colpo di Stato, gli americani rimarrebbero lo stesso
nel Kosovo?
R. : Eh, vedi... questo lo avevo scritto e l'hanno anche
pubblicato... l'Esercito per prima cosa dovrebbe prendere il potere,
disarmare le formazioni, sciogliere i partiti. Indire un referendum in
Serbia e Montenegro: "siete per uno Stato oppure no?"... E dovrebbe
governare per un periodo. Questo lo puo' fare perche' ha quadri
qualificati, che hanno studiato... E, cosa ancor piu' importante,
l'Esercito e' onesto, non ci sono profittatori, non c'e' criminalita'...
L'opposizione ha dimostrato che dove va al potere sguazza nel crimine,
ed ha dimostrato di non essere capace di governare. Bisogna smontare
tutto questo, organizzare
partiti con programmi nell'interesse del popolo lavoratore... Ieri il
generale Ojdanic, il nuovo ministro alla Difesa, mio compaesano,
sicuramente come reazione al mio invito all'Esercito, ieri alla riunione
del Governo federale, dedicata all'Anniversario dell'aggressione NATO,
ha duramente attaccato i comunisti, dicendo che i comunisti sono i
maggiori responsabili. E' la prima volta che qualcuno dal Governo
attacca cosi' aspramente i comunisti. I comunisti sarebbero colpevoli
per quello che e' successo nel
Kosovo... Lui pensa sicuramente alla Costituzione del l974. Chi gli ha
dato il segnale verde perche' si possa esprimere cosi'? Perche' lo ha
fatto, non lo so... Non ho il testo, sicuramente lo hanno pubblicato su
"Politika". Gli avrei risposto: ma chi vuole accusare? Non era
comunista anche lui, all'epoca, e persino con alte funzioni nel
Kosmet?!... Voglio dirti, nulla di buono si prospetta per noi comunisti.
Siamo stati gli unici a giudicare questa (del 1999) come una guerra
persa. Non perche' non avremmo potuto condurla e vincerla, ma perche'
abbiamo scelto una strategia completamente sbagliata, perche' gli ordini
venivano dal Governo e non dallo Stato maggiore. E il Governo era
incapace a condurla. L'Esercito e' bene addestrato, poteva catturare,
per esempio, ben piu' di tre soldati stranieri, poteva catturarne 3000,
e tenerli come ostaggi, e poi trattare... Allora potremmo parlare con la
NATO... Voglio dire, noi abbiamo arrecato poche vittime alla NATO.
Guarda la piccola Cecenia quante vittime ha arrecato ai russi! Eh mio
Ivan...
D. : Si ma i russi hanno fronteggiato i ceceni a terra...
R. : Anche noi dovevamo resistere.
D. : Ma gli americani bombardavano!
R. : Anche i russi avevano iniziato cosi' con Grozny. Bombardavano e
basta, e non sono riusciti a vincerli. Perche' i ceceni mica danzavano e
cantavano sulle piazze: si sono nascosti nei rifugi, negli scantinati.
Tu puoi colpire quanto vuoi, ma non gli puoi fare niente... Con i
bombardamenti non si conquista nessuna citta'.
D. : Si, ma i russi non bombardavano mica cosi'...
R. : Chi, i russi? Ma se hanno un'aviazione migliore di quella
americana!... Voglio dire, una piccola Cecenia ha fatto piu' resistenza,
ha inflitto piu' perdite ad una grande potenza di quanto siamo riusciti
a fare noi.
[Nel precedente viaggio a Belgrado, durante i bombardamenti NATO,
Mirkovic apostrofo' la visita dei russi con le seguenti parole : "Ma che
cosa vengono a darci pacche sulle spalle, a cantare sui ponti! Ci
dessero una batteria antiaerea, che ce la sbrighiamo da soli con gli
americani!"]
Noi abbiamo abbattuto due aerei e nemmeno siamo stati capaci di
catturarne i piloti! Mentre addesso per ricominciare qualcosa nel
Kosmet, qualche azione, perche' se la dessero a gambe, per cosi' dire...
niente. Noi scriviamo soltanto comunicazioni, ci appelliamo alle
risoluzioni... Loro devono andarsene, il loro termine scadra'...
Al diavolo!... Loro stanno li' solo per prolungare la permanenza...
D. : Questo e' poco ma sicuro. Lo sappiamo tutti che cercano di creare
caos, e pretesti...
R. : Ivan, sai cosa diceva il generale Pavkovic? "Perché non scendete
un po giu', cosi' ci guardiamo negli occhi, per combattere?"... Eccoli,
sono scesi!
D. : Dove?
R. : Li', nel Kosovo. Vai ora a guardarli negli occhi... Sai cosa hanno
scritto i serbi al generale Pavkovic? [risatina] "Si sono ritirati,
vieni ti aspettiamo..."
D. : Mah, non lo so, secondo questa risoluzione dovrebbero rientrare...
R. : Ivan, niente di tutto questo. Anche questo che state facendo
voi, purtroppo... E' un bel gesto, un sostegno morale, ma la NATO cosi'
non si vince. Essa riconosce soltanto una cosa, la forza. Ora nel Kosmet
lavorerebbero meglio un gruppo di buoni cecchini che tutta la nostra
diplomazia messa insieme, e tutta questa schiera di nostri merdosi
politici con, non so quanti, l60 giornali... Ogni giorno qualcuno scrive
del Kosmet, protesta... Credo che quel Kouchner, per quanto hanno
scritto contro di lui potrebbe al massimo andargli di traverso qualcosa
mentre mangia... Invece se ci fosse un solo cecchino, voglio proprio
vedere se in Kosmet ci verrebbe qualcun'altro al posto di Kouchner!...
D. : Per quanto riguarda la Cecenia, hanno ragione i russi ad attaccare?
R. : Certo che si. E' la loro terra, e devono farlo. Questo dovevamo
fare anche noi con i terroristi. Perche' non tutti gli albanesi sono
andati nelle file dell'UCK, ce ne erano pochi, loro lo sanno
benissimo... Questo dovevamo farlo, fermare i terroristi in tempo. Ma
loro adducevano ragioni politiche, che sono piccoli gruppi, che la
polizia (ti ricordi?) li aveva annientati...
D. : Si, ma Milosevic diceva: se la NATO ci attacchera', noi
distruggeremo l'UCK. Qualcosa di questo c'e' stato effettivamente. Ma i
terroristi sono ritornati quando l'Esercito si e' dovuto ritirare,
secondo gli accordi di Kumanovo.
R. : Niente si e' risolto... Innanzitutto quando potevano farlo...
D. : Ma avevano cacciato l'UCK dal loro quartier generale!
R. : Macche', se li avessero cacciati essi sarebbero chissa' dove ora.
D. : Stevan, anche tu sei pessimista?
R. : E che vuoi che non sia pessimista, con questa equipe di politici
al governo... Poi questa opposizione, dio ci guardi che non ci vengano a
governare loro! Allora si che stiamo freschi! Dicono: "cambiamenti,
cambiamenti", e pensano solo ai loro cambiamenti personali... Se questi
al governo se ne vanno per dar spazio a loro... a continuare a derubare
gli operai, privatizzare ulteriormente, e mettersi semplicemente sotto
l'ombrello della NATO...
D. : Mi viene in mente di una volta che guardavo la TV croata, quando
arrivo' una telefonata in un dibattito con la cosiddetta opposizione a
Tudjman: "Ma se vince l'opposizione, la rapina continuerà?" La risposta
e' stata: "Non si continuera' a rubare, innanzitutto perche' non c'e'
rimasto piu' niente da rubare".
R. : Ecco vedi, Racan [il nuovo premier croato] ha già
incominciato... Dice: "Ma perché ci hanno fatto questo"? Si lamenta
perche' il Tribunale dell'Aia ha condannato Tihomir Blaskic a 45 anni.
"Perche' lo hanno condannato proprio ora?"... Mentre nella campagna
elettorale prometteva, lui come Mesic, che "tutti gli accusati per i
crimini saranno consegnati al Tribunale dell' Aia", ora vorrebbe tirarlo
fuori, perche' non sconti la pena all'Aia ma in Croazia...
D. : Ho sentito da alcune voci che non scontera' la pena, ma verra'
riciclato dagli americani per usarlo, quale ex stratega militare
dell'Armata popolare di Tito.
R. : Chi?
D. : Tihomir Blaskic.
R. : Sconterà la pena!
D. : Pensi davvero, la sconterà in carcere?
R. : Certo! Devono avere qualche alibi. Ora e' il turno dei serbi, quel
Talic... Se quello e' stato condannato a 45 anni, a questo gliene
daranno 90.
D. : Chi e' Talic?
R. : Era comandante a Banja Luka, credo che fosse anche capo del
Quartier generale della Republika Srpska di Bosnia.
D. : E' un criminale?
R. : Come no! Era generale di Mladic.
D. : Ma ritieni anche Mladic un criminale? Non e' stato innanzitutto un
militare?
R. : Si, e' un militare. Era comandante dell'Esercito della Republika
Srpska, ma ha commesso anche crimini.
D.: Ritieni che sia stato giustamente incriminato?
R. : Sai, ti diro'... Io sono contrario al Tribunale dell'Aia. Ora
questo Tribunale ha dimostrato la propria faccia. Quando c'e' stata
quella inchiesta, quando la NATO ha bombardato e commesso crimini, hanno
subito concluso che non erano stati commessi crimini!
D. : Ah, si, la signora Carla del Ponte...
R. : E una vera vergogna! Questa sarebbe la democrazia occidentale?!
Significa: quando uccidono loro, non sono crimini, ma quando uccidiamo
noi balcanici, allora lo sono... Non puo' esserci un crimine piu' grande
di quello che hanno commesso loro contro di noi, distruggendo tutto e
tutti.
D. : Si, Milosevic e' stato soltanto un pretesto...
R. : Non lo so, non e' che ti posso dire molto... io penso alla stima
che una volta (gli occidentali) avevano per l'esercito serbo e per i
combattenti serbi... Sin dalla prima insurrezione serba [contro gli
Ottomani], e fino ad ora, con gli ultimi avvenimenti, con i
combattimenti in Croazia e in Bosnia. Niente e' rimasto di questo onore
militare e coraggio. Soltanto vigliaccheria, ritirata... E quelli che ci
bastonano - tutti ci bastonano!... - tutto questo dipende dall'Esercito.
Quando un comandante e' un vigliacco!...
Si e' nascosto lui, la moglie, la figlia, il figlio non e' andato in
guerra... Lui [Milosevic] non si e' fatto vedere da nessuna parte
durante la guerra. Non e' andato a trovare nessuna unita'! Pensa che
razza di Comandante supremo e' questo! [Come Presidente della
Repubblica, Milosevic e' istituzionalmente capo delle FFAA]
D. : Ha decorato i militari...
R. : Ma lascia perdere!!! Li ha decorati per la ritirata!...
Ma la cosa piu' significativa e' la classe operaia, che e' rimasta
completamente passiva. E' stata manipolata, "imbevuta" di nazionalismo.
Non ha un suo partito, penso ad un partito forte che la sproni, che le
ricordi quello che e' stata una volta.
D. : ...Ha segnato Stankovic? [riferendosi alla partita in TV]
R. : No, no, è uno spot pubblicitario. Si riferisce ad un'altra
partita... [ridendo] Questi stanno piu' a terra che a correre... appena
uno si alza l'altro gli fa lo sgambetto [riferendosi al derby Roma -
Lazio].
D. : Dunque non si prospetta niente di buono?
R. : Niente di buono fintantoche' il contadino, il lavoratore non
si desta, non si istruisce, non va all'azione... In tutto quello che sta
facendo l'opposizione, ma anche il Partito socialista, da nessuna parte
ci sono i lavoratori, a meno che non vengano portati con il pulmann, non
venga dato loro un panino, pagata la giornata, e intimato di andare a
manifestare. Secondo me il lavoratore ride di tutto questo.
D. : Passiamo ad un altro argomento: riallacciandoci alla guerra in
Corea...
R. : Li' non sono riusciti a far niente [riferendosi agli americani].
Dovettero inviare l'Esercito a terra, e allora i coreani li hanno
aspettati e ricacciati fino al mare. Sono riusciti a bombardare qualche
ponte... McArthur era all'epoca il Comandante in capo e chiedeva
all'allora Presidente americano... non mi viene ora
il suo nome... che venisse lanciata la bomba atomica, caspita! Non hanno
potuto fare niente. Anche i cinesi spontaneamente sono venuti
loro in aiuto, e con che forza!
La Corea del Nord è uno Stato di tutto rispetto. Qui in Serbia non
c'è nessun politico di opposizione, eccetto l'SPO, che non cerchi ogni
occasione per screditare la Corea del Nord dicendo che "noi siamo al
livello della Corea, noi siamo come la Corea del Nord"...
Io ho mandato uno scritto ma la Tanjug non l'ha voluto pubblicare
perche' ho detto che quando si parla della Corea del Nord sarebbe meglio
tacere. Come prima cosa, la Corea del Nord dal punto di vista
industriale e tecnologico e' di gran lunga superiore a noi. Noi possiamo
solo correre loro dietro per cercare di raggiungerli. Poi ho scritto che
anni fa hanno lanciato un satellite artificiale e questo puo' farlo solo
un paese dotato di tecnologia avanzata. Inoltre essa ha lanciato il
missile che ha sorvolato il Giappone, hanno dovuto lanciarlo oltre
perche' cadesse in mare. Pensa un po', un paese con un missile simile, e
noi vogliamo paragonarci a loro e criticarli?!
Il partito di Vukcevic (Partito Operaio) tenta di fare una coalizione di
partiti di orientamento comunista. All'assemblea [di cui si accennava
all'inizio dell'intervista] hanno partecipato pochissime persone. Sono
venuti anche due leaders del C.C. del grande partito della Corea del
Nord. Giorni fa e' venuto da me Cho, uno di questi, l'ho visto molto
abbattuto a causa dell'insuccesso di quell'assemblea. Mi ha chiesto se
avrei accettato di organizzare insieme, qui a Belgrado, la
manifestazione per l'88esimo anniversario dalla nascita di Kim Il Sung,
ora in aprile, una serata con programma culturale. Ci ho pensato un po'
e gli ho detto "va bene", ho accettato giacche' esercito anche io
qualche influenza... E ci sono riuscito, qui da me ho fatto la riunione.
Guarda chi e' venuto: Velickovic, Branko Lozo della LCJ, poi
Miladinovic, poi qualcuno del Movimento operaio di Kragujevac, per il PC
della Jugoslavia c'è stato R. Boskovic, recentemente scomparso; era
presente poi il Centro Josip Broz "Tito" di Subotica, ed abbiamo
organizzato un comitato per la preparazione di questa manifestazione.
Prima ho voluto sapere il numero di persone di cui ognuno di loro
avrebbe assicurato la partecipazione, e sommando si e' arrivati a circa
duecento. Adesso sto lavorando su questo.
L'assemblea si terra' il 7 aprile nel Circolo culturale "Rasevic", nel
centro di Belgrado. Sto preparando un discorso di circa mezz'ora su Kim
Il Sung, quindi seguira' un programma culturale. E' anche un gesto di
solidarieta' alla Corea del Nord, anche loro si trovano in una grave
situazione, anche loro sono bloccati dalla NATO...
Cosi' e' terminata questa amichevole conversazione con il compagno
Mirkovic, a causa del poco tempo a nostra disposizione ma anche per la
fine del nastro. In seguito abbiamo sentito Mirkovic il quale,
nonostante un breve ricovero in ospedale per un'ulcera pochi giorni dopo
l'intervista, ci ha detto di aver partecipato alla iniziativa per la
Corea, che e' andata molto bene.
--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
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"La situazione e' gravissima, le elezioni non porteranno ad alcun
cambiamento - L'Esercito jugoslavo ancora non si e' spaccato su base
nazionale, suo compito e' prendere il potere adesso, prima che succeda
ancora qualcosa di irreparabile - In autunno il Montenegro potrebbe
essersene gia' andato - La NATO capisce solo le ragioni della violenza"
Le iniziative a sostegno della Corea del Nord
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Stevan Mirkovic, comunista jugoslavista, e' stato partigiano e generale
del Genio militare, ora in pensione. E' il principale esponente
dell'area politica titoista, raccoltasi in questi anni nel Savez
Komunista Jugoslavije (SKJ, Lega dei Comunisti di Jugoslavia, cfr.
http://marx2001.org/crj/KOMU/komu.html ), una delle formazioni della
opposizione di sinistra ai governi serbo e jugoslavo, su posizioni
radicalmente opposte a quelle della opposizione cosiddetta "democratica"
vezzeggiata in Occidente.
Una parte del suo servizio da militare l'ha prestata in Slovenia, a
ricostruire strade, e ad aiutare la popolazione colpita da calamita'.
Il colloquio e' stato registrato a Belgrado il 25 marzo 2000,
a casa di Mirkovic, davanti alla TV mentre scorreva il derby
Roma - Lazio... L'occasione e' stata data dal nostro soggiorno per
l'anniversario dell'aggressione NATO alla Jugoslavia.
D. : Qualche giorno fa c'e' stato un confronto tra le dirigenze
comuniste jugoslave...
R. : Il tema di questo confronto e' stato la situazione internazionale e
nazionale, ed i compiti della LC della Serbia riguardo a cio'. Ho
confermato a proposito che l'odierna RFJ si trova in una grave
situazione e che la sua distruzione e' gia' molto avanzata. E' una
situazione molto diversa dalla distruzione di un paese che crolla dopo
2, 3 o l0 giorni. Qui la distruzione si svolge gradualmente, a lungo...
Ora ci hanno tolto il Kosmet [Kosovo e Metohija], cioe' l'hanno
occupato. Non se ne andranno mai dal Kosmet, stanne certo. Rimarranno
li' come in Corea o in altre parti del mondo. Il Montenegro e' un'altra
repubblica... Il partito musulmano, l'SDA di Novi Pazar del leader
Ugljanin, e' una componente di quello di Izetbegovic, ed esso vuole che
il Sangiaccato, che e' una regione a cavallo tra Serbia e Montenegro, si
congiunga alla Bosnia. Mentre i partiti nazionalisti ungheresi nella
Vojvodina guidati da Kassa [?], stanno prendendo contatti piu' con i
partiti in Ungheria che con quelli nel proprio Stato. Questo porta alla
totale distruzione del Paese... E nessuno fa niente per fermare tutto
cio'.
D. : C'e' qualche soluzione?
R. : Si, ci sarebbe, ecco... L'Esercito. Percio' mi hanno definito in
questa rivista "Nacional" [mostra la rivista di Zagabria] sobillatore di
un golpe militare nella RF di Jugoslavia. Soltanto l'Esercito puo' fare
qualcosa. Vedi, innanzitutto c'e' questa continuazione della distruzione
della Jugoslavia su base nazionale... Ed e' molto pericoloso che ci
siano vari eserciti nel paese, non soltanto l'Esercito jugoslavo.
Djukanovic [presidente montenegrino] ha formato un suo esercito di
milizie, come fece Tudjman in Croazia. In Serbia, si sa, ed e' stato
pubblicamente dimostrato ai funerali di Zeljko Raznjatovic "Arkan", c'e'
una formazione di volontari serbi. Questa formazione ha partecipato ai
funerali in uniforme, organizzando il picchetto. Ed e' certo che anche
altri partiti, che avevano i loro gruppi armati, li mantengono tuttora.
Draskovic aveva la sua formazione, Seselj la sua... Io sono sicuro che
queste formazioni esistano tuttora. Lo stesso Draskovic ha ammesso che
dal suo elettorato riceve migliaia di lettere, nelle quali lo invitano a
darsi alle montagne e a formare unita' per organizzare una rivolta
contro il regime, non so come leggere altrimenti questa cosa... Percio'
io spesso - perche' non e' la prima volta, non soltanto su "Nacional" -
invito l'Esercito jugoslavo a sequestrare le armi a tutte queste
formazioni, perche' la situazione e' molto pericolosa. Un domani puo'
portare alla guerra civile, o a scontri bellici... Nel sud della Serbia,
nei comuni di Bujanovac, Presevo, Medveja, dove vive tuttora una
maggioranza schipetara, ci sono formazioni militari, cioe' paramilitari,
ed ancora non e' chiaro che cosa stia aspettando l'Esercito jugoslavo...
L'Esercito jugoslavo ancora non si e' spaccato su base nazionale. Per
esempio nel Montenegro si trova ancora una parte dell'Esercito composta
da montenegrini, che sono contro il governo di Djukanovic, il che e'
normale visto che Djukanovic e' stato un sabotatore militare, un
disertore durante l'aggressione NATO. Dunque l' Esercito e' ancora un
fattore determinante, ed e' una istituzione... Esso puo', ed ha la
fiducia del popolo. Ed il popolo accetterebbe questa decisione, che esso
prenda il potere. Non che gli venga imposto dal regime di Milosevic, ma
che sia una sua propria decisione. Significa che esso potrebbe prendere
Milosevic, Djukanovic, Draskovic, Seselj, e tutta questa masnada di
politici, li butti nel Danubio, oppure dia loro delle barche perche' se
ne vadano dove vogliono! E che prenda il Governo... Lo sai, no?, cos'e'
un colpo di Stato...
D. : Come fu in Polonia?
R. : Si, certo: un periodo senza questi partiti politici, dopodiche' si
formerebbero partiti che faranno qualcosa per questo popolo... mi
riferisco al popolo jugoslavo, naturamente [nel senso plurinazionale].
D. : Cosa significano e che cosa si prospetta per le prossime elezioni
locali, a maggio prossimo, mentre le politiche si dovrebbero svolgere
verso la fine dell'anno?
R. : Mah, sai... per quello che riguarda le prossime, a maggio
prossimo, credo che si ripetera' quello che e' stato delle precedenti.
Penso che l'opposizione vincera' nelle stesse citta'. Non ci saranno
grandi cambiamenti.
D. : Ho sentito di una coalizione di partiti su base comunista...
Pensano di poter superare il quorum del 5 per cento?
R. : Ma no, neanche a parlarne! Ci sono tre soli partiti forti in
Jugoslavia, i Socialisti (Milosevic), i Radicali (Seselj) e il SPO
(Draskovic). I socialisti ed i radicali insieme sono forti, divisi non
lo sono. Loro si sostengono l'un l'altro, nuotano insieme. Se si
dividono, affondano l'uno e l'altro. Perciò si tengono
strettamente l'uno all' altro. Mentre Vuk Draskovic...
D. : E' vero che cerca di avvicinarsi a Milosevic?
R. : No, no... Lui e' un pessimo politico, ed e' talmente vanitoso...
Vuole essere lui il leader di tutta l'opposizione, ad ogni costo.
Percio' avvengono questi scontri. Se lui fosse piu' flessibile per
costruire un'unico fronte avrebbe molto piu' successo per le elezioni
federali politiche che si svolgerano in autunno. Ma ritengo che non si
arrivera' a questo, perche' i montenegrini non parteciperanno...
Il Montenegro sara' gia' fuori. Djukanovic, secondo me, attende ancora
un po' per essere sicuro di poter indire il referendum per la
secessione, il che e' nel suo diritto. Lui attende i risultati della
ripetizione delle elezioni in questi giorni, per le citta' di Hercegnovi
e Podgorica. E questo sara' un segnale per tutto il
Montenegro. Percio', se vincera' a Podgorica ed Hercegnovi, indira' il
referendum. E allora sicuramente vincera', perche' a sostenerlo ci
saranno sia gli schipetari che i musulmani del Sangiaccato... Cosi' come
vinse Georgijevski in Macedonia, che non avrebbe vinto se per lui non
avessero votato gli schipetari della Macedonia, ai
quali fece molte concessioni. Sia agli schipetari che ai musulmani va
bene Djukanovic purche' si divida dalla Serbia... Ecco, tutto questo
l'Esercito puo' fermarlo, ma non con questa leadership ne' con questo
Gabinetto di difesa!
D. : Che reazione avrebbe l'Occidente ad un colpo di Stato?
R. : Niente, non farebbe niente. Sono faccende interne. Credo che anche
a loro converrebbe che si facesse un po' d'ordine qui: confiscare le
armi, creare uno Stato stabile...
D. : Ma dopo un colpo di Stato, gli americani rimarrebbero lo stesso
nel Kosovo?
R. : Eh, vedi... questo lo avevo scritto e l'hanno anche
pubblicato... l'Esercito per prima cosa dovrebbe prendere il potere,
disarmare le formazioni, sciogliere i partiti. Indire un referendum in
Serbia e Montenegro: "siete per uno Stato oppure no?"... E dovrebbe
governare per un periodo. Questo lo puo' fare perche' ha quadri
qualificati, che hanno studiato... E, cosa ancor piu' importante,
l'Esercito e' onesto, non ci sono profittatori, non c'e' criminalita'...
L'opposizione ha dimostrato che dove va al potere sguazza nel crimine,
ed ha dimostrato di non essere capace di governare. Bisogna smontare
tutto questo, organizzare
partiti con programmi nell'interesse del popolo lavoratore... Ieri il
generale Ojdanic, il nuovo ministro alla Difesa, mio compaesano,
sicuramente come reazione al mio invito all'Esercito, ieri alla riunione
del Governo federale, dedicata all'Anniversario dell'aggressione NATO,
ha duramente attaccato i comunisti, dicendo che i comunisti sono i
maggiori responsabili. E' la prima volta che qualcuno dal Governo
attacca cosi' aspramente i comunisti. I comunisti sarebbero colpevoli
per quello che e' successo nel
Kosovo... Lui pensa sicuramente alla Costituzione del l974. Chi gli ha
dato il segnale verde perche' si possa esprimere cosi'? Perche' lo ha
fatto, non lo so... Non ho il testo, sicuramente lo hanno pubblicato su
"Politika". Gli avrei risposto: ma chi vuole accusare? Non era
comunista anche lui, all'epoca, e persino con alte funzioni nel
Kosmet?!... Voglio dirti, nulla di buono si prospetta per noi comunisti.
Siamo stati gli unici a giudicare questa (del 1999) come una guerra
persa. Non perche' non avremmo potuto condurla e vincerla, ma perche'
abbiamo scelto una strategia completamente sbagliata, perche' gli ordini
venivano dal Governo e non dallo Stato maggiore. E il Governo era
incapace a condurla. L'Esercito e' bene addestrato, poteva catturare,
per esempio, ben piu' di tre soldati stranieri, poteva catturarne 3000,
e tenerli come ostaggi, e poi trattare... Allora potremmo parlare con la
NATO... Voglio dire, noi abbiamo arrecato poche vittime alla NATO.
Guarda la piccola Cecenia quante vittime ha arrecato ai russi! Eh mio
Ivan...
D. : Si ma i russi hanno fronteggiato i ceceni a terra...
R. : Anche noi dovevamo resistere.
D. : Ma gli americani bombardavano!
R. : Anche i russi avevano iniziato cosi' con Grozny. Bombardavano e
basta, e non sono riusciti a vincerli. Perche' i ceceni mica danzavano e
cantavano sulle piazze: si sono nascosti nei rifugi, negli scantinati.
Tu puoi colpire quanto vuoi, ma non gli puoi fare niente... Con i
bombardamenti non si conquista nessuna citta'.
D. : Si, ma i russi non bombardavano mica cosi'...
R. : Chi, i russi? Ma se hanno un'aviazione migliore di quella
americana!... Voglio dire, una piccola Cecenia ha fatto piu' resistenza,
ha inflitto piu' perdite ad una grande potenza di quanto siamo riusciti
a fare noi.
[Nel precedente viaggio a Belgrado, durante i bombardamenti NATO,
Mirkovic apostrofo' la visita dei russi con le seguenti parole : "Ma che
cosa vengono a darci pacche sulle spalle, a cantare sui ponti! Ci
dessero una batteria antiaerea, che ce la sbrighiamo da soli con gli
americani!"]
Noi abbiamo abbattuto due aerei e nemmeno siamo stati capaci di
catturarne i piloti! Mentre addesso per ricominciare qualcosa nel
Kosmet, qualche azione, perche' se la dessero a gambe, per cosi' dire...
niente. Noi scriviamo soltanto comunicazioni, ci appelliamo alle
risoluzioni... Loro devono andarsene, il loro termine scadra'...
Al diavolo!... Loro stanno li' solo per prolungare la permanenza...
D. : Questo e' poco ma sicuro. Lo sappiamo tutti che cercano di creare
caos, e pretesti...
R. : Ivan, sai cosa diceva il generale Pavkovic? "Perché non scendete
un po giu', cosi' ci guardiamo negli occhi, per combattere?"... Eccoli,
sono scesi!
D. : Dove?
R. : Li', nel Kosovo. Vai ora a guardarli negli occhi... Sai cosa hanno
scritto i serbi al generale Pavkovic? [risatina] "Si sono ritirati,
vieni ti aspettiamo..."
D. : Mah, non lo so, secondo questa risoluzione dovrebbero rientrare...
R. : Ivan, niente di tutto questo. Anche questo che state facendo
voi, purtroppo... E' un bel gesto, un sostegno morale, ma la NATO cosi'
non si vince. Essa riconosce soltanto una cosa, la forza. Ora nel Kosmet
lavorerebbero meglio un gruppo di buoni cecchini che tutta la nostra
diplomazia messa insieme, e tutta questa schiera di nostri merdosi
politici con, non so quanti, l60 giornali... Ogni giorno qualcuno scrive
del Kosmet, protesta... Credo che quel Kouchner, per quanto hanno
scritto contro di lui potrebbe al massimo andargli di traverso qualcosa
mentre mangia... Invece se ci fosse un solo cecchino, voglio proprio
vedere se in Kosmet ci verrebbe qualcun'altro al posto di Kouchner!...
D. : Per quanto riguarda la Cecenia, hanno ragione i russi ad attaccare?
R. : Certo che si. E' la loro terra, e devono farlo. Questo dovevamo
fare anche noi con i terroristi. Perche' non tutti gli albanesi sono
andati nelle file dell'UCK, ce ne erano pochi, loro lo sanno
benissimo... Questo dovevamo farlo, fermare i terroristi in tempo. Ma
loro adducevano ragioni politiche, che sono piccoli gruppi, che la
polizia (ti ricordi?) li aveva annientati...
D. : Si, ma Milosevic diceva: se la NATO ci attacchera', noi
distruggeremo l'UCK. Qualcosa di questo c'e' stato effettivamente. Ma i
terroristi sono ritornati quando l'Esercito si e' dovuto ritirare,
secondo gli accordi di Kumanovo.
R. : Niente si e' risolto... Innanzitutto quando potevano farlo...
D. : Ma avevano cacciato l'UCK dal loro quartier generale!
R. : Macche', se li avessero cacciati essi sarebbero chissa' dove ora.
D. : Stevan, anche tu sei pessimista?
R. : E che vuoi che non sia pessimista, con questa equipe di politici
al governo... Poi questa opposizione, dio ci guardi che non ci vengano a
governare loro! Allora si che stiamo freschi! Dicono: "cambiamenti,
cambiamenti", e pensano solo ai loro cambiamenti personali... Se questi
al governo se ne vanno per dar spazio a loro... a continuare a derubare
gli operai, privatizzare ulteriormente, e mettersi semplicemente sotto
l'ombrello della NATO...
D. : Mi viene in mente di una volta che guardavo la TV croata, quando
arrivo' una telefonata in un dibattito con la cosiddetta opposizione a
Tudjman: "Ma se vince l'opposizione, la rapina continuerà?" La risposta
e' stata: "Non si continuera' a rubare, innanzitutto perche' non c'e'
rimasto piu' niente da rubare".
R. : Ecco vedi, Racan [il nuovo premier croato] ha già
incominciato... Dice: "Ma perché ci hanno fatto questo"? Si lamenta
perche' il Tribunale dell'Aia ha condannato Tihomir Blaskic a 45 anni.
"Perche' lo hanno condannato proprio ora?"... Mentre nella campagna
elettorale prometteva, lui come Mesic, che "tutti gli accusati per i
crimini saranno consegnati al Tribunale dell' Aia", ora vorrebbe tirarlo
fuori, perche' non sconti la pena all'Aia ma in Croazia...
D. : Ho sentito da alcune voci che non scontera' la pena, ma verra'
riciclato dagli americani per usarlo, quale ex stratega militare
dell'Armata popolare di Tito.
R. : Chi?
D. : Tihomir Blaskic.
R. : Sconterà la pena!
D. : Pensi davvero, la sconterà in carcere?
R. : Certo! Devono avere qualche alibi. Ora e' il turno dei serbi, quel
Talic... Se quello e' stato condannato a 45 anni, a questo gliene
daranno 90.
D. : Chi e' Talic?
R. : Era comandante a Banja Luka, credo che fosse anche capo del
Quartier generale della Republika Srpska di Bosnia.
D. : E' un criminale?
R. : Come no! Era generale di Mladic.
D. : Ma ritieni anche Mladic un criminale? Non e' stato innanzitutto un
militare?
R. : Si, e' un militare. Era comandante dell'Esercito della Republika
Srpska, ma ha commesso anche crimini.
D.: Ritieni che sia stato giustamente incriminato?
R. : Sai, ti diro'... Io sono contrario al Tribunale dell'Aia. Ora
questo Tribunale ha dimostrato la propria faccia. Quando c'e' stata
quella inchiesta, quando la NATO ha bombardato e commesso crimini, hanno
subito concluso che non erano stati commessi crimini!
D. : Ah, si, la signora Carla del Ponte...
R. : E una vera vergogna! Questa sarebbe la democrazia occidentale?!
Significa: quando uccidono loro, non sono crimini, ma quando uccidiamo
noi balcanici, allora lo sono... Non puo' esserci un crimine piu' grande
di quello che hanno commesso loro contro di noi, distruggendo tutto e
tutti.
D. : Si, Milosevic e' stato soltanto un pretesto...
R. : Non lo so, non e' che ti posso dire molto... io penso alla stima
che una volta (gli occidentali) avevano per l'esercito serbo e per i
combattenti serbi... Sin dalla prima insurrezione serba [contro gli
Ottomani], e fino ad ora, con gli ultimi avvenimenti, con i
combattimenti in Croazia e in Bosnia. Niente e' rimasto di questo onore
militare e coraggio. Soltanto vigliaccheria, ritirata... E quelli che ci
bastonano - tutti ci bastonano!... - tutto questo dipende dall'Esercito.
Quando un comandante e' un vigliacco!...
Si e' nascosto lui, la moglie, la figlia, il figlio non e' andato in
guerra... Lui [Milosevic] non si e' fatto vedere da nessuna parte
durante la guerra. Non e' andato a trovare nessuna unita'! Pensa che
razza di Comandante supremo e' questo! [Come Presidente della
Repubblica, Milosevic e' istituzionalmente capo delle FFAA]
D. : Ha decorato i militari...
R. : Ma lascia perdere!!! Li ha decorati per la ritirata!...
Ma la cosa piu' significativa e' la classe operaia, che e' rimasta
completamente passiva. E' stata manipolata, "imbevuta" di nazionalismo.
Non ha un suo partito, penso ad un partito forte che la sproni, che le
ricordi quello che e' stata una volta.
D. : ...Ha segnato Stankovic? [riferendosi alla partita in TV]
R. : No, no, è uno spot pubblicitario. Si riferisce ad un'altra
partita... [ridendo] Questi stanno piu' a terra che a correre... appena
uno si alza l'altro gli fa lo sgambetto [riferendosi al derby Roma -
Lazio].
D. : Dunque non si prospetta niente di buono?
R. : Niente di buono fintantoche' il contadino, il lavoratore non
si desta, non si istruisce, non va all'azione... In tutto quello che sta
facendo l'opposizione, ma anche il Partito socialista, da nessuna parte
ci sono i lavoratori, a meno che non vengano portati con il pulmann, non
venga dato loro un panino, pagata la giornata, e intimato di andare a
manifestare. Secondo me il lavoratore ride di tutto questo.
D. : Passiamo ad un altro argomento: riallacciandoci alla guerra in
Corea...
R. : Li' non sono riusciti a far niente [riferendosi agli americani].
Dovettero inviare l'Esercito a terra, e allora i coreani li hanno
aspettati e ricacciati fino al mare. Sono riusciti a bombardare qualche
ponte... McArthur era all'epoca il Comandante in capo e chiedeva
all'allora Presidente americano... non mi viene ora
il suo nome... che venisse lanciata la bomba atomica, caspita! Non hanno
potuto fare niente. Anche i cinesi spontaneamente sono venuti
loro in aiuto, e con che forza!
La Corea del Nord è uno Stato di tutto rispetto. Qui in Serbia non
c'è nessun politico di opposizione, eccetto l'SPO, che non cerchi ogni
occasione per screditare la Corea del Nord dicendo che "noi siamo al
livello della Corea, noi siamo come la Corea del Nord"...
Io ho mandato uno scritto ma la Tanjug non l'ha voluto pubblicare
perche' ho detto che quando si parla della Corea del Nord sarebbe meglio
tacere. Come prima cosa, la Corea del Nord dal punto di vista
industriale e tecnologico e' di gran lunga superiore a noi. Noi possiamo
solo correre loro dietro per cercare di raggiungerli. Poi ho scritto che
anni fa hanno lanciato un satellite artificiale e questo puo' farlo solo
un paese dotato di tecnologia avanzata. Inoltre essa ha lanciato il
missile che ha sorvolato il Giappone, hanno dovuto lanciarlo oltre
perche' cadesse in mare. Pensa un po', un paese con un missile simile, e
noi vogliamo paragonarci a loro e criticarli?!
Il partito di Vukcevic (Partito Operaio) tenta di fare una coalizione di
partiti di orientamento comunista. All'assemblea [di cui si accennava
all'inizio dell'intervista] hanno partecipato pochissime persone. Sono
venuti anche due leaders del C.C. del grande partito della Corea del
Nord. Giorni fa e' venuto da me Cho, uno di questi, l'ho visto molto
abbattuto a causa dell'insuccesso di quell'assemblea. Mi ha chiesto se
avrei accettato di organizzare insieme, qui a Belgrado, la
manifestazione per l'88esimo anniversario dalla nascita di Kim Il Sung,
ora in aprile, una serata con programma culturale. Ci ho pensato un po'
e gli ho detto "va bene", ho accettato giacche' esercito anche io
qualche influenza... E ci sono riuscito, qui da me ho fatto la riunione.
Guarda chi e' venuto: Velickovic, Branko Lozo della LCJ, poi
Miladinovic, poi qualcuno del Movimento operaio di Kragujevac, per il PC
della Jugoslavia c'è stato R. Boskovic, recentemente scomparso; era
presente poi il Centro Josip Broz "Tito" di Subotica, ed abbiamo
organizzato un comitato per la preparazione di questa manifestazione.
Prima ho voluto sapere il numero di persone di cui ognuno di loro
avrebbe assicurato la partecipazione, e sommando si e' arrivati a circa
duecento. Adesso sto lavorando su questo.
L'assemblea si terra' il 7 aprile nel Circolo culturale "Rasevic", nel
centro di Belgrado. Sto preparando un discorso di circa mezz'ora su Kim
Il Sung, quindi seguira' un programma culturale. E' anche un gesto di
solidarieta' alla Corea del Nord, anche loro si trovano in una grave
situazione, anche loro sono bloccati dalla NATO...
Cosi' e' terminata questa amichevole conversazione con il compagno
Mirkovic, a causa del poco tempo a nostra disposizione ma anche per la
fine del nastro. In seguito abbiamo sentito Mirkovic il quale,
nonostante un breve ricovero in ospedale per un'ulcera pochi giorni dopo
l'intervista, ci ha detto di aver partecipato alla iniziativa per la
Corea, che e' andata molto bene.
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