Subject: Relazione viaggio a Kragujevac del dicembre 2002
Date: Mon, 30 Dec 2002 12:45:47 -0000
From: "vlaic"



RITORNO DALLA ZASTAVA DI KRAGUJEVAC
Viaggio del dicembre 2002
(resoconto di viaggio a cura di un compagno del gruppo ZASTAVA
Trieste)

Questa relazione e' suddivisa in quattro parti:
A) Cronaca del viaggio
B) Alcune informazioni generali
C) Informazioni sulla Zastava; nuovi possibili progetti di
solidarieta'; le morti "sospette' di numerosi operai.
D) Conclusioni


Cronaca del viaggio

Vi inviamo un resoconto del viaggio appena concluso alla Zastava di
Kragujevac per consegnare le adozioni a distanza, fatto dal
Coordinamento Nazionale RSU e dal Gruppo Zastava di Trieste.
Per i titolari delle nuove adozioni: stiamo procedendo ad organizzare
la spedizione delle schede relative ai bambini adottati.

Siamo partiti da Trieste venerdi' 20 dicembre alle 3 del mattino, con
un pullmino a nove posti. La delegazione era formata da 5 persone:
Alma da Firenze, Gilberto e Sergio da Trieste, Paola e Mario da Crema.
Il pullmino ci e' stato prestato (gratuitamente) da un'associazione di
solidarieta' internazionale triestina e così ci siamo dovuti accollare
le sole spese del viaggio.
Avevamo una quarantina di scatole di aiuti, alimentari, vestario e
materiale scolastico. Per gli alimentari si trattava di regali alle
famiglie jugoslave da parte delle famiglie adottanti italiane, il
vestiario era frutto di raccolte operate a Padova e Trieste, mentre il
materiale scolastico era un dono di un sottoscrittore privato.
Inoltre portavamo con noi alcune decine di costosissimi flaconi di
chemioterapici, raccolti a Trieste, per il reparto oncologico
dell'Ospedale di Kragujevac e per l'Ospedale pediatrico di Belgrado,
per un valore di 12.000 euro.
Ricordiamo che le spese di viaggio sono state direttamente sostenute
dai partecipanti, senza alcuno storno dai fondi ricevuti per le quote
di adozione a distanza da distribuire in questa occasione (come del
resto in tutti i precedenti viaggi effettuati).

Siamo arrivati a Kragujevac alle 4 del pomeriggio, senza alcun
problema durante il viaggio, se si eccettua una fitta nebbia che ci ha
accompagnato praticamente per tutto il viaggio, oltre a un freddo
intenso.
Il pomeriggio abbiamo predisposto i dettagli per l'assemblea del
giorno dopo; successivamente abbiamo visitato una famiglia in cui una
delle figlie e' colpita da una grave patologia cerebrale, e per la
quale i lavoratori della Lever di Lodi avevano fatto una
sottoscrizione staordinaria. A cena abbiamo raccolto le ultime notizie
sulla Zastava e discusso i dettagli di nuovi possibili progetti di
solidarieta' immediata.

Il mattino di sabato abbiamo distribuito le quote delle adozioni.
Erano 40, di cui 7 nuove, provenienti da lavoratori italiani che fanno
riferimento alla campagna del coordinamento RSU e di ZASTAVA Trieste.
Sono stati inoltre consegnati i fondi raccolti a Padova per far fronte
a una pesante situazione sanitaria che si e' presentata nella famiglia
di uno dei bambini adottati.
E' stata anche consegnata ad una studentessa universitaria priva di
qualsiasi reddito una quota una-tantum corrispondente ad una adozione
annuale, frutto della conversione in denaro delle spese floreali non
effettuate relativamente ad un lutto che ha colpito uno dei nostri
sottoscrittori.
Durante l'assemblea c'e' stato il solito scambio di regali tra
famiglie italiane e jugoslave e viceversa. Complici le festivita' di
fine anno, alla fine il bagagliaio del pullmino era molto simile ad
una distilleria di superalcolici.
Dopo un gustosissimo pasto a casa del vice-presidente del sindacato,
siamo partiti da Kragujevac alle 4 del pomeriggio.
A Belgrado abbiamo consegnato i chemioterapici e dopo un tranquillo
viaggio notturno siamo arrivati a Trieste alle 4 del mattino di
domenica.

I resoconti di tutti i viaggi precedenti sono reperibili su diversi
siti.
Il piu' completo e' il sito del coordinamento RSU, all'indirizzo:
http://www.ecn.org/coord.rsu/
seguendo il link Solidarietà con i lavoratori della Jugoslavia:
http://www.ecn.org/coord.rsu/guerra.htm
dove sono anche descritte in dettaglio tutte le iniziative in corso, e
riportati i resoconti anche di altre associazioni.
Il resoconto del viaggio di ottobre 2002 e' particolarmente ricco di
notizie sulla situazione dei lavoratori della Zastava.

Gli stessi resoconti sono presenti anche sul sito del Coordinamento
Nazionale per la Jugoslavia, all'indirizzo:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/messages
che contiene inoltre centinaia di articoli sulla situazione nei
Balcani difficilmente reperibili sulla stampa nazionale.




Alcune informazioni generali

Quello che abbiamo potuto verificare è un peggioramento continuo della
situazione materiale in cui versano le famiglie in relazione ad un
continuo inarrestabile aumento dei prezzi, soprattutto delle tariffe e
degli affitti, ma anche una tenuta della capacità di iniziativa da
parte del sindacato in difesa dei diritti dei lavoratori e per
conquistare prospettive produttive per la fabbrica.


I prezzi stanno raggiungendo livelli "occidentali" a fronte di
stipendi, quando esistono, circa dieci volte piu' bassi che in
occidente.

I dati ufficiali affermano che circa i 2/3 della popolazione serba
spende meno di 1 euro al giorno pro-capite, e che un terzo spende meno
di mezzo euro al giorno; il 60% della spesa e' per il cibo. La
disoccupazione dilaga ed interessa centinaia di migliaia di
lavoratori, su circa undici milioni e mezzo di abitanti a cui vanno
sommati circa un milione di profughi.

L'aumento vertiginoso del prezzo dell'energia elettrica ha provocato
problemi gravissimi; il riscaldamento domestico in Jugoslavia e' in
gran parte basato sull'elettricita', che prima dell'ottobre 2000
veniva considerata un bene socialmente primario e quindi erogata a
prezzi controllati; inoltre a Kragujevac era attivo il
teleriscaldamento utilizzando la centrale termica della Zastava; tale
impianto e' stato uno dei primi ad essere distrutto dai bombardamenti
del 1999.
L'aumento vertiginoso dell'elettricita' ha di fatto privato la maggior
parte della popolazione di questa fonte per il riscaldamento e
l'inverno balcanico e' decisamente freddo (sabato a mezzogiorno, a
Kragujevac con uno splendido sole il termometro segnava -7 gradi). A
Belgrado citta' sono circa 170.000 le famiglie che non possono piu'
pagare la bolletta elettrica.
A Kragujevac, durante gli inverni del 1999 e del 2000 il sindacato era
riuscito a rifornire di legna per il riscaldamento le famiglie piu'
disastrate; faceva un certo effetto vedere l'enorme piazzale di
parcheggio davanti agli stabilimenti ricoperto di cataste di legna.
Per mancanza di fondi questa operazione non e' stata ripetuta nel 2001
e neppure ovviamente per l'inverno attualmente in corso; ci si deve
rivolgere al libero mercato dove un metro cubo di legna costa
attualmente circa 30 euro. Chi scrive ha visto il sabato mattina file
lunghissime di trattori con rimorchi pieni di legna parcheggiati un
po' dovunque, sia in periferia che in centro citta'.
Questo significa anche rapido disboscamento?

Per quanto riguarda la sanita', quella pubblica, un tempo vanto della
Jugoslavia, praticamente non esiste piu' e i farmaci vanno acquistati
nelle farmacie private.
Negli ospedali, in cui manca moltissimo, si deve pagare anche la
degenza; con amarezza, la delegata dell'ufficio adozioni ci ha detto
"devi portare anche il filo per la sala operatoria".

Per quanto riguarda la scuola, una volta sostanzialmente gratuita,
sono state introdotte tasse di iscrizione che nulla hanno da invidiare
alle nostre: le tasse di iscrizione all'Universita' hanno raggiunto la
cifra di circa 1000-1500 euro/anno.
Malgrado cio' la scolarizzazione e' ancora alta; riportiamo i dati per
l'intera Repubblica Federale (escluso il Kosovo), tratti dall'ultimo
bollettino dell'Associazione ABC di Vittorio Tranquilli, edito
all'inizio di dicembre 2002.
Asili infantili: 1730 istituti per 174.621 bambini dai due ai sei
anni; Scuole di base (dai 7 ai 14 anni): 1630 per 805.554 studenti;
Scuole superiori (dai 14 ai 18 anni): 519 per 738.635 studenti
Universita' per un totale di 81 facolta' concirca 200.000 studenti.
Gli istituti scolastici sono comunque assai degradati, a causa di
dieci anni di embargo e dei numerosi bombardamenti del 1999, che hanno
colpito 420 scuole di base, 15 scuole superiori e 26 facolta'
universitarie.

Per quanto riguarda le abitazioni, il continuo aumento dei prezzi
costringe le famiglie in affitto a cercare case sempre piu' piccole,
oppure alla coabitazione, in ambienti fatiscenti, spesso privi di
riscaldamento e con servizi igienici pessimi, se non addirittura
mancanti. Le famiglie che visitiamo regolarmente abitano di norma in
case mai finite e hanno a disposizione non piu' di 40 metri quadri
suddivisi in due-tre stanze, con stufa a legna in cucina.


I fondi occidentali, che arrivano con il contagocce, sono soprattutto
impiegati per la costruzione di strade, lungo le direttrici dei
corridoi 8 e 10, a riprova del fatto che il crimine maggiore della
Jugoslavia fu quello di pretendere di conservare un sistema di
ispirazione sociale e indipendente dalle multinazionali, ma anche un
crimine "geografico" poiche' la Jugoslavia si trova nel cuore di
questi corridoi.

Si consiglia la lettura del recente articolo, lungo ed esuriente, di
Michel Collon, giornalista belga; esso e' stato tradotto in Italiano a
cura dell'Associazione SOS Jugoslavia di Torino ed e' reperibile,
suddiviso in due parti, agli indirizzi
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2163
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2164







Informazioni sulla Zastava; nuovi possibili progetti di solidarieta';
le morti "sospette" di numerosi operai.


Nella relazione del viaggio di ottobre scorso, reperibile, tra gli
altri, sul sito delle RSU all'indirizzo
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2002/2002_1014zastava.htm
erano contenuti cenni storici sulla citta' di Kragujevac e sulla
Zastava; erano presentate numerose ed aggiornate informazioni sulla
situazione occupazionale, salariale e sindacale dei lavoratori.
Questi dati non sono sostanzialmente cambiati negli ultimi due mesi;
rimandiamo quindi a quella relazione chi volesse una documentazione
aggiornata sulla situazione della fabbrica.
Di seguito riportiamo le nuove informazioni ottenute da colloqui con i
delegati.

Il consuntivo dell'anno 2002 ha visto la produzione di 12.000 vetture,
a fonte di una programmazione di 20.000 e ad una produzione di 220.000
in epoca precedente al bombardamento della fabbrica.

E' doveroso ricordare che il 7 novembre scorso a Firenze dovevano
essere presenti al Social Forum, in un incontro con i Sindacati
europei, anche due delegati dei lavoratori ed una dirigente del
Sindacato metalmeccanici nazionale jugoslavo, ma l'ambasciata Italiana
di Belgrado li ha convocati per la concessione dei visti lo stesso
giorno in cui dovevano parlare, malgrado i visti fossero stati
richiesti con molto anticipo dalla CGIL di Brescia. Si e' trattato
chiaramente di una manovra provocatoria per impedire ai rappresentanti
dei lavoratori di poter illustrare la situazione in una occasione
importante come il Social Forum Europeo.
Benche' non sia provato, si puo' ragionevolmente sospettare che dietro
questa negazione dei visti ci sia il bancarottiere americano Malcom
Bricklin, che due mesi fa, sulla base di un incredibile piano
industriale, ha proposto di acquistare la Zastava Automobili, con
l'ipotesi di produrre tra cinque anni 220.000 automobili e con la
previsione di venderne il 75% sul mercato americano ed europeo. Da
notare che questo fantasioso piano era stato presentato in pompa
magna, senza alcuna informazione preventiva ai Sindacati dei
lavoratori, dal Ministro dell'Economia e delle Privatizzazioni
Vlahovic, esattamente il giorno prima delle (fallite per il non
raggiungimento del quorum) elezioni presidenziali in Serbia, il 13
ottobre 2002.
Sul gia' citato bollettino di ABC e' riportato che Briklin era
presente a Kragujevac il 7 novembre scorso e che ha ribadito tutta
l'operazione, senza pero' presentare alcuna garanzia se non verbale.
L'accordo dovrebbe essere firmato entro il primo di marzo del 2003.


Durante l'incontro con i delegati sindacali si e' anche affrontato il
discorso del forno per la panificazione; sono stati finalmente
reperiti i locali dove installarlo (all'interno della mensa
aziendale); i lavori di adattamento dei locali sono previsti iniziare
nella meta' di gennaio 2003 e quindi potrebbe essere trasferito a
Kragujevac verso marzo.
Resta il problema, che sara' risolto a breve, di chi ne risultera'
intestatario.


E' stato inoltre affrontata la possibilita' di dare origine a
micro-progetti di solidarieta' legati alla vendita di prodotti di
artigianato tessile (tessitura in cotone e in lana) preparati da
gruppi di donne di Kragujevac e venduti sia direttamente dalle
associazioni interessate in Italia sia attraverso canali quali la rete
delle Botteghe del commercio equo e solidale.


E' stato inoltre discusso un problema gravissimo che sta emergendo
ora, tra mille omerta' e mille negazioni. Un numero al momento non
precisabile ma senz'altro assai significativo di operai che avevano
partecipato allo sgombero delle macerie dei reparti bombardati sono
recentemente deceduti, tutti con patologie collegate a malattie
epatiche. Numerosi altri sono ricoverati in ospedale con gli stessi
sintomi.
Le difficolta' nel reperire informazioni dirette e documentate sono
notevoli; si riesce a raccogliere qualche brandello di verita' da
alcuni medici, che pero' parlano solo se coperti da anonimato.
E' un altro fronte sul quale cercheremo di impegnarci.




Conclusioni

La situazione sindacale in Jugoslavia è ovviamente molto problematica.
Oltre alla Zastava sono centinaia le fabbriche bombardate e sono oggi
oltre 600.000 i lavoratori licenziati a causa delle bombe della NATO.
La Classe lavoratrice Jugoslava è quindi oggi in condizioni di
oggettiva debolezza e deve fare i conti con la necessità di una
ricostruzione post-bombardamenti che assume ormai una chiara
direttrice iper-liberista.
Lo Stato, governato da una coalizione di centro destra e fortemente
allettato e subordinato alle promesse di aiuto occidentali, ha
lasciato al libero mercato ogni decisione. Così i prezzi aumentano, le
scuole e la sanità diventano prestazioni disponibili solo per i più
ricchi, le fabbriche, le zone industriali sono all'asta di
profittatori occidentali che comprano tutto a prezzi bassi e ponendo
condizioni di lavoro inaccettabili.


Non possiamo e non dobbiamo lasciare soli, abbandonati e invisibili, i
lavoratori e le lavoratrici jugoslavi e le loro famiglie.
Dobbiamo intensificare i nostri sforzi affinche' giunga a loro la
nostra solidarieta' e fratellanza materiale e politica.