KOSOVO METOHIJA MARZO 2004
Appello per fermare la pulizia etnica e gli orrori contro la
popolazione serba e non albanese
Dalle telefonate e i contatti di questi giorni e ore con Associazioni e
personalit� del Kosovo Metohija e dei profughi in Serbia, mi � stato
chiesto di far girare queste parole, che racchiudono in s� la tremenda
realt� di una terra nuovamente bagnata dal sangue del popolo serbo e
nuovamente percorsa da forti venti di guerra e di destabilizzazione
dell�intera area balcanica, Serbia e non solo come vedremo in seguito.
� Agli amici del popolo del Kosovo Metohija e del popolo serbo, alle
Associazioni come la vostra ed alla sua persona, conosciuta e stimata
per quanto fatto finora per il nostro popolo, vi giunga questo appello
da questa terra martoriata, , dove in questi giorni il sangue e la
guerra, sono nuovamente parte della nostra gi� difficile quotidianeit�
di questi terribili e duri cinque anni trascorsi dai bombardamenti
della Nato, e dalla conseguente espulsione e pulizia etnica di
centinaia di migliaia di nostri fratelli e sorelle dalle proprie case,
dai propri campi, dalle proprie radici millenarie e molte migliaia
anche strappati alla vita ed all�affetto delle loro famiglie, mediante
assassinii e rapimenti.
Vi chiediamo di attivarvi in qualsiasi modo e forma per contribuire a
cercare di fermare l�orrore e il bagno di sangue, causati da queste
forze terroristiche che distruggono, incendiano, uccidono e lapidano
uomini e donne che da sempre vivono qui. Vi chiediamo di informare
correttamente quali sono le verit� e la realt� di quanto sta accadendo,
di chiedere a tutte le persone oneste e che credono nei diritti umani
nel vostro paese di aiutare il nostro popolo a non subire un vero e
proprio genocidio. Distruggono anche gli ultimi cimiteri, monumenti e
monasteri della cultura ortodossa che ancora non avevano distrutto in
questi anni. Siamo stanchi di vedere i nostri campi e le nostre case
bruciate, di essere vessati, uccisi, perseguitati con la sola colpa di
essere serbi e di voler continuare a vivere dove da centinaia di anni
abbiamo sempre vissuto. In una terra per la cui difesa dalle
aggressioni e dalle occupazioni degli stranieri invasori, nella storia,
sempre abbiamo versato fiumi del nostro sangue. Siamo stanchi ma non
consegneremo ad assassini e terroristi estremisti, la nostra terra, le
nostre vite, le nostre radici, la nostra dignit�. Dovranno ucciderci
tutti, anche i nostri figli e le nostre mogli. E� un nostro diritto.
Le chiediamo di divulgare queste parole, di dare voce a noi, semplici
cittadini, stranieri a casa propria, di un popolo senza voce, senza
televisioni, senza neanche pi� la forza per urlare la nostra
indignazione e le nostre ragioni. Ma determinati a non cedere. Nel
nostro ospedale di Kosovska Mitrovica non ci sono pi� posti liberi, non
ci sono sufficienti medicinali, non c�� sufficiente sangue per colmare
quello versato dagli estremisti albanesi; da ogni angolo di questo
Kosovo crocefisso questo � l�ultimo lembo di terra dove confluiscono i
nostri fratelli e sorelle scacciati dalle bande assassine, che dopo
averli terrorizzati e incendiato le case, non sono riusciti ad
assassinare.
Nelle nostre case scarseggia tutto, i nostri figli non hanno pi� nulla
che non sia paura e angoscia. Aiutateci a fermarli, che la gente onesta
e buona si alzi per gridare basta, la nostra amicizia e fratellanza
sar� eterna.
Noi siamo ancora in piedi e fermi nella volont� di fermarli, di
resistere, ma siamo soli con i nostri fratelli della Serbia. Ci dicono
gli internazionali di qui, perch� siamo serbi.
Sappiamo che lei e le vostre Associazioni, non la pensate cos�, per
questo confidiamo sulla vostra amicizia e impegno. Ma fate presto.
Con rispetto e tanta amicizia. �
Cittadini e cittadine delle Istituzioni e Municipalit�, dell�Ospedale e
delle varie Associazioni civili e sociali di Kosovska Mitrovica, Nord
del fiume Ibar, a cui si associano profughi delle Associazioni dei
Profughi in Serbia.
Le ultime case, monasteri, campi che ancora non avevano bruciato ora lo
hanno fatto. Assalti, devastazioni, lapidazioni, bombe; ancora paura,
orrore, violenza, sangue, morte. Il tutto sotto l�occhio �distratto� di
20.000 soldati della Nato. ECCO a cinque anni dalla �liberazione� , dai
� bombardamenti umanitari�, che cosa � il � Kosovo liberato�. Un
�bantustan�, un enorme campo di concentramento a cielo aperto, dove
alcune etnie non �pure� vivono da cinque anni in una condizione di
prigionieri e di paria, non potendo svolgere alcuna attivit�.
Una regione dove in cinque anni ,ci sono stati migliaia di attentati,
migliaia di assassinati e di rapimenti, di feriti, nella stragrande
maggioranza commessi contro serbi, e in numero minore, contro non
albanesi o albanesi kosovari jugoslavisti.
Ecco nuovamente questi �dannati del Kosovo�, nuovamente in prima
pagina, ma non per denunciare questo stato di cose barbaro e criminale,
ma perch� le bande assassine dell�ex UCK, oggi regolarizzate nel Corpo
Protezione del Kosovo, comandato dal criminale di guerra della ex
Jugoslavia A. Ceku, stanno cercando di terminare la pulizia etnica e la
cacciata definitiva delle ultime migliaia di serbi e di qualche altra
etnia , che non avevano preso la via dell�esilio e della fuga, come gli
altri circa 300.000 che sono scappati in gran parte in Serbia.
Quanto sta avvenendo non ha nulla di particolarmente nuovo per chi, in
questi anni ha continuato a seguire gli avvenimenti kosovari , ci pare
una logica conseguenza delle dinamiche contestuali.
Cosa � successo? E� semplicemente successo che, a partire da un
ennesimo evento �scatenante� ( ricordare Vukovar, Srebrenica, le stragi
del mercato di Sarajevo, Racak�.) in questo caso una presunta barbara
uccisione di tre bambini albanesi da parte di serbi a Mitrovica: va
ribadito, nella stessa notte ufficialmente smentita da Derek Chappell
portavoce dell�Unmik, si � messo in moto un ennesimo passaggio storico
per l�area..
Come �un�ora x� una notte dei cristalli, come � stata definita da media
locali, scatta una coordinata e sincronizzata campagna in tutto il
Kosovo Metohija, ovunque c�� ancora qualche �enclave� di sopravvissuti
serbi e rom, circondati da filo spinato e truppe KFOR, ovunque c��
ancora una chiesa ortodossa al cui interno, vivono assediati, qualche
anziano con i monaci, si scatenano assalti, incendi, assassinii, una
vera e propria azione sincronizzata militarmente, da un esercito senza
divisa, ma molto ben dotato di pistole, fucili mitragliatori, granate,
mortai e bottiglie incendiarie e in sole 20 ore si scatena l�orrore:
Mitrovica, Caljavica, Kosovo Polje, Gnjilane, Bicha, Grabac, Osojane,
Belopolje, Pec, Gorazdevac, Obilic, Prizren, Svinare, Lipljan e
vergogna per l�Unesco e l�Onu la distruzione della chiesa Sveti Ilja a
Vucitrin e dell�antichissimo monastero di Djakovica ( che erano
patrimoni dell�umanit�); parte delle 16 chiese e monasteri distrutti
nella sola notte. In 60 ore: 31 morti oltre 500 feriti ufficiali,
mancano notizie dei villaggi sparsi per la regione, e centinaia di case
incendiate e distrutte. Persino l�ospedale di Mitrovica Nord � stato
attaccato con mortai, come denunciato dal direttore M. Ivanovic. Anche
la Kfor ha avuto quasi un centinaio di feriti di cui alcuni gravi; la
stessa Onu ha avuto macchine incendiate e sedi assaltate, per questo il
19 marzo Annan ha chiesto il rientro dello staff presente nel Kosmet.
Ma in queste dinamiche militari ancora una volta quello che emerge �
nuovamente il ruolo vergognoso e funzionale alla preparazione degli
eventi, avuto dai mass media occidentali ( tranne come sempre rare
eccezioni, come per esempio Remondino e pochi altri della carta
stampata): che immediatamente parlano della barbara uccisione dei
bambini albanesi (prima falsit�: smentita dall�Unmik), poi di scontri
interetnici ( seconda falsit�: da una parte vi sono degli assalitori
armati, dall�altra degli assaliti disarmati), di esplosione della
rabbia degli albanesi per l�accaduto (terza falsit�: gli stessi
funzionari Unmik, a giornalisti scozzesi dello Scotsman parlano di
Pogrom pianificato, cos� come il comandante delle truppe italiane a
�Repubblica� ha dichiarato che � serviva solo un pretesto�tutto era
programmato��; come � possibile che in un territorio completamente
militarizzato, centinaia di individui si spostino armati da una
cittadina ad una altra per dare assalti, incendiare, uccidere e 20.000
soldati armati ed equipaggiati sofisticatamente�non vedano ?!). Poi di
atti di violenza di estremisti albanesi ( quarta falsit�: uccidere
uomini e bambini, bruciare case e monasteri, non possono essere
mediaticamente definiti atti di violenza, ma sono giuridicamente dei
crimini; il comandante delle truppe italiane:�� gli albanesi vanno di
casa in casa per uccidere��).
La Serbia ha risposto nuovamente compatta, come all�inizio dei
bombardamenti Nato nel 1999, nelle telefonate con varie citt� emerge un
quadro di unit� nazionale, di ripresa di una identit� e dignit�
nazionali in questi anni calpestati dallo strapotere occidentale e dai
Quisling locali, che in questi anni hanno fatto da maggiordomi ai
voleri della Nato e del FMI e Banca Mondiale, portando il popolo serbo
in un tunnel di miseria e disperazione sociale, mai visti neanche
durante embarghi e guerre. Fabbriche, uffici, miniere, scuole,
universit� in sciopero, le piazze di tutta la Serbia riempite da
centinaia di migliaia di manifestanti, in alcuni casi anche esasperati
e stanchi di tutto quanto � accaduto. Una ferma e grande prova di
presenza, di identit� e dignit� nazionali ritrovate, in un momento
nuovamente tragico della storia di questo generoso e forte popolo.
Ma proprio in questi aspetti si pu� trovare una lettura di quanto sta
accadendo non casualmente; in molte interviste di questi giorni, mi
viene spesso chiesto �PERCHE?�, proprio ora, in forme cos� violente.
Proprio la scorsa settimana che ero l� ho fatto alcune interviste a
personalit� politiche e sociali, che usciranno nei prossimi giorni, e
nelle quali vi sono spiegati e approfonditi, alcuni aspetti delle
scelte politiche nazionali e statali, avvenute in questo ultimo mese a
livello istituzionale, e dove ci possono essere le chiavi per
comprendere gli avvenimenti di queste ore. Una � quella della
formazione del nuovo governo Kostunica, avvenuta nelle scorse
settimane, in cui il ruolo del Partito socialista Serbo � stato
fondamentale, non perch� come erroneamente scritto da liberi pensatori
locali ( anche di sinistra estrema) che non conoscono nei dettagli gli
avvenimenti, il PSS � andato al governo ( una stupidaggine), oppure
come scritto da qualcuno avrebbe abbandonato scelte precedentemente
sancite, ma perch� la formazione e la vita di questo nuovo governo �
stata fondata sulla base di un accordo istituzionale, alle condizioni
della necessit� degli interessi nazionali del popolo serbo PRIMA DI
TUTTO. E solo su questo potr� contare sull�appoggio esterno non
contrario del PSS, ma ecco dove possiamo trovare la risposta al piano
di violenza programmata scatenata in questi giorni nel Kosovo Metohija,
un vero e proprio tentativo di dare una spallata definitiva alle ultime
presenze serbe nella regione, quasi per anticipare prossime scelte del
nuovo governo di Belgrado. Infatti in uno dei sei punti programmatici
stabiliti nella formazione del nuovo governo ci sono due riguardanti il
KOSMET : il primo � l�aver stabilito per ora l�impossibilit� del
cambiamento della Costituzione serba ( cosa pi� volte tentata di essere
messa all�ordine del giorno dal precedente governo Dindijc su pressioni
occidentali), dove � sancita l�inviolabilit� degli attuali confini
della Repubblica, quindi dove il Kosovo Metohija � e resta una
provincia della Repubblica di Serbia e nessuno pu�, a nome del popolo
serbo trattare per la sua separazione. Questo � praticamente uno
schiaffo agli USA fortemente schierati con la linea dell�ex Uck per
l�indipendenza del Kosovo e quasi un ritorno indietro per la politica
Usa nell�area.
Il secondo riguarda la richiesta ufficiale da parte del nuovo governo,
dell�applicazione della Risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza
dell�Onu, dove al punto 4, allegato 2, � stabilito il rientro di
personale dell�esercito e polizia della Yugoslavia ( che non c�� pi�) e
della Serbia ( che esiste ancora). Altro punto che riapre una
trattativa sul futuro del Kosmet, diverso da come era stato fino allo
scorso governo; e anche qui un ostacolo alla definitiva soluzione
prospettata dall�ex Uck e avallata dagli Usa di una definitiva
Indipendenza con conseguente espulsione delle ultime comunit� serbe
rimaste.
Ma c�� anche un altro elemento che deve far riflettere, per entrare
nelle dinamiche dell�area attuali, ed � quello di uno scontro di
interessi sempre pi� evidenti tra Europa e Usa ( uno su tutti la
questione dei corridoi, uno fortemente voluto da Germania ed Europa,
l�altro al contrario voluto dagli USA), e Kostunica � fautore di una
politica fortemente indirizzata e rivolta verso l�Europa, a tutti i
livelli, anche per la sua formazione culturale e storica.
Mentre vengono annunciate queste nuove direzioni politiche, non certo
rivoluzionarie ma sicuramente fondate su concetti di sovranit�
nazionale, diritto internazionale e interessi nazionali, tutti concetti
altamente indigesti alla logica e politica imperialista nordamericana,
ecco che improvvisamente accade un evento come la barbara uccisione di
bambini albanesi�il tentativo di una pulizia etnica completa e rapida
che, forse nelle intenzioni avrebbe poi sancito una situazione �de
facto�, che sarebbe stata soltanto da ratificare a livello di comunit�
internazionale, appoggiata dagli Usa. Ecco che il nodo Kosovo sarebbe
definitivamente sciolto, alla Serbia del nuovo governo pi� attento ai
propri interessi nazionali, un monito a rientrare nei ranghi e ad
accettare supinamente e docilmente, decisioni prese da altre parti ma
non trattabili, come � stato in questi ultimi quattro anni. Tenendo
conto che, nessuno ne parla in questo momento all�interno della stessa
Serbia, vi � un�altra situazione esplosiva ed � il Sangiaccato, abitato
in stragrande maggioranza da musulmani che gi� da anni, ma ultimamente
sempre di pi�, stanno proponendo mediante pressioni, violenze,
attentati contro serbi e rom, per farli andare via, il distacco dalla
Serbia per unirsi al Kosovo indipendente e piano piano dare vita alla
famosa �trasversale verde�, che dalla Bosnia musulmana va fino alla
Macedonia, altra area esplosiva di cui non si parla, ma dove ancora
oggi le tensioni sono altissime e dove in molte zone vi � il coprifuoco.
Ecco i tasselli per una Serbia ridotta anch�essa ad uno staterello dove
sar� solo pi� possibile dire � signor s�� al padrone di turno.
E� ovvio che queste sono valutazioni e riflessioni da approfondire, ma
queste non sono solo mie ma anche di politici e studiosi di l�;
stranamente mi erano state espresse e formulate come prospettive in
positivo, proprio dieci giorni fa, non avendo il dono della profezia
non si poteva prevedere una risposta cos� tempestiva e rapida. Ma forse
sono solo coincidenze i drammi di questi giorni sono solo rabbia
popolare causata dal barbaro assassinio di tre bambini albanesi�..
Riguardo l�appello pubblicato sopra, io credo non possiamo rimanere
inerti, penso che ovunque c�� la possibilit� va riproposto il dramma e
la situazione del Kosovo Metohija, ovunque sia possibile vanno
denunciati tutti gli orrori e i crimini di questi banditi . Ogni
Associazione, rivista, giornale deve dare voce a questa resistenza
contro l�annientamento e la pulizia etnica, contro una nuova guerra e
altri bagni di sangue; rompere il silenzio e la disinformazione
scientifica, nuovamente al lavoro nell�area balcanica, � fare una
battaglia per la pace contro la guerra.
In ogni momento o iniziativa per la pace si parli del dramma di questo
popolo. Ricordiamo che per iniziative informative sono a disposizione
di tutti il Video di M. Collon e V. Stojilkovic, tradotto e curato
dall�Associazione SOS Yugoslavia e il libro : E.Vigna -� Kosovo
liberato�- Ed. Citt� del sole, che sono utili e unici strumenti
specifici sulla realt� del Kosmet, ricchi di dati e documentazione.
Per info: mail: posta@... - oppure : 338-1755563
Da parte della nostra Associazione SOS Yugoslavia, rafforzeremo i
progetti con l�Associazione dei Profughi del Kosovo Methoija con cui
gi� lavoriamo, presto avremo altra documentazione e cercheremo di dare
risposte a richieste ed emergenze direttamente da loro.
AIUTACI ANCHE A FERMARE L�ORRORE E LA GUERRA!
� Al di sopra di tutti gli abissi.
Al di sopra di tutti i mali
Malgrado tutti i crimini commessi
E l�odio non sradicato.
Noi persistiamo
e nessuno ci sradicher�
dai nostri focolari e dalla storia � ( Poema epico del Kosovo Metohija)
Enrico Vigna (Associazione SOS Yugoslavia ),
19 marzo 2004
[Sono state eliminare la parti non di testo del messaggio]
Appello per fermare la pulizia etnica e gli orrori contro la
popolazione serba e non albanese
Dalle telefonate e i contatti di questi giorni e ore con Associazioni e
personalit� del Kosovo Metohija e dei profughi in Serbia, mi � stato
chiesto di far girare queste parole, che racchiudono in s� la tremenda
realt� di una terra nuovamente bagnata dal sangue del popolo serbo e
nuovamente percorsa da forti venti di guerra e di destabilizzazione
dell�intera area balcanica, Serbia e non solo come vedremo in seguito.
� Agli amici del popolo del Kosovo Metohija e del popolo serbo, alle
Associazioni come la vostra ed alla sua persona, conosciuta e stimata
per quanto fatto finora per il nostro popolo, vi giunga questo appello
da questa terra martoriata, , dove in questi giorni il sangue e la
guerra, sono nuovamente parte della nostra gi� difficile quotidianeit�
di questi terribili e duri cinque anni trascorsi dai bombardamenti
della Nato, e dalla conseguente espulsione e pulizia etnica di
centinaia di migliaia di nostri fratelli e sorelle dalle proprie case,
dai propri campi, dalle proprie radici millenarie e molte migliaia
anche strappati alla vita ed all�affetto delle loro famiglie, mediante
assassinii e rapimenti.
Vi chiediamo di attivarvi in qualsiasi modo e forma per contribuire a
cercare di fermare l�orrore e il bagno di sangue, causati da queste
forze terroristiche che distruggono, incendiano, uccidono e lapidano
uomini e donne che da sempre vivono qui. Vi chiediamo di informare
correttamente quali sono le verit� e la realt� di quanto sta accadendo,
di chiedere a tutte le persone oneste e che credono nei diritti umani
nel vostro paese di aiutare il nostro popolo a non subire un vero e
proprio genocidio. Distruggono anche gli ultimi cimiteri, monumenti e
monasteri della cultura ortodossa che ancora non avevano distrutto in
questi anni. Siamo stanchi di vedere i nostri campi e le nostre case
bruciate, di essere vessati, uccisi, perseguitati con la sola colpa di
essere serbi e di voler continuare a vivere dove da centinaia di anni
abbiamo sempre vissuto. In una terra per la cui difesa dalle
aggressioni e dalle occupazioni degli stranieri invasori, nella storia,
sempre abbiamo versato fiumi del nostro sangue. Siamo stanchi ma non
consegneremo ad assassini e terroristi estremisti, la nostra terra, le
nostre vite, le nostre radici, la nostra dignit�. Dovranno ucciderci
tutti, anche i nostri figli e le nostre mogli. E� un nostro diritto.
Le chiediamo di divulgare queste parole, di dare voce a noi, semplici
cittadini, stranieri a casa propria, di un popolo senza voce, senza
televisioni, senza neanche pi� la forza per urlare la nostra
indignazione e le nostre ragioni. Ma determinati a non cedere. Nel
nostro ospedale di Kosovska Mitrovica non ci sono pi� posti liberi, non
ci sono sufficienti medicinali, non c�� sufficiente sangue per colmare
quello versato dagli estremisti albanesi; da ogni angolo di questo
Kosovo crocefisso questo � l�ultimo lembo di terra dove confluiscono i
nostri fratelli e sorelle scacciati dalle bande assassine, che dopo
averli terrorizzati e incendiato le case, non sono riusciti ad
assassinare.
Nelle nostre case scarseggia tutto, i nostri figli non hanno pi� nulla
che non sia paura e angoscia. Aiutateci a fermarli, che la gente onesta
e buona si alzi per gridare basta, la nostra amicizia e fratellanza
sar� eterna.
Noi siamo ancora in piedi e fermi nella volont� di fermarli, di
resistere, ma siamo soli con i nostri fratelli della Serbia. Ci dicono
gli internazionali di qui, perch� siamo serbi.
Sappiamo che lei e le vostre Associazioni, non la pensate cos�, per
questo confidiamo sulla vostra amicizia e impegno. Ma fate presto.
Con rispetto e tanta amicizia. �
Cittadini e cittadine delle Istituzioni e Municipalit�, dell�Ospedale e
delle varie Associazioni civili e sociali di Kosovska Mitrovica, Nord
del fiume Ibar, a cui si associano profughi delle Associazioni dei
Profughi in Serbia.
Le ultime case, monasteri, campi che ancora non avevano bruciato ora lo
hanno fatto. Assalti, devastazioni, lapidazioni, bombe; ancora paura,
orrore, violenza, sangue, morte. Il tutto sotto l�occhio �distratto� di
20.000 soldati della Nato. ECCO a cinque anni dalla �liberazione� , dai
� bombardamenti umanitari�, che cosa � il � Kosovo liberato�. Un
�bantustan�, un enorme campo di concentramento a cielo aperto, dove
alcune etnie non �pure� vivono da cinque anni in una condizione di
prigionieri e di paria, non potendo svolgere alcuna attivit�.
Una regione dove in cinque anni ,ci sono stati migliaia di attentati,
migliaia di assassinati e di rapimenti, di feriti, nella stragrande
maggioranza commessi contro serbi, e in numero minore, contro non
albanesi o albanesi kosovari jugoslavisti.
Ecco nuovamente questi �dannati del Kosovo�, nuovamente in prima
pagina, ma non per denunciare questo stato di cose barbaro e criminale,
ma perch� le bande assassine dell�ex UCK, oggi regolarizzate nel Corpo
Protezione del Kosovo, comandato dal criminale di guerra della ex
Jugoslavia A. Ceku, stanno cercando di terminare la pulizia etnica e la
cacciata definitiva delle ultime migliaia di serbi e di qualche altra
etnia , che non avevano preso la via dell�esilio e della fuga, come gli
altri circa 300.000 che sono scappati in gran parte in Serbia.
Quanto sta avvenendo non ha nulla di particolarmente nuovo per chi, in
questi anni ha continuato a seguire gli avvenimenti kosovari , ci pare
una logica conseguenza delle dinamiche contestuali.
Cosa � successo? E� semplicemente successo che, a partire da un
ennesimo evento �scatenante� ( ricordare Vukovar, Srebrenica, le stragi
del mercato di Sarajevo, Racak�.) in questo caso una presunta barbara
uccisione di tre bambini albanesi da parte di serbi a Mitrovica: va
ribadito, nella stessa notte ufficialmente smentita da Derek Chappell
portavoce dell�Unmik, si � messo in moto un ennesimo passaggio storico
per l�area..
Come �un�ora x� una notte dei cristalli, come � stata definita da media
locali, scatta una coordinata e sincronizzata campagna in tutto il
Kosovo Metohija, ovunque c�� ancora qualche �enclave� di sopravvissuti
serbi e rom, circondati da filo spinato e truppe KFOR, ovunque c��
ancora una chiesa ortodossa al cui interno, vivono assediati, qualche
anziano con i monaci, si scatenano assalti, incendi, assassinii, una
vera e propria azione sincronizzata militarmente, da un esercito senza
divisa, ma molto ben dotato di pistole, fucili mitragliatori, granate,
mortai e bottiglie incendiarie e in sole 20 ore si scatena l�orrore:
Mitrovica, Caljavica, Kosovo Polje, Gnjilane, Bicha, Grabac, Osojane,
Belopolje, Pec, Gorazdevac, Obilic, Prizren, Svinare, Lipljan e
vergogna per l�Unesco e l�Onu la distruzione della chiesa Sveti Ilja a
Vucitrin e dell�antichissimo monastero di Djakovica ( che erano
patrimoni dell�umanit�); parte delle 16 chiese e monasteri distrutti
nella sola notte. In 60 ore: 31 morti oltre 500 feriti ufficiali,
mancano notizie dei villaggi sparsi per la regione, e centinaia di case
incendiate e distrutte. Persino l�ospedale di Mitrovica Nord � stato
attaccato con mortai, come denunciato dal direttore M. Ivanovic. Anche
la Kfor ha avuto quasi un centinaio di feriti di cui alcuni gravi; la
stessa Onu ha avuto macchine incendiate e sedi assaltate, per questo il
19 marzo Annan ha chiesto il rientro dello staff presente nel Kosmet.
Ma in queste dinamiche militari ancora una volta quello che emerge �
nuovamente il ruolo vergognoso e funzionale alla preparazione degli
eventi, avuto dai mass media occidentali ( tranne come sempre rare
eccezioni, come per esempio Remondino e pochi altri della carta
stampata): che immediatamente parlano della barbara uccisione dei
bambini albanesi (prima falsit�: smentita dall�Unmik), poi di scontri
interetnici ( seconda falsit�: da una parte vi sono degli assalitori
armati, dall�altra degli assaliti disarmati), di esplosione della
rabbia degli albanesi per l�accaduto (terza falsit�: gli stessi
funzionari Unmik, a giornalisti scozzesi dello Scotsman parlano di
Pogrom pianificato, cos� come il comandante delle truppe italiane a
�Repubblica� ha dichiarato che � serviva solo un pretesto�tutto era
programmato��; come � possibile che in un territorio completamente
militarizzato, centinaia di individui si spostino armati da una
cittadina ad una altra per dare assalti, incendiare, uccidere e 20.000
soldati armati ed equipaggiati sofisticatamente�non vedano ?!). Poi di
atti di violenza di estremisti albanesi ( quarta falsit�: uccidere
uomini e bambini, bruciare case e monasteri, non possono essere
mediaticamente definiti atti di violenza, ma sono giuridicamente dei
crimini; il comandante delle truppe italiane:�� gli albanesi vanno di
casa in casa per uccidere��).
La Serbia ha risposto nuovamente compatta, come all�inizio dei
bombardamenti Nato nel 1999, nelle telefonate con varie citt� emerge un
quadro di unit� nazionale, di ripresa di una identit� e dignit�
nazionali in questi anni calpestati dallo strapotere occidentale e dai
Quisling locali, che in questi anni hanno fatto da maggiordomi ai
voleri della Nato e del FMI e Banca Mondiale, portando il popolo serbo
in un tunnel di miseria e disperazione sociale, mai visti neanche
durante embarghi e guerre. Fabbriche, uffici, miniere, scuole,
universit� in sciopero, le piazze di tutta la Serbia riempite da
centinaia di migliaia di manifestanti, in alcuni casi anche esasperati
e stanchi di tutto quanto � accaduto. Una ferma e grande prova di
presenza, di identit� e dignit� nazionali ritrovate, in un momento
nuovamente tragico della storia di questo generoso e forte popolo.
Ma proprio in questi aspetti si pu� trovare una lettura di quanto sta
accadendo non casualmente; in molte interviste di questi giorni, mi
viene spesso chiesto �PERCHE?�, proprio ora, in forme cos� violente.
Proprio la scorsa settimana che ero l� ho fatto alcune interviste a
personalit� politiche e sociali, che usciranno nei prossimi giorni, e
nelle quali vi sono spiegati e approfonditi, alcuni aspetti delle
scelte politiche nazionali e statali, avvenute in questo ultimo mese a
livello istituzionale, e dove ci possono essere le chiavi per
comprendere gli avvenimenti di queste ore. Una � quella della
formazione del nuovo governo Kostunica, avvenuta nelle scorse
settimane, in cui il ruolo del Partito socialista Serbo � stato
fondamentale, non perch� come erroneamente scritto da liberi pensatori
locali ( anche di sinistra estrema) che non conoscono nei dettagli gli
avvenimenti, il PSS � andato al governo ( una stupidaggine), oppure
come scritto da qualcuno avrebbe abbandonato scelte precedentemente
sancite, ma perch� la formazione e la vita di questo nuovo governo �
stata fondata sulla base di un accordo istituzionale, alle condizioni
della necessit� degli interessi nazionali del popolo serbo PRIMA DI
TUTTO. E solo su questo potr� contare sull�appoggio esterno non
contrario del PSS, ma ecco dove possiamo trovare la risposta al piano
di violenza programmata scatenata in questi giorni nel Kosovo Metohija,
un vero e proprio tentativo di dare una spallata definitiva alle ultime
presenze serbe nella regione, quasi per anticipare prossime scelte del
nuovo governo di Belgrado. Infatti in uno dei sei punti programmatici
stabiliti nella formazione del nuovo governo ci sono due riguardanti il
KOSMET : il primo � l�aver stabilito per ora l�impossibilit� del
cambiamento della Costituzione serba ( cosa pi� volte tentata di essere
messa all�ordine del giorno dal precedente governo Dindijc su pressioni
occidentali), dove � sancita l�inviolabilit� degli attuali confini
della Repubblica, quindi dove il Kosovo Metohija � e resta una
provincia della Repubblica di Serbia e nessuno pu�, a nome del popolo
serbo trattare per la sua separazione. Questo � praticamente uno
schiaffo agli USA fortemente schierati con la linea dell�ex Uck per
l�indipendenza del Kosovo e quasi un ritorno indietro per la politica
Usa nell�area.
Il secondo riguarda la richiesta ufficiale da parte del nuovo governo,
dell�applicazione della Risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza
dell�Onu, dove al punto 4, allegato 2, � stabilito il rientro di
personale dell�esercito e polizia della Yugoslavia ( che non c�� pi�) e
della Serbia ( che esiste ancora). Altro punto che riapre una
trattativa sul futuro del Kosmet, diverso da come era stato fino allo
scorso governo; e anche qui un ostacolo alla definitiva soluzione
prospettata dall�ex Uck e avallata dagli Usa di una definitiva
Indipendenza con conseguente espulsione delle ultime comunit� serbe
rimaste.
Ma c�� anche un altro elemento che deve far riflettere, per entrare
nelle dinamiche dell�area attuali, ed � quello di uno scontro di
interessi sempre pi� evidenti tra Europa e Usa ( uno su tutti la
questione dei corridoi, uno fortemente voluto da Germania ed Europa,
l�altro al contrario voluto dagli USA), e Kostunica � fautore di una
politica fortemente indirizzata e rivolta verso l�Europa, a tutti i
livelli, anche per la sua formazione culturale e storica.
Mentre vengono annunciate queste nuove direzioni politiche, non certo
rivoluzionarie ma sicuramente fondate su concetti di sovranit�
nazionale, diritto internazionale e interessi nazionali, tutti concetti
altamente indigesti alla logica e politica imperialista nordamericana,
ecco che improvvisamente accade un evento come la barbara uccisione di
bambini albanesi�il tentativo di una pulizia etnica completa e rapida
che, forse nelle intenzioni avrebbe poi sancito una situazione �de
facto�, che sarebbe stata soltanto da ratificare a livello di comunit�
internazionale, appoggiata dagli Usa. Ecco che il nodo Kosovo sarebbe
definitivamente sciolto, alla Serbia del nuovo governo pi� attento ai
propri interessi nazionali, un monito a rientrare nei ranghi e ad
accettare supinamente e docilmente, decisioni prese da altre parti ma
non trattabili, come � stato in questi ultimi quattro anni. Tenendo
conto che, nessuno ne parla in questo momento all�interno della stessa
Serbia, vi � un�altra situazione esplosiva ed � il Sangiaccato, abitato
in stragrande maggioranza da musulmani che gi� da anni, ma ultimamente
sempre di pi�, stanno proponendo mediante pressioni, violenze,
attentati contro serbi e rom, per farli andare via, il distacco dalla
Serbia per unirsi al Kosovo indipendente e piano piano dare vita alla
famosa �trasversale verde�, che dalla Bosnia musulmana va fino alla
Macedonia, altra area esplosiva di cui non si parla, ma dove ancora
oggi le tensioni sono altissime e dove in molte zone vi � il coprifuoco.
Ecco i tasselli per una Serbia ridotta anch�essa ad uno staterello dove
sar� solo pi� possibile dire � signor s�� al padrone di turno.
E� ovvio che queste sono valutazioni e riflessioni da approfondire, ma
queste non sono solo mie ma anche di politici e studiosi di l�;
stranamente mi erano state espresse e formulate come prospettive in
positivo, proprio dieci giorni fa, non avendo il dono della profezia
non si poteva prevedere una risposta cos� tempestiva e rapida. Ma forse
sono solo coincidenze i drammi di questi giorni sono solo rabbia
popolare causata dal barbaro assassinio di tre bambini albanesi�..
Riguardo l�appello pubblicato sopra, io credo non possiamo rimanere
inerti, penso che ovunque c�� la possibilit� va riproposto il dramma e
la situazione del Kosovo Metohija, ovunque sia possibile vanno
denunciati tutti gli orrori e i crimini di questi banditi . Ogni
Associazione, rivista, giornale deve dare voce a questa resistenza
contro l�annientamento e la pulizia etnica, contro una nuova guerra e
altri bagni di sangue; rompere il silenzio e la disinformazione
scientifica, nuovamente al lavoro nell�area balcanica, � fare una
battaglia per la pace contro la guerra.
In ogni momento o iniziativa per la pace si parli del dramma di questo
popolo. Ricordiamo che per iniziative informative sono a disposizione
di tutti il Video di M. Collon e V. Stojilkovic, tradotto e curato
dall�Associazione SOS Yugoslavia e il libro : E.Vigna -� Kosovo
liberato�- Ed. Citt� del sole, che sono utili e unici strumenti
specifici sulla realt� del Kosmet, ricchi di dati e documentazione.
Per info: mail: posta@... - oppure : 338-1755563
Da parte della nostra Associazione SOS Yugoslavia, rafforzeremo i
progetti con l�Associazione dei Profughi del Kosovo Methoija con cui
gi� lavoriamo, presto avremo altra documentazione e cercheremo di dare
risposte a richieste ed emergenze direttamente da loro.
AIUTACI ANCHE A FERMARE L�ORRORE E LA GUERRA!
� Al di sopra di tutti gli abissi.
Al di sopra di tutti i mali
Malgrado tutti i crimini commessi
E l�odio non sradicato.
Noi persistiamo
e nessuno ci sradicher�
dai nostri focolari e dalla storia � ( Poema epico del Kosovo Metohija)
Enrico Vigna (Associazione SOS Yugoslavia ),
19 marzo 2004
[Sono state eliminare la parti non di testo del messaggio]