La primavera dei vandali


A partire dallo scorso mese di marzo -- con l'inizio dei pogrom contro
le comunita' nazionali non-albanesi -- si e' registrata una nuova
ondata di vandalismo ai danni del patrimonio culturale e religioso
nella provincia serba di KosovoMetohija.

A differenza di episodi analoghi, o anche di minore gravita' (avvenuti
ad esempio in Bosnia-Erzegovina), sul problema della violenza contro il
patrimonio artistico e culturale in KosovoMetohija ben pochi
intellettuali e responsabili occidentali hanno espresso la loro
condanna. Ad esempio, il professor Predrag Matvejevic - che tanto ha
scritto ed ha detto sulla biblioteca di Sarajevo e sul ponte di Mostar
- e' rimasto finora in perfetto silenzio.
Fanno eccezione pochissime voci, tra le quali quella di Massimo
Cacciari (vedi di seguito, ed anche:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2345 ).

Riportiamo in questo messaggio parte della - pur scarsa -
documentazione che ha circolato in lingua italiana su questo problema
nelle scorse settimane. Invieremo prossimamente molti altri articoli in
lingua inglese e link a documentazione fotografica. I dispacci ANSA
sono tratti dal sito:
http://www.ansa.it/balcani/

(a cura di Italo Slavo)


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KOSOVO: INCENDIATO MONASTERO DI GJAKOVA DIFESO DA ITALIANI

(ANSA) - PRISTINA, 17 MAR - E' stato incendiato nel corso della notte
da manifestanti albanesi il piccolo monastero di Gjakova, difeso fino
a tarda sera dai soldati italiani: lo ha detto all'Ansa il portavoce
del contingente italiano della Kfor. Nel monastero vivevano quattro
anziane suore serbe che i paracadutisti della Folgore con un'azione
spericolata erano riusciti ad evacuare e mettere in salvo. Poi la
folla di albanesi era stata piu' volte respinta dagli stessi para'
che erano stati costretti a sparare in aria. Nel corso della
violenta sassaiola iniziata dai dimostranti, un nostro militare era
rimasto lievemente contuso. Nel corso della serata pero' la
situazione si e' ulteriormente aggravata e i soldati hanno dovuto
ritirarsi per evitare un confronto che non poteva non provocare
vittime fra gli assalitori. A quel punto, ormai privo di difesa, il
monastero e' stato assaltato e dato alle fiamme. (ANSA). BLL
18/03/2004 13:22


KOSOVO: ALBANESI INCENDIANO MONASTERO A SKENDERAJ

(ANSA) - PRISTINA, 18 MAR - Manifestanti albanesi hanno attaccato e
incendiato nel primo pomeriggio di oggi un monastero ortodosso a
Skenderaj, nel Kosovo centrale: lo ha detto all'Ansa un giornalista
della Radio televisione del Kosovo (Rtk1) che si trova sul posto.
La cittadina, che si trova nella valle della Drenica, e' da sempre la
culla dell'irredentismo albanese, ma finora non era stata coinvolta
negli incidenti. (ANSA). BLL 18/03/2004 16:50


KOSOVO: CHIESA ORTODOSSA IN FIAMME A PRISTINA

(ANSA) - PRISTINA, 18 MAR - Una chiesa ortodossa e' in fiamme poco
distante dal centro di Pristina: lo hanno detto all'Ansa fonti
militari. La chiesa e' stata incendiata da dimostranti albanesi che
si sono scontrati con agenti della polizia Onu e militari della
Kfor posti a difesa dell'edificio. (ANSA). BLL 18/03/2004
21:24

KOSOVO: CHIESA ORTODOSSA IN FIAMME A PRISTINA (2)

(ANSA) - PRISTINA, 18 MAR - La chiesa in fiamme si trova nel
quartiere residenziale di Taslixhe, ed era l'unica rimasta finora
aperta al culto per i serbi residenti a Pristina. Di fronte alla
chiesa vive anche una famiglia italiana composta da una donna e due
bambini: rappresentante diplomatico italiano a Pristina, Pasquale
Salzano, ha detto all'Ansa di ave chiesto l'intervento dei
carabinieri della Msu (Multinational Specialized Unit) per
organizzare la loro immediata evacuazione. (ANSA). BLL
18/03/2004 21:44


KOSOVO: CITTA' SOTTO COPRIFUOCO, CHIESE IN FIAMME/ANSA

(di Carlo Bollino) (ANSA) - PRISTINA, 18 MAR - Il Kosovo e' ormai
sotto coprifuoco con migliaia di dimostranti tornati nelle piazze, le
chiese ortodosse in fiamme e i deputati albanesi che dal
parlamento, riunito in seduta straordinaria, chiedono l'indipendenza.
Esattamente a cinque anni dalla guerra lanciata dalla Nato, la
provincia e' ripiombata nel caos totale. Le forze della Kfor,
drasticamente ridotte di numero nei mesi di pace apparente che
avevano preceduto questa nuova esplosione di violenza, stanno
correndo ai ripari chiedendo rinforzi. ''I segnali politici erano
pessimi da molto tempo - ha detto all'Ansa un diplomatico a Pristina
- e siamo sorpresi che i militari sguarnendo la loro presenza non ne
abbiano tenuto conto''. La polizia delle Nazioni Unite, finita nel
mirino dei dimostranti con i quali piu' volte oggi si e' scontrata,
ha imposto il coprifuoco a Gjilane e a Ferizaj (nell'Est della
provincia) dopo che lo stesso provvedimento era stato adottato ieri a
Kosovska Mitrovica, nel Nord. La furia degli albanesi pero' non si
placa, e come in una tragica intifada balcanica, sfida le forze
internazionali per le strade lanciando sassi e coprendosi il volto
con mascherine mediche per difendersi dai gas lacrimogeni.
Scontri sono avvenuti a Prizren, nel Sud, dove i dimostranti nella
notte avevano gia' dato alle fiamme 48 abitazioni di serbi, quattro
chiese, un monastero e il palazzo episcopale: oggi hanno attaccato
frontalmente il comando della polizia Onu che si e' difesa come ha
potuto. Sette agenti sono rimasti feriti. Scontri violenti anche a
Kosovska Mitrovica, a Cagllavica, a Obiliq e, in serata, a Lipjane
dove i dimostranti stanno tentando di assaltare una chiesa ortodossa
facendosi strada con il lancio di bottiglie incendiarie. Il
bilancio, provvisorio, e' da guerra civile: 31 morti e oltre 500
feriti in appena 48 ore (fra i quali 34 soldati della Kfor e 61
agenti di polizia). Le autorita' serbe denunciano la distruzione di
14 fra chiese e monasteri ortodossi, compreso quello antichissimo di
Gjakova dedicato all'Ascensione e che fino a ieri sera i
paracadutisti italiani della Folgore avevano strenuamente difeso dopo
aver portato in salvo le quattro anziane suore che vivevano
all'interno. Trovandosi di fronte all'unica scelta di aprire il fuoco
sulla folla, i nostri soldati hanno preferito ritirarsi di fronte
alle pietre degli assalitori. Ormai senza freni, gli albanesi hanno
attaccato e incendiato l'edificio sacro. Stessa sorte di fuoco e
di fiamme e' toccata poi nel primo pomeriggio di oggi alla chiesa di
Sant'Ilija a Skenderaj (Vucitrn per i serbi), nella valle della
Drenica, da sempre culla dell'irredentismo albanese. Le violenze
hanno investito anche Pristina: prima nei sobborghi di Obiliq
(completamente evacuata dai serbi e chiesa ortodossa incendiata) e
Cagllavica, infine nel centro della citta'. In serata un migliaio di
dimostranti ha circondato il quartier generale delle Nazioni Unite,
anticipando di pochi minuti l'evacuazione del personale che ieri sera
era stata invece compiuta per tempo. ''Siamo chiusi qui dentro - ha
detto un funzionario Onu raggiunto telefonicamente dall'Ansa - e non
sappiamo cosa stia accadendo la' fuori perche' nessuno di noi puo'
uscire''. Il comando della Kfor ha fatto sapere che ''i nostri
soldati possono usare la forza'', e a qualcuno era sembrato fosse una
luce verde ad un irrigidimento delle reazioni. Poi fonti militari
hanno spiegato che in realta' le regole di ingaggio non sono
cambiate: i militari possono continuare a reagire solo in modo
''proporzionale all'aggressione subita''. ''Non possiamo certo
sparare contro dei ragazzi che ci attaccano lanciando pietre'' ha
sintetizzato un ufficiale. Una formula che riassume l'impotenza delle
superpotenze corazzate quando si impantanano nella guerriglia urbana.
Anche per questo dalla Bosnia sono giunti oggi in rinforzo 70
carabinieri dell'Unita' specializzata multinazionale (Msu), un corpo
addestrato e pronto a fronteggiare questo tipo di disordini. Per
domani e' invece l'atteso l'arrivo dall'Italia di 130 paracadutisti.
Il governatore Onu della provincia, Harri Holkeri, ha rivolto un
appello alla popolazione di rientrare nelle proprie case ''per non
compromettere il futuro del Kosovo''. Ma la leadership albanese, pur
criticando le violenze, ha rilanciato dall'aula del parlamento la sua
proposta: l'unica soluzione per uscire da questa crisi, hanno detto i
deputati, e' la nostra indipendenza. (ANSA) BLL
18/03/2004 20:59


KOSOVO: CHIESE SERBE COME BUDDHA TALEBAN,STORIA AL ROGO/ANSA

(Di Beatrice Ottaviano) (ANSA) - BELGRADO, 20 MAR - (...) Fra i 130
edifici ortodossi distrutti dopo l'esodo, nel giugno del '99, delle
forze serbe dalla provincia, figurano monumenti classificati
dall'Unesco (l'organizzazione dell'Onu per la cultura) ai primi posti
nella mappa del patrimonio culturale universale. Come la chiesa di
Bogorodica Ljeviska e il monastero dei Santi Arcangeli a Prizren,
entrambi del XIV secolo; o il monastero di Devic, nei pressi di
Srbica, sempre dello stesso periodo; o le medievali chiese di San
Giovanni battista, vicino a Pec, e della Madre di Dio a Belo Polje; o
il monastero dell'Ascensione di Djakovica, del XVIII secolo. Con essi
sono andati distrutti affreschi di inestimabile valore, preziosissime
icone, oggetti dell'artigianato medievale unici al mondo, pergamene,
documenti: reperti che avevano finora attraversato intatti i
sanguinosi vortici della storia delle due comunita'. (ANSA).
OT 20/03/2004 17:07
http://www.ansa.it/balcani/kosovo/20040320170732882468.html


KOSOVO: CACCIARI DENUNCIA DISTRUZIONE PATRIMONIO ORTODOSSO

(ANSA) - ROMA, 20 MAR - Il filosofo Massimo Cacciari ha denunciato
oggi la distruzione del patrimonio artistico e culturale cristiano
ortodosso nel Kosovo, minacciato dalle violenze fra le comunita'
albanese e serba. ''Alcune delle piu' importanti espressioni
artistiche e architettoniche della grande civilta' della Chiesa
d'Oriente - ha detto Cacciari in un comunicato pervenuto all'Ansa -
sono messe a ferro e fuoco in questi giorni. In Kosovo, centro da
secoli di questa civilta', bruciano chiese e monasteri. Oltre ai
morti e ai feriti, si stanno uccidendo testimonianze irrepetibili di
cio' che ancora vorremmo chiamare Europa''. ''L'appello
disperato dei monaci di Dakovica, di Pec, di Prizren, di Vitine, di
Urosevac - prosegue Cacciari -, sembra cadere nel piu' perfetto
vuoto. Dove sono le forze che avrebbero dovuto proteggere questi
tesori e questi uomini?'', si domanda Cacciari ricordando che
l'Occidente ''aveva scatenato una guerra proprio a questo scopo'' e
che l'anno scorso il ministero degli Esteri italiano ''aveva
assicurato il rafforzamento delle forze di protezione e
sorveglianza''. COM-LG 20/03/2004 18:32
http://www.ansa.it/balcani/kosovo/20040320183232882556.html


KOSOVO: BOSNIA,A BUGOJNO MEMBRI SERBO E MUSULMANO PRESIDENZA

(ANSA) - SARAJEVO, 19 MAR - Dopo una riunione straordinaria della
presidenza collegiale bosniaca che ha lanciato un appello alla
tolleranza e alla calma in Kosovo, ma anche invitato i cittadini
della Bosnia a dimostrare la loro responsabilita', i membri musulmano
e serbo della presidenza si sono diretti a Bugojno, in Bosnia
centrale, dove ieri notte e' stata data alle fiamme la chiesa
ortodossa della citta' a maggioranza musulmana. Lo riferisce
l'agenzia di stampa Fena. Prima di partire
per Bugonjo, Sulejman Tihic, rappresentante musulmano e presidente di
turno, e il serbo Borislav Paravac hanno fortemente condannato ogni
forma di violenza e invitato i cittadini ''a dimostare che la Bosnia
ha superato simili problemi, che la forza e la violenza non vi hanno
piu' posto''. '' Tutti insieme - hanno aggiunto siamo fermamente
decisi a proseguire sulla via verso l'Europa''.
L'incendio alla chiesa serbo-ortodossa di Bugojno, di cui non
sono stati ancora scoperti gli esecutori, ha destato preoccupazione
in Bosnia e da tutte le parti piovono condanne e inviti alla calma e
alla tolleranza. Il ministro della
sicurezza, Barisa Colak, ha detto che la situazione a Bugojno adesso
e' calma e stabile e che non ci sono notizie di nuovi incidenti.
Colak ha ricordato che da ieri sono in atto misure di per impedire
che la violenza etnica esplosa in Kosovo travasi nella Bosnia.
Il presidente della Republika Srpska
(Rs, entita' a maggiranza serba della Bosnia), Dragan Cavic, ha
condannato l'incidente avvenuto a Bugojno ''definendolo un atto di
vandalismo e di estremismo al quale non si deve rispondere allo
stesso modo''.
''A quelli che pensano che con la distruzione di edifici religiosi si
possano risolvere dei problemi, dico di non farlo'', ha detto e ha
aggiunto che in questo modo si potrebbe complicare la situazione
nell'intera regione ''fatto che ci porterebbe indietro di anni''.
(ANSA). VD 19/03/2004 16:32

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http://www.verdi.it/econews/2004/040423.htm#8

Notiziario del 23 aprile 2004

Kosovo. Approvata mozione dei Verdi su difesa patrimonio artistico e
culturale

Alla unanimità la Commissione esteri della Camera ha approvato la
mozione delle deputate verdi Luana Zanella e Laura Cima che impegna il
Governo ad assumere ogni iniziativa nelle sedi internazionali affinché
sia salvaguardato il patrimonio artistico e culturale cristiano
ortodosso del Kosovo dalla distruzione. “L’iniziativa – spiegano le due
deputate – è nata da un appello lanciato recentemente dal filosofo
Massimo Cacciari il quale ha denunciato i rischi di distruzione di
alcune delle più importanti espressioni artistiche ed architettoniche
della grande civiltà delle chiese d’oriente. In Kosovo, centro da
secoli di questa civiltà, bruciano chiese e monasteri e, oltre alle
perdite umane, si assiste alla cancellazione di testimonianze della
storia d’Europa. Dal 1999 – ricordano - sono stati bruciati e distrutti
più di cento monasteri e chiese, migliaia di icone, di oggetti
liturgici, di libri sacri, decine di cimiteri ortodossi sotto gli occhi
della forza multinazionale di pace, un patrimonio artistico di valore
mondiale che rischia la completa estinzione nella totale indifferenza
di coloro che si sono presentati come i liberatori e protettori del
Kosovo. La mozione approvata ieri – concludono Zanella e Cima – deve
essere seguita da azioni concrete: vigileremo affinché il Governo si
assuma le proprie responsabilità, a difesa delle tradizioni storiche,
del rispetto della libertà religiosa e dei suoi simboli in ogni parte
del mondo”.