VIVA LA LOTTA DEI PESCATORI DI CAPO TEULADA


Domenica 26 settembre, Alberto Masala ( poeta, scrittore, musicista,
traduttore della beat generation) ha lanciato un appello agli
intellettuali e agli artisti per far conoscere e sostenere la dura e
lunga lotta dei pescatori di Teulada e Sant'Anna Arresi per
riappropriarsi del loro mare interdetto dai giochi di guerra.

Comitato sardo Gettiamo le Basi
tel 070 823498 - 3386132753

APPELLO

Sent: Sunday, September 26, 2004 3:01 PM
Subject: sosteniamo la lotta dei pescatori

Cari amici,

lancio un appello in sostegno della lotta dei pescatori di Teulada che,
dal mese di NOVEMBRE 2003 stanno uscendo con le loro barche per
opporsi alle forze armate che si esercitano sul loro mare - Ogni volta
che il tempo lo permette, i pescatori si mettono coraggiosamente fra
chi spara e i bersagli. A volte sono anche stati oggetto di alcuni
colpi che gli eroici militari che giocano alla guerra hanno indirizzato
verso di loro.

Questa giusta lotta è colpevolmente trascurata dai media. Se ne sa
poco. E poco se ne vuol sapere.
Non esagero se affermo che la situazione in Sardegna è davvero
drammatica ed acquista risvolti ancora più toccanti nella lotta di
pochi pescatori teuladini contro il colosso NATO/USA.
Stiamo assistendo infatti ad un abusivo ed arrogante ampliamento della
base nucleare statunitense di La Maddalena, ad un estendersi
preoccupante di casi di leucemia e tumori nell'area del Salto di Quirra.
Nell'isola il demanio militare permanentemente impegnato ammonta a
24.000 ettari; in tutta la penisola italiana raggiunge i 16.000 ettari.
A questa cifra vanno sommati i 12.000 ettari gravati da servitù
militare. Gli spazi aerei e marittimi sottoposti a schiavitù militare
sono di fatto incommensurabili, solo uno degli immensi tratti di mare
annessi al poligono Salto di Quirra con i suoi 2.840.000 ettari supera
la superficie dell'intera isola (kmq 23.821).

Pochi e sporadici sono i pronunciamenti da parte degli artisti e
intellettuali (sardi e non) a confermare la disinformazione o, peggio,
che la sfera del pensiero e dell'arte debba e voglia agire ad una
tranquillizzante distanza dai drammi del quotidiano. Vi chiedo
calorosamente di smentire questa affermazione sottoscrivendo questo
primo appello. La fiducia nella vostra sensibilità e intelligenza mi
spinge a sperare ancora.

DOMANI, LUNEDì 27, RIPRENDONO LE ESERCITAZIONI NEL POLIGONO DI C.
TEULADA.

I pescatori di Teulada e Sant'Anna Arresi hanno annunciato
pubblicamente che bloccheranno le manovre di guerra entrando con le
loro barche nelle acque interdette come riporta la Nuova Sardegna di
oggi, la richiesta è: "Diritto al lavoro in sicurezza".

IL GROSSO DELLA MOBILITAZIONE è PREVISTO DAL 4/22 OTTOBRE IN
CONCOMITANZA CON UN'IMPONENTE ESERCITAZIONE NATO-6° FLOTTA USA.

I pescatori esigono di svolgere la loro attività nell'immensa zona a
mare interdetta, l'unica accessibile alle loro piccole imbarcazioni, e
"pretendono" che l'area, come impongono leggi e regolamenti delle FFAA,
sia bonificata, ripulita dall'accumulo di ordigni bellici esplosi e
inesplosi. Per poter ripulire il tratto di mare sottoposto da 50 anni a
schiavitù militare e mai bonificato, a detta di alcuni militari,
bisognerebbe sospendere tutte le attività del poligono per circa 15
anni. Un ammiraglio ha valutato "a occhio" i costi dell'operazione e ha
affermato (..rifiutando che fosse messo a verbale) che per la Difesa
sarebbe economicamente più conveniente regalare una villetta in Tunisia
a tutti i teuladini accollandosi anche le spese di trasferimento.

La lotta per riappropriarsi delle aree off limits "minaccia" di
estendersi agli altri poligoni: le marinerie di Arbatax (poligono Salto
di Quirra) sono in stato di agitazione. L'Unione sarda di oggi riporta
in buona evidenza in pagine di Oristano: "I pescatori: occupiamo Capo
Frasca. Fronte comune per rilanciare la vertenza servitù militari" .

Vi chiedo di far circolare questo messaggio e di inviare la vostra
solidarietà ai seguenti indirizzi:

cooperativa pescatori: coopsgiuseppe@ interfree.it
Comitato Sardo GETTIAMO LE BASI: caomar@ tiscali.it
e, per conoscenza, anche a me: Alberto Masala
<mailto:nad3824@ iperbole.bologna.it>

Grazie
un abbraccio
alberto masala

---

da COORDINAMENTO  GETTIAMO  LE BASI - LIBERIAMOCI  DALLA  GUERRA --
BOLOGNA  e  ROMAGNA :

Oggi , lunedì 27 settembre 2004, i pescatori del Sulcis
scendono di nuovo in mare, con le loro barche,
nelle acque di Cala Zafferano, per protestare
contro il poligono di tiro di Capo Teulada .

Riuniti in assemblea, hanno deciso di proseguire la lotta
per affermare il loro diritto al lavoro, e chiedere ancora una volta
la bonifica del mare e del territorio del poligono,
da anni devastato dalle servitù militari.

Durante la scorsa primavera i pescatori sono riusciti
a disturbare gravemente le esercitazioni militari.
Hanno bloccato gran parte dei bombardamenti,
uscendo in mare con le loro barche, entrando nella zona interdetta,
e proteggedo il mare con la propria presenza fisica.

La prova di forza più significativa è stata vinta dai pescatori il 3
giugno del 2004:
dopo aver avvisato come al solito la Capitaneria di Porto di Cagliari,
entrando nella zona interdetta si sono trovati in mezzo ad un
bombardamento.
Un quarto d'ora di terrore, durante il quale sono state sparate
11 cannonate con munizioni da battaglia contro pescatori in sciopero !

Tutto questo succede in questi mesi in Italia,
nel silenzio assordante dei mezzi di informazione
e nella colpevole indifferenza di gran parte delle forze politiche.

" Le esercitazioni che servono per dominare e devastare
la vita dei popoli del sud del mondo,
alla Sardegna non lasciano altro che il mare devastato,
il territorio contaminato e privo di risorse,
malattie, morti ed emigrazione forzata."

Con questa forma di lotta, i pescatori di Sant'Anna, Arresi e Teulada
vogliono difendere il loro lavoro, che è la fonte di sussistenza
per le loro vecchi, per le loro mogli e per i loro bambini.
Essi difendono il loro mare, che è anche il nostro mare.

E chiedono a tutti noi di esprimere solidarietà alla loro lotta !

MAI PIU' UNA BOMBA - RESTITUZIONE DEL POLIGONO ALLE POPOLAZIONI
                                           
---

NO ALLE BASI, NO ALLE SCORIE, NO ALLA NATO

(a cura del Comitato Sardo Gettiamo le Basi)

I venti di guerre infinite e preventive che soffiano impetuosi rendono
indilazionabile l'impegno per sottrarre alle politiche di guerra le sue
basi, i suoi poligoni che proliferano nei nostri territori,
imprescindibili strumenti di qualsiasi attività bellica e della
deterrenza convenzionale e nucleare per tenere sottomessi i Sud del
pianeta.

Se si vuole la pace, se si vuole disarmare il neoliberismo, è
conseguente porsi come obiettivo prioritario la lotta per espellere le
basi militari, basi in cui si testano sistemi di morte e si affinano le
tecniche di sterminio, basi da cui partono le aggressioni "umanitarie"
contro altri popoli perpetrate per garantire la rapina delle risorse,
il controllo dell'area e delle rotte del petrolio.

La nostra terra non deve più essere messa a disposizione dei "giochi di
guerra" che sostengono e alimentano barbare politiche funzionali a
interessi che non ci appartengono e ci penalizzano.

L'oppressione militare grava sulla Sardegna in misura abnorme e iniqua,
ha trasformato la felice posizione di centralità mediterranea in una
maledizione per il popolo sardo e i popoli dell'altra riva. Da oltre
mezzo secolo, nel quadro della strategia militare Nato-Usa, è stata e
continua ad essere un'immensa base di addestramenti e sperimentazioni,
deposito di armi, munizioni e carburanti, sede di potenti impianti
radar di spionaggio, teatro di guerre simulate condotte con
munizionamento vivo, "life fire", esplosivi da guerra.

Nell'isola il demanio militare permanentemente impegnato ammonta a
24.000 ettari; in tutta la penisola italiana raggiunge i 16.000 ettari.
A questa cifra vanno sommati i 12.000 ettari gravati da servitù
militare. Gli spazi aerei e marittimi sottoposti a schiavitù militare
sono di fatto incommensurabili, solo uno degli immensi tratti di mare
annessi al poligono Salto di Quirra con i suoi 2.840.000 ettari supera
la superficie dell'intera isola (kmq 23.821).

Con la fine della guerra fredda e del pretestuoso "pericolo d'invasione
comunista", l'occupazione militare dell'isola non si è allentata, al
contrario assistiamo ad un progressivo ampliamento e ammodernamento
delle installazioni militari.

La Sardegna acquisisce nuovi compiti che si sommano ai precedenti di
caserma e scuola di guerra. Oggi l'isola è la chiave per il controllo
dell'intero bacino Mediterraneo, il perno del sistema politico militare
di Nato/Usa per affrontare i "nuovi nemici" dell'altra sponda, del
vicino e medio Oriente.

L'importanza strategica dell'isola, come sostengono i vertici delle
Forze Armate, è stata potenziata ed è "destinata" a crescere.

LA MADDALENA. Nel 1972, in base a trattati tuttora segreti tra Italia e
Stati Uniti, si installa nel nord dell'isola la base della Marina di
Guerra Usa per sottomarini a propulsione nucleare e armamento atomico.
La base agisce in regime di piena extraterritorialità ed
extragiurisdizionalità, al di fuori della copertura Nato, totalmente
sottratta ad ogni controllo italiano.

E' scandalosamente palese l'irrisione della volontà del popolo italiano
espressa nel referendum vincente per la messa al bando del nucleare.
Brucia ancora l'umiliante divieto imposto al popolo sardo di esprimere
la sua volontà sulla base atomica statunitense; il referendum regionale
del 1988/89 è stato prontamente affossato appena sono stati resi noti i
dati di un sondaggio: il 68 percento dei sardi avrebbe votato contro
l'installazione militare Usa.

Incredibilmente, la nave-appoggio-officina riparazioni dei sommergibili
atomici staziona dentro la stessa area in cui sono ubicati i due
giganteschi depositi Nato di armi, munizioni e carburante.

E' lampante la violazione delle norme internazionali di sicurezza
stabilite dall' AIEA (Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica) e
ratificate da Italia e Stati Uniti. Per tre volte la Regione Autonoma
di Sardegna ha sollevato formalmente la questione della compatibilità
ambientale della base atomica individuando proprio nell'AIEA
l'organismo scientifico da attivare.

Le richieste di un parere di compatibilità sono state arrogantemente
ignorate da tutti i Governi.

Dagli anni '70 ad oggi, medici di base denunciano percentuali anomale
di tumori e alterazioni genetiche, analisi scientifiche indipendenti
registrano la presenza di sostanze radioattive prodotte dall'attività
dei reattori.

Il Governo italiano non ha mai inteso svolgere indagini sanitarie e
ambientali.

Con decreto ministeriale del Governo ulivista, La Maddalena assurge al
rango di Parco Naturale Nazionale, cade una pesante coltre di silenzio
omertoso sull'inquietante presenza dei mostri atomici, ormai
"invisibili" al mondo pacifista e ambientalista.

POLIGONO di CAPO TEULADA . Poligono per esercitazioni terra, aria e
mare, "attualmente costituisce la più importante risorsa addestrativa e
rimarrà nel medio e lungo termine il poligono più importante per la
forza Armata" Stato Maggiore). E' il poligono a più intenso utilizzo
d'Europa, per estensione è il secondo dopo Quirra. Recentemente è stato
investito da un flusso di miliardi per renderlo il poligono
tecnologicamente più avanzato, il più appetibile per le varie forze
armate Nato e extra Nato smaniose di guerre simulate con vere armi da
guerra.

Dal 2000, il poligono è stato prescelto dalla Seconda Flotta Usa per
effettuare gli esercizi di bombardamento che dal 1999 non può più
svolgere nell'isola caraibica di Vieques a causa della coraggiosa e
ostinata resistenza della popolazione che occupa le aree di tiro
ponendosi come scudo umano a protezione della sua terra.

Alcuni dati sulle conseguenze dei giochi di guerra della Us Navy e
della Nato nell'isoletta portoricana: tasso di mortalità per tumore del
34% più alto rispetto all'isola madre; anomala incidenza di patologie
riconducibili alle attività militari come malattie polmonari,
cardiache, cardiovascolari, diabete, alta mortalità infantile; 45% dei
residenti con livelli tossici di mercurio, forte presenza di sostanze
cancerogene uranio, arsenico, piombo, cadmio ecc...

A Teulada la voce di popolo su un incremento inquietante di tumori a
partire dagli anni '80 non è stata mai smentita o confermata da alcuna
indagine scientifica. Le lunghe lotte della popolazione coinvolta dalle
attività del poligono per ottenere un monitoraggio ambientale e
sanitario si legano strettamente alla denuncia della riduzione del
lavoro e dei danni all'economia locale causati dalle attività di
guerra. Nel settembre 2000, quando in Italia quasi nessuno parlava di
uranio impoverito, ha interrogato formalmente i vertici delle FF.AA.
sull'uso di DU nei 7.200 ettari del suo territorio espropriato e nei
50.000 ettari del suo mare sottoposto a schiavitù militare dando il via
all'esigenza di chiarezza sullo sterminio radioattivo condotto dalla
Nato nei Balcani e testato in Sardegna.

POLIGONO INTERFORZE SALTO di QUIRRA (Perdasdefogu/Capo San Lorenzo). E'
utilizzato, sia dalle tre forze armate Italia-Nato per attività
sperimentali e addestrative, sia dalle multinazionali fabbricanti di
ordigni bellici come Alenia, Fiat, Melara, Dalmine, Eurosam,
Aerospatiale, Thomson, Meteor ecc.

Funziona come grande shopping center dove industrie private effettuano
prove, sperimentano, collaudano missili, razzi, armamenti, materiali da
guerra e dove conducono organismi militari stranieri, i potenziali
clienti, per le dimostrazioni promozionali prima degli acquisti. Nel
prezzo "d'affitto" del poligono, è incluso il diritto all'uso del mare
sardo come bersaglio e discarica di missili e razzi di vecchia e nuova
generazione.

E' il poligono più vasto d'Europa, con i suoi 13.000 ettari di terra
corrisponde alla quasi totalità del demanio militare sparso in tutta la
penisola italiana (16.000 ettari), l'estensione a mare supera la
superficie di tutta l'isola.

Le cupe dicerie che hanno sempre aleggiato intorno al poligono
"protetto" dal segreto militare e dal segreto industriale sono state
superate in orrore dalla realtà lentamente emersa negli ultimi due anni
e, in particolare, nel febbraio-marzo 2002. Ad oggi i dati accertati
sono i seguenti: sei militari uccisi dalla leucemia, quattro in lotta
contro il male; Quirra, 150 abitanti, 12 persone divorate da tumori al
sistema emolinfatico, 2 decedute;

Escalaplano, 2.600 abitanti, 14 casi di tumore alla tiroide, 12 bambini
nati con gravi malformazioni genetiche

Questi sono solo i casi documentati, sappiamo di famiglie che non
intendono rendere pubblici i loro drammi, sappiamo di casi di aborti e
deformità genetiche tra gli animali.

Per mesi, la stampa sarda ha gridato in prima pagina i crimini
perpetrati nel poligono della morte. I media a diffusione nazionale
hanno rigorosamente osservato un gelido, tombale silenzio (sole
eccezioni: Liberazione, Il Salvagente, Enzo Biagi, Sigfrido Ranucci).
Un indifferente silenzio ancora più agghiacciante ha contraddistinto i
cosiddetti movimenti e organizzazioni della società civile. Le
strutture territoriali di Cgil, Cisl, Uil, invece, si sono espresse con
forza. Con cinica miopia sono scese in piazza compatte a difesa del
poligono della morte e dei 25 posti di lavoro "minacciati".

 
Crediamo che costruire la pace significa anche garantire la pace per i
popoli condannati a vivere sotto l'impatto della presenza militare che
sottrae alla collettività l'uso sostenibile delle risorse naturali,
nega il diritto al controllo democratico del territorio e, sopratutto,
il diritto fondamentale alla salute e alla vita.

Non intendiamo continuare ad essere né vittime né complici delle
politiche militari di Nato e Stati Uniti Nonostante la nostra lotta
stenti a superare il mare che ci isola, sappiamo bene che i crimini
Usa/Nato in "tempo di pace" non conoscono confini. Il forte sospetto di
contaminazione prodotta dalle "normali" attività militari condotte con
armi convenzionali e non convenzionali grava, non solo nei poligoni
sardi *, ma anche sulle basi del Triveneto, Puglia , Nettuno, Cecina.
E' certezza a Vieques, Okinawa, Semipalantisk, Halifax, Moronviller,
Bardenas Reales, Dundrennam, Kirkcudbright, Solway Firth, Eskmeals,
Lulworth. ...

Urge costruire ponti tra i popoli in lotta contro la presenza militare
sul loro territorio finalizzata ad esportare guerra presso altri popoli
e che, come effetto collaterale, semina morte e sofferenza tra le
comunità costrette ad "ospitarla".

La lotta vincente di Vieques conferma che non c'è Stato né Forza Armata
che non possano essere sconfitti da un popolo quando il popolo ha la
ragione e la volontà di lottare per far prevalere i suoi diritti e le
sue esigenze.

Per quanto potente sia l'Impero della Guerra, i suoi crimini non
possono restare a lungo impuniti, un modello di difesa meno irrazionale
è possibile e un mondo diverso è necessario.

In "GETTIAMO le BASI" lavoriamo per liberare la Sardegna dalla presenza
militare con l'obiettivo che tutto l'apparato che sostiene e fomenta la
guerra, così come schiavitù, razzismo, ingiustizia sociale, finisca
nell'archeologia della storia.

Crediamo che la Sardegna possa dare un enorme contributo perché è
enorme il peso dell'oppressione militare che la mortifica. Liberandosi
del ruolo di vittima si libera del ruolo di complice

e concorre a liberare l'umanità dalla maledizione della guerra

 
Comitato sardo GETTIAMO le BASI

caomar@tiscalinet. it

comitatoglb@katamail. com

www.gettiamolebasi.supereva.it


* Basi dove Usa e Nato hanno usato Depleted Uranium

ITALIA: Aviano, Dandolo, Gioia del colle. Poligoni sospettati di uso
occasionale di DU: Cecina (interrogazione di Rizzi e Ballaman (AN),
Nettuno, Monte Romano, Bibbona (marzo 2001 interrogazioni di Russo
Spena PRC).

EUROPA

Francia:Moronvilliers. Spagna: Bardenas Reales. Gran
Bretagna:Dundrennam, Kirkcudbright, Solway Firth (Scozia), Eskmeals,
Lulworth. Un poligono in Germania e uno in Grecia per ammissione dei
Ministri della Difesa.

Oltre le zone teatro di guerra - Irak, Somalia, Balcani, Palestina,
Afghanistan - il Du ha contaminato varie parti del MONDO. Giappone,
base Usa di Okinawa. Portorico, base Usa di Vieques. Canada:Halifax.
USA: Semipalatinsk, Albany-Colonie. Corea del Sud

Albany, Colonie, New York:

http://web.ead.anl.gov/corps/colonie/

Decontaminazione al poligono di Semipalatinsk:

http://www.ips.org/Critical/Enviroment/Environ/env1209003.htm

Contaminazione al poligono di Moronvilliers, Francia:

http://www.bullatomsci.org/issues/1994/ja94/ja94Davis.html

Contaminazione al poligono di Vieques, Portorico:

www.redbetances.com

http://www.foxnews.com/fn99/national/011300/vieques_broder.sml

Contaminazione ad Halifax (Canada), articolo con foto:

http://www.tv.cbc.ca/national/pgminfo/du/