PRIMO PIANO CON QUATTRO ANNI DI RITARDO
Ieri sera (22/12/2004) ho visto con grande interesse il programma
"Primo Piano" su RAI3, che in pratica consisteva in un'intervista di
poco più di 10 minuti con uno dei leader di Otpor, il serbo Stanko
Lazendic.
L'intervistatore era il solito cerchiobottista Ennio Remondino, che
purtroppo ormai tutti ben conoscono come la voce del pensiero unico
occidentale che parlava da Belgrado e quindi non è che ci si potesse
aspettare chissà che cosa, tuttavia alcune cose sono trapelate e chi ha
voluto capire ha capito.
Prima dell'intervista vera e propria una breve introduzione in cui
Remondino tesse le lodi di Otpor, il movimento che ha dato una scossa
alla classe politica serba, troppo intrisa di "nazionalismo nostalgico
e vittimista" e che ha permesso alla DOS di vincere nel 2000, ma si è
dimenticato di dire attraverso un golpe. Tra le immagini di
repertorio, Djindjic e Draskovic con le magliette nere di Otpor che
arringavano in una pubblica piazza. Ovviamente non mancano i soliti
strali contro Milosevic, ma ormai per chi conosce Remondino non sono
certo una sorpresa.
Il tema della "non violenza" ricorre come un chiodo fisso in tutta la
trasmissione e Remondino ci tiene a rimarcare il carattere "non
violento" del movimento Otpor, ma mentre lo fa stranamente sullo
schermo scorrono le immagini del 2000 con il parlamento incendiato e
con Belgrado messa a ferro e fuoco dai manifestanti non violenti.
Inizia l'intervista a Lazendic, un "fisico da bodyguard ma lui ci tiene
a dire di non essere un mercenario", il quale definisce il proprio
lavoro come "istruttore" o "trainer". Dopo Otpor lui e Ivan Marovic
fondano il "Centro per la resistenza non violenta", definito come "una
ONG". Il Lazendic ammette candidamente di aver istruito e formato
"altre ONG" in Georgia (di cui si vanta del successo di Kmara),
Bielorussia, Azerbaijan e Ucraina. Parla di Alexandar Maric, il serbo
espulso dall'Ucraina qualche tempo fa, come di un vecchio amico e
militante di Otpor.
Ma la parte più bella è quando il Remondino gli domanda dei
finanziatori del Centro per la resistenza non violenta e dei corsi che
loro tengono nei vari paesi dell'Est. E lì escono fuori i famigerati
nomi divenuti ormai tristemente noti: NED, USAid, Freedom House,
Fondazione Adenauer (Germania), Fondazione Westminster (Gran Bretagna).
Stranamente Soros non viene mai nominato né da Remondino, né da
Lazendic.
Quando Remondino gli fa notare che molti li considerano sobillati dai
servizi segreti occidentali, Lazendic respinge seccamente l'accusa.
Allora Remondino incalza e fa il nome di Robert Helvy e dei corsi da
lui tenuti all'hotel Hilton di Budapest nel 2000. Corsi intensivi sui
metodi non violenti a cui il Lazendic ha partecipato. Alla domanda se
sapesse che Helvy era un colonnello della CIA, ovviamente il Lazendic
ha risposto che allora non sapeva nulla. Ovviamente ha detto di non
sapere nemmeno che Helvy era stato inviato a Budapest, attraverso
l'USAid, direttamente dall'IRI, l'Istituto Internazionale del Partito
Repubblicano.
Insomma, sempre nei limiti che ho detto sopra, comunque una
trasmissione che ha contribuito a parlare di questo argomento su cui
regna il solito silenzio assordante.
(a cura di Pino per il CNJ)
Ieri sera (22/12/2004) ho visto con grande interesse il programma
"Primo Piano" su RAI3, che in pratica consisteva in un'intervista di
poco più di 10 minuti con uno dei leader di Otpor, il serbo Stanko
Lazendic.
L'intervistatore era il solito cerchiobottista Ennio Remondino, che
purtroppo ormai tutti ben conoscono come la voce del pensiero unico
occidentale che parlava da Belgrado e quindi non è che ci si potesse
aspettare chissà che cosa, tuttavia alcune cose sono trapelate e chi ha
voluto capire ha capito.
Prima dell'intervista vera e propria una breve introduzione in cui
Remondino tesse le lodi di Otpor, il movimento che ha dato una scossa
alla classe politica serba, troppo intrisa di "nazionalismo nostalgico
e vittimista" e che ha permesso alla DOS di vincere nel 2000, ma si è
dimenticato di dire attraverso un golpe. Tra le immagini di
repertorio, Djindjic e Draskovic con le magliette nere di Otpor che
arringavano in una pubblica piazza. Ovviamente non mancano i soliti
strali contro Milosevic, ma ormai per chi conosce Remondino non sono
certo una sorpresa.
Il tema della "non violenza" ricorre come un chiodo fisso in tutta la
trasmissione e Remondino ci tiene a rimarcare il carattere "non
violento" del movimento Otpor, ma mentre lo fa stranamente sullo
schermo scorrono le immagini del 2000 con il parlamento incendiato e
con Belgrado messa a ferro e fuoco dai manifestanti non violenti.
Inizia l'intervista a Lazendic, un "fisico da bodyguard ma lui ci tiene
a dire di non essere un mercenario", il quale definisce il proprio
lavoro come "istruttore" o "trainer". Dopo Otpor lui e Ivan Marovic
fondano il "Centro per la resistenza non violenta", definito come "una
ONG". Il Lazendic ammette candidamente di aver istruito e formato
"altre ONG" in Georgia (di cui si vanta del successo di Kmara),
Bielorussia, Azerbaijan e Ucraina. Parla di Alexandar Maric, il serbo
espulso dall'Ucraina qualche tempo fa, come di un vecchio amico e
militante di Otpor.
Ma la parte più bella è quando il Remondino gli domanda dei
finanziatori del Centro per la resistenza non violenta e dei corsi che
loro tengono nei vari paesi dell'Est. E lì escono fuori i famigerati
nomi divenuti ormai tristemente noti: NED, USAid, Freedom House,
Fondazione Adenauer (Germania), Fondazione Westminster (Gran Bretagna).
Stranamente Soros non viene mai nominato né da Remondino, né da
Lazendic.
Quando Remondino gli fa notare che molti li considerano sobillati dai
servizi segreti occidentali, Lazendic respinge seccamente l'accusa.
Allora Remondino incalza e fa il nome di Robert Helvy e dei corsi da
lui tenuti all'hotel Hilton di Budapest nel 2000. Corsi intensivi sui
metodi non violenti a cui il Lazendic ha partecipato. Alla domanda se
sapesse che Helvy era un colonnello della CIA, ovviamente il Lazendic
ha risposto che allora non sapeva nulla. Ovviamente ha detto di non
sapere nemmeno che Helvy era stato inviato a Budapest, attraverso
l'USAid, direttamente dall'IRI, l'Istituto Internazionale del Partito
Repubblicano.
Insomma, sempre nei limiti che ho detto sopra, comunque una
trasmissione che ha contribuito a parlare di questo argomento su cui
regna il solito silenzio assordante.
(a cura di Pino per il CNJ)