Stanko Lazendic su quel ponte non c'era. Otpor nemmeno

di Ivan Istrijan


Aggiungo alcune righe a quelle di F. Grimaldi riguardo l'articolo
"Otpor, arancione a stelle e strisce" [vedi:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4137 ].
"Grazie" a Remondino e al "Manifesto" per averci regalato, alla
vigilia dell'Anno Nuovo, questo abominevole testo, sintesi
dell'intervista
a Stanko Lazendic di cui abbiamo visto un pezzo anche sulla RAI TV.
Ci vuole veramente stomaco per leggere questo articolo! Sarebbe
sufficiente una battuta per liquidarlo. Potremmo fare anche
dell'ironia...
Ma per amore di verità, voglio soffermarmi su due-tre cose, vere
menzogne che però sfuggono sottilmente (ma anche volutamente)
alla maggior parte dei lettori.

Non mi risulta proprio che il cosiddetto "Otpor" (denominazione
usurpata della Resistenza) abbia "organizzato e portato sui ponti
(sic!) della Sava e sul Danubio la popolazione a fare da scudo umano".
Sono stati invece i partiti della sinistra a farlo. Il sottoscritto è
stato, con un gruppo di compagni italiani, varie volte a Belgrado e in
varie parti della Jugoslavia federata: e per due volte, durante la
barbara aggressione, sul Brankov Most (il Ponte di Branko), dove si
sventolavano la bandiera serba e quella jugoslava!
Stanko Lazendic, socio fondatore della ONG "Center of non violent
resistence" (perbacco, mi sa tanto di radicale italiano!) su quel ponte
non c'era. Otpor, "che rivoluziona la liturgia della politica
multicolore delle bandiere" (sic), su quel ponte non c'era. Non abbiamo
visto nemmeno a
loro e all'Occidente caro Vuk Draskovic. Abbiamo
invece intravisto Seselj su quel ponte -- ah si, dimenticavo: per
Remondino e compagnia cantante, costui è "ultranazionalista".
Ricordiamo invece le manifestazioni del famigerato "Otpor" sulle strade
di Belgrado, le manifestazioni vere: quelle con le bandiere della
Germania, della Gran Bretagna, persino della Nuova Zelanda, della
Ferrari (sic)... La cosiddetta "politica multicolore delle bandiere"
!?! Potevate sentire, negli autobus, sui tram di Belgrado, cosa ne
pensasse la gente, e che cosa ricorda e significa la bandiera tedesca
per quel popolo.

Spesso Remondino lo vedo sorridere alle "tavole rotonde", anche quando
parla di cose tragiche, come questa nostra tragedia jugoslava, come
fa(ceva) un certo Solana, neanche si trattasse di "bruscolini"...
Signor Remondino, lei scrive: "...Per loro (Otpor), quelle bombe sono
insensate. Puntano al despota (sic!), ma colpiscono innanzitutto le sue
vittime, primo fra questo il popolo serbo, e quello kosovaro (!)"
Vorrebbe cortesemente lei spiegare, a degli ignoranti in materia quali
siamo noi, di quale "popolo kosovaro" si va cianciando, se non TUTTA la
popolazione della regione di Kosovo e Metohija, e non solo quello
schipetaro (albanese in senso "etnico" e non per cittadinanza) che fa
comodo a voi, squallidi falsificatori della storia?
Signor Remondino, sono forse difensori del proprio popolo quelli che
bruciano il proprio Parlamento? Sono forse democratici quelli che
bruciano gli uffici elettorali?
Per il resto non vale nemmeno la pena di sprecare più tempo e carta. La
stessa disinformazione l'avete fatta con i "democratici" nazionalisti
croati (è di questi giorni l'ennesima bravata degli ustascia croati, la
distruzione del monumento a Tito, davanti alla casa natale), ieri, e la
farete di sicuro con i secessionisti ungheresi, domani. L'avete sempre
fatta con i "democratici" islamisti musulmano-bosniaci di Izetbegovic,
con i secessionisti e terroristi dell'UCK, e con quella squallida
figura di Rugova, "nonviolento di regime"... e poi "versate lacrime di
coccodrillo" sulle distruzioni, sulle morti provocate dalle loro-vostre
politiche!
Remondino, mi dica: quando la sento parlare della tragedia jugoslava,
la vedo spesso sorridere. Vale anche da queste parti, in Italia, il
detto: "Chi ride a se stesso..." ?