(deutsch / francais / italiano)

QUAL E' IL PAESE DEI BROGLI ELETTORALI?

1. Il voto del 2008 in California (e dunque negli Usa) è stato deciso
il mese scorso. Vincerà Bush, con un broglio già pronto
(Ch. Floyd / Il Manifesto, marzo 2006)

2. USA: Kidnapping an den elektronischen Wahlurnen?
(Peter Monnerjahn 23.11.2004)

3. "USA 2004": Ancora dubbi sulla regolarità delle elezioni in Florida
(D.J. Angrisani, 21.11.2004)

4. FRAUDE ÉLECTORALE AUX ÉTATS-UNIS: Ils ne se cachent même plus
(J.-G. Allard / Granma international

SEE ALSO:
Elections in U.S. and Ukraine Equally Bad — Putin
http://www.mosnews.com/news/2004/12/23/uselections.shtml


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il manifesto
16 Marzo 2006

STATI UNITI

Chi ha deciso le sorti del mondo?

Con una decisione amministrativa clandestina, il voto del 2008 in
California (e dunque negli Usa) è stato deciso il mese scorso. Vincerà
Bush, con un broglio già pronto

CHRIS FLOYD

Tre settimane or sono, un oscuro funzionario repubblicano dello stato
di California, non eletto ma nominato dal partito, ha deciso il futuro
del mondo. Questo futuro sarà - almeno per i prossimi 6-7 anni a
venire - un crescente incubo di guerra, corruzione, repressione,
dissesti, atrocità e terrore. E questo perché il leale apparatchik,
con un tratto di penna, ha garantito la permanenza al potere della
fazione militarista di George W. Bush nel 2008 e oltre. Una delle
poche certezze nelle moderne faccende di politica interna statunitensi
è che nessun candidato democratico può sperare di vincere la corsa
alla Casa bianca senza vincere in California. Grazie al sistema da
asilo infantile dei Collegi Elettorali messo in piedi dagli Oligarchi
Fondatori per tener lontana la gente di bassi natali dal votare
direttamente per il presidente, la grossa sporta di voti elettorali
della California è decisiva per i Democratici per superare la
moltitudine di piccoli e spopolati stati che votano sempre con
sicurezza per i Repubblicani. Mettere in saccoccia la California non
garantisce ovviamente la vittoria democratica; ma senza la California,
i conteggi elettorali mozzafiato delle taroccate elezioni del 2000 e
del 2004 non sarebbero stati neanche necessari. E dunque: la decisione
del segretario di stato della California Bruce McPherson, presa in
segreto e all'improvviso, di passar sopra le obiezioni avanzate dai
suoi stessi esperti e di certificare come valide per uso ufficiale in
tutto lo stato delle «macchine per votare» Diebold - completamente
aperte all'intervento di hackers e prodotte da un'azienda privata
politicamente schierata - significa molto semplicemente che per le
presidenziali del 2008 l'imbroglio è già fatto. Non ha importanza chi
sarà a correre per i Democratici - Hillary Clinton, Barack Obama, John
Edwards, George Clooney o Gesù Cristo vestito da Zio Sam - perché
questo non farà un'unghia di differenza. La California è già perduta,
la presidenza è già perduta, i Bushisti sono già in sella. I giochi
sono fatti. Risultati impressionanti Dopo che le macchine di Diebold
avevano fallito miseramente in una serie di test l'anno scorso -
scrive il giornalista investigativo Brad Friedman - questo McPherson
aveva pensato di tenere in sospeso la loro certificazione fin quando
una commissione di esperti, da lui stesso scelti uno per uno, non
avesse esaminato ben bene il sistema prima di dirgli addio. La
commissione ha consegnato il suo parere conclusivo il mese scorso e i
risultati sono impressionanti, molto al di là dei peggiori timori del
più ardito «teorico della cospirazione». La commissione in sostanza ha
trovato che le macchine Diebold sono letteralmente crivellate di
curiose anomalie, «buchi» strutturali che in pratica «lasciano il
completo controllo del sistema» a eventuali hackers, che dall'esterno
potrebbero «cambiare i totali dei voti, modificare i rapporti,
cambiare i nomi dei candidati, cambiare la competizione che si sta
votando». E non basta: quel che è più importante, per fare il loro
lavoro sporco gli hackers non avrebbero bisogno di conoscere password
o chiavi crittografiche, o di avere accesso ad altre parti del
sistema», come ha riportato all'epoca il Los Angeles Times. «Elettori,
candidati e osservatori delle elezioni non saprebbero di esser stati
imbrogliati». Si potrebbe immaginare a fatica un mezzo più perfetto
per truccare un'elezione. E la faccenda non richiederebbe nient'altro
che un pugno di fedeli zeloti high-tech, non una larga e facilmente
scopribile cospirazione. Naturalmente, dopo una simile, rovente
condanna, questo McPherson ha fatto quello che avrebbe fatto ogni
funzionario cui è stata affidata la responsabilità di garantire la
serietà e la credibilità delle elezioni nel suo stato: ha approvato lo
scalcagnato sistema alla luce della luna, nelle ultime ore di un
venerdì prima di un weekend festivo, senza nessuna discussione
pubblica - addirittura senza aspettare i risultati di controllo
federale in corso sui codici infestati di «cimici» delle macchine
Diebold. E adesso questi aggeggi - i cui cronici «guasti» hanno fatto
da protagonisti in numerose elezioni contestate degli ultimi anni e
nelle vittorie-miracolo dell'ultima ora di candidati repubblicani in
giro per il paese - avranno il controllo della pentola d'oro
elettorale californiana. Un buon esempio di come questo controllo
effettivamente funziona può essere visto nel caso dell'Alaska. Lì, il
partito democratico dello stato ha cercato lungamente di ottenere una
verifica di alcuni dei risultati del 2004 «contati» dalle macchine
Diebold, che avevano presentato una serie di strane anomalie - tra cui
l'omaggio a George Bush di centomila voti extra che erano poi
risultati inesistenti. Dapprima, dei funzionari dello stato avevano
bloccato la richiesta perché questo tipo di informazioni - il
conteggio dei voti di un'elezione pubblica - era un «segreto aziendale
» che apparteneva esclusivamente alla Diebold. Poi decisero che i
risultati potevano in effetti essere verificati - ma solo a condizione
che alla Diebold e ai funzionari repubblicani fosse consentito di
«mettere le mani nei dati» prima di lasciarli verificare. Alla fine,
persino questa sporchissima trasparenza è apparsa eccessiva per gli
sgranocchiatori di schede bushisti: il mese scorso, i funzionari
dell'amministrazione dell'Alaska ci hanno ripensato e hanno
improvvisamente dichiarato che verificare i risultati avrebbe posto un
terribile ma non precisato «rischio per la sicurezza» dello stato.
Teocrazia totalitaria Le votazioni in America sono sempre più
controllate da un piccolo numero di corporations legate tra loro:
Diebold, Es&S, Sequoia, tutte aziende che hanno strettissimi legami
politici e finanziari con la fazione di Bush - e con altre forze
oscure allo stesso tempo. Diebold e Es&S sono state entrambe
finanziate dal tycoon Howard Ahmanson, che è stato anche uno dei
principali fondatori del movimento cristiano «Dominionista» - un
organismo che reclama apertamente una teocrazia totalitaria per
l'America, con tanto di pena di morte per gli omosessuali, riduzione
in schiavitù dei debitori insolventi, lapidazione per i peccatori e
privazione della cittadinanza per i non credenti. Come riferisce Max
Blumenthal, questi estremisti sono stati accolti con entusiasmo come
parte integrante della «base» bushista fatta di evangelici
politicizzati, i cui quadri hanno silenziosamente riempito i posti di
governo negli ultimi cinque anni. E da parte sua Sequoia - le cui
macchine contavoti hanno prodotto qualcosa come 100.000 «errori» in
una sola contea della Florida nelle elezioni del 2004, secondo una
recente verifica - è un'azienda di proprietà di una consociata del
gruppo Carlyle, la holding finanziaria i cui traffici di insider e
profitti di guerra hanno portato milioni di dollari di guadagno alla
famiglia Bush. E così dunque le elezioni del 2008 saranno condotte in
larga misura attraverso macchine per votare totalmente aperte,
programmate da partigiani dichiarati e da finanziatori di una gang
spietata che ha già commesso provati brogli elettorali su larga scala
per costruire le risicate «vittorie» nel 2000 e nel 2004. E allora non
ha importanza chi gareggia; non conta chi vota; non interessa quanto
profondamente impopolare sia diventata la fazione di Bush con il
disastro omicida dei suoi programmi militar-aziendali. Il «consenso
dei governati» sarà annegato comunque nel fiume di denaro che ha
comprato il processo elettorale della nazione.

CHRIS FLOYD Giornalista americano. Il testo è tratto da «The Empire
Burlesque» Le nuove macchine da voto della Es&S alla prova in Florida


=== 2 ===

Kidnapping an den elektronischen Wahlurnen?

Peter Monnerjahn 23.11.2004

Weitere Unstimmigkeiten bei der US-Präsidentschaftswahl sind
aufgetaucht Amerika wird gelegentlich "The Promised Land" genannt. Nur
gelegentlich stellen sich Außenstehende die Frage: Wem wurde das Land
eigentlich versprochen? Eine solche Gelegenheit bietet sich in letzter
Zeit in unangenehm regelmäßigen Abständen von vier Jahren: Bei der
Wahl im Jahr 2000 konnte der Journalist Greg Palast [1] noch direkt
nachweisen [2], dass die Wahl in Florida kriminell, massiv und in
diesem Fall entscheidend von Offiziellen in der Staatskanzlei des
Bush-Bruders Jeb beeinflusst wurde.

Aus dem FilmVotergate [3]

In diesem Jahr ist zwar das Ergebnis kein anderes, aber immerhin sind
sich die meisten Kommentatoren einig, dass die wenigen beobachteten
Unregelmäßigkeiten den Wahlausgang nicht entscheidend verändert haben
und George W. Bush tatsächlich so richtig gewählt wurde, wie man das
aus Demokratien kennt. Dass diese Unregelmäßigkeiten allerdings sehr
regelmäßig Angehörige insbesondere schwarzer Minderheiten betreffen,
wissen schon weniger Kommentatoren zu berichten. Und wenn dann der
Kandidat der demokratischen Partei auch noch selbst zugibt, er habe
wohl verloren, ist die Bereitschaft unter Journalisten zu weiterem
Hinterfragen endgültig auf ihrem Tiefpunkt angelangt. Man spricht in
diesem Zusammenhang wohl von der normativen Kraft des Faktischen.

Egal, ob four more years oder four more wars, Bush hat's geschafft.
Ist es jetzt noch etwas anderes als Querulantentum nachzufragen, wie
genau dieses Ergebnis zustande gekommen ist? Eine Demokratie - und
schließlich hält sich die USA für die beste der Welt - braucht dann
vielleicht doch mehr als das heimelige Gefühl, dass schon alles in
Ordnung sein wird: Sicher würde es wehtun zu erfahren, dass der eigene
Präsident oder Kanzler ein Lügner oder Krimineller ist. Man sei nur
beispielsweise an Herrn Berlusconi erinnert, um der europäischen
Selbstzufriedenheit in Hinblick auf die USA den ein oder anderen Fleck
auf der demokratischen Weste entgegenzuhalten.

Eine Wahrscheinlichkeit von 1:250 Millionen

So eindeutig die diesjährige Wahl in den USA letztlich auch
ausgefallen zu sein scheint, sind doch schon während der Wahlnacht
einigen Zweifel gekommen, woran es wohl lag, dass die ersten
Hochrechnungen in den drei entscheidenden Staaten Florida, Ohio und
Pennsylvania noch recht deutlich für Kerry ausgefallen waren - und er
letztlich doch nur Pennsylvania gewinnen konnte. Schließlich ist man
nicht zuletzt aus Deutschland gewohnt, dass bereits die ersten
Hochrechnungen recht genaue Ergebnisse liefern und Abweichungen von
über einem Prozentpunkt schon mehr als ungewöhnlich sind.

So wurden zum Beispiel in Utah aufgrund der sogenannten exit polls
(Wählerbefragungen) Hochrechnungen produziert, die maximal um 0,3
Prozentpunkte vom tatsächlichen Endergebnis abwichen. (Für die
Neugierigen: Bush erzielte in Utah 71,1% der Stimmen.) In den
genannten drei Staaten lag die Abweichung etwas höher: zwischen 5 und
6,5 Prozentpunkten. Jeweils zu Gunsten von Bush. Waren die
Hochrechnungen noch von einem Sieg Kerrys in allen drei Staaten
ausgegangen, wurden die Zahlen nach tatsächlicher Auszählung schnell
korrigiert.

Auf den ersten Blick klingt das alles ein wenig unwahrscheinlich:
Gerade in drei Staaten, die als entscheidend für den Ausgang der Wahl
galten, waren offensichtlich die Hochrechnungen falsch. Wie groß ist
schon die Wahrscheinlichkeit, dass per Zufall in allen drei Staaten
Bush derart drastisch zulegt? 1:250 Millionen, sagt [4] der
Statistik-Professor Steven F. Freeman von der University of
Pennsylvania. Nicht nur das, auch seien die Hochrechnungen allem
Anschein nach auf einer vernünftigen Datenbasis erhoben worden. Wo
könnte dann der Fehler liegen? Ob Walden O'Dell, Chef des
Wahlmaschinenherstellers Diebold, einfach nur sein Versprechen [5]
eingelöst hatte, sicherzustellen, dass Ohios Wählerstimmen auch
wirklich an den Präsidenten gehen? (Selbst die FAZ berichtete [6] -
zwei Monate später.)

Merkwürdiges in Nebraska 1996

Vielleicht lohnt an dieser Stelle ein Blick in die jüngere Geschichte
des Staates Nebraska. Dort wurde im Jahre 1996 ein gewisser Charles
Hagel, Mitglied der Republikanischen Partei, zum Senator gewählt. Ein
Jahr später sah sich der Vorsitzende des Ethik-Ausschusses des
US-Senats genötigt, Hagel aufzufordern, veröffentlichungspflichtige
Angaben zu seinen finanziellen Beteiligungen an US-Firmen zu
präzisieren. Hagel hatte eine Beteiligung an einem "Investmentfonds",
der McCarthy Group Inc., angegeben. Bei Beteiligungen, die in diese
Kategorie fallen, sind Senatoren freundlicherweise nicht zur Angabe
weiterer Details verpflichtet.

Doch offensichtlich war Hagel ein Irrtum unterlaufen: Die McCarthy
Group war kein Investmentfonds im Sinne des Senatsausschusses. Im
Gegenteil gehört zu McCarthy auch eine Firma namens ES&S, Election
Systems Software, die Wahlmaschinen herstellt. Interessenskonflikt
genug für einen Senator, der unter anderem über Wahlrechtsreformen zu
entscheiden hat, könnte man argumentieren. Auch unter dem
Gesichtspunkt, dass gut 85% [7] aller in Nebraska bei Hagels Wahl 1996
benutzten Wahlmaschinen von ES&S stammen (Das Problem mit den
elektronischen Wahlsystemen und der amerikanischen Demokratie [8]).

Mehr als nachdenklich sind viele Beobachter geworden, als sie die
genauen Zahlen der Wahl gesehen haben: Hagel, so Bev Harris von
BlackBoxVoting.org [9], konnte in nahezu jeder demographischen
Gruppierung als Sieger vom Feld gehen, auch in größtenteils schwarzen
Bezirken, die noch nie einen Republikaner gewählt hatten. Ob das mit
einem anderen Irrtum zu tun haben konnte, der Hagel gegenüber dem
Ethik-Ausschuss unterlaufen war? Er hatte vergessen, dass er bis
Anfang 1996 Chef von ES&S war, die die Wahlmaschinen für die
Senatswahl gebaut und programmiert hatten.

Dabei ist es verständlich, dass ein Senator potentiell
kompromittierende Informationen über seine Beziehungen in die freie
Wirtschaft nicht gern preisgibt. So etwas sieht zwar schlecht aus,
aber jemandem auf solcher Grundlage Wahlfälschung zu unterstellen,
ginge dann doch ein bisschen weit. Eine weitere Gruppe von
Statistikern, die sich mit den Wahlergebnissen aus Florida befasst
hat, wollte ebenfalls nicht so weit gehen. Das Doktorandenteam um
Professor Hout von der Universität in Berkeley, Kalifornien, hatte nur
herausgefunden [10], dass in einigen Counties in Florida (Broward,
Miami-Dade und Palm Beach) die erwarteten Ergebnisse signifikant
deutlicher für Bush ausgefallen waren, als das in Counties ohne
elektronische Wahlmaschinen der Fall war. Allein in Broward County
habe Bush 72.000 Stimmen mehr bekommen als statistisch zu erwarten waren.

Fündig geworden in Mülltonnen vor dem Wahllokal

In einem anderen County, Volusia, geht Bev Harris inzwischen etwas
weiter und spricht von "deutlichen Anzeichen" für Wahlfälschungen von
offizieller Seite. In der Radiosendung [11] von Thom Hartmann [12]
berichtet sie von ihrem Versuch, von den Wahloffiziellen in Volusia
die offiziellen polling place tapes, Ausdrucke der
Wahlzettel-Auswertungsmaschinen, zu sehen.

Diese werden üblicherweise am Abend der Wahl ausgedruckt und von
örtlichen Wahlleitern unterschrieben. Die, die Bev Harris zu sehen
bekam, waren anders: mit Datum vom 15. November und ohne
Unterschriften. Immerhin waren die Zahlen die des offiziellen
Endergebnisses. Auf der Suche nach den Originalen fand Harris in der
Tat einige wie Originale aussehende polling place tapes - in der
Mülltonne des Wahlleiterbüros. Beim Vergleich dieser ordnungsgemäß
unterschriebenen Ausdrucke vom 2. November mit den speziell für Harris
angefertigten fielen dann auch gewisse Unregelmäßigkeiten auf: Die
Ausdrucke für einzelne Wahlbezirke unterschieden sich oft in Hunderten
von Stimmen - obwohl einzelne Wahlbezirke oft nur einige hundert bis
wenige tausend Wähler haben. Wo die meisten Unterschiede auftauchten?
In Bezirken mit großen Minderheitenanteilen. Fielen die Unterschiede
vielleicht immer für einen Kandidaten aus? Ja. Für Bush.

"Pay no attention to that man behind the curtain!"

Bev Harris ist schon auf dem Weg in andere Counties, um möglichen
Nachahmungstätern in dortigen Wahlbüros auf dem Weg zur Mülltonne
vielleicht noch zuvorkommen zu können. Thom Hartmann sagte gegenüber
telepolis, in Volusia seien die Zählarbeit und der juristische Teil
der Aufarbeitung des Umgangs mit den polling place tapes jetzt in der
Hand von Mitarbeitern vor Ort. Genaue Zahlen über die Abweichungen von
den mutmaßlichen Original-Ausdrucken erwarte er im Laufe dieser Woche.
Eine Anfrage nach den Videoaufnahmen vom Kampf um die beweiskräftigen
Mülltonnen hat Bev Harris derweil noch nicht beantwortet.

Während der Kampf um die Präsidentschaft vorbei ist, dauert der um die
Demokratie weiter an. Und wenn man nach einer Wahl in Florida oder
anderswo jemanden wie Katherine Harris [13] sagen hört, dass die
Demokratie wieder einmal triumphiert habe, sollte man besser hellhörig
werden und sich an einen Klassiker der politischen Bildung erinnern:
Edmund Blackadder [14] im Gespräch mit dem Reporter Vincent Hanna.
Blackadder hatte als einziger Wähler einen grandiosen Wahlsieg für
seinen Kandidaten in einem sogenannten rotten borough [15] gefeiert,
wo letztendlich der Wahlsieg von der Größe des Geldbeutels abhing.

Hanna: One voter; 16,472 votes. A slight anomaly?
Blackadder: Not really [...]. The number of votes I cast is simply a
reflection of how firmly I believe in his policies.
Hanna: Well, that's excellent. [...] Another great day for democracy
in our country.

Wenn die Zahlen irgendeinen Schluss zulassen, glauben Diebold und ES&S
wirklich sehr fest an George Bush.

Links
[1] http://www.gregpalast.com
[2] http://www.gregpalast.com/detail.cfm?artid=27&row=2
[3] http://www.votergate.tv
[4] http://truthout.org/unexplainedexitpoll.pdf
[5] http://peacefuljustice.caltech.edu/2003-10/1.shtml
[6]
http://www.faz.net/s/Rub51BE559A3EA14F16B257C48B4EAA0BB3/Doc~E8E07337CC2854FABBF55F7794ADA2375~ATpl~Ecommon~Scontent.html
[7] http://www.commondreams.org/views03/0131-01.htm
[8] http://www.telepolis.de/r4/artikel/15/15193/1.html
[9] http://www.blackboxvoting.org
[10] http://ucdata.berkeley.edu/new_web/VOTE2004/index.html
[11] http://homepage.mac.com/benburch/HartmanShow-(17-11-2004).mp3
[12] http://www.thomhartmann.com
[13]
http://www.washingtonpost.com/wp-srv/onpolitics/elections/harristext112600.htm
[14] http://www.bbc.co.uk/comedy/blackadder/
[15] http://en.wikipedia.org/wiki/Rotten_borough

Telepolis Artikel-URL:
http://www.telepolis.de/r4/artikel/18/18866/1.html


=== 3 ===

http://www.reporterassociati.org/

"USA 2004": Ancora dubbi sulla regolarità delle elezioni in Florida

di Daniele John Angrisani
21 Nov 2004

Il 18 novembre il team di Ricerca dei Metodi Quantitativi
dell'Università Berkeley in California ha pubblicato uno studio
statistico - il solo metodo disponibile per monitorare l'accuratezza
del voto elettronico- che sostiene che le irregolarità accertate
dall'uso delle macchine per il voto elettronico potrebbero aver dato
tra i 130.000 e i 260.000 o più voti in eccesso al presidente George
W. Bush in Florida nel conteggio dei voti delle recenti elezioni
presidenziali.
Lo studio mostra una discrepanza inspiegabile tra i voti per il
presidente Bush nelle contee dove sono state usate le macchine per il
voto elettronico, rispetto ai dati delle contee che hanno usato metodi
di voto tradizionale. Cosa questa che il team definisce come "allarmante".

Il team di ricerca ha fatto conoscere i risultati dello studio
effettuato in una conferenza stampa tenuta al Centro di Ricerca
dell'Università di Berkeley, e nel corso di questa conferenza hanno
richiesto l'apertura di una indagine per capire come sia stata
possibile questa discrepanza di risultati.

Inoltre le tre contee dove le anomalie nel voto sono state prevalenti
sono anche quelle più apertamente democratiche: Broward, Palm Beach e
Miami-Dade. Gli andamenti statistici delle contee che non hanno usato
le macchine per il voto elettronico lasciavano prevedere una
diminuzione di 28.000 a danno di Bush nella Contea di Broward; il
risultato finale ha invece portato un aumento di 51.000 voti per Bush
- vale a dire un aumento di 81.000 voti a favore del presidente in carica.

Il presidente Bush avrebbe dovuto perdere 8.900 voti nella Contea di
Palm Beach, ma ne ha invece guadagnati altri 41.000 - una differenza
totale di 49.900 voti. Inoltre avrebbe dovuto guadagnare solo 18.400
voti nella Contea di Miami-Dade ed invece il guadagno è stato di
37.000 voti - vale a dire una differenza a favore di Bush di 19.300 voti.

"Per la correttezza di tutte le future elezioni che si terranno con il
voto elettronico, qualcuno deve investigare e spiegare il perchè di
queste anomalie statistiche in Florida", ha affermato il professore
Michael Hout. "Chiediamo perciò agli ufficiali elettorali di aprire
una indagine".

Il team di ricerca comprende studenti del dottorato e del dipartimento
di sociologia dell'Università di Berkeley, ed è stato guidato dal
professore di sociologia Michael Hout, un esperto a livello nazionale
di metodi statistici nonchè membro dell'Accademia Nazionale delle
Scienze e del Centro di Ricerca Sondaggi dell'Università di Berkeley.
Per le sue ricerche, il team ha usato un metodo di analisi a
regressione multipla, un metodo largamente usato nelle scienze fisiche
e sociali per distinguere gli effetti individuali delle principali
variabili sui risultati quantitativi come i totali dei voti.

Questa regressione multipla ha usato le seguenti variabili,
considerate contea per contea: * Numero di voti * Reddito medio *
Popolazione ispanica * Cambiamento nell'affluenza alle urne tra il
2000 ed il 2004 * Voti per il senatore Bob Dole nelle elezioni 1996 *
Voti per il presidente George W. Bush nelle elezioni 2000 * Uso di
macchine per il voto elettronico o di schede di carta*.

"A prescindere da quanti fattori si immettono nella regressione, la
correlazione significativa tra i voti per il president Bush ed il voto
elettronico non può essere in alcun modo spiegata", afferma Hout. "Lo
studio mostra che l'uso del voto elettronico da parte di una Contea è
sistematicamente risultato in una crescita spoporzionata di voti per
Bush. Dal punto di vista statistico la probabilità che si possa avere
un andamento del genere in condizioni normali è meno che una su mille".

I dati elaborati per lo studio provengono da fonti pubbliche come
CNN.com, il Censimento americano del 2000, e la Verified Voting
Foundation.

Una copia del paper di ricerca, dei dati e di altre informazioni usate
nello studio può essere raggiunta sul sito:
http://ucdata.berkeley.edu/. E' possibile inoltre continuare l'analisi
comparando i 260.000 voti extra della Florida con il totale degli
elettori della Florida, 7.446.434 (Bush 3.911.825 e Kerry 3.534,609),
e ricavandone perciò un margine di errore del 3,49%.

Il totale dei voti espressi negli Stati Uniti, stando alla CNN è stato
di 115.409.172 (Bush 59.459.765 e Kerry 55.949.407). Supponendo che
anche per il resto degli Stati Uniti il margine d'errore rimanga
fissato al 3,49%, questo comporterebbe una differenza a favore di
Kerry di 4.029.631 voti.

Di conseguenza la situazione risulterebbe capovolta con Bush che
avrebbe preso solo 55.430.134 voti e Kerry 59.979.038. Non è un caso
che anche l'ex candidato indipendente Ralph Nader cominci ad affermare
ora che Bush potrebbe essersi appropriato in questo modo tra il 5% ed
il 15% di tutti i voti che sarebbero dovuti andare a Kerry.

Daniele John Angrisani
redazione @ reporterassociati.org


=== 4 ===

FRAUDE ÉLECTORALE AUX ÉTATS-UNIS
Ils ne se cachent même plus

PAR JEAN-GUY ALLARD, spécialement pour Granma international

La Havane. 5 Janvier 2005

SI en Ohio, des groupes populaires ont observé, aux élections de
novembre, l'existence d'un véritable système de fraude qui a permis de
modifier fortement les résultats du vote en faveur du candidat
républicain George W. Bush, dans la Miami de la mafia
cubano-américaine, la fraude se fait déjà à la vue de tous, atteignant
le niveau de la farce. Comble du ridicule: le vote effectué au sujet
des machines de jeu, simultanément à celui de la présidence.

Dans les comtés de Miami-Dade et de Broward, les électeurs, inscrits
et qui sont arrivés à voter, devaient se prononcer sur l'Amendement 4
qui autorisait les hyppodromes et les pistes de courses de chiens, à
installer et exploiter des machines de jeu, communément appelées
machines à sous. Les premiers résultats annoncés dans les heures
suivant le vote ont indiqué une majorité contre cette proposition
controversée.

Cependant, le jour suivant, on annonçait soudainement que
l'Amendement avait été approuvé par les électeurs parce que la machine
qui enregistrait les résultats électoraux avait «un programme interne»
conçu pour que lorsque le nombre de votes arrive à 32 000, elle
commence à soustraire des votes.

D'un seul coup, avec la complicité de la presse, on annonçait
froidement une erreur de calcul et, plus scandaleux encore, que les
machines à voter possèdent des "programmations" qui prévoient des
altérations de la votation.

On a aussi affirmé que ce programme ne devait pas être utilisé pour
cet Amendement et l'on a également déterminé que celui-ci avait été
gagné par 97 000 votes, c'est à dire environ... 1%.

Trois fois, depuis 1978, les électeurs de la Floride ont rejeté les
mesures permettant lejeu et les casinos. Mais grâce à la technologie
"moderne" l'histoire a maintenant changé son cours et 51% des votes se
sont orientés, de façon suprise, en faveur de l'Amendement 4,
convertissant l'état en un terrain de jeu... pour la pègre.

De fait, l'approbation du projet de loi constitue un premier pas qui
mènera, tôt ou tard, selon plusieurs observateurs, à une autorisation
complète du jeu sous toutes ses formes. Il a été amplement démontré
qu'aux États-Unis, le monde du jeu et des casinos, de Las Vegas à
Atlantic City, appartient, de façon générale, au crime organisé.

Selon El Nuevo Herald, «les hippodromes et les installations de
"jai-alai" ont dépensé au-delà de 15 millions de dollars pour que la
proposition soit votée» en utilisant l'argument quelque peu
extravagant... que les machines à sous «sont une bonne façon de réunir
de l'argent pour les écoles».

Plus de 3 millions de dollars sont venus des "généreux" propriétaires
du casino Isle of Capri, de Biloxi, Mississippi.

94% EN FAVEUR DES MACHINES À SOUS

Un article du Miami Herald sobrement titré Une erreur dans le vote
sur le jeu affecte le résultat (Gambling vote glitch mars tally),
signé par Erika Bolstad et Curtis Morgan, expliquait le 5 novembre,
avec un sérieux désarmant, comment est survenu la spectaculaire
"erreur" de calcul.

«Le problème» qui a fait apparaitre d'un seul coup 78 000 votes «a
été mis au jour juste après minuit» (sic) quand le bureau où étaient
comptabilisés les votes de Broward allait fermer.

Des opposants à l'Amendement ont raconté au Herald qu'ils ont
«commencé» à soupçonner le piège quand ils se sont rendu compte que
des 78 000 «nouveaux votes» trouvés... 94% étaient en faveur de celui-ci.

Le «programme» a été utilisé aux élections tenues en 2002. Le mauvais
fonctionnement avait été «découvert il y a deux ans mais n'a jamais
été corrigé», affirme l'article.

Il a été publié dans différents médias de la presse alternative que
les compagnies qui manufacturent les machines de votation ont des
liens avec le secteur le plus réactionnaire du Parti républicain et de
l'industrie de guerre. Parmi les équipements informatiques utilisés au
dernier scrutin se trouvent ceux de la Diebold, sous-division de
Kellog Brown & Roost, filiale de Halliburton, l'entreprise qu'a
dirigée le vice-président Dick Cheney.

Le comté de Broward, situé au nord de Miami, dans cette même
circonscription électorale où ont "disparu" en octobre, trois semaines
avant les élections, 58 000 bulletins de vote envoyés par courrier aux
électeurs. Le comble de cette absurde situation: la poste a refusé de
reconnaître sa responsabilité. À ce moment, on a publié dans la presse
que le FBI de la Floride du sud, de réputation douteuse, maintenant
dirigé par un «expert en corruption », le Special Agent Clemens, avait
ouvert une «enquête». On n'a plus entendu parler du sujet.

En 2000, dans le comté de Broward, plus de 7 000 bulletins ont été
déclarés nuls, 800 de ceux-ci parce que les trous n'étaient pas
parfaitement perforés; dans Miami-Dade, on a rejeté 17 000 votes pour
différentes raisons et dans Palm Beach plus de 12 000 votes ont été
éliminés pour être insuffisamment perforés, auxquels il faut ajouter
19 000 autres pour être en double. C'est là aussi que les délinquants
cubano-américains de Vigilia Mabisa et leur chef, Miguel Saavedra, à
la demande du congressiste Lincoln Diaz-Balart, ont provoqué des
incidents aux endroits où se déroulait le laborieux recomptage des
votes et se sont chargés de mettre fin au show démocratique.

Selon une équipe de spécialistes de l'Université californienne de
Berkeley, qui ont étudié statistiquement le vote de novembre en
Floride, les machines électroniques qui les comptabilisent pourraient
avoir accordé entre 130 000 et 260 000 votes de trop à George W. Bush.
L'étude démontre une différence inexpliquée de votes en faveur de Bush
dans les comtés utilisant des appareils informatiques et ceux qui
utilisent des méthodes traditionnelles.

Il est nécessaire de répéter que dans la "démocratie" de la Floride,
gérée par Jeb Bush, 600 000 ex-sanctionnés, en grande majorité noirs
et par conséquent démocrates, sont exclus en permanence des listes
électorales, résultat direct de lois héritées de l'époque de
l'esclavage. La presse commerciale nord-américaine évite
systématiquement de parler du sujet.

Ce qui est arrivé à Miami avec le vote sur l'Amendement 4 est un
sujet dont on pourrait rire si ce même système de vote dans Miami-Dade
et Broward n'était pas celui qui impose au monde entier un empereur.
Le vote sur l'Amendement 4 dans Miami-Dade et Broward illustre
clairement le niveau de corruption atteint dans un pays qui prétend
dicter au reste du monde ses critères en matière de démocratie.

« Ils ne se cachent même plus », a commenté à GI un observateur de
Miami, désillusionné.


http://www.granma.cu/frances/2005/enero/mier5/2maqui.html


Source: CUBA SOLIDARITY PROJECT
http://perso.club-internet.fr/vdedaj/cuba/
http://fr.groups.yahoo.com/group/CubaSolidarityProject/