Da Alessandro Di Meo riceviamo e volentieri giriamo

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Carissimi del coordinamento,
invio anche io il report della missione di fine marzo svoltasi a
Kraljevo, nell'ambito delle iniziative di Un Ponte per rivolte a
sfollati dal Kosovo (e non solo).
grazie se vorrete diffonderla
alessandro di meo
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"Un Ponte per..." - missione Kraljevo 28 Marzo – 2 Aprile 2006

(partecipanti: Marzia, Anna Maria, Carlo, Alessandro)


Martedì, 28 Marzo

Sera:

arrivo a Kraljevo. Incontro preliminare con la segretaria della CR per
alcuni casi relativi a Svetlost 1 (sostegni a distanza per sfollati e
profughi) da chiarire. Cena da Novka e poi in hotel.


Mercoledì, 29 Marzo

mattina:

preparazione buste per i sostegni, consegna presso la Croce Rossa
della prima rata 2006 per Svetlost 1 (36 famiglie) e poi presso il
Centro per il Lavoro Sociale per Svetlost 2 (23 Famiglie). Alla CR ci
vengono proposti 4 nuovi casi, al Cls 2 più altri 2 che possiamo
sostenere e che richiediamo.

pomeriggio:

visita a 3 famiglie, che effettuiamo privatamente, senza la presenza
del partner locale.
Una è un caso drammatico di famiglia, i Papic, caduta in disgrazia in
seguito alla perdita del salario causa fallimento fabbrica (la stessa
dove lavorava Novka, la mamma di Marko, il ragazzino che è stato in
Italia due anni e mezzo per curare l'anemia aplastica, con trapianto
di midollo; è la Magnohrom, dove si producono scaldabagni). Non
potendo più pagare l'affitto, sono stati mandati via e ora si
ritrovano a vivere in un container, oltretutto da restituire prima o
poi, con l'aggiunta di uno spazio cucina davvero precario, peggiore di
una baracca. Non c'è bagno, il figlio di 15 anni comincia ad avere
qualche problema psicologico mentre la moglie è depressa e soffre di
continue crisi di pianto.
Lasciamo una busta con 100 euro, presi dalla quota relativa ai
sostegni che la CR, questa volta, con un bel gesto, non ha voluto.

La seconda visita riguarda la famiglia Dubic, con la figlia Sanja che
sosteniamo e che viene ospitata in Italia durante l'estate. Anche qui,
se pure con apparente migliore sistemazione rispetto alla famiglia
Papic (comunque si tratta sempre di una ex stalla col tetto
fatiscente, senza servizi, con l'acqua esterna), la situazione è
difficile. Il papà di Sanja, ancora giovane, è malato e non riesce a
darsi pace per la vita passata che gli permetteva di vivere senza
dover chiedere nulla o dover ringraziare qualcuno. Ora, invece, ci
dice che senza il nostro sostegno non ce l'avrebbe fatta. Ne siamo
contenti ma, davvero, non è per nulla gratificante sentirselo dire.
Spesso facciamo una considerazione: se qualcuno aspetta con così tanta
speranza e necessità il nostro aiuto, qualcosa davvero funziona male,
a questo mondo. E un'altra cosa... notiamo che dove la mamma, comunque
la donna in genere, non cede alla depressione, alla rassegnazione ma
cerca di reagire e andare avanti, i figli stanno meglio, come tutta la
famiglia. Quando è la donna a non farcela, anche se l'uomo prova a
reagire, sembra davvero la fine per tutti.
Ci lasciamo con parole di speranza, ma anche di profonda impotenza,
simboleggiata da quella casa che l'uomo aveva iniziato a costruire ma
che, ora, giace silenziosa come un rudere in preda agli eventi
atmosferici. Si potrebbe almeno tentare di fare qualcosa per
fargliela, se non altro, coprire, così da non lasciarla andare in rovina?

Visitiamo la famiglia Rakic, dove Sonja e Ceca (Zezza), che ospitiamo
l'estate, vivono coi fratelli Petko e Dejan, la mamma Snedzana e il
papà Slavo. Stanno in una nuova casa, in affitto, lontano dalla
vecchia sistemazione dove avevano tanti amici, a Rocevici, 40 minuti
da Kraljevo. Qui hanno tutto a portata di mano ma si devono ancora
ambientare. Il papà ha trovato un lavoro come tassista, sperano che la
situazione possa migliorare. L'atmosfera è serena, abbiamo molta
confidenza con questa famiglia, davvero splendida, pur nelle difficoltà.

La sera finisce con una cena, anche questa privata, presso la famiglia
Vukovic, sfollata da Pec, Kosovo e sostenuta a distanza, dove Jordanka
(il marito morto per depressione nel 2000, una figlia, Sanja, affogata
nel fiume, drammaticamente, 3 anni fa e altre 4 bambine da mandare
avanti) ha preparato il pesce di fiume cucinato a modo suo...
squisito! Portiamo anche noi cibi e bevande e passiamo una allegra
serata con lei e le sue 4 splendide figlie, Tanja, Natascia, Suncica e
Beba. Cambio i cavi al computer, installo gli altoparlanti e inseriamo
i cd musicali che ho portato per loro (grazie a Carlo che avvia il
programma giusto!). E ci diamo appuntamento, oltre che a sabato
prossimo, alla prossima estate... tutti in Italia, al mare. E' il
desiderio di tutti noi.


Giovedì, 30 marzo

Iniziamo la giornata con una intervista, breve, di una televisione
serba sulla vicenda di Marko. Novka traduce, ma non vuole essere
inquadrata e, giustamente, rifiuta eventuali visite a casa sua da
parte della tv. Farò presente alla CR di evitare, dalle prossime
volte, questo tipo di eventi, in quanto non deve essere associabile un
solo volto con una associazione, anche perchè si rischiano
incomprensioni, mentre tutto deve rimanere chiaro e definito.
Visitiamo il signor Kurcubic, un caso davvero disgraziato.
Risiede nel comprensorio di Cacak ma è la CR di Kraljevo che lo ha
preso a cuore, avendo casualmente conosciuto il suo caso. Figlio
disabile mentale dalla nascita, la mamma con gravi problemi psichici,
lui disabile motorio e il padre, ottantenne, anche lui con gravissimi
problemi. Insomma, una situazione davvero al limite, estrema, che la
CR ci ha proposto per un aiuto. Kurcubic è stato inserito, con una
eccezione, nel programma di sostegno a distanza, pur non essendo
profugo o sfollato, anche perché certo paga le conseguenze di anni di
guerra e di embargo gravissimi. A nostro avviso, non è positiva la
risonanza che si cerca di dare al caso (era presente una tv di
Kraljevo che mostra continuamente il caso, un po' come da noi avviene
in certi programmi dalla lacrima facile...). Però, è reale il fatto
che si sono mobilitati in molti, anche una classe di una scuola
superiore, in una gara di solidarietà che davvero non può che
suscitare ammirazione.

Dopo una breve sosta si torna in sede CR per parlare della situazione
progetti.

Sostegni: si propone di inserire, allo stesso modo di Kurcubic, il
caso della famiglia Papic, visitata ieri. Inoltre, esistono casi che
dovrebbero essere tolti dal sostegno. Si chiede alla CR di fornire
schede informative sul cambiamento dello stato di cose in alcune
famiglie, così da poter informare il sostenitore e procedere alla
sostituzione. Si decide che dalla prossima consegna delle rate due
famiglie saranno sostituite perché sono cessate le condizioni per il
sostegno (addirittura una segnalazione è avvenuta proprio da parte di
una delle famiglie stesse, Mihalackovici). Si resta d'accordo di avere
le schede delle nuove famiglie e le relazioni per la cessazione del
sostegno prima della nostra partenza.

Ospitalità 2006: si stabilisce che le liste saranno redatte da Un
ponte per... Per Cava de' Tirreni ci sarà possibilità per le 3 ragazze
che da anni ci vanno in vacanza, di tornare anche questo anno. Per
Roma, si stilerà un elenco anche sulla base di consigli che la CR
potrà fornire. Si potrebbe arrivare anche a 30 minori, quest'anno.
Informiamo la CR che c'è stato un interessamento da parte di una
comunità in provincia di Bari per una iniziativa di ospitalità per una
decina di minori, ma che abbiamo proposto, nell'eventualità di una sua
realizzazione, al CLS di Kraljevo, per bambini orfani affidati.

Unità Sanitaria Mobile: si parla ancora del progetto da poter
scrivere, la CR vuole prima essere sicura delle spese da affrontare
(tecnico sanitario, interventi elettricisti abilitati, autorizzazioni
all'uso dell'Unità). Si pone il problema della sostenibilità futura
del progetto ed è una cosa, ribadito l'interesse da parte loro a
proseguire l'iniziativa, che li trova d'accordo. Bisognerà
assolutamente trovare il modo di rendere la cosa sostenibile nel tempo
con il coinvolgimento di unità sanitarie locali o dell'ospedale di
Kraljevo.

La segretaria Cr ci parla del campo scuola invernale a Goc, nel quale
molte cose hanno funzionato bene, altre meno. Ma la cosa più
importante è che più di 30 ragazzini, molti dei quali sfollati, sono
stati bene e hanno potuto passare un buon periodo. I problemi hanno
riguardato l'organizzazione, non sempre perfetta, da parte dei
delegati della CR.

Visita alle 4 nuove famiglie inserito nel sostegno a distanza.

Ribac... 4 bambine (una però ha 16 anni) senza la mamma, morta non
appena fuggiti dal Kosovo, una nonna deliziosa, il padre che è fuori,
in Kosovo per sistemare alcune pratiche burocratiche e che tornerà fra
pochi giorni. Invitiamo, in accordo col partner, due di loro a far
parte dell'iniziativa di ospitalità. Jelena non vuole, però, perché è
molto attaccata alla nonna (lei è la più piccola e risente della
perdita della mamma più delle altre, almeno in apparenza...) e non
avuto una buona esperienza in una analoga iniziativa in Grecia, dove
le famiglie prendono in consegna i bambini a poi si rivedono alla
partenza degli stessi, quasi senza contatti fra loro, a differenza,
occorre dirlo!!!, della nostra iniziativa dove invece le famiglie, in
qualche modo, si frequentano e condividono insieme l'esperienza e i
ragazzini si incontrano spesso fra loro e con i coetanei italiani.
Dosta e Duscica sono, al contrario, molto interessate a venire
insieme. Per ora, ne teniamo conto, anche in considerazione che il
padre non è presente.

Gajevic. Visitiamo velocemente (è tardi) questa famiglia che ha
problemi con un figlio che è autistico. Un altro, più grande, sta
bene, va a scuola ma loro non hanno lavoro, hanno molte spese, non
sempre ce la fanno da soli.

Miletic. Profughi da Mostar, con una figlia grande, madre di un
bambino ritardato dalla nascita, costretto a letto o su una
carrozzina, anche lei con disturbi mentali. I genitori, vecchi e
stanchi, hanno lasciato un centro collettivo a Mataruska Banja ma ora
devono pagare parte delle spese e non ce la fanno. Dicono che sono
stati raggirati nel lasciare il centro, che non sapevano di dover
pagare. Certo, i disabili dovrebbero essere esentati ma loro non sono
in grado di provvedere da soli alle pratiche burocratiche. Un po'
abbandonati a se stessi.

Arsic. Due figli, una madre apparentemente molto vecchia. La figlia ha
problemi di vista e altri in generale, il figlio sta bene e suona la
fisarmonica, di età fra i 12 e i 14 anni. La situazione sembra molto
precaria.

Si termina la giornata con la visita privata, con cena, alla famiglia
Tomanic, sostenuta con Svetlost 2 e inserita nell'ospitalità. Lidija e
Milica vengono da un anno in Italia e ci danno una prova della buona
riuscita del mini corso di italiano. Mangiamo insieme, la nonna Nada è
contenta. Noi abbiamo portato la cena, lei ha cucinato qualcosa per
noi. Si ride e si scherza, anche se la loro storia è fatta di drammi.
Il padre delle bambine, in preda a crisi nervose, sospettando una
relazione con altro uomo della moglie, un giorno l'ha uccisa davanti a
Lidija. Ora è in galera, le bambine stanno con i nonni materni (c'è
anche lo zio, Darko, un ragazzo). La gioia delle bambine è contagiosa.
Ma domani si andrà a scuola. Anche la nostra Novka, instancabile, ha
bisogno di riposo. E allora, buonanotte, pardon: laku noc!


Venerdì, 31 marzo

Mattina, visita alla scuola agraria dove incontriamo la classe che
sostiene Kurcubic. Bella la situazione, cercheremo di trasmettere il
messaggio anche a nostre classi che hanno aderito al sostegno a
distanza. Parliamo del passato progetto dei gemellaggi e di come sia
importante il coinvolgimento degli studenti in questo tipo di iniziative.
Andiamo al centro collettivo di Vitanovac.
Visitiamo le famiglie che conosciamo e i bambini che sono a scuola.
Risolviamo alcuni equivoci con una signora che aveva venduto una
tovaglia ma non aveva avuto i soldi da un'altra donna. Purtroppo non
siamo riusciti a dare seguito a questa iniziativa, che avrebbe potuto
produrre reddito per queste famiglie. Un commercio che più equo e
solidale non si sarebbe potuto. Ma, forse, l'equo e solidale è solo
questione di caffè e magliette...
Incontro piuttosto deludente con il capo della comunità locale sulla
possibilità di recuperare la casa della cultura trovando una
sistemazione alle famiglie sfollate. A parole sembra interessato ma il
suo comportamento generale lascia un pochino perplessi sulla sua
affidabilità. Potremmo provare col comune di Kraljevo, direttamente.

Visita alla scuola di Zmajevac: si definisce il progetto ma ci sono
problemi per quanto riguarda le autorizzazioni. Loro, la direttrice e
il suo staff, sostengono di riuscire ad ottenerle in poco tempo, così
da permettere l'inizio dei lavori per fine aprile, inizio maggio.
Domani il responsabile dei lavori ci farà avere il preventivo aggiornato.
In sede della CR ci aspettano tutti gli obiettori, circa 20, con i
quali ci intratteniamo per una mezz'ora, parlando del loro lavoro come
servizio civile. Non sono soggetti al tribunale militare, prendono 5
euro mensili, i loro compiti vanno, a turno, dalle pulizie dei locali
CR alla partecipazione a progetti e iniziative varie. Ci dicono che il
giudizio su di loro è diviso a metà fra chi, in genere i giovani, li
apprezzano per la scelta di fondo e chi, i più anziani, li ritengono
una specie di traditori (al solito, come anche da noi in passato)
della patria.
La giornata termina in un ristornate, ospiti della CR, dove ceniamo.
Ma domani ci aspettano i bambini per andare a Studenica. Non dobbiamo
fare troppo tardi.


Sabato, 1 Aprile

Ci incontriamo alle 8,30 all'appuntamento con il pullman. Non tutti i
bambini saranno presenti. In tutto, saremo 30 persone, di cui 21
bambini. Dopo qualche problema dovuto alle curve (alcune bambine si
sentono male durante il viaggio che dura poco più di un'ora), ci
troviamo al monastero, sempre molto suggestivo. Dopo la visita
all'interno del monastero e il rituale dei souvenir, si va nel vicino
ristorante dove ci faranno pranzare senza spendere molto. Assisteremo
a uno spettacolino preparato proprio per noi dai ragazzini del corso
di italiano, davvero simpatico. Giocheremo nel vicino parco a calcio
(accanita sfida fra bambini e bambine, alcuni di noi si mischiano fra
loro) e a basket fino alle 4, ora del rientro. Dopo l'arrivederci con
i ragazzini, dopo una visita di cortesia a una ex collaboratrice della
Cr, che ha avuto una bella bambina, finiamo la serata da Novka e
Marko. Ceniamo, rimandiamo a domani mattina, prima di partire,
l'incontro col pediatra Danojlic. Ripenso a Beba che per tutta la sera
mi ha mandato messaggi, squilli di telefono e disegnini. Come anche
Sonja, Ana, Ceca, tutti in attesa del prossimo viaggio, speriamo, in
Italia.
Una giornata come questa passata con così tanti bambini, vedendoli
felici e sereni, proprio non doveva chiudersi con la notizia che un
bimbo, in Italia, finiva ammazzato da belve dalle sembianze umane.
Possibile che la vita dei bambini valga così poco? E può esserci
perdono per chi si macchia di colpe così gravi?


Domenica, 2 Aprile

Appuntamento alle 8,15 con il responsabile della pediatria
dell'ospedale "Studenica", di Kraljevo. Non arriva, allora nel
frattempo visitiamo la famiglia Milosavljevic, dove vive Milan,
ospitato in Italia, in estate, da 4 anni. La sua casa è vicino
l'hotel, per cui siamo di ritorno per le 9. C'è Srdjan Danojlic che ci
aspetta.
Parliamo delle esigenze emerse in questo inverno molto duro, con
temperature scese anche a meno 20 gradi e la neve alta anche un metro.
Molti bambini che vivono nei centri di accoglienza e nei campi rom più
distanti, non potevano andare negli ambulatori per le inalazioni
quotidiane (anche tre o quattro al giorno). Sarebbe bene, ci dice,
riuscire ad avere una quindicina di apparecchi per l'aerosol così da
permettere le terapie anche in situazioni di emergenza. Il costo
sarebbe di tre-quattrocento euro e le apparecchiature sarebbero
acquistabili anche in loco.
Parliamo anche del problema vaccino anti-epatite B. Molte famiglie,
pur essendo obbligatorio, non riescono ad acquistarlo perché non hanno
soldi. Potremmo provvedere, con una adeguata campagna, alla
vaccinazione di molti bambini e ragazzi che non potrebbero farlo,
altrimenti. Valuteremo la cosa. Ci salutiamo con amicizia.
Alle 9,30 una mia decisione estemporanea... Ho molte cose da portare,
la valigia non mi si chiude e... tante di queste cose potrei
regalarle, così da non avere, diciamo, troppo ingombro. Mi invento una
telefonata, a casa Vukovic. Risponde una delle bambine, le dico nel
mio serbo approssimativo, se posso andare da loro per 5 minuti. Ed è
una esplosione di: "DAAAAA", che commuove. Prendiamo un taxi, io e
Marzia, e andiamo. L'affetto delle bambine, al nostro arrivo, ci
travolge. Il taxi ci aspetta volentieri, senza scatti del tassametro
(sono davvero molto onesti i taxi, da queste parti). Anzi, l'autista
prende un caffè con noi. Siamo un po' in ritardo, ma come fai ad
andartene subito? Tanja, con il computer che manda musica dalle casse
del pc montate l'altro ieri, prima della cena..., Natascia, che ci
abbraccia e gioca con noi, Suncica, discreta e delicata, sguardo
tenero, Beba... un amore di energia sorridente, grande piccola
bambina... e la loro mamma, Jordanka...
Un quadro prezioso, unico, fragile come la Gioconda, che non sai come
abbandonare alla tua assenza. Restiamo ancora un po', ancora un
minuto, fino a vederle scomparire ancora, come ieri, come l'altra
sera, come chissà quante altre volte ancora, speriamo.
Vi vogliamo bene. A voi e a Sanja, il vostro angelo sconosciuto ai
nostri occhi, volato via un giorno mai troppo lontano.

Alessandro Di Meo

alessandro.di.meo @ uniroma2.it