"SEMBRA L'UCK"


L'agenzia di stampa Misna gongola sui secessionismi scatenati
dappertutto: dalla Cina, dove i bigotti musulmani "uiguri" sono
scagliati contro la Cina laica, al Sudan, dove gli estremisti
animisti e cattolici del Darfur annunciano la creazione di una
guerriglia di terroristi "contras" per destabilizzare il paese e
garantirsi l'"accesso alle ricchezze" (leggi: petrolio). I
filoamericani del Partito radicale transnazionale di Pannella
sicuramente brindano. (a cura di IS)


http://www.contropiano.org/Documenti/2007/
Gennaio07/13-01-07Sudan_Darfur.htm

Sudan. In Darfur nasce un nuovo gruppo ribelle. Sembra l'UCK nel Kosovo

Denunciando la “strategia del governo di Khartoum di distorcere le
componenti demografiche” del Darfur attraverso “politiche di pulizia
etnica, persecuzione ed espulsione nei paesi vicini per creare nuove
realtà sul terreno”, un’ala dissidente del principale movimento
ribelle del Darfur ha dato vita a una nuova formazione politico-
militare che si è autodefinita “Movimento per la liberazione del
Grande Sudan” (Great Sudan Liberation Movement, Gslm). In un ampio
messaggio non privo di toni retorici – di cui la MISNA ha avuto copia
– il nuovo gruppo accusa gli ex-compagni d’armi del Movimento per la
liberazione del Sudan (Slm), che a maggio 2006 avevano firmato ad
Abuja, in Nigeria, un accordo di pace col governo di Khartoum. Nel
loro proclama, gli aderenti del nuovo gruppo ribelle confermano che
la “campagna politica e militare contro il regime di Khartoum
proseguirà” e accusano tra l’altro l’Unione Africana di non essere
riuscita “a raggiungere nulla in Darfur, né sul piano della sicurezza
e della stabilità né su quello dei risultati politici ai negoziati di
Abuja”. In un comunicato proveniente da Londra, la neo-nata
formazione ribelle critica anche la comunità internazionale,
rappresentata a suo dire dal Consiglio di sicurezza dell’Onu, che “ha
fallito nella protezione delle popolazioni del Darfur dalle atrocità
commesse dal regime sudanese”. Le rivendicazioni politiche, come
accade dall’inizio della crisi nel 2003, riguardano la
“centralizzazione” del potere da parte delle autorità di Khartoum e
la conseguente “marginalizzazione della maggioranza dei sudanesi” ai
quali – si legge nel comunicato del Gslm – “è negata la
partecipazione all’esercizio del potere, l’accesso alle ricchezze e
soprattutto la sottomissione a una egemonia culturale”. Nel frattempo
un altro gruppo ribelle del Daruf – il Movimento per l’uguaglianza e
la giustizia (Jem) – ha smentito l’intesa per un cessate-il-fuoco di
60 giorni annunciata nei giorni scorsi dal governatore dello stato
americano del New Mexico durante un tentativo di mediazione con
Khartoum.


http://www.contropiano.org/Documenti/2007/
Gennaio07/09-01-07Cina_Xinjiang.htm

Cina . Nello Xinjiang, scontri tra polizia e secessionisti Uighuri

Diciotto secessionisti uighuri – una minoranza di turchi musulmani di
origine centro-asiatica – sono stati uccisi dalla polizia cinese nel
corso di un’incursione in un presunto campo d’addestramento nella
regione occidentale autonoma di Xinjiang. Anche un poliziotto ha
perso la vita, mentre un altro è rimasto ferito nell’operazione
avvenuta venerdì, ma resa nota solo oggi in occasione della
candidatura al Nobel per la pace dell’attivista uighur Rebiya Kadeer.
Secondo il dipartimento locale della Pubblica sicurezza, gli
incidenti sono avvenuti sull’altopiano di Pamir, vicino al confine
con Afghanistan e Pakistan. Diciassette presunti militanti del
Movimento islamico del Turkestan orienale (Etim), sono stati
catturati e 22 granate sequestrate. Il gruppo rivendica
l’indipendenza dello Xinjiang – dove vivono oltre 8 milioni di
uighuru – da quando, dopo l’occupazione cinese nel 1949, è iniziata
una massiccia immigrazione di cinesi ‘han’ e un conseguente
sconvolgimento delle tradizioni culturali locali. Pechino ha
intrapreso una campagna contro quelle che definisce azioni
separatistiche della minoranza uighur, accusandoli di legami con i
talebani afgani e altri gruppi terroristici, mentre i gruppi
difensori dei diritti umani sostengono che le autorità cinesi usino
la lotta contro il terrorismo come scusa per sopprimere
l’indipendenza religiosa e soffocare il movimento indipendentista.
Secondo la stampa cinese, solo nel 2005, oltre 18.000 persone sono
state arrestate nella regione. (fonte: Misna)