(english / italiano)
La lettera di Cindy Sheehan al movimento pacifista USA parla anche a quello italiano
di Marco Santopadre*
Il tradimento dei democratici, che hanno votato il sostegno alle guerre di George Bush (ad eccezione di tre senatori), è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E Cindy Sheehan, la madre di Casey - il figlio soldato ucciso nel 2004 a 24 anni a Baghdad - diventata il simbolo del “no” alla guerra, ha annunciato con una lettera piena di rabbia e di amarezza la sua intenzione di lasciare il movimento pacifista USA.
Riferiscono i giornali di oggi che la Sheehan, più nota come "mamma pace", arrestata più volte durante sit-in sotto la Casa Bianca e il ranch texano di Bush, avrebbe deciso di abbandonare la militanza attiva nel movimento pacifista americano. In una lettera pubblicata sul suo blog, - e in Italia da Manifesto e Liberazione - afferma che "da quando mio figlio è morto, non ho mai smesso di dare un senso al suo sacrificio".
Gli Stati uniti sono diventati una "deserto fascista dominato dalle corporations "continua la mamma anti-guerra che accusa i democratici - che l'hanno appoggiata fino a quando erano all'opposizione - di averla «demonizzata» quando li ha attaccati per non aver mantenuto l'impegno di cercare di mettere fine al conflitto ora che sono maggioranza al Congresso. Durissimo è anche il giudizio verso un movimento pacifista subordinato ai Democratici che «spesso antepone gli ego personali alla pace e alla difesa della vita umana».
Cindy Sheehan scrive che "sono stata la beniamina della sinistra finchè mi sono limitata a protestare contro Bush e il partito Repubblicano...ma quando ho cominciato a trattare il partito Democratico con lo stesso metro di giudizio usato per quello repubblicano, il sostegno alla mia causa ha cominicato ad erodersi e la "sinistra" ha cominciato a gettarmi addosso gli stessi insulti della destra".
"Peace Mom" come è stata sopranominata Ciny Sheehan, rivela di avere le idee chiare anche su un'altra trappola micidiale quando sostiene che "Se non troviamo alternative a questo corrotto sistema bipartitico, la nostra repubblica morirà e sarà sostituita da quello verso cui stiamo rapidamente discendendo senza incontrare resistenze: il deserto fascista delle corporations".
La lettera di Cindy Sheean sembra parlare anche al movimento contro la guerra e alla sinistra in Italia, dove - anche qui - nei mesi scorsi si è consumato il tradimento della politica della sinistra di governo nei confronti degli obiettivi storici del movimento - missione Afghanistan in primis - e la subordinazione di una parte dell’associazionismo pacifista che ha scelto la strada del collateralismo al governo Prodi piuttosto che quella dell’autonomia. Lo scenario bipolare che il nucleo duro del governo vorrebbe imporre al paese prende spunto proprio da quel modello di governabilità maggioritario e bipartitico imperante nei sistemi anglosassoni. C'è tanta materia su cui riflettere. Ci auguriamo che ci rifletteranno e in breve tempo anche coloro che il 9 giugno hanno deciso di separarsi dai movimenti e dalla coerenza dei contenuti per andarsene a Piazza del Popolo su una piattaforma che rappresenta esattamente l'opposto e motivo di amarezza di quanto sostenuto da Cindy Sheehan.
* direttore di Radio Città Aperta (Roma)
www.radiocittaperta.it
Lettera di dimissioni
di Cindy Sheehan
29.5.2007
Ho dovuto sopportare un bel po' di scherno e di odio da quando Casey fu
ucciso, e soprattutto da quando divenni il cosiddetto "volto" del
movimento statunitense contro la guerra. In special modo da quando ho
reciso ogni residuo legame che mi connetteva al partito democratico,
sono stata ulteriormente insultata sui blog "liberali" come Democratic
Underground. I rimarchi più miti vanno da "meretrice dell'attenzione"
a "finalmente ci liberiamo di questa immondizia".
Sono giunta a tali conclusioni dolorose il mattino del Memorial Day. Non
è l'esplodere di riflessioni fatte sul momento, ma cose a cui penso da
circa un anno. Le conclusioni a cui sono giunta mi spezzano il cuore.
La prima conclusione è che sono stata cara alla cosiddetta sinistra sino
a che ho limitato la mia protesta a George Bush ed al partito
repubblicano. Naturalmente, sono stata calunniata come marionetta del
partito democratico. L'etichetta serviva a marginalizzare me ed il mio
messaggio. Com'era possibile che una donna avesse idee proprie o
lavorasse al di fuori del sistema bi-partitico?
Tuttavia, quando ho cominciato a valutare i democratici con gli stessi
standard che usavo per i repubblicani, il sostegno alla mia causa ha
iniziato ad erodersi, e la "sinistra" ha preso ad etichettarmi con le
stesse calunnie della destra.
Credo che nessuno mi abbia prestato attenzione, mentre dicevo che la
questione della pace e delle persone che muoiono senza motivo non è una
faccenda di "destra/sinistra", ma di "giusto/sbagliato". Vengo
considerata una radicale perché credo che le politiche di parte vadano
accantonate quanto centinaia di migliaia di persone stanno morendo per
una guerra basata sulle menzogne, e sostenuta sia dai democratici sia
dai repubblicani. Mi sorprende che gente che sa essere affilata e
sottile come un raggio laser quando si tratta di bugie, mistificazioni
ed espedienti politici provenienti da un partito altrui, rifiuti di
riconoscere le stesse magagne nel proprio.
La lealtà cieca ad una parte è pericolosa da qualsiasi lato si situi. Gli
altri popoli del mondo guardano a noi americani come a delle
barzellette, perché permettiamo ai nostri leader così tanta attitudine
sanguinaria, e se non troviamo alternative a questo corrotto sistema a
due, la nostra repubblica morirà e sarà rimpiazzata da ciò in cui stiamo
rapidamente scivolando senza controllo e bilanciamento: la terra
devastata del corporativismo fascista.
Io vengo demonizzata perché non guardo al partito o alla nazionalità,
quando ho di fronte una persona: guardo al suo cuore. Se una persona
appare, si veste, agisce e parla e vota come un repubblicano, per quale
motivo dovrebbe avere sostegno, anche se si fa chiamare "democratico"?
Sono anche giunta alla conclusione che sto facendo quel che sto facendo
perché sono una "meretrice dell'attenzione" anziché avere il reale
bisogno di impegnarmi. Ho investito tutto quel che avevo nel tentativo
di portare pace e giustizia ad un paese che non vuole saperne di
entrambe le cose. Se c'è un individuo che vuole entrambe, normalmente
non fa nulla di più di partecipare ad una marcia di protesta o di sedere
davanti al suo computer a criticare gli altri. Ho speso ogni singolo
centesimo del denaro che ho avuto da un paese "grato" quando mio
figlio è stato ucciso, ed ogni centesimo che ho ricevuto per le
conferenze o i libri. Ho sacrificato 29 anni di matrimonio, ed ho
viaggiato per lunghi periodi stando lontana dal fratello e dalle sorelle
di Casey, e la mia salute ne ha sofferto, e i conti dell'ospedale si
vanno accumulando dalla scorsa estate, quando sono quasi morta.
Ho usato tutto ciò che avevo per tentare di far smettere a questo paese
il massacro di innocenti esseri umani. Sono stata chiamata con gli
epiteti più deprecabili che menti piccine potessero pensare, e sono
stata minacciata di morte moltissime volte.
La più devastante delle conclusioni a cui sono giunta questa mattina
eccola: Casey è davvero morto per niente. Il suo sangue prezioso è stato
prosciugato in un paese lontano, lontano dalla famiglia che lo amava, e
lui è stato ucciso dal suo stesso paese, che si aggrappa e si muove
secondo una macchina di guerra che arriva persino a controllare quel che
pensiamo.
Ho tentato di tutto, da quando è morto, per dare significato al suo
sacrificio. Casey è morto per un paese che si preoccupa di più di sapere
chi sarà il nuovo "Idolo Americano" che di quanta gente verrà uccisa
nei prossimi mesi, mentre i democratici ed i repubblicani giocano alla
politica con vite umane. E' straziante per me sapere che ho vissuto in
questo sistema per così tanti anni, e che Casey ha pagato il prezzo
della mia lealtà. Ho mancato verso mio figlio, e questo è ciò che mi fa
più male.
Ho anche tentato di lavorare all'interno di un movimento per la pace che
spesso mette gli ego personali al di sopra della pace e della vita
umana. Il tal gruppo non lavora con il tal altro, il tal tizio non verrà
all'iniziativa se ci sarà la tal tizia, e si può sapere perché tutta
l'attenzione se la prende Cindy Shehaan? E' difficile lavorare per la
pace se nello stesso momento in cui viene nominata ha alle spalle così
tante divisioni.
I nostri coraggiosi giovani uomini e giovani donne in Iraq sono stati
colà abbandonati indefinitamente dai loro leader vigliacchi, che li
muovono come pedine su una scacchiera di distruzione, e il popolo
iracheno è stato destinato alla morte ed a destini peggiori della morte
da individui più preoccupati delle elezioni che di loro. Vedrete, in
cinque o dieci o quindici anni, le nostre truppe torneranno zoppicando a
casa portandosi dietro un'abbietta sconfitta, e i nostri nipoti
vedranno i loro genitori morire senza ragione, solo perché i nonni hanno
continuato a sostenere questo sistema corrotto. George Bush non verrà
mai sottoposto all'impeachment, perché se i democratici scavano troppo
profondamente potrebbero portare alla luce un po' di scheletri dalle
loro stesse tombe, ed il sistema si perpetuerà all'infinito.
Io sto per prendermi ciò che mi resta ed andare a casa. Vado a casa a
fare la madre dei miei figli sopravvissuti, e a tentare di riguadagnare
un po' di quel che ho perduto. Tenterò di mantenere alcune relazioni
positive e buone che ho intrapreso durante il viaggio a cui sono stata
forzata dalla morte di Casey, e tenterò di riparare alcune di quelle che
si sono spezzate da quando mi sono impegnata totalmente in questa
crociata per tentare di cambiare un paradigma che, temo, è scolpito in
un marmo immobile, inflessibile, rigido e bugiardo.
"Camp Casey" è servito al suo scopo. E' in vendita. Qualcuno è
interessato a cinque bellissimi acri di terra a Crawford, in Texas?
Prenderò in considerazione ogni offerta ragionevole. Ho sentito dire che
presto anche George Bush se ne andrà da là, il che rende la proprietà di
maggior valore.
Questa è la mia lettera di dimissioni come "volto" del movimento
statunitense contro la guerra. Non è il momento del rendiconto, perché
non smetterò mai di cercare di aiutare le persone che, nel mondo,
vengono ferite dall'impero americano, ma ho finito di lavorare
all'interno o all'esterno di questo sistema.
Questo sistema resiste con forza all'aiuto che gli si vuole dare, e
divora le persone che tentano di aiutarlo. Io ne esco prima che consumi
me o qualche altra persona che amo, nonché il rimanente delle mie
risorse. Addio, America. Non sei il paese che amo, ed ho finalmente
capito che non ha importanza quanti sacrifici io faccia: nessuno di essi
farà di te il paese che desidero, a meno che tu non lo voglia. Adesso
tocca a te.
(trad. M.G. Di Rienzo. Fonte: http://it.groups.yahoo.com/group/aderentiretecontrog8/message/5504 )
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The text of Cindy Sheehan's open letter to the antiwar movement can be read, for instance, here:
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From: actioncenter @...
Subject: Defend Cindy Sheehan
Date: May 30, 2007 6:01:35 PM GMT+02:00
DEFEND CINDY SHEEHAN
Cindy Sheehan made public two letters this weekend. The first letter announced her resignation from the Democratic Party over the agreement by the Democratically-controlled Congress to unconditionally fund the criminal and colonial war in Iraq that killed her son Casey and hundreds of thousands of others, mostly Iraqis.
In the second letter, coming a day after the first, Sheehan announced that she would no longer be active in the peace movement. The reason for her first letter is self-evident. Why did she feel compelled to write the second one?
It should come as no surprise to anyone that Sheehan has been the target of endless threats and attacks by pro-war groups, right-wing talk radio, and the corporate media. But they haven’t been the only attackers. As Sheehan has stepped up her criticism of the Congressional Democrats' complicity in the war, she has come under attack, some as venomous and personal as any right-wing Republican attack, by some who insist that the antiwar movement must be limited to protesting against Bush and the Republicans. Some of the same forces, who are closely tied to the Democrats, were happy to use Sheehan as long as she limited her criticism to Bush, but then viciously turned on her after she announced her resignation from the Democratic Party over the war.
Cindy Sheehan has come to the conclusion that she has been pushed out of the antiwar movement and it’s not hard to understand why she feels this way. She feels pushed out by the betrayal of the Democrats on the war funding. She feels pushed out by the isolation and hostility not only from the “right,” but also from many in the orbit of the Democratic Party that Sheehan had once considered allies. She feels pushed out be the failure of the various coalitions in the antiwar movement to put aside egos and narrow agendas in the interest of forging an independent and militant mass movement powerful enough to shut the war down.
Some good can come from this, if the antiwar movement takes this as a turning point. Many of us made a struggle to demand that Congress cut off all war funding and end the war a priority this spring. Some of us did this, not based on any expectation that Congress would actually end Bush’s war, but to clearly expose the Democratic Party and to demonstrate that they are as much of a pro-war party as the Republicans. If the antiwar movement can absorb this reality, as painful as it is, than it will be all the much harder for the movement to be pulled off the streets and made an appendage of the Democratic Party.
The movement owes a debt to Cindy Sheehan for striking a blow against those who plan to mislead the antiwar movement and tie it to the pro-war Democratic Party.
The rank and file of the antiwar movement stands in solidarity with Cindy Sheehan, not with those who are beholden to the Democratic Party. It takes courage for a mother, catapulted into the world spotlight after camping out in Crawford Texas two summers ago to protest the death of her son in Iraq, to stand up to and openly break with powerful politicians who would be all too willing to provide her a platform with all the perks if she simply toed the line.
It is our hope that after Cindy Sheehan had taken the time to re-unite with her family, and do whatever she feels necessary to repair the toll that all of this has taken on her family and herself, that she will once again be a leading voice against war, against empire, and for justice at home and abroad.