(sulla vicenda dell'attacco anticubano di "Liberazione" si vedano i testi raccolti alla URL:
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From: "Gabry"
Sent: Monday, June 04, 2007 2:09 PM
Subject: mart 5 giu ore 16.30 sit in di protesta sotto Liberazione
Perché anche Liberazione ha sentito il bisogno di calunniare Cuba?
Le associazioni di solidarietà con Cuba, i militanti e gli attivisti che da anni seguono con impegno e attenzione i processi in corso nell'isola e nel resto dell'America Latina, intendono esprimere la propria indignazione per la campagna stampa contro Cuba avviata dal quotidiano Liberazione che per molti tra noi è il giornale di riferimento quotidiano.
Non ne capiamo né condividiamo le ragioni. Le corrispondenze di Angela Nocioni, pubblicate con ampio risalto sul giornale, presentano la realtà cubana come una situazione ormai disperata, resa ancora più disperata dalla retorica e dal controllo del regime socialista.
Che la situazione a Cuba non sia quella del " paese delle meraviglie" lo sanno e lo riconoscono tutti coloro che ci vivono, che l'hanno visitaao o che sono solidali con la più importante e duratura rivoluzione dell'America Latina, ma di fronte a quello che Cuba ha rappresentato e continua a rappresentare per tutte le forze progressiste, lo schematismo e le cialtroneria delle corrispondenze che abbiamo letto questi giorni su Liberazione sono inaccettabili verso un paese che merita piuttosto il rispetto di tutti.
Nelle corrispondenze su Liberazione si ridicolizza la vicenda dei cinque patrioti cubani ancora detenuti nelle carceri degli Stati Uniti, si dileggia la figura di Giustino Di Celmo e si ridicolizza la vicenda dell'assassinio di suo figlio Fabio, si liquida come dettaglio insignificante un fattore rilevante come il blocco economico, commerciale, diplomatico e militare degli USA contro Cuba, si minimizza la rognosa questione dei due soldati arrestati per aver ucciso un ostaggio e tentato di dirottare un aereo e che rischiano per questo la pena capitale, si omette che gran parte delle difficoltà emigratorie per i giovani cubani dipendono dalle regole draconiane e dagli ostacoli imposti dalle ambasciate europee a Cuba per i cittadini extracomunitari (e cubani soprattutto).
Si può e si deve parlare, resocontare, discutere delle contraddizioni tuttora vigenti a Cuba, ma lo si può fare con un senso critico, di lealtà e rispetto di questa esperienza che è totalmente assente nelle corrispondenze di Liberazione. Altri lo hanno fatto e continuano a farlo in tutti questi anni, perché non dovrebbe farlo anche il quotidiano del PRC?
Con la nostra manifestazione di protesta e di indignazione esprimiamo anche una preoccupazione per il futuro.
Gli Stati Uniti hanno avviato una nuova escalation della destabilizzazione contro Cuba e il Venezuela cercando di cooptare i governi europei e il Vaticano (vedi l'intervista di Bush alla Stampa). Questo progetto di destabilizzazione ha molti sostenitori bipartizan sia nel governo che nell'opposizione in Italia.
Non desideriamo né consentiremo che anche i nostri giornali o i partiti della sinistra italiana facilitino il lavoro a questo progetto statunitense contro Cuba o il Venezuela o gli altri paesi progressisti e rivoluzionari dell'America Latina.
Martedì 5 giugno, ore 16.30
SIT IN di protesta sottola sede di Liberazione in via del Policlinico
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LETTERA APERTA PER ANGELA NOCIONI
I giorni del nostro sconforto
• “Avvisa quella signora che io voglio solo che si realizzino i sogni di Fabio”, ha detto Giustino
di GIOIA MINUTI
Il padre diventa il figlio assassinato
studia
sfida i suoi occhi
che vedono sempre meno
e cresce di nuovo
come in Italia
mezzo secolo fa
salvando i bambini
di un treno nazista
che andava a un crematorio...
Questi versi sono un frammento di una poesia di Raúl Valdés Vivó, scritta per Giustino di Celmo, un uomo anziano, un uomo del sud, colto e lavoratore, un compagno che vive a Cuba stabilmente da quando suo figlio Fabio è stato ucciso da una bomba posta da un mercenario di El Salvador, per 1500 dollari pagati da Luis Posada Carriles e forniti dalla mafia di Miami e dalla CIA.
Una giornalista che si chiama Angela Nocioni ha scritto, e Piero Sansonetti il direttore di Liberazione, noto giornale della detta “sinistra italiana” (“sinistra” è una parola con due significati), che Giustino ha patteggiato il suo comportamento verso il “regime di Fidel” in cambio di una pizzeria che si chiama Fabio.
Cinismo? Desiderio di fare scandalo per vendere di più? Smania di protagonismo ad ogni costo?
“Mi hanno ammazzato un figlio in due minuti e adesso hanno liberato quell’assassino...” ha sussurrato piangendo Giustino poco tempo fa, sapendo che Posada era tornato uccel di bosco... e adesso Giustino ha letto le infamità che Liberazione ha pubblicato su di lui, infangando il suo dolore e il suo amore di padre, proprio nel giorno del compleanno di Fabio.
“Far trasparire di aver permesso a Giustino Di Celmo di aprire una pizzeria all’Avana in cambio di un appoggio acritico al Governo cubano, anzi come lo ha chiamato l’inviata Nocioni, “al regime”, appare davvero una cosa inaudita. Un affronto intollerabile al dolore di un padre che, più che ottantenne, si batte ancora contro il terrorismo internazionale che gli ha ucciso il figlio e per la stessa memoria di Fabio. Il tentativo dell’inviata di Liberazione di mercificare il dolore e la vita del figlio di Giustino, in cambio di una “Pizza Fabio, 4 dollari e 65", è una vergogna che si giudica da sola” scrivono indignati i compagni dell’Associazione di Amicizia Italia Cuba e come loro molte altre persone che hanno inviato forti proteste, persone che conoscono Cuba e cubani e che non accettano questa visione cinica e vuota di contenuti, ma piena di bugie che la Nocioni dà dell’Isola.
Giustino mi ha telefonato per dire: “Avvisa quella signora che io sono il gerente senza compenso della pizzeria Fabio, e lo faccio perchè il Comandante Fidel mi aveva chiesto quali erano i sogni di Fabio e io gli avevo confessato che erano aprire una pizzeria italiana nel Vedado e far venire la squadra del Cogoleto a giocare a Cuba... e li abbiamo realizzati tutti e due, senza Fabio però. Non è detto che io non agisca contro questa donna e questo giornale”, ha aggiunto Giustino molto addolorato.
“Il terrorismo manovrato dagli Stati Uniti contro Cuba è una realtà e basta avere una conoscenza superficiale degli ultimi decenni di storia della regione per saperlo; tale terrorismo ha provocato oltre tremila vittime e danni materiali ingenti, che si sommano all'embargo e al boicottaggio tentato attraverso tutti i mezzi, non ultimi quelli di informazione, fra i quali ci rattrista trovare oggi Liberazione.I Cinque cubani, che da oltre otto anni sono rinchiusi nelle carceri statunitensi non sono "spie", come banalmente definite dall'articolo e come sostiene il governo Bush, ma agenti infiltrati nelle organizzazioni terroristiche aventi sede a Miami per prevenire ulteriori attacchi contro il popolo cubano. Ci sentiamo fortemente impegnati per la loro immediata liberazione e per la condanna del terrorista Posada Carriles, recentemente liberato, su richiesta governo degli Stati Uniti in segno di gratitudine per i servizi resi e per evitare che faccia rivelazioni imbarazzanti per molti personaggi oggi al potere a Washington. Dipingere le loro mogli, che da oltre otto anni sono costrette a fare a meno dei loro compagni, e Giustino Di Celmo, che ha perso un figlio nel fiore degli anni, come opportunisti che trarrebbero un qualsivoglia beneficio da tale situazione, ci sembra un'operazione veramente indegna, specie per un giornale come Liberazione che reca tuttora sulla sua testata la dicitura "quotidiano del Partito della Rifondazione Comunista" e che, perlomeno in quanto tale, dovrebbe ispirarsi a ben altra etica e visione dei rapporti fra le persone, si legge in una lettera inviata a Liberazione da Fabio de Nardis, José Luiz Del Roio, Fabio Marcelli, Rita Martufi, Barbara Spinelli e Luciano Vasapollo.
“I 5 patrioti cubani, per Liberazione sono Cinque Eroi che di mestiere facevano le spie”, scrive la Nocioni, un'accusa ormai decaduta anche per i generali dell'Esercito statunitense (testimonianza del generale James R. Clapper) e per gli alti dirigenti dell’FBI che hanno affermato, al processo di Miami, che i 5 cubani non possono essere considerati spie perché non si sono mai impossessati, né hanno mai tentato di farlo, di documenti degli Stati Uniti classificati come segreti, né hanno mai lavorato contro la sicurezza degli USA.
I 5 controllavano l'attività terroristica dei gruppi anti-cubani che da Miami, con il beneplacito e il sostegno del Governo degli Stati Uniti, organizzavano attentati contro il popolo cubano.
Forse questa signora dovrebbe parlare cinque minuti con una madre di uno dei Cinque, sapere della disperazione per ottenere un visto, dell’orgoglio che sentono per questi figli, mariti, padri che hanno difeso e difendono a un prezzo così alto la vita dei cubani e anche dei nordamericani...
La Nocioni ben si guarda dal dire che gli Stati Uniti usano la concessione dei visti come arma di ricatto per i familiari... le mogli di due dei Cinque non vedono i mariti da quasi nove anni, ma questo ai compagni di Liberazione evidentemente non importa. L’importante è scrivere atrocità come quella che: “Le mogli dei Cinque, con i mariti reclusi negli Stati Uniti hanno vinto la lotteria viaggiano e mangiano...”
La Nocioni ha una fantasia davvero perversa e non sa che nessuno a Cuba farebbe mai apprezzamenti del genere, non per paura ma per rispetto del dolore degli altri.
Negli articoli dell’inviata di Liberazione non si parla mai del blocco statunitense contro Cuba che dall'inizio degli anni Sessanta ha prodotto un danno economico complessivo di 86.108 milioni di dollari all’economia della Repubblica di Cuba (4.108 milioni di dollari solamente nel 2006).
A questi occorre aggiungere altri 54.000 milioni di dollari, come danni materiali causati sia da azioni di guerra del Governo degli Stati Uniti con una serie innumerevole di attentati messi in atto dai suddetti gruppi terroristici, organizzati, finanziati e addestrati dal Governo statunitense. Dei 3.478 morti e dei 2.099 invalidi permanenti per colpa di quelle azioni neppure se ne parla.
Premesso questo, forse si capirebbe meglio il perché della presenza dei 5 in Florida, dove non era necessario essere presenti e fare le dette "spie", poiché in questo luogo le organizzazioni terroristiche nemiche di Cuba operano alla luce del sole.
Forse la Nocioni avrebbe anche dovuto consultare e confrontare i dati forniti dalle maggiori organizzazioni delle Nazioni Unite (UNESCO per la cultura, UNICEF per l'infanzia, FAO per l'alimentazione, OMS per la sanità) e di altre istituzioni internazionali che indicano Cuba, per gli eccellenti risultati raggiunti in questi campi, come modello per i paesi del Terzo Mondo e non solo.
Poco tempo fa un articolo insultante sul Che e su Jorge Ricardo Masetti portava la stessa firma della stessa giornalista. Non è facile comprendere il perchè di questi attacchi violenti e falsi a tutto ciò ha solo profumo di comunismo da parte dell’inviata di un giornale di sinistra... cose da buttarla dal giornale in tre giorni... o forse invece le aumenteranno lo stipendio?
Nel corso del mese di agosto del 2006 il Venezuela era stato oggetto di alcuni articoli su Liberazione e una rapida lettura era stata sufficiente per collocare le corrispondenze dell’inviata Angela Nocioni nella categoria della strisciante propaganda che da anni si propone di seminare scetticismo, cinismo e sfiducia nel processo in atto con la rivoluzione bolivariana.
“Caracas vive gonfia di petrodollari, apparentemente tranquilla. Retorica rivoluzionaria grondante, populismo da quattro soldi e militari dappertutto”: questa la cornice di un quadro dai colori assai inquietanti: “C’è un’invasione di cubani in Venezuela. Dodicimila solo i medici”. Ma, assicurava la Nocioni, “gli ospedali fanno schifo come prima (...). Della rivoluzione culturale promessa qualche tempo fa, poi non c’è traccia. Ma la campagna di alfabetizzazione funziona (bontà sua! - ndr)”. “Chávez non ha collaboratori di livello”, tanto che deve pescare nei “movimenti alternativi”, fino al punto che “chi faceva le TV di strada adesso dirige la TV di Stato” e non si capisce se ai critici occhi della compagna Nocioni ciò costituisca un reato. Ci sono pure, pensate, “un paio di rapper... Non finisce qui, “il presidente ha cacciato dal paese la Dea, l’antidroga statunitense, accusandola di coprire in realtà operazioni di intelligence per conto di Washington”.
Forse Angela Nocioni non sa che la “guerra alla droga” è la copertura usata dagli USA per giustificare le loro operazioni di guerra sporca in tutto il continente e in particolare nella confinante Colombia; forse non sa neppure che precisamente dall’intreccio fra la mafia nemica di Fidel Castro di Miami, l’oligarchia colombiana e le “operazioni” CIA nella regione sono nati i vari piani per assassinare Chávez ; ma se non lo sa, faccia il piacere di informarsi e dedichi la sua scadente ironia a temi a lei più familiari.
Perchè tutto questo? I deputati radicali sono venuti a fare una provocazione all’Avana e si sono fermati - guarda caso - a dare una conferenza stampa a Miami. Perchè? Era forse la via più breve per tornare in Italia?
Non si spiega con quale coraggio questa giornalista possa definire la genocida "Ley de Ajuste cubano" un "compromesso raggiunto nel braccio di ferro tra l'Avana, che brandisce i suoi potenziali profughi come un'arma diplomatica e Washington che non vuole le coste della Florida assaltate dai "balseros".
“Una legge che ogni anno fomenta l'espatrio illegale verso gli Stati Uniti con la promessa di un tornaconto economico per chi viola la legge, sarebbe un compromesso voluto dal Governo Cubano? E perchè allora non dire che le zattere sono fornite dallo stesso governo?”, scrive Francesco Guastarazze, uno studente di Perugia amico di Cuba, molto amareggiato perchè proprio Liberazione ha pubblicato tante menzogne.
Siamo tutti molto amareggiati, noi che amiamo Giustino, le madri, le mogli e i figli dei Cinque, le Madri di Piazza di Maggio - che sicuramente non possono piacere alla Nocioni perchè sono amiche del “regime di Fidel”, noi che viviamo qui nell’Isola e che ci stringiamo attorno alle vittime del terrorismo, che abbiamo marciato e gridato per il ritorno di Elián e adesso lo facciamo per la liberazione dei Cinque e non ci stanchiamo di scendere in piazza, alla faccia di quel che ha scritto questa donna, i cui problemi più evidenti sono la mancanza di cultura, d’educazione e d’amore.
E siamo molto amareggiati perchè Liberazione le offre tutto questo spazio, mentre potrebbe essere una voce dalla parte del popolo, delle sue necessità vere, degli italiani degni.
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Lettera aperta a Piero Sansonetti
2 giugno 2007
Gentile Piero Sansonetti,
direttore di Liberazione.
Ho letto l'articolo "Cuba, si salvi chi può…" del 30 maggio scorso scritto dalla presunta inviata all'Avana, Angela Noccioni e non posso dissimulare che sono rimasto inorridito a lettura finita ponendomi la seguente domanda: è possibile che in Italia un giornale, pur piccolo ma di tiratura nazionale, possa pubblicare un'intera pagina di notizie infondate, calunniose, offensive, grottesche e che lo faccia come se nulla fosse?
Mi scusi, Direttore. Dopo di aver riletto il citato articolo mi sono ricordato della notizia riportata dalla
Cnn lo scorso 8 settembre riprendendola da Miami, (AP) "Dieci giornalisti del sud della Florida sono stati pagati migliaia di dollari dal Governo Federale per trasmissioni che avevano lo scopo di danneggiare il presidente cubano Fidel Castro" (solo per citare un caso su tanti noti a tutti). Tra questi figura l'editorialista e conduttore di programmi di Radio Martí, Pablo Alfonso, che ha incassato dal 2001 al 2006 la bella cifra di 175 mila dollari solo per produrre notizie anticastriste, oppure la giornalista freelance Olga Condor, che ricevette 71 mila dollari per simili servizi giornalistici.
Pure mi sono ricordato di Reporters Sans Frontières, -inseriti tra le Organizzazioni Non Governative- e dei loro consistenti finanziamenti percepiti dallo Stato francese, dai grandi gruppi economici e finanziari capitalisti, dall'estrema destra cubana della Florida e dal Dipartimento di Stato nordamericano (attraverso la famigerata NED, creata da Ronald Reagan). Un finanziamento che lo stesso Robert Ménard, presidente a vita di Rsf, ha dichiarato di avere ricevuto, asserendo nel mese di novembre del 2004 durante un Forum su Internet organizzato per il settimanale "Le Nouvel Observateur": " la mia organizzazione percepisce annualmente finanziamenti per 4 milioni di dollari".
Suppongo che Lei sia al corrente, vista la sua professione, del finanziamento di 80 milioni di dollari per il biennio 2007-2008 elargito dal governo degli Stati Uniti tramite la famigerata Commissione per l'Assistenza a una Cuba Libera (Commission for Assistence to a Free Cuba). Un finanziamento firmato dalla stessa Condoleezza Rice il 10 luglio del 2006 anche per onorare giornali e giornalisti in ogni angolo al mondo che collaborano con le politiche di diffamazione nei confronti del governo di Cuba e del popolo cubano.
Visto la non indifferente cifra messa a disposizione dall'Amministrazione Bush, come riferito sopra, e visto lo sforzo economico di Liberazione, certamente non diversa a molte altre testate giornalistiche della carta stampata in Italia, mi sorge spontaneamente un'altra domanda (lecito porsi delle domande davanti a un dubbio in un paese democratico come quello italiano, vero?): avete forse pensato di poter attingere anche voi da quella fonte di finanziamento per rilanciare il quotidiano Liberazione?
Qualora il mio dubbio risulti infondato e me lo auguro anche per il bene della libertà di stampa italiana (soprattutto in un quotidiano di orientamento comunista come dovrebbe essere Liberazione), rimane sempre un'altra domanda: perché inviare una giornalista a Cuba per scrivere quello che altri già hanno scritto in tutte le salse pur di usufruire di quei finanziamenti? Non le pare che sarebbe stato sufficiente aver fatto un "copia-incolla" direttamente dalla redazione, riprendendo vecchie notizie spazzatura?
Signor Direttore, consideri che personalmente escludo a priori ogni forma di ingenuità giornalistica in un ambito professionale come il suo, altrimenti non avrei parole in merito.
Cordiali saluti,
Sabatino Annecchiarico
sabalatino @...
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LA VILLETTA anche per conto di tutte le altre VILLETTE italiane ed altre associazioni pro-Cuba, PROTESTA contro l'indecente articolo apparso il 30 maggio 2007 sul quotidiano LIBERAZIONE che infanga l'operato delle associazioni che si battono per CUBA, per la liberazione dei 5 patrioti cubani incarcerati negli USA e contro il terrorismo che ha ucciso il nostro connazionale Fabio Di Celmo. Ricordiamo, che oltre 28000 cartoline hanno raggiunto i cinque eroi attraverso la ns. iniziativa atta a dimostrare che anche in Italia lottiamo per la loro libertà.
E' inammissibile che un giornale comunista sposi teorie disinformative neppure dovesse copiare una velina scritta dalla CIA. Esigiamo che la linea editoriale di LIBERAZIONE garantisca il pieno appoggio alla causa cubana e rettifichi gli articoli apparsi sulle sue colonne.
PROTESTIAMO PER QUANTO ACCADUTO ED INVITIAMO TUTTI I COMPAGNI ALLO SCIOPERO, A NON COMPRARE "LIBERAZIONE" PER 15 GIORNI A TESTIMONIANZA DEL NOSTRO TOTALE RISENTIMENTO.
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PERCHE' BISOGNA INSISTERE NEL DIRE VIVA CUBA !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Perché questa notte, nel mondo, 100 milioni di bambini dormiranno per strada, ma nessuno di loro è cubano.
Perché ogni giorno 250 milioni di bambini sono costretti a lavorare, ma nessuno di loro è cubano.
Perché ogni sette secondi, nel mondo, muore di fame un bambino, ma nessuno di questi è cubano.
Perché nonostante un’infame blocco economico Cuba ha una mortalità infantile inferiore a quella degli USA, e una aspettativa di vita molto superiore agli USA.
Perché l’esercito rivoluzionario cubano non ha mai invaso, bombardato, assassinato, torturato o avvelenato la popolazione di altri paesi.
Perché l’esercito rivoluzionario cubano non ha mai sparato contro il proprio popolo.
Perché non ne possiamo più di una certa sinistra sempre pronta ad attaccare Cuba, ma colpevolmente imbelle, se non complice, di fronte alle guerre “umanitarie”.
Perché Cuba non rappresenta l’ultimo baluardo di un mondo che è stato, ma è il primo avamposto di un mondo in costruzione <<<
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