(torniamo ad inviare questo messaggio, a molti giunto incompleto a
causa di un problema tecnico. Ci scusiamo per l'inconveniente. cnj)


Serbia apre fossa comune guerra Kosovo, forse 500 cadaveri

lunedì, 4 giugno 2007 4.34 BELGRADO (Reuters) - La Serbia aprirà
domani una fossa comune che si ritiene contenga i resti di 500
vittime albanesi della guerra in Kosovo. L'esumazione avrà luogo in
una cava abbandonata, nella striscia di "terra di nessuno" al confine
fra i checkpoint di Serbia e Kosovo, larga 2 chilometri. Le autorità
ritengono che i corpi furono originariamente sepolti in un altro
luogo, per essere poi esumati, raccolti e scaricati nella cava il 3
giugno 1999. Lo ha riferito un alto ufficiale serbo a Reuters.

La sepoltura nella cava avvenne una settimana prima che la Nato
arrestasse la sua campagna di bombardamenti sulla Serbia, durata 78
giorni, dopo la quale Slobodan Milosevic ritirò le sue forze dal
territorio del Kosovo, divenuto poi protettorato delle Nazioni Unite.
"Riteniamo che si trovino in quella fossa dai 300 ai 500 corpi" ha
riferito l'ufficiale, che ha voluto restare anonimo. "Riteniamo che,
come in altri casi, i corpi furono spostati dalle forze serbe per
celare le prove delle atrocità".

La fossa che le autorità si apprestano ad aprire dovrebbe essere la
più grande tra quelle individuate in Serbia dal 2001, quando i
cadaveri di più di 800 albanesi kosovari furono trovati in fosse su
un terreno utilizzato per l'addestramento delle forze di polizia
fuori da Belgrado e nella Serbia orientale.



KOSOVO: SERBIA FA LUCE SU SOSPETTA FOSSA COMUNE, VIA A SCAVI
(ANSA) - BELGRADO, 4 GIU - Gli inquirenti della procura nazionale
serba istituita dopo la caduta del regime di Slobodan Milosevic (nel
2000) per far luce sui crimini di guerra degli anni '90 ha annunciato
per domani l'avvio di scavi sul sito di una presunta fossa comune
nella quale si sospetta siano sepolte alcune centinaia di albanesi
del Kosovo uccisi nel 1999. L'iniziativa, confermata anche da un
comunicato del governo di Belgrado, nasce da una serie d'inchieste
condotte di recente da media serbi, sulla base di racconti attribuiti
a testimoni. Stando a tali racconti, il sito - individuato in una
sorta di terra di nessuno al confine amministrativo tra il Kosovo e
il resto della Serbia - conterrebbe i resti di almeno 350 (ma c'e'
chi dice 500) albanesi uccisi in diversi luoghi e poi nascosti in
un'unica fossa. Una ricostruzione che la procura nazionale sui
crimini di guerra ha deciso di verificare sul posto, per capire fino
a che punto vi corrispondano elementi concreti. Le uccisioni in
questione risalirebbero ai primi mesi del 1999, quando le forze di
Milosevic accentuarono la repressione indiscriminata contro la
ribellione secessionista della guerriglia albanese-kosovara
all'indomani dei bombardamenti aerei intrapresi dalla Nato contro la
Serbia. La maggiore fossa comune di vittime kosovare svelata finora
fu scoperta in Serbia nel 2001: celava 800 cadaveri. Secondo le stime
di organizzazioni internazionali, la lista dei dispersi a 8 anni
dalle vicende del Kosovo include tuttora 2000 persone: poco piu'
della meta' albanesi, il resto serbi. Piu' incerto e' invece il
bilancio dei morti. Fonti occidentali riferirono a suo tempo di
10.000 albanesi uccisi nelle repressioni, per giustificare la
necessita' della cosiddetta ''guerra umanitaria''. Associazioni per i
diritti umani kosovare parlano invece di 7000 vittime individuate
(6500 albanesi da un lato, 500 non albanesi dall'altro), mentre Onu e
Croce Rossa esitano a fornire stime definitive e fonti serbe indicano
i morti sinora accertati (di entrambe le parti) in circa 3000: tra
cui non piu' di 2000 albanesi. (ANSA). LR
04/06/2007 17:28


KOSOVO: GIUDICE, NESSUNA PROVA SU SOSPETTA FOSSA COMUNE

(ANSA) - BELGRADO, 8 GIU - ''Dopo quattro giorni di scavi, non sono
state trovate tracce di una fossa comune nella quale si sospettava
che fossero state sepolte alcune centinaia di albanesi del Kosovo
uccisi nel 1999'', ha detto a Rudnica il giudice istruttore del
tribunale di Belgrado per i crimini di guerra Milan Dilparic. Lo ha
reso noto l'Agenzia "Tanjug". Le indagini sono state fatte dopo una
serie d'inchieste condotte da mezzi di informazione serbi, sulla base
di racconti attribuiti a testimoni. Stando a tali racconti, il sito
di Rudnica - individuato in una sorta di terra di nessuno al confine
amministrativo tra il Kosovo e il resto della Serbia - conterrebbe i
resti di almeno 350 (ma c'e' chi dice 500) albanesi uccisi in diversi
luoghi e poi nascosti in un'unica fossa. Le uccisioni in questione
risalirebbero ai primi mesi del 1999, quando le forze di Slobodan
Milosevic accentuarono la repressione indiscriminata contro la
ribellione secessionista della guerriglia albanese-kosovara
all'indomani dei bombardamenti aerei intrapresi dalla Nato contro la
Serbia. ''Alla ricostruzione che la procura nazionale sui crimini di
guerra ha fatto sul posto hanno preso parte rappresentanti del
amministrazione Onu nel Kosovo, geologi, antropologi e altri esperti
e finalmente hanno chiarito la situazione che turbava l'opinione
pubblica'', ha detto il presidente della commissione del governo
serbo per le persone scomparse Veljko Odalovic. (ANSA) COR
08/06/2007 15:06