IL DELIRIO ANTICOMUNISTA DEI SUCCESSORI DI ALOJZIJE STEPINAC
Croatie : les évêques catholiques attaquent le TPI, l’Europe et les
médias
Plusieurs évêques croates ont profité des célébrations du 15 août
pour lancer des messages controversés : Tito aurait été pire
qu’Hitler, et les médias actuels croates seraient dirigés par
Satan... La charge en règle lancée par l’épiscopat catholique touche
aussi le TPI, l’Union européenne et les autres institutions
internationales. Elle traduit surtout une perte réelle d’influence de
l’Église, secouée par de nombreux scandales que les médias n’hésitent
plus à évoquer...
http://balkans.courriers.info/article8704.html
---
http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/8172/1/51/
Gli strani messaggi dei vescovi croati
29.08.2007 Da Osijek, scrive Drago Hedl
[Hrvatski: http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/
8171/1/218/ ]
Durante il Ferragosto alcuni vescovi croati si sono lasciati andare a
dichiarazioni e messaggi controversi, attaccando le istituzioni
internazionali, i media e la politica locale. Le reazioni degli
opinionisti e dei politici nella cronaca del nostro corrispondente
L’ex presidente jugoslavo Josip Broz Tito è uguale ad Adolf Hitler, e
i media croati sono governati da satana: sono solo alcuni dei
messaggi scandalosi che i vescovi croati hanno inoltrato dall’altare
durante la celebrazione della festa cristiana e nazionale del giorno
della Madonna, il 15 agosto scorso. I vescovi hanno sfruttato
l’occasione anche per fare i conti con gli omosessuali e gli
antifascisti, e pure per impartire una lezione all’Unione europea.
“L’Europa e le sue istituzioni”, ha detto il vescovo Juraj Jezerinac
“tentano di rigettare Dio, diffondono uno stato di indifferenza
religiosa, il secolarismo e la libertà incondizionata”. Jezerinac ha
fatto sapere all’Europa che, se vuole sopravvivere, “deve fare
ritorno alle proprie radici, cioè alla fede”.
Il vescovo di Zadar, Prendja, ha offerto al Tribunale dell’Aja la
garanzia per la liberazione del generale Ante Gotovina, il quale dopo
anni di latitanza è all’Aja in attesa dell’inizio del processo per
crimini di guerra. Il vescovo di Djakovo Marin Srakic, di fronte a
migliaia di credenti ad Aljmas, luogo di pellegrinaggio nella
Slavonia orientale, ha rivolto al figlio di Branimir Glavas, in
carcere in attesa del processo per crimini di guerra, un
riconoscimento scritto per il contributo alla costruzione della
chiesa del luogo.
“La Chiesa cattolica in Croazia oggi è una delle organizzazioni più
rigide e antieuropee, e con queste sue posizioni non desidera certo
il bene della Croazia”, afferma il noto commentatore del quotidiano
“Novi List”, Branko Mijic. L’editorialista dello “Jutarnji list”,
Davor Butkovic, però, analizzando le uscite dei vescovi croati
durante la celebrazione della festa della Madonna, conclude che “la
Chiesa cattolica in Croazia oggi è profondamente invecchiata” e che
“si trova in una società moderna, post bellica e in crescita, fatto
che conduce ad eccessi quotidiani, e che la rende sempre meno
importante”.
Uno di questi eccessi è accaduto il giorno prima della celebrazione
della festa della Madonna, durante la commemorazione
dell’anniversario dell’operazione Oluja (tempesta), l’azione militare
con cui la Croazia nel 1995 liberò Knin e il territorio dove i serbi
ribelli nel 1991 formarono la cosiddetta Repubblica Serba di Krajina.
Parlando a questo incontro, al quale ha partecipato l’intero vertice
statale croato, il vescovo di Sibenik Antun Ivas ha attaccato
l’Europa, la NATO e il Tribunale dell’Aja, affermando che quelli che
si trovano all’Aja “sono stati consegnati ad una giustizia mondiale
selettiva che alla maggior parte dei popoli è incomprensibile”.
Parlando dei negoziati della Croazia per l’ingresso in Unione
europea, cosa che è in assoluto l’obiettivo più importante della
politica estera del premier Ivo Sanader, Ivas si è chiesto “non sono
forse i negoziati con l’UE un pericoloso modo di evitare le questioni
importanti?” aggiungendo come in questi negoziati non ci sia risposta
alla domanda “dove risiedono l’uomo e l’integrità della persona”.
A questa dichiarazione del vescovo di Sibenik ha reagito anche il
premier Sanader. “Considero che ciò sia importante da dire, in
particolare adesso che alcuni cercano di insinuare uno scoraggiamento
sostenendo che, ecco, stanno processando noi croati, qualcun altro ci
scriverà la storia perché ci sono alcuni accusati all’Aja, e non
resta che vedere come finirà questo processo”, ha detto Sanader ai
giornalisti dopo la celebrazione a Knin, polemizzando con il vescovo
di Sibenik, aggiungendo che con l’ingresso nell’Unione europea e
nella NATO la Croazia renderà più stabile la sua posizione
internazionale, e che non c’è alcun timore che qualcun altro possa
scrivere la sua storia, secondo quanto aveva alluso il vescovo Ivas.
Ma le reazioni alle dichiarazioni della maggior parte dei vescovi
croati non giungono solo dagli opinionisti dei giornali e dai
politici. Esse, a dire il vero non molte, si posso anche sentire
provenire dalla stessa Chiesa croata. “La Chiesa con la celebrazione
dei suoi misteri è uscita dall’ambito della Chiesa, orientandosi di
più alla strada, al folclore e al divertimento che alla vita delle
persone. La celebrazione della festa alla presenza dei leader
politici e delle istituzioni statali non poteva passare senza fare sì
che nell’anno elettorale anche l’altare diventasse un’occasione per i
fini politici di certi gruppi”, dice il noto sacerdote di Spalato
nonché sociologo don Ivan Grubisic.
Le dichiarazioni della maggior parte dei vescovi croati durante la
celebrazione annuale della festa della madonna, oppure durante la
commemorazione dell’anniversario della operazione militare “Tempesta”
a Knin, non sono purtroppo delle novità nel comportamento di una
parte della Chiesa cattolica. Durante il governo del presidente
Tudjman, in cui la Chiesa aveva un grande appoggio, di gran lunga
maggiore di quello su cui può contare tra le fila del governo
attuale, venivano servite le messe in nome del capo ustascia Ante
Pavelic, che si mise dalla parte dei nazisti nel 1941 e con l’aiuto
dei quali creò lo stato fantoccio della NDH (Stato croato
indipendente), 1991-1945.
Durante questo stato furono commessi gravi crimini contro i serbi,
ebrei, rom ed anche contro i croati, soprattutto contro i comunisti
che non avevano accettato il regime ustascia. Uno dei più grandi
luoghi di esecuzione del regime di Pavelic fu il campo di
concentramento di Jasenovac.
La Chiesa non ha mai giudicato fino in fondo e in modo chiaro questi
crimini, e anche se alcune volte uno suoi gran dignitari lo ha fatto
in modo timido, ha cercato sempre di relativizzare con i crimini del
comunismo oppure con i crimini che i partigiani di Tito hanno
commesso contro gli ustascia e contro i soldati della milizia
territoriale durante la II Guerra Mondiale a Bleiburg.
La Chiesa durante la commemorazione dell’anniversario a Bleiburg è
sempre stata molto rappresentata, cosa che non potremmo certo dire
per Jasenovac.
Gli analisti credono che la dichiarazione di uno dei vescovi, secondo
il quale i media croati sono governati da satana, è in realtà la
vendetta per aver scritto apertamente sui casi di pedofilia
all’interno della Chiesa croata, ma anche per gli scandali di
corruzione che negli anni precedenti hanno scosso la sua Caritas. Sui
media croati, da quando all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso è
caduto il comunismo, non ci sono più testi che parlino della Chiesa
nel modo in sui lo si faceva durante quel periodo. Piuttosto i media
croati, così come non tacciono delle irregolarità nelle varie sfere
della società, parlano apertamente di quello che accade anche
nell’ambito della Chiesa cattolica.
--------
Begin forwarded message:
> From: Coord. Naz. per la Jugoslavia
> Date: August 21, 2007 11:12:03 PM GMT+02:00
> Subject: [JUGOINFO] Visnjica broj 669
>
>
> SOLO UN MILIONE 129MILA? E PERCHE' NON DUE MILIARDI 756MILIONI
> 371MILA?
>
> CROAZIA: VESCOVO, TITO COME HITLER, SUE VITTIME UN MILIONE
> BELGRADO - Sta facendo notizia in questi giorni nei Balcani,
> alimentando anche qualche polemica, il parallelo tracciato domenica
> scorsa da un vescovo cattolico croato tra la ferocia del nazismo
> hitleriano e quella dei gerarchi comunisti dell'Europa centro-
> orientale, Tito incluso.
> Pronunciando un'omelia nella cattedrale di Krka, monsignor Valter
> Zupan - le cui parole sono state riprese oggi anche dalla tv serba B
> 92 - ha avuto parole di fuoco per i crimini del comunismo, senza
> risparmiare le colpe attribuite da studi recenti al caudillo rosso
> della defunta Jugoslavia (croato anche lui): e addossando a
> quest'ultimo la responsabilita' specifica della morte di oltre un
> milione di persone.
> ''La ferocia dei crimini comunisti eguaglia quella dei crimini
> perpetrati da Hitler'', ha detto il presule parlando in un Paese come
> la Croazia che negli ultimi anni sta cercando di fare i conti anche
> con le memorie degli orrori (antiserbi e antisemiti) compiuti durante
> la Seconda guerra mondiale dal regime filo-nazista di Zagabria degli
> Ustascia, non senza sospetti d'acquiescenza da parte di esponenti
> della Chiesa locale.
> Un passato che secondo monsignor Zupan non va taciuto, ma non deve
> neppure far dimenticare il sangue versato a causa delle violenze di
> segno ideologico opposto. ''Le statistiche - ha affermato il vescovo
> - ci dicono che il comunismo, nel mondo, ha tolto la vita a 100
> milioni di esseri umani e che il nazismo ne ha uccisi 20,9 milioni
> durante l'epoca di Hitler. E non si tratta di numeri, ma di
> persone''. Quanto a ''Josip Broz Tito - ha aggiunto monsignor Zupan
> -, non si puo' dire che sia rimasto molto indietro''. Al suo nome -
> ha concluso citando le stime piu' elevate di alcune ricerche - e'
> legata ''la morte d'un milione e 129.000 persone''.
> 17/08/2007 19:01
>
> (Sulle dirette responsabilità del clero cattolico croato nello
> sterminio di oppositori politici, cristiani ortodossi, ebrei, rom ed
> altri indesiderati nella Croazia "indipendente" alleata di Hitler si
> vedano ad esempio i materiali raccolti alla pagina: https://www.cnj.it/
> documentazione/ustascia1941.htm )
>
Croatie : les évêques catholiques attaquent le TPI, l’Europe et les
médias
Plusieurs évêques croates ont profité des célébrations du 15 août
pour lancer des messages controversés : Tito aurait été pire
qu’Hitler, et les médias actuels croates seraient dirigés par
Satan... La charge en règle lancée par l’épiscopat catholique touche
aussi le TPI, l’Union européenne et les autres institutions
internationales. Elle traduit surtout une perte réelle d’influence de
l’Église, secouée par de nombreux scandales que les médias n’hésitent
plus à évoquer...
http://balkans.courriers.info/article8704.html
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http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/8172/1/51/
Gli strani messaggi dei vescovi croati
29.08.2007 Da Osijek, scrive Drago Hedl
[Hrvatski: http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/
8171/1/218/ ]
Durante il Ferragosto alcuni vescovi croati si sono lasciati andare a
dichiarazioni e messaggi controversi, attaccando le istituzioni
internazionali, i media e la politica locale. Le reazioni degli
opinionisti e dei politici nella cronaca del nostro corrispondente
L’ex presidente jugoslavo Josip Broz Tito è uguale ad Adolf Hitler, e
i media croati sono governati da satana: sono solo alcuni dei
messaggi scandalosi che i vescovi croati hanno inoltrato dall’altare
durante la celebrazione della festa cristiana e nazionale del giorno
della Madonna, il 15 agosto scorso. I vescovi hanno sfruttato
l’occasione anche per fare i conti con gli omosessuali e gli
antifascisti, e pure per impartire una lezione all’Unione europea.
“L’Europa e le sue istituzioni”, ha detto il vescovo Juraj Jezerinac
“tentano di rigettare Dio, diffondono uno stato di indifferenza
religiosa, il secolarismo e la libertà incondizionata”. Jezerinac ha
fatto sapere all’Europa che, se vuole sopravvivere, “deve fare
ritorno alle proprie radici, cioè alla fede”.
Il vescovo di Zadar, Prendja, ha offerto al Tribunale dell’Aja la
garanzia per la liberazione del generale Ante Gotovina, il quale dopo
anni di latitanza è all’Aja in attesa dell’inizio del processo per
crimini di guerra. Il vescovo di Djakovo Marin Srakic, di fronte a
migliaia di credenti ad Aljmas, luogo di pellegrinaggio nella
Slavonia orientale, ha rivolto al figlio di Branimir Glavas, in
carcere in attesa del processo per crimini di guerra, un
riconoscimento scritto per il contributo alla costruzione della
chiesa del luogo.
“La Chiesa cattolica in Croazia oggi è una delle organizzazioni più
rigide e antieuropee, e con queste sue posizioni non desidera certo
il bene della Croazia”, afferma il noto commentatore del quotidiano
“Novi List”, Branko Mijic. L’editorialista dello “Jutarnji list”,
Davor Butkovic, però, analizzando le uscite dei vescovi croati
durante la celebrazione della festa della Madonna, conclude che “la
Chiesa cattolica in Croazia oggi è profondamente invecchiata” e che
“si trova in una società moderna, post bellica e in crescita, fatto
che conduce ad eccessi quotidiani, e che la rende sempre meno
importante”.
Uno di questi eccessi è accaduto il giorno prima della celebrazione
della festa della Madonna, durante la commemorazione
dell’anniversario dell’operazione Oluja (tempesta), l’azione militare
con cui la Croazia nel 1995 liberò Knin e il territorio dove i serbi
ribelli nel 1991 formarono la cosiddetta Repubblica Serba di Krajina.
Parlando a questo incontro, al quale ha partecipato l’intero vertice
statale croato, il vescovo di Sibenik Antun Ivas ha attaccato
l’Europa, la NATO e il Tribunale dell’Aja, affermando che quelli che
si trovano all’Aja “sono stati consegnati ad una giustizia mondiale
selettiva che alla maggior parte dei popoli è incomprensibile”.
Parlando dei negoziati della Croazia per l’ingresso in Unione
europea, cosa che è in assoluto l’obiettivo più importante della
politica estera del premier Ivo Sanader, Ivas si è chiesto “non sono
forse i negoziati con l’UE un pericoloso modo di evitare le questioni
importanti?” aggiungendo come in questi negoziati non ci sia risposta
alla domanda “dove risiedono l’uomo e l’integrità della persona”.
A questa dichiarazione del vescovo di Sibenik ha reagito anche il
premier Sanader. “Considero che ciò sia importante da dire, in
particolare adesso che alcuni cercano di insinuare uno scoraggiamento
sostenendo che, ecco, stanno processando noi croati, qualcun altro ci
scriverà la storia perché ci sono alcuni accusati all’Aja, e non
resta che vedere come finirà questo processo”, ha detto Sanader ai
giornalisti dopo la celebrazione a Knin, polemizzando con il vescovo
di Sibenik, aggiungendo che con l’ingresso nell’Unione europea e
nella NATO la Croazia renderà più stabile la sua posizione
internazionale, e che non c’è alcun timore che qualcun altro possa
scrivere la sua storia, secondo quanto aveva alluso il vescovo Ivas.
Ma le reazioni alle dichiarazioni della maggior parte dei vescovi
croati non giungono solo dagli opinionisti dei giornali e dai
politici. Esse, a dire il vero non molte, si posso anche sentire
provenire dalla stessa Chiesa croata. “La Chiesa con la celebrazione
dei suoi misteri è uscita dall’ambito della Chiesa, orientandosi di
più alla strada, al folclore e al divertimento che alla vita delle
persone. La celebrazione della festa alla presenza dei leader
politici e delle istituzioni statali non poteva passare senza fare sì
che nell’anno elettorale anche l’altare diventasse un’occasione per i
fini politici di certi gruppi”, dice il noto sacerdote di Spalato
nonché sociologo don Ivan Grubisic.
Le dichiarazioni della maggior parte dei vescovi croati durante la
celebrazione annuale della festa della madonna, oppure durante la
commemorazione dell’anniversario della operazione militare “Tempesta”
a Knin, non sono purtroppo delle novità nel comportamento di una
parte della Chiesa cattolica. Durante il governo del presidente
Tudjman, in cui la Chiesa aveva un grande appoggio, di gran lunga
maggiore di quello su cui può contare tra le fila del governo
attuale, venivano servite le messe in nome del capo ustascia Ante
Pavelic, che si mise dalla parte dei nazisti nel 1941 e con l’aiuto
dei quali creò lo stato fantoccio della NDH (Stato croato
indipendente), 1991-1945.
Durante questo stato furono commessi gravi crimini contro i serbi,
ebrei, rom ed anche contro i croati, soprattutto contro i comunisti
che non avevano accettato il regime ustascia. Uno dei più grandi
luoghi di esecuzione del regime di Pavelic fu il campo di
concentramento di Jasenovac.
La Chiesa non ha mai giudicato fino in fondo e in modo chiaro questi
crimini, e anche se alcune volte uno suoi gran dignitari lo ha fatto
in modo timido, ha cercato sempre di relativizzare con i crimini del
comunismo oppure con i crimini che i partigiani di Tito hanno
commesso contro gli ustascia e contro i soldati della milizia
territoriale durante la II Guerra Mondiale a Bleiburg.
La Chiesa durante la commemorazione dell’anniversario a Bleiburg è
sempre stata molto rappresentata, cosa che non potremmo certo dire
per Jasenovac.
Gli analisti credono che la dichiarazione di uno dei vescovi, secondo
il quale i media croati sono governati da satana, è in realtà la
vendetta per aver scritto apertamente sui casi di pedofilia
all’interno della Chiesa croata, ma anche per gli scandali di
corruzione che negli anni precedenti hanno scosso la sua Caritas. Sui
media croati, da quando all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso è
caduto il comunismo, non ci sono più testi che parlino della Chiesa
nel modo in sui lo si faceva durante quel periodo. Piuttosto i media
croati, così come non tacciono delle irregolarità nelle varie sfere
della società, parlano apertamente di quello che accade anche
nell’ambito della Chiesa cattolica.
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Begin forwarded message:
> From: Coord. Naz. per la Jugoslavia
> Date: August 21, 2007 11:12:03 PM GMT+02:00
> Subject: [JUGOINFO] Visnjica broj 669
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>
> SOLO UN MILIONE 129MILA? E PERCHE' NON DUE MILIARDI 756MILIONI
> 371MILA?
>
> CROAZIA: VESCOVO, TITO COME HITLER, SUE VITTIME UN MILIONE
> BELGRADO - Sta facendo notizia in questi giorni nei Balcani,
> alimentando anche qualche polemica, il parallelo tracciato domenica
> scorsa da un vescovo cattolico croato tra la ferocia del nazismo
> hitleriano e quella dei gerarchi comunisti dell'Europa centro-
> orientale, Tito incluso.
> Pronunciando un'omelia nella cattedrale di Krka, monsignor Valter
> Zupan - le cui parole sono state riprese oggi anche dalla tv serba B
> 92 - ha avuto parole di fuoco per i crimini del comunismo, senza
> risparmiare le colpe attribuite da studi recenti al caudillo rosso
> della defunta Jugoslavia (croato anche lui): e addossando a
> quest'ultimo la responsabilita' specifica della morte di oltre un
> milione di persone.
> ''La ferocia dei crimini comunisti eguaglia quella dei crimini
> perpetrati da Hitler'', ha detto il presule parlando in un Paese come
> la Croazia che negli ultimi anni sta cercando di fare i conti anche
> con le memorie degli orrori (antiserbi e antisemiti) compiuti durante
> la Seconda guerra mondiale dal regime filo-nazista di Zagabria degli
> Ustascia, non senza sospetti d'acquiescenza da parte di esponenti
> della Chiesa locale.
> Un passato che secondo monsignor Zupan non va taciuto, ma non deve
> neppure far dimenticare il sangue versato a causa delle violenze di
> segno ideologico opposto. ''Le statistiche - ha affermato il vescovo
> - ci dicono che il comunismo, nel mondo, ha tolto la vita a 100
> milioni di esseri umani e che il nazismo ne ha uccisi 20,9 milioni
> durante l'epoca di Hitler. E non si tratta di numeri, ma di
> persone''. Quanto a ''Josip Broz Tito - ha aggiunto monsignor Zupan
> -, non si puo' dire che sia rimasto molto indietro''. Al suo nome -
> ha concluso citando le stime piu' elevate di alcune ricerche - e'
> legata ''la morte d'un milione e 129.000 persone''.
> 17/08/2007 19:01
>
> (Sulle dirette responsabilità del clero cattolico croato nello
> sterminio di oppositori politici, cristiani ortodossi, ebrei, rom ed
> altri indesiderati nella Croazia "indipendente" alleata di Hitler si
> vedano ad esempio i materiali raccolti alla pagina: https://www.cnj.it/
> documentazione/ustascia1941.htm )
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