11 settembre, riappare il fantasma di mezzanotte
di Giulietto Chiesa
su Il Manifesto del 09/09/2007
Ecco la nuova apparizione dell'ectoplasma, altrimenti detto Osama bin Laden. Vigilia del sesto anniversario dell'11 settembre, puntuale come il fantasma di mezzanotte. Il direttore della Cia, che l'ha annunciato, fa sapere che è la prima prova, dal 2004, che Osama sarebbe ancora vivo. Cioè dalla famosa esternazione, a tre giorni dal voto, che contribuì non poco alla rielezione di George W. Bush. Se tanto ci dà tanto, qualche cosa sta per accadere anche in questo caso.
Tra i terroristi arrestati in Germania, quelli presi in Danimarca, il clima di un attacco contro gli Stati Uniti sembra finalmente propizio. Proprio come aveva previsto Zbignew Bzezinski il 2 febbraio scorso parlando davanti alla commissione Difesa del senato americano.
Vedrete, aveva detto l'ex segretario alla sicurezza americano (sotto Jimmy Carter), quando sarà chiaro che Al Maliki non riesce a raggiungere gli obiettivi assegnatigli, Washington comincerà ad accusare l'Iran, poi ci sarà un attentato terroristico su grande scala, magari contro gli Stati Uniti, subito dopo il quale il presidente ordinerà l'attacco contro l'Iran. L'unica cosa che Bzezinski non aveva detto era che, per la messa in scena, sarebbe stato opportuno che riapparisse l'ectoplasma.
Il vuoto è stato riempito.
Peccato che l'ectoplasma avesse la barba un po' troppo nera. Forse hanno esagerato con la tintura.
Per adesso tutti scrivono le notizie che fornisce la Cia e, dietro la Cia, la Cnn e così via copiando. Ma non è escluso che, anche in questo caso, si scoprirà, tra un fotogramma e l'altro, il logo della Intelservices, la ditta americana che sembra abbia l'esclusiva delle immagini di Osama bin Laden.
Vedremo, ma per intanto sarà utile ricordare che non una sola delle apparizioni del suddetto ectoplasma è stata autenticata come vera.
A partire dalla prima, qualche mese dopo la tragedia, che fu trovata misteriosamente in una cassetta in una grotta afgana, da non meglio identificati militari americani. In quel caso, come in tutti i successivi, l'intero mainstream mondiale abboccò all'amo (volentieri per altro) senza verificare, senza controllare. Proprio come questa volta. Sarebbe bastato poco, allora, per scoprire che il protagonista somigliava a Osama bin Laden più o meno come chi scrive somiglia a Magdi Allam. Il naso non era suo, gli occhi nemmeno, aveva un anello d'oro che non avrebbe dovuto, e la telecamera sembrava proprio attaccata al bavero di uno spione ficcato nel gruppo per riprendere di nascosto. E soprattutto si capiva poco di quello che stava dicendo. Vatti a fidare delle traduzioni. Forse l'aveva fatta, in quel caso, il famoso Memri, che sta a Washington, che è stato diretto da un ex agente del Mossad e che sbaglia - non certo per caso - a tradurre perfino Ahmadinejad.
Spesso, quando mi capita di dubitare delle storie che ci hanno raccontato sull'11 settembre, c'è sempre qualcuno che mi chiede, tra stupito e indignato (anche tra gente di sinistra): ma come possiamo dubitare? Lo stesso Osama bin Laden ha rivendicato di essere stato l'autore dell'attentato!
In effetti bisognerebbe prima essere certi che quello che parla è Osama. E abbiamo molte ragioni per dubitarne. Ma, anche se lo fosse, resterebbero sempre non poche questioni da risolvere. Quando parla, le rare e tempestive volte che lo fa, riesce sempre a inanellare considerazioni irrilevanti e qualche sciocchezza. Anche in questo ultimo caso: «Da noi non si pagano le tasse», avrebbe detto. Ma vi pare che, con il poco tempo a disposizione, uno che pretende di tenere in scacco l'occidente intero non sappia inventare qualche cosa di più solenne, di più ieratico?
E, se non fosse lui che parla - cosa che inclino a pensare - come mai non ha mai avuto un soprassalto di orgoglio mandando ad Al Jazeera un veemente comunicato di smentita? Invece neanche uno. Come se fosse d'accordo e stesse lasciando che gli facciano fare la parte. Solo se fosse defunto un tale comportamento sarebbe scusabile.
Ma, se fosse defunto, chi è l'autore di questo ectoplasma? Del suo vice Al Zawahiri neanche a parlarne. Quello appare molto più di frequente, ma da quando abbiamo saputo che partecipò attivamente alle vicende delle brigate islamiche che combatterono in Bosnia e in Kosovo, equipaggiate dall'Mpri (Military personnel research incorporated, filiale Cia) e, qualche anno prima, fece un giro negli Stati Uniti, accompagnato da un agente dei servizi segreti americani, per raccogliere fondi a sostegno della Jihad, abbiamo pochi dubbi che si tratti di personaggio equivoco. Agente semplice, doppio, o triplo. E un agente che si rispetti non smentisce mai. Un po' come il defunto Al Zerkawi, il molto temibile capo di Al Qaeda in Irak, di cui il generale George W. Casey Junior dice di aver fabbricato alcuni documenti e il comandante delle operazioni psicologiche in Irak, Mark Kimmit, dice testualmente che «il programma Al Zarkawi di operazioni psicologiche (psyop) è la campagna d'informazione meglio riuscita» (vedi Washington Post del 10 aprile).
E come prendere sul serio il nuovo capo di Al Qaeda, tale Abu Omar al-Baghdadi, «commendatore dei credenti», se Kevin J Bergner, consigliere del presidente americano, rivela che colui che lo impersonò nel momento della sua solenne apparizione, il 15 ottobre 2006, era un attore e che «Al Qaeda in Irak e una pura mistificazione»? (New York Times, 19 luglio). Tutto si può fare, salvo credergli.
=== FRANCAIS ===
Ben Laden Show
11 septembre, voilà que revoilà le fantôme de minuit
par Giulietto Chiesa*
Voici la nouvelle apparition de l’ectoplasme, autrement dit Oussama Ben Laden. Veille du sixième anniversaire du 11 septembre, ponctuel comme le fantôme de minuit. Le directeur de la Cia qui l’a annoncé, fait savoir que c’est la première preuve, depuis 2004, que Ben Laden soit encore vivant. C’est-à-dire depuis la fameuse externalisation, à trois jours du vote, qui contribua de façon pas négligeable du tout à la réélection de Georges W. Bush. À cette allure, quelque chose est en train de se préparer cette fois aussi.
Entre les terroristes arrêtés en Allemagne et ceux pris au Danemark, le climat d’une attaque contre les États-Unis semble finalement propice. Exactement comme l’avait prévu Zbignew Brzezinski le 2 février dernier, devant la Commission Défense du Sénat états-unien [1].
Vous verrez, avait dit l’ex-secrétaire à la sécurité états-unien (sous la présidence de Jimmy Carter), quand il sera clair que Al-Maliki n’arrivera pas à atteindre les objectifs qu’on lui a assignés, Washington commencera à accuser l’Iran, puis il y aura un attentat terroriste à grande échelle, éventuellement contre les États-Unis, après quoi, immédiatement, le président ordonnera l’attaque contre l’Iran. La seule chose que Brzezinski n’avait pas dit c’était que, pour la mise en scène, il aurait été opportun que l’ectoplasme réapparaisse.
Le vide a été comblé
Dommage que l’ectoplasme ait eu la barbe un peu trop noire. Peut-être ont-ils exagéré avec la teinture.
Pour le moment, tout le monde reprend les nouvelles que fournit la CIA et, après elle, CNN et ainsi de suite en recopiant. Mais il n’est pas exclu que, même dans ce cas, on ne découvre, entre un photogramme et l’autre, le logo d’IntelCenter, la boîte US qui semble avoir l’exclusivité des images d’Oussama Ben Laden.
Nous verrons, mais en attendant, il sera utile de se souvenir que pas une seule des apparitions de l’ectoplasme cité précédemment n’a été authentifiée comme vraie.
À commencer par la première, quelques mois après la tragédie, qui fut mystérieusement trouvée dans une cassette au fond d’une grotte afghane, par des militaires états-uniens non mieux identifiés. Dans ce cas, comme dans tous ceux qui ont suivi, le courant dominant mondial dans son ensemble mordit à l’hameçon (volontiers d’ailleurs) sans vérifier, sans contrôler. Exactement comme cette fois ci. Il aurait suffi de peu, à l’époque, pour découvrir que le protagoniste ressemblait à peu près autant à Osama Ben Laden que l’auteur de ces lignes ne ressemble à Magdi Allam [2]. Le nez n’était pas le sien, les yeux non plus, il avait une bague en or qu’il n’aurait pas du avoir, et la caméra semblait vraiment accrochée au collet d’un espion fourré dans le groupe pour filmer en cachette. Et surtout on ne comprenait pas grand-chose à ce qu’il disait. Allez vous fier aux traductions. Peut-être que, dans ce cas, c’était le fameux Memri qui l’avait faite, l’agence de Washington, qui a été dirigée par un ex-officier du Mossad et qui se trompe —comme par hasard— pour traduire même Ahmanidejad. En principe, quand il m’arrive de douter des histoires qu’on nous raconte sur le 11 septembre, il se trouve toujours quelqu’un pour me demander, mi-stupéfait mi-indigné (même chez les gens de gauche) : mais comment peut-on douter ? Ben Laden lui-même a revendiqué être l’auteur de l’attentat !
En effet, il faudrait d’abord être certains que celui qui parle est Oussama. Et nous avons de nombreuses raisons d’en douter. Mais, même s’il l’était, il resterait toujours bon nombre de questions à résoudre. Quand il parle, les rares fois, et toujours fort à propos, où il le fait, il arrive toujours à boucler des considérations insignifiantes et quelque stupidité. Cette fois aussi : « Chez nous on ne paye pas d’impôt », aurait-il dit. Mais vous croyez vraiment, avec le peu de temps qu’il a à sa disposition, que quelqu’un qui prétend tenir en échec tout l’Occident n’arriverait pas inventer quelque chose de plus solennel, plus hiératique ?
Et, si ce n’est pas lui qui parle —chose que je suis enclin à penser— comment n’aurait-il jamais eu le moindre sursaut d’orgueil en envoyant à Al-Jazeera un véhément communiqué de démenti ? Pas un, au contraire. Comme s’il était d’accord et laisse qu’on lui fasse jouer ce rôle. Un tel comportement ne serait excusable que s’il était mort.
Mais, s’il était mort, qui est l’auteur de cet ectoplasme ? Son adjoint Al Zawahiri, n’en parlons même pas. Celui là apparaît beaucoup plus fréquemment, mais depuis qu’on a su qu’il avait participé activement aux épisodes des brigades islamiques qui ont combattu en Bosnie et au Kosovo, équipées par le MPRI (Military personnel research incorporociété de mercenaire externalisée de la CIA) et, quelques années auparavant, qu’il avait fait un tour aux États-Unis, accompagné par un agent des services secrets états-uniens, pour recueillir des fonds de soutien au Jihad, nous avons peu de doutes sur le fait qu’il s’agit d’un personnage équivoque. Agent simple, double ou triple. Et un agent qui se respecte ne dément jamais. Un peu comme le défunt Al Zarkaoui, le si terrible chef de Al Qaeda en Irak ; celui dont le général Georges W. Casey Junior dit qu’il lui a fabriqué certains papiers, et dont le commandant des opérations psychologiques en Irak, Mark Kimmit, dit textuellement que « le programme Al Zarkaoui d’opérations psychologiques en Irak (psyop) est la campagne d’information la mieux réussie » [3].
Et comment prendre au sérieux le nouveau chef de Al Qaeda, un certain Abu Omar al-Baghdadi, « commandeur des croyants », alors que Kevin J Berger, conseiller du président états-unien, révèle que celui qui le représenta au moment de sa plus solennelle apparition, le 15 octobre 2006, était un acteur et que « Al Qaeda en Irak est une pure mystification » ? [4]. On peut tout faire, sauf les croire.
Parlamentario europeo y periodista. Italia |
[1] « Brzezinski confirme que les États-Unis peuvent organiser des attentats sur leur propre territoire », Réseau Voltaire, 6 février 2007.
[2] Magdi Allam est un journaliste italien d’origine égyptienne, directeur-adjoint du Corriere della Sera, que nos médias qualifieraient sans doute de « musulman modéré », NdT.
[3] « Al Qaïda en Irak : faut-il croire George Bush ou ses généraux ? », par Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 25 juillet 2007.
[4] Ibid.