Kosovo : Derri�re le paravent �lectoral
Georges Berghezan 07/11/2000
fonte: Le Matin

LAI Balkans Analyses et dossiers Sous l'occupation de
l'OTAN


KOSOVO : DIETRO IL PARAVENTO ELETTORALE

La giornata pi� pacifica dalla fine della guerra: �
cos� che Bernard Kouchner, amministratore del Kosovo
in nome dell�ONU, ha descritto le elezioni locali
tenute il 28 ottobre in questa provincia della Serbia
occupata da pi� di 40.000 soldati sotto il comando
della NATO: Lo scrutinio � stato qualificato come
�libero e onesto� dall�Organizzazione per la Sicurezza
e la Cooperazione in Europa, un complimento
indirizzato a se stessa, poich� ne � stata
l�organizzatrice.

Anche se non hanno probabilmente influenzato il
risultato finale, caratterizzato da una netta vittoria
della Lega Democratica del Kosovo (LDK), guidata dal
non-violento Ibrahim Rugova, molte irregolarit� sono
state accertate durante le prime elezioni organizzate
dopo il ritiro delle forze e dell�amministrazione
serbe e jugoslave: tentativi di furto di urne e di
intimidazioni degli elettori, urne spesso non
sigillate, non rispetto degli orari di chiusura dei
seggi elettorali all�ingresso dei quali sventolava la
bandiera di un paese vicino (Albania), etc. Diverse
violenze sono state rilevate: un ufficio elettorale ha
ricevuto colpi di arma da fuoco, poliziotti dell�ONU
sono stati aggrediti e due attentati hanno colpito la
comunit� serba. In totale, il giorno delle elezioni
sono stati effettuati 26 arresti, un bilancio del
tutto ordinario per il Kosovo.

Pi� significativo ancora, la maggior parte dei membri
delle minoranze ancora presenti nella provincia hanno
boicottato le elezioni, a cominciare dai Serbi che
intendevano protestare contro l�insicurezza e la
�pulizia etnica� che subiscono dall�arrivo delle
truppe della NATO. Ma la maggior parte delle altre
piccole comunit� si sono ugualmente astenute dal
partecipare al voto, come i Turchi che esigono il
ripristino dei loro diritti culturali aboliti
dall�amministrazione di Kouchner. Come ha dichiarato
il nuovo presidente jugoslavo Kostunica, c�� il forte
timore che le elezioni portino alla �legalizzazione di
una societ� mono-etnica�, che non avrebbe nulla da
invidiare all�era del suo predecessore Milosevic,
durante la quale i diversi scrutini furono boicottati
dalla comunit� albanese kosovara.

Quest�ultima � dunque stata la sola a recarsi
massicciamente alle urne il 28 ottobre e ha dato, per
circa il 60%, i suoi voti al LDK, partito che ha
mantenuto delle strutture quasi clandestine durante il
decennio anteriore all�intervento della NATO e durante
il quale Rugova � stato eletto due volte, con pi� del
99% dei suffragi, �presidente� di un Kosovo di cui
egli aveva proclamato l�indipendenza. Questa vittoria
rappresenta soprattutto una sferzante sconfessione per
i partiti generati dall�Armata di liberazione del
Kosovo (UCK) la cui strategia della tensione con le
forze serbe e jugoslave aveva portato ai
bombardamenti della NATO. Il Partito democratico del
Kosovo, guidato da Hashim Thaci, gi� capo dell�UCK,
non ha raccolto che un quarto dei voti e dovr�
abbandonare la maggior parte delle amministrazioni
municipali di cui i suoi uomini si erano impadroniti
l�anno passato.

Milizia mafiosa e razzista, l�UCK ha costruito,
particolarmente grazie alla conquista delle
amministrazioni locali tollerata da compiacenti
autorit� internazionali, un impero criminale dalle
molte facce: traffico di carburante, di sigarette, di
droga e di automobili rubate, prostituzione in Kosovo
e destinata all�Europa occidentale, racket,
costruzione senza permessi di migliaia di immobili che
permettono di riciclare i profitti delle sue
attivit�, etc.
La sconfitta elettorale rischia di indebolire il suo
potere e il problema principale � quello di sapere se
si piegher� al verdetto delle urne passando le chiavi
dei municipi al LDK. Messo sotto pressione da
Kouchner, Thaci ha riconosciuto a denti stretti la sua
sconfitta, mentre uno dei suoi principali
collaboratori gridava al �furto dei voti�.

La vittoria del LDK illustra ugualmente il cinismo
della politica degli Stati Uniti nei Balcani. Dopo
aver classificato, fino all�inizio del 1998, l�UCK fra
le �organizzazioni terroriste�, la diplomazia
americana ne ha all�improvviso fatto dei �combattenti
per la libert��, arrivando perfino a mettere da parte
il pacifico Rugova.
A Rambouillet, qualche settimana prima dei
bombardamenti, era proprio Thaci che guidava la
delegazione kosovara albanese e che era l�oggetto
delle adulazioni della Segretaria di Stato e dei suoi
collaboratori. E� vero che le provocazioni dell�UCK
prima della guerra, e il suo ruolo di agente
informatore della NATO durante la guerra, hanno
enormemente favorito la penetrazione degli Stati Uniti
nella regione. Un anno e mezzo dopo, � nel settore
americano del Kosovo che i malavitosi dell�UCK operano
nella maggiore impunit�.

Infine, resta la questione spinosa dello status finale
del Kosovo. Da parte serba, si chiede l�applicazione
della risoluzione 1244 dell�ONU, che ha messo fine ai
bombardamenti e che ha previsto il ritorno di tutti i
rifugiati e di un numero limitato di personale di
sicurezza jugoslavo, cos� come l�autonomia del Kosovo
nel rispetto della sovranit� e dell�integrit� della
Jugoslavia. Questa ultima clausola esclude chiaramente
l�indipendenza del Kosovo reclamata all�unanimit�
dalla classe politica albanese, mentre le autorit�
internazionali hanno preferito �dimenticare� la
risoluzione, a carattere obbligatorio, con il pretesto
che la Jugoslavia era governata da un criminale di
guerra ricercato dal Tribunale dell�Aja. Allontanato
Milosevic, non si vede come l�ONU riuscir� a schivare
i suoi obblighi.
Ma la messa in opera delle clausole pi� delicate della
risoluzione farebbero crescere di colpo le tensioni,
sprofondando l�Occidente un po� di pi� nel vespaio in
cui si � cacciato.

Georges Berghezan

(ringraziamo Alessandra per la traduzione)

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