La verdad pura y limpia es el mejor modo de persuadir.
Simón Bolívar


Ricordo l'importante appuntamento di Giovedì 27 novembre e allego
qualche articolo che potrebbe essere utile.

Andrea Catone




Bari


Giovedì 27 novembre - Ore 16.30 - Aula I

Facoltà di Scienze Politiche
- Università di Bari

piazza Cesare Battisti 3





Conferenza-
dibattito con

German Ferrer,

Deputato della Assemblea Nazionale della
Repubblica Bolivariana del Venezuela,

Presidente della Commissione
Nazionale per le Reti Sociali



Intervengono:

Massimo Bellomo,
Associazione Simon Bolivar - Bari

Bernardo Borges, Console generale
del Venezuela a Napoli

Nico Perrone, Corso libero di Storia dell’
America, Università di Bari



Coordina: Andrea Catone, Centro studi
sulla transizione socialista



Organizzano:

Corso libero di Storia
dell’America, Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Bari


Associazione Simon Bolivar – Bari







L'Associazione nazionale
delle reti e organizzazioni sociali (ANROS) è una organizzazione della
società civile fondata il 29 marzo 2001, in Venezuela, il cui scopo è
quello di costruire una rete sociale per aiutare ad educare le comunità
e, quindi, costruire una società democratica, partecipativa. È una rete
di reti che collega, senza esclusione, tutti coloro che condividono il
contenuto della Costituzione della Repubblica Bolivariana del
Venezuela. È costituita da gruppi di organizzazioni sociali, politico-
sociali, persone fisiche e giuridiche che sostengono il processo di
trasformazione rivoluzionaria con l'obiettivo di costruire un nuovo
paese verso il socialismo del XXI secolo.



FINALITÀ

Pianificare,
coordinare e attuare azioni, insieme con le comunità, consentendo
l'organizzazione e lo sviluppo sociale attraverso la promozione di
progetti volti a vari settori della società, incoraggiando la
partecipazione articolata dei cittadini mediante l'organizzazione e la
creazione di reti, scuole e programmi di formazione socio-politici e l’
apprendimento permanente, per la costruzione del socialismo del XXI
secolo.



PROSPETTIVE

Consolidare una rete sociale che promuova e
rafforzi a partire dalle comunità, una società democratica,
partecipativa, protagonista e corresponsabile; con valori etici, morali
e culturali, nonché la difesa dei costumi, tradizioni, credenze e la
sovranità, promuovendo la lotta per l'uguaglianza, la solidarietà, il
rispetto per la dignità umana, la salvaguardia e la tutela dell’
ambiente, su base nazionale e internazionale.



PRINCIPI


Indipendenza, flessibilità, integrazione, protagonismo delle masse,
inclusione, impegno, trasparenza, tolleranza, fraternità, cooperazione.




VALORI

Onestà, solidarietà, uguaglianza, responsabilità, etica,
corresponsabilità, giustizia sociale



BASI GIURIDICHE

*
Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela.
* Legge
dei Consigli Comunali
* Progetto di legge sulla Partecipazione dei
cittadini
* Legge sui Consigli i locali di pianificazione pubblica




BASI IDEOLOGICHE

* Testi sulla democrazia diretta
*
Riconoscimento della diversità culturale nella partecipazione attiva
delle correnti ambientaliste
* Teologia della liberazione
* Il
pensiero umanistico
* analisi marxista della società
* Ideali
di Simon Rodriguez, Ezequiel Zamora e Simon Bolivar
* Integrazione
latino-americana
*

OBIETTIVI

* Difendere attivamente gli
interessi delle comunità per il raggiungimento degli obiettivi
necessari alla trasformazione rivoluzionaria
* Rafforzare il quadro
giuridico per la partecipazione diretta del popolo organizzato
*
Creare spazi di incontro, formazione e scambio di idee, a livello
nazionale per rafforzare lo sviluppo delle comunità.
* Relazionarsi
con le agenzie ufficiali per l’elaborazione di risposte a situazioni
specifiche.
* Incoraggiare la formazione politico-ideologica,
sociale ed economica dei suoi membri e delle comunità a cui
appartengono.

*************************************

Propuesta para
el Encuentro Ideologico de Anros en su VIII Aniversario

1) -Con
ocasión al octavo aniversario de ANROS (13-12-2000 al 13-12-
2008),
celebramos en Caracas un encuentro nacional de coordinadores
regionales
con el propósito de diseñar la metodología del encuentro
nacional
ideológico de la organización, donde se sometió a
consideración una
temática para la discusión que consideramos recoge
algunos aspectos de
importancia capital en la consolidación del proceso
de cambio hacia el
socialismo, que conduce el líder del proceso,
Comandante Hugo Chavez.
Estimamos que desde la experiencia del trabajo
social comunitario que
hemos desarrollado en el colectivo de esta red
social, que no está
signado por banales protagonismos personales, sino
por el
reconocimiento al trabajo cotidiano y permanente, podemos dar
aportes
concretos en un aspecto tan medular como es la construcción de
una
ideología desde la práctica social y el acervo histórico de
las luchas
de nuestro pueblo por su redención definitiva.
No estamos
ajenos a los
inminentes y graves peligros y amenazas que tendremos que
enfrentar,
como país que se ha atrevido a desafiar las adversidades y
sobre todo
en el marco de la crisis global del capitalismo que sin duda
alguna nos
traerá consigo posibilidades de nuevos escenarios propicios
para
profundizar el camino hacia el socialismo, pero también riesgos en
la
inevitable confrontación con el sistema que queremos cambiar.

2) -
A
los efectos de ser mas productivos en la discusión nacional y por

problemas de logística, hemos propuesto que se realicen asambleas en

todos los estados y se discutan los temas sugeridos y se hagan todas

las obsevaciones que consideren pertinentes, además que elijan a
sus
voceros que consideramos deben estar entre cinco o siete por
estado. Se
debe hacer una masiva convocatoria de todos los amigos
ANRISTAS desde
las instancias comunitarias locales, parroquiales,
municipales y
estadales Esta discusión debe darse a la brevedad
posible.

3) -En
cuanto a las mesas de trabajo, sugerimos que haya
una por cada tema. La
discusión de un solo tema por mesa con la
metodología ya bien dominada
por nuestros experimentados integrantes.

4) - No estamos cerrados a
ponentes y ponencias(temas) que se estimen
puedan ser de utilidad en el
momento histórico que estamos viviendo
sobre este programa que le
debemos al trabajo de las compas Xiomara
García y Zoraida Leiro.

5) -
Sugerimos que las fechas del evento sean
el viernes 12 para las
conferencias, el sábado 13 para las mesas de
trabajo y celebraciónl y
la plenaria, y las conclusiones el domingo 14.

6) . El comite
organizador del evento está compuesto por: Moraima
Urbaneja, Zoraida
Leiro; Jose Luis (Profesor), Xiomara Garcia, Lolismar
Marin, Ayary
Varela,German Ferrer.

COMO TODAS LAS ACTIVIDADES DE
ANROS, ESTA DEBE
IGUALMENTE COMPROMETERNOS COLECTIVAMENTE Y
RESPONSABLEMENTE
COMPARTIREMOS TODOS EL EXITO DE LA JORNADA.



SALUDOS FRATERNOS



GERMAN FERRER

Camarada estoy totalmente de
acuerdo con sus
planteamientos


Adicionalmente considero
oportuno la incorporación de
los objetivos que se persiguen con el
evento; para esto sugiero:


OBJETIVO GENERAL:

Profundizar el
pensamiento revolucionarto a través
del encuentro ideológico
Nacional de la Asociación Nacional de Redes y
Organizaciones Sociales
ANROS.

OBJETIVOS ESPECÍFICOS:



Descubrir y
complementar a través
de las diferentes ponencias, el pensamiento
ideológico revolucionario
manifiesto mediante los diferentes actores
que participan.
Generar
opiniones y reflexiones a través de las
diferentes mesas de trabajo, en
relación al pensamiento ideológico
revolucionario, manifiesto según los
ejes temáticos en cada una de
ellas.
Configurar mediante la
contrastación, el pensamiento emergente
en relación a la
participación de los diferentes actores vinculados a
las ponencias y
las mesas de trabajo.
Determinar las conclusiones,
recomendaciones y
alcances de las mismas, a fin de construir una misión
en función de sus
resultados.
En espera de cualquier comentario al
respecto que pueda
sumar, me suscribo con un saludo revolucionario.



da Rebelion - www.rebelion.org/noticia.php?id=74905&titular=«venezuela-
ha-rescatado-el-concepto-de-socialismo»-
Traduzione dallo spagnolo per
www.resistenze.org di FR

“Il Venezuela ha riscattato il concetto di
Socialismo”

Intervista a Luismi Uharte, autore di “Rivoluzione al
Sud”

di Martxelo Díaz

25/10/08

Insegnate presso l’Università
Centrale del Venezuela e membro di Askapena, Luismi Uharte ha appena
pubblicato “Rivoluzione al Sud. Uno sguardo al Venezuela Bolivariano”,
un libro che vuole diffondere “la realtà di un popolo che sta cercando
di costruire un paese nella libertà e nella democrazia”.

Uharte, che
ha vissuto da vicino gli ultimi quattro anni del processo bolivariano
in Venezuela, indica i momenti salienti della storia recente dell’
America Latina.

Che cosa comporta per l'America Latina il Venezuela
di oggi?

In America Latina ci sono quattro punti cardinali che
segnano gli ultimi 50-60 anni. Il primo è stato la Rivoluzione Cubana
del 1959, il secondo il Cile di Allende, il terzo il Nicaragua
Sandinista e il quarto è il 1998, quando inizia la fase della
Rivoluzione Bolivariana. Quest’ultimo può essere il momento storico più
importante degli ultimi 200 anni. Dopo la prima indipendenza, siamo ora
di fronte alla vigilia di una seconda indipendenza. Il presidente dell’
Ecuador, Rafael Correa, dice che “non siamo in un’epoca di cambiamenti,
piuttosto, siamo in una fase di cambiamento di epoca”.

Sono passati
18 anni dalla caduta del muro di Berlino, i guru del capitalismo
neoliberale e i fukuyama di turno annunciarono la vittoria del
capitalismo e la fine della storia, ora possiamo vedere che si erano
sbagliati. All’inizio del XXI secolo, in un contesto diverso, il
Venezuela è il motore del cambiamento.

Il libro è un contributo per
mostrare un processo di cambiamento, convulso e complesso, segnato pure
da errori, oltre che da successi. Spero anche che sia un vaccino contro
l’eurocentrismo, la malattia destroide che qualificano come populismo
qualunque fenomeno a favore dei popoli, e contro le sinistre
dogmatiche, quelle che etichettano come “riformismo” tutto ciò che non
corrisponde al manuale.

Una delle accuse più ricorrenti al fenomeno
bolivariano è il caudillismo di Hugo Chavez

Come ogni processo è
complesso e contraddittorio. Inoltre, è un elemento specifico della
tradizione politica venezuelana. Eppure è evidente che non possiamo
ridurre il processo venezuelano o la sua tradizione politica a concetti
come caudillismo o populismo. Se si usano questi concetti è solo per
cercare di squalificare tale processo, quindi con un’analisi scorretta,
aberrante. Come fanno i neoliberali che definiscono “populismo” tutto
ciò che non piace a loro, e finiscono col far perdere il valore
analitico del concetto stesso.

Simón Bolívar può essere considerato
un caudillo, ma è stato lui che ha liberato il Venezuela e gran parte
dell’America Latina, e che già 200 anni fa aveva visto chiaramente la
necessità dell’integrazione regionale dei paesi latinoamericani per
costruire società libere e giuste. E’ stato un caudillo che 200 anni
fa, quando gli USA non erano ancora ciò che sono oggi, aveva una
posizione chiaramente antimperialista.

Il fenomeno del caudillismo è
presente nel Venezuela attuale, ma la fase di cambiamenti in atto è un
insieme di elementi molto complessi, che non possono essere sussunti
nel populismo, tanto meno nel caudillismo. Siamo parlando di
nazionalismo, di alternative popolari, di socialismo che travalica il
socialismo del XX secolo, una democrazia partecipativa che non si vede
in molti paesi del mondo. Stanno nascendo consigli comunali che
somigliano ai soviet precedenti l’apparato burocratico sovietico, vere
espressioni di potere popolare.

Nel popolo venezuelano i livelli di
organizzazione sono molto bassi, a differenza della Bolivia, dove sono
molto più alti. Quella era una società frammentata e totalmente
individualista, senza organizzazioni popolari. In questi dieci anni c’è
stata una vera esplosione di potere popolare.

In una fase di crisi
ideologica del neoliberalismo, il processo bolivariano può essere un’
alternativa per i popoli europei o è un fenomeno specifico dell’America
Latina?

Il fenomeno bolivariano è fondamentale, perché va al di là
del Venezuela e del continente americano. Dopo gli errori commessi
sotto le bandiere del socialismo nel XX secolo, sembrava impossibile
riscattare la lotta per il socialismo. Uno dei grandi significati della
realtà venezuelana è proprio l’essere riusciti a riscattare il concetto
di socialismo. In Venezuela e in America Latina, ormai si parla di
socialismo del XXI secolo con sempre maggiore naturalezza.

Come
diceva anni fa Fidel Castro, la chiave è nella battaglia delle idee.
Lottare contro il capitalismo non è solo una battaglia politica ed
economica, ma ideologica. Bisogna decolonizzare le menti di tutti
perché sia sempre più chiaro che il sistema in cui viviamo è
irrazionale ed assurdo. Ma la proposta che bisogna fare deve essere
diversa da quella del secolo XX.

Qui sta la validità universale del
processo venezuelano in piena crisi di un sistema capitalista, che
socializza le perdite privatizzando i profitti nei momenti buoni. Così
non si può continuare.



**********************************************


Venezuela: cosa sono
i Governi Comunitari?



Caracas, 04 ottobre 2008



Ho imparato ad
usare piú spesso la parola “enlaces”, che in spagnolo vuol dire “
contatti”. Il loro potenziale é teoricamente illimitato e per questo va
cavalcato. La societá occidentale o occidentalizzata ha pian piano
privato l’uomo delle relazioni con “l’altro”. In una delle mie prime
riunioni come Giovane Comunista (intorno al 2000) ho imparato che il
capitalismo é qualcosa che sta entrando sempre piú nella vita di ognuno
di noi e per questo motivo stabilire relazioni diventa sempre piú
difficile. Una delle novitá del “proceso venezolano” é quella che viene
offerta un’alternativa a questa tendenza, ossia che gli aspetti
antropologicamente alienanti del capitalismo vanno pian piano
scomparendo. Dico pian piano perché si tratta di un processo, di un’
onda da cavalcare, di un percorso costruito solo in parte. Il cantiere
é aperto ed il ruolo delle realtá autorganizzate contribuisce ad
abbattere gli schemi.

C’é una cosa del processo venezuelano che si
chiama “Governo Comunitario”. Una domanda: avete mai usato questa
espressione in italiano? Io finora avevo sentito parlare di “Governi
Nazionali”, di “Governi Regionali”. . . In Venezuela esistono persone
che si autorganizzano o cercano di farlo. Di questo Chávez ne é
consapevole, lo ha ripetuto in varie occasioni e ció rende possibile la
penetrazione delle realtá organizzate nella vita politica delle
istituzioni democratiche. Ma che differenza c’é tra una realtá
autorganizzata ed un governo comunitario? La risposta é: l’accesso ai
fondi pubblici. Nel caso dei “Consejos Comunales” si tratta di quantitá
di denaro e di assistenza tecnica, entrambe dirette a sviluppare
progetti che riguardano un vicinato autorganizzato di circa 200
famiglie. Se per le casse dello Stato queste quantitá di denaro sono
modeste, per una popolazione di circa 1000 persone rappresentano un bel
po’ di soldi. Secondo la legge dei “Consejos Comunales” (vedi www.
consejoscomunales.gob.ve ) in ognuno di essi ci devono essere: 5
persone che partecipano nell’amministrazione delle finanze, il che
rende collegiale il controllo dei fondi; altre 5 persone si devono
occupare della “contraloría”, ossia del controllo, della vigilanza su
tutto ció che di illegale avviene su quel territorio di circa 1000
persone (corruzione, contrabando, accaparramento, evasione fiscale,
inquinamento. . .); infine devono partecipare almeno 10 persone che
seguano e si facciano portavoci (voceros) di singole problematiche
legate a quel territorio.

Con l’inizio della “Misión 13 de Abril”
(cfr. diari precedenti) il Governo ha dato un impulso al finanziamento
delle “Comunas”. Quando i “Consejos Comunales” a loro volte si
autorganizzano in una “Comuna” entrano in relazione, stabiliscono
contatti mediatici ed umani, studiano le forme di partecipazione
offerte dalle leggi e dalla Costituzione. Questo tipo di partecipazione
sta funzionando, ma per il momento é ancora “a macchia di leopardo”.
Bisogna ancora lavorare molto affinché si creino sempre piú “Gobiernos
Comunitarios” come i “Consejos Comunales” e le “Comunas”. Bisogna
ancora lavorare molto per facilitare la loro relazione con le
istituzioni locali (Alcaldía), regionali (Estado) e nazionali (Gobierno
Nacional). Una volta che le persone si autorganizzano bisogna che
qualcuno dia una mano a bussare alla porta delle Istituzioni, dove c’é
la legge e ci sono i fondi. Molte volte le realtá autorganizzate non
arrivano nemmeno a bussare a queste porte, perché le sedi delle
istituzioni che hanno in mano la legge ed i fondi sono lontane.

Ci
sono molte persone che seguono i Governi Comunitari e forse non ne sono
abbastanza. Chi ha una carica istituzionale (nei Ministeri, nell’
Assemblea Nazionale, negli Stati, nelle “Alcaldías”. . .) ha le chiavi
delle Istituzioni, rappresenta il “contatto” per garantire l’attenzione
politica, l’assistenza tecnica ed i fondi alle realtá autorganizzate.
La facilitazione di questi contatti é precisamente ció che fa ANROS
(Asociación Nacional de Redes y Organizaciones Sociales). Faccio l’
esempio di ANROS perché non ho avuto la possibilitá di conoscere altre
realtá come questa. ANROS é stata una delle promotrici del VII Vertice
Sociale / capitolo Ambiente, organizzato in collaborazione con le “
Comunas” di Barquisimeto (cfr diari precedenti).

Per concludere faccio
un esempio del potenziale –ancora non del tutto sfruttato- dei contatti
e della loro necessitá per le realtá autorganizzate in “Comunas”. La “
Comuna” in questione é la “Unión Noreste di Barquisimeto”: un
territorio di circa 40.000 abitanti, organizzati in 28 “Consejos
Comunales”, forse una delle “Comunas” più grandi del Venezuela. Uno dei
tavoli di lavoro (mesas de trabajo) messi su durante il VII Vertice
Sociale (26 settembre 2008) é stato quello sulle telecomunicazioni. Lo
stesso giorno ANROS comunica che Telecom Venezuela, CANTV e la Misión
Sucre (universitá decentrata) verrano a riunirsi con la popolazione del
territorio. Domenica 28 settembre alla rinuine fissata per le 10 in una
piazzetta c’ero anche io. Sono arrivato alle 9.30 e giá c’erano una
quindicina di persone, ho approfittato della disposizione circolare
delle sedie per rivolgere loro una domanda: “Cosa vi ha motivato quando
avete iniziato a partecipare?”. Ho dovuto riformulare la domanda quando
la prima ad intervenire mi ha dato una risposta sul suo tipo di
partecipazione, su come si stava mettendo a disposizione della
comunitá. “La mia domanda era sulle motivazioni piú profonde che
convincono a partecipare”, ho poi precisato. Le risposte sono
riassumibili cosí: “Quello di fare qualcosa per la mia comunitá”, o “Le
riunioni con la comunitá arricchiscono sempre”. Una risposta non ve la
riassumo, ma la cito: “Per aiutare la mia comunitá, perché questi sono
i nuovi orizzonti, ora ci vogliono ascoltare”.

L’alternativa culturale
del processo venezuelano viene anche da qui, dalle realtá
autorganizzate, dalle realtá locali, da quella popolazione che da
sempre é stata abituata alla solidarietá reciproca. Lo scrittore italo-
venezuelano Giulio Santosuosso (da 40 anni residente a Caracas e membro
fondatore del “Circolo Bolivariano Antonio Gramsci”) attribuisce questa
dote al “mestizaje venezolano”, alla mescolanza delle culture. Nella “
Comuna Unión Noreste” di Barquisimeto le persone che collaborano
voltontariamente con la comunitá del loro territorio esistono da tempo,
spesso attraverso un’istituzione sociale come i “gruppi di vicinato”,
un embrione dei “Consejos Comunales”. Tornando al tavolo di lavoro
sulle telecomunicazioni, il primo risultato raggiunto é stato quello di
progettare e vedersi finanziata l’installazione di antenne e ripetitori
per i segnali: televisivo, radiofonico e internet. Il satellite Simón
Bolívar faciliterá questi segnali. Progettato e costruito in
collaborazione con la Cina, questo satellite servirà anche alle
televisioni ed alle radio comunitarie. La comunità ha bisogno di
comunicare, di entrare anche in contatto mediatico con gli abitanti
dello stesso territorio, perché non stiamo parlando di un condominio
dove basta mettere un cartello per comunicare a tutti un qualcosa. In
Venezuela ci sono realtá di 1000 abitanti (Consejo Comunal) o di
migliaia di abitanti (Comuna) che stanno esercitando un Governo
Comunitario (Gobierno Comunitario). Per quanto piccolo possa essere, un
governo ha bisogno dei mezzi di comunicazione.



Fabio Avolio




********************************************

da Rebelion - www.
rebelion.org/noticia.php?id=71488&titular=venezuela-reconoce-más-de-900-
mil-hectáreas-a-pueblos-indígenas-

Traduzione dallo spagnolo per www.
resistenze.org di FR



Il Venezuela distribuisce più di 900 mila
ettari ai popoli indigeni



ABN



16/08/2008



Il Venezuela ha
iniziato la distribuzione delle terre ai 35 popoli indigeni che vivono
nel territorio nazionale, diventando così il primo Paese dell’America
Latina a riconoscere le rivendicazioni degli abitanti originari.




Questa iniziativa è la conseguenza di quanto stabilito nell’articolo
119 della Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela, con
cui si garantiscono i diritti sanciti nei patti, trattati e convenzioni
internazionali.



La volontà venezuelana è di colmare un debito
storico che perdura da secoli nei confronti delle comunità e popoli
indigeni, aprendo loro la partecipazione attiva alla vita della nazione
e consentendo di preservare i loro patrimoni culturali.



La
distribuzione delle terre avviene mediante l’azione combinata dei
popoli indigeni e il governo attraverso la partecipazione del Ministero
del potere Popolare per l’Ambiente, che presiede la Commissione
nazionale di Demarcazione. La rappresentanza indigena proviene da tutti
gli stati in cui si trovano le loro comunità: Anzoátegui (Cumanagoto),
Apure (Cuibas, Puné o Yaruro), Amazonas (Baniva, Bare, Jivi, Kurnipako,
Mako, Piapoka, Piaroa, Punave, Yavorana, Saliva, Narekena, Yanomani,
Yekuana e Yeral), Delta Amacuro (Warao), Monagas (Chaima), Sucre
(Chaima), Bolivar ( Arawak, Macuchu, Pemón, Sanema, Umak o Anitani e
Wapishana) e Zulia (Añú o Paraujano, Bari, Yuxpa, Japrería e Wayúu).
Tutti appartengono a tre famiglie linguistiche: Arawak, Caribe e
Chibcha. Sono pure in procinto di essere riconosciuti i diritti
ancestrali degli Ayomán, dello stato di Falcón, che hanno tutti i
requisiti per essere considerati un popolo indigeno.



Bisogna
rilevare che stando ai dati indicati dal Censimento Indigeno del 2001,
sono stati identificati (specialmente nelle zone urbane) i
rappresentanti di altri popoli indigeni. Sono: Inga (Inca), Kubeo,
Piritu, Sape, Tanebo, Tukano, Waikeri, Waika, Timotocuica, Jirahara,
Guanamo, Gayon, Caquetío, Caribe, Arawak, Ayomán, Chibcha, Kechwa, e
Matako, in tutto 3.722 persone appartenenti a 19 popoli diversi.



La
messa in pratica di questo mandato costituzionale è stata realizzata
seguendo due concetti di fondo. Il primo è il riconoscimento del
diritto ancestrale, che nasce dal vincolo culturale esistente da
generazione in generazione nelle comunità indigene. L’altro elemento è
la tradizione, esistente nelle forme o pratiche di usi e costumi
secondo i patrimoni culturali di ciascun popolo e comunità indigena,
senza che si richieda una continuità nel tempo o nello spazio.



Sul
piano giuridico, è stato necessario creare la Commissione Nazionale di
Demarcazione sulla base del diritto indigeno che negli ultimi anni è
cresciuto con l’approvazione di 42 leggi da parte dell’Assemblea
Nazionale.



Il primo strumento giuridico, in questo senso, è stata
la Legge di Demarcazione e Garanzia di Habitat e Terra dei Popoli
Indigeni (Decreto n. 1.359) pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 12
gennaio 2001. In seguito è venuta la Legge Organica dei Popoli e
Comunità Indigene, approvata e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale il
27 dicembre 2005, che ha definito il processo nella sua applicazione
concreta.



La demarcazione delle terre dei popoli indigeni è
cominciata nel 2001, e fino ad ora, stando ai dati forniti dal
responsabile, signor Alonso Guevara (Difensore Speciale con competenza
nazionale nell’area di Protezione dei Diritti dei Popoli Indigeni),
sono stati distribuiti 34 titoli di proprietà (inalienabili e
intrasferibili) di cui 13 alle comunità dello stato di Apure (Pumé -
Jivi), 10 in Anzoátegui (Kariña), 6 in Monagas (Warao), 4 in Sucre
(Warao) ed 1 nel Delta Amacuro (Warao).



L’iniziativa, per ora, ha
beneficiato 8.932 persone e ha distribuito 905.582,86 ettari di terra.
Mancano ancora le distribuzioni negli stati di Amazonas, Bolívar,
Falcón e Zulia. Sono anche da segnalare le carenze di risorse umane in
ciascuna commissione regionale di demarcazione, il che rallenta non
poco le operazioni. Del resto, si tratta di un processo complesso;
quando la richiesta di demarcazione ottiene il visto della commissione
regionale viene trasferita alla Commissione Nazionale attiva a Caracas,
da qui, in caso favorevole, entro 15 giorni parte la notifica a tutti
gli interessati sollecitandoli a fornire le prove pertinenti. In
seguito, entro 60 giorni (prorogabili) la Commissione Nazionale deve
presentare gli studi tecnico - giuridici e socio - antropologici sulla
materia. Si tratta, infatti, di vagliare la situazione culturale delle
comunità indigene (identificazione, dati storici, linguistica, mappa
mentale degli anziani sull’area e censimento). Oltre, naturalmente, la
situazione giuridica dell’habitat e della terra interessata dall’
attribuzione e la situazione legale di terzi non indigeni. A questo
punto, la Commissione Nazionale emette il verdetto finale e rimette
alla Procura Generale della Repubblica il compito di concedere
materialmente il titolo di proprietà collettivo alla comunità indigena.




E’ degno di nota il fatto che in alcuni paesi latinoamericani si
sono già verificate delle forme di riconoscimento della proprietà della
terra da parte di popolazioni indigene, ma spesso non sono state
demarcate, come nel caso della Colombia, oppure in altre nazioni sono
stati riconosciuti i diritti sui territori occupati dagli indigeni, ma
non gli sono stati attribuiti alcuni titoli di proprietà.




**************************


da Granamcubaweb - www.granma.
cu/italiano/2008/marzo/juev6/prabarrios.html

Il Governo venezuelano
ha stanziato più di un milione di bolivar forti per rafforzare Barrio
Adentro

06/03/08

Il governo venezuelano ha stanziato risorse per
rafforzare la missione “Barrio Adentro” con 1,1 milioni di bolivar
forti. Questa cifra verrà destinata al miglioramento delle
infrastrutture, dei materiali e delle risorse umane.

Il ministro del
Potere Popolare per la Salute (MPPS), il tenente colonnello Jesús
Mantilla, con una nota stampa ha informato che i progressi di questa
missione si riflettono nell’assistenza al 95% della popolazione
venezuelana.

Mantilla ha sottolineato che dal 2003 sono stati
realizzati approssimativamente 278 milioni di consultazioni e sono
state salvate 74mila vite. Inoltre, sono stati realizzati 10 milioni di
check up di oftalmologia e 32 milioni di visite odontoiatriche. Ha
aggiunto che nei Centri di Diagnostica Integrale sono stati assistiti
13 milioni di pazienti e realizzate 110 milioni di prove, mentre nelle
Sale di Riabilitazione Integrale sono state verificati più di 2 milioni
di consulti. I Centri di Alta Tecnologia, finora, hanno realizzato
circa 5 milioni di esami specializzati.

Il ministro Mantilla ha
dichiarato che queste cifre non sono semplici numeri, ma sono persone
che godono del loro diritto contenuto negli articoli 83 e 84 della
Costituzione Bolivariana, che stabiliscono il dovere che ha il Governo
di garantire il diritto alla salute in modo integrale e di qualità per
tutti, senza distinzione di età o di classe sociale.

Inoltre, ha
sottolineato che il successo della missione continuerà perché è il
popolo a trarne beneficio, e con la collaborazione dei dottori della
missione cubana nessuno fermerà i progressi di Barrio Adentro.


Tradotto dall’inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di
Cultura e Documentazione Popolare






*****************************************************



www.
resistenze.org - popoli resistenti - venezuela - 03-01-08 - n. 209

da
Tribuna popular - www.tribuna-popular.org/index.php?
option=com_content&task=view&id=2158&Itemid=1

Venezuela: il movimento
sindacale rivoluzionario prende l’iniziativa

Installata la Tavola del
Dialogo Sindacale Socialista
20/12/2007

La Tavola è aperta a tutte le
correnti di pensiero sindacale, e deve trasformarsi in uno spazio di
dibattito per tutti i lavoratori.

Dirigenti sindacali del Partito
Comunista del Venezuela (PCV) e di Patria para Todos (PPT) hanno
promosso, il 18 dicembre, la Tavola del Dialogo Sindacale Socialista,
che intende affrontare, tra gli altri, gli aspetti riguardanti il
lavoro, contenuti nel Progetto di Riforma Costituzionale.

L’
installazione di questa Tavola è avvenuta nel salone Luis Beltran
Prieto Figueroa del palazzo José Maria Vargas, a Caracas, e vi hanno
partecipato dirigenti del Movimento dei Lavoratori per la Patria (TPP)
e della corrente sindacale Cruz Villega, della Centrale Unica dei
Lavoratori del Venezuela (CUTV).

In relazione all’avvenimento, il
segretario nazionale sindacale del PCV, Pedro Eussé, ha detto che la
Tavola è aperta a tutte le correnti di pensiero sindacale e deve
trasformarsi in uno spazio di dibattito per tutti i lavoratori.

“Non
si propone solamente di analizzare quanto è accaduto il 2 dicembre, ma
anche quegli aspetti che ci consentano di passare all’offensiva e di
avviare il paese verso la costruzione di una società socialista”, ha
affermato.

Egli ha anche messo in rilievo il fatto che il popolo
venezuelano “deve passare all’offensiva in difesa della patria, di
fronte alle minacce degli Stati Uniti e delle sue marionette”.

Da
parte sua, Gustavo Ladino, membro della Direzione Nazionale di PPT e
dei Lavoratori per la Patria, ha aggiunto che l’idea di questa Tavola è
ricercare tra i lavoratori convergenze a sostegno delle proposte del
presidente della Repubblica, Hugo Chavez Frias, in materia di lavoro.


“Tra le altre cose, valuteremo tutto ciò che è successo nel referendum
del 2 dicembre e rinnoveremo la proposta che viene dal Capo della Stato”
, ha affermato Ladino.

Tra le principali iniziative c’è quella della
formazione degli organi del Potere Popolare e, particolarmente, la
Legge dei Consigli dei Lavoratori e delle Lavoratrici, il cui progetto,
proposto dal Partito Comunista, si trova all’attenzione dell’Assemblea
Nazionale.

Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura
del Centro di Cultura e Documentazione Popolare


_______________________________________________________________



Crea in pochi clic il tuo calendario personalizzato

http://tiscali.jetfoto.it/foto-prodotti/calendari-e-auguri/index.html