Da: most.za.beograd @ libero.it

Oggetto: Si e spenta Svetlana

Data: 03 dicembre 2008 0:23:16 GMT+01:00


    Si è spenta Svetlana.
    Si è spenta una luce viva, un’anima forte e generosa, intelligente e appassionata, di una passione per il proprio paese martoriato e offeso, carica di orgoglio e dignità, di conoscenza puntuale della propria storia e di apprensione per il futuro, come pochi coltivano e sanno esprimere e far vivere nell’attività professionale, nelle iniziative, nei colloqui occasionali, nella vita di ogni giorno.
Svetlana è stata in questi anni un punto di riferimento importante, fondamentale, per quanti in terra di Bari si avvicinavano alla cultura e alla storia dei serbi. È arrivata qui per insegnare letteratura e lingua serbo-croata all’Università quasi 10 anni fa, nell’anno più terribile per la Serbia, quel 1999 dei bombardamenti “umanitari” della NATO che hanno segnato tragicamente il futuro di un’intera generazione, distruggendo un paese colpevole di essere al crocevia tra Occidente e Oriente e non arrendevole ai diktat delle grandi potenze, nel 1914, come nel 1941, come nel 1999: furono allora scagliate su tutta la Serbia bombe chimiche e all’uranio 238, che forse non sono estranee al male che ha colpito a morte, anni dopo, anche Svetlana.
Svetlana è stata con la sua passione ostinata e scevra da compromessi, con la sua intelligenza e la sua cultura, con il cuore e la mente sempre pronti a promuovere progetti e iniziative, una parte viva di Serbia a Bari. Non si limitava ad insegnare letteratura e lingua del paese cuore dei Balcani, che ella amava profondamente. Grazie alle sue iniziative, centinaia di studenti italiani sono andati a studiare a Belgrado, grazie a lei conosciamo meglio la Serbia, la sua cultura, la sua storia densa e aggrovigliata e tragica. Con lei l’Università di Bari perde un riferimento importante, come lo perde tutta la nostra città, come lo perde la Serbia tutta.
Svetlana è stata sempre disponibile a fare qualcosa per il suo paese, per far conoscere una verità oscurata dai grandi media, per combattere menzogne e calunnie, per studiare una realtà complessa, per stabilire contatti e legami tra Puglia e Serbia, e sempre estremamente gentile e ospitale, insieme con il compagno della sua vita, l’italianista Nikša Stipcević, nella sua bella casa di Belgrado ricca di libri e di calda amicizia.
Con la sua attiva e fondamentale collaborazione, la nostra associazione è riuscita a costruire quel ponte con Belgrado cui ella teneva fortemente, ha realizzato importanti iniziative, dalle conferenze e presentazioni di libri, alla mostra sul patrimonio culturale e religioso del Kosovo minacciato dai pogrom antiserbi, alla conferenza sullo status del Kosovo con giuristi italiani e rappresentanti del governo serbo (marzo 2005), alla mostra su Jasenovac, la Auschwitz dei Balcani (gennaio 2007), alla cui inaugurazione tenne, insieme con il prof Luciano Canfora e i prof Jovan Mirković e Dragan Cvetković del Museo delle vittime del genocidio di Belgrado, un’importante relazione. È stato uno dei suoi ultimi interventi in pubblico e vogliamo ricordarlo allegando il significativo testo ([scaricabile alla URL: https://www.cnj.it/documentazione/SvetlanaStipcevic-Jasenovac.pdf] chi voglia vederne una registrazione, la trova al sito www.telestreetbari.it, alla data del 25 gennaio 2007 [http://www.telestreetbari.it/content/view/268/15/]).
Con Svetlana perdiamo una luce viva, un cuore appassionato, una carissima, insostituibile amica.
 
Per l’associazione Most za Beograd
Mariella Cataldo, Andrea Catone.