Il narco-terrorismo albanese: 
la sindrome colombiana nei Balcani e dintorni
Anna Filiminova Strategic Culture Foundation 27.04.2009
Traduzione a cura di Freebooter


La realtà cancella tutti i tentativi di Washington e di Bruxelles di presentare il Kosovo, come afferma Barack Obama, come una «struttura indipendente multi-etnica e democratica».
Gli euro-funzionari echeggiano Obama ripetendo lo stesso vecchio motivo di «risultati della democrazia e del progresso di democratizzazione in Kosovo». Tutto in vano: le organizzazioni criminali albanesi corrono il più velocemente possibile per realizzare entrambe l'albanizzazione dei Balcani con la prospettiva di ulteriore segmentazione degli stati di questa regione e l'unificazione dei territori albanesi. Il loro progetto è molto più grande in estensione. Pensano di trasformare la penisola dei Balcani in una roccaforte della mafia albanese che controlli le rotte del traffico di droga in Europa ed estenda le attività criminali degli albanesi per coprire l'intero continente europeo.
Recentemente, l'appoggio politico, militare, diplomatico e finanziario delle «autorità di Pristina» da parte degli USA e della UE hanno consentito ai clan criminali albanesi di sfidare la legge e l'ordine su scala più ampia che mai. In Gran Bretagna sta divampando un altro scandalo che coinvolge le attività degli emigrati albanesi. Un gruppo criminale di sicari professionisti dall'Albania ha proposto apertamente i propri servigi nella capitale britannica: «Qualunque bersaglio – 5.000 utilizzando qualsiasi arma – arma bianca o arma da fuoco». Il London Daily News ha chiamato gli albanesi di base a Londra (principalmente ex militanti dell'Esecito di Liberazione del Kosovo –KLA) i più sofisticati sicari professionisti nella capitale britannica. In un'intervista uno dei capi del gruppo criminale albanese ha affermato che i suoi uomini sanno come usare le armi, controllano le prostitute di Soho, così fanno il loro considerevole investimento a Londra, non temendo nessuno. Ha aggiunto che la legge non potrà fermarli.1 
Un gran numero di «profughi albanesi del Kosovo» hanno trovato rifugio in molti paesi europei, dove possono applicare le loro «abilità». In realtà, non hanno nulla a che fare con i profughi, ma piuttosto con l'essere membri di una rete ampiamente ramificata dell'organizzazione criminale, le cui principali attività includono la fabbricazione e la fornitura di eroina e di cocaina ai paesi europei ed altri.
Secondo numerose stime, la mafia albanese controlla circa il 75% dei rifornimenti di eroina ai mercati della droga dell'Europa occidentale e fino al 50% dell'ammontare totale dell'eroina venduta negli USA. Il cartello della droga albanese «Camilla» è tra i massimi cinque cartelli della droga al mondo. Circa 30 clan della droga sono responsabili per la fornitura di eroina in Europa, ciascuno controllando il proprio segmento del narcotraffico.
Quasi tutto il territorio del Kosovo serve come base del narcotraffico, diventando la linea principale di transito dei rifornimenti di droga all'Europa. Uno dei collegamenti chiave in questa catena è quello noto come il «segmento Drenitza», che comprende Prizren, Klina ed Istok che collegano il Kosovo con il Montenegro e la Macedonia. A parte l'eroina, la principale fonte di reddito del gruppo Drenitza è contrabbandare armi, automobili rubate, sigarette, alcool e schiavi. I clan criminali albanesi sono associati alle mafie macedone, bulgara e ceca; sono sulla soglia di prendere sotto il loro controllo parecchie capitali europee, a cominciare da Londra, Berlino e Praga.
Il giro d'affari mensile del traffico dei clan albanesi ammonta da 4 a 6 tonnellate di eroina con un fatturato annuo di eroina che ammonta a $2 miliardi. Più di 200 banche private e di imprese di cambiavalute controllate dai clan della droga albanesi oltre a saloni di bellezza, profumerie, caffè e così via, si occupano del riciclaggio in Italia, Spagna, Gran Bretagna ed in altri paesi europei.
Dietro i narcotrafficanti albanesi vi sono due basi militari USA, Bondsteel e Minor Bondsteel a Kosmet, come pure l'intero complesso di supporto USA e UE, che si estende dai mass media all'assistenza militare, rendendoli più che tranquilli. Per esempio, in seguito allo spiegamento delle truppe della NATO i criminali albanesi ricercati dalle agenzie di polizia hanno trovato rifugio sicuro in Kosovo. I «mafiosi» albanesi sono facili da riconoscere: vanno in giro in automobili o jeep Mercedes nere senza targa e con i finestrini sfumati. Le truppe della KFOR ignorano le automobili senza targa, ma i residenti locali sanno che queste automobili sono rubate e contrabbandate in Kosovo. I sospetti di crimini non verranno estradati in Albania, poiché la KFOR non ha un accordo relativo con quel paese.
Dopo il Kosovo, l'attacco può essere diretto verso le parti meridionali della Serbia a Presevo, Buyanovatz e Medvezhiya, con uno sguardo a prendere il controllo della direzione strategica al collegamento di Kosmet, Macedonia, Serbia, Bulgaria ed ancora più lontano – Grecia ed Europa Centrale.
I criminali della droga albanesi hanno grandi aspirazioni. Controllando il semi-stato del Kosovo si accostano al compimento del progetto di divisione della Macedonia per afferrare il controllo della sua parte maggiore. Per esempio, le parti occidentali della Macedonia sono controllate dal clan Taci. M. Taci, il presidente del «Partito Democratico degli Albanesi» ha collegamenti diretti con la mafia che controlla le forniture di eroina, cocaina ed automobili 2. Prima del bombardamento della Jugoslavia del 1999, il Gruppo Anti-Droga di Parigi ha pubblicato le informazioni che la mafia della droga albanese in Kosovo e Macedonia che vendeva eroina ed armava il parentado a Kosmet, con basi della droga a Skopje, Skadar e Pristina, da dove la droga veniva portata in Svizzera, Germania, Italia e Grecia. Una importante fabbrica di eroina è situata a Kumanovo, un posto vicino alla Macedonia. 
Effettivamente, l'intera regione comprendente Albania, Kosovo e Macedonia occidentale è un enorme magazzino di droga che conserva tonnellate di eroina. Le cifre delle vendite ammontano a miliardi di dollari, ma non è stata resa disponibile nessuna informazione sui baroni della droga albanesi arrestati.
Proprio dall'inizio il movimento separatista albanese in Jugoslavia è stato fondato sulle attività delle mafie della droga. Comunque, fino all'inizio degli anni '80 la questione del contrabbando albanese di droga dal Medio Oriente via i Balcani verso l'Europa e gli USA non veniva sollevato che occasionalmente. Allora gli albanesi agivano come trafficanti controllati dalla mafia della droga turca e dalle organizzazioni criminali bulgare. La crescita riguarda l'attuazione del progetto della «Grande Albania».
Il drammatico cambiamento della posizione dei clan della droga albanesi avvenne alla fine degli anni '90, quando il Dipartimento di Stato USA iniziò ad attuare i suoi piani geostrategici, decidendo di utilizzare i gruppi criminali albanesi come strumento per realizzare i propri obiettivi. Diede agli albanesi assistenza completa con il bombardamento della Jugoslavia per 78 giorni. In aggiunta, l'amministrazione democratica di Bill Clinton è responsabile dell'istituzione in Albania settentrionale di campi speciali a Kosmet ed in Macedonia per addestrare i militanti albanesi al sabotaggio e ad azioni terroristiche.
Appoggiati dagli USA, nei primi anni del 21st secolo la malavita albanese si è trasformata in uno «stato dentro uno stato», con eroina ed armi come principali argomenti politici.
I leader degli albanesi del Kosovo, Taci, Haradinai e Ceku non sono soltanto i capi dei gruppi armati illegali, sono i padroni della mafia albanese della droga che finanziava il KLA, l'esercito terrorista albanese (che ora ha cambiato nome in «Forza di Sicurezza del Kosovo»). Il denaro della droga che hanno arraffato in diverse parti del mondo ritorna in Kosovo sotto forma di investimenti nel separatismo di "La Repubblica del Kosovo" (nota anche come «La Repubblica dell'Eroina»). 
Il clan Berish è il più influente in Albania. Controlla anche diversi distretti del Metohia. I clan della famiglia Kula che controlla il traffico di droga e le forniture di armi e migranti illegali dalla Turchia, il clan Abazi (droga e prostituzione in cooperazione con i criminali italiani), il clan Brokai (la cui spina dorsale è fatta di gente che in precedenza operavano per i servizi speciali e politici ora impegnati in droga armi e prostituzione).
Circa l'80% del mercato dell'eroina ungherese è controllato dalla mafia albanese. La maggior parte del denaro viene spesa in Italia per l'acquisto di armi. La narco-mafia albanese è riuscita ad espellere i turchi da quel paese. I precedenti corrieri, albanesi diventati organizzatori della rete della droga ed associati a Cosa Nostra siciliana, alla camorra con base a Napoli ed alla ndrangheta calabrese. L'Italia ora è una delle basi delle strutture criminali albanesi che tratta 50 chilogrammi di eroina GIORNALMENTE! Milano è il loro centro d'affari e la regione della Calabria è il centro del traffico di droga e di armi.
Gli albanesi controllano anche il narcotraffico sulla frontiera italo-svizzera. La Svizzera è la loro principale «base» in Europa. I centri del traffico d'armi «scambio nero» sono a Berna e Basilea. Durante la recente visita in Svizzera del Ministro degli Esteri serbo V. Eremic sono state prese misure di sicurezza del 4° grado a causa della manifesta minaccia del suo annientamento fisico da parte del crimine albanese. Il principale sospetto era il clan Osmani, diretto da un certo Casim («Felix»). Questo clan è finanziato dal più grande «uomo d'affari» albanese del Kosovo, Bejet Pakkoli. 
Gli albanesi del Kosovo controllano anche '80% del traffico di droga in Svezia e Norvegia, essendo i principali distributori nei mercati di cocaina, eroina e marijuana greca. Gli albanesi contano sul trasferimento greco per fornire migranti albanesi e vagabondi da Turchia, Pakistan, Sri-Lanka, Cina e da altri paesi che agiscono anche come corrieri per la consegna di droga. Il Mare Adriatico, che collega le coste di Italia ed Albania, è un altro corridoio che utilizzano.
Secondo le informazioni pubblicizzate dalla polizia slovacca, quasi il 100% dell'eroina arriva dall'Afghanistan via il «traffico dei Balcani» attraverso il Kosovo, la Macedonia e l'Albania. Recentemente, i gruppi albanesi hanno iniziato ad agguantare il controllo dei porti rumeni.
FBI, Interpol ed Europol provano unanimemente che la mafia albanese è diventata la più importante organizzazione criminale. Difendendo i suoi interessi è disposta a prepararsi all'azione fino all'ultimo uomo, diventando una minaccia per i principi fondamentali della sicurezza degli Stati Uniti e dei paesi dell'Unione Europea.

Politika: http://www.politika.rs/rubrike/Svet/bivsi-pripadnici-OVK-kontrolishu-londonsko-podzemlje.sr.html
Patriot Magazinhttp://www.patriotmagazin.com/media/008.htm