Contro la sporca guerra dell’Afghanistan

1) Stop alla sporca guerra dell’Afghanistan. Ritiro immediato delle truppe italiane
Il 4 novembre una giornata nazionale di mobilitazione antimilitarista in tutte le città
(comunicato del Patto contro la Guerra)

2) Stima e solidarietà con la dott.ssa Salacone
(volantino della Rete Naz. Disarmiamoli!)


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Stop alla sporca guerra dell’Afghanistan. Ritiro immediato delle truppe italiane
Il 4 novembre una giornata nazionale di mobilitazione antimilitarista in tutte le città
 
comunicato del Patto contro la Guerra
 
Lunedì 21 settembre s’è tenuta un riunione d’emergenza del Patto contro la guerra per discutere gli sviluppi del conflitto sul fronte afgano che hanno visto il contingente militare italiano subire il suo colpo più duro in questi otto anni con l’uccisione di sei parà della Folgore.  I contraccolpi di questo evento sono rilevanti ai fini dell’azione dei movimenti No War.
 
Si conferma che – nonostante un sostanziale accordo politico bipartizan sulle missioni di guerra – la maggioranza della società è contraria alla presenza dei militari italiani in Afghanistan e favorevole al loro rientro. Si riaffaccia la contraddizione tra la maggioranza parlamentare a favore della guerra e la maggioranza sociale che resta contraria. Se ciò innescherà contraddizioni anche a livello parlamentare sia nella maggioranza che nell’opposizione è tutto da verificare.
 
Alla luce dell’escalation del ruolo attivo dei militari italiani nella guerra, si conferma la pesantezza della scelta fatta dai partiti di sinistra nel governo Prodi di non aver aperto questa contraddizione quando c’erano le condizioni per farlo. Una autocritica pubblica, ponderata e di prospettiva, è un passaggio non eludibile nel rapporto con i movimenti No War che in questi anni si sono battuti con continuità e coerenza contro le missioni di guerra all’estero ma anche nel rapporto con la società.
 
La guerra e il mattatoio afgano non possono che peggiorare nella prossima fase. La NATO e gli USA in Afghanistan stanno perdendo la guerra e la faccia, per questo intendono accrescere lo sforzo bellico. Le illusioni che la partecipazione alla guerra preventiva portasse benefici attraverso la rapina delle risorse degli altri popoli o le ricadute economiche della spesa militare, sono state spazzate via dalla crisi. Crescono tra i militari e le classi dirigenti le spinte a mettere l’opinione pubblica di fronte al fatto che l’Italia è in guerra, dunque a mettere da parte le ipocrisie sulle “missioni di pace” ed a imporne le conseguenze nella gestione dell’informazione, della politica e del sistema legislativo.
Per questi motivi riteniamo che i movimenti contro la guerra possano e debbano svolgere una funzione di attivizzazione e riferimento per tutti coloro che in modi e con sensibilità diverse si oppongono alla guerra e alle sue ricadute.
 
1) Il Patto contro la Guerra propone di mettere in moto un processo di confronto e iniziativa per il ritiro delle truppe italiane dall’Afghanistan, per severi tagli alle spese militari e l’uso delle risorse per le spese sociali, per lo smantellamento delle basi militari a cominciare dal blocco della base di Vicenza che deve riguadagnare la sua dovuta dimensione di “questione nazionale e non locale”. Questo processo deve connettersi già da oggi alle mobilitazioni sociali e sindacali previste per l’Autunno.
 
2) Proponiamo di convocare una prima giornata nazionale di mobilitazione antimilitarista su questi contenuti per il prossimo 4 novembre (giornata della retorica militarista) con iniziative in tutte le città (cortei, sit in, azioni, assemblee in piazza) e di convocare assemblee pubbliche nel mese di ottobre per discutere le iniziative.
 
3) Non escludiamo la possibilità di convocare una manifestazione nazionale entro l’Autunno sulla base di una verifica del percorso, delle possibilità e delle disponibilità delle varie situazioni locali ma soprattutto sulla base della realtà sul fronte di guerra.
 
Roma, 21 settembre


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La lettera/volantino che verrà distribuita ai genitori e agli insegnanti della scuola elementare "Iqbal Masih" di Roma

 
Stima e solidarietà con la dott.ssa Salacone
 
Vogliamo esprimere la piena stima e solidarietà alla dott.ssa Salacone – dirigente della scuola elementare Iqbal Masih - da parte di tutte le persone impegnate in questi anni nella Rete nazionale Disarmiamoli. Da anni e con coerenza sosteniamo che occorre mettere la parola fine al coinvolgimento dell’Italia nelle avventure di guerra, che occorre far rientrare immediatamente i soldati italiani dal fronte di guerra afghano e che occorre destinare alle spese sociali per l’istruzione, la sanità e il reddito a disoccupati, precari e licenziati l’oltre mezzo miliardo di euro spesi ogni anno per la missione militare in Afghanistan
La scelta della dott.ssa Salacone di non assecondare la retorica strumentale sui soldati italiani mandati a morire in una guerra sbagliata, incomprensibile dalla gente, che ha provocato quasi 43mila vittime in otto anni (11.000 sono civili) ed in cui sono morti anche 21 soldati italiani, è stata una scelta coraggiosa e niente affatto isolata.
 
E’ lo stesso coraggio civile che hanno trovato le persone che hanno invocato “Pace subito” e “Adesso ritirate i militari” durante i funerali di stato dei soldati mandati a morire in Afghanistan, lo stesso coraggio civile che hanno trovato alcuni sacerdoti in diverse città, è lo stesso coraggio civile che resiste dentro la parte migliore della nostra società e che invece non troviamo più nei partiti politici che hanno linciato la direttrice della scuola Iqbal Masih o che non hanno avuto il coraggio di difenderla da attacchi indecenti.
 
Gli attivisti della Rete Disarmiamoli ritengono invece che la dott.ssa Salacone meriti tutto il sostegno di chi non intende rinunciare alla dignità e alla coerenza, smascherando le ipocrisie e le menzogne sugli orrori e le conseguenze della partecipazione dell’Italia ad una guerra sbagliata come quella in Afghanistan.
 
Il prossimo 4 novembre in molte città italiane ci sarà una giornata antimilitarista che ha proprio l’obiettivo di smascherare la retorica e le ipocrisie di guerra. Sarà una occasione per dare voce alla maggioranza della popolazione italiana che ha ripetutamente confermato che vuole il ritiro dei militari italiani inviati nella guerra in Afghanistan e la riduzione delle spese militari per utilizzarle su obiettivi sociali.
 
Invitiamo gli insegnanti e i genitori a stringersi intorno alla dott.ssa Salacone e alla lezione magistrale di civiltà e coraggio civile che ha offerto a tutto il paese.
 
La Rete nazionale “Disarmiamoli!”
tel 338 1028120-3357698321
 
per avere tutte le informazioni che vi nascondono sulla guerra in Afghanistan consultate il sito : http://it.peacereporter.net