(deutsch / italiano)

Il muro di Berlino: un altro punto di vista

1) Il muro di Berlino: un altro punto di vista (Adriana Chiaia, Kurt Gossweiler)

2) Ostdeutsche Seen - einst Volkseigentum, bald Privatbesitz?
Alte und neue Naherholungsgebiete werden Opfer des Privatisierungswahns (Jens Berger)
(nei "Lander" tedeschi dell'est, i laghi - già patrimonio ambientale e sociale di Stato - sono in via di privatizzazione/appropriazione da parte dei capitalisti...)


vedi anche:
Erich Honecker: Discorso-Autodifesa pronunciato davanti al Tribunale di Berlino


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www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - storia - 14-09-09 - n. 286

Il muro di Berlino: un altro punto di vista
 
di Adriana Chiaia
 
Siamo, in questi giorni, in occasione dell’anniversario della caduta del muro di Berlino, sommersi dagli inni in onore alla riconquistata libertà dai “totalitarismi”. L’evento ha perfino meritato una legge commemorativa del Parlamento italiano (1). Naturalmente non sono altrettanto esecrati i tanti muri nel frattempo eretti dai regimi “democratici” borghesi: da quello dello Stato di Israele che trasforma in carceri a cielo aperto i territori palestinesi occupati, a quello che “mette al riparo” gli Stati Uniti dall’immigrazione messicana.
 
Sulla storia rivisitata o meglio capovolta dalla versione revisionista relativa agli anni del secondo dopoguerra, Annie Lacroix-Riz, docente di Storia contemporanea all’Università di Parigi 7, così scrive (2): “… Quando la Rft assorbì la Germania intera, l’obiettivo della revisione drastica della storia del fascismo tedesco, dei suoi sostenitori (padroni nazionali e internazionali) e dei suoi nemici interni (il KPD) ed esterni (l’URSS), ebbe nuove possibilità di successo. Queste crebbero ancora di più per il fatto, generalmente del tutto sconosciuto, che i docenti universitari dell’Est persero la loro cattedra nel giorno dell’unificazione, come i magazzini persero i loro prodotti made in GDR”.
 
Ci sembra quindi giusto dare la parola a Kurt Gossweiler, uno di questi docenti, militante comunista ed eminente storico della Rdt, che così aveva commentato i fatti del 13 agosto [1961 - Inizio della costruzione del muro di Berlino, n.d.r.]:
 
1961
 
13 agosto – Presa di posizione affissa da me (Kurt Gossweiler, n.d.r.) nel giornale murale della Sezione Storia dell’Università Humboldt (di Berlino Est, n.d.r.) il 13 agosto 1961.
 
“Finalmente!
 
Questo 13 agosto 1961 ha recato finalmente una decisione che da tempo era dovuta.
 
Nel dicembre 1958, dunque 13 anni dopo la fine della guerra, il primo ministro sovietico (Chruščëv, n.d.r) dichiarava essere ormai finalmente tempo di concludere un trattato di pace con la Germania e per questo aveva indicato come termine estremo il maggio 1959.
 
Nel frattempo, da questo annuncio sono passati non 6, ma 33 mesi! In questi due anni e mezzo le potenze occidentali più Bonn non hanno tuttavia predisposto la conclusione della seconda guerra mondiale mediante un trattato di pace, ma – utilizzando le loro posizioni a Berlino Ovest – il sabotaggio dell’ordinamento economico e politico della Rdt come gradino per il passaggio dalla guerra fredda alla guerra mondiale n.3.
 
Nessun paese socialista è stato mai esposto, dopo la seconda guerra mondiale, ad un tale concentrato fuoco di fila da parte dell’insieme dell’imperialismo mondiale contro la sua economia come la nostra Rdt in questi due anni e mezzo. Washington e Bonn hanno speso per questa guerra economica centinaia di milioni. Adesso possono registrare questi milioni sul libro delle perdite, così come già hanno dovuto fare con le consegne di armi a Chang-Kai-Shek e con le somme che hanno dovuto spendere per l’invasione a Cuba.
 
Credevano questi signori dunque veramente che noi fossimo suicidi? Consideravano la nostra dirigenza di Partito e di Stato come figure amletiche, alle quali sarebbe mancata la forza di decidere l’azione necessaria? Si immaginavano veramente che avremmo consentito senza fine che cittadini della nostra Repubblica, adescati dalle loro melodie di cacciatori di topi, si consegnassero nel campo dei loro nemici e pervertitori, alla propria infelicità? Il 13 agosto li ha istruiti con rigore che devono gettare a mare illusioni del genere. Per essi questa domenica è stata veramente un cattivo 13.
 
Per noi invece è stata una delle più belle feste.
 
Ciò nonostante, non tutti coloro, che pur vi avrebbero motivo, la hanno intesa come tale. In parecchi lo sferragliare dei carri armati, con cui noi abbiamo reso sicura la nostra frontiera sinora aperta, ha suscitato uno spavento ottuso, senza senso.
 
Abituati dal passato tedesco, per cui diritto e forza erano fra loro ostili; che il diritto è stato sempre debole e impotente, il non diritto invece in pugno alla forza, a taluni l’esercizio della forza appare di per sé come segno del non diritto o comunque di un diritto non del tutto puro, per impulso di abitudine parecchia simpatia inclina verso il lato del più debole, che si vede costretto a indietreggiare di fronte alla forza.
 
Ma non deriva la grandezza e bellezza del nostro tempo, fra l’altro, proprio anche dal fatto che ciò che spetta al bene dell’umanità: diritto e forza, finalmente si trovano riuniti; che il diritto cresce forte e potente, il non diritto si fa sempre più debole e alla fine impotente? Ciò però solo se il diritto non paventa di applicare senza remissione la forza attribuitagli contro il pur sempre potente non diritto.
 
Ciò è accaduto in questo 13 agosto 1961 e dovrà accadere in futuro ancora molto e spesso – affinché con il diritto la pace riporti la vittoria definitiva sul non diritto e la guerra”3.
 
Contro il revisionismo per la verità sulla storia del movimento operaio rivoluzionario e comunista.
 
 

1 Il parlamento italiano, con la legge n. 61 del 15 aprile 2005, ha dichiarato il 9 novembre "Giorno della libertà", quale ricorrenza dell'abbattimento del muro di Berlino, evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo.
 
2 Nella sua presentazione al libro di Kurt Gossweiler: La (ir)resisitibile ascesa al potere di Hitler. Zambon editore, 2009.
 
3 Dal Vol. II dei Diari, p.353-364 (stralci). I diari costituiscono una parte del libro: Kurt Gossweiler, Contro il revisionismo. Da Chruščëv a Gorbačëv. Saggi, diari e documenti, Zambon editore, che sarà disponibile nelle librerie dal prossimo dicembre.


=== 2 ===

http://www.heise.de/tp/r4/artikel/30/30912/1.html

Ostdeutsche Seen - einst Volkseigentum, bald Privatbesitz?

Jens Berger 
15.08.2009

Alte und neue Naherholungsgebiete werden Opfer des Privatisierungswahns

Dort wo stressgeplagte Menschen ihre Freizeit beim Baden, Angeln,
Sonnen oder Segeln verbringen, könnte vielerorts schon bald der Spaß
ein Ende haben: "Privatbesitz - Zutritt verboten". Zu Zeiten der DDR
galten Seen als Volkseigentum und der Freizeitspaß an den idyllischen
Kleinoden war kostenfrei. Das ehemalige Volkseigentum der DDR-Bürger
wurde im Einigungsvertrag neu verteilt. Die meisten ostdeutschen Seen
gingen dabei in das Finanzvermögen des Bundes über und werden seitdem
nach und nach verkauft. Zu diesen bestehenden Seen kommen seit jüngstem
jedoch auch neu geschaffene künstliche Seen, die auf den Arealen des
aufgegebenen Braunkohlebergbaus entstehen. So soll beispielsweise die
Lausitz in den nächsten Jahrzehnten durch private Investoren zu einem
Naherholungs-Dorado ausgebaut werden. Ein Unternehmen, das Risiken
birgt, wie nicht zuletzt die Katastrophe von Nachterstedt zeigt, bei
der ein Erdrutsch zwei Häuser in den neuen Concordia-See zog und drei
Menschen dabei den Tod fanden.

Bauernland in Junkerhand

Zwanzig Kilometer vor den Toren Berlins liegt der Wandlitzsee. Früher
war der idyllische See ein beliebtes Ziel, an dem jedermann kostenlos
segeln, baden, rudern, angeln oder tauchen konnte. Mit der
Wiedervereinigung ging der Wandlitzsee in das Vermögen des Bundes über
und wurde zunächst von der Treuhand, und später dann von deren
Nachfolgerin BVVG verwaltet. Ziel der BVVG ist es, ehemaliges
Volkseigentum zu privatisieren. Im Juli 2003 kam auch der Wandlitzsee
unter den Hammer. Zunächst wurde der Gemeinde Wandlitz ein
Vorkaufsrecht eingeräumt, mit dem sie den See für 420.000 Euro dem Bund
hätte abkaufen können. Warum aber sollte eine Gemeinde einen See
kaufen, der schon immer im Besitz der Bürger war? Ist dies nicht
letztendlich nur eine Umverteilung von Ost nach West?

Die Gemeinde Wandlitz hatte allerdings auch gar nicht das nötige Geld,
um ihren See zurückzukaufen. Bei der öffentlichen Ausschreibung bekam
die Düsseldorfer Immobilienfirma Teutonia den Zuschlag.
Teutonia-Vorstand Becker führte den See daraufhin in die Wandlitzsee AG
über und forderte von den Altnutzern der Stege eine Beteiligung via
Vorzugsaktie für 7.500 Euro das Stück. Dies hätte den Düsseldorfer
Spekulanten rund 750.000 Euro in die Kassen gespült, eine schöne
Rendite für ehemaliges Volkseigentum. Aber auch die Gemeinde sollte
bluten - für den Steg zum kommunalen Strandbad sollte sie eine
Jahresmiete von 10.000 Euro entrichten. Die Gemeinde klagte und man
einigte sich auf einen Vergleich - unbestätigten Angaben  zufolge, hat
(1) sich die Gemeinde Wandlitz gegen eine einmalige Zahlung von 50.000
Euro ihre Nutzungsrechte am Steg zum Strandbad im Grundbuch absichern
lassen. Der Fall des brandenburgischen Wandlitzsees zeigt, wie aus
Privatisierung schnell modernes Raubrittertum werden kann.

Brandenburg for sale!

Allein in Brandenburg hat die BVVG bereits mehr als 14.000 Hektar
Gewässer veräußert. In den kommenden Jahren sollen nun weitere 15.000
Hektar Seenlandschaft  privatisiert werden (2). Derzeit stehen der
Fahrlander See in Potsdam, sowie der Schulzensee bei Fürstenberg zum
Verkauf. Wenn die Gemeinden die geforderte Summe nicht aufbringen
können oder wollen, wird die BVVG die Seen an die meistbietenden Käufer
veräußern. Für Bade- oder Naturfreunde in der Region könnten dann neue
Zeiten anbrechen. Dem neuen Besitzer steht es - je nach Ausgestaltung
der Verträge - frei, ob er sich für die "Nutzung" seines Sees bezahlen
lässt, oder ob er sie gleich ganz unterbindet. Vor allem in Kombination
mit erschlossenen oder zu erschließendem Bauland kann dies ein sehr
lukratives Geschäft sein. Eine Villa mit eigenem See, auf dem das
gemeine Volk nichts zu suchen hat, ist nicht nur in Zeiten der
Wirtschaftskrise ein begehrtes Objekt.

Die Privatisierung der Brandenburger Seen nutzt nur sehr wenigen,
schadet aber sehr vielen. Kann es im Sinne der Allgemeinheit sein, wenn
sich einige wenige Grundstücksspekulanten und zahlungskräftige
Investoren eine goldene Nase an einem Stück Natur verdienen, das allen
Bürgern gehört? Warum sollten die chronisch armen Gemeinden
Ostdeutschlands Seen vom Bund kaufen, um damit zu verhindern, dass
Privatinvestoren sie künftig zur Kasse bitten? Mit welchem Recht kann
Bürgern verboten werden, ein Stück Natur zu betreten?

Erster Erfolg der Privatisierungsgegner

Der Kampf gegen die Privatisierung der ostdeutschen Seen hat im letzten
Jahr an Fahrt gewonnen. Eine Online-Petition des  BUND (3) verfehlte
ihr Ziel von 50.000 Zeichnern zwar knapp, aber da auch in Brandenburg
in diesem Jahr ein neuer Landtag gewählt wird, äußert nun auch die
Politik Kritik an der äußerst unpopulären Privatisierung. Nachdem
zunächst der brandenburgische Ministerpräsident Platzeck öffentlich
Stellung bezog, legten in den letzen Tagen auch die Bundesminister
Tiefensee und Gabriel nach und forderten ein Moratorium bei der
Seenprivatisierung. Die BVVG reagierte und  verkündete (4) am 11.
August einen Ausschreibungsstopp für das laufende Jahr, um "die
Diskussion über den Seenverkauf zu versachlichen und zu einer
vernünftigen Absicherung der berechtigten Interessen der Allgemeinheit
zu kommen." Was aber passiert, wenn sich die Diskussion nicht
versachlicht und im nächsten Jahr keine neuen Wahlen vor der Tür
stehen? Die Privatisierung ist einstweilen ausgesetzt, gestoppt ist sie
aber noch nicht.

Kohle zu Wasser zu Geld

Es sind jedoch nicht nur die "alten" Seen, die zum Verkauf stehen. Die
Lausitzer- und Mitteldeutsche Bergbau- und Verwaltungsgesellschaft mbh
(LMBV) hat weitere 70 Seen in ihrem Angebot, die stolze 14.200 Hektar
umfassen und im Namen Brandenburgs und Sachsens samt Stränden und
Gewässerrandbereichen an private Investoren verkauft werden sollen. Das
besondere an den Seen der LMBV ist, dass es sich hierbei um ehemalige
Braunkohletagebaureviere handelt. Im Einigungsvertrag wurden diese
Reviere dem Bund -  und somit der Treuhand - übereignet und werden nun
von deren Nachfolgerin LMBV zunächst saniert und dann privatisiert.

Die Sanierung dieser "Altlasten" ist jedoch eine anspruchsvolle und
kostenintensive Aufgabe. Wenn riesige Areale geflutet werden, besteht
vor allem an den Böschungsrändern die Gefahr von Erdrutschen. Diese
Gefahr wurde im sachsen-anhaltinischen Nachterstedt traurige
Wirklichkeit. Dort riss ein solcher Erdrutsch ein 350 Meter breites
Areal mit zwei Häusern in die Tiefe, wobei drei Menschen den Tod
fanden. Nachterstedt liegt am Südufer des neu geschaffenen  
Concordia-Sees (5). Dort sollte bis zur vollständigen Flutung im Jahre
2018 ein Tourismus-Mekka mit Marina, Surfschule und vielen privaten
Ferienwohnungen entstehen.

Die genaue Ursache der Katastrophe von Nachterstedt ist noch nicht
bekannt - im September soll ein Untersuchungsbericht Klarheit schaffen.
Nachterstedt ist jedoch kein Einzelfall. Im Januar  ereignete (6) sich
im Brandenburgischen Calau ein noch größerer Erdrutsch. Eine Fläche in
der Größe von 36 Fußballfeldern rutschte dort um durchschnittlich fünf
bis sechs Meter ab, allerdings kam kein Mensch dabei zu Schaden,
weshalb der Fall nie publik wurde. Anders als in Nachterstedt galt der
ehemalige Tagebergbau in Calau jedoch als saniert und wurde bereits
verkauft.

Die "größte von Menschenhand gestaltete Wasserlandschaft Europas", die
im deutschen Osten, entsteht birgt für die Bewohner und die künftigen
Touristen noch einige Risiken. Einen Vorteil hat die Katastrophe von
Nachterstedt jedoch - das Vorkaufsrecht für die ostdeutschen Kommunen
wird in Zukunft günstiger ausfallen. Die Kaufverträge der LMBV sehen
nämlich keine Haftung für Schäden vor, die aus der ehemaligen
Bergbaunutzung resultieren. Private Investoren werden angesichts der
Risiken in Zukunft wohl ihre Finger von der neuen Seenpracht in
ehemaligen Kohlerevieren lassen.

LINKS

(1)
http://www.berlinonline.de/berliner-zeitung/archiv/.bin/dump.fcgi/2007/0
515/brandenburg/0018/index.html
(2)
http://www.fr-online.de/top_news/1855519_Land-privatisiert-Gewaesser-See
paree-in-Brandenburg.html
(3) http://bund-brandenburg.de/
(4)
http://www.die-newsblogger.de/bvvg-schreibt-vorerst-keine-seen-zum-verka
uf-aus-7111300
(5) http://www.bwk-lsa.de/download/seeland.pdf
(6)
http://www.fr-online.de/in_und_ausland/politik/aktuell/?em_cnt=1842667

Telepolis Artikel-URL: http://www.heise.de/tp/r4/artikel/30/30912/1.html

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