Da: andreamartocchia

Oggetto: per Antonello Piroso

Data: 23 novembre 2009 14:29:51 GMT+01:00

A: antonello.piroso  @...
Cc: jugocoord    @...

(seguirà copia cartacea con allegato. Distinti saluti A.M.)


LETTERA APERTA

All'att.ne del dott. Antonello Piroso:

Le scriviamo stupefatti dopo avere assistito alla sua introduzione della puntata di venerdi 23 ottobre 2009 della trasmissione televisiva Niente di Personale (1). Abbiamo dovuto prendere atto che, dopo tanti anni, non c'è ancora la volontà - da parte degli opinion makers e dei giornalisti più influenti, tra cui certamente possiamo annoverare anche lei - di raccontare la tragedia jugoslava, e bosniaca in particolare, con obiettività e onestà. Si preferisce continuare ad usare il linguaggio delle esagerazioni e della demonizzazione dell'altro, impedendo così non solo la analisi storica e politica ragionata, ma anche il conseguimento di una pace vera.

La sua è stata una invettiva pesantissima contro i leader politici e militari dei serbi  di Bosnia: una invettiva che potrebbe pronunciare solo chi ha deciso di arruolarsi - tuttora! - con una delle parti in causa nella guerra fratricida bosniaca. Come tanti altri esempi di demagogia militare, la sua invettiva è stata basata su affermazioni in parte false, in parte esagerate.
Lei ha citato ad esempio una ridicola leggenda, secondo cui Mladic sgozza un maiale davanti ai caschi blu per intimidirli, e ha detto che in seguito a tale minaccia  i caschi blu olandesi con un generale francese a capo sequestrano le armi ai musulmani e lasciano campo libero a Mladic a Srebrenica. 
Proprio su Srebrenica era incentrato il suo intervento - soprattutto esso era mirato a pubblicizzare quel discutibile film che porta il titolo  Risoluzione 819. Il film non è totalmente basato sui documenti, come lei ha affermato. Ad esempio, in trasmissione avete fatto vedere alcune sequenze tra le quali quella di una colonna di profughi musulmani con mezzi ONU mentre viene bombardata dai serbi - un fatto che non ha alcuna corrispondenza reale. 
Giacomo Battiato, mediocre regista di fiction su commissione, con questo suo film ha cercato di spacciare una versione dei fatti di Srebrenica ancora più esagerata della vulgata solita. Il suo scopo è esplicito: sulla pagina di Liberazione del 5 novembre 2008 dedicata al film, Battiato spiegava che la NATO avrebbe dovuto bombardare gli abitanti serbi della Bosnia ancora prima... Nell'articolo si affermava che i serbi stuprarono tutte le donne musulmane di Srebrenica mentre ne sterminavano tutti i maschi dai 7 ai 70 anni, e si commentava: questo è non un capolavoro, ma un film necessario... Certamente, necessario a mantenere vivo l'odio nei confronti del nemico! Per questo servizio reso all'odio e all'affermazione del nostro punto di vista coloniale (divide et impera), a Giacomo Battiato è stato conferito il primo premio al festival del cinema di Roma.

Ma lei stesso, Piroso, in trasmissione ha salutato quei terribili bombardamenti - quando finalmente abbiamo deciso di intervenire con i bombardamenti - e ha giustificato retoricamente a priori eventuali atti di vendetta personale - se qualcuno si facesse giustizia ... potremmo solo dire che non vale occhio per occhio.... Eppure lei sa bene che la NATO per quei bombardamenti usò armi all'uranio impoverito, e che la vendetta contro i serbi è stata più che spietata: tutti i quartieri a maggioranza serba di Sarajevo sono stati  etnicamente ripuliti in seguito a Dayton, agli albori del 1996. Non le basta?

Torniamo un attimo solo su Srebrenica, perchè è questo lo slogan più ricorrente nel vostro modo di presentare, e distorcere, la tragedia bosniaca degli anni Novanta.

Lei ha detto tra l'altro che Karadzic e Mladic a Srebrenica avrebbero fatto ammazzare 9000 musulmani - almeno 8000 - qualcuno dice 10000... Allora, quanti ne avrebbero fatti ammazzare? Evidentemente lei non sa che Naser Oric, comandante della 28° Legione Musulmana di stanza nella città dal 1992 al 1995 ha fatto uccidere circa 3500 civili serbi della zona, vittime delle sue razzie nei villaggi attorno a Srebrenica. Forse ignora che lo stesso Oric  e il suo stato maggiore nel 1995 sono stati richiamati espressamente a Sarajevo abbandonando la difesa della città quando era evidente che i serbi avrebbero attaccato… Un’altra stranezza: nel maggio 1996 la SFOR statunitense arrestò a Milici dieci terroristi islamisti del cosiddetto gruppo Laste, sospettati di aver trucidato tre Serbi, otto di loro risultavano nell'elenco della CRI fra quei 8-9-10mila ammazzati nel 1995! (2) Lei evidentemente non sa nulla delle incongruenze e delle assurdità della vulgata giornalistica che ha prevalso in questi anni sui fatti di Srebrenica. Noi non possiamo fare altro che consigliarle qualche lettura (3): sta alla sua coscienza, buona o cattiva, o almeno alla sua indubbia professionalità di giornalista trarre delle conclusioni. 


I firmatari:
Jean Toschi Marazzani Visconti, giornalista e saggista (Milano)
Andrea Martocchia (Bologna)
Ivan Pavicevac (Roma)
Alessandro Di Meo (Roma)
Marino Andolina, pediatra (Trieste)
Ivana Kerecki (Milano)
Barbara Bee (Milano)
Tatjana Djordjevic, giornalista (Milano)
Jelena Vasiljev, artista (Milano)
Dragan Pejic (Milano)
Licia Croce, studente (Milano)
Tamara Zivkovic (Milano)
Miriam Pellegrini Ferri, partigiana (Ciampino RM)
Spartaco Ferri, partigiano (Ciampino RM)
Dragomir Kovacevic, traduttore e interprete (Casale Monferrato)
Zoran Borovac (Milano)
Alessandro Arbitrio (Milano)
Jovana Popovic (Perugia)
Fabrizio Zanellato, impiegato (Milano)
Nada Starcevic, filosofa-psicoterapeuta (Milano)
Sergio Manes, editore (Napoli)
Zivkica Nedanovska (Ravenna)
Gilberto Vlaic (Trieste)
Enrico Vigna (Torino)
Jovan Jovanovic, giornalista (Monza)
Andrea Catone (Bari)
Alberto Tarozzi, docente di sociologia (Bologna)
Enzo Lepre, avvocato (Milano)
Aldo Bernardini, ordinario di diritto internazionale (Roma)
Rosa D'Amico, Pinacoteca Nazionale (Bologna)


NOTE
(3) L'Italia è una provincia distratta ed ignorante, ma siamo riusciti ugualmente a produrre almeno una buona pubblicazione su Srebrenica:
Gruppo di ricerca su Srebrenica: Il Dossier nascosto del "genocidio" di Srebrenica (Edizioni La Città del Sole, Napoli 2007)
Si tratta della versione in lingua italiana della ricerca di un gruppo di studiosi indipendenti, pubblicata anche in inglese e francese. Gliene alleghiamo una copia-omaggio assieme a questa nostra lettera...
In lingua tedesca sono le analisi più recenti ed aggiornate:
Alexander Dorin: Srebrenica. Die Geschichte eines salonfähigen Rassismus (Kai Homilius, Berlin; 2009)
Germinal Civikov: Srebrenica. Der Kronzeuge (Promedia, Wien; 2009)
Una raccolta di articoli è alla pagina: https://www.cnj.it/documentazione/srebrenica.htm