(english / italiano)

Continuazione del dibattito sul Kosovo a L'Aia


1) Germania e Albania contro l'Argentina
2) L'Austria per l'indipendenza del Kosovo, l'Azerbaigian e la Bielorussia contro
3) Intervista: Thomas Fleiner, "La Risoluzione 1244 è l'unico atto che vieta la secessione"
4) China: Kosovo declaration violates intl. law 
5) Continuazione del dibattito sul Kosovo a L'Aia
6) ICJ hears Russian, U.S. arguments 
7) L'Aia: Le opinioni contrapposte della Russia e degli Stati Uniti

Vedi anche: 
E' iniziata la difesa del Kosovo e Metohija dinanzi alla Corte Internazionale di Giustizia

Altre news in inglese, serbocroato ed italiano ai siti:


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Germania e Albania contro l'Argentina

Il Kosovo può tornare alla situazione antecedente la dichiarazione di indipendenza solo con la forza, hanno affermato i rappresentanti della Germania e dell'Albania, mentre il rappresentante dell'Argentina ha impugnato il diritto di autodeterminazione degli albanesi come la minoranza etnica
 
I rappresentanti di Germania e Albania che ieri hanno sostenuto le loro argomentazioni a favore dell'indipendenza del Kosovo, hanno ribadito la tesi sul diritto del "popolo albanese" all'autodeterminazione dopo molti anni di repressione a cui era stato esposto. Hanno definito assurdo l'invito di Belgrado per nuovi negoziati, affermando che il ritorno allo stato antecedente la dichiarazione di indipendenza sarebbe possibile solo con l'uso della forza.

Gli interessi della Serbia ieri, presso il Palazzo della Pace, sono stati rappresentati dall'Argentina, il cui rappresentante ha menzionato situazioni simili in cui i negoziati sono durati per decenni, mentre nel caso del Kosovo si è smesso con la ricerca di una soluzione dopo soli due anni di negoziati.

Il rappresentante dell'Arabia Saudita, che ha riconosciuto l'indipendenza del Kosovo, cioè l'ambasciatore del paese all'Aia, Abdullah Alšagrud, ha impiegato solo pochi minuti dei 45 minuti a disposizione per dire che hanno sostenuto l'indipendenza del Kosovo "perché così aveva deciso il popolo".

La consulente giuridica del ministero tedesco degli Affari Esteri, Susanna Vasum-Rainer, ha dichiarato che l'odierno Kosovo è già uno Stato, poiché dispone del popolo, del territorio e del potere. Il tentativo di cambiare questa situazione, secondo lei, potrebbe destabilizzare l'intera regione.

Affermando che la popolazione del Kosovo è un popolo, e siccome un popolo ha il diritto all'autodeterminazione, il membro del team dell'Albania professor Terry Gill, ha concluso che non vi è alcun divieto di secessione. Egli ritiene assurdi gli appelli del governo democratico in Serbia per nuovi negoziati sulla soluzione finale per il Kosovo, perché il 1999 non va dimenticato. E' assurdo, ha detto, che il governo serbo sia disposto a restituire l'autonomia a Kosovo.
"Per i cittadini del Kosovo questo è inaccettabile. Essi non ci credono e non vogliono restare in Serbia", ha detto Gill.

Rispondendo a queste opinioni, la portavoce dell'Argentina, Susan Ruiz-Cerutti, ha sottolineato il fatto che sono occorsi settant'anni per la soluzione del problema in Sud Africa, ed un secolo intero per la restituzione di Hongkong alla Cina.

Rivolgendosi al tribunale e dicendo di agire a nome degli argentini morti nelle missioni di pace nell'ex Jugoslavia, la Cerutti ha sottolineato che obiettivo del suo paese è difendere il diritto internazionale. L'Argentina, ha detto, non avrebbe mai votato per la Risoluzione 1244 se questa avesse in qualche modo sospeso o reso alla RFJ temporanea la sua sovranità nel Kosovo. In quella risoluzione, ha sottolineato la Cerutti, non c'è una singola parola che si riferisca al diritto degli albanesi-kosovari all'autodeterminazione, perché loro, da minoranza etnica, non godevano di questo diritto, e questo è stato anche l'atteggiamento della comunità internazionale durante la crisi jugoslava.

L'esperto per le relazioni internazionali Dr. Alexander Fatić dice che l'argomento della Serbia sull'integrità territoriale non rappresenta un contenzioso sotto l'aspetto del principio fondamentale del diritto internazionale, ma rileva che non si dovrebbe neanche trascurare l'argomentazione albanese sul diritto di un popolo all'autodeterminazione nel caso di persecuzione.

"La Serbia si trovava in una situazione strana perché ha insistito sulla violazione della sovranità territoriale, ma non ha negato l'esistenza delle persecuzioni. Tuttavia, taceva sul fatto che questa attiva l'altro lato del diritto internazionale - il diritto di un popolo all'autodeterminazione," ha detto Fatić.

Rispondendo alle affermazioni di alcuni esperti di diritto internazionale secondo cui la repressione non può essere motivo di secessione, Fatić afferma che il diritto internazionale in materia di diritti umani è definito su due livelli - il livello della Carta delle Nazioni Unite che rappresenta il livello più debole di tutela dei diritti umani, e il livello della Convenzione europea dei diritti dell'uomo che fornisce un più elevato livello di protezione. Perciò, dice, sta alla Corte di Giustizia di valutare se il tipo di persecuzione che c'era sul Kosovo, rientri nei requisiti di uno o di un altro livello di protezione dei diritti umani.

In aggiunta agli argomenti che i sostenitori e oppositori dell'indipendenza del Kosovo presenteranno, secondo le parole di Fatić, è importante quali paesi rappresentano gli interessi della Serbia e quali sono per gli interessi albanesi kosovari. Il fatto che gli interessi di Pristina sono rappresentati da parte di alcuni tra i paesi più influenti del mondo può essere una chiara indicazione che il parere della Corte non sarà inequivocabilmente a favore della Serbia. Fatić è convinto che il risultato finale sarà un status congelato tra la Serbia e il Kosovo, simile alla situazione in cui si trovano la Cina e Taiwan, che di fatto funziona come uno Stato indipendente sebbene la Cina non lo riconosca.

L'ex ministro degli esteri della Jugoslavia Vladislav Jovanovic concorda con Fatić che sarà di grande impatto sulla Corte sapere chi difenderà l'indipendenza del Kosovo.

"Questo tribunale si è opposto solo una volta agli Stati Uniti nella controversia con il Nicaragua, emanando il verdetto a favore del Nicaragua, mentre l'America si era immediatamente ritirata dalla Corte. Si pone la questione se il giudice deciderà ancora una volta in maniera indigesta all'America", dice Jovanovic, che ha rimproverato l'approccio troppo ottimistico del team legale.

Jovanovic valuta che gli argomenti della controparte albanese sono gonfiati, e in particolare il loro parere che nella Risoluzione 1244 non sta scritto da nessuna parte che non hanno diritto di autodeterminazione.

"Questo non ha senso perché, se si dice che la Jugoslavia, come paese precursore della Serbia, mantiene la sovranità della Serbia su quel territorio, poi questo esclude il diritto all'autodeterminazione. Come abbiamo previsto, loro per lo più insistono sull'aspetto umanitario, come pure gli Stati che li sostengono. Gli Albanesi saranno in linea con la dichiarazione di Madeleine Albright che durante i bombardamenti ha dichiarato che la Serbia ha perso il diritto morale sul possesso del Kosovo a causa di quello che le si attribuiva di aver compiuto," dice Jovanovic.

Egli avverte, inoltre, che con tutto questo ci si dovrebbe aspettare che il tribunale, nel pronunciare il parere farà riferimento alle decisioni del Tribunale dell'Aja, di cui alcune sono molto negative per la Serbia.

J. Cerovina

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Che cosa ha effettivamente detto Ovada

La dichiarazione di Hisashi Ovada, Presidente della Corte Internazionale di Giustizia, che, come riferito dai giornalisti, durante il collegamento video Mosca-L'Aia ha annunciato che il parere della Corte non sarà univoco nel "sì" o "no" a favore o contro l'indipendenza del Kosovo, ha provocato le critiche degli esperti in diritto internazionale. Dall'Ufficio di Ovada, tuttavia, è arrivata una smentita in cui si afferma che le sue dichiarazioni erano estrapolate dal loro contesto, ma non è stato negato che lui non abbia detto qualcosa del genere. Quale fosse la formulazione utilizzata dal Presidente della CIJ, lo si può apprendere dal sito web: http://rian.ru/press_video/20091119/194564062.html

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Obradović: Straordinaria esposizione argentina

L'AIA - Il capo della delegazione della Serbia Sasa Obradovic ha detto ieri che si aspettava l'attuale  corso del dibattito sulla legittimità della dichiarazione unilaterale di indipendenza. Egli ha definito "straordinario" l'esposé della rappresentante dell'Argentina. "Abbiamo sentito l'esposizione eccellente del rappresentante legale dell'Argentina, al quale li siamo molto grati. Nel corso dei prossimi giorni ci saranno delle esposizioni di più paesi che sosterranno la nostra posizione giuridica ", ha detto Obradovic secondo l'agenzia Beta.

La dichiarazione da parte delle autorità di Pristina "ha in qualche modo negato l'importanza del diritto internazionale", ha indicato Obradovic. "Temo che quasi equivalga ad uno scandalo giuridico, uscire dinanzi alla Corte internazionale dicendo che il diritto internazionale non tratta la questione della secessione, soprattutto per chi aspira ad essere il paese più giovane del mondo", ha detto Obradovic.

[pubblicato il: 03/12/2009]


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L'Austria per l'indipendenza del Kosovo, l'Azerbaigian e la Bielorussia contro

Le agenzie informano che i rappresentanti di Azerbaigian e Bielorussia ieri, durante il dibattimento dinanzi alla Corte internazionale di giustizia, hanno ritenuto che la dichiarazione unilaterale di indipendenza è contraria al diritto internazionale e delle Nazioni Unite ed alla Risoluzione 1244, mentre il rappresentante dell'Austria ha affermato che l'auto-proclamata costituzione statale del Kosovo è legittima.

Sottolineando che il rispetto dell'integrità territoriale e della sovranità dello Stato sono i principi fondamentali del diritto internazionale, alla cui violazione le Nazioni Unite si oppongono sin dal periodo della propria costituzione, l'Ambasciatore dell'Azerbaigian presso le Nazioni Unite, Agshin Mehdijev, ha fatto ricordare che dal 1945 l'organizzazione mondiale non ha riconosciuto nessuna dichiarazione unilaterale di indipendenza a cui si sia opposto lo Stato centrale. Mehdijev ha detto che i soggetti che violano leggi interne dello Stato e dichiarano la secessione "non si possono considerare come Stati".

L'ambasciatrice della Bielorussia nei Paesi Bassi, Elena Gricenko, rappresentando il proprio paese nel dibattimento di ieri, ha concluso che non esiste alcun argomento giuridico convincente per la secessione del Kosovo. La rappresentante bielorussa ritiene che la secessione, secondo il diritto internazionale, è stata concessa ad ex colonie o nei casi in cui alla popolazione di minoranza con una lunga repressione sia stata negata la partecipazione al governo, il che non era il caso del Kosovo.

"La situazione in Kosovo non soddisfaceva i criteri tradizionalmente interpretati per il diritto all'autodeterminazione", ha detto Gricenko, ricordando che nella Jugoslavia gli albanesi del Kosovo avevano propri rappresentanti nella Presidenza di Stato, Parlamento, Banca centrale, Università, disponevano del diritto di veto a livello federale, e godevano degli stessi diritti delle altre unità federali ad eccezione del diritto di secessione dalla Serbia.

Il legale rappresentante dell'Austria Helmut Tihi ha detto che la dichiarazione unilaterale di indipendenza è in conformità con il diritto internazionale. Egli ha detto che nel diritto internazionale non esiste alcuna norma che vieti la dichiarazione di indipendenza o secessione.

"La dichiarazione è stata adottata da parte dei rappresentanti eletti, che hanno espresso la volontà del popolo del Kosovo, ed a questo il diritto internazionale non pone divieto", ha detto Tihi.

La creazione di nuovi Stati tramite la secessione, ha detto il rappresentante austriaco, è contraria al diritto internazionale solo in caso di uso illegittimo di forza esterna, di violazione dei trattati internazionali, come nel caso di Cipro, o quando li costituiscono i regimi delle minoranze razziste, per esempio nella ex Rhodesia (Zimbabwe).

Tihi ha valutato che la dichiarazione di indipendenza non ha compromesso neanche il principio di protezione della integrità territoriale ne' la sovranità della Serbia, in quanto si applica solo quando altri paesi violano l'integrità di un certo Stato, e non l'entità che esige la secessione.

Ha ricordato che la comunità internazionale non ha contestato la secessione dalla Jugoslavia di Slovenia, Croazia, Macedonia e Bosnia-Erzegovina, la cui indipendenza non è stata messa in discussione dalla Jugoslavia, e questi Stati sono stati ammessi nelle Nazioni Unite consensualmente.

Una volta sentite le argomentazioni orali di tutti i 28 Stati registrati per il dibattito, che durerà fino all'11 dicembre, la Corte Internazionale di Giustizia emanerà un verdetto sotto la forma di un consiglio non vincolante per gli Stati.

Il termine ultimo per il rilascio del parere non esiste, ed in pratica, il processo decisionale dei 15 giudici, guidati dal presidente della Corte, il giapponese Hisashi Ovada, si protrae per mesi. Bolivia, Brasile, Bulgaria, e Burundi porteranno propri argomenti nel corso dell'audizione odierna dinanzi alla Corte.

A. M.
[pubblicato il: 04/12/2009]


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Intervista: Thomas Fleiner, fondatore dell'Istituto per il federalismo in Fribourg

La risoluzione 1244 è l'unico atto che vieta la secessione

La competenza della Corte internazionale di giustizia è enorme, perché se emanasse il suo verdetto a favore della indipendenza, questo porterebbe alla distruzione del diritto internazionale
 

Il Kosovo è un caso unico, ma non nel senso in cui desiderano quelli che l'hanno riconosciuto come Stato indipendente. L'unicità del caso del Kosovo si riflette nel fatto che la Risoluzione 1244 è l'unico atto mai passato finora, che vieta la secessione del territorio di un paese, garantendo l'integrità territoriale della ex Jugoslavia. Un atto del genere non esiste, per esempio, in Quebec o Kashmir, ha detto in un'intervista per "Politika" Thomas Fleiner, professore svizzero di diritto costituzionale e fondatore dell'Istituto per il Federalismo a Fribourg, che si è recato a Belgrado su invito del Centro per la strategia nazionale.

Quali sono casi in cui le minoranze nazionali hanno il diritto di autodeterminazione?

Mai nella comunità internazionale finora vi è stato alcun caso di riconoscere ad un popolo il diritto all'autodeterminazione. I Curdi avevano invocato tale diritto, ma a tutt'oggi la comunità internazionale non ha dato loro il diritto di autodeterminazione, ovvero il loro Stato.

Esiste un principio nel diritto internazionale che sia al di sopra dei principi di integrità territoriale e di sovranità?

No, per quanto ne so. L'unico passo in questa direzione sarebbe la Dichiarazione delle Nazioni Unite sullo status delle popolazioni indigene del 2007, che per la prima volta garantisce al popolo autoctono i diritti collettivi di autonomia territoriale all'interno dello Stato, ma non il diritto alla secessione. Tuttavia, contro questa dichiarazione durante la votazione alle Nazioni Unite, avevano votato solo gli Stati che hanno riconosciuto il Kosovo, come per es. gli Stati Uniti e il Canada.

Come commenta l'argomento secondo cui agli albanesi appartiene un loro diritto alla secessione perché per molti anni sono stati oggetto di repressione da parte di Belgrado?

Se un tale motivo fosse accettato, sarebbe un precedente terribile che destabilizzerebbe la pace nel mondo, perché tutti quelli che hanno delle richieste irredentiste o secessioniste avvierebbero azioni terroristiche per provocare lo Stato di rispondere ad esse. Per poi avere il pretesto per chiedere la secessione. Inoltre, sarebbe lecito porsi la domanda di perché il Consiglio di Sicurezza e le Nazioni Unite abbiano emanato la Risoluzione 1244 con 
cui si garantisce l'integrità territoriale e la sovranità della Repubblica Federale di Jugoslavia, e non abbiano accettato queste argomentazioni sulla presunta repressione da parte dello Stato, per poi, in seguito, concedere l'indipendenza al Kosovo.

Come commenta l'argomento che nei giorni scorsi ha presentato la Germania dinanzi al tribunale, secondo cui il Kosovo rappresenta uno Stato, avendo un territorio, un governo ed un proprio popolo?

Questo atteggiamento ignora completamente la realtà del mondo. Perché la situazione in Kosovo sarebbe diversa da quella in Sudan, in Kashmir, o con i Curdi che possiedono il territorio, il popolo ed il governo. Un tale approccio ci porterebbe nella situazione in cui chi sta combattendo con le armi e controlla il territorio, potrebbe ottenere un proprio Stato. Sarebbe fine del mondo.

Se dal punto di vista giuridico è tutto chiaro, allora il Kosovo è diventato un caso politico?

Certamente. La decisione di riconoscere il Kosovo è esclusivamente politica.

Ciò significa che ora nella Corte di Giustizia si sta cercando di dare peso legale ad una decisione politica?

Spero di no. Non solo come esperto, ma come uomo cresciuto in uno Stato di diritto, mi duole che gli Stati legali abbiano abbandonato la legge e nel riconoscimento del Kosovo si facciano guidare da argomenti politici. Non è solo il caso della Serbia, ma dell'intero ordine giuridico internazionale. La competenza della Corte internazionale di giustizia è enorme, perché se si ritenesse che l'indipendenza è conforme al diritto internazionale, questo porterebbe al caos, all'anarchia e alla distruzione del diritto internazionale.

Jelena Cerovina

[pubblicato il: 05/12/2009]


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http://www.b92.net/eng/news/politics-article.php?yyyy=2009&mm=12&dd=07&nav_id=63568

Beta News Agency/Tanjug News Agency - December 7, 2009

China: Kosovo declaration violates intl. law 


THE HAGUE: The public hearing on the legality of the Kosovo Albanian UDI case before the ICJ continues today in The Hague for the fifth day.

China, Cyprus, Croatia and Denmark will state their opinions on the legality of the unilateral declaration of independence before the 15 judges of the International Court of Justice (ICJ) at the Peace Palace this Monday.

China reiterated its stance given in a written statement sent to the ICJ during the previous stage of the proceedings that the Kosovo Albanian proclamation was contrary to international law. 

"There is no doubt that after the breakup of the Socialist Federal Republic of Yugoslavia, Kosovo was a part of the Federal Republic of Yugoslavia, that is, Serbia. Integral parts of sovereign states, under international law, do not have a right to unilateral secession...while the principle of protection of territorial integrity is a cornerstone of international legal order," Beta news agency reported China's legal representative Xie Hanchin as saying. 

She added that sovereign states have a right to prevent unilateral secessions and protect their integrity, and that China also sees the unilateral proclamation as a violation of mandatory UNSC Resolution 1244, that guarantees the territorial integrity and sovereignty of the Federal Republic of Yugoslavia (SRJ). 

Serbia is the successor state to the SRJ. 

China rejected interpretations that the provision of the resolution that guaranteed integrity and sovereignty was "unbinding", with its legal representative telling the ICJ today that Beijing in 1999 insisted that this provision be included in the resolution, which came after NATO's illegal military attack. 

"For this reason China did not block Resolution 1244," Hanchin emphasized. 

According to this resolution, the future status of Kosovo was to be determined through an agreement reached by both sides, in a political process, but such a solution had to respect the territorial integrity of SRJ, that is, Serbia, she continued. 

The Chinese representative rejected claims coming from the countries which recognized Kosovo that the negotiating process had been exhausted, stressing that this could only have been ascertained by the UN Security Council, which was entitled to decide on the further measures. 

Hanchin also rejected statements that Kosovo's residents had a right to self-determination, explaining that such a right, under international regulations, is enjoyed only by peoples or territories of colonies or areas under foreign occupation. 

China also stood against claims that Kosovo's independence is now "fait accompli", because 63 countries recognized it. 

"The advisory opinion of the ICJ will therefore have direct influence on international law and relations," the Chinese legal representative said, and added that her country remains committed to building a lasting peace in the Balkans through political dialogue and seeking of a compromise solution, noting that unilateral acts do not contribute to that goal. 

China was the first permanent member of the UN Security Council that presented its arguments in the case, and this was also the first time that this country participated in an ICJ advisory opinion hearing . All five permanent UNSC member states will address the court. 

Cyprus is also set to speak in favor of Serbia's argument that the proclamation was in violation of international law. 

Denmark and Croatia will defend Kosovo Albanian position. 

In a written contribution on 70 pages, submitted to the ICJ previously during the proceedings, Cyprus stated that Kosovo has no right to statehood, as well as that the unilateral declaration of independence, made by the province's interim institutions, was contrary to international law. 

Kosovo only has those rights guaranteed to it by Resolution 1244, and a right to secession is not among them, Cyprus said. 

The Hague Court opened the public hearing on the legitimacy of the unilateral proclamation on December 1. The participating countries will be presenting their arguments until December 11.  


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Continuazione del dibattito sul Kosovo a L'Aia

7 Dicembre 2009 | 11:51 -> 14:17 | Fonte: FoNet, Beta

L'Aia - Dinanzi alla Corte internazionale di giustizia, Cipro e la Cina hanno affermato che l'indipendenza del Kosovo è illegale, mentre la Danimarca e la Croazia hanno difeso la tesi opposta


La Cina nella sua prima apparizione davanti alla Corte internazionale di giustizia dell'Aia, ha ritenuto che la dichiarazione unilaterale di indipendenza è contraria al diritto internazionale.

"Senza dubbio, il Kosovo, dopo la disgregazione della Jugoslavia, faceva parte della Jugoslavia, cioè della Serbia. I componenti degli Stati sovrani, secondo il diritto internazionale, non hanno il diritto di secessione unilaterale ... mentre il principio della tutela della integrità territoriale fa da pietra angolare dell'ordinamento giuridico internazionale ", ha detto il rappresentante legale della Cina, Sie Hanćin.

Nel quinto giorno di audizioni sulla legittimità della dichiarazione unilaterale di indipendenza del Kosovo, Sie ha sottolineato che gli Stati sovrani hanno il diritto di impedire la secessione unilaterale per proteggere la propria integrità.

L'atteggiamento della Cina è che con la dichiarazione di indipendenza è stata violata la risoluzione vincolante 1244 che garantisce l'inviolabilità della integrità territoriale e la sovranità della Jugoslavia, ha sottolineato Sie.

La portavoce della Cina ha respinto l'interpretazione per cui questa Risoluzione era "non-vincolante", sottolineando che è stato il governo di Pechino, come membro permanente del Consiglio di Sicurezza, ad insistere che la garanzia di integrità territoriale della Jugoslavia, dopo l'"illegale" attacco militare da parte della NATO, venisse inclusa nel documento.

"Per questo motivo la Cina non ha bloccato l'adozione della Risoluzione 1244", ha osservato la Sie Hanćin.

Secondo la risoluzione, ha ricordato, il futuro status del Kosovo doveva essere determinato con l'accordo di entrambe le parti nel processo politico, ma qualsiasi soluzione doveva rispettare l'integrità territoriale della Repubblica federale di Jugoslavia, ovvero della Serbia.

Respingendo l'affermazione degli Stati che hanno riconosciuto l'indipendenza del Kosovo, che il processo negoziale sul Kosovo sarebbe esaurito, Sie ha sottolineato che questo poteva soltanto determinarlo il Consiglio di Sicurezza dell'Onu, a cui spettava di decidere sulle ulteriori misure.

La rappresentante cinese ha respinto l'opinione che il popolo del Kosovo abbia il diritto di autodeterminazione, precisando che di tale diritto secondo le normative internazionali godono solo colonie, o i territori e le zone sotto occupazione straniera.

La rappresentante cinese ha respinto le affermazioni che l'indipendenza del Kosovo sarebbe un "fait accomplì", perché riconosciuta da 63 Stati.

Il parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia avrà, pertanto, un "impatto diretto" sul diritto internazionale e sulle relazioni.

La Cina resta impegnata a costruire una pace duratura nei Balcani attraverso il dialogo politico e la ricerca di soluzioni di compromesso, ma le azioni unilaterali non contribuiscono a tal fine, ha concluso Sie Hanćin, consulente legale presso il Ministero degli Affari Esteri di Pechino.

Cipro ha chiesto alla Corte internazionale di giustizia dell'Aia di applicare il diritto internazionale su questo caso, e ha detto che la dichiarazione di indipendenza del Kosovo è illegale.

"I principi del diritto internazionale non supportano una dichiarazione unilaterale di indipendenza del Kosovo ... Né il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, né chiunque altro, ha il diritto di amputare una parte del territorio di uno Stato sovrano ", ha detto il legale rappresentante cipriota Polivijos Poliviju.

Negando che il Kosovo sia un "caso speciale", Poliviju ha avvertito che la Corte internazionale di giustizia, se adotta una posizione basata sulla specificità e si esprime positivamente sull'autonomia, "difficilmente sarà in grado di limitare tale constatazione solo al Kosovo".

"Un avvocato o un politico manipolatore potrebbero applicare questo verdetto a molti altri casi ... Se il tribunale prendesse la posizione che il Kosovo è un 'caso speciale', cesserebbe di essere un tribunale ... e questo non deve farlo", ha ribadito la Poliviju, aggiungendo che l'applicazione del diritto internazionale deve essere universale.

Il rappresentante di Cipro ha detto che violazioni dei diritti umani in Kosovo non danno il diritto alla popolazione locale di squartare uno Stato sovrano, poiché i suoi diritti andranno rispettati dentro la Serbia.

Un altro rappresentante cipriota, Von Lou, ha detto che la dichiarazione di indipendenza è in contrasto con la risoluzione del Consiglio di Sicurezza 1244, con cui è stata istituita l'amministrazione internazionale temporanea nella provincia garantendo inoltre l'integrità territoriale della Jugoslavia.

"Nessuna parola nel documento implica che l'amministrazione internazionale potrebbe concludersi con la rimozione della sovranità della Serbia in Kosovo", ha sottolineato Lou, ricordando che la Serbia ha deciso di accettare la risoluzione sotto tali condizioni.

Secondo la risoluzione, nessuna delle due parti aveva il diritto di imporre unilateralmente soluzioni sul futuro status del Kosovo, ha ricordato Lou.

I rappresentanti della Croazia e della Danimarca, d'altra parte, hanno affermato che la dichiarazione di indipendenza non è in contraddizione con il diritto internazionale.

La portavoce della Croazia Andreja Metelko Zgombić, ha detto che il Kosovo era parte integrante della Jugoslavia, e quindi aveva il diritto di autodeterminazione, ovvero di dichiarazione dell'indipendenza.

Affermando che gli albanesi del Kosovo, sebbene facendo il 90 per cento della popolazione del Kosovo, sono stati vittime di anni di repressione da parte delle autorità serbe, Andreja Metelko Zgombić ha detto che la volontà del popolo deve essere l'elemento basilare per la determinazione dello status finale del Kosovo.

Dopo due anni di negoziati, le posizioni di Belgrado e Pristina non si sono ravvicinate. L'inviato speciale del segretario generale delle Nazioni Unite, Martti Ahtisaari, ha concluso che non vi è alcuna possibilità per un accordo sullo status finale del Kosovo, ha detto Andreja Metelko Zgombić, valutando che l'esistenza della Repubblica del Kosovo è un fatto del diritto internazionale ed è conforme con esso.

Il rappresentante della Danimarca Thomas Winkler, ha affermato che la dichiarazione di indipendenza non è in contraddizione con il diritto internazionale, perché la legge internazionale non vieta la dichiarazione di indipendenza.

Winkler ha detto che la Risoluzione 1244 sul Kosovo del Consiglio di sicurezza dell'ONU non ha escluso l'indipendenza come una possibile soluzione per lo status del Kosovo, né ha stabilito che la soluzione finale possa essere raggiunta solo con il consenso della Serbia.

Secondo Winkler, l'indipendenza del Kosovo è stata dichiarata dopo che si sono esaurite tutte le possibilità per una soluzione negoziale tra Belgrado e Pristina.

La maggior parte della popolazione del Kosovo, i cui diritti umani erano stati per anni violati da parte della Serbia, voleva l'indipendenza, ha detto Winkler.

Lui ha valutato che la dichiarazione di indipendenza del Kosovo non può costituire un precedente sul quale le entità possano cercare la separazione dalla madre patria, causando l'instabilità nel mondo.

"Il Kosovo è un caso specifico, poiché alla sua popolazione sono stati violati i diritti umani per molti anni, è stato otto anni sotto l'amministrazione internazionale ed in Jugoslavia aveva uno status specifico che gli dava il diritto all'autodeterminazione", ha detto Winkler.


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http://www.b92.net/eng/news/politics-article.php?yyyy=2009&mm=12&dd=08&nav_id=63587

Beta News Agency/B92 - December 8, 2009

ICJ hears Russian, U.S. arguments 


THE HAGUE: The public hearing on the Kosovo case continued this Tuesday in The Hague for the sixth day.

After yesterday's arguments presented by China – the first permanent member of the UN Security Council to participate in the proceedings – today the judges are hearing the arguments of Russia and the United States, and also Spain and Finland.

Moscow and Washington are heading two blocs in the United Nations – one favoring, and the other opposing the Kosovo Albanian unilateral proclamation of independence. 

This was the first time in the last 50 years that Russians and Americans face each other directly in an international court, reports said. 

The International Court of Justice (ICJ) hearing is set to continue until the end of this week, but the judges are expected to give their advisory opinion on the legality of the proclamation several months later. 

The case was forwarded to the court by the UN General Assembly last fall, at the request of Serbia. 

Russia: Declaration was illegal

Ambassador of the Russian Federation to the Netherlands, Kirill Gevorgian, who today acted as Russia's legal representative in the ICJ proceedings, said that the unilateral declaration was illegal, and stressed that UNSCR 1244 was still in force, guaranteeing Serbia's territorial integrity. 

Gevorgian also noted that general international law is preventing Kosovo from declaring independence, bearing in mind that the people of Kosovo do not enjoy a right to self-determination. 

Russia believes that Resolution 1244 is still in force and that all sides are obligated to respect it, and the guarantees for the territorial integrity and sovereignty of Serbia, the ambassador stressed. 

"Resolution 1244 is still in force and for this reason, no institution can proclaim independence. Russia believes that the unilateral resolution on the independence of Kosovo is contrary to Resolution 1244 and international law," the Russian representative said, according to a Beta news agency report from The Hague. 

Gevorgian stressed that Resolution 1244, which proscribes a Kosovo status solution through negotiations and with the consent of both sides, and prohibits unilateral moves, cannot be overturned by a decision of UN secretary-general's envoy Martti Ahtisaari to end the negotiations and recommend independence as the only solution. 

Ahtisaari, the ambassador told the ICJ judges, "not only missed a chance to secure an agreement but also came forward with his own solution, contrary to the position of one of the parties". 

Ahtisaari's failure does not mean that the process has been concluded, Gevorgian said, and added that the Security Council decides on that. 

While describing the status negotiations, the Russian representative today quoted the words of Kosovo Albanian representative Skender Hiseni, who said that the negotiations were led on "whether or not Serbia will accept Kosovo's independence". 

The temporary international regime in Kosovo could only have been ended by the UN Security Council, in keeping with Resolution 1244, the ambassador added. 

Gevorgian went on to say that unlike Ahtrisaari, the Security Council had decided to extend the negotiations and that Serbia was offering an ever increasing level of autonomy to the Albanians, including membership in international organizations. 

Rejecting claims coming from those countries who support the unilateral declaration that international law "does not regulate independence declarations", the Russian representative reminded that the UN Security Council declared Northern Cyprus and Rhodesia's independence to be illegal, since secession is forbidden outside the colonial context. 

Russia also pointed out that "severe violations of Albanians' human rights during the 1990s" cannot serve as justification for the unilateral proclamation made in 2008. 

"We often hear that international law is no law, that it does not apply to precedents, and that power is the law. This case is a chance to demonstrate that international law is in effect," Gevorgian concluded. 

Spain: Declaration against international law

Spain stated before the International Court of Justice (ICJ) today that the unilateral proclamation of Kosovo's independence goes against international law. 

“The unilateral Kosovo independence declaration cannot be in accordance with international law because it violated the principle of territorial integrity and sovereignty of Serbia, which is engraved in the UN Security Council Resolution 1244,” Spanish representative Concepcion Escobar Hernandez said. 

She added that “with the adoption of Resolution 1244, the Security Council did not vote in favor of Kosovo's independence, nor for then Federal Republic of Yugoslavia to lose sovereignty over the province.” 

Resolution 1244 was passed with “wise balance between the interests of the two sides” and founded on two basic principles – the territorial integrity and sovereignty of the Federal Republic of Yugoslavia and the right of ethnic Albanians for self-determination through self-administration and autonomy, Hernandez said. 

According to the resolution, a future status of Kosovo must be the result of a political process, and agreement between the two sides. 

“Spain believes that Resolution 1244 is still in power, and that the political process for seeking a solution is ongoing, until the Security Council passes a different decision,” Hernandez said. 

It can only be concluded, the Spanish representative continued, that without a new decision from the UN Security Council, the negotiations on Kosovo’s future status must continue. 

Hernandez also said that a unilateral act cannot be considered an “agreement” which Resolution 1244 envisioned. 

“Both sides have to agree on a solution and the UN Security Council must support it,” Hernandez underscored. 

She said that a unilateral secession is not allowed under international law, unless in case it concerns a colony. 

Hernandez backed this statement by quoting from last year's EU report on the conflict between Georgia and Russia. 

Spain gives great significance to the protection of human and minority rights, she said but rejected claims that repression of Kosovo Albanians during the 1990s justify unilateral secession. 

Spain’s stance is that this question was solved with the UN Security Council Resolution 1244, which enabled ethnic Albanians to enjoy a broad autonomy, Hernandez concluded.  


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L'Aia: Le opinioni contrapposte della Russia e degli Stati Uniti

8 Dicembre 2009 | 11:53 -> 13:59 | Fonte: Beta

L'Aia - Gli Stati Uniti e la Russia dinanzi alla Corte internazionale di giustizia dell'Aia hanno presentato opinioni opposte sulla legittimità dell'indipendenza del Kosovo.

La Russia dinanzi alla Corte internazionale di giustizia ha affermato che la dichiarazione unilaterale di indipendenza non è legale, sottolineando che è ancora in vigore la Risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza che garantisce l'integrità territoriale della Serbia.

Il legale rappresentante della Russia Kirill Gevorgijan ha indicato che il diritto internazionale generale "impedisce al Kosovo di dichiarare l'indipendenza", perché il popolo del Kosovo non gode del diritto di autodeterminazione.

La Russia, pertanto, ritiene che la Risoluzione 1244 è tutt'ora valida e che tutti sono tenuti a rispettarla, così come le garanzie di integrità territoriale e la sovranità della Serbia, ha sottolineato Gevorgijan.

"La Risoluzione 1244 è tuttora in vigore e per questo motivo nessuna istituzione ha il diritto di dichiarare l'indipendenza. La Russia ritiene che la risoluzione unilaterale di indipendenza del Kosovo è in contrasto con la Risoluzione 1244 e con il diritto internazionale ", ha sottolineato il rappresentante di Mosca.

L'ambasciatore Gevorgijan ha sottolineato che la Risoluzione 1244 prevede che la soluzione dello status del Kosovo sia tramite negoziati tra le parti e vieta mosse unilaterali, ed essa non poteva essere "modificata con la decisione" di Martti Ahtisaari, l'inviato speciale del Segretario generale dell'ONU, di porre fine ai negoziati raccomandando l'indipendenza come unica soluzione.

Ahtisaari "non soltanto ha omesso di procurare un accordo, ma è anche uscito con una propria soluzione, contraria al punto di vista di una delle parti", ha detto Gevorgijan, sottolineando che il fallimento di Ahtisaari non significa che sia completato il processo decisionale del Consiglio di Sicurezza.

Nella sua descrizione di questi negoziati, l'ambasciatore della Russia si è servito delle parole del principale rappresentante del governo di Pristina, Skender Hiseni: "I negoziati sono stati condotti sulla questione se la Serbia accetterà o non accetterà l'indipendenza del Kosovo".

Il rappresentante russo ha sottolineato che il regime temporaneo internazionale in Kosovo, in conformità con la Risoluzione 1244, potrebbe essere terminato solo da parte del Consiglio di sicurezza dell'ONU.

Gevorgijan ha sostenuto che, contrariamente a Ahtisaari, il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha deciso di prolungare i negoziati e che la Serbia, nel corso delle trattative con "la troika" internazionale, ha offerto un grado di autonomia del Kosovo sempre più alto, compresa l'adesione alle organizzazioni internazionali.

Negando le accuse dei paesi che sostengono il Kosovo dichiarando che il diritto internazionale "non disciplina" le dichiarazioni d'Indipendenza, Gevorgijan ha rammentato che il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha dichiarato illegale l'indipendenza di Cipro del Nord e della Rhodesia, perché la secessione è vietata "al di fuori del contesto coloniale".

La Russia ha indicato che le gravi violazioni dei diritti umani degli albanesi durante gli anni novanta "non possono essere una giustificazione per una dichiarazione unilaterale di indipendenza nel 2008".

"Spesso si sente dire che il diritto internazionale non è un diritto, che non si applica alle eccezioni e che il potere funge da legge. Questo caso è un'occasione per dimostrare che il diritto internazionale ha validità", ha concluso Gevorgijan.

Ma proprio oggi, gli Stati Uniti hanno ritenuto che una dichiarazione di indipendenza non è in contraddizione con il diritto internazionale.

"Gli Stati Uniti chiedono alla Corte internazionale di giustizia di lasciare la dichiarazione di indipendenza intatta, come un'espressione della volontà del popolo del Kosovo, che sia rifiutando di dichiararsi sulla sua legittimità, o stabilendo che la legge internazionale non vieta la dichiarazione di indipendenza", ha detto rappresentante statunitense Harold Hongdju Ko nel Palazzo della Pace dell'Aia.

Hongdju ha fatto appello alla Corte di non affrontare la questione più ampia della autodeterminazione nel diritto internazionale, o, in caso contrario, di vedere il Kosovo come un "caso speciale".

"Non vi è alcuna contraddizione tra la dichiarazione pacifica di indipendenza del Kosovo e il diritto internazionale, compresa la Risoluzione 1244", ha detto Hongdju Ko.

A riprova di questo, il rappresentante americano, tra l'altro, ha detto che nove di 15 membri del Consiglio di Sicurezza che hanno votato per la Risoluzione 1244, in seguito hanno riconosciuto il Kosovo.

Il rappresentante degli Stati Uniti ha sottolineato che la dichiarazione unilaterale di indipendenza "deriva da un processo politico sorvegliato dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU", e che è pertanto in linea con la Risoluzione 1244

Hongdju Wo ha ricordato che l'inviato del segretario generale dell'Onu, Martti Ahtisaari, al termine di un processo di negoziazione privo di successo, ha detto che "l'indipendenza del Kosovo è l'unica soluzione possibile".

Gli Stati Uniti hanno indicato che con la Risoluzione 1244 non è stata garantita l'integrità territoriale della Serbia, ma quella della Jugoslavia, che ora non esiste, e soltanto durante il periodo intermedio di amministrazione internazionale in Kosovo.

Secondo Ko, la dichiarazione di indipendenza non ha violato alcun principio di integrità territoriale poiché, secondo il diritto internazionale, sono solo gli Stati che lo devono rispettare e non le entità interne.

Riferendosi alla sentenza del Tribunale dell'Aia nel caso di Milutinovic, il rappresentante degli Stati Uniti ha suggerito che la legittimità della dichiarazione d'indipendenza deriva anche dal fatto che per anni interi gli albanesi del Kosovo sono stati sottoposti ad una "campagna di violenza, sotto l'egida dello Stato, che ebbe il suo apice nel 1999 quando "10000 albanesi furono uccisi e circa un milione espulsi".

La legittimità della dichiarazione unilaterale di indipendenza del Kosovo è ora davanti alla Corte internazionale di giustizia, e dopo gli Stati Uniti, è stata sostenuta anche dalla Finlandia.

La legale rappresentante della Finlandia Paivi Kaukoranta, ha definiato la dichiarazione "un atto politico", basato su eventi del passato.

Chiamando l'indipendenza del Kosovo un "fatto", Kaukoranta ha detto che una dichiarazione di indipendenza è sempre in conflitto con la legge interna del paese madre.

Kaukoranta ha indicato che l'indipendenza del Kosovo è il risultato del fallimento delle trattative tra Belgrado e Pristina che il Consiglio di Sicurezza ha condotto ai sensi della Risoluzione 1244, con la mediazione del Segretario Generale dell'ONU, tramite il suo inviato speciale Martti Ahtisaari, ex presidente finlandese.

"Il diritto internazionale deve accettare che la storia porta alla creazione di nuovi Stati," ha indicato la portavoce della Finlandia.

Kaukoranta ha suggerito che il diritto degli albanesi del Kosovo alla secessione dalla Serbia deriva dall'incapacità o dalla mancanza di volontà delle autorità di Belgrado a permettere "la realizzazione del diritto all' auto-determinazione interna" attraverso una sostanziale autonomia e autogoverno in Kosovo.

Un altro rappresentante legale della Finlandia, Martti Koskeniemi, ha sottolineato che il diritto internazionale non si "interessa" delle dichiarazioni di indipendenza.

Il principio del rispetto dell'integrità territoriale si applica solo tra gli Stati e non per i soggetti interni, ha sostenuto Koskeniemi.

La Spagna, invece, ha affermato che la dichiarazione è stata illegale.

"La dichiarazione unilaterale di indipendenza non può essere in conformità al diritto internazionale in quanto viola il principio di integrità territoriale e la sovranità della Serbia, inscritta nella Risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU", ha detto il legale rappresentante della Spagna, Concepción Escobar Hernández.

La Hernandez ha sottolineato che "con l'adozione della Risoluzione 1244, il Consiglio di Sicurezza non ha votato a favore dell'indipendenza, né ha voluto che l'allora Repubblica Federale di Jugoslavia perdesse la sovranità sulla provincia."

La Risoluzione 1244 ha adottato un "equilibrio sapiente fra gli interessi di entrambe le parti e due principi fondamentali - l'integrità territoriale e la sovranità della RFJ con il diritto degli albanesi di autodeterminarsi attraverso gli organi di governo e l'autonomia", ha sottolineato.

Il futuro status del Kosovo, secondo la Risoluzione, doveva rappresentare l'esito del processo politico, ovvero dell'accordo tra entrambe le parti, ha detto.

"La Spagna ritiene che la Risoluzione 1244 è ancora in vigore e che il processo politico per la ricerca di soluzioni è ancora in corso, finché il Consiglio di Sicurezza non adotta una decisione diversa", ha detto la portavoce della Spagna.

Si può solo concludere che, in assenza di una decisione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, i colloqui sul Kosovo debbano continuare, ha detto Hernandez. Ha avvertito che gli atti unilaterali non possono fungere da "accordo" previsto dalla Risoluzione 1244.
"La soluzione deve essere concordata tra entrambe le parti e sostenuta dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU", ha sottolineato la rappresentante della Spagna.

Secondo la rappresentante della Spagna, la secessione unilaterale è illegale secondo il diritto internazionale, tranne che nel caso delle colonie.

Una tale valutazione deriva secondo lei anche dal rapporto dell'Unione europea sul conflitto dello scorso anno tra la Georgia e la Russia.

Rilevando che la Spagna attribuisce grande importanza alla protezione dei diritti umani e delle minoranze, Hernandez tuttavia ha respinto la tesi secondo cui la repressione sugli albanesi del Kosovo nel corso degli anni Novanta abbia giustificato la secessione unilaterale.

La posizione della Spagna è che questo problema è risolto attraverso la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che ha consentito agli albanesi un'ampio auto-governo.

Durante i cinque giorni precedenti il dibattito, iniziato il 1 dicembre, quindici giudici hanno ascoltato gli argomenti delle autorità serbe, di Pristina e di 15 altri Stati.

Sentite le argomentazioni orali di 28 Stati, la Corte internazionale di giustizia rilascerà un  parere sotto forma di consiglio non vincolante per gli Stati.

Per l'adozione di un parere consultivo non ci sono limiti di tempo, in pratica le decisioni dei giudici, guidate dal presidente della Corte Hisashi Ovada, giapponese, si protraggono per mesi.

"Se la dichiarazione unilaterale di indipendenza da parte delle istituzioni provvisorie di autogoverno del Kosovo sia in conformità del diritto internazionale": è questa la formulazione del quesito che alla Corte Internazionale di Giustizia nel mese di ottobre dello scorso anno è stato sottoposto dall'Assemblea generale dell'ONU, approvando una risoluzione su richiesta della Serbia.