10 Febbraio, Giornata della provocazione nazionalista e fascista
1) Impedita a Pontedera celebrazione clericonazista
2) Foibe: PdL scatenato contro il recente libro di Pirjevec e Bajc
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06-FEB-10 14:12
FOIBE: COMITATO ANTIFASCISTA OCCUPA SALA, NO INCONTRO
(ANSA) - PONTEDERA (PISA), 6 FEB - Il Comitato antifascista toscano della Valdera ha occupato stamane la sala Carpi di Pontedera (Pisa) dove nel pomeriggio è prevista la commemorazione dei caduti delle Foibe da parte dell'Unione nazionale combattenti e reduci della Repubblica di Salò. Gli esponenti antifascisti hanno posizionato uno striscione con scritto "Ora e sempre resistenza" all'interno della sala e contestano la decisione del Comune di Pontedera di concedere lo spazio, gestito dall'Arci, ai nostalgici di Salò. Sul posto sono presenti carabinieri e agenti di polizia a presidiare la zona. E' intervenuto anche l'assessore alla Cultura di Pontedera Stefano Tognarelli per trovare una mediazione. (ANSA)
FOIBE:COMITATO ANTIFASCISTA OCCUPA SALA,INCONTRO ALTRA SEDE
(V. 'FOIBE: COMITATO ANTIFASCISTA OCCUPA...' DELLE 14:12) (ANSA) - PONTEDERA (PISA), 6 FEB - La commemorazione delle vittime delle Foibe da parte dell'Unione nazionale combattenti e reduci della Repubblica di Salò si è svolta questo pomeriggio nel centro "Sete sois sete luas" a Pontedera (Pisa), invece che alla sala Carpi, sede inizialmente prevista, occupata stamani da esponenti del Comitato antifascista toscano della Valdera. Una decina in tutto i partecipanti alla commemorazione. "Molti hanno rinunciato per il caos che si è creato alla sala Carpi - ha detto Bruno Buti, presidente per Pisa, Lucca e Massa dell'associazione che si rifà alla Repubblica sociale e coordinatore toscano e di Pisa della Fiamma tricolore - e questo é senza dubbio un'ingiustizia, perché avevamo pagato la concessione dello spazio direttamente al Comune. Non mi aspettavo che l'amministrazione comunale approvasse un'occupazione di quel genere, così come non mi aspettavo che la propositura di Pontedera ci negasse l'invio di un prete per recitare un rosario in onore dei nostri caduti. Abbiamo contattato anche un diacono, ma anche lui ha avuto paura di collaborare con noi per questa ricorrenza". L'occupazione della sala Carpi da parte del Comitato antifascista si è poi conclusa nel pomeriggio. La zona è stata presidiata a lungo dalle forze di polizia. Non ci sono stati incidenti.(ANSA).
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ULTERIORI INFORMAZIONI GIUNTE DA PONTEDERA
Circa due settimane fa l'organizzazione fascista Fiamma Tricolore affiggeva manifesti con la croce celtica in grande evidenza. Il coordinamento antifascista si recava allora in Comune e contestava al sindaco che nella Giornata della Memoria il Comune avesse autorizzato l'affissione di un manifesto del genere.
Successivamente uscivano comunicati stampa e nel giro di pochi giorni la Fiamma, i reduci di Salò ed i nazisti di Forza Nuova organizzavano per il 6 febbraio una messa in suffragio delle vittime del comunismo, con dibattito pubblico.
Il Comitato antifascista scriveva allora una lettera aperta alla Chiesa, ottenendo che nessun prete impartisse messa per una iniziativa del genere.
Rimaneva la manifestazione, autorizzata in un locale comunale. Rifondazione Comunista organizzava un presidio a 60 metri, e l'ARCI e i Cobas chiedevano al Comune la revoca della autorizzazione.
Successivamente uscivano comunicati stampa e nel giro di pochi giorni la Fiamma, i reduci di Salò ed i nazisti di Forza Nuova organizzavano per il 6 febbraio una messa in suffragio delle vittime del comunismo, con dibattito pubblico.
Il Comitato antifascista scriveva allora una lettera aperta alla Chiesa, ottenendo che nessun prete impartisse messa per una iniziativa del genere.
Rimaneva la manifestazione, autorizzata in un locale comunale. Rifondazione Comunista organizzava un presidio a 60 metri, e l'ARCI e i Cobas chiedevano al Comune la revoca della autorizzazione.
Dopo il successo della occupazione della sala da parte degli antifascisti, il Comitato emetteva il comunicato che segue.
[ringraziamo Federico dei Cobas di Pisa per le informazioni]
La Valdera Antifascista, che riunisce realtà, associazioni e collettivi, si sono presentati alle ore 11 nella saletta Carpi dove alle 15 era prevista una manifestazione di Fiamma Tricolore e dei nostalgici di Salò.
Gli antifascisti hanno pacificamente presidiato lo spazio chiedendo al Sindaco Millozzi di revocare l’utilizzo della sala comunale che ospita un cineclub gestito dall’Arci. Ma il Sindaco non ha accettato di incontrare la Valdera Democratica e Antifascista e ha inviato al suo posto un Assessore che ha confermato la volontà dell’Amministrazione di lasciare la sala pubblica alla iniziativa dei nostalgici fascisti. La nostra ferma opposizione ha costretto la Questura di Pisa a cercare una interlocuzione con il Sindaco che alla fine ha ricevuto una nostra delegazione in Comune . E’ impensabile che si attribuisca a un semplice disguido di qualche ufficio la concessione della sala ai fascisti, è impensabile che si possa dare una copertura religiosa a questi “signori” (a proposito della annunciata partecipazione di un cappellano militare ad una cerimonia in favore delle vittime delle foibe)”.
Abbiamo ottenuto la revoca della sala e la mobilitazione si è conclusa alle 17. con un partecipato presidio in Piazza Curtatone.
E’ inaccettabile che i fascisti trovino legittimità e spazio da parte della Giunta, spazi per operazioni di revisionismo storico che mirano a cancellare la Resistenza per affermare invece i valori e le pratiche di odio del fascismo con tutte le sue stragi commesse in Italia e in Europa.
Le foibe sono l’ennesimo pretesto per operare una riscrittura della storia volta a cancellare le responsabilità fasciste e italiane nel genocidio della popolazione nei Balcani: centinaia di migliaia di jugoslavi perirono per mano italiana nei campi di concentramento, presenti per altro sullo stesso territorio italiano. Molti degli scampati da questi campi si unirono poi alla Resistenza contribuendo alla liberazione del nostro paese dal nazifascismo
Ma con la scusa delle Foibe i fascisti si vogliono accreditare con le campagne xenofobe e razziste dei nostri giorni, con atti di violenza quotidiana.
Sia ben chiaro che noi non daremo, né ora né in futuro, alcuna legittimazione AI FASCISTI e e non offriremo spazio alcuno ad operazioni di natura fascista che si ripercuotono sui lavoratori, sui migranti, sulle giovani generazioni.
Comitato ANTIFASCISTA E ANTIRAZZISTA VALDERA
Gli antifascisti hanno pacificamente presidiato lo spazio chiedendo al Sindaco Millozzi di revocare l’utilizzo della sala comunale che ospita un cineclub gestito dall’Arci. Ma il Sindaco non ha accettato di incontrare la Valdera Democratica e Antifascista e ha inviato al suo posto un Assessore che ha confermato la volontà dell’Amministrazione di lasciare la sala pubblica alla iniziativa dei nostalgici fascisti. La nostra ferma opposizione ha costretto la Questura di Pisa a cercare una interlocuzione con il Sindaco che alla fine ha ricevuto una nostra delegazione in Comune . E’ impensabile che si attribuisca a un semplice disguido di qualche ufficio la concessione della sala ai fascisti, è impensabile che si possa dare una copertura religiosa a questi “signori” (a proposito della annunciata partecipazione di un cappellano militare ad una cerimonia in favore delle vittime delle foibe)”.
Abbiamo ottenuto la revoca della sala e la mobilitazione si è conclusa alle 17. con un partecipato presidio in Piazza Curtatone.
E’ inaccettabile che i fascisti trovino legittimità e spazio da parte della Giunta, spazi per operazioni di revisionismo storico che mirano a cancellare la Resistenza per affermare invece i valori e le pratiche di odio del fascismo con tutte le sue stragi commesse in Italia e in Europa.
Le foibe sono l’ennesimo pretesto per operare una riscrittura della storia volta a cancellare le responsabilità fasciste e italiane nel genocidio della popolazione nei Balcani: centinaia di migliaia di jugoslavi perirono per mano italiana nei campi di concentramento, presenti per altro sullo stesso territorio italiano. Molti degli scampati da questi campi si unirono poi alla Resistenza contribuendo alla liberazione del nostro paese dal nazifascismo
Ma con la scusa delle Foibe i fascisti si vogliono accreditare con le campagne xenofobe e razziste dei nostri giorni, con atti di violenza quotidiana.
Sia ben chiaro che noi non daremo, né ora né in futuro, alcuna legittimazione AI FASCISTI e e non offriremo spazio alcuno ad operazioni di natura fascista che si ripercuotono sui lavoratori, sui migranti, sulle giovani generazioni.
Comitato ANTIFASCISTA E ANTIRAZZISTA VALDERA
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Da: comitatoantifasc_pr @...
Oggetto: Foibe: PdL scatenato contro il recente libro di Pirjevec e Bajc
Data: 06 febbraio 2010 18:57:13 GMT+01:00
Pdl del Friuli scatenato contro lo storico Pirjevec autore insieme ad altri del libro "Foibe. Una storia d'Italia" pubblicato in novembre da Einaudi. Uno dei coautori del libro, Gorazd Bajc, interverrà alla contromanifestazione sulle foibe di giovedì 11 sera al cinema Astra di Parma
“Negare, come ha fatto lo storico dell’Università di Capodistria Joze Pirjevec, che la tragedia delle foibe sia da attribuirsi alla volontà di effettuare una pulizia etnica premeditata, frutto di un’azione politica tesa all’eliminazione di quanti si opponevano all’annessione alla Jugoslavia dopo la fine della seconda guerra mondiale, significa non prendere in considerazione fatti storicamente assodati. E’ necessario dare urgentemente corso all’iter per la costituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta, affinché venga fatta definitivamente luce su questi tragici fatti”.
A chiederlo in una mozione i consiglieri regionali friulani del Pdl Roberto Novelli (primo firmatario), Daniele Galasso, Franco Baritussio, Piero Tononi, Roberto Marin, Paolo Ciani, Maurizio Bucci, Piero Camber, Bruno Marini e Gaetano Valenti ed il capogruppo dell’Udc Edoardo Sasco.
A scatenare la reazione del Pdl i contenuti del volume “Foibe. Una storia d’Italia” di Pirjevec, appunto.
Nel testo presentato dal centrodestra si chide alla Giunta regionale di intervenire presso il governo nazionale e il Parlamento.
“Sull’argomento foibe – rileva Novelli – si pensava che si fosse ormai giunti a una consolidata verità, ma la pubblicazione del volume “Foibe. Una storia d’Italia” di Pirjevec ha riacutizzato un vulnus notevole nell’animo degli italiani. In un’intervista rilasciata a un quotidiano locale di lingua slovena, lo storico dell’Università di Capodistria definisce l’esodo di centinaia di migliaia di italiani giuliano-dalmati (da 250mila a 350mila), come il rifiuto di un popolo di indottrinati dal nazionalismo e dal fascismo a sentirsi razza eletta, a farsi comandare dagli s’ciavi, per giunta comunisti, definito come trauma psicologico”.
Prosegue Novelli: “Lo stesso autore confuta anche la tesi per cui nelle foibe di Basovizza vi sarebbero 2.500 corpi e altrettanti in quella di Brsljanovicadi Opicina, sostenendo che si dovrebbe effettuare una scrupolosa perlustrazione delle grotte stesse. Del resto lo storico dell’Università di Capodistria riserva il termine tomba comune per indicare le foibe, sostenendo che tali voragini sono state volutamente cementificate e ostruite con materiale esplosivo al fine di evitarne l’esplorazione, e quindi, l’esatto numero delle vittime ivi giacenti e la loro nazionalità”.
“Pirjevec sostiene, infine – prosegue l’esponente del Pdl – che ci sarebbe una sorta di continuità tra la propaganda nazista sulle foibe istriane e la loro riscoperta degli anni Novanta, attraverso un’operazione politica e culturale revisionista, fino all’istituzione, nel 2004, del Giorno del Ricordo (10 febbraio). Secondo Pirjevec si tratterebbe, invece, di una decisione mossa da pura propaganda politica in un’Italia soggetta a crisi d’identità e coesione e che sarebbe legata alla questione della determinazione dei confini. Non a caso è stato scelto il 10 febbraio, quando è stato firmato il Trattato di Parigi, con il quale l’Italia ha perso gran parte del territorio dell’allora Venezia Giulia. Quelle di Pirjevec sono affermazioni che stridono con le testimonianze di tutte le persone che hanno vissuto il dramma dell’esodo dall’Istria e l’opera di epurazione perpetrata dai soldati titini durante e dopo la fine del secondo conflitto mondiale, secondo le quali le foibe rappresentano a tutti gli effetti fenditure carsiche in cui i partigiani jugoslavi gettarono i corpi dei nemici.Anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel 2007, ricostruendo le tragiche vicende seguite prima all’8 settembre 1943 e poi al 25 aprile 1945, ha dichiarato che vi fu un moto di odio e di furia sanguinaria, e un disegno annessionistico slavo che assunse i sinistri connotati di una pulizia etnica”.
“E’ necessario, quindi – conclude Novelli – che si faccia chiarezza tramite la costituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sulle foibe. Non per volontà revanscista o semplice spirito di parte, ma per un’oggettiva analisi storica, unica fonte di verità e di giustizia, finalizzata ad una serena e duratura amicizia tra i popoli”.
A chiederlo in una mozione i consiglieri regionali friulani del Pdl Roberto Novelli (primo firmatario), Daniele Galasso, Franco Baritussio, Piero Tononi, Roberto Marin, Paolo Ciani, Maurizio Bucci, Piero Camber, Bruno Marini e Gaetano Valenti ed il capogruppo dell’Udc Edoardo Sasco.
A scatenare la reazione del Pdl i contenuti del volume “Foibe. Una storia d’Italia” di Pirjevec, appunto.
Nel testo presentato dal centrodestra si chide alla Giunta regionale di intervenire presso il governo nazionale e il Parlamento.
“Sull’argomento foibe – rileva Novelli – si pensava che si fosse ormai giunti a una consolidata verità, ma la pubblicazione del volume “Foibe. Una storia d’Italia” di Pirjevec ha riacutizzato un vulnus notevole nell’animo degli italiani. In un’intervista rilasciata a un quotidiano locale di lingua slovena, lo storico dell’Università di Capodistria definisce l’esodo di centinaia di migliaia di italiani giuliano-dalmati (da 250mila a 350mila), come il rifiuto di un popolo di indottrinati dal nazionalismo e dal fascismo a sentirsi razza eletta, a farsi comandare dagli s’ciavi, per giunta comunisti, definito come trauma psicologico”.
Prosegue Novelli: “Lo stesso autore confuta anche la tesi per cui nelle foibe di Basovizza vi sarebbero 2.500 corpi e altrettanti in quella di Brsljanovicadi Opicina, sostenendo che si dovrebbe effettuare una scrupolosa perlustrazione delle grotte stesse. Del resto lo storico dell’Università di Capodistria riserva il termine tomba comune per indicare le foibe, sostenendo che tali voragini sono state volutamente cementificate e ostruite con materiale esplosivo al fine di evitarne l’esplorazione, e quindi, l’esatto numero delle vittime ivi giacenti e la loro nazionalità”.
“Pirjevec sostiene, infine – prosegue l’esponente del Pdl – che ci sarebbe una sorta di continuità tra la propaganda nazista sulle foibe istriane e la loro riscoperta degli anni Novanta, attraverso un’operazione politica e culturale revisionista, fino all’istituzione, nel 2004, del Giorno del Ricordo (10 febbraio). Secondo Pirjevec si tratterebbe, invece, di una decisione mossa da pura propaganda politica in un’Italia soggetta a crisi d’identità e coesione e che sarebbe legata alla questione della determinazione dei confini. Non a caso è stato scelto il 10 febbraio, quando è stato firmato il Trattato di Parigi, con il quale l’Italia ha perso gran parte del territorio dell’allora Venezia Giulia. Quelle di Pirjevec sono affermazioni che stridono con le testimonianze di tutte le persone che hanno vissuto il dramma dell’esodo dall’Istria e l’opera di epurazione perpetrata dai soldati titini durante e dopo la fine del secondo conflitto mondiale, secondo le quali le foibe rappresentano a tutti gli effetti fenditure carsiche in cui i partigiani jugoslavi gettarono i corpi dei nemici.Anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel 2007, ricostruendo le tragiche vicende seguite prima all’8 settembre 1943 e poi al 25 aprile 1945, ha dichiarato che vi fu un moto di odio e di furia sanguinaria, e un disegno annessionistico slavo che assunse i sinistri connotati di una pulizia etnica”.
“E’ necessario, quindi – conclude Novelli – che si faccia chiarezza tramite la costituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sulle foibe. Non per volontà revanscista o semplice spirito di parte, ma per un’oggettiva analisi storica, unica fonte di verità e di giustizia, finalizzata ad una serena e duratura amicizia tra i popoli”.