Da: Claudia CernigoiData: 25 giugno 2010 14:12:18 GMT+02:00Oggetto: I: MOSSAD BASE ITALIA - presentazione del libro di Eric Salerno a Trieste
Giro l'annuncio con preghiera di diffusione.aderisce il Coordinamento antifascista di TriesteClaudia Cernigoi---Da: compax @ inwind.it
Oggetto: MOSSAD BASE ITALIA - presentazione del libro di Eric Salerno a Trieste
Data: Venerdì 25 giugno 2010, 12:54MOSSAD BASE ITALIA - presentazione del libro di Eric Salerno a TriesteApri "Mossad base Italia", e sulla mappa di basi del servizio segreto israeliano nel nostro paese compare Trieste, dove nel '72 Settembre nero compì l'attentato al terminal petroli Siot.Impossibile non parlare del libro di Eric Salerno, corrispondente dal Medio Oriente del "Messaggero" di Roma, che verrà presentato per mobilitare le coscienze sui fatti di Palestina mercoledì 30 giugno, alle ore 18 presso la libreria Lovat di viale XX Settembre, un mese dopo l'assalto israeliano alle navi umanitarie della Gaza freedom flotilla.Nel libro si documenta la nascita della Marina militare israeliana, merito anche anche alla X Mas. Si documentano l'attentato all'ambasciata inglese nel '46 a Roma ed il rapimento di Mordechai Vanunu - tutt'ora in carcere - nel '76 a Roma. Si accenna perfino al rapimento Moro.A Trieste che fu annessa al terzo Reich ed è sede dell'unico Campo di sterminio in Italia, le Associazioni Penombre, Comitato pace convivenza e solidarietà "Danilo Dolci" e Salaam Ragazzi dell'Olivo, col supporto di Sinistra Ecologia e Libertà e l'adesione del coordinamento antifascista, hanno invitato Eric Salerno per spiegare anche la sua visione dei fatti su quanto sta accadendo oggi.L'intricato tessuto storico di interessi ebraici con l'influente Comunità cittadina, come conviverà dopo la crisi di Gaza coi rilevanti interessi turchi a Trieste, porto terminale della linea traghetti da Istanbul per l'Europa ?Sui muri di S.Sabba, Diego de Henriquez raccolse le testimonianze degli internati divenute patrimonio vivo del Museo della guerra per la pace, istituzione dall'eccezionale potenziale formativo lasciata al Comune di Trieste che da tempo ne sta curando il restauro.Per la Tavola della pace, Alessandro Capuzzo
di Roberto Livi *
Gli 007 di Israele in azione nella “base Italia”
In un libro appena uscito Eric Salerno racconta come il nostro sia sempre stato un paese in cui i servizi israeliani hanno potuto fare quel che han voluto (Zwaiter, Vanunu...).Fin dal '48 quando Ada Sereni disse a De Gasperi : «Il governo italiano deve chiudere un occhio e possibilmente due sulle nostre attività in questo paese»
Aprile 1948. Nel suo studio di Trento Alcide De Gasperi ha un incontro riservato e difficile. Di fronte a lui una donna decisa gli chiede in pratica carta bianca per le operazioni degli agenti di quell'«Istituto» che l'anno seguente diventerà il Mossad, il servizio segreto israeliano, quasi un mito per gli 007 del mondo intero. Il presidente del consiglio è titubante. Dal 1945, quando ancora non esisteva lo Stato di Israele, l'Italia era al centro di una battaglia geopolitica che segnerà tutta la seconda metà del '900. E i cui effetti continuano oggi.
Decine di migliaia di profughi ebrei liberati dai campi di sterminio nazisti si dirigono nel nostro paese, le organizzazioni sioniste cercano di farle entrare nella Palestina sotto mandato inglese e soprattutto cercano appoggi logistici - acquisto di armi, addestramento - per preparare l'inevitabile guerra fondativa dello Stato di Israele. Londra resiste, non vuole inimicarsi gli arabi ed essere esclusa dal business del petrolio, gli Stati uniti, leader degli Alleati, si apprestano a scalzare la Gran Bretagna come potenza egemone in Occidente e appoggiano il nazionalismo israeliano, l'Unione sovietica di Stalin gioca le sue carte per contrastare l'influenza americana in Medio Oriente.
L'Italia è ancora un paese a sovranità debole. De Gasperi capisce che deve schierarsi e accetta la richiesta di Ada Sereni, ebrea romana emigrata nel 1927 nel «focolare ebraico» in Palestina e tornata nel paese natale come dirigente del Mossad: «Il governo italiano deve chiudere un occhio e possibilmente due sulle nostre attività in questo paese». Da quel momento l'Italia diventa una sorta di terra promessa per gli agenti israeliani. Dall'immigrazione clandestina di ebrei sopravvissuti all'olocausto al traffico di armi, dagli attentati anti-inglesi al sabotaggio di navi e fabbriche che lavoravano per paesi arabi, dagli assassinii mirati di palestinesi a extraordinary rendition ante-litteram, dai tentativi di destabilizzazione politica a operazioni coperte nel quadro della guerra fredda.
Per oltre 60 anni gli uomini del Mossad hanno agito nelle loro basi italiane con la complicità dei servizi di casa nostra - deviati o meno - e dei governi che hanno chiuso entrambi gli occhi fino a mettere in causa la sovranità nazionale italiana.
Come si vede è un tema che scotta quello trattato da Eric Salerno nel suo ultimo libro, Mossad base Italia (Il Saggiatore, pagine 258, 19 euro), appena uscito. Raccontare e ricostruire «le azioni, gli intrighi, le verità nascoste» , di questi 60 anni significa non solo doversi immergere nella palude delle trame italiane, col rischio di affondarvi tra dossier manomessi o vuoti, servizi deviati, intrecci tra poteri e mafie, sabbie mobili delle operazioni coperte, disinformazione sparsa a piene mani. Comporta anche affrontare di petto l'intreccio tra politica mediorientale, Stato di Israele e questione ebraica.
Uno dei nodi politici più difficili. Specialmente dopo l'11 settembre e la guerra senza quartiere al terrorismo che è diventato, per antonomasia, terrorismo islamico o «scontro di civiltà» tra l'Occidente democratico e organizzazioni e regimi che vogliono minarne le fondamenta democratiche. Parlare laicamente di Israele comporta spesso da noi dover affrontare la scontata l'accusa di antisemitismo (come è già capitato a Salerno in occasione del suo illuminante libro Israele, la guerra dalla finestra, uscito nel 2002), ovvero di voler minare il baluardo mediorientale al terrorismo islamico.
Salerno, invece, vi riesce grazie alla sua conoscenza della materia - come inviato e poi corrispondente del Messaggero a Gerusalemme negli ultimi 30 anni- e a una professionalità laica ma non cieca, ormai rara nel giornalismo italiano. Se la scrittura è sciolta, colorita, quasi con un passo da romanzo, "Mossad base Italia" non è una fiction. L'asse portante del libro, oltre che la scintilla da cui è partita l'inchiesta, nasce dal contatto con Mike Harari, uno degli uomini chiave del Mossad in Italia insieme a Yeuda Arazi, personaggio-chiave del romanzo Exodus, nell'omonimo film impersonato da Paul Newman. L'ex-capo degli 007 israeliani accetta di raccontare la sua verità. Uno scoop senz'altro, ma Salerno è consapevole che racconti e rivelazioni contengono insidie. Del resto «Mike» mette in chiaro che se dicesse tutto quello che sa, poi sarebbe costretto « a uccidere» il suo interlocutore. Dietro di sé, in Italia, Harari ha lasciato una storia di complotti, assassinii politici, di alleanze eticamente difficili da accettare, con fascisti duri e puri della X Mas, con l'organizzazione Odessa delle ex-SS naziste, di operazioni che hanno violato la sovranità italiana. Per questa ragione le lunghe conversazioni con «Mike» sono il punto di partenza, cui seguono complesse indagini personali, negli archivi di Stato, nei quotidiani, negli archivi Usa della Cia e in quelli di Palmach e Haganah in Israele, interviste a personaggi-chiave. Il tutto accompagnato da attente riflessioni per evitare le insidie della disinformazione o del linguaggio ideologico.
I fatti raccontati non ne hanno bisogno. Si entra in storie difficilmente immaginabili e mai prima non rivelate, almeno con la serietà e la documentazione di questo libro. Dopo le richieste avanzate da Ada Sereni, De Gasperi le risponde: così ci chiedete di aiutarvi a vincere la guerra contro gli arabi. Poi però accetta, perché il suo partito (la Dc) e la sua Italia repubblicana (formata però anche grazie alla Resistenza) non può sopravvivere senza gli Stati uniti.
E la guerra arabo-israeliana ha le sue propaggini in Italia, paese che ha sempre avuto un ruolo-chiave nel Mediterraneo. Nell'aeroporto dell'Urbe verrà istituita una vera e propria base di formazione e addestramento per i piloti della nascente aviazione ebraica. A Catania vi sarà una pista utilizzata per un traffico - illegale -di armamenti provenienti dagli Usa. La Marina non è da meno e nel 1954 accetta di formare cadetti israeliani nella sua accademia, chiedendo solo che tutto «rimanga riservato». I servizi italiani collaborano o voltano le spalle . Attraverso l'Italia passa un flusso clandestino di armi (compresi carri armati, motori di aereo e i famosi maiali, i mini-sommergibili armati di esplosivo della X Mas) dirette nella Palestina ormai divisa tra Israele e Giordania. Flusso che non si interrompe durante le tregue dichiarate dall'Onu. Gli agenti ebraici (anche prima della costituzione ufficiale del Mossad nel '49) possono colpire industrie italiane che vendono armi agli arabi, sabotare navi che trasportano rifornimenti al nemico. Nel '48, su ordine di Ada Sereni, la nave Lino, carica di armi italiane acquistate dalla Siria, è bloccata da una bomba messa da sub ebraici. Poi altri sabotaggi e attentati.
L'Italia è anche territorio privilegiato per la guerra di spionaggio. Si sperimentano extraordinary rendition ante-litteram: nel settembre 1980 il tecnico nucleare israeliano Mordechai Vanunu, reo di aver denunciato la costruzione di ordigni nucleari nella centrale di Dimona, è rapito a Roma da agenti israeliani.
Per contrastare ogni manovra di avvicinamento di Roma con i paesi arabi il Mossad entra a pie' pari nella politica interna ed estera dell'Italia. Aldo Moro, uno dei dirigenti democristiani favorevoli a un accordo con i palestinesi, ne era consapevole. All'ex vice-segretario della Dc Giovanni Galloni confida: «La mia preoccupazione è questa: che io so per certa la notizia che i servizi segreti sia americani che israeliani hanno infiltrati nelle Brigate rosse, ma noi non siamo stati avvertiti di questo, sennò i covi li avremmo trovati».
In precedenza i segnali non erano mancati. L'ex-presidente Francesco Cossiga afferma anche che furono agenti del Mossad nel novembre 1973 a far saltare, mentre era in volo, Argo 16, l'aereo utilizzato per i «trasporti clandestini» di Gladio, l'organizzazione anti-sovietica voluta dagli Usa. Fu una ritorsione per la liberazione, decisa proprio da Moro, dei due terroristi palestinesi che avevano tentato di colpire un aereo della compagnia israeliana El Al sulla pista dell'aeroporto di Fiumicino.
Vendetta. La parola non compare mai nei dossier ufficiali d'Israele. Ma era la parola d'ordine lanciata dall'allora premier israeliano Golda Meir, «la donna con le palle». Vendetta per gli atleti della squadra israeliana sequestrati da militanti di Settembre nero durante le Olimpiadi di Monaco-'72 e uccisi nel corso dell'attacco delle forze speciali tedesche. La prima vittima della Vendetta cadrà a Roma, per mano di una squadra del Mossad guidata proprio da Harari.
Wail Zwaiter intellettuale palestinese e rappresentante di Al Fatah viene crivellato di colpi nell'androne di casa sua. Poco importa che non avesse nulla a che fare col terrorismo, anzi fosse un feroce critico di Settembre nero. Quello che bisognava inviare era un segnale forte e chiaro che il braccio armato di Israele colpiva inesorabilmente. Proprio questo obiettivo costituì la debolezza dell'operazione descritta anche nel film di Spielberg. La Vendetta doveva essere esemplare e veloce. Così si colpisce anche a caso: in Norvegia il commando del Mossad uccise un cameriere marocchino che nulla aveva a che fare con i palestinesi, La polizia locale non voltò le spalle, e uno dei killer del Mossad catturato svuotò il sacco. E rivelò particolari dell'operazione con cui Israele importò tonnellate di uranio per fabbricare le sue atomiche. Per Harari fu un mezzo smacco.
Il «modello Mossad», sperimentato anche in Italia, è vincente e diventa oggetto di esportazione. Ex-agenti sono riciclati come capi della sicurezza o «consiglieri» in mezzo mondo, dalle scorte alle navi alla vigilanza di aeroporti, da operazioni coperte e lucrose come l'Iran-contras-gate (armi ai terroristi anti-sandinisti in Nicaragua comprate con la coca fornita dai cartelli colombiani). Il caso dell'imam Omar rapito a Milano da agenti Cia - coperti dai servizi nostrani- dimostra che le extraodinary rendition devono molto alle tecniche del Mossad, mentre a Gaza e nei Territori gli omicidi mirati di dirigenti palestinesi sono ritenuti mezzi brutali, ma al fine di salvaguardare la democrazia.
* su Il Manifesto del 16/02/2010
ERIKO SALERNO Mosad baza Italija
Samo jednu akciju Mosad sa bazom u Rimu nikada nije sproveo: hvatanje ustaša i Anta Pavelića, koji su u svet pošli iz Večnog grada. Svedočanstva o tome nudi nam knjiga „Mosad baza Italija“, uglednog publiciste Erika Salerna (autor više knjiga o Bliskom istoku), koji više decenija piše za „Il Mesađero“, a živi između Jerusalima i Rima.
Ekskluzivno za „Pečat“ Salerno priča o svojim višegodišnjim istraživanjima po arhivima sveta, o traganju za najbitnijim preživelim svedokom, o neophodnosti suptilnog istraživanja radi maksimalne autentičnosti u stvaranju knjige-živopisa. Njegova priča istinski je uznemirujuća i fascinirajuća, bazirana, kako na dokumentima, tako i na svedočenju Mike Hararija, jednog od najčuvenijih jevrejskih špijuna, koji se vratio na mesto početka svoje karijere, u čuvenu rimsku Via Veneto, gde je, kao dvadesetogodišnjak, 1947. godine obavio svoj prvi zadatak.
U tri godine u Palestinu je poslato, legalno ili ilegalno, najmanje 26.000 Jevreja (broj koji su odredili Englezi bio je zanemarljiv). Najveći broj njih pristigao je iz Austrije. Stizali su u severni deo Italije, bilo je kampova za izbeglice posvuda, potom su se premeštali ka južnim zonama odakle je bilo lakše otići brodovima, koje su obezbeđivali agenti Mosada preko Italijana, ka Palestini. U nekim od ovih kampova, o kojima su vodili računa isključivo Jevreji, bili su vojno obučavani mladi Jevreji, pristigli iz Evrope. Obučavani su sa oružjem ili bez njega, kako bi jednom, kada stignu u Palestinu, mogli da se bore protiv Arapa. Odlazili su sa dvadesetak brodova, kupovanih i u inostranstvu, ili datih na prepravku i na raspolaganje agentima Mosada. Izbeglicama je u svemu veoma pomogla italijanska Mornarica.
Te 1948. godine zastajao ti je dah samo ako vidiš koja je sila arapski svet. Na centimetar zemlje Jevreja dolazilo je 100 kilometara arapske teritorije. Ali rat se pobeđuje i zahvaljujući propagandi, filtriranim vestima. 28. aprila 1948. godine na prvoj stranici rimskog dnevnog lista „Il Mesađero“, dopisnik iz Tel Aviva zaključuje: „Jevreji su snažniji od Arapa, brojniji su, bolje naoružani, bolje obučeni i disciplinovaniji“. Drugim rečima, situacija je takva da je arapska ofanziva kojom žele da izbace Jevreje iz Palestine osuđena na senzacionalni neuspeh.
Italija ima odlučujuću ulogu i u stvaranju izraelske avijacije, posebno rimski aerodrom Urbe. Škola iz koje je izašlo u samo devet meseci oko 60 pilota, upravo je ona na aerodromu Urbe. Zvanično, škola je bila civilna, a zapravo je bila kolevka izraelske avijacije, jer je jevrejska Palestina imala potrebu za vojnom snagom, sposobnom da se susretne sa arapskom silom. Avioni su kupovani na tržištu, već iskorišćeni. Italijanski instruktori bili su samo pokriće za Jevreje pristigle iz raznih delova sveta, pre toga se već boreći u raznim uniformama, kao što su one američke, kanadske i južnoafričke. Dakle, Rim je bio mesto obuke i mesto odakle su kretali avioni za borbu Jevreja iz Palestine. Italijanske tajne službe nadgledale su agente Mosada, da bi ih zatim po naredbi svojih starešina ostavljali da neometano rade.
Ipak, rat ne znači samo nabaviti oružje, već i zaustaviti dotok oružja protivničkoj strani. Mosad tako sabotira brodove krcate oružjem koje je kupila Vlada iz Damaska. Poznat je slučaj broda „Lina“ koji su kupili Sirijci, a koji je na putu za Bejrut potonuo. U trag tom brodu ušla je Ada Sereni, protagonista te akcije smislila je jednu dezinformaciju koje su objavile novine. Sačekalo se da brod stigne do Barija (kojeg je inače kontrolisala britanska fregata) ali u mraku se sve može – mina ispod i brod sa dragocenim tovarom tone.
Međutim, postoji još jedna zanimljivost. Italija je, naime, oduvek prodavala oružje raznim stranama, tako da je Mosad morao da krene u akciju sabotaža protiv italijanske industrije. Prodaja oružja inače nije moralno pitanje nigde u svetu, i sam Izrael na taj način trguje. Mosad se ne bavi direktno prometom oružja, ali taj promet olakšava, jer njegovi agenti putuju čak i u arapske zemlje gde se, koliko ja znam, nalazi i oružje iz Izraela. Trgovina je trgovina. Italijani su prodavali borbene avione kako Izraelu tako i Egiptu, samo što su ovi poslednji završavali u moru. Da su to bile akcije jevrejskog terorizma bilo je jasno svima. Ruka Mosada prostirala se posvuda. Ona je bombardovala Englesku ambasadu u Rimu, ona je po naredbi Golde Meir „osvetila“ izraelske sportiste izmasakrirane od strane palestinske organizacije na Olimpijadi u Minhenu. Upravo je Golde Meir dala nalog Mike Harariju da izvrši operacije gde god hoće, na Bliskom istoku, u Evropi. Ubijani su svi odgovorni za masakr u Minhenu, od izvršioca do nalogodavaca. Mosad je počeo akcije u Italiji jer je tu bilo najlakše, budući da su postojale minimalne kontrole. Mnogo ljudi ubijeno je greškom. Napravljena je serija neoprostivih grešaka za organizaciju koja je dobro obučena, pa u Norveškoj dobar deo grupe biva uhapšen. Mosad je tako u poslednji čas sprečio ubistvo Golde Meir u Rimu.
Još jedna stvar je od izuzetnog značaja. Zbog svih ovih dešavanja, posle rata u Italiji nije suđeno nikome za ratne zločine, za sve ono što se desilo i na Balkanu, ili u Grčkoj, ili u Italiji, ili na nekom drugom mestu. Nije bilo nijednog procesa ni protiv vojnika niti protiv osoba koje su počinile ratne zločine.
Sa druge strane, postojala je i jedna mala grupa Jevreja koja je, nakon što je sarađivala sa nacistima, započela sopstvene ilegalne poslove. Ljudi Mosada uspeli su da uđu u trag izvesnim sumama nacističkog falsifikovanog novca.
No, najprivilegovanija saradnja Mosada bila je ona sa CIA-om. U svakom slučaju Mosad je sarađivao sa „različitim pojedincima“, a sve u cilju da se suprotstavi svom glavnom neprijatelju – Velikoj Britaniji.